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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 168

Azionario europeo sempre più attrattivo

Posted by fidest press agency su martedì, 21 Maggio 2024

A cura della Strategy Unit di Pictet Asset Management. Aprile si è rivelato un mese negativo per gli asset rischiosi, ma siamo fiduciosi che arriveranno presto tempi migliori. Le valutazioni di diverse asset class appaiono oggi più interessanti, dopo che gli investitori azionari hanno alleggerito le loro posizioni, allargando così l’area di possibili guadagni. Anche le condizioni economiche stanno diventando più favorevoli, in particolare in Europa, dove i tagli dei tassi d’interesse dovrebbero iniziare a breve e il momentum degli utili societari resta forte.All’interno del segmento azionario, la nostra strategia è sempre più orientata a favore dei Paesi europei. La nostra valutazione del ciclo economico mostra condizioni in miglioramento tanto nell’eurozona quanto nel Regno Unito. Inoltre, riteniamo che la crescita del PIL trimestrale della zona euro possa raggiungere il suo potenziale entro la fine del 2024, superando l’1% annualizzato. L’attività economica interna è infatti sostenuta dalla forte occupazione e dall’aumento dei salari e anche le condizioni commerciali stanno migliorando, un segnale positivo per le esportazioni. Allo stesso tempo, il quadro inflazionistico è più stabile rispetto agli Stati Uniti, cosa che dovrebbe consentire alla Banca Centrale Europea di iniziare a tagliare i tassi d’interesse a giugno. È probabile che anche la Bank of England inizi a rivedere la politica monetaria nello stesso periodo. Il nostro modello rivisto della regola di Taylor suggerisce che la banca centrale inglese ha un notevole margine di allentamento e spazio sufficiente per effettuare fino a quattro o cinque tagli entro la fine dell’anno. Ciò dovrebbe fornire un ulteriore sostegno all’economia britannica, che sembra ormai essersi ripresa dalle condizioni recessive.Diversa è la situazione degli Stati Uniti, dove è probabile che i tagli dei tassi saranno posticipati almeno fino a settembre. Lo scenario inflazionistico non è univoco: l’inflazione per i beni di base è in contrazione, quella dei servizi di base si muove ma nella direzione opposta, e a marzo l’inflazione core (affitti esclusi) è salita al 6% su base annua. Ciò rispecchia la traiettoria di crescita del PIL statunitense, con i servizi che sostengono l’economia, mentre la maggior parte degli altri settori mostra una dinamica da fine ciclo, più fiacca (ad esempio, le vendite al dettaglio sono rimaste invariate il mese scorso, mentre il consumo di beni è sceso nel primo trimestre di quest’anno). È improbabile che questa resilienza nel consumo di servizi possa durare se le famiglie alzeranno la loro soglia di risparmio, avvicinandosi a livelli più normali: attualmente, le famiglie stanno risparmiando il 3,5% del loro reddito disponibile, mentre la media è solitamente attorno al 7%. Inoltre, i risparmi accumulati in seguito alle misure di stimolo motivate dalla pandemia si esauriranno entro la fine di questo mese.

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