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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 136

Schroders: verso un ‘soft landing’ nonostante le sorprese sull’inflazione Usa

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 Maggio 2024

A cura di Julien Houdain, Head of Global Unconstrained Fixed Income, Schroders. Con la crescita globale su basi più solide, ci chiediamo se la recente raffica di sorprese che hanno riguardato l’inflazione statunitense si rivelerà un punto di svolta o solo un incidente di percorso. Al momento, il nostro scenario di base prevede un atterraggio morbido. Tuttavia, riconosciamo l’aumento del rischio di uno scenario di “non atterraggio” a causa dell’andamento dell’inflazione statunitense e di una potenziale ripresa del ciclo produttivo globale, che potrebbe sostenere i prezzi delle materie prime. Questa situazione potrebbe costringere le banche centrali a mantenere tassi di interesse più elevati per un periodo prolungato per combattere l’inflazione persistente. Sale la probabilità di un “no landing”, con una crescita robusta che fa aumentare i rischi di inflazione. Se si considera la misura dell’inflazione preferita dal presidente della Fed Jerome Powell, ovvero i servizi core, esclusi gli alloggi, l’andamento degli ultimi due mesi è stato un po’ preoccupante. Dopo un aumento dello 0,7% su base mensile nell’ultima pubblicazione, questa misura dell’inflazione “super core” è ora al di sopra dell’8% su base annualizzata a tre mesi. Considerando un’ampia gamma di misure, la realtà è che l’inflazione è attualmente troppo elevata perché la Fed possa sentirsi a proprio agio nell’allentare le condizioni della politica monetaria nel breve termine.Ma non ci sono solo cattive notizie sul fronte dell’inflazione negli Stati Uniti. Ci sono più motivi di ottimismo se si guarda al mercato del lavoro. Da diversi punti di vista, sembra stia tornando al punto di equilibrio: la crescita dei salari è in calo, i posti vacanti diminuiscono gradualmente e, soprattutto, il tasso di abbandono del posto di lavoro continua a diminuire. I tassi di abbandono sono un indicatore importante per la crescita dei salari: un tasso in calo limita la velocità di aumento dei salari, in quanto le aziende sono meno obbligate a mantenere e attrarre i lavoratori.Nel corso di aprile abbiamo assistito a un continuo miglioramento del settore manifatturiero globale. Le notizie provenienti dalla Cina sono state particolarmente positive ultimamente, cosa che probabilmente favorirà in modo sproporzionato la crescita dell’eurozona nei mesi a venire. Sebbene tutto ciò sia incoraggiante per un “atterraggio morbido”, rimaniamo vigili sulla possibilità che l’aumento dei prezzi delle materie prime alimenti le pressioni inflazionistiche in futuro, in quanto ciò metterebbe ulteriormente in discussione la tesi del taglio dei tassi quest’anno. Sebbene le valutazioni siano diventate più interessanti, la narrativa macroeconomica giustifica un rialzo dei rendimenti e una Fed più cauta. In quest’ottica, siamo neutrali sulla duration – o rischio di tasso d’interesse, ma continuiamo ad aspettarci un irripidimento positivo sulla curva, posizionandoci in modo che la parte più corta della curva dei rendimenti superi quella lunga. In termini di cross-market, privilegiamo il Regno Unito, dove vediamo la possibilità che l’inflazione “recuperi” rispetto agli altri paesi, e gli Stati Uniti rispetto a Germania e Canada.Nel corso del mese siamo diventati più positivi sull’inflazione breakeven, utilizzata per cogliere la sovraperformance dei rendimenti reali – che sono corretti per l’inflazione – rispetto ai rendimenti nominali. Riteniamo che il rischio di rialzo dei prezzi delle commodity e un certo grado di allentamento da parte delle banche centrali rappresentino un vento favorevole per l’aumento dei tassi d’inflazione breakeven. Nell’ambito del credito, abbiamo moderato la nostra view costruttiva sui titoli Investment Grade (IG) europei, sulla base delle valutazioni elevate e di un margine limitato per un’ulteriore sovraperformance. Manteniamo una preferenza per le scadenze più brevi, dove continuiamo a vedere del valore. Con gli spread IG statunitensi vicini ai livelli più bassi di sempre, che rendono meno remunerativo il rischio di investire in obbligazioni societarie rispetto ai più sicuri titoli di Stato, manteniamo una view nel complesso negativa.(Abstract by http://www.verinieassociati.com/)

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