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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 130

La politica in controluce

Posted by fidest press agency su mercoledì, 24 aprile 2024

“EUROPEE, D. TONINELLI”: “Il PD è un partito che quando va bene è un comitato elettorale, quando va male è un comitato d’affari. Ora è un comitato elettorale perché sta lavorando per presentarsi alle elezioni europee e quindi è tutto incentrato sulle poltrone e sui voti, non sui temi. Ormai il dibattito politico è basso e funzionale a se stesso, e a un certo punto alla gente, che è pragmatica, che si alza alle 6 del mattino, che deve prendere il treno, che deve prendere la macchina nel traffico, che quando va a comprare il pane costa 10 euro al chilo e non più 2 euro come tre anni fa, cosa gliene importa se la Schlein mette il nome, il cognome, il soprannome o si candida? Il PD in Europa che cosa vuole fare? O continua a parlare di sé stesso? Ma continuando a parlare di sé stesso spero che anche gli elettori del PD, soprattutto gli anziani che pensano di andare a votare ancora Berlinguer, smettano di votare il PD”, così Danilo Toninelli, già Ministro, ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso de ‘L’Italia s’è desta’, programma d’attualità condotto dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e dalla giornalista Roberta Feliziani, in merito alla scelta della Schlein di inserire il suo nome sul simbolo del PD e alla relativa critica del professor Prodi. “C’è da dire anche che-ha proseguito- questo modo di fare politica, in particolare di chi comanda i partiti in Italia, è anche lo specchio del declino culturale che abbiamo in questo paese perché, per esempio, i politici spendono soldi all’insaputa degli elettori per fare dei sondaggi interni che rimangono sulle scrivanie delle segreterie di partito.” “il problema è che oggi abbiamo una classe politica che non è in grado di tirar fuori il paese dal pantano culturale che sta vivendo. E ci meritiamo anche la Schlein, purtroppo”. “Questa è parte integrante-ha precisato Toninelli- è un organo vitale del M5S che purtroppo, lo ricordo con grande sofferenza, venne derogato nel 2019 durante il Conte II da Di Maio. Voglio ricordare questo perché io ho vissuto e vivo ancora profondamente il rispetto del voto, perché il voto è sangue, il voto è vita dei cittadini che se si affidano, molto spesso inconsapevolmente, a una persona o a un partito, è per cercare di ottenere un miglioramento nella propria vita. E noi abbiamo sempre sostenuto che l’eletto dovesse portare a termine il suo mandato nel rispetto totale delle persone che lo hanno votato. Di Maio questo lo derogò, oggi non è più così e mi fa molto piacere”. E alla domanda di un ascoltatore, ex elettore del M5S, sul fatto che inizialmente si dicesse ‘mai con il Pd’ “è uno dei principali motivi per cui quando qualcuno mi incontra per strada mi dice ‘vi avevo votato ma poi dopo le alleanze con il PD piuttosto che con la Lega ho smesso’. Ecco, al ‘mai col PD’, io aggiungerei mai col PD senza un accordo serio.” Alla domanda di un altro ascoltatore circa le numerose promesse durante la campagna elettorale in particolare sul reddito di cittadinanza, Toninelli ha risposto “innanzitutto il costo del reddito di cittadinanza è un costo che, una volta entrato a regime, si sarebbe ampiamente pagato.” (Abstract) Fonte: Ufficio stampa Cusano

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