Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 177

Posts Tagged ‘magnifici sette’

PGIM: Oltre i Magnifici Sette

Posted by fidest press agency su giovedì, 27 giugno 2024

A cura di: Raj Shant, Managing Director di Jennison Associates (affiliata di PGIM).La performance del mercato azionario statunitense nel 2023 è stata dominata dai titoli Growth, guidati da una coorte di società soprannominate “I magnifici sette” – Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia, Tesla. Nel 2024, molti investitori si chiedono se questa straordinaria performance sia sostenibile. Per approfondire la questione, riteniamo sia importante considerare l’andamento del mercato e il contesto macroeconomico dal 2020. Negli ultimi anni, i mercati hanno dovuto affrontare una serie di eventi straordinari: una pandemia globale, la guerra in Ucraina, un intenso conflitto in Medio Oriente, le tensioni con la Cina, l’inflazione e un aggressivo ciclo di inasprimento dei tassi di interesse.La persistente inflazione ha spinto al rialzo i tassi di sconto, abbassando la tolleranza al rischio nel 2022. Le società con flussi di cassa liberi minimi e valutazioni elevate, così come quelle che hanno beneficiato in modo sproporzionato di tendenze pandemiche insostenibili, hanno registrato performance nettamente inferiori. Il sentiment degli investitori ha raggiunto un crescendo negativo, a nostro avviso, quando il 2022 si è concluso con ansia e paura che hanno eclissato le considerazioni fondamentali. Nel 2023 molti dei titoli sottoperformanti dell’anno precedente hanno beneficiato di valutazioni depresse all’inizio dell’anno, mentre le aspettative di ricavi e utili a breve e medio termine di queste società si sono stabilizzate.Il significativo rallentamento economico o la possibile recessione che gli investitori avevano previsto non si sono verificati, dando ulteriore impulso al miglioramento del sentiment degli investitori. L’anno si è concluso con una nota di ottimismo, poiché la Federal Reserve aveva lasciato invariato il tasso sui federal funds e aveva dichiarato che l’andamento adell’inflazione si era sufficientemente raffreddato, rendendo probabilmente superflui ulteriori aumenti dei tassi. I mercati dei capitali hanno registrato un forte rialzo dopo l’annuncio.I risultati relativi a crescita e fondamentali dei Magnifici Sette hanno superato quelli della maggior parte delle società nel 2023. Gli investitori hanno ampiamente favorito i titoli con flussi di cassa liberi duraturi e un’esposizione alla crescita secolare, caratteristiche ben rappresentate dai Magnifici Sette. Al 31 dicembre 2023, queste sette società rappresentavano più di un quarto della capitalizzazione di mercato dell’S&P 500 e il 28% del flusso di cassa libero previsto per i successivi dodici mesi. I Magnifici Sette hanno previsto una crescita dell’EPS e del free cash flow pari a circa 2 volte e mezzo il tasso degli ultimi 493 componenti dell’indice. Allo stesso modo, i margini operativi dei sette sono circa una volta e mezza superiori a quelli degli altri 493 (31% contro 20%).La capitalizzazione di mercato dei Magnifici Sette ha raggiunto un massimo storico, costituendo il 28% dell’indice S&P 500 alla fine del 2023. Era pari al 27% (appena al di sotto del picco del 2023) nella seconda metà del 2021, quando le tendenze indotte dalla pandemia, le chiusure delle aziende e l’esigenza di rimanere a casa hanno costretto le persone a lavorare, comunicare e giocare online. Da allora, la capitalizzazione di mercato dei Magnifici Sette è stata volatile, senza una tendenza dominante.I recenti dati sulle performance mostrano che gli investitori hanno investito nei Magnifici Sette per motivi fondamentali. Mentre i prezzi delle azioni dei Magnifici Sette sono aumentati, i loro rapporti prezzo/utili (P/E) sono diminuiti. Al contrario, i P/E del resto del mercato sono aumentati nello stesso periodo di tempo. La scomposizione degli aumenti di prezzo dei Magnifici Sette rivela che il motore della performance sono stati gli utili. In confronto, l’aumento del resto dell’indice S&P 500 si è riflesso nei multipli. L’andamento dei prezzi delle azioni dei Magnifici Sette si riflette meglio nelle valutazioni attuali. In ogni caso, i Magnifici Sette non sono un gruppo monolitico che sale e scende insieme. In futuro, le società dovranno affrontare sfide e opportunità diverse, che si riflettono nella performance del primo trimestre 2024.I Magnifici Sette non sono le uniche opzioni che offrono un’esposizione alla crescita, e ci sono altre società che, a nostro avviso, rappresentano significative opportunità di crescita. Un’analisi delle recenti performance delle società growth al di fuori dei Magnifici Sette mostra che una percentuale significativa supera ogni anno il benchmark. Notiamo inoltre che, nonostante il rallentamento della crescita economica, riteniamo che questo renderà le società con un reale potenziale di crescita più interessanti per gli investitori.Siamo all’inizio di un trend di crescita secolare che può fornire ulteriore sostegno ai prezzi delle azioni in futuro.Riteniamo che ciò avverrà in una serie di settori, tra cui la sanità, la mobilità, il lusso, l’e-commerce diretto al consumatore, la finanza e la produzione industriale. Questo contesto tematico rafforza la nostra convinzione di adottare una prospettiva di investimento a lungo termine. La nostra esperienza ci suggerisce che le aziende growth che offrono prodotti e servizi distintivi che creano un valore reale per la società hanno un forte potenziale di crescita. Inoltre, la ricerca fondamentale sarà probabilmente sostanziale per identificare queste società. Riteniamo che gli investitori dotati di risorse, esperienza, competenza e talento siano nella posizione migliore per ottenere una sovraperformance nel tempo. Abstract by http://www.verinieassociati.com

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Luci e ombre delle Magnifiche Sette

Posted by fidest press agency su sabato, 23 marzo 2024

A cura di Keith Balmer, Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments. Ad oggi, le così dette “Magnifiche sette” detengono circa il 70% della capitalizzazione di mercato mondiale[1]. Questo livello di concentrazione dovrebbe preoccupare gli investitori? Un documentario del 2004 sui fast food statunitensi analizzava gli effetti di un consumo smodato di questo tipo di alimenti sul benessere fisico e psichico di un individuo, coniando così l’espressione “Super Size Me”. Vent’anni dopo, gli investitori azionari stanno affrontando un simile periodo di eccessi per una ristretta cerchia di società statunitensi, i cui effetti deleteri sono una distorsione delle valutazioni azionarie e una concentrazione della fonte dei rendimenti degli indici. Questa élite di aziende, soprannominata “Magnifiche sette”, è composta da Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla. Per la maggior parte si tratta di imprese molto note, salvo forse Nvidia, che pur essendo in attività da 30 anni, è salita alla ribalta solo di recente, uscendo dalla comunità tecnologica di nicchia in cui era molto conosciuta. La crescente popolarità degli investimenti indicizzati a basso costo (rispetto alla gestione attiva) ha alimentato e continua ad alimentare l’ascesa delle Magnifiche sette. I fondi d’investimento passivi hanno raccolto nuovi capitali, accettando semplicemente il prezzo di mercato delle azioni al momento di effettuare acquisti. Inoltre, quanto più alto è il valore di una società, tanto maggiore è l’investimento effettuato da un fondo passivo, il che dà origine a una spirale dei prezzi che non permette di valutare obiettivamente un’azienda. Pur non essendo classificate come tali nelle definizioni dei settori d’investimento, cinque delle Magnifiche sette provengono dal settore tecnologico, che in generale stava già sovraperformando. Grazie a questo impulso, la concentrazione è schizzata verso livelli record. Nei casi più estremi, oggi la valutazione di alcune di queste società supera la capitalizzazione di mercato di tutte le società quotate dei paesi del G7 messe insieme (Apple, Microsoft e ora Nvidia sono più grandi di tutte le società quotate nelle borse di Regno Unito, Francia e Canada prese nel complesso). Quando la concentrazione raggiunge livelli tanto estremi, le speculazioni sullo scoppio di una bolla diventano inevitabili. In passato, circostanze come queste hanno prodotto tendenzialmente alcuni anni molto favorevoli per i gestori attivi, in particolare quelli orientati al valore. Se nel caos generato dallo scoppio di una bolla il pubblico perdesse fiducia e i capitali iniziassero a defluire dai fondi indicizzati, il crollo delle quotazioni azionarie potrebbe essere altrettanto rapido quanto la loro ascesa. L’inasprimento della regolamentazione, un maggiore controllo pubblico sulle grandi aziende tecnologiche, una più consistente regolamentazione dell’IA e i fattori geopolitici sono solo alcuni degli ostacoli all’orizzonte. Pur non appartenendo al settore tecnologico, anche l’azienda produttrice di auto elettriche Tesla deve affrontare diverse sfide, non da ultimo il rapido aumento della concorrenza nel settore dei veicoli elettrici. Confrontando i grafici di alcuni indici equiponderati, che neutralizzano gli effetti della concentrazione delle società più grandi con quelli degli omologhi ponderati in base alla capitalizzazione di mercato, è chiaro che nel lungo periodo i primi tendono a sovraperformare. Gli indici equiponderati tendono a sottoperformare notevolmente in periodi di grave stress o in presenza di bolle (come la crisi finanziaria globale, la pandemia da Covid, la guerra del Golfo del 1990-91 e la bolla delle dot.com). Mentre il mercato attende che la bolla delle Magnifiche sette scoppi o si sgonfi, continuiamo a ricordare agli investitori i benefici della diversificazione e a spiegare perché i titoli più grandi per capitalizzazione di mercato non generano sempre i migliori rendimenti nel lungo periodo. Abstract fonte: http://www.columbiathreadneedle.it

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »