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PIMCO: La BCE abbassa l’altitudine di crociera

Posted by fidest press agency su giovedì, 13 giugno 2024

A cura di Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO. La BCE ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base nella riunione di giugno, il primo taglio dei tassi in quasi cinque anni, ma non ha fornito indicazioni precise su come il ciclo dei tassi possa procedere da qui in avanti. Il Consiglio Direttivo ha abbassato un po’ la quota di crociera, ma sarà il flusso di dati dei prossimi mesi a decidere la velocità con cui la BCE ritirerà ulteriormente la stretta. Nel frattempo, ci aspettiamo che la politica monetaria rimanga restrittiva e che le decisioni vengano prese riunione per riunione: difficilmente la BCE si impegnerà a seguire un particolare percorso per i tassi. Attualmente il mercato prevede altri 35 punti base di tagli dei tassi della BCE per quest’anno e un tasso di riferimento del 2,8% alla fine del 2025. Il tasso terminale valutato intorno al 2,5% – ben al di sopra della maggior parte delle stime di un tasso neutrale per l’area euro – indica che gli investitori nutrono forti preoccupazioni per “l’ultimo miglio” dell’inflazione. Contrariamente all’inizio dell’anno, questo valore sembra ora ragionevole ed è sostanzialmente in linea con la nostra previsione di base, da tempo sostenuta, di tre tagli per il 2024, con un taglio in ciascuna delle due restanti riunioni sulle stime degli esperti dell’Eurosistema.Nel complesso, le valutazioni attuali ci lasciano sostanzialmente neutrali sulla duration europea. Prevediamo che i tassi d’interesse si muoveranno ancora in un range ragionevolmente limitato e preferiamo rimanere tattici nell’assumere il rischio di duration. Dal punto di vista strutturale, continuiamo a prevedere che la parte finale delle curve dei tassi d’interesse sottoperformerà rispetto alle scadenze più brevi, principalmente sulla base di una ricostruzione dei premi a termine nel corso del tempo. Invece di concentrarsi quasi esclusivamente sulle stime macroeconomiche dei suoi esperti, negli ultimi anni la BCE ha costruito la sua funzione di reazione sulla base di tre criteri: le prospettive di inflazione, le dinamiche dell’inflazione sottostante e la forza della trasmissione della politica monetaria. Con la gran parte dell’aggiustamento dell’inflazione alle spalle e con le stime ancora una volta più accurate, la BCE sembra riacquistare gradualmente fiducia nei propri modelli. Sebbene l’inflazione sia stata leggermente rivista al rialzo, le stime di giugno degli esperti indicano ancora una convergenza dell’inflazione verso il target alla fine del prossimo anno. La BCE prevede che l’inflazione headline sarà in media del 2,2% nel 2025 e dell’1,9% nel 2026, mentre l’inflazione core dovrebbe essere in media del 2,2% nel 2025 e del 2,0% nel 2026. Di conseguenza, il Consiglio Direttivo si sforza di bilanciare i vantaggi dei criteri basati sulle previsioni (che potrebbero sostenere una riduzione dei tassi anticipata) con i criteri dipendenti dai dati (che potrebbero sostenere un approccio più graduale e sequenziale). Ciò riflette l’incertezza che permane sul grado di persistenza delle dinamiche dell’inflazione. Nel complesso, le stime confermano la narrativa di un’economia in ripresa e di un’inflazione che torna a convergere verso il target. Sebbene il dato preliminare sull’inflazione di maggio sia arrivato troppo tardi per essere incorporato nelle proiezioni, il dato più forte del consenso è stato incluso nella discussione del Consiglio Direttivo. Soprattutto, all’interno del paniere core, l’inflazione dei servizi è aumentata dello 0,4% al 4,1% anno su anno a maggio. L’ostinata inflazione dei servizi e la forte crescita dei salari manterranno probabilmente la politica monetaria restrittiva per un periodo di tempo prolungato.Le nuove proiezioni della BCE vedono la crescita dei salari dei lavoratori dipendenti scendere dal 5,2% nel 2023 al 4,8% nel 2024, seguita dal 3,5% nel 2025 e dal 3,2% nel 2026. La crescita delle retribuzioni contrattuali nell’area euro è aumentata dall’1,4% nel 2021 al 4,5% nel 2023, con il recupero dell’inflazione come motivo centrale nelle trattative salariali. L’ultima pubblicazione vede anche un aumento nel primo trimestre del 2024, al 4,7%, principalmente dovuto a pagamenti una tantum nel settore pubblico tedesco. Guardando a una gamma più ampia di dati salariali, la direzione generale indica una decelerazione. Tuttavia, al di là dei salari, vi è incertezza sulla traiettoria dei margini di profitto e della produttività delle imprese. Le proiezioni di giugno suggeriscono che la crescita dei profitti unitari sarà sostanzialmente stagnante nel 2024, il che implica che i profitti assorbiranno l’aumento dei costi del lavoro. Con la ripresa dell’economia, le imprese potrebbero recuperare con più forza il potere di determinazione dei prezzi. Inoltre, la BCE prevede che l’aumento della domanda stimolerà la crescita della produttività; tuttavia, le perdite di produttività per le imprese europee potrebbero rivelarsi più persistenti del previsto.Abstract by http://www.verinieassociati.com

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