Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 162

IA in azienda, “Servono norme certe prima che sia troppo tardi”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 22 Maggio 2024

Firenze – Come affrontare le sfide che pone l’uso dell’intelligenza artificiale nei rapporti di lavoro? Ciò che fino a poco tempo fa era un futuro solo immaginato dagli scrittori di fantascienza, oggi invece è una realtà che pone questioni rilevanti in innumerevoli settori, che gli operatori del diritto e gli osservatori dell’evoluzione del mondo del lavoro non possono ignorare, soprattutto nel rapporto tra lavoratore e azienda. Per evitare abusi e zone grigie e tutelare datori di lavoro e dipendenti, “l’unico antidoto è la conoscenza”, e per questo il fondo interprofessionale Fonarcom ha chiamato a raccolta gli esperti del centro studi ‘IlLavoroContinua’, tra specialisti ed esperti di diritto, per fare il punto sulle normative e come queste cercano di regolare questo “meteorite di novità”, tra esempi pratici e giurisprudenza. L’attenzione è rivolta verso il nuovo regolamento Ue, il cosiddetto “Ai Act”, e il ddl nazionale in fase di sviluppo da parte del Governo italiano, sui quali aleggia una certa “preoccupazione che il legislatore, attraverso la normativa, possa arrivare tardi nell’andare a tutelare i lavoratori”, riferisce Andrea Cafà presidente Fonarcom e Cifa. Per questo, secondo Cafà, serve “un intervento delle parti sociali, che attraverso la contrattazione collettiva nazionale e aziendale devono regolamentare nell’ambito del rapporto di lavoro quella che deve essere il giusto utilizzo dell’intelligenza artificiale”. Oltre a questo, serve anche “fare formazione ai dirigenti sindacali e datoriali perché devono iniziare a entrare nell’ottica di come bisogna gestire la tecnologia”. Una delle proposte emerse durante l’incontro è quella di istituire una figura ad hoc nei luoghi di lavoro. “Propongo di riesumare quello che è stato messo da parte col decreto semplificazioni, cioè il documento programmatico della sicurezza, dedicarlo all’intelligenza artificiale ed evidenziare una nuova figura: quella del Responsabile dei lavoratori per l’intelligenza artificiale, così come previsto per la sicurezza degli ambienti di lavoro”, è l’idea di Antonino Alessi, presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo. Giuseppe Tango, giudice del lavoro presso il Tribunale di Palermo, ha invece portato l’esempio dei riders, una categoria che sintetizza bene il passaggio nel mondo del lavoro dalle categorie tradizionali “dell’economia fordista alla cosiddetta new economy, la cosiddetta economia dei lavoretti”. In questo senso “è successo ciò che Bauman aveva già preconizzato a proposito della società: anche il lavoro è ormai diventato liquido cioè privo di certezze”. Qui la sfida della giurisprudenza “è stata quella anzitutto di qualificare questi nuovi lavoratori e poi approntare delle tutele efficaci”. Nel quadro emerge insomma una necessità di regole organiche che tutelino i lavoratori in modo chiaro e immediato, senza però demonizzare lo strumento in sé: l’intelligenza artificiale infatti “come ogni evoluzione è uno strumento positivo, ma deve essere al servizio dell’uomo, non deve sovrastare l’uomo. Ecco perché l’aspetto etico non può essere un elemento accessorio, ma deve essere un elemento fondante dell’intelligenza artificiale”, conclude il presidente Fonarcom Andrea Cafà.

Lascia un commento