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TCW: Mercati emergenti, tre rischi da monitorare nel reddito fisso

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 Maggio 2024

A cura di Anisha Goodly, Managing Director, Emerging Markets, TCW. Il mese di aprile è stato caratterizzato da un significativo sell-off dei Treasury americani sulla scia di dati più solidi negli Stati Uniti e dei timori di un’inflazione vischiosa. Inoltre, l’escalation del rischio geopolitico in Medio Oriente ha portato all’aumento dei prezzi del petrolio e della volatilità, prima di attenuarsi leggermente a fine mese. Nel breve termine, le prospettive economiche e inflazionistiche dei mercati emergenti rimangono buone: la crescita globale continua a mostrare alcune sacche di inaspettata resilienza, la ripresa sbilanciata della Cina acquista vigore e l’inflazione dei mercati emergenti rallenta gradualmente. Alcuni grandi paesi come India e Brasile, mostrano una crescita economica robusta, mentre altri stanno iniziando a cambiare direzione dopo brevi rallentamenti economici o recessioni poco profonde.Il 2024 sarà un periodo di transizione verso un contesto più favorevole nel medio termine, per i mercati emergenti, grazie a politiche monetarie più accomodanti nelle principali economie, alla potenziale debolezza del dollaro e alla rifocalizzazione delle grandi economie emergenti verso gli obiettivi di crescita potenziale e di inflazione.I fondamentali degli emergenti sono ragionevolmente solidi e non si prevedono default sovrani per il 2024.A fronte di un rapporto debito/Pil che nelle economie sviluppate supera il 100%, nei mercati emergenti si attesta al 67%. Inoltre, per la prima volta da un decennio a questa parte si prevede che gli upgrade dei rating superino i downgrade. Tra i paesi migliorati di recente figurano: Argentina, Benin, Brasile, Costa d’Avorio, Giamaica, Qatar, Turchia e Uruguay. Nel breve termine, il mercato sarà guidato dalle aspettative sulla politica monetaria statunitense e sulla crescita globale. Si prevede che la volatilità diminuirà nel momento in cui vi sarà maggiore chiarezza sull’avvio del ciclo di allentamento della Fed, che potrebbe spingere i flussi verso i mercati emergenti e gli altri risk asset. Per l’anno in corso si prevede che i rendimenti delle valute forti dei paesi emergenti, saranno trainati in larga misura dal carry e sostenuti dai tassi statunitensi più bassi.Per quanto riguarda la valuta locale, i tassi reali dei mercati emergenti continuano a rimanere interessanti rispetto ai tassi dei mercati sviluppati. In Brasile e Messico i tassi reali ex-ante sono pari a circa il 6-7%, in Colombia a circa il 5%, in Indonesia e Sudafrica al 3-3,5%, ben al di sopra del tasso reale statunitense che si attesta al 2,1%. Il recente sell-off della duration in valuta locale non è stato determinato solo dall’aumento dei rendimenti statunitensi, ma anche dalla maggiore volatilità dei tassi americani. Con l’attenuarsi dello shock di volatilità, si ritiene che le banche centrali dei paesi emergenti con forti tendenze disinflazionistiche saranno in grado di tagliare i tassi, anche se la Fed rimanderà nuovamente il taglio dei tassi.

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