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Il commercio globale continuerà a stimolare la rapida crescita asiatica

Posted by fidest press agency su lunedì, 17 luglio 2023

A cura di Patrick Zweifel, Chief Economist di Pictet Asset Management. La globalizzazione è stata un motore di crescita potente per l’Asia, in particolare per le sue economie emergenti e continuerà a esserlo, nonostante i timori diffusi di una deglobalizzazione. La contrazione del commercio globale non è generalizzata: sono la sua natura e la sua composizione che stanno cambiando. Gran parte di questo cambiamento avviene in Asia, un effetto collaterale del rapido sviluppo della regione, che a sua volta è una conseguenza della globalizzazione. In effetti, i Paesi asiatici emergenti sono arrivati a un punto in cui dispongono di tutto il necessario per sostenere la crescita. Si tratta di un insieme di economie diversificate e complementari e, in quanto tale, dipende sempre meno dal resto del mondo. Abbonda, inoltre, di tutte le principali fonti di crescita, ben distribuite tra le varie economie interconnesse: commercio, capitali, competenze e forza lavoro. Gli analisti più ribassisti rimarcano spesso il fatto che il commercio mondiale di beni ha raggiunto il picco massimo nel 2008 e da allora è in calo. Nell’affermarlo, non tengono conto di due fattori. I timori per la fine della globalizzazione sono generalmente esagerati, ma nel caso dell’Asia sono del tutto fuori luogo. L’integrazione e l’interdipendenza nella regione crescono costantemente. I quattro blocchi economici asiatici presentano una varietà e una complementarità sufficienti a sostenere autonomamente la crescita, anche in caso di un livellamento del commercio di beni in altre parti del mondo. Negli ultimi anni, i progressi dell’Asia sono stati ostacolati dal COVID, dall’aumento dei tassi d’interesse e dalle tensioni geopolitiche. Tuttavia, la tendenza al rialzo dell’economia regionale può contare su uno slancio intrinseco. (abstract by Pictet Asset Management)

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Agricoltura: Danni da cimice asiatica

Posted by fidest press agency su domenica, 8 novembre 2020

Nella riunione odierna della Conferenza Stato-Regioni è stata raggiunta l’intesa sugli interventi compensativi a favore di imprese agricole che hanno subito danni causati dagli attacchi dalla cimice asiatica. I fondi, ripartiti nel prossimo triennio, ammontano a 110 milioni di euro totali e prevedono un ristoro pari a circa 63 milioni di euro per l’Emilia-Romagna, 32,4 milioni per il Veneto, 6,8 per il Piemonte, 4,1 per la Lombardia e 3,7 infine per il Friuli Venezia Giulia. Per il sostegno alle imprese agricole colpite da eventi metereologici eccezionali, riconosciuti con declaratoria dal 4 dicembre 2019, vengono stanziati, inoltre, 13 milioni di euro rivenienti dal Fondo della Protezione Civile suddivise tra Emilia Romagna (3,1 milioni), Lombardia (3), Veneto (2,9), Piemonte (2,4), Liguria (0,8), Calabria (0,5), Lazio (0,2) e Marche (0,1). “L’accordo raggiunto oggi sblocca oltre 140 milioni di euro a valere sul Fondo di Solidarietà Nazionale – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate, che ha partecipato alla riunione in videoconferenza della Conferenza Stato-Regioni – Un segnale di importante vicinanza in un momento di estrema difficoltà per l’economia nazionale che mira a sostenere le imprese nella ripresa dell’attività economica e produttiva. Accanto ai ristori, sarà fondamentale programmare le linee di investimenti su cui indirizzare le risorse future per creare valore aggiunto e rilanciare le nostre aziende agricole sui mercati nazionale e internazionale. Abbiamo accolto, inoltre – conclude L’Abbate – alcune necessità del comparto vitivinicolo alla luce delle complicazioni del periodo”.La Conferenza Stato-Regioni ha sancito l’intesa, infatti, su altri quattro punti all’ordine del giorno. Oltre alla riorganizzazione della disciplina della riproduzione animale, si interviene sull’OCM Vino dove, a causa delle complicazioni dovute alla pandemia Covid-19, si è reso necessario sia dimezzare i limiti di contributo minimo nell’ambito della misura “Promozione” sia il differimento al 30 novembre del termine ultimo per presentare la domanda di aiuto della misura “Investimenti, ristrutturazione e riconversione dei vigneti” per la campagna 2020/2021. In seguito all’introduzione della fatturazione elettronica, infine, si è manifestata l’esigenza di introdurre un addendum alle “Linee Guida sull’ammissibilità delle spese relative allo Sviluppo Rurale” relativo ai controlli.

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La zanzara asiatica che porta l’artrite

Posted by fidest press agency su lunedì, 15 ottobre 2018

Chikungunya: “ciò che si piega”. E’ il nome di una malattia virale e pericolosa, spesso scambiata per artrite reumatoide a causa dei sintomi debilitanti a carico delle articolazioni, che porta alla tipica postura curva. Questo virus -isolato per la prima volta in Tanzania nei primi anni ‘50 – è trasmesso dalla zanzara del gruppo Aedes, in particolare dalla Aedes aegypti in paesi tropicali o dalla Aedes albopictus (la zanzara tigre) in aree temperate come quelle del bacino del Mediterraneo. A causa dei cambiamenti climatici in atto e dei frequenti viaggi in Asia e nei Paesi tropicali – la febbre da virus Chikungunya (CHIKV) è diventata un nemico frequente, ma ancora poco conosciuto in occidente. Le epidemie da CHIKV interessano un grande numero di persone in un breve periodo di tempo, producendo non solo casi acuti, ma sino al 40% dei casi anche un numero elevato di casi cronici.
In Italia e in Europa si è assistito – nell’ultimo decennio – all’aumento della segnalazione di casi “importati” e autoctoni di arbovirosi (tra le quali proprio la febbre da virus Chikungunya) molto diffuse nel Mondo. Dopo il primo episodio accaduto nel 2007 nel ravennate, in Italia si sono verificati due nuovi focolai autoctoni – tra loro collegati – di CHIKV nel Lazio e in Calabria nel 2017, con circa 500 casi.
NEL MONDO – Nel 2005 era già descritta una epidemia nelle Isole Reunion, coinvolgendo il 34% della popolazione e nell’isola keniota di Lamu, il 75% degli abitanti colpiti. Anche l’India è stata colpita: nel 2006 sono stati segnalati circa 1,4 milioni di casi sospetti di Chikungunya.
“La malattia può avere un andamento bifasico”, spiega il Dottor Emanuele Nicastri, Direttore della Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive ad Alta Intensità di Cura dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive L. Spallanzani di Roma, nella sua relazione al 5° Congresso della Società Italiana di Gastro Reumatologia. “Dall’incubazione – continua Nicastri – che ha un periodo-finestra che va dai 2 ai 14 giorni, la febbre da virus Chikungunya si manifesta con febbre alta spesso oltre i 39°, esantemi cutanei che si evidenziano dopo circa 3 giorni dall’inizio della febbre e possono diventare pruriginosi e sintomi tipici delle poliartriti. Altri segnali sono forti emicranie, congiuntivite, mialgia, ingrossamento dei linfonodi periferici, sintomi gastrointestinali e neuropatie diffuse che danno stanchezza e spossatezza. La seconda fase è quella cronica che, dopo un iniziale miglioramento dopo la fase acuta, può durare anche mesi ed è particolarmente invalidante. È caratterizzata da dolore diffuso alle articolazioni, rigidità articolare mattutina, dolore, gonfiore delle parti colpite e spossatezza persistenti”.
Sino al 40% dei casi, infatti, I sintomi si stabilizzano sfociando in poliartrite, manifestandosi prima come piccoli rigonfiamenti delle articolazioni distali, sino a immobilizzare il paziente a causa del dolore e della mancanza di forza muscolare.
Studi condotti sulla patogenesi della malattia avvicinano la Chikungunya cronica all’artrite reumatoide – RA – con la quale condivide anche molte caratteristiche cliniche. Il meccanismo di CHIKV che induce l’artrite persistente rimane sotto indagine, tuttavia al momento, vi è accordo sul fatto che Chikungunya e RA presentano molte vie immuno-cellulari e citochiniche in comune e coinvolte nel loro sviluppo. Non sono ancora disponibili vaccini o farmaci antivirali contro CHIKV. Il trattamento della fase acuta è sintomatico, mentre nelle fasi croniche sono stati utilizzati diversi farmaci antireumatici, che modificano il decorso della malattia con esito variabile.
Fin dal 2008 in Italia è attivo un piano di sorveglianza per le arbovirosi promosso dal Ministero della Salute, che dal 2016 comprende anche il virus Zika e che è stato recentemente aggiornato. (Dr.ssa Johanna Rossi Mason)

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