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A Los Realejos il più grande spettacolo pirotecnico d’Europa

Posted by fidest press agency su martedì, 30 aprile 2024

La Orotava e del Parco nazionale del Teide, si prepara a mettere in scena il 3 maggio una vecchia rivalità tra due strade che produce il più grande spettacolo pirotecnico che si possa vedere in Europa. Tonnellate di polvere da sparo e tecnologie sofisticate danno vita a un prodigio di luci e suoni che emoziona e commuove. Quasi due ore di esplosioni, colori brillanti, fuochi d’artificio, botti e lampi che illuminano e fanno vibrare le strade e i quartieri di El Sol ed El Medio, in un raro omaggio alla Santa Croce che sfila per le sue vie ma viene fermata tra un fuoco e l’altro per far contemplare anche a lei questo spettacolo unico ed esclusivo che parte dai campi isolati ma anche dai tetti di molte case.Vulcani, fontane, razzi, candele, bengala, petardi, mortaretti, tuoni, batterie in sequenza creano una moltitudine di effetti visivi, combinando colori, scintille, lampi, incroci di direzioni e anche toni sonori sotto forma di sibili, fischi ed esplosioni. Tutto questo è il risultato di diverse combinazioni di salnitro, zolfo, carbone, solfato di rame, canfora, destrina, antimonio e dell’abilità di artigiani dediti al raro mestiere di creare capolavori che però finiscono in un attimo. Questi fuochi si trasformano in una sorta di magia che dura pochi secondi, ma che riempie di entusiasmo e ammirazione chi la contempla. Ciò che conta è la celebrazione stessa e la pacifica “sfida” tra le due strade che risale a più di 250 anni fa e che non ha mai visto un vincitore o un vinto, perché in realtà non è né una gara né una sfida. In ogni caso, l’unica a vincere è la Santa Croce, la vera protagonista della festa, a cui tutti gli alentejani di una strada o dell’altra sono devoti. È una tradizione che si rafforza ogni anno, con le nuove generazioni che ereditano l’usanza dai padri. Questa celebrazione è stata riconosciuta come Festival di interesse turistico nazionale dal 2015 e aspira a diventare di interesse turistico internazionale. Come spesso accade, i simboli religiosi – vergini, santi, croci, ecc. – nascono in modo miracoloso a metà strada tra storia e tradizione. La storia della Croce di Los Realejos racconta che nel 1666 un cavaliere stava attraversando il burrone di Pago de la Higa quando il suo cavallo si fermò bruscamente e si rifiutò di seguirlo. Il padrone, infastidito, lo esortò a proseguire e il cavallo finì per disarcionarlo. Quando il cavaliere si riprese dalla caduta, scoprì che l’animale stava scavando nella terra. Il proprietario del terreno, commosso dall’evento, ordinò in quel posto la costruzione di una cappella, il Montículo de la Suerte, che sarebbe poi diventata la chiesa dell’Apostolo San Giacomo (in ricordo della festa in cui i soldati castigliani conclusero la conquista di Tenerife). Di quella croce rimangono solo alcuni pezzi di legno, che ora si trovano all’interno di una croce in filigrana d’argento (1677), che è quella che viene fatta sfilare per le strade il 2 e il 3 maggio di ogni anno. Ed è anche la croce – in realtà le croci, perché ce ne sono più di 300 esposte nel comune – un’altra delle rivalità che riguarda tutta la città e tutte le sue strade. Cappelle, portoni, finestre, vetrine, interni di case, cortili, persino semplici muri sono decorati con delle croci e, fuori dalla città, si ritrovano anche su scogliere, scogli in mare, strade e burroni in montagna. Centinaia di croci e milioni di fiori raccolti in deliziosi bouquet che formano un insieme delle varietà più belle e profumate. Orchidee, anthurium, rose giganti, tulipani, garofani, margherite, calle e, naturalmente, la Strelitzia reginae, meglio conosciuta come uccello del paradiso, la pianta più tipica delle Isole Canarie. Ma perché i due quartieri si sono scontrati? E da dove è nata questa rivalità? Storicamente, si trattava di una giornata di conflitto simulato tra marchesi e contadini. “El pique” consisteva nell’accendere in ogni strada falò, produrre fumo colorato e fare molto rumore al passaggio della croce in processione, in modo che vincesse chi aveva i falò più grandi, le colonne di fumo più alte o faceva maggior rumore.Ma con l’arrivo dei fuochi d’artificio, quei semplici fuochi accesi dai fedeli sui marciapiedi e negli androni delle case si sono trasformati in vere e proprie battaglie campali con petardi e mortaretti che volavano orizzontalmente nel cielo alla ricerca della strada “nemica”.

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