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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 175

Il voto degli italiani

Posted by fidest press agency su giovedì, 27 giugno 2024

Nel raccogliere e nel rilanciare, sia pure in minima parte, le opinioni dei partiti esistenti nell’arco costituzionale si ha netta l’impressione che tutti hanno fallito nell’impresa se consideriamo che oltre il 50% dell’elettorato non va a votare. In questo vi intravedo la crisi della democrazia e al tempo stesso l’incapacità dei partiti d’essere in sintonia con l’elettorato. Ma cosa vuole realmente l’elettore? Sicuramente dei partiti meno litigiosi tra loro e più propositivi nei loro programmi elettorali. Oggi solo il centro-destra ha mostrato di sapersi compattare con le sue tre anime (Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega). Eppure sono molto diversi tra loro e avrebbero buoni motivi per dividersi, ma non lo fanno e così operando vincono e dove non vi riescono non demordono. In secondo ordine, ma non meno importante, sono gli argomenti che trattano ed espongono agli elettori e come lo fanno. Non interessa, se non marginalmente, all’opinione pubblica il “colore dei partiti” in quanto non vi ravvisano un pericolo immanente ma solo una traccia polemica. Vogliono avere chiara l’idea su quali sono i punti che li differenziano come la sanità, la giustizia, l’ordine pubblico ecc. Mi è sempre rimasto impresso quanto mi disse Andreotti riguardo ad Almirante: si rammaricava di non averlo tra le file della Dc perché lo considerava un uomo fondamentalmente onesto. E allora, storia di circa 50 anni fa, già si avvertivano i primi segnali corruttivi che stavano minando la famiglia democristiana e li denunciò Fanfani in una assise congressuale di allora. Oggi si ha, invece, l’impressione che sia scarso l’interesse per chi diserta le urne perché i partiti possono vincere o perdere le tornate elettorali con la metà di coloro che vanno a votare e che diventano più gestibili e in qualche modo manovrabili. Certo mi piacerebbe sapere se andando a votare, diciamo l’80% degli aventi diritto, avremmo gli stessi risultati odierni in termini di consensi e di dissensi. Di certo questo aspetto dovrebbe interessare di più le attuali minoranze e chiedersi, a contro prova, il perché il partito comunista italiano dagli anni cinquanta in poi è cresciuto in voti ad ogni tornata elettorale. Perché, a mio avviso, sapeva tenere alto il rapporto cittadini-partito in tutti i giorni dell’anno e per anni. Oggi potrebbe essere, tra l’altro, un antidoto molto efficace contro le fakenews. (Riccardo Alfonso)

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