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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 167

Pensionati, USB: liste di attesa? Possono attendere, noi no!

Posted by fidest press agency su domenica, 16 giugno 2024

Appuntamento il 20 giugno con l’iniziativa di ABACO, presidio in tutte le regioni sotto gli assessorati alla sanità. Non possiamo continuare a tollerare che il nostro diritto alla salute e all’assistenza venga utilizzato per spot elettorali e per consentire devastanti scorribande della sanità privata nel pubblico. Il tanto decantato decreto sulle liste di attesa è una truffa vera e propria. È stato sdoppiato in un decreto-legge di dubbia urgenza, visto i contenuti, e un disegno di legge veramente devastante. Non possiamo restare immobili di fronte ad un attacco ulteriore al sistema sanitario pubblico in favore di privati. Le liste di attesa sono trattate come una semplice questione ragionieristica senza alcun cenno alle persona che hanno bisogno di prestazioni sanitarie, vale a dire anziani fragili, non autosufficienti, disabili. Tutti avrebbero bisogno di percorsi dedicati e vengono invece cancellati nel numero di utenti senza risposte . Abbiamo proposto, se questa è una emergenza, e lo è, misure emergenziali che potrebbero alleviare i disagi dovuti alla negazione del diritto alla salute. Su tali misure dobbiamo andare al confronto con governo e regioni. Le cause sono i tagli dei finanziamenti con la scusa della sostenibilità, i tagli di personale e strutture sanitarie pubbliche, la progressiva sostituzione del pubblico da parte dei privati che ormai controllano il 50% del mercato sanitario. La costruzione di un modello sociale che vede nello stato sociale un dispendio di risorse comporta la distruzione di sanità, sistema previdenziale, scuola, servizi territoriale e la loro sostituzione con gli investimenti privati. Un euro investito in sanità dà un ritorno di un euro e settanta centesimi, questo spiega l’interesse privato.Le liste di attesa svolgono anche altre funzioni come strumento di allontanamento degli utenti dal pubblico, hanno un effetto pedagogico sociale abituando i cittadini a fare a meno del sistema sanitario pubblico, spingono i pazienti nelle braccia del privato speculativo.Il risultato è la negazione del diritto costituzionale alla salute alle cure, la rinuncia a curarsi da parte di milioni di cittadini, l’indebitamento delle famiglie per accedere alle cure. Il welfare aziendale inserito nei contratti di lavoro sottrae utenti al pubblico perché ricorre a convenzioni con i privati e reintroduce il modello delle mutue assicuratrici, per cui il diritto alla salute è legato al tuo ruolo nel sistema produttivo, una volta uscito dal lavoro avrai la sanità caritatevole della beneficenza.Non è difficile comprendere che i settori popolari già colpiti da disoccupazione, lavoro povero, aumento delle tariffe, perdita del potere di acquisto, il pagamento dei tickets sanitari non sono in grado di sostenere una ulteriore spesa sanitaria privata. Sono già ora esclusi dal sistema sanitario pubblico per censo e appartenenza di classe.La nostra campagna contro le liste di attesa è il primo momento di mobilitazione sociale che ha come obbiettivo finale il reinserimento a pieno titolo di tali settori nel sistema sanitario pubblico. Il sistema sanitario pubblico, così come è ridotto, non è tecnicamente in grado di risolvere il problema delle liste di attesa senza un processo di ricostruzione e investimenti strutturali.

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