Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 174

Posts Tagged ‘congiura’

Petros Markaris: La congiura dei suicidi

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 giugno 2022

La nuova indagine del commissario Kostas Charitos collana Oceani, trad. Andrea Di Gregorio, pp. 288, 19 euro. Tra agitazioni sociali dovute alle chiusure, crisi economica, negazionisti, cospirazionisti e no vax, Kostas Charitos deve affrontare un’indagine complessa che lo porterà a scavare, una volta ancora, nel ventre molle di Atene e della sua gente, sfinita ma indomita. Atene sta affrontando il momento più duro dell’epidemia, la città è in lockdown e tutti soffrono le conseguenze psicologiche ed economiche delle restrizioni, anche la famiglia di Charitos. Per lui però, almeno al lavoro, è un periodo tranquillo, sembra che anche gli assassini preferiscano stare chiusi in casa. Ma la calma non può durare e quando un suo vecchio collaboratore, Vlasòpoulos, gli chiede consiglio riguardo una strana lettera d’addio lasciata da un vecchio che aveva deciso di farla finita e che inneggia a una fantomatica “Congiura dei suicidi” Charitos non può far altro che iniziare a indagare. Anche perché la lettera diventa un caso sui social, provoca manifestazioni contro le ristrettezze causate dal lockdown e i suoi superiori vogliono che scopra chi c’è dietro. La situazione peggiora quando altri anziani decidono di farla finita lasciando lettere molto simili ma, soprattutto, quando una banda di giovani che si firmano “Combattenti del 2021” cominciano una serie di sanguinose azioni per sabotare le vaccinazioni contro il Covid. Charitos, così, dovrà dividersi tra due difficili casi in una città semideserta e prostrata dal virus. In libreria dall’8 luglio

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L’uomo sacrificabile

Posted by fidest press agency su lunedì, 5 marzo 2018

Nella storia dell’umanità di tutti i tempi esiste una regola non scritta ma ampiamente condivisa che si esprime con il rito della rinuncia quale scelta a iniziative più radicali. Faccio solo qualche esempio: Se Giulio Cesare avesse rinunciato al suo “sogno imperiale”, reale o supposto che fosse, non ci sarebbe stata la celeberrima esclamazione: Tu quoque, Brute, fili mi! In alternativa lo avrebbero mandato in esilio o a svernare in una sperduta provincia della repubblica romana. Lo stesso è accaduto a Napoleone Bonaparte che la magnanimità dei vincitori aveva confinato all’isola d’Elba ma non seppe approfittarne. In tempi più recenti, e con procedure più “democratiche”, si fece da parte Churchill e lo stesso De Gasperi dopo essere stato il primo “l’archetipo” della resistenza britannica all’aggressione nazista e, il secondo l’artefice della ricostruzione dell’Italia ma incapace di resistere alla “congiura” dei suoi “cavalli di razza”. Così come si parla dei grandi della storia lo stesso accade a livelli minori. E più si scende dalla scala dei valori del personaggio e della sua posizione storica e più non si hanno scrupoli a mettere da parte l’incomodo, secondo un disegno arcano e insondabile per l’uomo della strada, ma non certo per gli addetti ai lavori. Anche chi scrive questa nota è stato testimone di un preavviso per un giornalista scomodo: Mino Pecorelli. Gli mandarono diversi segnali premonitori per scoraggiarlo, ma lui imperterrito seguì a “picconare” gli uomini di potere e alla fine fu firmata la sua condanna a morte. A distanza di tanti anni la beffa è che si conoscono gli esecutori materiali del delitto ma il mandante, per le carte processuali, resta ignoto. Qui dovremmo aprire un capitolo a parte sugli uomini delle istituzioni che pagarono un prezzo molto alto, con morti violente, per essere stati coerenti con la loro dirittura morale. Essi sono per noi degni d’essere ricordati anche perché ci hanno lasciato un’altra dimostrazione del come l’idea di Stato, che ci siamo date, è del tutto dissonante dalla realtà. Abbiamo appreso fin dai banchi di scuola che la giustizia, il rispetto delle leggi, la democrazia hanno un sacrario che si chiama Stato e chi è chiamati a rappresentarlo sono uomini onesti e degni della nostra stima. Dobbiamo invece costatare che esiste un partito trasversale che cerca d’inquinare le istituzioni, di screditarlo, d’indebolirlo in tutti i modi poiché chi vuole governare non teme i suoi pari ma gli onesti, quelli che non hanno “scheletri nell’armadio”. Sono gli uomini sacrificabili del nostro tempo. Sono le vittime di sempre. E per arrivare a questa “purga di massa” si parla sempre di più di genocidio, di “pulizia etnica”, di guerre e di distruzioni e persino di calunnie infamanti per indebolire lo spirito combattivo delle vittime. Siamo avvisati. (Riccardo Alfonso)

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La tela del ragno

Posted by fidest press agency su sabato, 31 dicembre 2011

English: PRATICA-DI-MARE (Italian Air Force ba...

Image via Wikipedia

Editoriale Fidest. La ricostruzione giornalistica resa pubblica dal Wall Street Journal ha avuto in Italia una inevitabile risonanza tanto da provocare, da subito, la reazione del diretto interessato, il Presidente della Repubblica, in quanto chiamato in causa sul contenuto della telefonata ricevuta della Merkel e che per i giornalisti del prestigioso quotidiano economico mondiale non era soltanto informativa sullo stato di salute dell’Unione, ma riguardava una esplicita richiesta di un cambio di rotta nella guida dell’esecutivo, all’epoca presieduto da Berlusconi. A questo punto lo scenario, giornalisticamente prospettato, indicava una interferenza della Germania nella conduzione della politica italiana ed era motivata dal fatto che se non si provvedeva per tempo l’intera impalcatura dell’eurozona sarebbe crollata. Questo scenario implica due doverose riflessioni di là delle lacrime di coccodrillo dei nostri politici che hanno gridato, credendo al Wall Street Journal, alla violazione della nostra sovranità nazionale.
Se è vero ciò che il giornale ha scritto dovremmo anche rivedere l’idea che ci siamo fatta del nostro presidente della repubblica e ciò ci mette in grave imbarazzo in quanto lo conosciamo come un politico che decide non certo per imbeccate altrui, sia pure autorevoli e motivate da interessi generali.
La seconda riflessione mi fa pensare alla tattica già in passato sperimentata e di antica coniatura che vuole colpire un incolpevole per poi riconoscerne l’inconsistenza per nascondere il vero artefice della manovra e che se rivelato ci farebbe dire: naturale. Ora che hanno riconosciuto l’innocenza di uno se la prendono con un altro. Non ci crediamo. E questa volta il vero protagonista la fa franca. Noi, ovviamente, lo sappiamo chi è ma non lo diciamo proprio per il motivo anzidetto: nessuno ci crederebbe e si trasformerebbe, al massimo, nel solito polverone giornalistico.
Ma fatte queste premesse resta il problema non tanto di chi ha mandato a casa Berlusconi ma del perché ai poteri forti, o occulti se vogliamo, ha fatto comodo tenerselo sia pure lasciandolo cuocere a fuoco lento sulla brace della giustizia e degli intrighi di palazzo, per tanti anni per poi dargli improvvisamente l’alto là disfacendosene senza tanti complimenti.
E’ forse una questione di politica internazionale come più volte mi ha ripetuto un amico giornalista russo? Riguarda il sospetto di una triangolare Putin, Cinesi e Gheddafi gestita dal plenipotenziario Berlusconi in chiave anti comunità europea e statunitense e per un nuovo assetto politico, economico dell’Europa con un epicentro che dalla Germania si sarebbe spostato in Russia?
Oppure si tratta del sospetto da parte di alcuni politologi italiani che l’Italia stava scegliendo una strada autonoma di penetrazione nel mondo arabo e che come era accaduto a Mattei con l’Eni aveva postato dei calli di troppo e sempre tramite l’Eni? A questo punto che dire di più e di diverso? Come sempre ai posteri l’ardua sentenza, se pure ci riescono. (Riccardo Alfonso)

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