Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 131

Posts Tagged ‘proletari’

Scuola: Ai nuovi docenti stipendi proletari

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 aprile 2017

valeria-fedeliI vincitori del concorso prenderanno 300 euro al mese. È la cifra che verrà destinata per le prime 12 mensilità a tutti i nuovi insegnanti che tra un paio d’anni, dopo aver dimostrato di potersi mettere in cattedra per formare le nuove generazioni, verranno selezionati a seguito del rinnovato concorso per diventare insegnanti: lo stesso Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, annunciando i 600 euro lordi da assegnare ai neo assunti per il loro primo anno di lavoro, li ha definiti “poca roba”. Anief ricorda che non stiamo parlando solo di giovani ex studenti universitari, ma anche di precari storici, che a 40-50 anni avranno la forza di rimettersi in discussione. Come si fa a dire loro che per essere formati dovranno percepire 3.500 euro in un anno, ovvero lo stipendio che si assegna in poco più di un mese a un collega neo-assunto di un vero Paese moderno dove lo Stato non fa cassa sulla pelle dei precari?
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è un copione che si sta sempre più piegando verso il basso. A chi ha escogitato questa soluzione, vorremmo chiedere se ha pensato come faranno i docenti meritevoli a ‘campare’ con 70 euro a settimana, magari costretti a svolgere il loro primo anno di prova a mille chilometri da casa. Con il rischio, alla fine, di essere pure bocciati, al termine di un triennio svolto nel ruolo ibrido da docenti non più precari ma nemmeno di ruolo. Noi abbiamo compiuto tutto il percorso che era nelle nostre possibilità per contrastare il decreto legislativo 377: stiamo valutando se appellarci alle aule dei tribunali. Per stabilire se un modello di retribuzione iniziale di questo genere possa essere lecito oppure si tratti, come riteniamo noi, solo dell’ennesima soluzione adottata per salvaguardare i conti pubblici ledendo i diritti dei lavoratori.

Posted in Diritti/Human rights, scuola/school | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Editoriale Fidest: Il re ladro

Posted by fidest press agency su venerdì, 26 agosto 2011

Belarus_3900 - Vladimir Lenin

Image by archer10 (Dennis) via Flickr

(Fidest) Se il capitalismo si può definire una monarchia, questa monarchia è assoluta e il suo re è un ladro. Lo abbiamo capito sin dalla nascita del capitalismo allorchè il capitalista (industriale e finanziario) ha creato un potere superiore a quello esistente costituito dalla nobiltà per censo e al mondo ecclesiastico ma non si è fatto scrupolo di mescolarsi con loro per inquinarli. Abbiamo dovuto subirne gli effetti perversi, per secoli, incapaci di porvi in qualche modo riparo. Persino il “comunismo riformista”, alias socialismo, ha pensato sulla ineluttabilità della presenza del capitalismo e della necessità di dover conciliare le due posizioni, seppur nate in netta contrapposizione tra loro. Lenin pensò di spezzare questa intesa anomala costruendo un modello di governo denominato socialismo reale, ma dopo 70 anni i suoi eredi hanno gettato la spugna non per un fallimento ideologico ma per la nequizia degli uomini a tali compiti demandati. Meglio è andato per il capitalismo che si è trascinato sino ad oggi per ben 4 secoli e le sue fortune sono dipese dalla sua capacità trasformista e abilità nello sfruttare le debolezze umane. Ora, sembra, che la stessa ricchezza, costruita intorno a se, sia diventata come le mura di Gerico che, dopo un lungo assedio, crollano. Questo perché cresce il livello di identità popolare, cresce la voglia di vivere nel rispetto di se stessi e degli altri, cresce la giustizia sociale e si fa sempre più stridente il rapporto conflittuale tra chi ha e chi è.
Oggi vi è la consapevolezza che stiamo toccando un punto di non ritorno. Oggi non esistono figure proletarie e borghesi in opposizione al capitalismo di stato e privato. Esistono la plebe e i patrizi.
Chi si è seduto nella stanza dei bottoni e chi vive all’esterno e se è fortunato e abbastanza servile può godere della compiacenza del sovrano mentre altri, tutti gli altri, restano figli dei 30 denari, servi della gleba, passivi e rassegnati. Ed è un rapporto sproporzionato. Si calcola che su sette miliardi di abitanti solo uno può dirsi affrancato dalle miserie umane. Gli altri sei miliardi sono i plebei e non fa differenza, se non graduando le loro miserie, se si trovano nei paesi del terzo mondo o nell’occidente cosiddetto opulento.
A questo punto non propendiamo per la litania delle cose che non vanno e cerchiamo di capire cosa andrebbe fatto per un nuovo modello di società che riesca ad emendarsi da una civiltà che non sa essere egualitaria e capace di distribuire equamente le risorse.
Dobbiamo incominciare, partendo da una rivolta culturale, a spogliare dalla loro mondanità le Chiese, quelle fedi che professano e che celebrano la sofferenza e la povertà come un dono divino. Se concordiamo con il diritto alla vita, subito dopo dobbiamo aggiungervi il diritto a vivere affrancati dalla miseria e per una tutela che parte dall’assistenza sanitaria all’istruzione, dal diritto ad avere un tetto sotto cui ripararsi al lavoro e al libero accesso dei prodotti deputati all’alimentazione. Per contro è pura crudeltà e sadismo imporre il “crescete e prolificate” per poi vedere bambini morire di fame, di sete, per mancanza di medicine, per un tetto sotto cui ripararsi e più avanti giovani disperati in cerca di un lavoro, precari, famiglie in forte disagio esistenziale e con il solo privilegio di far arricchire chi ha già.
“La crisi – tutte le crisi alimentate dal capitalismo e dalla finanza creativa – non è un misterioso cataclisma naturale caduto dal cielo. È solo che il sistema di relazioni sociali, economiche e politiche dei capitalisti non è più adeguato alla situazione, né all’interno dei singoli paesi né a livello internazionale. Porta alla paralisi economica, alla distruzione dell’ambiente, alla concorrenza, alla rapina e alla guerra”. E’ questo il messaggio che ci giunge dalla rete. E’ questa la consapevolezza che dobbiamo assumere per avere la forza e la determinazione di voltare pagina davanti a tanto scempio. E ancora: “Il mondo non è in preda a una calamità naturale né gli uomini sono diventati matti. Semplicemente si agitano come matti nella gabbia del sistema di relazioni sociali capitaliste che ci impediscono di vivere. Dobbiamo liberarci di questa gabbia!” (Riccardo Alfonso http://www.fidest.it)

Posted in Confronti/Your and my opinions, Editoriali/Editorials | Contrassegnato da tag: , , , | 1 Comment »