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Nuovi Approcci Terapeutici e Miglioramento Della Sopravvivenza nel Tumore della Prostata: Convegno a Milano

Posted by fidest press agency su sabato, 15 giugno 2024

Sono stati evitati 30.745 decessi per tumore della prostata (-24,1% rispetto ai numeri attesi). Si tratta di vite salvate, con pazienti che riescono a convivere a lungo con la malattia o a guarire. Da un lato, aumentano in modo significativo i casi, con 41.100 nuove diagnosi stimate nel nostro Paese nel 2023 (erano 36mila nel 2020). Dall’altro lato, diminuisce la mortalità e sempre più persone vivono dopo la scoperta della malattia. Oggi, infatti, sono disponibili terapie in grado di migliorare la sopravvivenza, ritardare la progressione di malattia e salvaguardare la qualità di vita, aspetti molto importanti soprattutto per i pazienti colpiti dalla neoplasia in fase metastatica. Un esempio è costituito da darolutamide, potente inibitore del recettore degli androgeni, approvato a marzo 2024 dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), in associazione a terapia di deprivazione androgenica (ADT) e a chemioterapia, per il trattamento di prima linea dei pazienti con tumore della prostata ormonosensibile metastatico. Un approccio in grado di ridurre del 32,5% il rischio di morte. Alle nuove prospettive di cura è dedicato il Convegno ‘What’s NU, Traguardi che ispirano il futuro’, organizzato oggi e domani a Milano da OVER Group, con il contributo non condizionante di Bayer Italia e Orion Pharma e la partecipazione dei più importanti esperti. “Lo studio ARASENS ha dimostrato che l’associazione di darolutamide con ADT e docetaxel combina un significativo beneficio nel prolungamento della sopravvivenza e nel rallentamento della progressione della malattia, con un’ottima tollerabilità e salvaguardia della qualità di vita. “Il tumore della prostata rappresenta una malattia ad elevata e crescente prevalenza per la quale tuttavia sono stati fatti passi epocali negli ultimi anni. Abbiamo compreso l’importanza della diagnosi precoce e delle nuove metodiche di imaging come la Risonanza Magnetica e la PET che hanno rivoluzionato l’approccio al tumore prostatico, portando a diagnosi sempre più precoci e ad una caratterizzazione più completa della patologia. Non solo, ma negli ultimi anni abbiamo anche compreso l’importanza dell’intensificazione del trattamento che prevede l’utilizzo combinato di più terapie con conseguente significativo miglioramento dei tassi di progressione e sopravvivenza. Questo, unitamente allo sviluppo e all’approvazione di nuovi farmaci e di nuovi approcci molecolari, permette un approccio sempre più personalizzato che, attraverso l’azione congiunta di più specialisti, porterà sempre maggiori benefici ai nostri pazienti”, ha spiegato Alberto Briganti, professore di urologia, Università Vita -Salute San Raffaele.

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