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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 131

“A Birobidžan io ci sono nato – Storia di un ebreo a metà nella prima Israele”

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 aprile 2024

È il nuovo romanzo di Eugenio Cardi, in libreria dal prossimo settembre, romanzo storico che si occupa di un argomento molto particolare e per la gran parte misconosciuto: infatti pochi sono a conoscenza del fatto che la prima Israele non è nata lì dove sappiamo essere oggi ma è nata ben 14 anni prima in una terra desolata e paludosa, infestata di zanzare, nell’angolo dell’estremo oriente russo e per la precisione nella regione siberiana di Birobidžan, al confine con la Cina, a 8000 km da Mosca, lì dove Stalin pensò di inviare e confinare la gran parte degli ebrei russi. Il protagonista di questo nuovo romanzo di Cardi è Isaac Kaluv, ultimo discendente in linea retta di una famiglia di ebrei askenaziti, l’unico della famiglia ad esser nato a Birobidžan: abbandonato alla nascita dai propri genitori, è cresciuto in unica compagnia di suo nonno Jacob (ebreo tradizionalista e libertario, convinto antisionista, forte avversatore del Luteranesimo, contrario alle idee propagandate dalla corrente ebraico-socialista), giunto quale ultima destinazione a Birobidžan dopo un lungo peregrinare per mezza Europa. Isaac ha un rapporto ibrido, confuso e distaccato con le proprie origini, le proprie radici e le tradizioni religiose e familiari sentendosi a volte quasi imbrigliato in qualcosa che tutto sommato non lo riguarda da vicino. Lui si percepisce come un ebreo a metà, sia per via di quello scarso senso di appartenenza, sia per un motivo più rigorosamente religioso, dato che sa fin troppo bene che nell’ebraismo prevale il rapporto matrilineare, ovvero è ritenuto ebreo solo chi nasce da una madre a sua volta ebrea. E sua madre non era ebrea, lo era il padre, ovvero il figlio di suo nonno Jacob, e questo gli crea più di un turbamento: non ha conosciuto i genitori, suo padre ebreo, sua madre no, forse atea, ma non gli è dato di sapere. Tenta una scalata sociale con tutte le sue forze, sa bene che essere un membro effettivo del KGB può dargli più di qualche chance, così si getta nel tristemente noto servizio segreto russo, ma la cosa lo tormenta, sa bene che se suo nonno Jacob, che da sempre commercia stoffe e bottoni, lo scoprisse, per entrambi si aprirebbe una ferita insanabile. Isaac ha molto da farsi perdonare dal nonno, a partire dal suo matrimonio con Karoline, una luterana, cosa che il vecchio Jacob ha faticato molto a mandar giù, non sopportando i luterani (“Secondo lui, era tutta colpa loro se Hitler si era messo in testa di eliminare tutti gli ebrei dalla faccia della Terra”). Sullo sfondo, si intravvede quel torbido alone di mistero che da secoli circonda gli ebrei askenaziti tedeschi del tardo Medioevo, molto spesso fortemente accusati (a torto o a ragione) di compiere, in coincidenza con la Pasqua ebraica, dei terribili sacrifici umani a scapito di bambini cristiani. Storicamente non si è mai giunti ad una verità assoluta sulla questione, seppur vi siano stati nel tempo perfino dei processi giudiziari conclusisi con delle condanne a morte (famoso il caso giudiziario svoltosi a Trento nel 1475 legato al piccolo Simonino di soli due anni e mezzo, vittima, secondo l’accusa, di tali omicidi ritualiIl romanzo è pubblicato dal Gruppo Editoriale Santelli ed è distribuito da Messaggerie Libri.

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