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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 174

Archive for 29 agosto 2023

Torna Ferrara Sotto le Stelle per la sua ventisettesima edizione

Posted by fidest press agency su martedì, 29 agosto 2023

Ferrara. dal 7 al 9 settembre il suggestivo Cortile del Castello Estense di Ferrara, nel cuore della città, ospiterà i concerti di Fatoumata Diawara (7 settembre), Trentemøller (8 settembre), e Arab Strap (9 settembre).Tre artisti che, incorniciati in una location prestigiosa ed esclusiva, evidenziano quella vocazione internazionale che da sempre caratterizza l’anima del festival e che quest’anno ritrova grande vigore, senza mai dimenticare di volgere lo sguardo a talenti e suoni nostrani: i live saranno infatti aperti rispettivamente da Emma Nolde, il duo Bono/Burattini e Daniela Pes.Il festival torna dunque ad abitare il luogo dove è nato e rinnova il suo impegno nel fondere sound, generi e generazioni diversi in una line up che raccoglie artiste e artisti tra i più interessanti del panorama internazionale e nazionale, mescolando varie sfumature sonore, dal cantautorato all’elettronica, dal rock alla world music.Un vincente mix tra passato e presente capace di guardare al futuro in tutte le sue sfumature, incluse quelle green – grazie alla certificazione ISO20121 che da anni il Festival persegue.Ferrara Sotto le Stelle continua a perseguire il suo desiderio di essere sempre più diffuso nel tempo e nello spazio e stringere e rafforzare legami con il territorio che abita. Anche in quest’ottica si rinnova la collaborazione con Internazionale a Ferrara per il concerto di anteprima della nuova edizione del festival di giornalismo: il 28 settembre il Teatro Comunale della città ospiterà il live degli ultimi grandi eretici del rock britannico, i Kula Shaker. Il festival fa parte di SOLIDO, il coordinamento che riunisce i tre prestigiosi festival emiliano-romagnoli Ferrara Sotto le Stelle, acieloaperto e Arti Vive.

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Sport e alimentazione: i consigli dell’esperto per ottenere più energia a tavola

Posted by fidest press agency su martedì, 29 agosto 2023

Pronti a riprendere allenamenti e palestra al rientro delle vacanze? Per fare incetta di energia, non dobbiamo trascurare l’alimentazione, un fattore essenziale che sommato ad allenamento e riposo, è in grado di influenzare in maniera determinante qualità e livello della prestazione. Per orientarci meglio nella scelta della dieta da seguire, Paolo BIANCHINI, consulente nutrizionale e nutraceutico e autore del metodo omonimo, offre molte spiegazioni e suggerimenti. Gli alimenti più indicati per far scorta di acidi grassi sono il pesce azzurro, la frutta secca e gli olii. “L’ossidazione di questi nutrienti porta alla sintesi di un elemento molto importante: l’adenosina trifosfato (ATP) che è la nostra chiave per produrre energia. Questa molecola intrappola energia per poi trasferirla durante lo svolgimento delle varie funzioni cellulari. ll nutriente che stimola energia è la carnitina che troviamo in abbondanza in tutti i tipi di carne (bianca, rossa, pollame e selvaggina) e anche nel pesce. Questo non significa che dobbiamo mangiarla ogni giorno, ma deve comunque avere un ruolo importante nella dieta di uno sportivo. La carnitina non agisce direttamente come una fonte di energia, ma gioca un ruolo chiave nel trasporto degli acidi grassi a lunga catena nei mitocondri delle cellule. Volendo fare un esempio di una routine alimentare di un atleta – aggiunge BIANCHINI – la colazione prevede uova intere, frutta fresca, frutta secca, seguito poi a pranzo/cena un frutto prima del pasto, carne o pesce con abbondante verdura. Sono previsti spuntini a base di frutta secca oppure olive, qualche fetta di affettato a piacere, frutta/cioccolato, frutta secca. Il Metodo ma me ideato, non prevede l’uso della bilancia, non si contano le calorie, non si assumono farmaci, non si acquistano prodotti particolari La mia passione per la biochimica del cibo nasce fin da giovane quando ho iniziato applicando su me stesso gli stessi principi di quello che sarebbe divenuto il “MetodoBianchini®”. “Essere continuamente sottoposti a stress, non essere mai sereni, o svolgere un’attività su turni giorno/notte intaccano i ritmi circadiani e quindi l’equilibrio sonno/veglia. La stessa cosa accade quando ci sottoponiamo ad allenamenti troppo intensi. Nel momento in cui nel nostro organismo è sottoposto a un eccesso di stress, magari proprio perché ci stiamo allenando in modo scorretto – conclude BIANCHINI – si verifica uno squilibrio ormonale che aumenta l’infiammazione cellulare e di conseguenza i mitocondri producono meno energia, di conseguenza riduciamo la nostra prestazione atletica”. Abstract By Rita Tosi Giornalista e Manager della Comunicazione e Pubbliche Relazioni.

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Vacanze estero: alcune parole a cui bisogna prestare attenzione quando ci si trova all’estero

Posted by fidest press agency su martedì, 29 agosto 2023

Sono infatti numerosi i vocaboli dell’italiano che, in altre lingue, hanno un significato differente da ciò che si immagina; in qualche caso, rischiano persino di assumere un’accezione offensiva. Dal perchè è meglio non chiedere il burro in Spagna per colazione nè i pepperoni negli Stati Uniti se si desidera un pranzo vegetariano, a come brindare in Giappone evitando di dire cin-cin: ecco alcune delle espressioni italiane da dimenticare per non fare figuracce.L’italiano e lo spagnolo sono lingue simili ed è anche per questa ragione che Spagna, Baleari, Canarie, Centro e Sud America sono tra le più ambite dai turisti italiani. Attenzione, però, a non sottovalutare le insidie nascoste tra le pieghe di queste due lingue: alcune parole italiane hanno un significato totalmente diverso per i parlanti ispanici. Una di queste è burro, che significa asino e, per estensione, nel linguaggio gergale, una persona incivile e non troppo sveglia. Allo stesso modo hostia in spagnolo è una parola piuttosto volgare, con cui si compongono coloriti insulti. Anche spostandosi Oltreoceano si rischiano fraintendimenti: tra Messico e Honduras la mensa è una ragazza un po’ tonta, mentre in Argentina orto è la parola che si usa per indicare il fondoschiena. Qualche consiglio per campeggiatori e viaggiatori on the road: la parola italiana tenda è molto simile al vocabolo spagnolo tienda, che significa negozio; mentre chi ha bisogno di un controllo all’automobile dovrà chiedere di un mecánico e non di una oficina, parola che sta invece a indicare un qualsiasi ufficio. Alla reception di un hotel in cui si parla inglese, sarà meglio chiedere una room e non una camera: quest’ultima parola, infatti, significa macchina fotografica (o telecamera). Attenzione anche a cercare un costume in negozio: in inglese questa parola non indica bikini né altri capi da spiaggia, quanto abiti teatrali o di carnevale. Anche a tavola meglio non incorrere in fraintendimenti ordinando pepperoni quando si vuole mangiare verdure: soprattutto negli Stati Uniti con questa pietanza si indica il salame piccante (tipico condimento della pizza). Negli USA e in Regno Unito anche chiedere un semplice latte al bar potrebbe riservare sorprese: questa bevanda consiste, infatti, in un’abbondante tazza di caffellatte. Venendo, invece, ai termini con cui si rischiano situazioni imbarazzanti vale la pena citarne due: bagno (o meglio bagnio, con la i) che indica non i servizi igienici ma il bordello; bimbo, usato nel linguaggio gergale per chiamare una ragazza svampita.Nei ristoranti e nei bar di Tokyo e Kyoto, quando si fa un brindisi, l’espressione più usata è kanpai che, letteralmente, vuol dire “bicchiere asciutto”. Meglio evitare, invece, di alzare i calici urlando cin-cin: questo termine, infatti, è molto simile alla parola giapponese chinchin che indica il pene. Sempre restando in Oriente, è bene sapere che il suono di alcune parole italiane può confondere le orecchie dei parlanti cinesi: un semplice ciao può essere scambiato con cao (che andrebbe letto correttamente tzao), usato per mandare qualcuno a quel paese (è l’equivalente di fuck). Al contrario, deve preoccupare meno dare del genio a una persona: questo termine ricorda zhen niu, che vuol dire “molto bravo”. Per non incappare in strafalcioni inopportuni, nelle settimane precedenti alla partenza per un Paese nuovo è consigliabile studiare almeno l’abc della lingua del luogo. A seconda dell’idioma da apprendere e del proprio livello di partenza, occorreranno tempo e impegno differenti, ma basta iniziare con un po’ di anticipo per imparare divertendosi. Un’idea può essere ascoltare musica o guardare film e serie tv in lingua originale, con i sottotitoli, per farsi un’idea anche della cultura pop del Paese in cui si viaggerà. Inoltre, se si ha la fortuna di conoscere amici che si sono già recati in quella meta, è utile chiedere consigli non solo sulle destinazioni da non perdere ma anche su possibili ostacoli linguistici, incluse parole ed espressioni italiane che vogliono dire altro. Per evitare figuracce in viaggio, è sufficiente anche solo apprendere poche frasi di base nella lingua locale conversando con una persona madrelingua: su Preply sono presenti insegnanti di 160 nazionalità in grado di creare piani di lezioni personalizzati per tutte le esigenze di budget e a seconda delle conoscenze di partenza dello studente.

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Riscoperto in Liguria un legume antico: il moco

Posted by fidest press agency su martedì, 29 agosto 2023

Rispetto alla cicerchia classica, il moco è più piccolo: i baccelli contengono da uno a tre piccolissimi semi, delle dimensioni tra i 4 e i 6 millimetri. Una pianta rustica, tenace, resistente ai parassiti e che non soffre i terreni poveri né teme la siccità: per questo motivo, storicamente non è mai mancata negli orti contadini nelle valli attraversate dai tre corsi d’acqua che confluiscono nel fiume Bormida. «Si seminava, e lo si fa ancora oggi, il centesimo giorno dell’anno, il 10 o l’11 aprile, sessanta giorni più tardi fiorisce e tra la fine di luglio e la metà di agosto si raccolgono i baccelli» spiega Gianpietro Meinero, segretario della Condotta Slow Food Alta Valle Bormida e referente del neonato Presidio. Il difetto? «Richiede molto lavoro: si semina a mano, si estirpano le erbacce a mano, si raccoglie a mano e non esiste neanche un setaccio che vada bene per tutti i semi, perché hanno dimensioni diverse». Così, una volta raccolti i baccelli e lasciati ad asciugare al sole per qualche giorno, la prima domenica dopo ferragosto la tradizione vuole che i produttori – quelli che per ora hanno aderito al Presidio sono quattro – si riuniscano attorno a un tavolo e li sgranino a mano. «I semi più piccoli, quelli che tendono a spezzarsi, vengono macinati e trasformati in farina, con cui si prepara una deliziosa farinata – aggiunge il referente dei produttori, Elvio Bonino –. Gli altri, ideali per le zuppe, li confezioniamo interi in sacchettini».I quantitativi raccolti sono ancora ridotti: nel 2022, prosegue Bonino, grossomodo la produzione complessiva si è attestata sul quintale. Ripensando alla situazione di dieci anni prima, quando la coltivazione del moco era praticamente scomparsa, si tratta di un risultato incoraggiante. L’area di produzione del moco delle valli della Bormida comprende i comuni di Cairo Montenotte, Cengio, Millesimo, Dego, Murialdo, Calizzano e Cosseria (Savona).

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