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L’Istituto di virologia di Wuhan aveva pipistrelli vivi in gabbia

Posted by fidest press agency su venerdì, 18 giugno 2021

“Lontani da ogni teoria complottista, preoccupa la notizia di un video – di Sky News Australia – secondo cui l’Istituto di virologia di Wuhan aveva pipistrelli vivi in gabbia e dove uno scienziato viene filmato mentre nutre un pipistrello con un verme. Il virus quindi potrebbe essere sfuggito al laboratorio, e la notizia tiene vivo il sospetto sulla Cina che nelle fasi iniziali della pandemia ha tentato di insabbiare il tutto, informando il mondo dell’emergenza con un ritardo dalle conseguenze devastanti. Il Paese di Mezzo, l’origine geografica, scientifica ed epidemiologica della pandemia. Quando cacceremo la Cina dall’Organizzazione Mondiale del Commercio sarà sempre troppo tardi, perché non riteniamo ci si possa stare contravvenendo tutte le regole del ‘mondo libero’. Ovviamente chiedere al ministro Speranza di attivare le indagini necessarie sia come responsabile del dicastero della salute in Italia sia come rappresentante nelle sedi europee della Nazione maggiormente colpita dal coronovirus cinese, è chiedere troppo, così come chiedere a Fico di calendarizzare la mozione depositata 10 mesi fa per chiedere alla Cina di risarcire gli ingenti danni morali e materiali che ha cagionato all’umanità”.È quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.

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Wuhan Coronavirus: l’impatto sulla supply chain

Posted by fidest press agency su domenica, 2 febbraio 2020

Dal 23 gennaio un’incredibile epidemia di coronavirus a Wuhan, nella provincia di Hubei – un importante hub industriale e di trasporto merci nella Cina centrale – ha innescato una serie di blocchi completi o parziali in ben 13 città cinesi che si sono viste limitare gravemente le rotte terrestri, aeree e marittime.Si prevede che, con il manifestarsi del picco del coronavirus, continueranno gravi interruzioni delle spedizioni di merci aviotrasportate – in entrata e in uscita, servizi di autotrasporto e trasporto ferroviario di merci, nonché una forte congestione portuale per le navi lungo il fiume Yangtze vicino a Wuhan. Il blocco regionale ha già gravemente ostacolato le operazioni logistiche che riguardano l’accesso alle autostrade per il trasporto di merci in entrata e in uscita dalla regione, mentre si prevedono anche gravi ritardi nelle spedizioni di merci, inbound e outbound.I responsabili della supply chain management si stanno preoccupando di valutare il potenziale impatto dell’epidemia, e dovranno far fronte alla propagazione o all’estensione di blocchi nelle diverse città e all’avvio ritardato delle attività produttive nelle aree interessate.Se i blocchi dovessero continuare oltre le festività del Capodanno lunare – un importante periodo festivo in Cina dal 24 gennaio al 30 gennaio, esteso ora al 2 febbraio – potrebbe esserci un impatto notevole sulle operazioni nella supply chain e sulla produzione industriale in tutta la Cina attraverso settori come l’automotive, quello delle forniture farmaceutiche e mediche e del manufacturing hi-tech per l’optoelettronica e i semiconduttori .Aziende e industrie in diverse città e province – tra cui Pechino, Zhejiang, Jiangsu, Guangdong e Shanghai – sono tenute a interrompere le loro operazioni fino – almeno – al 9 febbraio, eccezion fatta per: società che forniscono apparecchiature mediche, società farmaceutiche, supermercati, servizi pubblici e società di logistica, questo nel tentativo di fermare la diffusione del coronavirus.Anche se potrebbe essere troppo presto per valutare la portata dell’epidemia di coronavirus di Wuhan rispetto a SARS, MERS o Ebola, ci possono essere alcuni trend storici tracciabili in termini di implicazioni economiche e di supply chain.(Fonte: Resilience360 Special Report)

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Coronavirus cinese: tutto ciò che c’è da sapere

Posted by fidest press agency su mercoledì, 22 gennaio 2020

Lo scorso 31 dicembre 2019 le autorità sanitarie cinesi hanno reso nota la presenza di un focolaio di sindrome febbrile, associata a polmonite di origine sconosciuta, tra gli abitanti di Wuhan, città di circa 11 milioni di abitanti situata nella provincia di Hubei, nella cina Centro-meridionale, alla confluenza tra il Fiume Azzurro e il fiume Han, a circa 1.100 chilometri da Pechino, 800 da Shangai, 1.000 da Hong Kong.
Come ha avuto origine il focolaio?
Il punto di partenza è stato identificato nel mercato del pesce e di altri animali vivi selvatici di Huanan, al centro della città di Wuhan, che è stato prontamente chiuso, e il primo paziente è stato segnalato all’Organizzazione Mondiale della Sanità il 31 dicembre.
A cosa è dovuta l’infezione?
L’agente patogeno responsabile dell’epidemia è stato isolato in tempi rapidissimi grazie all’esperienza maturata durante le epidemie di SARS, influenza aviaria e MERS: si tratta di un nuovo beta-coronavirus, che è stato denominato 2019-nCoV ed è molto simile al virus della SARS.
Che cosa sono i coronavirus?
I coronavirus, così chiamati per la caratteristica forma a coroncina visibile al microscopio, sono ben conosciuti dai ricercatori: si tratta infatti di virus molto diffusi in natura, che colpiscono sia uomini che animali e possono causare sintomi respiratori a volte anche gravi.
Come è avvenuto il contagio?
I coronavirus vengono veicolati all’uomo da ospiti intermedi, che per la Mers sono stati i dromedari, per la Sars forse lo zibetto. Il contagio, anche in questo caso, sembrerebbe essere di tipo zoonotico, ovvero causato dalla trasmissione del virus da animale ad uomo, non a caso l’epicentro dell’epidemia è un mercato dove venivano venduti animali vivi selvatici. Non sappiamo ancora però quale sia stato l’animale che ha trasmesso il virus all’uomo.
Quanto è diffusa l’epidemia?
Ad oggi sono stati segnalati dalle autorità cinesi quasi 300 casi totali confermati di infezione da 2019-n-CoV nella città di Wuhan: molti ancora ricoverati e sostanzialmente stabili, alcuni dei quali critici. Sei sono stati i decessi. Vi sono inoltre, sempre in territorio cinese, altri casi a Pechino, Schenzhen, Guandong e Shangai, tutti apparentemente collegati con la città di Wuhan. Sono stati segnalati casi di importazione (non tutti confermati) al di fuori del territorio cinese, in Thailandia, Corea, Giappone, Vietnam, Singapore e Hong Kong.
Il virus può trasmettersi da uomo a uomo?
Sono stati colpiti dal contagio anche alcuni operatori sanitari, il che farebbe ipotizzare che il virus possa trasmettersi anche da uomo a uomo. D’altra parte l’assenza di link epidemiologici tra i pazienti in Giappone e Thailandia con il mercato di Wuhan, e la presenza di pazienti all’interno di un cluster familiare, fanno propendere per la possibilità di una trasmissione inter-umana del virus con modalità ancora non note.
Quanto è pericoloso questo virus?
È presto per dirlo, una risposta potrà essere data soltanto se e quando il quadro e i numeri dell’epidemia saranno più ampi. Il virus della SARS (Sindrome Respiratoria Acuta Grave), tra il 2002 e 2003 sparse 8mila contagi e 775 morti, mentre la MERS ((Sindrome Respiratoria Medio Orientale) tra il 2012 e il 2019 ha contato 2.500 casi e 858 morti, in prevalenza nella penisola arabica. Al momento si contano circa 300 casi e sei decessi di pazienti che avevano un quadro clinico complicato da altre patologie: numeri non allarmanti.
Quali sono i sintomi della malattia? Come si cura?
I sintomi sono tipicamente respiratori: febbre, tosse, raffreddore, mal di gola, grave affaticamento polmonare. Al momento non esiste né un vaccino né terapie specifiche per i coronavirus. La malattia si cura come i gravi casi di influenza con terapie di supporto (antifebbrili, idratazione), ma contrariamente all’influenza non sono disponibili antivirali specifici. Nei casi più gravi ai pazienti viene praticato il supporto meccanico alla respirazione.
Come è possibile proteggersi?
Le raccomandazioni standard per ridurre l’esposizione e la trasmissione delle malattie da coronavirus comprendono il mantenimento dell’igiene di base delle mani e delle vie respiratorie, e pratiche alimentari sicure. È importante inoltre evitare il contatto ravvicinato, quando possibile, con chiunque mostri sintomi di malattie respiratorie, come tosse e starnuti.
Ci sono pericoli per l’Italia? Dobbiamo essere preoccupati?
I rischi che il contagio si diffonda anche in Italia sono al momento estremamente bassi. Bisogna prendere in considerazione la possibilità di aver contratto il virus solo se si è stati nella zona interessata dall’epidemia. Secondo il centro di controllo per le malattie infettive europeo il rischio di importazione e diffusione del nuovo virus in Europa è estremamente limitato, e questo vale anche per l’Italia. La stessa agenzia però ricorda che è imminente la celebrazione del Nuovo Anno Cinese, e che quindi aumenterà lo spostamento di persone all’interno della Cina e verso l’Europa. La sanità aerea di Fiumicino ha attivato la sorveglianza sui passeggeri in arrivo col volo diretto trisettimanale Wuhan-Roma della China Southern Airlines.
Cosa fare se si è soggiornato di recente a Wuhan?
Se nei 14 giorni successivi al rientro da Wuhan si sviluppano i sintomi sopra descritti, occorre immediatamente rivolgersi ad un medico ed informarlo del viaggio, evitando il più possibile i contatti con terze persone per evitare di diffondere il contagio.
L’Italia è pronta per una eventuale emergenza?
L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani (INMI), centro di riferimento nazionale per la ricerca e cura sulle malattie infettive, è Centro Collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per le malattie altamente contagiose. L’INMI è come sempre pronto a mettere in atto tutte le procedure per eventuali emergenze con la valutazione dei livelli di rischio e l’isolamento di eventuali casi sospetti. Il laboratorio di virologia è già in grado di diagnosticare il nuovo virus, mentre per quanto riguarda la gestione clinica dei pazienti l’Istituto dispone di posti letto ad alto isolamento per accogliere pazienti che risultassero avere avuto contratto il virus. L’INMI dispone di personale continuamente formato su corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. L’isolamento tempestivo di eventuali casi sospetti in strutture ad elevato livello di protezione permette di ridurre il rischio per la comunità. (by Salvatore Curiale) (fonte: Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” – I.R.C.S.S.)

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