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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 147

Posts Tagged ‘continuità didattica’

Scuola: Indennità per la continuità didattica, prevista una “mancia” di 50 euro per chi non si sposta

Posted by fidest press agency su mercoledì, 3 agosto 2022

Lo ha comunicato oggi il Ministero dell’Istruzione ai sindacati nel corso di una informativa sull’applicazione del dettato del DL 36/2022, poi Legge 79/2022, sull’attribuzione dell’indennità per premiare la continuità didattica. Invece che un premio per chi rinuncia al diritto alla mobilità, Anief chiede il riconoscimento di indennità di trasferta giornaliera per chi presta servizio lontano dal proprio comune di residenza. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “il problema non è la continuità didattica, ma il ristoro per chi lavora lontano da casa. Un ristoro che per essere serio dovrebbe prevedere almeno uno stipendio annuo in più per sopportare alle spese e ai costi del lavoro fuori la propria residenza. Per non parlare del lavoro privato, nel quale l’indennità di trasferta è esentasse di 46,48 euro giornaliere”.Anief ricorda che il Decreto Legge 36 del 30 aprile scorso, poi convertito nella L. 79/22, ha previsto che una quota di 30 milioni di euro – nelle more dell’aggiornamento contrattuale – venisse riservata alla valorizzazione del personale docente che garantisca l’interesse dei propri alunni e studenti alla continuità didattica, in particolare a coloro che prestano servizio in zone caratterizzate da rischio di spopolamento e da valori degli indicatori di status sociale, economico e culturale e di dispersione scolastica. Appare discutibile la tempistica di discutere a luglio 2022 un decreto che avrà efficacia a giugno 2023, quando, presumibilmente, le risorse saranno state ridistribuite dal contratto e si pongono quindi questioni di legittimità. L’attribuzione del beneficio – che, segnaliamo, esclude coloro che sono sottoposti al vincolo triennale e che evidentemente non potevano sapere di quanto dispone il decreto quando hanno chiesto e ottenuto mobilità negli anni precedenti – mette dunque in atto evidenti discriminazioni. Secondo il sindacato Anief, tale situazione conferma ulteriormente che i vincoli sulla mobilità costituiscono un’inutile invasione di campo della politica su una materia di competenza negoziale e rimane il fatto che i vincoli alla mobilità continuano a comprimere un diritto come quello alla mobilità e al ricongiungimento familiare del personale scolastico.

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Scuola: Più ore di sostegno, meno continuità didattica: un paradosso tutto italiano

Posted by fidest press agency su martedì, 11 febbraio 2020

Succede anche questo nel Bel Paese: aumentano le ore di sostegno assegnate agli alunni disabili grazie ai ricorsi delle famiglia in tribunale, ma sempre più alunni cambiano insegnante, secondo l’ultimo report “Inclusione scolastica degli alunni con disabilità”, dell’Istat. Negli ultimi cinque anni le ore di sostegno settimanali sono aumentate del 18%, fino a una media di 14 ore a settimana, nonostante un posto su tre chiesto dai presidi in base al PEI sia rifiutato dall’USR.Nonostante questo, i bisogni degli alunni non sembrano soddisfatti: per questo quasi il 6% delle famiglie ha presentato ricorso al Tar, al Sud dove i tagli sono maggiori il 10%. Molti ricorsi sono stati promossi dai legali di Anief con l’iniziativa #nonunoradimeno. L’ultima legge di bilancio ha dovuto prevedere un fondo ad hoc per risarcirle e trasformare almeno mille cattedre in organico di diritto per eseguire le sentenze dei giudici. “Una delle criticità – rileva l’Istat – è la “discontinuità” nel rapporto con l’alunno a causa dei numerosi cambi d’insegnante. E ciò impedisce di instaurare un rapporto di fiducia con il bambino”. Ma di chi è la colpa? Risponde Marcello Pacifico, presidente Anief: “del balletto delle supplenze, di uno scandalo tutto italiano che permette di tenere in vita cento mila cattedre su 180 mila necessarie ogni anno: quei posti in deroga, assegnati in base a parametri di una legge ormai datata (128/13) non sono utili per le assunzioni, coperti ogni anno in supplenza annuale fino al 30 giugno, quasi un posto più tre. Lo Stato così ci risparmia le mensilità estive e non mette nel bilancio ordinario sottoposto ai vincoli europei quasi 3 miliardi. La conseguenza, però, è la palese violazione del diritto all’istruzione e delle norme comunitarie sui contratti a termine, oggetto di un altro contenzioso al giudice del lavoro che costa milioni di euro di risarcimenti. La soluzione ci sarebbe: trasformano questi posti, in organico di diritto, avviare regolari corsi di specializzazione in base alle effettive esigenze e uno straordinario aperto ai docenti con 24 mesi di servizio, aprire il reclutamento già il prossimo anno scolastico con la “Call veloce” anche alle graduatorie di istituto. Così garantire allora la continuità didattica”.

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