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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 126

Posts Tagged ‘sistema politico’

Burocrazia e sistema politico

Posted by fidest press agency su domenica, 5 luglio 2020

Di Tom Corradini. Nella Cina del Partito Comunista esiste un funzionario pubblico ogni 9 lavoratori privati. Nella Francia di Macron (non doveva stupire il mondo?) vi è un funzionario pubblico ogni 3 lavoratori privati. Nella Germania, arrotondando, vi è un funzionario pubblico ogni 5 lavoratori privati. In altre parole la Cina, in proporzione, ha meno burocrati delle due più grandi economie europee.La moda del linguaggio politico italiano dell’estate 2020 è: “Meno burocrazia” cosa sui cui ci troviamo più o meno tutti d’accordo, ma nessuno spiega cosa farne dei burocrati. Il risvolto viene evitato con destrezza, la burocrazia non vota ma i burocrati sì e questo è un problema complicato. Con la caduta delle ideologie il politico part-time (massimo 2 mandati) e semi-professionista (reclutato tra assicuratori, baristi, segretarie, e dee-jay) non pesa più le idee ma i voti. E quelli dei burocrati pesano.Continuiamo il nostro ragionamento condividendo il linguaggio teatrale (dato che mi occupo prevalentemente di teatro). Vi sono parole che producono automaticamente un’immagine e una carica emotiva: se si dice sangue, mamma, sole queste vengono immediatamente associate, a seconda della nostra esperienza, ad un incidente stradale, all’abbraccio di nostra madre, o a una calda giornata in spiaggia. Ora prendiamo la parola burocrate, la maggioranza l’assocerà ad una persona con un completo grigio, prevalentemente maschio, di mezza età, in sovrappeso, chiusa in un triste ufficio pieno di moduli e con un fare noioso sia nel parlato che nei movimenti. E’ un tragico errore.Il burocrate 2020 è l’esatto contrario, è grintoso, fa sport, va in bici, sa usare il computer e lo smartphone, spesso è donna, sa ballare la salsa e lindy hop. È laureato, perennemente abbronzato, segue una dieta sana, a volte è persino vegetariano. Associare la parolaburocrate a questa immagine fa capire perché sconfiggere la burocrazia è una battaglia persa e incompresa. Parliamo di un esercito di persone fisicamente e intellettualmente dotate, con una rete di conoscenze fittissima, il politico va e viene ma il burocrate resta. Con un esercizio di empatia guardiamo il mondo dal suo punto di vista e capiremo che il suo ideale è avere una classe politica debole, spaventata, senza idee, che non vuole prendersi assolutamente nessun rischio.L’indicazione appropriata, allora, dovrebbe essere “riformiamo il sistema politico”, “eliminiamo la burocrazia” è uno slogan vacuo e perenne, oggi ridotto a moda passeggera. Ed é noto che quando si parla di moda l’Italia non è seconda a nessuno, il nostro presidente del consiglio ne è un superfluo testimone. (fonte Società Libera online)

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Sistema politico e cultura politica

Posted by fidest press agency su mercoledì, 11 marzo 2020

Sono due facce dello stesso problema ma soprattutto dobbiamo capire cosa intendono esprimere e realizzare. Al cospetto di un popolo che detiene una solida cultura politica è agevole supporre che possa derivarne un sistema politico conseguente. Ma questa, purtroppo, sarebbe una situazione ideale che ha ben miseri riscontri nella fattispecie pratica. Mi chiedo, di conseguenza, come si fa a realizzare un “cultura politica” di popolo tale da determinare un sistema politico volto all’evoluzione della vita politica, contemperando le esigenze fondamentali della società con un apparato di incentivi e disincentivi per favorire o ostacolare certe dinamiche economiche e sociali, se non si ha la ferma convinzione che la politica è mediazione per rendere conciliabili, e di conseguenza condivisibili, i bisogni degli uni e i lucrosi profitti degli altri.
Questa ragione va ricercata nei valori che riusciamo a produrre ma innanzitutto al modo come renderli riconoscibili e accettabili nel sentire popolare e che è anche il frutto di una istruzione mirata a tali finalità.
Non ci aiuta di certo il nostro attuale modulo di vita nella logica consumistica, nello sfruttamento selvaggio delle risorse, nei facili arricchimenti, nell’informazione asservita agli interessi di parte e nello smantellamento sistematico dei valori portanti delle istituzioni che ci amministrano e ci governano.
Non ci aiuta in primis la nostra difficoltà ad essere al passo dei tempi che si stanno velocizzando tanto da richiedere risposte più celeri ai nostri bisogni quotidiani dalla circolazione all’istruzione, dal lavoro alla pensione e via con questo procedere.
Ecco perché diventa indispensabile che la politica si appropri del suo significato originale come una guida capace di rispondere celermente alle istanze di una società in continua evoluzione culturale e tecnologica. (Riccardo Alfonso)

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Italia: vuoto a perdere?

Posted by fidest press agency su martedì, 6 giugno 2017

italiaTra una manciata di anni il sistema paese si troverà con una prospettiva tra le più inquietanti. Per quella data avremo 10 milioni di immigrati (tra la prima e seconda generazione), un sistema giudiziario fuori controllo, la popolazione autoctona in netta diminuzione con il crollo delle nascite e l’allungamento della vita, sistema sanitario e previdenziale permettendo, una disoccupazione a due cifre e un incremento dei giovani che emigrano in cerca di lavoro. Successive ricadute possono riguardare sia l’istruzione, la sicurezza, la tutela dei diritti sul lavoro e via di questo passo.
E’ uno scenario che non vorremmo ma sta a noi oggi e non domani scongiurarlo con un parlamento e un governo capaci di arginare i flussi migratori, rimettere ordine ai conti pubblici, rivedere tutta la filiera giustizia con processi rapidi e tempestivi e, soprattutto rendendo credibile l’applicazione delle leggi e loro esecuzione. Non è certo cosa da poco e c’è da lavorare tanto. Per farlo la ricetta è una sola: trovare il movimento politico giusto, gli uomini e le donne giusti e offrire loro l’arma della governabilità senza dover cedere a compromessi e a inciuci di ogni genere. Devono essere banditi i soliti arrivisti, gli imbonitori di turno e i predicatori di salvifiche soluzioni che sono pronti a dimenticare una volta eletti. Pare una chimera? No se ci rendiamo conto del rischio che corriamo, soprattutto che incombe sui nostri figli, è serio. La prima cosa da comprendere è che si può disquisire a lungo sulla politica malata, dei corrotti, dei corruttori e dei corruttibili, ma alla fine è proprio la politica la chiave che ci permetterà di voltare pagina seriamente. (Riccardo Alfonso direttore Centri Studi Politici)

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La manovra “pataccara” del governo

Posted by fidest press agency su martedì, 5 luglio 2011

Nemmeno stavolta il presidente del consiglio/tappetaro ha smentito se stesso. La manovra economica è prima di tutto una classica patacca rifilata agli italiani. Tante parole ma nella sostanza tutto è rinviato al 2013-14. In particolare non c’è nessunissimo intervento sui costi della politica, o meglio sui costi dell’inefficienza della politica. Tutti gli enti inutili ma costosissimi resteranno al loro posto e così i consigli d’amministrazione che servono solo a piazzare clienti su clienti a spese dello Stato o le istituzioni necessarie solo a foraggiare il sistema politico e le sue conventicole clientelari. La logica del governo è semplice: nessun interesse, specialmente quelli più potenti, può essere toccato, soprattutto quando mancano al massimo 18 mesi alle prossime elezioni. Meglio sospendere e rinviare tutto. Così se nel 2013 al governo ci sarà il centrosinistra saremo noi a dover sbrogliare la matassa e se invece sarà stata confermata la destra di sforbiciare l’inefficienza della politica non se ne parlerà più: passata la festa, gabbato lo santo. Infatti, da questa manovra una sola cosa emerge chiara chiara: quali saranno, tra due anni, le vittime dei tagli. Saranno le stesse di sempre: i malati, i giovani e gli studenti, i pensionati. I tagli indicati sono la solita macelleria sociale. Colpiranno sanità scuola e previdenza senza toccare nemmeno un privilegio o un costo inutile della politica. Ma a pagare la propaganda di Berlusconi, in realtà, saranno tutti i cittadini. Saremo tutti noi. In un momento così delicato sospendere e rinviare vuol dir affossare. Sul piano della ricerca e dell’innovazione un anno e mezzo è un tempo infinito, che costerà all’Italia un ritardo forse irrecuperabile nella competitività internazionale. Anche questo si chiama conflitto di interessi. Da una parte ci sono quelli del presidente del consiglio e del governo. Dall’altro quelli del popolo italiano. La strada alternativa c’è: l’Italia dei Valori l’ha indicata presentando la sua contromanovra nella quale ha proposto misure precise partendo dall’abolizione degli ingenti privilegi della Casta e dalla lotta all’evasione. Se il governo ha realmente la volontà di collaborare con l’opposizione faccia un passo indietro, accolga le nostre proposte e garantisca che non porrà la fiducia. (Antonio Di Pietro)

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La stabilità del sistema politico della Russia

Posted by fidest press agency su sabato, 4 giugno 2011

Roma 14 giugno 2011, alle ore 18.30 presso la Biblioteca dell’Accademia Polacca delle Scienze di Roma, vicolo Doria, 2 (Piazza Venezia) conferenza del Prof. Roman Baecker – Preside della Facoltà di Politologia e Studi Internazionali dell’Università Nicolò Copernico di Toruń, preside dell’Associazione Polacca delle Scienze Politiche. Autore di sei libri, tra cui: Rosyjskie myślenie polityczne za czasów prezydenta Putina (Il pensiero politico russo durante la presidenza di Putin), Międzywojenny eurazjatyzm (L’eurasiatismo tra la due guerre), Totalitaryzm (Totalitarismo) e oltre cento articoli scientifici. E’ il caporedattore della rivista “Athenaeum. Gli studi politici polacchi”. Si occupa soprattutto del pensiero politico russo, della Russia contemporanea e della teoria della politica. Il relatore si concentrerà sui seguenti argomenti:
• la tradizione autoritaria russa e il sistema politico della Federazione russa,
• le risorse economiche e istituzionali del sistema politico,
• le controversie attorno alla legittimazione del sistema politico,
• i problemi demografici come fattore di stabilizzazione/destabilizzazione del sistema politico,
• i problemi economico-sociali (materie prime, risorse energetiche, complesso militar-industriale) e la loro influenza sull’evoluzione del sistema politico.
• la classe dirigente e le élite politiche russe di fronte ai problemi di modernizzazione del paese,
• le due opposizioni: legale e illegale (anti-sistema) le loro idee e azioni politiche,
• i potenziali fattori di un’eventuale destabilizzazione del sistema politico,
• le prospettive del sistema politico russo viste dalla Polonia.

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