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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Posts Tagged ‘religione’

Scuola: Docenti di Religione, ora è certo: nel 2023 si svolgeranno due concorsi

Posted by fidest press agency su domenica, 26 febbraio 2023

Il sì della Camera al decreto Milleproroghe contiene anche il via libera al doppio concorso, ordinario e straordinario, destinato agli insegnanti di Religione cattolica. Sono previsti due bandi specifici: 3.083 per la secondaria di primo grado e 3.353 per il secondo grado. I posti rientrano nel limite del 70% delle cattedre in organico di diritto ha specificato il Dossier elaborato dall’Ufficio legislativo del Senato nel commento all’articolo 5, comma 3 del decreto (Proroga del termine per il reclutamento degli insegnanti di religione cattolica) approvato ora in via definitiva. In pratica, sono stati riallineati, spiega la stampa specializzata, “i due trienni di riferimento per le assunzioni a quello della procedura straordinaria 2022/2025”, oltre che “prorogato la pubblicazione dei due bandi entro l’anno 2023”. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda con soddisfazione che “circa il 50% dei posti andrà alla procedura concorsuale riservata, come previsto dall’articolo 1bis, comma 2 del decreto legge 126/19, le cui modalità sono state discusse la settimana scorsa al Ministero dell’Istruzione e del Merito il 17 febbraio prossimo alla presenza della delegazione Anief: in quell’occasione, la nostra delegazione ha chiesto che le prove concorsuali siano semplificate, così come disposto per il concorso riservato per l’infanzia e primaria, DM 17 ottobre 2018. E che dopo il colloquio della procedura straordinaria i candidati vengano tutti riconosciuti idonei per l’accesso al ruolo”.

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Libertà di Religione, Credo e Coscienza

Posted by fidest press agency su domenica, 5 febbraio 2023

Roma martedì 7 febbraio 2023 dalle 18 alle 19,30. Organizzata dall’Associazione Interreligiosa per la Pace e lo Sviluppo (IAPD). WEBINAR Tavola Rotonda. L’incontro intende celebrare la Settimana Mondiale dell’Armonia tra le Fedi e la Giornata della Fratellanza Umana. Interverranno: Agata Distefano, Psichiatra; Don Valentino Cottini, Sacerdote Diocesano di Verona; Francesco Canale, Pastore Evangelico “Equippers Church”; Luis Miguel Perea Castrillon, Vescovo Chiesa Episcopale Anglicana (A.E.C.E.); Nader Akkad, Imam Grande Moschea di Roma; Tenzin Khentse, Monaco Buddista Tibetano; Sergio Coscia, Direttore Federazione delle Famiglie (FFPMU) di Torino; Maria Gabriella Mieli, Relazioni Esterne UPF Italia, moderatrice. Con questa iniziativa a sostegno delle due grandi ricorrenze istituite dalle Nazioni Unite, la IAPD intende raccogliere e fare proprio l’appello dell’ONU, rivolto a sostenere la diffusione del messaggio di armonia interreligiosa, di rispetto reciproco e di cooperazione tra le persone fondamenti della cultura della pace.Il convegno affronterà il tema della libertà di religione, credo e coscienza, che fondata sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e citata molto spesso quando si parla di diritti civili e politici, è la libertà più frequentemente violata. I relatori prenderanno in esame quest’argomento non soltanto come un fatto d’intimo convincimento che si pratica nel privato, ma per l’impatto che esso esercita sulla vita sociale e politica delle nazioni. La Settimana Mondiale dell’Armonia tra le Fedi è stata proclamata dall’Assemblea generale dell’ONU il 20 ottobre 2010 e si celebra annualmente a partire dalla prima settimana di febbraio del 2011. E’ stata istituita per promuovere l’armonia tra le persone indipendentemente dalla loro fede religiosa.La Giornata della Fratellanza Umana è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 2020 con un’apposita risoluzione, che stabiliva che a partire dal 2021, ogni 4 febbraio fosse celebrata questa ricorrenza. Il riferimento è alla stessa data del 2019, quando ad Abu Dhabi, Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib, firmarono il “Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune”. L’UPF è una ONG con Stato Generale Consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC). In Italia, tra le altre iniziative, pubblica la rivista periodica “Voci di Pace”, un autorevole punto di riferimento culturale per il dibattito interreligioso, sui diritti umani e la pace. E’ stata fondata dai coniugi Moon nel 2005 a New York. La IAPD è un progetto di UPF inaugurato nel 2017 nella Corea del Sud. Si propone di offrire un forum internazionale nel quale i leader religiosi possano contribuire con la loro saggezza, la loro esperienza e le loro organizzazioni alla soluzione dei problemi del mondo. In Italia è stata inaugurata nel dicembre del 2020, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani.

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Scuola: Docenti di religione, in arrivo il concorso, luci e ombre

Posted by fidest press agency su lunedì, 25 luglio 2022

C’è preoccupazione per l’imminente emanazione del bando per il concorso di religione cattolica: quelli che si temono sono i possibili sviluppi derivanti dalla realizzazione di un concorso che la Legge 186 del 2003 chiedeva che avesse cadenza triennale e che, dopo 15 anni di attesa, potrebbe vedere la luce, dopo il passaggio alla fiducia delle Camere del DL 30 aprile 2022, n. 36, convertito nella L 29 giugno 2022, n. 79. Anief ritiene che sicuramente la recente sentenza del 13 gennaio 2022 della CGE e la conseguente sentenza del Tribunale di Napoli, III Sezione Lavoro, del 25 maggio 2022, che dispone oltre 700mila euro di risarcimento per 19 insegnanti di religione assunti dopo 36 mesi con contratti reiterati a tempo determinato, potrebbero aver “svegliato” il Ministero dell’Istruzione e costituito l’evento decisivo per l’emanazione del fatidico bando concorsuale.Va poi ricordato che 5.116 posti previsti dal DPCM del 20 luglio 2021 secondo quanto pubblicato in GU il 28 settembre 2021 sono solo un terzo rispetto ai colleghi che concorrerebbero. Come va sottolineato che laddove nel prossimo triennio si libereranno dei posti per pensionamenti, tali posti dovrebbero essere messi a concorso per il 50% per una procedura straordinaria e il restante 50% per procedura ordinaria. Se, ad esempio, si liberano due cattedre per l’a.s. 2024-25 ed esce il bando entro il 31/12/2022, tutti gli insegnanti della diocesi con oltre 36 mesi di servizio concorreranno per un posto nella procedura straordinaria e in subordine per un altro posto nella procedura ordinaria, insieme ai restanti colleghi. Ma, nell’esempio che stiamo facendo, dovranno aspettare l’a.s. 2024-25 per assumere la cattedra ed entrare in ruolo (il che significa entrare in ruolo per chi vince lo straordinario ed iniziare a lavorare per l’idoneo al concorso che dovesse vincere l’ordinario, levando il posto ad un collega non vincitore ultimo in graduatoria).La procedura prevede anche che dopo le prove concorsuali si formeranno delle graduatorie di merito a scorrimento: questo è senz’altro un elemento positivo rispetto a ciò che hanno vissuto i colleghi del 2004 che, si auspica, possano finalmente essere immessi in ruolo il prossimo 1° settembre (a bando non ancora emesso), dopo 15 anni di attesa. “È chiaro che il diffuso richiamo da parte sindacale al buon senso, si fa da parte nostra ancora una volta urgente, appellandoci sia al Ministro Patrizio Bianchi sia alla voce dei Vescovi, da noi incontrati nel settembre scorso, ed oggi guidati dal Cardinale Zuppi”, spiega Alessandro Manfridi, referente nazionale ANIEF IRC. “Purtroppo – continua il sindacalista – la quota del 50 per cento dei posti riservata alle due procedure, mette a rischio, di fatto, il posto di colleghi che lavorano da anni e da decenni nella scuola italiana, senza mai essere stati stabilizzati”. I punti da affrontare sono diversi. Si può ripensare la proposta della materia nelle Scuole Italiane? Con una proposta che preveda un insegnamento non più opzionale ma obbligatorio (salvando dunque questi posti di lavoro)? “È chiaro – risponde ancora Manfredi – che questo richiederebbe una ridefinizione dell’insegnamento della materia nelle Scuole italiane. Senza perdere le competenze e le esperienze di docenti che su queste cattedre lavorano da decenni. Ma tali questioni richiederebbero l’apertura di tutto un nuovo capitolo”.

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Scuola e ora religione. Sempre meno studenti. Come migliorare senza guerre/crociate

Posted by fidest press agency su martedì, 14 giugno 2022

Secondo un’analisi dell’UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), nell’anno scolastico 2020/21, su 7.214.045 studenti frequentanti le scuole statali, 1.014.841 non si sono avvalsi dell’IRC (il 14,07%), con un trend in crescita (erano il 12,90% nel 2018/19 e il 13,53% nel 2019/20). Toscana la regione più laica con Firenze in testa.Auspichiamo che la non frequentazione dell’ora di religione non inibisca agli studenti di conoscere arte e cultura legata alla Chiesa cattolica, come purtroppo accaduto in una scuola del Veneto alcune settimane fa. Perché, per chi ancora non l’avesse capito, l’esenzione dell’ora di religione è una rinuncia all’insegnamento della dottrina cattolica, insegnamento che ancora oggi ha un suo canale privilegiato sancito dalla nostra Costituzione che all’art.7 ingloba i Patti Lateranensi.L’Italia ha un grosso problema in merito, non tanto per il fatto che uno Stato confessionale e non democratico – il Vaticano – è incastonato nel territorio della città di Roma, ma per i privilegi che questo Stato gode a livello fiscale, tributario e scolastico. Per il privilegio scolastico, non c’è ragione logica perché la scuola pubblica (ufficialmente non-confessionale) debba prevedere l’insegnamento della dottrina cattolica. Non solo, ma quando gli studenti hanno fatto domanda di esonero, se ne stanno in classe o nel cortile a non fare nulla, aspettando che questa ora passi… cioè un buco di didattica. Gli insegnanti di dottrina cattolica, inoltre, sono anche pagati dallo Stato italiano. Tutto questo in uno Stato che prevede libertà di confessione religiosa nei propri principi costituzionali.Il grosso problema è che non si vuole prendere atto di una realtà in evoluzione rispetto a medioevo e secoli successivi, non solo per la crescita di chi si esonera dalla dottrina, ma per tutto il tessuto sociale e culturale che – tra atei, agnostici e fedeli di altre dottrine – non è più quello che ci si vuol far credere quando, per esempio, ad ogni iniziativa pubblica c’è sempre un qualche prelato cattolico che presenzia.Restando nell’ambito della scuola, non si capisce perché lo studio della storia delle religioni non debba essere materia al pari di altre, senza esoneri e senza insegnanti col gradimento del Vaticano. Le religioni, e non la Religione, sono elemento determinante di qualunque cultura.Un pesante e condizionante problema che, affrontato senza faziosità ideologica (dovendo sostanzialmente rinunciare a poteri e privilegi), potrebbe far fare un salto di qualità alla scuola e al coinvolgimento degli studenti. Vincenzo Donvito Maxia Aduc

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Scuola: Docenti di religione cattolica senza futuro

Posted by fidest press agency su mercoledì, 2 marzo 2022

In Italia ci sono insegnanti di religione cattolica che attendono l’assunzione a tempo indeterminato da 20 anni, è ora di stabilizzarli: è doveroso attivare il doppio canale di reclutamento per le assunzioni in ruolo con il 50 per cento dei posti riservato ai precari”. Il commento è di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, dopo avere presentato una serie di emendamenti al decreto legge 2505 Sostegni Ter, tra cui uno specifico per assumere definitivamente i docenti di religione cattolica, avviando una procedura straordinaria per titoli riservata a chi è in possesso dell’idoneità rilasciata dall’ordinario diocesano competente per territorio e ha svolto 36 mesi di servizio nell’insegnamento della disciplina nelle scuole del sistema nazionale di istruzione: secondo il piano, ai vincitori del concorso saranno assegnati la metà dei posti vacanti e disponibili a partire dall’anno scolastico 2023/2024 e per gli anni successivi. La proposta, che non avrebbe alcun impatto finanziario per le casse pubbliche, intende superare lo stato di stallo in cui versano circa 15mila docenti di religione cattolica.

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Insegnanti di religione cattolica, Anief richiede la stabilizzazione dei precari

Posted by fidest press agency su giovedì, 12 agosto 2021

La pubblicazione del DPCM firmato il 20 luglio e presentato il 4 agosto sul sito della Pubblica Amministrazione ha messo in difficoltà migliaia di docenti di religione cattolica.Anief intende porre un quesito al ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, che traccia il pensiero di colleghi coinvolti: perché per un precario di altre classi di concorso che ha “racimolato” tre anni di insegnamento si prevede un concorso straordinario, addirittura assunzione diretta dalle GPS di prima fascia, e invece per un precario docente di religione cattolica di 20 e più anni si prevede un concorso ordinario?Questa evidente disparità di trattamento dovrebbe essere analizzata da Viale Trastevere, per provare a mettere a punto le misure che tengano conto di questi colleghi.Anief ricorda di avere in questi mesi proposto vie di uscita a questa situazione, con percorsi atti alla stabilizzazione dei precari. Urge una procedura straordinaria non selettiva, parallela a un bando di un concorso ordinario, quale quello che il DPCM autorizza.Negare le legittime richieste di questi colleghi significa negare decenni di professionalità impiegati nelle scuole italiane e fa passare il messaggio che, per il Ministero, i diritti della classe docente non sono tra le sue priorità.Per questi stessi diritti Anief continuerà a difendere i colleghi su ogni strada percorribile perché vengano loro garantiti.

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Scuola: Gae riaperte, docenti di religione e presidi da assumere

Posted by fidest press agency su domenica, 11 luglio 2021

Sono dei temi sollevati da Anief e che toccano da vicino il regolare avvio del prossimo anno scolastico quelli che i deputati di Montecitorio si apprestano a vagliare. Si tratta della riapertura della graduatorie ad esaurimento per gli abilitati all’insegnamento, già attuata nel 2008 e anche nel 2012, prescindendo dalle modalità con cui sono state conseguite le stesse abilitazioni; del reclutamento di almeno 8.000 docenti precari di religione cattolica, attraverso una modalità di assunzione straordinaria e riservata ai precari che hanno svolto un periodo minimo di supplenze; dell’estensione a tutto il personale di ruolo, anche ai neo assunti del 2020, di partecipare alle assegnazioni provvisorie motivate con effetto 1° settembre 2021, poiché i diritti non vengono adottati a seconda delle date di nascita o di immissione in ruolo ma valgono a prescindere. C’è poi una richiesta di modifica del decreto legge Semplificazioni molto simile a quella prodotta dal sindacato Anief: quella che riguarda l’avvio di un corso-concorso per dirigenti scolastici, una categoria professionale di cui si ha estremo bisogno considerando che i posti vacanti, anche dopo gli ultimi concorsi, sono ormai tornati a toccare quasi quota mille e nel futuro prossimo torneranno ad essere consistenti soprattutto in determinate aree geografiche.

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Impegno FdI per stabilizzazione insegnanti di religione

Posted by fidest press agency su sabato, 26 giugno 2021

“Dall’inizio della legislatura Fratelli d’Italia si batte per la stabilizzazione degli insegnanti di religione cattolica. Una vicenda assurda con precari che attendono da 20 anni una procedura per essere stabilizzati. Sono professionisti, sono famiglie che devono veder riconosciuto il proprio diritto. Abbiamo presentato dall’inizio di questa legislatura un emendamento che puntualmente è stato bocciato da tutte le altre forze politiche. Fratelli d’Italia continuerà la sua battaglia e riproporrà questo emendamento per la loro stabilizzazione come ha già fatto nel decreto Scuola, nel decreto Sostegni e nel decreto di assunzione della Pubblica Amministrazione”. Così il senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, capogruppo Commissione Istruzione e il deputato Paola Frassinetti, responsabile nazionale Dipartimento Istruzione di FdI, a margine della manifestazione degli insegnanti di religione nel teatro Quirino promosso dallo Snadir.

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Ora religione cattolica: Abolirla?

Posted by fidest press agency su sabato, 26 giugno 2021

Per Alessandro Manfridi, referente IRC ANIEF, “il fatto che da più parti si chieda una rivisitazione dell’insegnamento dell’ora di religione, adducendo la necessità di proporre una materia che non sia definita “cattolica” a favore di un insegnamento di “Storia delle religioni”, a motivo della “laicità” dello Stato, sarebbe da ritenersi auspicabile? Posto che si tratterebbe di una materia bilaterale, tale rivisitazione non potrebbe essere imposta in maniera unilaterale”. “Come sindacato – continua Manfridi – domandiamo con forza alle componenti politiche che si son fatte protagoniste, attraverso i firmatari, di questa mozione, come sia possibile che partiti tradizionalmente attenti ai diritti dei lavoratori abbiano totalmente disatteso, attraverso questa o altre proposte simili, la situazione di un corpo docente che lavora al servizio delle scuole italiane di ogni ordine e grado da decenni con competenza e professionalità, che in conseguenza della loro proposta di legge rischierebbe la perdita del lavoro. Anief ha proposto pochi giorni fa quattro emendamenti al Governo per il Decreto Sostegni Bis, per la stabilizzazione, a costo zero, di una buona parte di questi docenti. Proposte che non hanno trovato attenzione”. Ritornando al merito della summenzionata mozione, nonché dell’opinione della senatrice Granato, sarebbe necessario che i titoli pontifici e le lauree magistrali in Scienze Religiose siano riconosciuti come abilitanti per l’insegnamento della eventuale nuova classe di Concorso in Storia delle Religioni. Dunque bisogna che questi docenti possano essere stabilizzati con percorsi riservati perché, come più volte riferito, essi sono al lavoro nelle scuole italiane con contratti a tempo determinato e un servizio di docenza che va da 36 mesi a oltre vent’anni (dal momento che non ha potuto accedere al concorso del 2004 chi aveva meno di quattro anni di servizio) senza che lo Stato Italiano li abbia stabilizzati dopo l’unico concorso del 2004. Bene l’apertura ad altri candidati che abbiano accesso a questa eventuale nuova classe di concorso in Storia delle Religioni, ma prima bisogna stabilizzare questi 26mila docenti che, stante il blocco attuale dei loro titoli magistrali pontifici che non danno accesso ad altre classi di concorso, rischierebbero ad oggi un licenziamento in tronco, dopo un onesto e servizio ultradecennale nelle nostre scuole.

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Scuola: Insegnanti di religione cattolica

Posted by fidest press agency su sabato, 5 giugno 2021

Sono ben 57 gli emendamenti presentati da Anief alla V Commissione Bilancio della Camera per cambiare il decreto Sostegni-bis: tra essi, il sindacato ha suggerito anche specifiche proposte emendative riguardanti gli insegnanti di religione cattolica. Se infatti un insegnante su tre nelle scuole italiane di ogni ordine e grado lavora con un contratto a tempo determinato, la percentuale nazionale per il comparto dei docenti di religione cattolica presenta una statistica di un docente non stabilizzato su due. Tre emendamenti al decreto Sostegni Bis sono dunque stati predisposti per proporre l’uscita dal precariato di questi colleghi prima del bando del nuovo concorso dedicato.Innanzitutto, con l’emendamento n. 47, si propone l’assunzione a tempo indeterminato per tutti i colleghi che hanno superato 48 mesi di servizio ed hanno la cattedra completa (o almeno 12 ore nella Primaria); essi sono già assimilati ai colleghi stabilizzati per regime stipendiale con N05; la loro assunzione in ruolo non comporterebbe dunque alcun aggravio per le casse dello Stato.In secondo luogo, con l’emendamento n. 39, Anief chiede una graduatoria per soli titoli ai fini dell’assunzione di 7 mila insegnanti con più di 2 mesi di servizio; da ricordare anche la nostra pregressa richiesta al Ministero dell’Istruzione per l’assunzione di tutti i colleghi ancora presenti nelle liste del concorso espletato nel 2004, così come disposto dall’art. 1 bis, comma 3, del DL 29 ottobre 2019, n. 126, convertito, con modificazioni, nella L 20 dicembre 2019, n.159.Con l’emendamento n. 38 chiediamo procedura di selezione per titoli e servizi per i colleghi con 24 mesi di servizio per il 100% dei posti vacanti e disponibili, sentita la Conferenza Episcopale Italiana. Infine, l’emendamento 56 all’articolo 58, comma 2, lettera f) chiede che le procedure di mobilità relative ai docenti di RC siano analizzate secondo il loro particolare inquadramento, in seguito a specifiche motivazioni dell’Ordinario, riconosciute dall’USR competente.

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Insegnanti di religione cattolica, richiesta di confronto

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 Maggio 2021

Alessandro Manfridi, delegato Anief per gli Insegnanti di religione cattolica, ritiene necessario un confronto con le senatrici Bianca Laura Granato e Luisa Angrisani di “L’Alternativa c’è” in merito alle loro affermazioni nei confronti della categoria dei docenti di religione cattolica da loro ingiustamente ed erroneamente attaccata. Il docente chiede alle senatrici, “alla luce di queste precisazioni, un confronto, perché tutta la categoria degli insegnanti di religione cattolica, che vivono nelle scuole italiane con gli stessi diritti e gli stessi doveri dei loro colleghi, con non minore professionalità e abnegazione per il loro servizio didattico, siano riconosciuti da tutti come parte integrante e risorsa per tutto il mondo della Scuola”.La questione nasce da un emendamento, durante la XXVIII Legislatura, in 1° Commissione permanente, come riportato dal Resoconto sommario n. 245 del 04/05/202 su Conversione in legge del decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, recante misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici il senatore Andrea Rampi (PD) presentava emendamento 10.27 che passava nella discussione nel Senato della Repubblica con 144 voti favorevoli il 13 maggio 2021; l’emendamento chiede: Dopo il comma 1, aggiungere il seguente: «1-bis. A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, ai fini della partecipazione alle procedure concorsuali, per il reclutamento di personale delle amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2 del decreto legislativo 30 maggio 2001, n. 165, il possesso del titolo di laurea magistrale in scienze delle religioni (LM64), secondo la classificazione indicata dal decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270, spiega i medesimi effetti del titolo di laurea magistrale in scienze storiche (LM84), scienze filosofiche (LM78) e in antropologia culturale ed etnologia (LM01).»L’emendamento dunque spiega e afferma che i laureati in Scienze delle Religioni (LM64) possono accedere, oltre alle attuali classi di concorso A18 e A19 anche ad altre classi di concorso alle quali si accede con le LM84, LM78 e LM01.Proprio in queste settimane Anief sta organizzando una serie di Assemblee sindacali dedicate allo stato giuridico dei docenti di religione cattolica. Il Concordato del 1929 e la sua revisione del 1984 prevedono l’insegnamento della religione cattolica non come elemento confessionale ma per motivi culturali e per le finalità della stessa scuola italiana, riconoscendo le radici della nostra stessa società nei valori del cristianesimo cattolico. La Costituzione della Repubblica Italiana ha confermato i Patti Lateranensi nell’Art 7. Per quel che riguarda la “materia alternativa” di Etica, Storia delle Religioni o Filosofia teoretica, questa è prevista in solo 12 nazioni su 47 in Europa. L’Emendamento Rampi non riguarda in alcun modo gli insegnanti di religione cattolica in servizio nella scuola italiana, perché non è inerente al titolo della Laurea Magistrale in Scienze Religiose conseguita negli Istituti riconosciuti dall’autorità ecclesiastica, si riferisce invece alla Laurea Magistrale LM64 conseguita nelle Facoltà dello Stato Italiano di Lettere, Storia e Filosofia.

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Scuola: Concorso di Religione cattolica, si farà entro l’anno

Posted by fidest press agency su giovedì, 25 febbraio 2021

Prende corpo l’intesa sottoscritta il 14 dicembre scorso fra il Ministero dell’Istruzione e la CEI per far partire il nuovo concorso di religione cattolica, previsto dall’articolo 1-bis della legge 159/19. Il requisito principale di accesso – ricorda oggi Orizzonte Scuola – è il possesso per i candidati della certificazione dell’idoneità diocesana: “è prevista la certificazione dell’idoneità diocesana di cui all’articolo 3, comma 4, della legge 18 luglio 2003, n. 186, rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano competente nei novanta giorni antecedenti alla data di presentazione della domanda di concorso”. La legge specifica che dei posti messi a concorso, una quota non superiore al 50 per cento potrà essere riservata al personale docente di religione cattolica, sempre in possesso del riconoscimento di idoneità diocesana, che abbia svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione. Anief prende atto della volontà dell’amministrazione di avviare la procedura concorsuale. Tuttavia, il giovane sindacato non può non ricordare che la media nazionale di precariato tra i docenti di religione è più che doppia rispetto alle altre discipline d’insegnamento: anche maggiore del sostegno agli alunni disabili, per il quale il 40% di cattedre vengono destinate ogni anno ai precari. Per l’insegnamento della Religione negli ultimi tre lustri non si sono svolti concorsi, arrivando a creare oltre 10 mila precari. Una condizione intollerabile che ha convinto il Consiglio nazionale Anief a presentare una mozione attraverso la quale chiedere l’avvio di un reclutamento straordinario per la categoria.

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Scuola: Concorso docenti di Religione

Posted by fidest press agency su giovedì, 17 dicembre 2020

Con forte ritardo rispetto alle attese, arriva l’intesa tra i vescovi e il ministero dell’Istruzione preliminare al bando di concorso per assumere nei ruoli dello Stato alcune migliaia di docenti di Religione Cattolica. Il concorso – fanno sapere dal Ministero, dopo la sottoscrizione dell’intesa tra la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana – prevede una riserva di posti per i docenti in possesso del riconoscimento di idoneità rilasciato dall’ordinario diocesano, che abbiano svolto almeno tre anni di servizio, anche non consecutivi, nelle Istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione. Il nuovo concorso si terrà a circa diciassette anni dalla prima, e finora unica, procedura concorsuale bandita nel febbraio 2004 in attuazione della legge 186/03, che istituiva i ruoli per l’insegnamento della religione cattolica. La Legge 186/2003 prevedeva infatti l’emanazione di un concorso nazionale con cadenza triennale. A seguito alle prove concorsuali del 2004, i concorrenti, dopo le immissioni in ruolo realizzatesi nel triennio 2004-2007, senza vedere né un nuovo concorso né canali ulteriori di stabilizzazione realizzati come è stato fatto per altre categorie, hanno dovuto attendere il D.M. 93 dell’8 agosto 2020 perché fosse stabilizzato per scorrimento delle graduatorie del 2004 un contingente di appena 472 unità a livello nazionale.

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Scuola: Concorso docenti di Religione

Posted by fidest press agency su mercoledì, 9 dicembre 2020

Le supplenze nelle scuola hanno assunto proporzioni inaccettabili: il record dei posti vacanti e la conseguente reiterazione dei contratti a termine per più di 200 mila precari ha generato una miriade di reclami collettivi presentati in Consiglio d’Europa, con una procedura d’infrazione – la 4231/2014 – pendente presso la Commissione europea. E si rimane, in particolar modo, in attesa del giudizio su cui si dovrà esprimere la Corte di Giustizia UE, sulla causa C-282/19. Stando così le cose, in considerazione dell’attuale situazione di precariato sempre maggiore, il sindacato Anief chiede di autorizzare con successivo decreto del ministero dell’Istruzione l’istituzione di una graduatoria per titoli ai fini dell’assunzione di 7 mila insegnanti di religione cattolica su posti vacanti e disponibili con più di 24 mesi di servizio a tempo determinato nelle istituzioni scolastiche del servizio nazionale d’istruzione, con l’aumento delle attuali autorizzazioni per le immissioni in ruolo già attuate.

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Scuola: Migliaia di docenti di Religione in lista di attesa anche da 16 anni

Posted by fidest press agency su mercoledì, 4 novembre 2020

Il sindacato Anief ha chiesto alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina di istituire una graduatoria per titoli ai fini dell’immissione in ruolo di 7 mila insegnanti di religione cattolica su posti vacanti e disponibili che abbiamo svolto oltre 24 mesi di servizio a tempo determinato nelle istituzioni scolastiche del servizio nazionale d’istruzione, così da incrementare le attuali autorizzazioni finalizzate alle stabilizzazioni della categoria. Il precariato scolastico ha assunto proporzioni inaccettabili: il record dei posti vacanti e la conseguente reiterazione dei contratti a termine per più di 200 mila precari ha generato una miriade di reclami collettivi presentati in Consiglio d’Europa, con una procedura d’infrazione – la 4231/2014 – pendente presso la Commissione europea. E si rimane, in particolar modo, in attesa del giudizio su cui si dovrà esprimere la Corte di Giustizia UE, sulla causa C-282/19.Tra le categorie più danneggiate dalla reiterazione illegittima dei contratti a termine c’è quella dei docenti di religione: nel corso degli ultimi tre lustri si sono accumulati oltre 10 mila precari. Basta ricordare che il ministero dell’Istruzione ha di recente accordato l’assunzione in ruolo di appena 472 docenti precari di religione, a fronte di più di duemila idonei reinseriti nelle graduatorie di merito dell’ultimo concorso del 2004 (motivo per cui Anief ha generato un ricorso le cui adesioni sono ancora attive). E lo stesso concorso per insegnanti di religione cattolica, da svolgere dopo ben sedici anni dall’ultimo, come indicato nell’art.1-bis del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 dicembre 2019, n. 159, andrà a stabilizzare solo una minima parte di precari storici. Stando così le cose, in considerazione dell’attuale situazione di precariato sempre maggiore, il sindacato Anief chiede di autorizzare con successivo decreto del ministero dell’Istruzione l’istituzione di una graduatoria per titoli ai fini dell’assunzione di 7 mila insegnanti di religione cattolica su posti vacanti e disponibili con più di 24 mesi di servizio a tempo determinato nelle istituzioni scolastiche del servizio nazionale d’istruzione, con l’aumento delle attuali autorizzazioni per le immissioni in ruolo già attuate.

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Scuola: Docenti di Religione, proseguono le operazioni di immissioni in ruolo

Posted by fidest press agency su sabato, 17 ottobre 2020

Si sta concretizzando l’assunzione di 472 docenti precari di religione, a fronte di più di duemila idonei reinseriti nelle graduatorie di merito dell’ultimo concorso del 2004. Il ministero dell’Istruzione ha appena comunicato, con apposita nota, che in Toscana “il contingente dei posti residuato, all’esito delle immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2020/2021, comunicate dagli Uffici Scolastici Regionali, pari a n. 23 posti per la scuola secondaria di primo e secondo grado, è riassegnato alla regione”. “Si tratta di numeri risibili – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – poiché purtroppo a causa di una persistente interpretazione “restrittiva” della normativa riguardante la distinzione tra organico di fatto ed organico di diritto, nonostante i posti vacanti e disponibili registrati, il Mef ha autorizzato l’immissione di meno di un quarto di posti”. Prosegue, alla luce di questo, la raccolta di adesioni allo specifico ricorso per ottenere il ruolo attraverso l’ampliamento degli organici preventivati.Proseguono le operazioni di immissione in ruolo dei docenti di religione cattolica ai sensi dell’art.1-bis, comma 3, del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, recante “Misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti”, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 dicembre 2019, n. 159. Un’operazione che porterà in ruolo poche centinaia di docenti precari, nonostante l’intervento del legislatore mirato ad assorbire una parte del precariato a distanza di 16 anni dall’ultima procedura concorsuale.

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Cardinale Angelo Bagnasco: “La religione non è una questione privata”

Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020

«Riconoscere che la dimensione religiosa è parte integrante della persona è essenziale affinché la società sia non accondiscendente ma giusta verso ogni uomo». Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, nel suo saluto istituzionale al convegno “La religione del migrante: una sfida per la Società e per la Chiesa” in corso oggi venerdì 25 settembre al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede, e promosso dall’Università Cattolica, in collaborazione con la Conferenza episcopale italiana alla vigilia della 106a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. «Pensata come una questione meramente privata da confinare ai margini della convivenza sarebbe una miopia intellettuale oppure una forma di laicismo senza laicità. Il laicismo vive di pregiudizi mentre la laicità usa la ragione aperta cioè nella totalità delle sue funzioni». Secondo il cardinale Bagnasco quando si parla di religione la prima parola che viene alla mente è tolleranza. «Personalmente preferisco parlare di rispetto poiché a ben vedere nessuno vuol essere semplicemente tollerato bensì rispettato», osserva il presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. «Inoltre la tolleranza potrebbe essere intesa come una forma di neutralismo valoriale, quindi in fondo di disinteresse. In questo orizzonte il laicismo, che si dichiara tollerante, in realtà sarebbe piuttosto indifferente e poco rispettoso, nega la vera laicità il cui principio è scritto nel Vangelo e che pur non sposando alcun credo riconosce l’essere umano nella sua verità religiosa ed etica». E se il rispetto è l’eventuale condizione per la convivenza sono due i criteri che, per il cardinal Bagnasco, si possono evocare. Il primo è il seguente: «Come la religione ha la possibilità di mettere in guardia la ragione dalla auto-affermazione che fa perdere il contatto con la realtà così la ragione può vigilare circa ogni eventuale forma di chiara violenza che potrebbe essere presente in ogni credo così come in ogni ideologia, cultura e società». L’altro criterio è la «prova della storia», quella che richiede la fatica del pensare e del rigore scientifico. «Se dalla religione nasce una visione e un modo di vivere allora i secoli e i millenni sono testimoni della fecondità o meno delle diverse forme religiose. E noi cittadini europei ne dovremmo essere più consapevoli e più grati».

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La religione è capace di percepire il disagio umano?

Posted by fidest press agency su domenica, 30 agosto 2020

Mi diceva, giorni fa, una signora, mamma e nonna, con un certo scoramento, “mio marito e i miei figli non vanno in chiesa e meno che mai si confessano e si comunicano. E dire che i miei rampolli li ho educati secondo i precetti della mia religione e sono stati battezzati comunicati e cresimati al tempo giusto e lo hanno fatto con animo sereno e partecipato. Non capisco perché ad un certo punto della loro vita questo legame si è spezzato ed io che sono una fervente cattolica mi sono ritrovata a convivere con una famiglia di agnostici”.
Cosa può aver spinto questi congiunti a staccarsi dalla pratica religiosa sia pure ridotta ai minimi come assistere la domenica alla messa e confessarsi e comunicarsi una volta all’anno? “Se io chiedo loro – soggiunge – il motivo del loro diverso rapporto con la pratica religiosa, pur considerandosi cattolici e quindi non rinnegando la propria fede, le risposte che riesco ad avere sono evasive, a tratti persino imbarazzate, e se io faccio leva su questo esitante atteggiamento invogliandoli ad accompagnarmi a messa la domenica ricevo solo pretestuose scuse per rifiutare le mie sollecitazioni.” Mentre questa signora mi parlava mi promettevo d’indagare più a fondo su questo diverso comportamento dei figli e del marito nei confronti della religione per capire se dovevo considerarlo un fatto isolato o lo fosse di dimensioni più ampie e ancora se fosse solo una questione di genere o altro ancora. Così m’impegnai ad assistere di tanto in tanto a una messa domenicale nella parrocchia del mio quartiere e di quelle limitrofe. L’impressione che ne trassi non mi convinse molto nel senso che il rapporto di fidelizzazione religiosa non mi sembrò del tutto indicatore tra i sessi e la loro età. In certe cerimonie, tuttavia, come la messa cantata o nelle festività religiose la distinzione mi parve più marcata con una presenza maggiore delle donne rispetto agli uomini e per entrambi era più consistente il numero delle persone anziane, ma i giovani, e soprattutto i giovanissimi, non mancavano. Per gli altri eventi religiosi, come la recita del rosario, questa ripartizione mi apparve insignificante. Con molta probabilità avevo sbagliato metodo di osservazione. Non era il genere delle presenze durante la funzione religiosa ma semmai il rapporto esistente tra quanti frequentavano la parrocchia e coloro che vivevano nel quartiere. Aggiustai, quindi, il tiro e mi resi conto che il popolo dei fedeli, nell’area osservata, costituiva una minoranza rispetto a quelli che disertavano sistematicamente la chiesa e le opere annesse (Caritas, azione cattolica, ecc.). Per quanto sia lungi da me arrivare a una conclusione per affermare che vi sono tutte le premesse per constatare un “raffreddamento” del sentimento non tanto religioso quanto di appartenenza a una comunità o per lo meno all’osservanza acritica della pratica religiosa devo, comunque, riconoscere che se il mio sguardo si amplia, noto, di là dell’affiliazione religiosa, che sta diventando conflittuale il diverso modo delle persone di rapportarsi alla vita sociale. Forse è ancora prematuro riconoscerne tutti i presupposti sebbene qua e là i segnali non mancano. È che progredisce la tendenza a non vedere il mondo allo stesso modo, sia pure con i suoi pregi e i suoi difetti. Non ci accontentiamo, probabilmente, dell’uso che si fa delle parole ma vorremmo da esse la capacità di darci risposte concrete ai nostri problemi esistenziali. (Riccardo Alfonso)

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Freud critica la religione per un semplice pregiudizio?

Posted by fidest press agency su lunedì, 25 Maggio 2020

Dice Oscar Pfister che ha ben conosciuto Freud: “Le critiche di Freud alla religione non sono nuove, inoltre, nonostante il suo proclamato ateismo, la sua opera, destinata ad alleviare le cure degli uomini, fa di lui un uomo implicitamente religioso”. Freud si vanta nelle sue note autobiografiche non di non aver ricevuto nessuna precisa educazione da piccolo e, quindi, di non avere pregiudizi e preconcetti che secondo il suo giudizio, indeboliscono quindi l’intelligenza e la comprensione dei fatti in questo campo.
Non dobbiamo, comunque, dimenticare l’importanza, che indirettamente nella sua formazione, in specie nell’età infantile, può aver giocato la cultura ebraica hassidica galiziana nella quale la sua famiglia per decenni aveva vissuto. Scrive ancora Maryse Choiry “Freud è stato così ateo come ha detto? L’ha detto troppo. Egli stesso ci ha insegnato a diffidare delle asserzioni assolute. Il tutto quello che è esagerato è insignificante di Talleyrand si traduce nel linguaggio psicoanalitico in tutto quello che è esagerato, contiene un elemento contrario. Freud non è stato piuttosto ambivalente nei confronti della religione? Egli vuole troppo convincermi perché io sia convinto. Quando dimentica di essere ateo, gli avviene talora di scrivere una pagina mistica suggestiva”.
Freud con molta probabilità pensava alla religione nella sua duplice configurazione di atto di fede e di religiosità espressa nei rituali. La prima proviene dall’io profondo e la seconda dalle suggestioni e le emotività che ci accompagnano nel nostro cammino esistenziale. In difetto non si potrebbe spiegare altrimenti la sua contraddittorietà in dichiarazioni quali: “Io sono il diavolo che apre la strada, dopo verrà Dio. Il diavolo apre sempre la strada a Dio” e ancora “Se io pure con le mie interpretazioni ho ucciso Dio negandolo, nelle mie scoperte scientifiche c’è invece la premessa per farlo risorgere e riemergere dopo alla visione e alla constatazione degli uomini”. Come un antico profeta ebraico, Freud sembra dire quindi: “Altri tempi verranno”. Una dimostrazione di questa dualità è riscontrabile nelle accuse di Freud alle imposizioni dogmatiche della religione e alle sue ossessive irrazionali ritualità. È quindi la forma e non alla sostanza che s’incentra la critica. In Freud tracce di questo interesse trapelano spesso in osservazioni e considerazioni che si possono riconoscere qua e là nelle sue opere. Alla fine, si potrebbe sostenere che tutto il sistema psicologico nel profondo di Freud è anche un travestimento profano del sacro. È lo stesso Freud, infatti, a sostenere come la Kabbala non è altro che il linguaggio manifesto e condizionato e quindi derivato da un altro profondo inconscio linguaggio. Anche Jung, a questo riguardo, vedeva nelle formulazioni scientifiche di Freud aspetti di teologia mascherata. La nostra eredità spirituale è indubbia. Vi può essere, semmai, una forma di sensibilità diversa tra un soggetto e l’altro che può rendere stridente il rap-porto tra fede e pratica religiosa con i suoi rituali e i suoi dogmi.
Ciò significa, per dirla con Lassalle allorché ci parlava del Buddhismo Zen, “Che non basta scoprire la verità liberatrice assoluta per mezzo del pensiero dialettico, e di credervi basandosi sulla trasmissione per via orale: al contrario essa va raggiunta per intuizione o esperienza interiore personale. A questa intuizione si accede mediante lo Zazen o meditazione Zen. Il mondo che si rivela nell’illuminazione. Si definisce, quindi, “mondo dell’identità”, in opposizione al “mondo delle differenze”. Secondo la dottrina buddhista questo mondo non ha realtà, ma è solo illusione”. L’origine della religione sostanzialmente nell’ipotesi di Freud coincide con il complesso di Edipo. Ma commenta Charles Hainchelin in “Le origines de la religion»: «Freud in questo campo si appoggia su una ipotesi di Robertson Smith e egli ha molto utilizzato i lavori di Frazer relativi alla leggenda della morte di Dio-Padre e del Figlio. Il guaio è che questa ipotesi, e pertanto le teorie che sono fondate su di essa, non è confermata dai fatti. Un complesso come quello di Edipo non potrebbe, in effetti, datare che da una fase già avanzata dello sviluppo sociale, che d’altra parte determinerebbe un’insolubile contraddizione, perché con la promiscuità primitiva, poi il matrimonio per gruppi, il padre era sconosciuto. Il passaggio dalla poligamia alla monogamia, che sembra supporre la tesi di “Totem e tabù” è assai recente: esso è in generale legato all’apparizione della proprietà privata che contribuì a dissolvere la famiglia consanguinea. (Riccardo Alfonso)

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Freud e la religione

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 Maggio 2020

A questo punto non sarei del tutto esaustivo se trascurassi ciò che la religione ha rappresentato per l’essere umano nella storia di tutti i tempi e che Freud arriva a finire che si tratta di un’alienazione quando si spostano e si proiettano paure e speranze in un aldilà fantastico e astratto. È un modo di allontanarsi dalla realtà. Come prima di lui Schopenhauer e Nietzsche, e come il dott. Laurence avrebbe fatto dopo di lui, Freud interpreta l’essenza conoscitiva della religione come dislocazione del sentimento emotivo nei confronti dell’autorità. Oltre a far risalire la religione a sentimenti infantili di dipendenza, Freud l’accusava di essere una preoccupazione fondamentalmente femminile. Gli interessava far risalire il pathos dell’uomo religioso, che è costretto come una donna, all’obbedienza incondizionata. Essere religiosi, nel modo inteso da Freud, significa essere passivi, docili, dipendenti, cioè manifestare dei tratti tipicamente femminili. La religione, secondo Freud, nasce dal fomentare un sempre crescente “senso di colpa”. “Quando una tendenza istintiva è repressa, disse Freud in “Il disagio nella civiltà”, i suoi elementi libidici si trasformano in sintomi e le parti aggressive in senso di colpa”. Di tanto in tanto i clan celebrano delle feste religiose, durante le quali i membri della famiglia totemica riproducono con danze rituali i momenti caratteristici del loro totem.
Scrive Kereny: “Lo scopo di Freud era precisamente quello di soddisfare l’uomo irreligioso che pure s’interroga sul fenomeno, così difficile da comprendere, delle religioni, e questo era appunto il caso dello stesso Frazer e di Freud. Ma la storia dell’umanità non presenta né l’evoluzione “magia-religione-scienza” che Frazer pretendeva, né un modello puro ed incontaminato, sicché Frazer fu costretto a costruire con semplificazioni assai più spinte di quelle alle quali ricorre Bachofen nella sua teoria sull’evoluzione della famiglia”. Per Kereny: “Freud non vide, come non lo notò Frazer, che i loro modelli per l’origine della religione, che avrebbero dovuto spiegare addirittura il grande sacrificio del Cristianesimo, equivalgono a generalizzare a tutta l’umanità, una nevrosi preistorica”.
Un altro elemento che Freud non colse, perché gli mancava la visione d’insieme necessaria, è che una religione totemistica con tutti i suoi contrassegni caratteristici, totem, tabù ed esogamia, non è dimostrabile in nessuno dei popoli che ebbero parte, in un qualche periodo nel maturare della nostra civiltà occidentale caratterizzata dall’evoluzione, né presso gli indogermani né presso i mesopotamici, e neppure presso gli egizi. E neppure presso gli israeliti. Sia Schopenhauer sia Freud davano per scontata l’assurdità della credenza religiosa agli occhi degli uomini razionali. Oggetto della discussione è semplicemente il problema se la fede sia necessaria per controllare la maggioranza non illuminata, oppure se il valore della religione, che è comunque in declino, se non sia stato sopravvalutato e non costituisca, in realtà, una forza che contrasta con le finalità illuministiche: ragione, progresso, effettivo miglioramento dell’umanità. Il ragionamento del Demofilo di Schopenhauer è molto simile a quello dell’interlocutore di Freud in “L’avvenire di un’illusione”. Il Demofilo dice: “Non hai idea di quanto sia sciocca la maggior parte della gente”. Il “Dialogo” di Schopenhauer uscì nel 1851, quello di Freud nel 1928. Così commenta Jacquard: “Freud pensa che la religione non possa essere altro che una fase necessaria nell’evoluzione umana, fase paragonabile all’adolescenza”. Freud ha affermato nelle sue analisi, che vietando l’uso delle facoltà critiche in una particolare direzione, si determina un abbassamento generale dell’acume critico del soggetto, danneggiando le capacità razionali.
Freud ammette, d’altra parte volentieri, che le sue “speculazioni” non hanno parte integrante del sistema analitico. Ciò vuol dire che è possibile usare la metodologia (psicoanalitica) anche al servizio dell’opinione opposta. È quello che farà Oscar Pfister nel libro “L’illusione di un avvenire”.
Ma Freud non è il solo né il primo ad avanzare l’idea di un’anima collettiva. Lo sostennero sia Durkeim, della scuola sociologica francese, sia Wundt. Commenta in proposito Fromm: “oltre che un’illusione, dice Freud in sostanza, la religione è un pericolo, perché tende a santificare certe cattive istituzioni umane con cui si è sempre alleata. La religione, inoltre, tende a impoverire l’intelligenza, insegnando a credere a un’illusione e proibendo il pensiero critico”. Non c’è dubbio che, come asserisce Jung, inflazionare in questo modo la portata del complesso di Edipo sul piano della cultura e dell’inconscio collettivo, può significare tendere ad eliminare quel fattore religioso che ha tanta parte nei livelli più alti della personalità umana.
Da parte mia sono convinto che il fattore religioso sin dai primordi della vita ma ancor più nel momento in cui il primo essere umano ha alzato gli occhi alle stelle vi sia stato, nel comune sentire, un avvertimento religioso. Fu il primo desiderio per capire ciò che eravamo manifestamente in tutti i nostri comportamenti. In qualche modo ci richiamavano a una particolare “religiosità”. Non certo a caso i recenti studi comparati dell’antropologia culturale relativi alle simbologie superiori delle èlite del grande sciamanesimo arcaico, risultanti dai graffiti preistorici, tutti analoghi nei tre continenti antichi e studiati da Eliade, da Leroi-Gouhran, da Marsach e dalle loro scuole rivelano un concetto religioso profondamente avvertito e immaginifico nelle sue rappresentazioni murarie. Lo stesso dicasi per i cosiddetti fossili viventi culturali delle epoche arcaiche. Il loro “sentire e udire” cosmico è espresso dai simboli superiori delle grotte e da cui discendono tutte le tradizioni che ritroviamo nei millenni successivi. Inoltre, i grandi problemi delle origini si sono fatti molto più complicati riguardo varie fasi che si affacciano, man mano che si accrescono gli studi neurologici. (Riccardo Alfonso)

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