Dopotutto, la Gen Z non è condannata

By Zanny Minton Beddoes Redattore capo The Economist. Tra il 1997 e il 2012 sono nate circa 2 miliardi di persone, che fanno quindi parte della Generazione Z. Con due Gen Z nella mia famiglia (insieme a un paio di millennial) e un gruppo crescente di talentuosi ventenni nell’ufficio dell’Economist , Sono affascinato da questa nuova generazione di adolescenti e giovani adulti. Gran parte di ciò che leggi sulla Gen Z è preoccupante: sono definiti dall’ansia, trascorrono meno tempo a socializzare e hanno meno probabilità di avere una relazione. Ma si scopre che questo quadro è incompleto, come sottolineano Rachana Shanbhogue, la nostra redattrice di affari economici, e Callum Williams, il nostro scrittore senior di economia (essi stessi millennial), nell’articolo di copertina di questa settimana . La narrativa popolare omette circa i quattro quinti dei giovani di tutto il mondo tra i 12 e i 27 anni che vivono nelle economie emergenti. Grazie alla crescita e alla diffusione della tecnologia, i giovani di luoghi come Giakarta, Mumbai o Nairobi sono più ricchi, più sani e più istruiti rispetto ai loro genitori. Anche nel mondo ricco il quadro è più roseo di quanto si pensi. I salari della generazione Z stanno aumentando a un ritmo molto più rapido rispetto a quello dei lavoratori più anziani, e la disoccupazione giovanile è ai livelli più bassi degli ultimi decenni. La forte domanda di lavoratori aiuta, così come il fatto che i membri della Generazione Z stiano saggiamente acquisendo competenze spendibili sul mercato. È naturale che i vecchi si preoccupino dei giovani. Ma dovremmo celebrare l’intraprendenza della Gen Z e anche i suoi successi.Infine, la prossima settimana lanceremo la nostra ultima newsletter, Middle East Dispatch. Gli eventi in Medio Oriente influenzeranno profondamente ciò che accade nel resto del mondo. La nostra newsletter è qui per fornirvi informazioni dettagliate su questa regione complessa e consequenziale.