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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 162

Posts Tagged ‘debacle’

What Joe Biden’s debacle means for Afghanistan and America

Posted by fidest press agency su venerdì, 20 agosto 2021

America has spent $2trn in Afghanistan since invading in 2001; more than 2,000 American lives have been lost, not to mention more than 117,000 Afghan ones. And yet, having taken Kabul, the Taliban control more of the country today than they did when they were last in power. They have also won the ultimate affirmation: defeating a superpower. It is not surprising that America failed to turn Afghanistan into a democracy. Nor was it unreasonable for Joe Biden, America’s president, to want to draw the conflict to a close, given the duration, scale and expense of the American deployment. But his failure to withdraw in an orderly fashion has left the Afghans abandoned. America’s intelligence was flawed and its planning rigid. Mr Biden was capricious and his concern for allies minimal. That is likely to embolden jihadists everywhere. It will also dismay America’s friends and encourage adventurism on the part of hostile governments such as Russia’s or China’s. By Zanny Minton Beddoes Editor-In-Chief The Economist

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Debacle Pdl alle Amministrative

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 giugno 2011

“È un risultato che può sorprendere ma afferma con i numeri la voglia di cambiamento che c’è nel Paese, un successo significativo in due città di particolare rilevanza come Milano e Napoli”. Commenta con parole di soddisfazione Oscar Tortosa responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti, i risultati dei ballottaggi amministrativi che hanno visto la pesante sconfitta del Popolo delle Libertà nei grandi capoluoghi e in molti piccoli centri.
Luigi De Magistris, nuovo sindaco di Napoli candidato outsider sostenuto dall’IdV, ha stracciato l’avversario Gianni Lettieri in forza al centro-destra superandolo di 30 punti percentuali, a Milano sono stati 10 i punti di distanza tra l’ex primo cittadino Letizia Moratti Pdl, e il neo-eletto Giuliano Pisapia, rappresentante del centro-sinistra. Avere perduto l’amministrazione di molte città ha reso profonda la riflessione all’interno del Pdl e ha galvanizzato le varie anime di opposizione. Dopo la delusione e i festeggiamenti delle prime ore, entrambi gli schieramenti iniziano a far i conti con l’immediato futuro, puntando occhi ed energia sui referendum del prossimo 12 e 13 giugno. Il risultato che emergerà dalle urne sarà significativo per determinare l’intensità e la durata del vento di rinnovamento.“Spero – afferma su questo punto Tortosa – che tra 12 giorni oltre il 50% degli italiani vada a votare. Noi vogliamo che si raggiunga il quorum, si blocchi il nucleare e venga garantita l’acqua, diritto di tutti e bene essenziale per la vita di ogni uomo. Voteremo 4 ‘sì’ per fortificare questa ondata e affinché si avvii un processo di cambiamento verso nuove elezioni politiche, dando ampio spazio alle forze giovanili che hanno desiderio di rappresentarci senza compromessi con nessuno. De Magistris a Napoli e Pisapia a Milano sono un esempio, il significato di questa rivoluzione maturata domenica e lunedì. Dopo 20 anni di governo berlusconiano sentiamo l’esigenza di un cambiamento, di un nuovo modo di essere e vivere la politica, incarnato da centinaia di ragazzi italiani che vogliono appropriarsi di queste vittorie e del loro futuro”

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Debacle del Pdl a Roma?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 Maggio 2011

“E’ quanto mai ridicolo accostare la giunta Alemanno al dato elettorale in altre città, ma è doveroso esprimere la giusta preoccupazione sul fatto che a Roma la situazione rischia di essere ben più grave di quella registratasi a Milano, considerato purtroppo che oggi, come del resto accaduto nelle passate elezioni regionali, nella Capitale il Pdl è latitante” – lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere del Pdl di Roma Capitale, che aggiunge “i risultati delle elezioni sono inconfutabili, tanti cittadini, anche di centrodestra, hanno inviato con trasparenza un messaggio a tutta la classe dirigente del Pdl”. “Non posso non rappresentare la preoccupazione di decine di romani, simpatizzanti ed elettori del PDL, che in queste ore non nascondono la loro delusione, manifestando con forza una sincera preoccupazione per l’eventualità che possa tornare il centrosinistra al governo della città a causa di esplicite responsabilità delle nostre strutture di partito. Maggiore presenza politica e più forte sensibilità istituzionale, una più vivace dinamicità nelle iniziative sul territorio e una più determinata vicinanza alle esigenze dei cittadini, rinnovamento della classe dirigente, più meritocrazia e criteri trasparenti nella scelta degli uomini e dei dirigenti: ecco le richieste più pressanti che arrivano dalla nostra base che però, ad oggi, non hanno alcuna sede per poter essere discusse e concretizzate”, conclude Santori.

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L’imbarazzo del cavaliere

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 ottobre 2010

Era evidentissimo nel suo pallido e stentato  intervento al senato. Gli serve tempo per recuperare un’immagine deteriorata per evitare la debacle preannunciata nel nord a favore della lega e a spese di almeno 50 suoi fedeli esecutori; ma il medesimo tempo servirà a Fini per organizzare il suo partito che già raccoglie molti consensi  tra il centro e il sud Italia (isole comprese). Bisognerebbe che il tempo passasse solo per lui, ma non c’è legge che possa alterare i ritmi dello scorrere del tempo e non basta la maggioranza per modificarne l’eterno e inarrestabile  svolgersi.
Riepilogando: elezioni subito… ? = debacle a favore della Lega;  elezioni in primavera… ?, ma Fini si sarà organizzato e ciò significherà debacle al centro, al sud e nelle isole;  nuotare a vista sperando di concludere la legislatura…?  Debacle su tutto il territorio perché avrà dato il tempo ai suoi alleati, tutti in attesa delle idi di marzo  di  affilare  il necessario, mentre i fedelissimi  cercheranno disperatamente di ricostruirsi una verginità stuprata in altre dimore. Intanto il tempo scorre e in dirittura d’arrivo si preannuncia l’incostituzionalità dell’impedimento che non sarà più legittimo; per il lodo costituzionale dovrà cedere molto (moltissimo) del suo adorato potere, non tanto per la lega (costa poco perché già sazia) ma in termini di principio sia con Fini che con Lombardo.
Certo Feltri non gli ha reso un buon servizio, perché a suo nome ha dichiarato una sfida all’ultimo sangue; giunti al “redde rationem”  Feltri  toglie il disturbo e Berlusconi. Il risveglio da questi incubi non si apre su un’alba radiosa, ma su un plumbeo cielo, minaccioso di tempeste e di tornado a go-gò, tutti con nomi ben noti: Mills, Mondadori, Fininvest, Mediaset. (Rosario Amico Roxas)

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Il voto “disperso”

Posted by fidest press agency su lunedì, 8 giugno 2009

Da anni abbiamo cercato di far capire il grosso errore politico derivante dal frazionamento dei partiti della sinistra italiana da Rifondazione al movimento di Diliberto e altri. Un segnale forte è venuto lo scorso anno con la “rottura” dell’alleanza con i Ds. E’ stata, dal punto di vista elettorale una sconfitta per entrambi se rileviamo, dalle prime proiezioni sul voto europeo, un 27,5% per il Pd e un 7,3% per le restanti coalizioni che si riconoscono nella sinistra. La risposta più eloquente, soprattutto per la sinistra, doveva essere la costituzione di un grande movimento di sinistra. Oggi avrebbe raccolto i suoi frutti anche se ben sappiamo che la domma non avrebbe dato esattamente il 7,3% complessivo raccolto ma di certo avrebbero superato il 5% ed ottenuta una manciata di parlamentari europei. Ciò non solo non è accaduto ma il Pdl ne esce rafforzato con un 39% e che con la lega si porta vicino al 50% dei consensi complessivi. Sono, ovviamente, dati provvisori e gli aggiustamenti di certo non mancheranno nelle prossime ore. La riflessione politica, tuttavia, già si impone con una nota amara: Berlusconi è stato praticamente accusato su tutto e se tanto mi da tanto sarebbe dovuto uscire da queste elezioni con le ossa rotte, Non è stato così e lo prevedevamo. Abbiamo cercato di convincere i nostri amici che la strada della demonizzazione era sbagliata. Gli italiani non avrebbero capito. Gli italiani vogliono venir fuori dal tunnel delle ideologie e ricercano la stabilità anche a prezzo di un governo poco amato. Per contro il partito democratico, da parte sua, ha dimostrato tutta la sua incapacità di essere partito di governo per una certa aspettativa appiattendosi di fatto su posizioni conservatrici. Ora la frittata è fatta. Con questa ennesima debacle i signori della politica lo capiranno finalmente?

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