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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 172

Posts Tagged ‘quota cento’

Addio Quota 100, tutti in pensione a 67 anni?

Posted by fidest press agency su domenica, 25 ottobre 2020

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “per la scuola, dove l’età anagrafica media è abbondantemente sopra i 50 anni, l’adozione ‘secca’ della Legge Fornero si trasformerebbe in una soluzione davvero ingiusta: il logorio psicologico dell’insegnamento e del personale che opera nei nostri istituti scolastici, provato scientificamente, per via delle continue e non sempre facili relazioni l’utenza, comporta infatti un rischio biologico molto superiore ad altre professionalità. A tutela della loro salute e sicurezza, quindi è bene collocare questo personale tra le categorie che svolgono lavori gravosi. Dopo avere confermato che Quota 100 “non sarà rinnovata” perché “la misura si è rivelata troppo costosa per le casse dello Stato ed inoltre non è stata vista neanche come una misura equanime visto che è andata a penalizzare le donne e coloro che hanno avuto una carriera discontinua”, Orizzonte Scuola scrive che “si sta lavorando ad una riforma delle pensioni con entrata in vigore il 1° gennaio 2022 che renda meno rigido lo scalone di 5 anni che si creerà con la scadenza della quota 100”.“L’opzione più probabile per sostituire la quota 100 sembra essere la Quota 102, una sorta di quota 100 rivisitata. Dal 2022, quindi potrebbe essere possibile accedere al pensionamento con 64 anni di età e con almeno 38 anni di contributi (che sommati danno, appunto, come totale 102). Il meccanismo è molto simile a quello della quota 100 con la differenza che la misura richiederebbe 2 anni in più per l’accesso. Ma non solo. Infatti l’anticipo porterebbe ad una riduzione di circa il 4% per ogni anno di anticipo per toccare il -15% se si anticipa di 3 anni e 8 mesi”.Il Governo starebbe poi lavorando su Quota 41: “è riservata esclusivamente ai lavoratori precoci ma” vorrebbe “estenderla anche ai lavoratori fragili e a coloro che non possono restare al lavoro perchè giudicati inidonei e a coloro che sono impegnati nei settori a maggior rischio COVID (come ad esempio i trasporti e la sanità)”.Va poi ricordato che è stata confermata per il 2021 già Opzione Donna, la cui proroga al 2021 permetterebbe l’accesso alle lavoratrici dipendenti che abbiano compiuto 58 anni entro la fine del 2020 e alle lavoratrici autonome che ne abbiano compiuto 59 alla stessa data, di accedere al pensionamento con almeno 35 anni di contributi (maturati sempre entro la fine del 2020)”. Ma siccome tale scelta comporta un “ricalcolo interamente contributivo dell’assegno previdenziale”, chi aderisce si ritrova con “un taglio della pensione spettante che va dal 25 al 30%”. Infine, si parla di Quota 41 per tutti: un regime che “unificherebbe i contributi necessari per l’accesso a 41 anni, sia per uomini che per donne e non dovrebbe prevedere ulteriori aumenti per adeguamenti alla speranza di vita Istat”: una possibilità che tuttavia favorirebbe gli uomini, perché potrebbe essere colta “solo da coloro che hanno iniziato a lavorare molto presto, entro i 25 anni di età (per età superiori, infatti, si raggiungerebbe prima il requisito anagrafico per accedere alla pensione di vecchiaia)”.

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Scuola: Pensioni Quota 100

Posted by fidest press agency su venerdì, 22 Maggio 2020

Entro pochi giorni uscirà il decreto che prevede l’assegnazione di altre 4.500 immissioni in ruolo retrodatate. Si procede come Anief ha chiesto da tempo e promesso dal Governo, anche se per il solo personale docente. Rimane il mistero dei numeri autorizzati e il problema della scelta compiuta dagli altri insegnanti già assunti il 1° settembre scorso. Il sindacato chiede chiarezza al ministero dell’Economia e delle Finanze, al fine di aumentare le assunzioni e offre tutela a chi intende chiedere trasferimento in una sede più favorevole.
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha firmato il decreto n. 12 del 18 maggio 2020 riguardante Disposizioni concernenti le operazioni di assunzione a tempo indeterminato ai sensi dell’articolo 1, comma 18-quater, del Decreto Legge 29 ottobre 2019 n. 126, convertito, con modificazioni, dalla Legge 20 dicembre 2019 n. 159. Si tratta di un provvedimento voluto dal Governo e richiesto a gran voce dal sindacato Anief, che fin dall’inizio dell’approvazione della norma di pensionamento anticipato ‘Quota 100’ aveva chiesto che fosse disposta in tempo utile per le assunzioni da disporre il 1° settembre 2019.Tuttavia, il numero dei posti autorizzati oggi dal MI, solo 4.500, è appena un terzo di meno di quelli accertati dallo stesso MEF (6.542), addirittura quattro volte le cattedre venutesi a liberare registrate dalla rivista specializzata Orizzonte scuola nella primavera scorsa (13.347). Per questa ragione, Anief ha deciso di mettere a disposizione un’istanza di accesso agli atti per tutti coloro che intendono accertare la correttezza delle autorizzazioni concesse dal MEF e richieste dal MI e per sbloccare ulteriori immissioni in ruolo. L’invio dell’istanza è propedeutica all’adesione gratuita al ricorso da proporre al Tar Lazio per ottenere l’eventuale aumento di posti.

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Scuola: Ocse boccia “Quota 100”

Posted by fidest press agency su lunedì, 2 dicembre 2019

Anief: Assurdo andare in pensione a 70 anni. Se un organismo internazionale interviene perché uno Stato sovrano destina 7,5 miliardi per permettere ai suoi lavoratori di andare in pensione seppur con penalizzazione sull’asse contributivo entro la media degli altri Paesi potrebbe cominciare a perdere di credibilità Nella media dei Paesi OCDE l’età pensionabile è di 63 anni. In Italia, per il secondo anno consecutivo, si permette di accedere alla pensione con una penalizzazione pro rata a 62 anni, rispetto ai requisiti previsti dalla legge Fornero. Cosa ci sia di scandaloso per l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico per la quale occorre aumentare l’età pensionabile “limitando indebiti sussidi di prepensionamento”, a partire proprio da “Quota 100”, perché lasciare il lavoro a 62 anni non è ammissibile? Il giovane sindacato non lo capisce. Perché un lavoratore con quasi 40 anni di contributi versati, soprattutto quando sottoposto ad uno stress particolarmente accentuato, come quello che arreca la scuola, deve essere costretto a rimanere in servizio? I conti di uno Stato si possono far quadrare in tanti modi, non di certo sulla pelle dei suoi cittadini. “Anief – ricorda il suo presidente nazionale Marcello Pacifico – in audizione alla Camera ha di recente espressamente chiesto di sbloccare i posti liberati con ‘Quota 100’ per le assunzioni, con l’emendamento al decreto salva-precari che sta procedendo in questa direzione, e reputa particolarmente grave che si possa pensare che tutte le professioni siano uguali: non a caso, il giovane sindacato ha richiesto che la Legge di Bilancio possa contenere una norma che collochi l’insegnamento tra le professioni gravose, finanziando l’operazione dal fondo con la legge 23 dicembre 2014 n. 190. Ecco perché non c’è altra scelta che collocare l’insegnamento, non solo quello nella scuola dell’infanzia, tra le professioni a carattere gravoso, quindi nell’Ape Social”. Mentre in Italia il Governo italiano conferma l’anticipo pensionistico “Quota 100” almeno fino al 2021, l’Ocse sostiene che invece la norma va abolita: secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, in Italia a rischio è la sostenibilità del sistema macroeconomico e quindi occorre assicurare “adeguate prestazioni di vecchiaia limitando la pressione nel breve, medio e lungo periodo”. Il problema, secondo l’Organizzazione internazionale, è che in Italia si lascia il lavoro per andare in pensione a 62 anni, 63 e poco più per gli uomini e 61 per le donne. In Europa invece, per gli altri paesi Ocse, l’età del passaggio lavoro-pensione si attesta a poco più di 65 anni per gli uomini e 63 per le donne.

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Scuola: Decreto Legge N. 126/2019: sbloccati i posti “Quota 100”

Posted by fidest press agency su sabato, 30 novembre 2019

Non si ripeterà la mancata copertura del turn over verificatasi quest’anno a seguito dei circa 25 mila posti venutisi a liberare a seguito dell’anticipo pensionistico “Quota 100” e non assegnati al turn over: lo prevede un emendamento approvato in settimana dalle Commissioni Cultura e Lavoro della Camera. Per Anief che ne ha caldeggiato l’approvazione è una norma giusta che doveva essere approvata già prima. L’anno prossimo il personale che lascerà la scuola anticipatamente attraverso l’anticipo pensionistico “Quota 100”, introdotto dal Governo M5S-Lega e valevole fino al 2021, sarà rimpiazzato con nuove assunzioni a tempo indeterminato: è servita da lezione, quindi, l’esperienza della scorsa estate, quando le lungaggini delle verifiche dei requisiti per accedere al pensionamento, realizzate dall’Inps, hanno vanificato la possibilità di assegnare nel contingente delle immissioni in ruolo i tanti posti liberati attraverso il sistema previdenziale che permette di lasciare il lavoro con almeno 38 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica.Nella fattispecie, l’emendamento 1. 107. al decreto n. 126 sulla scuola che da domani arriverà nell’Aula della Camera, dopo la sua approvazione da parte delle Commissioni VII e IX, prevede che “in via straordinaria, in considerazione dei posti” che a seguito della pensione anticipata con il sistema cosiddetto “Quota 100” anche nel 2020 rimarranno “vacanti e disponibili, sono nominati in ruolo i soggetti inclusi a pieno titolo nelle graduatorie valide per la stipula di contratti a tempo indeterminato, che siano in posizione utile per la nomina rispetto alle facoltà assunzionali non utilizzate alla conclusione delle operazioni di immissione per l’anno scolastico 2019/2020”.La nomina del lavoratore subentrante in ruolo prevede, sempre secondo l’emendamento approvato, che avrà “decorrenza giuridica dal 1° settembre 2019 e decorrenza economica dalla presa di servizio, che avviene nell’anno scolastico 2020/2021”. Infine, chi subentrerà al personale, avrà facoltà di scegliere “la provincia e la sede di assegnazione con priorità rispetto alle ordinarie operazioni di mobilità e di immissione in ruolo da disporsi per l’anno scolastico 2020/2021”.

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Scuola Quota 100: il danno e la beffa

Posted by fidest press agency su domenica, 11 agosto 2019

I “buchi” venutisi a determinare nella scuola con i pensionamenti anticipati introdotti dal Governo gialloverde, che secondo le ultime stime dell’Inps superavano quota 27 mila, non sono rientrati nel computo delle immissioni in ruolo, né per i trasferimenti e ora si scopre che nemmeno sono stati utili nell’ultima fase della mobilità, quella delle utilizzazioni annuali e delle assegnazioni provvisorie: andranno tutti ad incrementare le supplenze annuali, che supereranno a questo punto senza ombra di dubbio quota 100 mila. Anief verificherà che almeno corrispondano a contratti fino al 31 agosto 2020.
Marcello Pacifico, presidente Anief: Siamo esterrefatti per come l’inerzia della macchina amministrativa sia riuscita a compiere quello che ad inizio 2019 sembrava impossibile. Perché nella scuola le domande per accedere a ‘Quota 100’ sono state presentate lo scorso inverno: in un Paese dove i ministeri e l’Istituto di previdenza nazionale si parlano e collaborano per il bene dei cittadini lavoratori, si sarebbe fatto ampiamente in tempo a trasmettere l’elenco delle cattedre, degli assistenti, dei collaboratori scolastici e dei presidi che hanno aderito, avendone i requisiti di 38 anni di contributi e 62 di età minimi, all’anticipo pensionistico. Invece, si è riusciti a fare peggio delle previsioni peggiori, arrivando a non rendere utili quei posti non solo per dare possibilità a migliaia di ‘vittime’ dell’algoritmo impazzito della gestione Renzi-Giannini di tornare a casa, ma nemmeno per le immissioni in ruolo, né per i trasferimenti e adesso neppure per le assegnazioni provvisorie. I primi casi di mancata utilità in tutte le fasi della mobilità si stanno riscontrando in questi giorni; in particolare a Napoli, dove, scrive Orizzonte Scuola “i posti di Quota 100 – censiti dopo la data del 29 maggio 2019 – non sono stati utilizzati neppure per le assegnazione provvisorie dell’a.s. 2019/20”. Non si tratta di una “dimenticanza” da poco perché nella provincia di Napoli sono 796 i posti liberati. L’ufficio scolastico provinciale di Napoli non si sarebbe “attivato per tempo a chiedere la certificazione da parte delle scuole napoletane dei posti che si sono liberati per il pensionamento Quota 100: “è accaduto per le Assegnazioni provvisorie provinciali e interprovinciali per la scuola secondaria di primo e di secondo grado già pubblicate nella provincia di Napoli e potrebbe accadere per le assegnazioni per la scuola dell’infanzia e primaria”. E siccome “l’organico di fatto nella scuola secondaria ha avuto un incremento di meno di una ventina di posti, molti colleghi non hanno ottenuto l’assegnazione provvisoria, pur essendoci i posti lasciati vacanti dai pensionati Quota 100”.

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Scuola: I posti di ‘Quota 100’ subito liberi

Posted by fidest press agency su domenica, 19 Maggio 2019

Sulla scuola saranno immediate le conseguenze delle pensioni anticipate introdotte dal Governo Conte: mentre i lavoratori degli altri comparti pubblici vedranno materializzate le uscite dal lavoro solo in autunno, i 17 mila docenti, dirigenti scolastici e personale Ata con almeno 38 anni di contributi e 62 di età che hanno presentato domanda dovranno attendere solo pochi giorni. E i posti che lasceranno liberi saranno messi a disposizione per i trasferimenti, i passaggi di ruolo e di cattedra, le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie. Ma anche per le immissioni in ruolo. Marcello Pacifico (Anief): “Chiediamo l’immediata riapertura delle GaE, sfruttando l’attuale ‘finestra’ di reinserimento e aggiornamento prorogata al 20 maggio. In presenza di un alto numero di posti liberi e di scarsa offerta iniziale, occorre poi svincolare le immissioni in ruolo dalle attuali percentuali di suddivisione di assegnazione dei posti da dare in ruolo: vanno assunti a tempo indeterminato i tanti idonei e vincitori di concorso, considerando anche che ce ne sono una miriade della procedura del 2016 rimasti al palo e con la prospettiva di vedere ‘scadere’ la loro posizione. Inoltre, ci sono i tanti che hanno superato i concorsi riservati con il Fit, che quantifichiamo in 35 mila. Parallelamente, per il 2020, è bene che il Miur avvii i corsi abilitanti per i tantissimi precari che hanno svolto 36 mesi. Anche per loro, ieri abbiamo scioperato e siamo scesi in piazza a Roma”. Ci sono importanti novità sul fronte delle pensioni anticipate del personale della scuola. Lo ha fatto sapere, in queste ultime ore, il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del Miur: con la nota prot AOODPIT n. 857 del 15.05.2019, il ministero dell’Istruzione ha comunicato ufficialmente che negli ultimi flussi trasmessi da INPS risultano presenti anche posizioni riconducibili alle istanze Polis di cui al D.L. 4 del 28 gennaio 2019, convertito in Legge 28 marzo 2019 n. 26, ritenendo quindi di dover consentire l’acquisizione delle relative cessazioni al SIDI per le successive attività di competenza degli Uffici Scolastici in tempo utile per le operazioni di mobilità e di immissione in ruolo per l’anno scolastico 2019/2020.
“Questo significa – sintetizza e chiarisce la rivista specializzata Orizzonte Scuola – che sarà dunque possibile contare sui posti di pensionamenti quota 100 già presenti al SIDI per le operazioni di mobilità e immissioni in ruolo per l’a.s. 2019/20”. Per avere un quadro più definito bisognerà attendere davvero poco tempo: mancano infatti alcuni giorni alla chiusura delle funzioni SIDI per la comunicazione dei posti disponibili. Per i docenti dei licei musicali la scadenza è già passata (il 4 maggio scorso), mentre per gli altri insegnanti è prossima (25 maggio), ancora per il personale Ata ed educativo il Sidi chiuderà rispettivamente il 6 e il 22 giugno prossimi.

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Pensionamenti: oltre 22mila infermieri in meno da subito

Posted by fidest press agency su sabato, 16 marzo 2019

Quota 100: il servizio pubblico potrebbe perdere di colpo oltre 22.000 infermieri, mentre almeno 75.000 rientrerebbero nei parametri per accelerare il pensionamento.Il dato, calcolato in base agli anni di anzianità lavorativa e all’età anagrafica degli infermieri dipendenti del Ssn, è stato elaborato dal Centro studi della Federazione degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) – la più numerosa d’Italia con oltre 450mila iscritti – ed è riferito alla situazione a fine 2018.
“Il rapporto numerico infermieri pazienti era già ai limiti del rischio prima di ‘quota 100’ – spiega Tonino Aceti, portavoce FNOPI – ma ora con questa ulteriore emorragia di professionisti la situazione si aggrava. Se studi internazionali, Oms e Ocse hanno spiegato ampiamente che riducendo il numero di pazienti assistiti da un infermiere (il numero ideale per abbattere la mortalità del 20% sarebbe 1:6) l’assistenza migliora la sua qualità e si riduce il rischio, ora con la fuoriuscita di oltre 20mila infermieri i numeri salgono. In alcune Regioni, quelle più colpite dai piani di rientro e quindi dal blocco del turn over, il rapporto sale alle stelle: in Campania ad esempio, se con la carenza di oltre 50mila infermieri il rapporto era già 1:17, ora si rischia di sfiorare l’1:19-20. Inoltre, più del 36% delle nuove fuoriuscite dal sistema avverranno nelle Regioni in piano di rientro, già gravemente colpite dal blocco del turn over e il 61% delle nuove carenze è nelle Regioni che dal nuovo sistema di monitoraggio del Livelli essenziali di assistenza risultano inadempienti. Il combinato disposto tra l’attuazione di ‘Quota 100’, il mancato superamento del tetto di spesa per il personale sanitario e il blocco del turnover, rischia di essere la formula perfetta per “mandare in pensione” anche il Servizio sanitario pubblico.
Ovviamente non tutti opteranno per “Quota 100”: si può considerare che data la lunga permanenza in servizio e gli stipendi mediamente non alti (nel Ssn sono in media di 31-32mila euro/anno), circa il 30% medio di chi possiede i requisiti scelga questa possibilità. Si tratta quindi di 22.360 infermieri che potrebbero a breve – da subito: in un solo anno – abbandonare il servizio con un danno fortissimo per l’assistenza, aggiungendosi ai circa 11.500 che hanno raggiunto il limite di età per la pensione. Oltre a sommarsi alla carenza ormai appurata di professionisti infermieri calcolata tra 51-53mila unità, portando il totale a circa 75 mila unità (senza contare i pensionandi naturali che sarebbero comunque stati presenti), gli infermieri maggiormente interessati da “Quota 100” sono evidentemente quelli con età lavorative maggiori e, quindi, con maggiore esperienza e sono ancora quelli che le aziende inviano di preferenza sul territorio per mantenere ad alti livelli il rapporto diretto umano e clinico con il paziente, per un’assistenza domiciliare già scarsa di per se, ma che ora rischia una crisi irreversibile.

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Scuola: Quota 100, l’eccesso di burocrazia danneggia i 17 mila “quota 100”

Posted by fidest press agency su martedì, 5 marzo 2019

Da un’analisi realistica dell’iter di pensionamento anticipato, dopo la bassa adesione del comparto alla proposta per via dell’eccessiva riduzione dell’assegno di quiescenza, ora emerge il problema che l’Inps potrebbe non fare in tempo a “lavorare” le richieste. All’orizzonte poi spunta la possibilità di non poter coprire con il turn over le cessazioni del servizio, mentre in assenza della riapertura delle GaE, nonostante un esercito di 150 mila docenti abilitati alla professione, anche quest’anno andranno deserte la maggior parte delle immissioni in ruolo: a sfumare potrebbero essere ben 75 mila contratti, affidati ancora una volta ai precari, mentre la maggior parte delle 50 mila maestre estromesse dalle GaE sarà licenziata, per colpa dell’incapacità di chi amministra il Miur. Anief, pertanto, conferma lo sciopero dell’8 marzo e i ricorsi in tribunale. Anche per confermare le immissioni in ruolo ottenute con riserva pure dopo il superamento dell’anno di prova. Marcello Pacifico (Anief): la disorganizzazione sta producendo troppe incertezza, così si pregiudica il servizio.Il governo ha investito tanto sulla quota 100. Ora, però, i risultati rischiano di essere molto al di sotto delle aspettative. Prima di tutto perché, almeno nella scuola, le domande presentate sono la metà della metà di quelle che si attendevano: appena 17 mila. Adesso si scopre che l’Inps potrebbe anche non fare in tempo a “lavorare” le richieste.
L’allarme è stato lanciato in queste ore da La Repubblica, secondo cui uno slittamento dei tempi per “insegnanti, amministrativi, tecnici e ausiliari” significherebbe “saltare l’unica finestra d’uscita a loro disposizione, quella del primo settembre prossimo. E, pur avendo i requisiti quest’anno, di fatto pensionarsi solo nel settembre del 2020. Intrappolati dalla burocrazia”.
“Le motivazioni per questo allarme – scrive ancora il quotidiano – sono tutte tecniche. Figlie di una mai completata trasmigrazione delle storie contributive da Inpdap a Inps, quando i due istituti si sono fusi. Ecco dunque che chi ha potuto dare un’occhiata in questi giorni al fascicolo previdenziale sul sito Inps lo ha trovato incompleto. Non c’è traccia dei contributi versati negli anni ‘80-‘90 e precedenti. Un problema. Perché per recuperare i dati bisognerà ricorrere ai provveditorati o alle singole scuole. Senza, l’Inps non potrà accertare il possesso dei requisiti. E sarà costretta a respingere la domanda di pensionamento anticipato”.Dal Miur hanno fatto sapere in modo “chiaro che fino al 10 maggio tutti gli sforzi saranno concentrati su quanti hanno fatto domanda di pensione con i requisiti ordinari entro dicembre. Poi inizierà l’esame delle posizioni di quota 100, da ultimare sette giorni dopo, entro il 17 maggio. Un termine imposto da Inps. Ma che il ministero non si impegna ad osservare, viste le criticità. Con il rischio concreto, quindi, di far posticipare di un anno, al 1° settembre 2020, l’uscita dal lavoro di diverse migliaia di lavoratori.
Come se non bastasse, nella scuola ci sarà presto da fare anche i conti con l’emergenza precariato: “i 35 mila pensionamenti – scrive Tuttoscuola – lasceranno vacanti altrettanti posti o cattedre distribuite in vario modo sul territorio nazionale e nei diversi settori del sistema”.

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Scuola: Quota 100, solo 6 mila domande

Posted by fidest press agency su lunedì, 18 febbraio 2019

Siamo molto lontani dai 50 mila attesi, perché qualche anno di anticipo comporta la percezione a vita di un assegno più basso. Marcello Pacifico (Anief): Il pre-prepensionamento è davvero troppo penalizzante. Perché ti manda in pensione a 62 anni con 38 di contributi anche con poco più di mille euro al mese. Ciò malgrado si tratti di un lavoro usurante ed il personale scolastico meriti di accedere all’Ape Social. Per comprendere i meccanismi di calcolo della riduzione dell’assegno con quota 100 è possibile rivolgersi a Cedan S.r.l.s.: c’è tempo fino alle ore 23.59 del 28 febbraio.

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Scuola: Quota 100, domani Anief e Udir presentano emendamenti in audizione all’XI commissione del Senato

Posted by fidest press agency su domenica, 3 febbraio 2019

È iniziato l’iter della conversione in legge del decreto approvato dal CdM che apre per il prossimo triennio una “finestra” per andare in pensione già a 59 anni con “Opzione Donna” e 62 per tutti. Domani, alle 19.15, i due giovani sindacati del personale docente, Ata e dirigente della scuola presenteranno alla commissione Lavoro di Palazzo Madama le proposte specifiche emendative, per la peculiare situazione dei lavoratori del comparto e dell’area dell’istruzione e della ricerca. Sempre da domani, i lavoratori dell’istruzione potranno cominciare ad inviare la propria adesione a quota 100.

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Scuola E P.A.: Pensione anticipata, 70 mila docenti e Ata potrebbero lasciare a settembre con quota 100

Posted by fidest press agency su martedì, 15 gennaio 2019

“Lo so che dobbiamo fare anche quota 41 e ve lo prometto: abbiamo iniziato con quota 100 ma abbiamo 5 anni davanti”: così il vice-premier e Ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha risposto a chi lamentava l’esclusione dal decreto sul pre-pensionamento con maxi-finestra predisposto dal governo e che, assieme al reddito di cittadinanza, giovedì dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri per l’approvazione normativa dopo quella finanziaria arrivata con la Legge di bilancio 2019 di fine dicembre. L’Esecutivo giallo-verde avrebbe anche introdotto una norma che permette al personale della scuola di accedere a quota 100 con la prossima finestra estiva: “per i lavoratori della scuola la data ultima per la presentazione della domanda, solo per il 2019, potrebbe essere il 28 febbraio”, scrive Orizzonte Scuola. Ciò “permetterebbe di non compromettere le normali operazioni di avvio dell’anno scolastico 2019/20, a partire dalla costituzione degli organici”. Infine, nella bozza in approvazione è indicato che “per il personale del comparto Scola ed AFAM si applicano le disposizioni di cui all’articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449”. Ovvero “che la cessazione dal servizio ha effetto dalla data di inizio dell’anno scolastico e accademico, con decorrenza dalla stessa data del relativo trattamento economico nel caso di prevista maturazione del requisito entro il 31 dicembre dell’anno”. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Certamente si apre una grande finestra per il personale della scuola, il più vecchio al mondo, ma la penalizzazione fino al 16% dell’assegno non rende merito a una categoria usurata dallo stress psico-fisico del lavoro svolto, tenuto in conto invece dal contesto europeo dove a 63 anni si va in pensione col massimo dei contributi. È possibile ricorrere con l’associazione europea Radamante per l’accertamento del credito del 2,69% per il Tfs negli anni 2011 e 2012 in favore dei dipendenti pubblici in pensione.

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Pensioni: Slitta di un anno l’insperata riforma, ancora purgatorio obbligatorio per 150 mila docenti e Ata a cui è stata negata ‘Quota 100’

Posted by fidest press agency su giovedì, 12 luglio 2018

Nulla di fatto, almeno per gli insegnanti e il personale tutto della scuola, per l’inaspettata riforma delle pensioni. L’annunciata riduzione dei requisiti per accedere alla pensione, con l’introduzione di ‘Quota 100’, non ha infatti sinora trovato alcun riscontro: 150 mila docenti e Ata, che potevano andare in quiescenza, sono ancora in attesa. Il Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti ha discusso sulla verifica dei requisiti contributivi dei docenti e ATA che hanno richiesto la cessazione dal lavoro a partire dal 1° settembre 2018. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Non è un buon trattamento quello riservato a insegnanti e Ata italiani. Abbiamo presentato da poco uno studio in cui si evince come in Europa l’età media dei pensionamenti dei docenti risulti oggi attorno ai 63 anni di età anagrafica, mentre in Italia si è già approvata quota 67, sancita dalla Circolare Inps n. 62 del 4 aprile scorso, con il lavoro di chi opera a scuola, in particolare tra gli insegnanti, che continua a non essere associato allo stress correlato al burnout. Senza dimenticare che stiamo già parlando della classe docente più vecchia al mondo, visto che oltre il 60% dei docenti italiani è over50 e l’età media di immissione in ruolo è sopra i 40 anni di età.

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