Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 176

Posts Tagged ‘astensionismo’

“I dati sull’astensionismo elettorale sono veramente una fotografia triste dell’Italia”

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 marzo 2024

“La classe dirigente politica degli ultimi anni è la principale responsabile del calo di partecipazione al voto. E questo non conviene porlo all’attenzione, perché meno partecipazione ci sta, meno ricambio politico esiste. Poi alcune leggi elettorali non hanno aiutato e si è creata disaffezione tra le persone. Ma se non vai a votare andrà sempre peggio”. Così ha dichiarato in merito ai risultati delle elezioni in Abruzzo l’ex magistrato Luigi De Magistris nel corso de ‘L’Italia s’è desta’, programma in onda su Radio Cusano Campus condotto dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e Roberta Feliziani. “Questo è il primo governo di destra che ha avuto la repubblica, del quale non condivido assolutamente nulla e penso che stia andando anche peggio di quello che si poteva immaginare, ma ha comunque una sua impostazione politica – ha sottolineato De Magistris – il centrosinistra, invece, ha tradito i suoi valori”. E riferendosi poi alla Schlein, “quando la senti parlare, pensi che faccia una svolta che sembra di sinistra, poi però quando vai a vedere il concreto si barcamena, un colpo al cerchio e uno alla botte, equilibri interni e poi le azioni sono diverse dalle parole. Per questo dico che la sinistra c’è, ma non nel palazzo”. Sulla mancanza poi della sinistra nell’ottenere un riscontro nel consenso, De Magistris ha però voluto precisare: “Unione Popolare è un progetto che non è né un partito né un movimento e per questo ha bisogno di tempo. Noi vedremo in Abruzzo vincere la destra, poi magari si va in Basilicata e vince un’altra volta, poi vai da un’altra parte e vincerà il centrosinistra, ma non vedi quel respiro che fa entusiasmare gli elettori. Gli unici che a livello nazionale avevano suscitato questa voglia prima di incastrarsi nel sistema governando prima con Salvini, Berlusconi, poi Draghi e il PD, erano stati quelli del Movimento 5 Stelle una decina di anni fa”, ha evidenziato De Magistris. E riguardo a un possibile ritorno in qualità di primo cittadino a Napoli: “Sono molto affezionato a quell’esperienza – ha dichiarato l’ex magistrato riferendosi a quando era sindaco di Napoli – è una città che quando c’è stata una proposta credibile, popolare, di sinistra ha risposto. Di Napoli mi occupo sempre, perché vivo a Napoli, due anni in politica sono tanti, ma anche pochi per certi aspetti, e quindi dire oggi mi candido è una sciocchezza, ma non lo escludo. Posso però dire che è una prospettiva non solo ipotetica ma anche possibile. Il vero motivatore di questa scelta che sto maturando è l’attuale sindaco – ha sottolineato De Magistris riferendosi a Gaetano Manfredi – che sta svuotando di energie la città e sta amministrando in maniera assolutamente fallimentare. Tornare indietro dopo quello fatto in 10 anni mi indegna da cittadino oltre che da politico. Manca ancora tanto però ci sto pensando seriamente”, ha concluso De Magistris.

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Pino Masciari sulle elezioni amministrative: “Vince l’astensionismo”

Posted by fidest press agency su martedì, 26 ottobre 2021

Non usa mezze parole Pino Masciari, imprenditore e storico Testimone di Giustizia calabrese, per commentare i risultati delle elezioni amministrative: “Vince l’astensionismo. I giovani allontanati dalla politica per la mediocrità delle classi dirigenti”. L’imprenditore nativo del Catanzarese e cresciuto Vibonese esprime forte preoccupazione per la crescita dell’astensionismo nel Paese, a partire dalla sua Calabria: “Quando non vota un elettore su due, non ci sono vincitori ma soltanto sconfitti. La verità è amara, per certi versi scomoda, ma proprio per questo non può essere affatto sottaciuta. Ha perso l’Italia tutta in queste elezioni che hanno ancora di più allontanato i giovani dalla politica che evidentemente ritengono responsabile per la condizione di degrado del Paese. Ci sono partiti come il Movimento 5 stelle – osserva l’imprenditore calabrese che denunciò il sistema di potere massomafioso nella Calabria degli anni Novanta – che si stanno liquefacendo dopo aver raccolto nel recente passato consensi incredibili soprattutto nel Centro-Sud, arrivando a governare Roma e municipalità importanti del Nord come Torino. Questo significa aver deluso le istanze popolari che si erano riconosciute in una proposta dirompente di cambiamento. Abbiamo con urgenza bisogno – conclude Pino Masciari – di una nuova e articolata soggettività politica che parta dai giovani e dai problemi dei territori se non vogliamo compromettere definitivamente la fragile tenuta democratica della nostra repubblica, che rischia seriamente di finire in mano a ristrette oligarchie di potere, produttrici soltanto di corruzione e mentalità mafiosa. È tempo di un nuovo civismo, di un rinnovato impegnato politico che deve nascere dal basso, nei quartieri e nelle periferie della nostra Italia. Cambiare è possibile. A partire dalla Calabria e dal Mezzogiorno, denunciando il potere della locale borghesia mafiosa e le sue infiltrazioni nella macchina amministrativa della cosa pubblica, per avviare davvero una stagione vera di (profonde) trasformazioni sociali ed economiche”.

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Astensionismo alias antipolitica?

Posted by fidest press agency su martedì, 11 agosto 2020

Dalle ultime elezioni politiche ad oggi abbiamo avuto, a mio avviso, due particolari momenti che vorrei focalizzare in questa circostanza: l’exploit dei grillini che è diventato da solo il primo partito a livello nazionale e il successo elettorale dei leghisti che alle europee hanno dimostrato d’avere dalla loro parte una grossa fetta dell’elettorato. Si è detto e ripetuto che Cinque stelle nelle politiche del 2018 ha incassato un successo come conseguenza della rabbia che la gente aveva in corpo e la delusione provocata dal partito di riferimento per le riforme promesse e non fatte. Ora è seguito un declino che appare inarrestabile. Cresce la delusione per il Movimento cinque stelle ma resta la sfiducia per gli altri partiti facendo ingrossare l’assenteismo elettorale eccezion fatta per la revanche di Fratelli d’Italia guidati da Giorgia Meloni. Non vi è dubbio che un prezzo molto alto i grillini lo hanno pagato non avendo avuto un adeguato supporto mediatico che ha finito con l’esaltare i loro errori e ignorare i loro meriti. Penso al pasticciaccio di Palermo, alla poca incisiva azione dell’amministrazione romana e alle acque agitate nei gruppi parlamentari e un vistoso cambio di casacca dei loro parlamentari. Se a questo punto diamo per scontato il declino del PD, dove è molto chiaro a tutti che l’attuale segretario è stato messo a quel posto solo dopo un faticoso compromesso tra le sue varie anime, e la capacità del centro-destra di sapersi coalizzare anche a dispetto delle rispettive e profonde divergenze di programmi e di leadership, il gioco appare incentrato solo su due competitor. Significa però tenere congelata quella parte degli scontenti che si rifugia nell’astensionismo. Che ne facciamo? Sarebbe un errore, di là dei tatticismi dei due contendenti, ignorarli e allora chi sarà capace di risvegliare il loro interesse e stimolarli a riprendere il dialogo politico? Noi come Centro Studi politici e sociali della Fidest abbiamo un’idea e ne riparleremo. (Riccardo Alfonso)

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Astensionismo alias antipolitica?

Posted by fidest press agency su venerdì, 10 novembre 2017

ostiaDalle ultime elezioni politiche ad oggi abbiamo avuto, a mio avviso, due particolari momenti che vorrei focalizzare in questa circostanza: l’exploit dei grillini che è diventato da solo il primo partito a livello nazionale e il successo elettorale del PD alle europee raggiungendo il 40% dei consensi. Si è detto e ripetuto che Cinque stelle ha incassato un successo come conseguenza della rabbia che la gente aveva in corpo e la delusione provocata dal partito di riferimento per le riforme promesse e non fatte. Tra questi due momenti è apparso nel firmamento politico del PD una figura nuova e le speranze dei frustrati si sono rinfocolate, salvo poi ricadere nella depressione nel constatare che era un fuoco fatuo. Siamo così giunti a nostri giorni con due test indicativi degli umori popolari con le regionali di Sicilia e le amministrative di Ostia. A questo punto appare evidente che è di nuovo mutato l’umore della gente. Cresce la delusione per il Movimento cinque stelle ma resta la sfiducia per gli altri partiti facendo ingrossare l’assenteismo elettorale. Non vi è dubbio che un prezzo molto alto i grillini lo hanno pagato non avendo avuto un adeguato supporto mediatico che ha finito con l’esaltare i loro errori e ignorare i loro meriti. Penso al pasticciaccio di Palermo, alla poca incisiva azione dell’amministrazione romana e alle acque agitate nei gruppi parlamentari. Se a questo punto diamo per scontato il declino del PD, dove è molto chiaro a tutti che l’attuale segretario è stato messo a quel posto per dare il ben servito al suo stesso partito, e la capacità del centro-destra di sapersi coalizzare anche a dispetto delle rispettive e profonde divergenze di programmi e di leadership, il gioco appare incentrato solo su due competitor. Significa però tenere congelata quella parte degli scontenti che si rifugia nell’astensionismo. Che ne facciamo? Sarebbe un errore, di là dei tatticismi dei due contendenti, ignorarli e allora chi sarà capace di risvegliare il loro interesse e stimolarli a riprendere il dialogo politico? Noi come Centro Studi politici e sociali della Fidest abbiamo un’idea e ne riparleremo. (Riccardo Alfonso)

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Dalla Sicilia ad Ostia vince il partito astensionista

Posted by fidest press agency su lunedì, 6 novembre 2017

porto palermoUn dato è certo: l’astensionismo ha fatto la parte del leone sia in Sicilia sia ad Ostia. Sull’altro fronte il dato più eclatante è che il PD sotto la guida dello “sfascia carrozze” è calato di molto e se non vi è stato un tracollo lo deve in Sicilia a Micari, rettore dell’Università di Palermo, una indubbia figura di prestigio, e ad Ostia dall’impegno personale e del vasto seguito che ha sempre goduto Athos De Luca. Non è agevole pensare che da qui alle politiche del prossimo anno qualcosa possa cambiare in un senso o nell’altro anche se l’astensionismo potrebbe essere contenuto ma non certo sconfitto. Questo perché è forte il malessere nel nostro paese. E non è certo una soluzione quella di rispolverare le vecchie glorie ma senza un progetto politico e programmatico serio dove emerga chiaro che la nostra società non è divisa, come un tempo, da tante espressioni partitiche ma da una sola realtà tra chi ha e chi è. Non si possono più accettare le sistematiche demonizzazioni delle istituzioni dalla giustizia al Quirinale e alla Corte Costituzionale per favorire interessi di parte che, tra l’altro, non agevolano lo sviluppo del paese ma concorrono fortemente a favorire facili guadagni e speculazioni di ogni genere. Questa logica del tutto distruggere per nulla costruire è avvertita fortemente nel nostro Paese e il timore che proprio il movimento come 5 stelle che, sino ad oggi, ha dato una speranza finisca anch’esso nel tritacarne dei fomentatori e calunniatori di professione che fanno di tutto per minarne la credibilità e finisca con il favorire quanti con l’arma dell’astensionismo pensano di tacitare il dissenso. Potrebbe diventare un rischio serio per la tenuta della nostra stessa democrazia o di quella che ne resta. (Riccardo Alfonso)

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Il voto degli italiani

Posted by fidest press agency su martedì, 15 Maggio 2012

La riforma delle pensioni con il blocco della perequazione delle stesse al costo della vita è stata un’operazione condotta con freddezza e cinismo dal governo, tranne qualche lacrimuccia di circostanza.
Ciò che ha lasciati sconcertati è stato il fatto che si poteva evitare questa manovra solo se si provvedeva altrimenti. Bastava, ad esempio, disdire l’acquisto degli aerei (4 miliardi di euro), oppure firmare l’accordo con la Svizzera come hanno già fatto Germania e Gran Bretagna e recuperare dei 50 miliardi di euro depositati presso quelle banche almeno 7 miliardi di imposte evase. Oppure indire subito la gara per le reti televisive (altri 2 miliardi di euro). Ed invece si è preferito infierire sui più deboli. Questo avrebbe dovuto indurre almeno i pensionati a non votare il pd. il pdl e il fli e a concentrare i voti su idv e la destra e la sinistra estremi. E con loro avrebbero dovuto fare la stessa cosa i lavoratori dipendenti, i precari, i cassa integrati, i giovani ovvero l’85% degli italiani . Ed invece siamo quasi come prima anche perché l’astensionismo gioca a favore di chi ci ha ridotti in queste condizioni. Se noi vogliamo restare un popolo che nutre una sana passione democratica dovremmo sapere che la nostra arma più efficace è il voto e immaginiamoci partiti come il pdl, il pd e il fli che escono dalle urne con poco più del 10% complessivamente? Non sarebbe questa una mazzata sonora? Una lezione rivoluzionaria? Ed invece sono abituati a suonarcele e noi a dire: grazie, lo faccia ancora. (Riccardo Alfonso http://www.fidest.it)

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Elezioni: Astensionismo e cifre

Posted by fidest press agency su mercoledì, 3 novembre 2010

In riferimento alle dichiarazioni rese da Di Pietro all’agenzia ASCA in merito all’astensionismo elettorale in Italia, il portavoce della Commissione di Vigilanza per la Democrazia Partecipativa, movimento astensionista riconosciuto dalle più alte cariche dello Stato – Antonio Forcillo -, fa rilevare che: “Di Pietro dice alcune grosse imprecisioni riguardo agli astensionisti. Intanto farebbe bene a contarli in maniera più puntuale e corretta, visto che ormai, in caso di elezioni anticipate, gli astensionisti si apprestano a superare abbondantemente la soglia critica del 50%, divenendo così la prima forza assoluta del Paese. E viste le tanto declamate ambizioni democratiche dell’On.le Di Pietro e del suo Partito, già che ci siamo, perché invece di dare degli astensionisti notizie fuorvianti non sollecita anche lui gli organi di stampa e le Istituzioni per far sì che, in virtù della libertà di parola e di pensiero sancita dalla Costituzione, possano anche gli astensionisti dire la loro sulla deriva operata dai partiti italiani compresi il suo?”

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L’astensionismo, una spia rossa per la politica

Posted by fidest press agency su lunedì, 29 marzo 2010

In attesa di conoscere l’esito di queste elezioni regionali, è evidente che un primo dato di riflessione importante è quello relativo al calo dell’affluenza al voto, affluenza che in questo momento è stata calcolata in provincia di Forlì-Cesena del 68,68% e in Emilia-Romagna 68,14%. Un dato significativo perchè esemplifica in concreto una percezione ormai diffusa, vale a dire il progressivo allontanamento dei cittadini dalla politica. Una deriva che va contrastata, aprendo una nuova stagione del confronto politico che metta al centro delle discussioni le questioni concrete che riguardano le persone, i nostri territori, il nostro futuro. Un dibattito politico in cui prevale l’interesse per il bene comune e in cui si fa della verità, della corretta informazione e della chiarezza i valori fondamentali che devono contraddistinguere il confronto tra forze politiche.  Il Partito Democratico sarà impegnato sin dalle prossime ore nel mantenere vivo il rapporto tra politica e cittadini, perchè è troppo importante che una democrazia che fino a poco tempo fa eravamo abituati a definire senza esitazione come una democrazia avanzata, non ceda il passo alla tentazione del disinteresse e alla perdita di partecipazione al principale esercizio democratico, il voto. (Marco Di Maio)

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Elezioni europee: In un campo di rovina, il Pcl cresce

Posted by fidest press agency su martedì, 9 giugno 2009

Per il Partito Comunista dei Lavoratori: “  risultati elettorali confermano e registrano il tracollo politico dei gruppi dirigenti delle sinistre italiane: prima uniti, quando si trattava, in cambio di ministri, di votare missioni di guerra e precarizzazione del lavoro; poi divisi, per ragioni personalistiche, nella lotta per la propria sopravvivenza istituzionale. Un duplice disastro, per i lavoratori e per la sinistra.  Pur riportando un risultato in sé modesto, il PCL conferma e rafforza, ad un anno dalla sua nascita, la propria presenza politica. Nelle tre circoscrizioni in cui era presente (Centro, Nord Ovest, Nord Est) accresce non solo la propria percentuale (passando dallo 0,6 allo 0,8) ma anche i propri voti assoluti, nonostante il maggiore astensionismo. E vede ovunque estendersi le proprie radici sociali e territoriali. Nei fatti il nostro piccolo partito è l’unico partito che cresce a sinistra, nel campo di rovine da altri prodotto: nonostante l’ostacolo rappresentato dalla perdurante presenza di partiti e liste fintamente “comunisti”. A maggior ragione, la costruzione indipendente del PCL sarà il nostro primo impegno.  Al tempo stesso, nel difficile scenario sociale e politico prodottosi, rilanciamo a tutte le sinistre, politiche, sindacali, di movimento, una precisa proposta di unità di lotta: la costituzione di un comune “Parlamento delle sinistre”, basato sul coinvolgimento attivo del loro popolo, quale sede permanente di confronto pubblico e di unità d’azione contro il governo Berlusconi e la Confindustria. Non siamo interessati a ingegnerie bizantine di ceto politico (“federazioni”, “costituenti”), prive di ogni base di principio e sempre fallimentari. Siamo interessati all’unificazione e radicalizzazione della reale mobilitazione di massa: l’unica via che può contrastare la reazione, strappare risultati, riaprire una prospettiva di alternativa anticapitalistica. http://www.pclavoratori.it    (Marco Ferrando) (n.r. cari compagni, non credo che vi sia sfuggita la costatazione che se tutta la sinistra avesse fatto fronte comune oggi avremmo avuto per lo meno sei parlamentari di quest’area. Le divisioni possono, forse, dare piccole soddisfazioni personali ma non credo che in politica queste cose possono essere monetizzate in qualche modo. La storia insegna che sono state troppe le scissioni, troppe e tutte pagate a caro prezzo non solo per la sinistra ma per la stessa democrazia).

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PDL al 41%, PD al 26% per l’Istituto Demopolis

Posted by fidest press agency su mercoledì, 29 aprile 2009

Secondo le stime sulle intenzioni di voto per le Europee, registrate dall’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis, se ci si recasse oggi alle urne, il PDL di Berlusconi e Fini si attesterebbe al 41%, superando con la Lega la soglia del 50%, mentre il PD di Franceschini, in ripresa negli ultimi giorni, otterrebbe il 26%. In lieve aumento i consensi della Lega, dell’IdV e dell’UdC. In uno scenario ancora fluido caratterizzato da un’alta percentuale di indecisi il Popolo delle Libertà appare in crescita, mentre il Partito Democratico, superato il rischio di sfaldamento, riprende quota cercando di recuperare una parte del proprio elettorato deluso e fortemente tentato dall’astensionismo. Si riscontra ancora, comunque, una vasta incertezza negli orientamenti dei cittadini, oltre un terzo dei quali non è ancora a conoscenza dell’imminente consultazione elettorale. Nella fotografia scattata da DEMOPOLIS sul voto degli italiani, PdL al 41%, con la Lega Nord al 9,5%. PD intorno al 26%, con l’Italia del Valori al 7,5%. Buona conferma, al 6,5%, per l’UdC di Casini.  A rischio invece le liste di sinistra, per il momento sotto la soglia del 4%. Pur in risalita rispetto alle Politiche, si dividono tra loro i consensi Sinistra e Libertà (3%) e Rifondazione con i Comunisti Italiani (2,5%). Intorno al 3%, infine, a livello nazionale, il recente cartello elettorale per l’Autonomia, costituito dalla Destra di Storace e dal MpA di Raffaele Lombardo. Sotto l’1% gli altri partiti.

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