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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 162

I settori industriali più a rischio

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 Maggio 2024

Nel 2023 continua lo spostamento dell’attenzione verso i crediti in Stage 2 e UTP da parte degli operatori del credito. Riguardo i crediti classificati in Stage 2 (cioè quei crediti che hanno registrato un aumento significativo del rischio dal momento della rilevazione iniziale) la percentuale più rilevante di tale esposizione è collegabile alle società di capitali, che rimane stabile rispetto al 2022, attestandosi al 71% del totale dei finanziamenti.I settori produttivi più rischiosi risultano essere Costruzioni e infrastrutture, in leggero peggioramento rispetto al 2022 (23,4% delle esposizioni), insieme ai Servizi (20% delle esposizioni totali), Logistica e Food & Beverage che risultano essere i comparti più sottopressione, analisi confermata anche dalle più recenti rilevazioni sui ritardi nei pagamenti commerciali.Rispetto al 2022, l’Agricoltura compare tra i settori a maggior rischio registrando un 9,5% di esposizione in stage 2. Questo settore è uno di quelli che ha sofferto maggiormente gli effetti economici della pandemia, dei rincari energetici e delle materie prime, incrementando il proprio indebitamento. Inoltre, si trova a dover affrontare importanti rinnovamenti del comparto dovute alle nuove politiche europee del Green Deal e all’applicazione dei criteri ESG.Al contrario, i settori con una quota ridotta di esposizione rimangono quelli di estrazione Oil&Gas, chimica e farmaceutica. In relazione ai crediti classificati UTP (cioè quei crediti bancari che hanno un’alta probabilità di generare delle inadempienze), la percentuale più rilevante di tale esposizione è collegabile alle società di capitali e di persone, che ha subito una diminuzione rispetto al 2022, attestandosi al 53% del totale dei finanziamenti (-5% sul 2022). Fonte: Elaborazioni CRIF (Periodo di analisi: dicembre 2023)

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