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Posts Tagged ‘classi pollaio’

Scuola: Con classi da 23-24 alunni il nuovo anno parte con il piede sbagliato

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 luglio 2022

Negli ultimi due anni e mezzo, “purtroppo poco è stato fatto – ha detto il sindacalista all’agenzia Teleborsa – e anche l’idea di costruire” circa 200 nuove scuole con i fondi del Pnrr “di certo non risolve il problema del sovraffollamento delle classi. Qui lo vogliamo dire e ripetere: quand’anche riuscissimo ad avere 23-24 alunni per classe, laddove esistono ancora tante classi con 30-32 alunni, questo rapporto sarebbe comunque insufficiente, perché al tempo del Covid, con gli spazi chiusi, più di 15 alunni per classe non ci vanno”. E anche senza pandemia, comunque, non si rispetterebbero i parametri minimi sulla sicurezza, perché l’ampiezza delle nostre aule non è tale da poter contenere un così alto numero di alunni in aule che mediamente sono di 35 o al massimo 40 metri quadrati. “Per questo – ha continuato Pacifico – bisogna rivedere anche gli organici del personale. Tra l’atro, in questo modo si andrebbero a migliorare anche gli apprendimenti degli alunni” che i rapporti Ocse-Pisa, ma anche lo stesso Invalsi, continuano a indicare in discesa. “Questa è l’ultima campanella per il governo, che deve agire, altrimenti qui si rischia di compromettere per la terza volta l’anno scolastico”, ha concluso il sindacalista autonomo.

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Non bastavano le classi pollaio create dal dimensionamento scolastico

Posted by fidest press agency su lunedì, 18 ottobre 2021

Nei nostri istituti ci sono anche quelle create direttamente delle scuole, che per motivi organizzativi interni si ritrovano a dividere gli studenti in gruppi, senza rendersi evidentemente conto che vi sono limiti legati alla sicurezza e alla didattica che non possono essere superati.“Da lunedì – ha detto la madre di uno studente alla Gazzetta di Modena – l’insegnante di spagnolo è assente. Nella classe di mia figlia normalmente sono 29. Nell’ora di spagnolo i ragazzi vengono divisi tra chi studia spagnolo e francese. I primi, che sono sedici, vengono a loro volta divisi. Per fare un esempio, otto di loro sono stati inseriti in un’altra classe che conta 28 alunni, andando a formare un nucleo di 36 persone”. Considerando i due insegnanti che fanno lezione in aula, quello curriculare e l’esperto, si arriva alla presenza in un’aula di 38 individui.Invece, da parte della scuola, stando a quanto riferito dal giornale, il sovraffollamento non desta alcuna preoccupazione, visto che la classe, nei momenti in cui si arriva al numero di alunni citato, è stata allestita all’interno di una grande aula che favorisce non solo il distanziamento richiesto ma anche il ricambio d’aria. Addirittura, l’assembramento in una mega-aula viene considerata un’occasione di arricchimento per gli studenti e le studentesse. Intanto il dibattito, scrive Orizzonte Scuola, si è trasferito sul web, con prese di posizione favorevoli e critiche: “Ma 36 in una classe cosa possono mai imparare? Ottimo sapere che sono rispettate le norme anti Covid, ma il diritto all’istruzione è egualmente rispettato?”, ci si chiede da una parte. È invece “un regresso da parte degli insegnanti che non sanno insegnare e non riescono a reggere tanti alunni tutti insieme”, è la critica di segno opposto: “Troppi compiti da correggere, scherziamo?”, ci si chiede da un’altra prospettiva, decisamente poco riconoscente verso il lavoro dei docenti.

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Le classi pollaio nelle scuole italiane

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 agosto 2021

Ai microfoni di Sky Tg 24, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha detto che “per quanto riguarda le classi numerose voglio ricordare che a livello nazionale, su tutti gli ordini di scuole, rappresentano meno del 3% del totale delle classi”. Le classi più numerose, ha aggiunto, “sono essenzialmente negli istituti tecnici e superiori delle grandi aree metropolitane, su cui stiamo intervenendo con un programma specifico”. Le aule con un numero maggiore di 27 “sono il 2,9%, mentre quelle con meno di 15 sono il 13%. Abbiamo quindi anche un problema opposto ovvero di classi in situazioni in cui non riusciamo a fare le prime le prime elementari perché non abbiamo più bambini. Il quadro quindi va visto nel suo insieme”. Il sindacato Anief crede che la storia sia diversa: dai dati desunti dallo studio del politecnico di Torino, infatti, il quadro è ben differente. Nello specifico, le sezioni della scuola dell’infanzia attualmente sono costituite con un numero minimo di 18 e un massimo di 26 alunni, salvi i casi di presenza di alunni disabili. È sottolineato come “il dimezzamento della numerosità delle classi in presenza appare indispensabile in questa fase emergenziale”. Le sezioni della scuola primaria sono costituite con un numero minimo di 15 e un massimo di 26 alunni, salvi i casi di presenza di alunni disabili. Anche qui “il dimezzamento della numerosità delle classi in presenza appare anche in questo caso indispensabile in questa fase emergenziale. Le sezioni della scuola secondaria di I grado sono costituite con un numero minimo di 18 e un massimo di 27 alunni. Ancora, “in questi casi è da prevedere nuovamente il dimezzamento del numero di alunni in presenza”. Le sezioni della scuola secondaria superiore sono costituite con un numero minimo 27 alunni. “Anche in questo caso la numerosità andrebbe ridotta alla metà per garantire politiche adeguate di segregazione e distanziamento”.Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, sottolinea come nel testo sia chiaro il concetto che le classi vanno sdoppiate e per contenere massimo 15 studenti per classe occorrono da un minimo di 188mila locali in più a un massimo di 330mila.

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Prima di obbligare i docenti a vaccinarsi eliminate le classi “pollaio”

Posted by fidest press agency su martedì, 3 agosto 2021

La predisposizione del nuovo anno scolastico non può essere organizzata continuando a mantenere 30 alunni in 30-40 metri quadrati. Il sindacato lo dice da mesi, ma rimane inascoltato. Ora il Governo si appresta ad adottare la vaccinazione obbligatoria, che però non ci affrancherà dai contagi da Covid19. Dal CdM sembra proprio che uscirà la decisione, scrive oggi la carta stampata, “di mettere un obbligo a “livelli”, con una prima raccomandazione e poi un inasprimento delle “pene” sulla base della resistenza da parte del lavoratore”.In pratica, “dopo una prima raccomandazione, se il docente non si adegua potrebbe arrivare il trasferimento in un’altra città posizionandolo in posti lavorativi diversi dalla docenza. Infine, ultimo intervento la sospensione dello stipendio. Non vengono riportati interventi quali il licenziamento del lavoratore. Tra martedì e giovedì si attende lo schema di decreto che conterrà tali misure che potrebbero essere innescate nei casi di mancato raggiungimento della percentuale di vaccinati ritenuta di sicurezza nella Regione o provincia, oppure entrare in vigore a prescindere su tutto il territorio nazionale”.Anief lo ripete: la vaccinazione dei docenti è praticamente inutile se poi continuiamo ad avere alunni ravvicinati in classe di portata metrica ridotta. Anche il Comitato tecnico scientifico lo dice in modo chiaro: nel verbale 34 del Cts c’è scritto che “laddove non sia possibile mantenere il distanziamento fisico per la riapertura delle scuole, resta fondamentale mantenere le altre misure non farmacologiche di prevenzione, ivi incluso l’obbligo di indossare in locali chiusi mascherine di tipo chirurgico” lasciando intendere sia possibile non fare uso di protezioni nel caso il distanziamento sia garantito all’interno dei locali della scuola. Peccato che tutto questo rimarrà lettera morta.

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Scuola: “Necessario azzerare il fenomeno delle classi pollaio e aumentare organici”

Posted by fidest press agency su domenica, 11 luglio 2021

Il sottosegretario di Stato al ministero dell’istruzione Rossano Sasso ha sottolineato come nel mese di marzo siano stati “stanziati 300milioni per la sicurezza delle aule” oltre a altre risorse a favore degli enti locali affinché potessero trovare dei nuovi ambienti in cui potersi adeguare alle nuove esigenze. Ha anche affermato che “in Italia non esiste nessun obbligo vaccinale, ma auspichiamo che i lavoratori della scuola non ancora vaccinati possano farlo al più presto, per evitare il disastro della chiusura della scuola”. Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, ha ribadito come sia “necessario azzerare il fenomeno delle classi pollaio e aumentare gli organici, non solo per permettere realmente il distanziamento sociale, ma anche per ottimizzare gli apprendimenti dei nostri studenti. Bene investire sull’istruzione, da qui deve ripartire tutto”.

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Scuola: basta classi pollaio e stipendi più alti ai docenti

Posted by fidest press agency su lunedì, 28 giugno 2021

È il momento giusto per mettere mano ai parametri che regolano la formazione delle classi. A ricordarlo è stato Marcello Pacifico, leader dell’Anief, ricordando il periodo storico favorevole: “bisogna approfittare del dato migliore sulla natalità – ha detto il leader del sindacato rappresentativo – che ci dà l’opportunità di non operare dei tagli e di conservare gli organici, ma bisogna anche rifare il rapporto con gli studenti, perché le classi pollaio ci sono ancora ed occorre quindi lottare contro questo fenomeno e ridurre il numero di alunni per classe”. Il rappresentante dei lavoratori ha quindi detto che “la scuola italiana ha bisogno certamente di recuperare il tempo scuola, che non è soltanto il tempo pieno, cioè quel tempo che si impiega nelle attività pomeridiane al di là dell’ordinaria attività didattica, che è quasi assente nelle scuole del Sud. Parliamo invece di un tempo scuola che è stato ridotto negli ultimi anni, a partire dalla riduzione di 4 ore in ogni ordine e grado attuata negli ultimi dodici anni”.Sugli stipendi del personale della scuola italiana, notoriamente tra i più bassi in Europa e non solo, il presidente dell’Anief ha ribadito che “sono molto lontani dallo standard europeo, ma sono addirittura sette punti sotto l’inflazione”. L’Anief come sindacato è pronto – ha sottolineato Pacifico – ed ha sottoscritto un Patto per la Scuola, firmato il 20 giugno scorso, che prevedeva l’impiego di risorse aggiuntive da assegnare al personale scolastico proprio per combattere queste disuguaglianze che non hanno motivo di esistere.

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Scuola. Le classi pollaio sono più forti del Covid: ce ne sono ancora 31 mila con oltre 25 alunni

Posted by fidest press agency su martedì, 29 settembre 2020

È stato disatteso l’impegno preso dal Parlamento con il Decreto Rilancio sulla riduzione del numero di alunni per classe, così da garantire il distanziamento minimo di alunni per prevenire i contagi da Covid19: secondo il report odierno pubblicato da Tuttoscuola, nei nostri istituti vi sono ancora 31 mila classi con oltre 25 allievi, pari all’8,6% di tutte le classi attivate. Per cancellarle, portandole al massimo proprio a 25 gli iscritti per classe, bisognerebbe assumere 6.607 nuovi docenti. Marcello Pacifico (Anief): “Abbiamo sempre sostenuto che per ottemperare alla norma sul distanziamento di almeno un metro tra ogni studente in tutte le direzioni sarebbero dovuti entrare non più di 16 alunni per aula. Anche perché va considerata la presenza in aula anche di più docenti, e in presenza di alunni disabili anche dell’insegnante di sostegno o dell’assistente educativo culturale. Più volte, in audizione presso la Camera e il Senato, anche con specifici emendamenti Anief proprio al Decreto Legge n. 22, abbiamo espresso questo concetto, ma non siamo stati ascoltati. È bene, adesso, che il piano di riduzione si attui con i fondi UE del Recovery Fund: l’impegno del Governo c’è, si tratta ora di inserirlo, nero su bianco, nel documento che a breve il Parlamento sarà chiamato ad esaminare, in vista della consegna della proposta ufficiale alla Commissione europea per l’assegnazione all’Italia di 209 miliardi complessivi”.Ha resistito anche alle esigenze del Covid19 la concentrazione eccessiva di alunni per classe: secondo i calcoli pubblicati oggi da Tuttoscuola, “se si assume il limite di 25 alunni per classe – che si può ritenere certamente più ragionevole dal punto di vista della gestione didattica, almeno come limite massimo – come spartiacque tra la normalità e le classi pollaio, vi sono 31 mila classi (30.829) con oltre 25 alunni: 4.937 sezioni di scuola dell’infanzia, 3.283 classi di scuola primaria, 4.258 classi di scuola secondaria di I grado e ben 18.351 di II grado”.Non avrebbe quindi avuto seguito l’articolo 231-bis della legge di conversione del decreto legge 34 “Rilancio” che ha previsto norme speciali, da realizzare con apposita ordinanza ministeriale, per “derogare, nei soli casi necessari al rispetto delle misure di cui all’alinea ove non sia possibile procedere diversamente, al numero minimo e massimo di alunni per classe previsto, per ciascun ordine e grado di istruzione, dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81”.

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Scuola: Classi pollaio addio con i fondi del Recovery Fund, il Governo fa propria la linea dell’Anief

Posted by fidest press agency su mercoledì, 24 giugno 2020

La ministra dell’Istruzione ha annunciato che per ridurre l’annoso problema del numero di alunni per classe, che con il distanziamento imposto dal pericolo Covid diventa motivo ostativo allo svolgimento delle lezioni, si utilizzeranno il fondo speciale che l’UE sta predisponendo per ogni Paese membro, come “paracadute” per ammortizzare la lenta e difficile risalita dopo il Covid-19. Si procede, dunque, proprio come indicato da Marcello Pacifico, presidente Anief, per la prima volta a inizio giugno durante l’incontro in video-conferenza con il presidente del Consiglio sulla ripresa delle attività scolastiche a settembre: in quell’occasione il sindacalista invocò il rispetto del distanziamento sociale eliminando le classi pollaio italiane con “almeno 12 miliardi dei 172 miliardi in arrivo dal Recovery Fund perché la salute di tutta la comunità educante deve essere considerata alla pari dell’emergenza sanitaria. In questo modo – disse Pacifico – si recupererebbero i dieci miliardi tagliati negli ultimi anni di tempo scuola, plessi cancellati, sedi di dirigenza e di personale. E si sbloccherebbe l’assunzione di 150 mila docenti, tramite le nuove graduatorie di istituto ad agosto per ottemperare alla sentenza Rossato della Corte di Giustizia europea sui risarcimenti relativi all’abuso dei contratti a termine, oltre che per stabilizzare altri 40 mila lavoratori precari Ata, educatori e Dsga facenti funzione”. Un concetto ribadito anche dinanzi alle altre sigle sindacali europee incontrate da Anief in Commissione UE e qualche giorno fa al premier Giuseppe Conte, a Villa Pamphilj, durante gli Stati Generali dell’Economia.Commentando le parole della ministra dell’Istruzione, lo stesso sindacalista si dice oggi compiaciuto: “Avere aderito alla nostra proposta – dice Marcello Pacifico – dà merito a questo Governo sull’apertura al confronto reale con le parti sociali e i rappresentanti dei lavoratori. Quello che noi abbiamo indicato, del resto, non è altro che una disposizione che si sta attuando in tutta Europa, dove la parola chiave è ‘distanziamento’ e le classi sono oggi formate da 10 alunni, come in Belgio, fino a non oltre 15, come nel Regno Unito. Noi abbiamo detto quindi di adeguarci a queste disposizioni, né più né meno. E utilizzare i fondi che la stessa Europa ci metterà a disposizione”.

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Scuola: Per la ministra Azzolina le classi pollaio sono un ostacolo alla sicurezza

Posted by fidest press agency su sabato, 25 aprile 2020

Anief: sono parole che condividiamo in pieno. Se si vuole dare seguito alle buone intenzioni della titolare del ministero dell’Istruzione, non rimane altro allora che approvare la nostra proposta migliorativa del Decreto Legge sulla Scuola n. 22 oggi presentata dinanzi alla VII Commissione del Senato, assieme agli altri emendamenti Anief, con la quale chiediamo di prendere disposizioni urgenti nella formazione delle classi al fine di adeguare i meccanismi di distanziamento sociale per la prevenzione della diffusione di ulteriori epidemie.Marcello Pacifico (Anief): “Se si prende come media una classe di sette metri per cinque, quindi da 35 metri, e va applicato il distanziamento di un metro e mezzo da ogni studente in tutte le direzioni, quindi anche da ogni uscita, si riesce a farcene stare non più di 16. Poi però c’è anche il docente, anzi possono essercene due o tre, considerando le eventuali compresenze e il sostegno agli alunni disabili, più l’assistente educativo culturale. Ecco perché al massimo possono esserci 15 allievi per classe, come abbiamo ribadito oggi al Senato”.Sulla tutela della salute degli alunni, la ministra dell’Istruzione la pensa come il sindacato Anief: Lucia Azzolina, intervenendo sull’atto da poco firmato, che istituisce presso il Ministero il comitato di esperti con cui mettere a punto il Piano per la Scuola, ha infatti detto che “serve un approccio resiliente per superare questa crisi. L’emergenza ha ricordato a tutti la centralità del sistema d’Istruzione. Ma ha anche evidenziato le criticità che la scuola italiana sconta da anni. Troppi anni e troppi ritardi. Digitalizzazione, formazione, edilizia: priorità su cui non può più esserci alcuna esitazione. Un esempio: quando due anni fa da parlamentare ho iniziato a parlare di classi pollaio e presentato una proposta di legge, in pochi hanno raccolto l’urgenza di quel tipo di intervento. Oggi invece tutti si accorgono che con un’emergenza sanitaria in corso la composizione troppo numerosa delle classi è un ostacolo non solo per la didattica ma anche per la sicurezza”.

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Scuola: Al Miur arriva Lorenzo Fioramonti, Anief: va bene agire subito su precari e classi pollaio

Posted by fidest press agency su giovedì, 5 settembre 2019

Il giovane sindacato rappresentativo fa i migliori auguri al neo ministro dell’Istruzione, dichiarandosi subito pronto ad incontrarlo al più presto, per portare soluzioni concrete e risolvere gli annosi problemi della scuola. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Chiederemo da subito al ministro dell’Istruzione di farsi tramite per bloccare le riduzioni progressive di spesa pubblica previste per la Scuola nell’ultimo Def, con decrementi continui fini al 2040. Sull’immediato, sarà altrettanto importante intervenire su sei punti di legislatura, con il vero decretosalvascuola, non fermandosi ai già annunciati interventi per stabilizzare i supplenti storici, entrati nel mirino della Commissione UE, e cancellare le classi troppo numerose: sarà indispensabile agire con immediatezza sull’adeguamento degli organici di fatto a quelli di diritto e organici differenziati per territorio; sul reclutamento dalle attuali graduatorie (GaE, graduatorie di merito e d’istituto); certamente sull’immissione in ruolo dei precari, non solo docenti, ma anche Ata, educatori ed assistenti alla comunicazione, lsu; sulla conferma dei ruoli degli insegnanti assunti con riserva dopo il superamento dell’anno di prova; sulla parità di trattamento tra personale precario e di ruolo con rivisitazione della ricostruzione di carriera; sull’utilizzo delle risorse risparmiate nella scuola per rinnovare i contratti con incrementi medi di 200 euro mensili e mobilità ordinaria annuale insieme a corsi abilitanti ordinari”.
Con il Governo Conte due, al posto del leghista Marco Bussetti, arriva il pentastellato Lorenzo Fioramonti. La sua è una promozione, dopo avere ricoperto il ruolo di sottosegretario nell’esecutivo uscente. Fioramonti è un docente universitario – professore ordinario di Economia Politica all’Università di Pretoria (Sudafrica) – e vanta un curriculum di alto livello: è il primo e l’unico ad aver conseguito la “Cattedra Jean Monnet” in Africa. Speriamo che sia anche il primo ministro a volere risolvere dei problemi della scuola che i suoi predecessori non hanno nemmeno scalfito.

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Scuola – Dati eclatanti: quasi 20 mila classi pollaio in Italia

Posted by fidest press agency su domenica, 3 febbraio 2019

L’on. Luigi Gallo, presidente della VII Commissione alla Camera, anticipa dati sulle classi pollaio che presto saranno ufficializzati. Numeri choc negli istituti di ogni ordine e grado di tutto il territorio nazionale, con circa 500 classi che hanno oltre 34 studenti per aula. Marcello Pacifico, presidente Anief, all’attacco: “Negli ultimi mesi abbiamo lottato con tutte le nostre forze affinché l’annosa situazione trovasse una soluzione. Si tratta di dati allarmanti che mettono in serio pericolo il giusto andamento delle lezioni, oltre a rappresentare un rischio per la sicurezza e l’incolumità di insegnanti e discenti. Inoltre non dimentichiamo gli alunni disabili, che necessitano di misure consone alla loro condizione.

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Scuola: Il M5S vuole cancellare le classi pollaio e fare più assunzioni

Posted by fidest press agency su giovedì, 31 gennaio 2019

Bene, per il presidente Anief Marcello Pacifico, ma per realizzare il progetto serve un grande sforzo perché si trovino le risorse nella prossima legge di stabilità e il giusto ascolto. Si parta dalla riapertura delle GaE per evitare le cattedre deserte al momento delle convocazioni per le immissioni in ruolo, e la stabilizzazione di Ata, docenti di sostegno e con 36 mesi. Secondo il vicepresidente del Consiglio, l’on. Luigi Di Maio, avrebbe preso il via il cambiamento politico atteso da anni. E il cambiamento riguarderebbe anche l’Istruzione. Anche se, ha scritto in queste ore il vice-premier e ministro del Lavoro, “c’è ancora tanto da fare per la sanità (dobbiamo togliere i manager nominati dalla politica), per la scuola (smantellare la “buona scuola” a partire dalle classi pollaio e assumere più insegnanti)”.
Se si valutano le cose fatte dal Governo giallo-verde per la scuola, Anief ammette che un nuovo cammino è iniziato, ma alcune decisioni non accompagnate dalle misure necessarie segnalate si sono rivelate, persino, controproducenti.
L’abolizione del limite al numero massimo di supplenze, ad esempio unita alla cancellazione del FIT e dei concorsi riservati ai precari con 36 mesi, elimina ogni possibilità di assunzione nei ruoli dei supplenti che da anni sono stati chiamati dallo Stato e quella formazione iniziale che aveva anche garantito una migliore qualità della didattica. Basterebbe ridurre ad un anno la formazione iniziale e il reclutamento, piuttosto che ritornare ai vecchi concorsi, organizzare nuovi corsi universitari abilitanti e riaprire le GaE col doppio canale di reclutamento. Senza questa soluzione, sempre più cattedre rimarranno scoperte durante le convocazioni, mentre sempre più precari subiranno l’abuso dei contratti e ricorreranno contro quello Stato che li chiama ma non li assume.
L’aumento di 2 mila posti al tempo pieno e di 400 posti di strumento musicale, dovuti al commissariamento del Miur ottenuto dall’Anief, la fine dei servizi esternalizzati e degli ambiti territoriali sono tutti segni di una svolta che richiede maggiore coraggio e una ferma determinazione a rivisitare i criteri di formazione degli organici e delle classi. Per farlo ci vogliono le opportune risorse finanziarie, come già segnalato dal centro studi della Camera sulla proposta di legge presentata sulle classi pollaio. E poi non bisogna dimenticare che servirebbero 40 mila posti in più per allineare le regioni del Sud a quelle del Nord sul tempo pieno, e altrettanti per stabilizzare sia il personale Ata sia il personale docente su posti di sostegno in deroga. La verità imporrebbe una rivisitazione dell’organico di fatto per adeguarsi a quello di diritto e il ripristino del tempo scuola tagliato in ogni ordine e grado. Viviamo in uno Stato che si preoccupa di vaccinare un bambino su quattro che va nella scuola dell’infanzia, ma non di garantire il diritto allo studio agli altre tre che rimangono a casa. Per non parlare della giusta introduzione dell’attività motoria nella scuola primaria a cui deve seguire necessariamente il ripristino della didattica modulare e della presenza del docente specialista in lingua inglese.
Secondo Marcello Pacifico, “il progetto del Movimento 5 Stelle di occuparsi del problema dell’alto numero di studenti per classe va preso necessariamente sul serio. Noi, come sindacato che tutela i lavoratori della scuola e tiene alla corretta formazione degli alunni, non possiamo che rallegrarci per questo disegno di legge. C’è però bisogno di approvarlo in fretta, insieme alla riapertura delle GaE per tutto il personale abilitato e dei corsi annuali universitari e di tirocinio per i docenti con 36 mesi di servizio”, conclude il sindacalista.

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Scuola: Stop classi pollaio e maestro unico

Posted by fidest press agency su domenica, 18 novembre 2018

Le modifiche sono state chieste alla Commissione Bilancio della Camera che lo sta valutando in queste ore: si tratta di interventi e misure volti a diminuire gradualmente di un punto il rapporto alunni-docente; di assicurare la continuità didattica degli insegnanti specializzati nell’insegnamento agli alunni disabili, superando le illegittime supplenze annuali fino al 30 giugno; di ripristinare l’insegnamento per moduli. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal: sono disposizioni indispensabili per migliorare l’attività didattica che si attua nelle nostre aule. Dai parlamentari del governo del Cambiamento, ci aspettiamo interesse per tali emendamenti e per questo chiediamo loro di prenderli in considerazione per l’inserimento nella manovra economica.

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Scuola: Anief lancia operazione verità su organici personale e classi pollaio

Posted by fidest press agency su domenica, 14 ottobre 2018

Per rispondere all’inerzia dell’amministrazione scolastica su temi centrali per la qualità dell’istruzione pubblica, il giovane sindacato rompe gli indugi: avvalendosi delle rappresentanze sindacali elette in occasione delle ultime elezioni Rsu, svolte la scorsa primavera, che hanno portato l’Anief alla rappresentatività nazionale, prossima alla ratifica da parte dell’Aran, saranno direttamente i lavoratori, docenti e Ata a scoprire le carte sugli organici finti che si continuano a perpetrare al solo scopo di risparmiare sui mesi estivi e sulle ricostruzioni di carriera, a dispetto anche dell’orientamento dei giudici. Si tratta di un passaggio fondamentale, perché se dovesse passare il disegno di legge annunciato dalla Lega sulla stabilizzazione dei precari storici, diventerà cruciale l’avere o il non avere lavorato su cattedre libere, oltre che vedersi riconosciuti due mesi in più l’anno ai fini del posizionamento nelle graduatorie pre-ruolo che si andranno a costituire.

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Scuola – Classi pollaio, bene ha fatto Bussetti a risolvere il caso dei 39 alunni di Todi

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 agosto 2018

Con un annuncio su Facebook, arriva immediata la risposta risolutiva del Ministro dell’Istruzione alle proteste formulate dal presidente del Consiglio d’Istituto di un liceo di Todi, dove l’Ufficio scolastico non ne voleva sapere a sdoppiare una classe con un altissimo numero di alunni, di cui uno anche disabile, e che il giovane sindacato ha pubblicamente denunciato. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): A nome dell’Anief mi impegno, dal prossimo anno scolastico, appena certificata la rappresentatività, a far partire l’operazione verità sugli organici attraverso i nostri delegati territoriali nelle regioni e nelle scuole: vogliamo conoscere, nei dettagli, il numero dei posti vacanti e disponibili collocati in organico di fatto, così come vigilare per il rispetto delle regole sulla formazione delle classi in base ai parametri di legge, specie in presenza di alunni disabili. Nel frattempo siamo certamente felici che il clamore mediatico da noi sollevato abbia convinto l’amministrazione a sdoppiare una classe di 39 alunni in Umbria. Da settembre, ogni nostra RSU eletta o TAS vigilerà in base a un formulario che riceverà sulla corretta formazione delle classi, mentre i delegati provinciali e regionali denunceranno qualsiasi tentativo di ‘finzione’ sulla formazione dell’organico di diritto, laddove su posti senza titolare saranno conferite delle supplenze al posto delle immissioni in ruolo o dei trasferimenti. È questa la nostra linea sindacale che ci ha portati alla rappresentatività e che d’ora in avanti non farà sconti a nessuno. Vogliamo cambiare la scuola e per farlo bisogna essere accorti e determinati, cominciando a porre fine a un fenomeno, quello delle precarietà forzata, nato come straordinario e diventato con il tempo un sistema ordinario.

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Scuola – Classi pollaio: nemmeno il nuovo governo le cancella

Posted by fidest press agency su martedì, 14 agosto 2018

A denunciarlo è il presidente del Consiglio d’Istituto, della scuola umbra, il quale ha deciso di rivolgersi al Ministro Marco Bussetti addebitando l’incredibile “decisione dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria che, applicando la normativa in essere, non ha previsto lo sdoppiamento della prima classe del Liceo Scientifico nonostante i 39 ragazzi iscritti di cui uno diversamente abile con sostegno”. Eppure a pagina 41 del Contratto di governo M5S-Lega, c’era scritto: “In questi anni le riforme che hanno coinvolto il mondo della scuola si sono mostrate insufficienti e spesso inadeguate, come la c.d. ‘Buona Scuola’, ed è per questo che intendiamo superarle con urgenza per consentire un necessario cambio di rotta, intervenendo sul fenomeno delle cd. ‘classi pollaio’”. Come si intenda superare tale linea di tendenza, ignobile per un paese che si qualifica tra i più avanzati al mondo, non è ancora però noto. Come fa pensare il fatto che tra le linee programmatiche presentate dieci giorni fa dallo stesso Ministro dell’Istruzione non vi sia traccia né indicazioni indirette che intendano fermare questo malcostume dell’alto numero di alunni concentrati nella stessa classe. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Quanto si sta realizzando è purtroppo in piena sintonia con quello che è accaduto negli ultimi dieci anni, con i tagli imposti a partire dalla Legge Berlusconi-Gelmini 133/08. Sorprende, però, che a rendersi artefice di tale conferma sia lo stesso Movimento 5 Stelle, autore in passato di diverse battaglie e interpellanze parlamentari portate avanti proprio per trovare soluzione al problema delle classi pollaio. Il problema, come ha fatto più volte osservare il M5S, non è solo di organici da ridurre all’osso, quindi di risparmi, perché con meno classi servono meno docenti, Ata, scuole e dirigenti: a destare preoccupazione sono le conseguenze. Comporre una classe con così tanti alunni è di una gravità estrema. Perché in un colpo solo si vanno a minare il diritto allo studio (non è possibile fare lezione a 39 alunni nello stesso momento), il diritto alla sicurezza (in un’aula o laboratorio ci sono dei precisi vincoli legislativi che armonizzano i metri quadri a disposizione di ogni allievo con quelli dello spazio circostante), i limiti numerici normativi in presenza di alunni disabili (20 alunni per classe in caso di disabilità grave e 25 alunni se lieve). Per non parlare dei problemi di sovraccarico di lavoro che debbono affrontare i docenti impegnati nel seguire contemporaneamente così tanti alunni. Non possiamo tollerare che si riparti per un altro anno in queste condizioni. Quanto sta accadendo a Todi non è tollerabile, nemmeno fosse l’unico caso in Italia.

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Si allarga il fronte contro liceo breve e classi pollaio

Posted by fidest press agency su sabato, 31 marzo 2018

Anche le altre organizzazione sindacali sposano le cause di Anief che denunciano le operazioni di riforma della scuola anti-didattiche e tese solo verso il risparmio pubblico sulla pelle degli studenti e del personale: nel corso dell’assemblea costituente, la Flc-Cgil si proclama anch’essa contro riduzioni del percorso formativo ridotto a quattro anni della scuola superiore di secondo grado e l’alto numero di alunni per classe. Inoltre, l’organizzazione Confederale si dice a favore del rinnovamento del modello alternanza scuola-lavoro, piegata alle pressioni del sistema produttivo, e della rivisitazione del sistema scolastico 0-6 anni. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Siamo contenti di essere stati i primogeniti di certe proposte. Ora, speriamo davvero che tutto ciò non si riveli solo propaganda elettorale. Lo scetticismo è lecito, perché è curioso che solo adesso, dopo aver voltato a lungo le spalle ai lavoratori della scuola, firmando anche un contratto davvero inadeguato lo scorso 9 febbraio all’Aran, ci si ricordi di alzare la voce e rivendicare quello che l’Anief ha denunciato in tempi non sospetti. Per questo, chiediamo a tutti i docenti e Ata di votare per il nostro sindacato, in occasione delle Rsu di aprile, sempre in prima linea a loro fianco, in piazza, come venerdì scorso, a scioperare per una scuola giusta, affinché il diritto entri nelle nostre aule.

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