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“Mal di schiena:” un problema che colpisce milioni di persone

Posted by fidest press agency su giovedì, 27 giugno 2024

Alzi la mano chi non ne ha mai sofferto. Quel dolore che ti prende al risveglio e che magari si protrae e ti rovina tutta la giornata. Può partire dal collo, dalla tristemente famosa “cervicale” e irradiarsi verso il basso, seguendo il percorso della colonna vertebrale e relative innervazioni. Ancora, può partire direttamente dalla zona lombare, e allora si parla di “dolore lombosciatico”. Inquadramento non diagnostico, ma bensì sintomatico. Perché quello che noi chiamiamo banalmente, da sempre, “mal di schiena” e i paesi anglofoni “back pain”, può avere cause e soluzioni diverse, non tutte, necessariamente, di pertinenza del cardiochirurgo. Per un altro verso, il mal di schiena rimane ancora, nella percezione popolare ma pure per molti medici, qualcosa di “misterioso”, su cui non c’è una vera teoria fisiopatologica e per il qualche spesso si propongono soluzioni palliative. Più di 600 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di dolore in questa parte del corpo. Sulle tracce del mal di schiena però con una idea innovativa riguardo le cause e, di conseguenza, le possibili cure e trattamenti, si è messo il prof. Luigi Tesio, con il suo nuovo libro Il dolore lombosciatico. Un nuovo modello patogenetico e principi di trattamento (Il Pensiero Scientifico Editore). L’autore è primario fisiatra, Direttore del Dipartimento di Scienze Neuro-riabilitative e del Laboratorio di Ricerche di Riabilitazione Neuromotoria dell’Auxologico, già Professore Ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Milano. Alzi la mano chi non ne ha mai sofferto. Quel dolore che ti prende al risveglio e che magari si protrae e ti rovina tutta la giornata. Può partire dal collo, dalla tristemente famosa “cervicale” e irradiarsi verso il basso, seguendo il percorso della colonna vertebrale e relative innervazioni. Ancora, può partire direttamente dalla zona lombare, e allora si parla di “dolore lombosciatico”. Inquadramento non diagnostico, ma bensì sintomatico. Perché quello che noi chiamiamo banalmente, da sempre, “mal di schiena” e i paesi anglofoni “back pain”, può avere cause e soluzioni diverse, non tutte, necessariamente, di pertinenza del cardiochirurgo. Per un altro verso, il mal di schiena rimane ancora, nella percezione popolare ma pure per molti medici, qualcosa di “misterioso”, su cui non c’è una vera teoria fisiopatologica e per il qualche spesso si propongono soluzioni palliative. Più di 600 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di dolore in questa parte del corpo. Sulle tracce del mal di schiena però con una idea innovativa riguardo le cause e, di conseguenza, le possibili cure e trattamenti, si è messo il prof. Luigi Tesio, con il suo nuovo libro Il dolore lombosciatico. Un nuovo modello patogenetico e principi di trattamento (Il Pensiero Scientifico Editore). L’autore è primario fisiatra, Direttore del Dipartimento di Scienze Neuro-riabilitative e del Laboratorio di Ricerche di Riabilitazione Neuromotoria dell’Auxologico, già Professore Ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Milano. Prof. Tesio, livello popolare si pensa che ormai si sappia tutto del “mal di schiena”, ma il suo libro mostra che invece vi sono aspetti fisiopatologici molteplici e a volte pure complessi da prendere in considerazione. Ci vuole spiegare? “L’idea dominante sul meccanismo che porta a varie forme di “mal di schiena” e “sciatica” è quella di una compressione su terminazioni nervose all’interno del canale vertebrale lombare. L’ idea è ferma alla scoperta dell’ernia del disco nel 1937 e dell’artrosi che restringe il canale vertebrale nel 1954. Questo meccanismo è semplicistico e non spiega molti paradossi apparenti: per esempio, il dolore dopo il riposo a letto o seduti; la scarsa corrispondenza fra dolore e immagini TAC o in risonanza magnetica nucleare; l’andamento capriccioso dei sintomi che prevedono recidive dopo periodi di recupero spontaneo, e altre ancora. Fino ad ora è stato trascurato un elemento fondamentale nella genesi del dolore, e cioè la dilatazione del particolare plesso venoso che riveste dall’interno il canale vertebrale. “La diagnostica per immagini (TAC e soprattutto Risonanza Magnetica Nucleare) ha dimostrato che quasi sempre esistono alterazioni nel canale vertebrale di una pziente con dolore lombare o sciatico, sfatando il mito di un’ origine esclusivamente “posturale” o genericamente “infiammatoria-nevritica” del problema. Tuttavia la sensibilità di queste tecniche è perfino eccessiva: modeste alterazioni anatomiche (protrusioni discali, artrosi vertebrale) sono quasi la regola anche in persone del tutto asintomatiche. Di conseguenza il prossimo passo sarà quello di integrare le immagini “classiche” con uno studio del plesso venoso epidurale (un risultato ancora molto difficile da raggiungere). Soprattutto, diventa importante interpretare le immagini alla luce dei sintomi e dell’ esame clinico: argomenti sui quali ho cercato di dare indicazioni semplici e chiare nel mio libro. Le tecniche terapeutiche conservative (esercizi di vario tipo, terapie fisiche strumentali, farmaci) non richiedono grandi innovazioni rispetto a quelle disponibili ma soltanto una scelta razionale fra le molte decine disponibili: un altro tema che nel libro ha uno spazio importante. Anche la chirurgia (ormai micro-chirurgia in gran parte dei casi) e la terapia del dolore ormai sono moto avanzate. Alla fine è da attendersi una diagnosi razionale che distingua un “mal di schiena” da un altro ed alla quale seguano trattamenti specifici. Tutto questo è possibile: è ora di pretenderlo”. http://www.auxologico.it

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