Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 124

Posts Tagged ‘etichettatura’

Etichettatura: no ai falsi miti dei claims salutistici

Posted by fidest press agency su mercoledì, 6 Maggio 2009

“E’ inammissibile che i consumatori continuino ad essere ingannati da messaggi pubblicitari che vantano correlazioni infondate tra il consumo di un alimento e i conseguenti benefici per la salute”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando la notizia secondo la quale dalle ultime verifiche effettuate dall’Efsa (Autorità per la sicurezza alimentare europea) su alcune diciture considerate poco attendibili e riportate in diverse etichette alimentari, l’81% sembrerebbe non aver passato l’esame.“Si tratta di favole pubblicitarie create ad arte -prosegue Dona-, dalle quali è bene diffidare: si va da  latticini che migliorerebbero la salute dentale, a barrette che promettono una riduzione del peso corporeo, da fichi d’india per il colesterolo buono, fino ad arrivare a prodotti che incrementerebbero addirittura la vista”.  “Restiamo in attesa che l’Efsa prosegua gli accertamenti-conclude il Segretario generale-. Intanto, ribadiamo il nostro pieno consenso a queste ed ulteriori indagini finalizzate a smascherare i messaggi ingannevoli, permettendo un’inversione di rotta a favore di una maggiore trasparenza e correttezza delle informazioni”.

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Rinforzare la filiera nazionale dell’allevamento bovino

Posted by fidest press agency su giovedì, 19 marzo 2009

Si può farlo attraverso una innovativa collaborazione e integrazione tra Nord e Sud dell’Italia e sviluppare azioni mirate di promozione della carne prodotta in Italia. Queste sono alcune delle proposte contenute nel piano per una nuova meat economy di Unicarve   Il nodo cruciale che gli allevatori del Nord intendono affrontare con il ministro Zaia è legato alle dinamiche di promozione e sviluppo del comparto bovino. Il consumatore italiano – secondo Unicarve – non è posto in condizione di riconoscere la carne prodotta in Italia perché sui banchi delle macellerie e dei supermercati è esposta in modo indifferenziato e, spesso, la correlazione tra etichettatura obbligatoria e prodotto, è materia per “professionisti”, di difficile interpretazione per la “signora Maria”, che frequentemente acquista la carne.  Può un bovino proveniente da altri Paesi europei, che soggiorna per 31 giorni in Italia ottenere la “cittadinanza” italiana? Secondo la legge, si, secondo Unicarve, i giorni dovrebbero essere almeno 210 (7 mesi) per crescere con l’alimentazione preparata dai nostri allevatori . E come fa il consumatore a saperlo se in etichetta non è scritto? Quesiti che trovano risposta nel Piano Carni, che Unicarve, da tempo, sostiene essere necessario, e che spera venga adottato al più presto dal Ministro Zaia. “Nord chiama Sud”, per aumentare la disponibilità di ristalli, per diminuire la dipendenza dalla Francia, che esporta verso l’Italia quasi l’80% di vitelli da ingrasso e, grazie all’Interprofessione, che da loro funziona, INTERBEV, ha aumentato del 18% l’esportazione di carne fresca verso il nostro Paese.

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Alimentare: indicare il luogo d’origine sulle etichette

Posted by fidest press agency su mercoledì, 11 marzo 2009

Le norme UE sulla sicurezza alimentare sono le più rigorose del mondo. Sollecitandone la semplificazione, il Parlamento ne chiede il rispetto anche per i prodotti importati e raccomanda l’indicazione dell’origine delle materie prime sulle etichette. Auspica lo sviluppo di farmer market, l’istituzione di un’Agenzia europea per la qualità e il rafforzamento della tutela UE e internazionale per DOP e IGP. Vanno promosse le produzioni biologiche e introdotte nuove etichette in materia di OGM.   il Parlamento auspica una semplificazione della normativa comunitaria, purché ciò non si traduca in uno suo smantellamento. Manifesta infatti preoccupazione per la complessità del sistema europeo delle norme di base e per le numerose disposizioni a cui devono conformarsi gli agricoltori dell’Unione. Inoltre, si dovrebbero limitare i settori in cui si pratica l’autoregolamentazione e promuovere la coregolamentazione. Più in generale, ritiene che, se un prodotto è conforme ai requisiti di sicurezza alimentare, le norme in materia di commercializzazione «non debbano ostacolarne l’accesso al mercato per ragioni legate all’estetica, alla forma o alla dimensione».  Notando poi che i produttori europei si trovano direttamente esposti alla concorrenza internazionale per il continuo processo di liberalizzazione dei mercati agricoli mondiali, il Parlamento osserva che ogni nuova disposizione a cui devono conformarsi «può sì costituire uno svantaggio competitivo». Ritiene quindi necessario incrementare il controllo e il coordinamento tra le diverse autorità al fine di garantire che i prodotti alimentari importati siano conformi alle norme comunitarie  in materia di ambiente, sicurezza alimentare e benessere degli animali. Rileva inoltre la necessità che la Commissione, nell’ambito delle trattative sulle questioni non commerciali in seno all’OMC, ottenga l’imposizione dell’obbligo per i prodotti importati di rispettare gli stessi requisiti cui sono soggetti gli agricoltori europei.

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