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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 163

Il dollaro verso l’indebolimento

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

A cura di Anisha Goodly, Managing Director, Emerging Markets, TCW. Il dollaro USA si trova in una fascia di oscillazione dall’inizio del 2023 e, a nostro avviso, dovrebbe iniziare a indebolirsi una volta che i mercati si saranno convinti che la Fed è sulla via dell’allentamento. Un altro fattore importante per l’andamento del dollaro in futuro sarà la crescita globale. Pur essendo all’inizio del ciclo economico, gli indici globali dei direttori degli acquisti (PMI) stanno iniziando a migliorare, contestualmente anche la domanda di materie prime sta aumentando. Le prospettive europee di crescita stanno migliorando, dopo aver scontato l’aumento dei tassi e la diminuzione della domanda da parte della Cina, che hanno colpito l’Europa nel 2023. Inoltre, mentre la ripresa cinese è stata incerta e disomogenea, i dati della Cina di quest’anno hanno sorpreso al rialzo, grazie a una serie di misure più mirate, tra cui la riduzione dei tassi d’interesse, la rimozione delle restrizioni edilizie e gli swap del debito pubblico locale, che stanno iniziando ad avere un impatto positivo sull’economia. I rischi geopolitici restano una fonte di preoccupazione. Sebbene il nostro scenario di base per la guerra tra Israele e Hamas abbia ipotizzato che i combattimenti sarebbero rimasti all’interno della regione, la recente escalation tra Israele e Iran, con i suoi alleati, ha aumentato le probabilità di un ampliamento del conflitto che si teme durerà ancora a lungo. Sul fronte elettorale, le elezioni americane potrebbero essere fonte di volatilità nella seconda metà dell’anno, data la divergenza tra le politiche commerciali ed estere dei candidati. Se Donald Trump dovesse essere eletto presidente, potrebbe imporre i suoi discussi dazi del 60% alla Cina e colpire anche gli alleati americani di lunga data (Canada e Unione Europea) con nuove e ingenti tariffe. I dati statunitensi suggeriscono un atterraggio morbido, piuttosto che duro. Tuttavia, rimane il rischio che tassi alti mantenuti per lungo periodo, facciano precipitare l’economia statunitense in una spirale negativa, provocando un allargamento degli spread, in particolare quelli dei bond ad alto rendimento.

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