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Contratto giornalisti: luci e ombre

Posted by fidest press agency su lunedì, 18 Maggio 2009

Le critiche serie e corrette al nuovo contratto nazionale di lavoro sono un apprezzabile esercizio di intelligenza e di confronto democratico. E meritano attenzione e risposte, come sta avvenendo in tutte le assemblee di redazione organizzate nell’ultimo mese e mezzo. Le bugie e le mistificazioni della realtà sono invece inaccettabili e vanno respinte con forza al mittente.  Stampa Democratica e Quarto Potere, movimenti alla guida dell’Associazione lombarda dei giornalisti e componenti della maggioranza federale che ha firmato questo nuovo contratto nazionale, considerano le posizioni espresse dal cosiddetto “fronte del no” strumentali e lontane dalla realtà: a volte sembrano motivate più da interessi e disegni personali che da reali considerazioni professionali.  Il nuovo contratto firmato da Fnsi e Fieg e in vigore dal primo aprile rappresenta il punto di equilibrio di una trattativa difficile e complessa, mai partita per tre anni e arrivata a conclusione nel pieno di una crisi economica globale. A otto anni dall’ultimo rinnovo contrattuale. E con un quadro normativo profondamente mutato e meno garantista per i lavoratori. Eppure conserva intatto l’impianto e il quadro delle tutele e delle garanzie sindacali, che assicurano l’indipendenza, l’autonomia e la professionalità dei giornalisti. A partire dal ruolo dei Comitati di redazione, che vengono anzi investiti di maggiori e più ampie possibilità di intervento sull’organizzazione del lavoro delle redazioni. È un contratto che prova per la prima volta a interpretare la professione giornalistica nel nuovo sistema multimediale e integrato, senza lasciare spazio a discriminazioni o cedere alla tentazione di lasciare qualcuno indietro e introducendo nuovi elementi di flessibilità comunque regolata e sottratta agli arbitri di editori e direttori. È un contratto che tutela i più deboli, i colleghi giovani e precari, chi è all’avvio della carriera, chi ha finora avuto condizioni depotenziate. È un contratto che chiede ai colleghi anche qualche sacrificio, per esempio sul fronte degli scatti automatici, rallentati nella loro dinamica, ma comunque conservati nella percentuale del 6% e riequilibrati da un aumento dei minimi superiore rispetto agli ultimi due rinnovi contrattuali.  Soprattutto, il contratto è il riferimento normativo ed economico che tiene insieme, unita, tutta la categoria, e tutela colleghe e colleghi dei grandi quotidiani nazionali e dei piccoli giornali di provincia, dei periodici e delle televisioni, delle agenzie di stampa e dei siti Internet. Tutela tutti, ancor più in una fase di crisi che certo non è indotta ma al contrario meglio governata e affrontata con un nuovo contratto pienamente valido e l’accordo a latere sugli ammortizzatori sociali.  Questi valori della solidarietà e della unità della categoria sembra a volte siano dimenticati o messi da parte con leggerezza da chi è e resterà più forte. E saprà conquistare, anche in futuro, normative aziendali migliorative e ricchi integrativi. Per un sindacato serio e responsabile, solidarietà e unità restano invece principi inviolabili e obiettivi primari. Anche e soprattutto nel corso del rinnovo del contratto di lavoro, che per la gran parte dei giornalisti italiani rappresenta l‘unica tutela normativa e la sola possibilità di aumento delle retribuzioni. (Stampa Democratica e Quarto Potere)

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