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Lettera aperta al direttore Fidest Riccardo Alfonso: La scorsa settimana sono stata in Corte costituzionale. Ricordo il caldo estremo e tutta la fatica del viaggio

Posted by fidest press agency su mercoledì, 26 giugno 2024

Quella mattina mio marito Stefano e l’assistente hanno impiegato tre ore a lavarmi, vestirmi e manovrarmi. Quando gli ho chiesto di accompagnarmi da Perugia a Roma sapevo perfettamente quello che mi aspettava. Ma volevo esserci e dovevo esserci. Per me, per la mia malattia e la mia esigenza di libertà. Sono Laura Santi, ho 49 anni, ho la sclerosi multipla e voglio essere libera di scegliere, fino alla fine. Il 19 giugno scorso sono entrata in Corte costituzionale per ascoltare ciò che avevano da dire i suoi 15 Giudici che la compongono. Avrebbero dovuto decidere se i requisiti introdotti con la sentenza 242/2019 Cappato-Dj Fabo potranno permettere anche alle persone che non sono dipendenti da trattamenti di sostegno vitali di accedere all’aiuto alla morte volontaria.Ho visto una squadra compatta e serrata di giuristi rigorosi e determinati davanti a me e per me. L’Associazione Luca Coscioni ha impiegato tutta l’energia, la competenza e la capacità strategica di cui disponeva. È stato emozionante.Quando il presidente ha letto l’elenco delle associazioni pro life contro il suicidio assistito, mi sono messa a piangere come una bambina. Perché esistono questi soggetti nel nostro Paese che si accaniscono contro le persone gravemente malate? Perché la presidenza del Consiglio trova pure il tempo di costituirsi parte civile (cosa che peraltro, riflettendo a sangue freddo, è un segno di debolezza)? E in quel momento di fragilità un uomo, Marco Cappato, che rischia di farsi fino a 12 anni di carcere, che sarebbe lui il primo a dover avere paura in quel contesto, si è chinato verso di me ed è stato tutto il tempo a parlarmi e rassicurarmi.Ad oggi, la Corte non si è ancora espressa. Stiamo aspettando la sentenza che arriverà a breve. Se dovesse andare male, Marco Cappato, Chiara Lalli e Felicetta Maltese rischiano 12 anni di carcere per aver disobbedito alla legge italiana e aver accompagnato in Svizzera Massimiliano, una persona affetta dalla mia stessa malattia. Si può davvero finire in carcere per aver ascoltato e dato seguito al grido di aiuto di una persona sofferente? Il suicidio assistito in Svizzera è legale, anche se il tuo corpo non viene tenuto in vita grazie ai “sostegni vitali”. Ma sono le macchine che devono per forza farti continuare, anche contro la tua volontà? Non sono forse l’ossigeno, la morfina per lenire il dolore, le terapie insopportabili, le diagnosi irreversibili, la dipendenza dai medicinali, la dipendenza totale e h24 dalle mani di persone che ogni giorno ti vedono soffrire di più? Se non ci fosse qualcuno accanto a me, io morirei di stenti. Non sono forse sostegni vitali questi? Vivo dentro un corpo che si sta lentamente e inesorabilmente immobilizzando. Una routine quotidiana che mi spegne. I dolori aumentano giorno dopo giorno ed è per questo che non sono rimasta ad ascoltare l’udienza completa. A metà sono andata via, non resistevo più. Riccardo, quello che chiedo io, e che hanno chiesto persone come Dj Fabo, Piergiorgio Welby, Massimiliano e tutti gli altri malati che hanno reso pubbliche le loro storie, come ho fatto anche io, è solo un finale che sia dignitoso per me. Una scelta diversa e umana. Mi batto e continuerò a battermi per un sì. Un sì per essere liberi di scegliere, un giorno, quando e se lo vorrò. Attenderò le parole della Corte, con speranza e voglia di essere libera. Qui, in Italia, il mio Paese. Con le persone che amo e che mi sono sempre state accanto, anche in questa battaglia. Un saluto e un abbraccio. Laura Santi Consigliera generale dell’Associazione Luca Coscioni (n.r. Ho visto diverse persone soffrire terribilmente e la medicina impotente a lenirne almeno il dolore. Ho molto rispetto per la vita per rinunciarvi di mia sponte ma al cospetto di tanta sofferenza occorre lasciare libertà di scelta. Se il dolore non si ferma con la legge è la legge a dover fermare il dolore.)

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