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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 131

Posts Tagged ‘legge’

Aborto: Per una legge non ideologica

Posted by fidest press agency su lunedì, 22 aprile 2024

Ci sembra necessario intervenire su una questione aperta tra Camera e Senato per una norma introdotta da “Fratelli d’Italia” in merito alla legge 194 riguardante l’aborto, norma approvata dalla Camera e in attesa di conferma al Senato. Si tratta di una norma che in maniera piuttosto subdola tende a inserire gli operatori del Movimento per la Vita nei consultori a cui la legge attribuisce il compito di assistere le donne in stato di gravidanza, che per qualsiasi ragione siano in procinto di decidere se portare a termine la loro gravidanza. È una norma paradossale perché in una legge di spesa, riguardante l’impiego dei soldi che vengono dall’Europa, introduce un intervento di cui si prescrive che non deve comportare nessuna spesa. Ci sembra di dover intervenire perché quando fu scritta la legge sull’aborto nel lontano 1978, se ne ottenne l’approvazione da parte di un Parlamento fatto per metà di democristiani e di un ministro della giustizia, democristiano, che la firmò, in quanto quella legge, innovando del tutto il dibattito in corso, era ispirata non ad una ideologia per lo più invocata dagli uomini, ma alla vita reale delle donne. Quella legge infatti non intendeva affatto dirimere la questione di quando inizia la vita, se dal concepimento o invece più tardi, come sostenevano alcuni teologi medievale e anche la rivista dei Gesuiti francesi Ètudes, ma intendeva affrontare un problema umano e sociale che non era messo in dubbio da nessuno. La legge non era (e non è) affatto una legge che stabilisce il “diritto della donna sul proprio corpo”, ma una legge che riconosce e legifera su un mistero dell’essere quale è uscito dalle mani di Dio. Il mistero dell’essere è quello che durante la gestazione c’è un rapporto così simbiotico ed esclusivo tra la madre e il nascituro, che nessuno ci si può mettere di mezzo, né un giudice, né un ministro del culto, né un collegio di medici, né un questurino, né un militante della Vita. È un rapporto tra due esseri che Dio ha unito e che non si può dividere. Perciò è la donna, e lei sola, che lo può e lo deve “gestire”. Cioè è la sua libertà, purché sia non coartata, non resa impraticabile di fatto da ostacoli economici e sociali che, come dice l’articolo 3 della Costituzione, “è compito della Repubblica rimuovere” perché non sia impedito “il pieno sviluppo della persona umana”. Ora, i consultori furono introdotti nella legge 194 e con essi fu stabilito un tempo che consentisse loro di operare e alla donna di decidere, allo scopo di permettere alla donna di godere e di esercitare la sua libertà, e insieme al fine di rivendicare e riconoscere la sua dignità. Questa è la “tutela sociale della maternità” come è nel titolo della legge, che non a caso ha superato tutti i vagli referendari e di controllo di costituzionalità, ed è quella che, come dicono, ha permesso il minor numero di aborti in Europa ed è stata invidiata perfino dalla Chiesa russa. Ma se ora nei consultori si introducono per legge gli operatori che, sia pure con le migliori intenzioni, entrano in competizione con gli altri operatori incaricati di assistere la donna, si crea un conflitto ideologico e il consultorio diventa il teatro di uno scontro che ha come posta in gioco e come trofeo la vittoria dell’uno o dell’altro fronte, e dove sono in palio la donna e il bambino, e si distrugge il consultorio.È una caduta del pensiero, perché da questa concezione viene che, come nel peggiore collettivismo o nei processi genocidari, quali sono quelli oggi in atto, il bambino che deve nascere non è più il dono che attraverso l’utero della donna Dio fa all’umanità, ma diventa proprietà e prodotto dello Stato o viene vissuto come una minaccia e quindi vittima designata di chi, fin dal ventre della madre, vuol impedire che nasca un futuro pretendente al suo trono (come Erode), o un futuro terrorista.

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Si approvi legge sui caregiver

Posted by fidest press agency su mercoledì, 28 febbraio 2024

Quando si parla di disabilità si concentra l’attenzione sulla persona fragile ma diventa invisibile la persona che è al suo fianco, il caregiver familiare. Da anni si lavora al riconoscimento della sua figura che solo nel Lazio interessa più di 25000 persone. Così in una nota congiunta il consigliere comunale Dario Nanni e la consigliera dell’VIII Municipio Simonetta Novi che oggi, giovedì 22 febbraio parteciperanno al webinar “L’invisibilità del Caregiver familiare”. All’iniziativa parteciperà anche Sofia Donato portavoce del comitato “Caregiver Familiari Comma255” che lavora per uscire dalla dimensione della disabilità ed entrare nei diritti individuali di chi dona supporto ad un suo familiare fragile.Molto sta accadendo proprio in questi ultimi mesi – affermano i due consiglieri – Infatti grazie anche al lavoro del comitato, è stato aperto un tavolo ministeriale congiunto Lavoro Disabilità e Politiche Sociali dedicato ai caregiver familiari ed è stata assegnata alla Commissione Affari Sociali della Camera una proposta di legge dedicata. Anche la Regione Lazio è pronta a discutere una sua legge regionale che ha lo scopo di valorizzare e integrare la figura del caregiver familiare nella rete di assistenza alla persona con una dotazione economica di 15 milioni per il triennio 2024-2026. C’è però ancora molta strada da fare – concludono Nanni e Novi – a partire dal sostegno a tutte quelle realtà associative che utilizzano la C.A.A., la comunicazione aumentativa e alternativa, nei loro laboratori o che la diffondono nelle scuole o tra gli stessi caregiver come strumento di comunicazione. La C.A.A. viene garantita come diritto di comunicare anche dalla Regione Lazio, come gli apparecchi acustici per i sordi, come la LIS per i muti o gli ausili per i non vedenti. Ma senza una adeguata formazione sul suo utilizzo, questo nuovo strumento rimane una possibilità di nicchia. Diffondere la C.A.A. significa aumentare l’integrazione e superare le diversità.

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Il PE adotta una nuova legge contro greenwashing e informazioni ingannevoli

Posted by fidest press agency su martedì, 23 gennaio 2024

Il Parlamento ha dato il via libera definitivo a una direttiva che migliorerà l’etichettatura dei prodotti e vieterà l’uso di dichiarazioni ambientali fuorvianti. La direttiva approvata mercoledì con 593 voti favorevoli, 21 contrari e 14 astensioni mira a proteggere i consumatori da pratiche di commercializzazione ingannevoli e ad aiutarli a compiere scelte di acquisto più informate. A tal fine, saranno aggiunte all’elenco UE delle pratiche commerciali vietate una serie di strategie di marketing problematiche legate al cosiddetto greenwashing (ambientalismo di facciata) e all’obsolescenza precoce dei beni. Le nuove regole mirano a rendere l’etichettatura dei prodotti più chiara e affidabile, vietando l’uso di indicazioni ambientali generiche come “rispettoso dell’ambiente”, “rispettoso degli animali”, “verde”, “naturale”, “biodegradabile”, “a impatto climatico zero” o “eco” se non supportate da prove. Sarà ora regolamentato anche l’uso dei marchi di sostenibilità, data la confusione causata dalla loro proliferazione e dal mancato utilizzo di dati comparativi. In futuro nell’UE saranno autorizzati solo marchi di sostenibilità basati su sistemi di certificazione approvati o creati da autorità pubbliche. Inoltre, la direttiva vieterà le dichiarazioni che suggeriscono un impatto sull’ambiente neutro, ridotto o positivo in virtù della partecipazione a sistemi di compensazione delle emissioni (offset in inglese). Un altro importante obiettivo della nuova legge è far sì che produttori e consumatori siano più attenti alla durata dei prodotti. In futuro, le informazioni sulla garanzia dovranno essere più visibili e verrà creato un nuovo marchio armonizzato per dare maggiore risalto ai prodotti con un periodo di garanzia più esteso. Le nuove norme vietano anche le indicazioni infondate sulla durata (ad esempio, dichiarare che una lavatrice durerà per 5.000 cicli di lavaggio, se ciò non è esatto in condizioni normali), gli inviti a sostituire i beni di consumo prima del necessario (spesso accade, ad esempio, con l’inchiostro delle stampanti) e le false dichiarazioni sulla riparabilità di un prodotto.

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Legge bilancio 2024. Ascoltare e leggere con attenzione. Più di qualcosa non torna

Posted by fidest press agency su mercoledì, 3 gennaio 2024

Come impegno con se stessi per i primi giorni del 2024, quando ancora è tutto a velocità ridotta e abbiamo un po’ di tempo rispetto ai ritmi tradizionali… un consiglio: leggere e ascoltare più commenti possibile di esponenti della maggioranza che hanno approvato la legge di bilancio… e anche di qualcuno che ha votato contro in Parlamento. Poi, se ancor più curiosi, il consiglio è di leggere la presentazione della legge fatta dal governo e la legge stessa.Non è un invito a farsi male (che potrebbe essere mediamente tale per qualsiasi altra legge di qualsiasi parte politica), ma solo la proposta di un nuovo esercizio civico per dare un proprio contributo – con la comprensione – alla crescita di se stessi e alla crescita collettiva del Paese.Ci rendiamo conto che si tratta di una proposta “dura”… per cui, se proprio non ce la fate, cercate (ctrl F sulla tastiera) alcune parole chiave nel testo, parole che portano ad argomenti più interessanti e attinenti la propria sfera di interessi. L’obiettivo di questo invito è far verificare ad ognuno la differenza tra parole e fatti. SI scoprirà, per esempio, che gli aumenti di 100 euro mensili (dichiarazione molto diffusa nel governo) di tutti gli stipendi sono in realtà tra 6 e 22 euro l’anno. O che gli aiuti alle lavoratrici riguardano, se va bene, l’1% delle stesse. Che gli aiuti alle famiglie, tipo asili nido, sono elargiti alle famiglie che non ci sono. O che gli aiuti a vari livelli per la crisi energetica… sì, ci sono ma per un paio di mesi (pellet). Tutto questo per denigrare il governo? Non più di tanto. Ci interessa di più l’informazione e la consapevolezza degli individui che, quindi, potranno più serenamente affrontare quelle difficoltà quotidiane che la legge di bilancio non solo nasconde ma illude di poterle fare superare. La situazione economica è difficile (forse siamo anche alla vigilia di guerre ben oltre le attuali territorialità), e crediamo lo sia anche per il nostro governo. Quel che ci turba non è che nella legge di bilancio non ci siano potenziali soluzioni alle difficoltà (non sappiamo, per esempio, cosa avrebbe potuto fare l’attuale opposizione parlamentare)… ma ci turba che ai cittadini venga fatto credere il contrario, con una sorta di mancanza di rispetto dell’intelligenza e della cultura di ognuno. La fiducia, crediamo sia fondamentale, umanamente e politicamente. Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc http://www.aduc.it

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Legge di bilancio: Il suo complesso procedere nelle aule parlamentari

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 dicembre 2023

“Diamo mandato al relatore per una manovra di bilancio complessa e complicata in un momento storico difficilissimo che il centrodestra, la maggioranza e il governo Meloni hanno saputo interpretare al meglio. Qualsiasi maggioranza ed esecutivo sarebbe entrato in difficoltà visti i conti pubblici con un saldo negativo che partiva da 33 miliardi sotto. Partire con un segno meno per quanto riguarda 20 miliardi di superbonus per ognuno dei prossimi quattro anni, 13 miliardi in meno per quanto riguarda le dinamiche dei tassi di interesse Bce è una sfida che soltanto i governi di legislatura, che hanno la barra dritta e che hanno a cuore gli interessi degli italiani possono affrontare e portare a casa. Stiamo aumentando lo stanziamento dei fondi per la sanità e la retorica sul rapporto tra spese sanitarie in rapporto al Pil non funziona perché rispetto ai governi precedenti abbiamo aumentato di parecchio il Pil e quindi ciò non fa evincere lo sforzo che stiamo compiendo. In più c’è un approccio completamente diverso sul piano politico, educativo nei confronti delle giovani generazioni, andando dall’abolizione del reddito di cittadinanza al taglio del cuneo fiscale. Così come abbiamo lavorato sul Pnrr mettendo in campo una dinamica che va a migliorare le condizioni delle infrastrutture della nostra Nazione e una dinamica parlamentare che come relatore ho gestito insieme agli altri relatori per migliorare una legge di bilancio già molto buona con alcuni innesti concordati col governo. Penso in particolare alle pensioni per medici e infermieri e credo che stiamo scrivendo una pagina positiva che farà la differenza in prospettiva e che crea le condizioni per le prossime manovre affinché possano essere ancora più propulsive”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Guido Quintino Liris, relatore della manovra e capogruppo FdI in Commissione Bilancio a Palazzo Madama.

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“Abbiamo dinanzi una Legge di Bilancio fasulla”

Posted by fidest press agency su sabato, 9 dicembre 2023

Mancano 0.5 punti di crescita, secondo i dati diffusi ieri dall’Istat, che ci dice che la crescita, nel prossimo anno, sarà la metà di quanto previsto”: così Matteo Ricci, primo cittadino di Pesaro, coordinatore dei sindaci dem, presidente di ALI-Autonomie Locali Italiane, durante Coffee Break, in onda su la7. “Di conseguenza, per la manovra del Governo Meloni, non ci sono le coperture”, ha sottolineato Ricci. “Ci si chiede, dunque, quali aspettative di tenuta possiamo attenderci, sulla base di questi dati, dovremo subito trovare miliardi di euro dall’inizio dell’anno “, ha concluso Ricci. media@lievitoconsulting.it,

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La Legge del più forte

Posted by fidest press agency su martedì, 28 novembre 2023

di Angelo Giubileo e Vincenzo Olita. Abbiamo spesso sentito in questi ultimi tempi che mai si sarebbe potuto pensare o perfino immaginare che la guerra tornasse in Europa. Ma, evidentemente, così non è stato. Abbiamo vissuto decenni intrisi di ideologismo, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, nel corso dei quali sono riecheggiate quasi ovunque le parole di chi diceva “mai più”. Ma, evidentemente, così non è stato. Nel frattempo, la guerra o le guerre non hanno mai abbandonato la scena o le scene del mondo, che, sempre nel frattempo, è apparso assumere un diverso profilo, dicesi “globale” e comunque tale da non poter ignorare che quella che si stava combattendo fosse – in vero – “una guerra mondiale a scacchiera”. E tuttavia crediamo che, in realtà, deve essere in pratica sempre stato così, ancor prima della comparsa dell’homo che viene detto sapiens ma evidentemente sapiens non lo è affatto, al punto che alcuni umani hanno pensato di sostituirlo con le macchine che, tuttavia – in vero – loro stessi useranno.Dicevamo, è stato sempre così, e poi in guerra a perdere è sempre la verità. Mentre, al contrario, non è affatto vero che “la guerra è sempre una sconfitta per l’umanità”, salvo che non si voglia sostenere che sconfiggere Hitler o consimili sia stata comunque una sconfitta dell’umanità o della parte degli uomini che lo hanno fronteggiato e sconfitto. Purtroppo, sono tempi in cui ancora molti credono nell’ideologia woke, politically correct o cancel culture. Pensiamo infatti, a cosa ha scritto Alessandro Sallusti direttore di un quotidiano nazionale politicamente schierato con le visioni belligeranti dell’Ucraina e d’Israele: “Putin si è seduto, sia pure in modo virtuale, tra i grandi della Terra”, partecipando al G20, “il ritorno di Putin fra i grandi è una vittoria Nato (…) perché l’Ucraina e l’Occidente non si sono piegati alla legge che chi ha più carri armati dispone a suo piacimento di chi ne ha di meno. Non è poco, anzi è già di per sé una vittoria”.Impossibile però negare che, anche in tal guisa, non sia stata e non è la legge del più forte a vincere! Qualcuno ha detto e scritto che laddove non sia la forza delle idee sia l’idea della forza a dominare, come dire che, nella realtà – in vero: è sempre la legge del più forte a prevalere.Il magistero di Qoelet ci ricorda che c’è un tempo per ogni cosa, e che al termine della guerra c’è sempre almeno un vincitore. E anche questo è vero. Di Angelo Giubileo Filosofo, Società Libera e Vincenzo Olita direttore Società Libera http://www.societalibera.org

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Legge di Bilancio, FISH: “Servono fondi per garantire diritti persone con disabilità”

Posted by fidest press agency su lunedì, 13 novembre 2023

Questo pomeriggio FISH è stata audita nelle Commissioni riunite di Senato e Camera sulla legge di Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026. La federazione ha espresso alcune preoccupazioni circa la mancanza di previsioni economiche che limiterebbero di gran lunga l’esigibilità dei diritti da parte delle persone con disabilità e delle loro famiglie. In corso di audizione FISH ha evidenziato la necessità di aumentare le dotazioni dei fondi riguardanti le politiche in favore delle persone con disabilità. Dal Fondo non autosufficienza al Fondo per la vita indipendente al Fondo sul Dopo di Noi. Come evidenziato nella memoria presentata in fase di audizione. (Fonte Redazione FISH Onlus)

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Legge di Bilancio: Circo mediatico e politico

Posted by fidest press agency su sabato, 28 ottobre 2023

Il 15 ottobre il governo ha fatto una conferenza stampa per presentare la legge di bilancio. Non un testo scritto ma una serie di dichiarazioni con proposte mediamente positive: taglio del cuneo fiscale, lotta alla povertà, soldi alle famiglie, asili gratis, calo del canone Rai (vuoi mettere…). Tutti i media e i politici si sono messi a commentare questi buoni propositi come fossero disposizioni pronte per il voto. Abbiamo avuto anche sondaggi d’opinione sul gradimento della manovra. Manovra che però il governo ha cominciato a scrivere solo dopo e con disposizioni che, smentendo anche quelle positive presentate in conferenza stampa, tipo aumenti Iva, tasse sulla casa, aiuti alla famiglia che sono diventati aggravi. I soldi che vengono elargiti sono frutto di un aumento del debito pubblico nonostante la premier Meloni non lo dica, e questo in un Paese col 140% di debito pubblico in rapporto al Pil.La legge di bilancio dovrebbe essere presentate entro il 20 ottobre, ma ad oggi non c’è un testo. Proposte e voci che si rincorrono, discussione farlocca nel Paese e azzerata in Parlamento: chi è maggioranza in Parlamento non può presentare emendamenti, ma lo può fare ovviamente chi è all’opposizione, con certezza matematica di bocciatura. Insomma un Parlamento in cui non si discute ma si ratifica (quasi sempre col voto di fiducia) e un Paese e le varie opinioni che vengono fatte sfogare sul nulla in modo che diano meno fastidio possibile e si eviti che possano concretizzarsi, magari, in perfezionamenti del bilancio stesso. Chi è maggioranza può solo essere un soldatino, chi è opposizione può solo parlarsi addosso. Se qualcuno in maggioranza dovesse domandarsi come mai cala la fiducia di consumatori e imprese, se non è confuso completamente dal proprio fervore ideologico, forse potrà trovare una risposta guardando con serenità questo circo mediatico e politico che il nostro governo ha messo in piedi. Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc http://www.aduc.it

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Legge per la libertà dei media: il PE rafforza la tutela di giornalisti e media

Posted by fidest press agency su domenica, 8 ottobre 2023

Nel mandato negoziale del Parlamento sulla legge europea per la libertà dei media, adottato martedì con 448 voti favorevoli, 102 contrari e 75 astensioni, si prevede l’obbligo per i Paesi UE di garantire la pluralità dei media e di proteggerne l’indipendenza da interferenze governative, politiche, economiche o private.Nel testo legislativo adottato, i deputati propongono misure per vietare ogni forma di ingerenza nelle decisioni editoriali e per impedire che siano esercitate pressioni esterne sui giornalisti, attraverso ad esempio l’obbligo di rivelare le fonti, l’accesso a contenuti crittografati sui loro dispositivi o l’uso di software spia.L’uso di software spia può essere giustificato, secondo i deputati, solo come misura di “ultima istanza”, da valutarsi caso per caso, e se disposto da un’autorità giudiziaria indipendente per indagare su un reato grave, come il terrorismo o la tratta di esseri umani.I deputati vogliono inoltre che i media, inclusi le piattaforme online e i motori di ricerca, riferiscano sui fondi che ricevono attraverso la pubblicità statale e sul sostegno finanziario pubblico, sia che si tratti di fondi provenienti da paesi dell’UE che da paesi terzi.Per evitare che le decisioni sulla moderazione dei contenuti prese dalle grandi piattaforme online incidano negativamente sulla libertà dei media, i deputati chiedono che sia messo a punto un meccanismo per gestire la rimozione dei contenuti. Una piattaforma dovrebbe anzitutto analizzare le dichiarazioni, per distinguere i media indipendenti dalle fonti non indipendenti. Dovrebbe poi informare i media interessati della sua intenzione di eliminarne o limitarne i contenuti, lasciando loro 24 ore per rispondere. Se, trascorso questo termine, la piattaforma ritiene che il contenuto mediatico non sia conforme ai suoi termini e condizioni, può procedere con la rimozione o la restrizione, o il rinvio del caso alle autorità di regolamentazione nazionali affinché prendano senza indugio la decisione finale. Tuttavia, se il media coinvolto ritiene che la decisione della piattaforma non sia sufficientemente motivata e comprometta la libertà di stampa, potrà domandare una risoluzione extragiudiziale della controversia.Secondo i deputati, gli Stati membri devono garantire che i media pubblici dispongano di finanziamenti adeguati, sostenibili e prevedibili, stanziati attraverso bilanci pluriennali.Per evitare che i mezzi di comunicazione diventino dipendenti dalla pubblicità statale, il Parlamento propone che non si possa destinare a un media, una piattaforma online o un motore di ricerca più del 15% del bilancio disponibile complessivo nazionale per la pubblicità statale. Inoltre, i criteri per l’assegnazione dei fondi pubblici ai media dovrebbero essere accessibili al pubblico.Nelle intenzioni del Parlamento, il comitato europeo per i servizi di media (un nuovo organismo dell’UE istituito con la legge per la libertà dei media) dovrebbe essere giuridicamente e funzionalmente indipendente dalla Commissione europea.

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La Camera ha approvato la cosiddetta legge Codice rosso contro la violenza sulle donne

Posted by fidest press agency su venerdì, 15 settembre 2023

Introduce nuovi reati, pene più severe e maggiori tutele per le vittime, alle quali è riservata una “corsia privilegiata” nella gestione degli allarmi.Con l’entrata in vigore del Codice rosso si introduce anche un’ulteriore ipotesi di avocazione delle indagini preliminari da parte del Procuratore Generale presso la Corte d’ appello, se il Pubblico Ministero non ha la possibilità di sentire la vittima entro 3 giorni dalla denuncia.Per l’Avvocato Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia, da sempre al fianco delle donne vittime di violenza, è un passo avanti importante, ma la strada da percorrere è ancora lunga.“La cosa positiva è che, finalmente, si sta prestando sempre maggiore attenzione alla tutela delle donne offese nell’ambito di questi reati che, purtroppo, non si riesce ad arginare. – Commenta l’Avvocato Ruggiero – Con il Codice rosso si introduce un controllo superiore e si velocizzano le indagini. Auspico che queste novità abbiano un impatto positivo e decisivo, affinché chi denuncia possa sentirsi al sicuro sin dal primo momento in cui si rivolge alle Forze dell’ordine”. Sebbene, dunque, il Codice rosso rappresenti una novità importante per tutte le donne vittime di violenza e, ci si augura, uno strumento utile alla prevenzione dei femminicidi, c’è ancora molto da fare.

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Legge di bilancio, confermate le stime Anief

Posted by fidest press agency su giovedì, 24 agosto 2023

Servono 4,5 miliardi per assegnare aumenti automatici e arretrati per 100 euro lordi in attesa del rinnovo del contratto. 30 miliardi per la nuova manovra da scrivere. Dopo lo studio #Anief del 6 agosto, ieri 18 agosto 2023 tutta la stampa nazionale rilancia il tema dell’indennità di vacanza contrattuale da finanziare nella prossima legge di bilancio. Servono 4,5 miliardi all’interno di una manovra di 10 miliardi per aumenti automatici in busta paga di 100 euro lordi. 9 miliardi serviranno il prossimo anno per chiudere i contratti degli statali e del personale scolastico per recuperare l’aumento del costo della vita.

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Legge di bilancio 2024: I miliardi disponibili sono pochi, ma il Governo per la Scuola dovrà trovarli

Posted by fidest press agency su venerdì, 18 agosto 2023

Anief ricorda le priorità: stipendi da portare sopra l’inflazione, organico Pnrr fino all’estate 2024, valorizzazione del personale. Subito dopo la pausa estiva sarà già tempo di pensare alla Legge di Bilancio: si tratta di una manovra molto importante che giungerà a ridosso delle elezioni europee del 2024. Per il Governo non sarà facile far quadrare i conti, perché, riferisce oggi la stampa, “allo stato attuale sono i 7 miliardi di euro disponibili, ma le spese superano i 28 miliardi”. Mentre la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti rilasciano dichiarazioni orientate alla prudenza, “c’è pressione da altri ministri per espandere la spesa”. Tra i comparti che necessitano di accorgimenti c’è anche la scuola. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “la prossima manovra finanziaria dovrà contenere necessariamente importanti risorse per il rinnovo del contratto 2022/24, almeno i miliardi della prima tranche destinati ad aumentare gli stipendi di 1,2 milioni di docenti e Ata, che ricevono compensi sotto l’inflazione e nemmeno possono contare sull’indennità di vacanza contrattuale piena costringendo il nostro sindacato a fare ricorso per avere in attesa del nuovo Ccnl i 150 euro medi al mese più 2mila euro di arretrati previsti dalla legge; come occorre, sempre con la prossima Legge di Bilancio, finanziare almeno per l’intero anno scolastico 2023/24 l’organico aggiuntivo PNRR che, grazie ad un emendamento al Dl PA bis chiesto da Anief, è stato per ora assicurato fino al 31 dicembre 2023”. “Inoltre – continua Pacifico – la Legge di Bilancio 2024 dovrà cominciare a formare quel ‘tesoretto’ utile per valorizzare ancora di più il personale scolastico. Con l’approvazione dell’ipotesi di rinnovo del contratto nazionale 2019/2021 abbiamo fatto un primo passo avanti, ad esempio, per introdurre nuove figure professionali tra gli Ata e fare avere delle prime indennità di servizio, anche ai Dsga. Però è chiaro che si tratta di un inizio e occorre andare avanti su questa strada. Come occorre ampliare a tutto il personale docente precario, anche agli educatori e a tutto il personale Ata, quella Carta del docente per l’aggiornamento della professione che nel 2023 è stata assicurata, attraverso il decreto Salva Infrazioni, solo ai supplenti annuali con scadenza di contratto 31 agosto. Una mancanza, quella dei 500 euro annuali per l’aggiornamento, che ha prodotto migliaia di ricorsi con i giudici d’accordo nell’accordare la somma anche agli altri docenti precari”, conclude il sindacalista autonomo.

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Il Decreto Enti è legge. Ecco le principali misure di interesse sanitario

Posted by fidest press agency su mercoledì, 5 luglio 2023

Medici di guardia con convenzione a 24 ore settimanali e mille assistiti (non più 850) da seguire in studio; specializzandi arruolabili nella dirigenza ospedaliera dal 2° anno; un mese di respiro ancora per i produttori di dispositivi medici affinché ripianino metà della metà dello sforamento delle regioni; e dulcis in fundo stabilizzazione del personale della ricerca negli istituti scientifici. Sono alcune tra le principali misure approvate nel decreto Enti Locali. Con il voto finale al Senato, il decreto è legge e 1,5 milioni di italiani potranno teoricamente avere il medico di famiglia che prima non avevano; anche reparti e centri di ricerca respireranno grazie al personale in più.Il DL originario – Il decreto legge approvato il 10 maggio dal governo proroga a tutto settembre i componenti della commissione tecnico scientifica e del comitato di rimborso prezzi dell’Agenzia del farmaco nominati nel 2018. E proroga a tutto il 2023 le misure straordinarie a sostegno della sanità calabrese decise nel ’19 (Dl Calabria); nelle regioni in piano di rientro i commissari non confermati d’ora in poi decadranno dopo 60 giorni dall’entrata in vigore della legge. E ancora, il consiglio dei ministri il 10 maggio sospende a tutto giugno 2024 la sanzione per chi non osservi gli obblighi vaccinali anti-Covid, sia egli professionista sanitario o socioassistenziale, o impiegato nella scuola o nelle forze dell’ordine, o cittadino over 50. Sempre due mesi fa, si è resa la nomina a commissario ad acta in una regione incompatibile con l’affidamento o la prosecuzione di qualsiasi incarico istituzionale in quella stessa regione; è soppressa da luglio l’Unità per il completamento della campagna vaccinale anti Covid che sostituiva il generale Francesco Paolo Figliuolo e subentra il Ministero della salute nella contabilità speciale e nella titolarità del conto corrente bancario da chiudersi con il 31 dicembre 2023. L’iter in parlamento – In fase di conversione, le commissioni della Camera hanno alzato a 1000 le scelte acquisibili in assistenza primaria per chi svolge continuità assistenziale con convenzione da 24 ore settimanali, su emendamento dell’onorevole Marta Schifone (FdI). E hanno esteso agli specializzandi al 2° anno di corso la chance di partecipare ai concorsi per l’accesso al contratto della dirigenza sanitaria ai fini della successiva collocazione in graduatoria separata; dal 2020 erano ammessi alla procedura solo gli specializzandi al 3° anno. Sui dispositivi medici, in riferimento al ripiano dello sforamento del tetto di spesa per gli anni 2015-18, per le aziende fornitrici che non abbiano attivato un contenzioso con governo e regioni, o intendano rinunciarvi, slitta dal 30 giugno al 31 luglio il termine per versare la quota ridotta pari al 48% del contributo iniziale. Prevista pure la possibilità di apportare modifiche transitorie alla vigente disciplina sul pay-back dei medical device, in attesa di definire entro il 2026 una nuova disciplina. La ricerca degli Irccs – I sindacati festeggiano soprattutto l’emendamento secondo cui Istituti scientifici e zooprofilattici, fino a tutto il 2025, possono assumere a tempo indeterminato – in deroga ai requisiti di servizio – personale di ricerca sanitaria o di supporto ad essa che abbia già svolto a tempo determinato 3 anni di lavoro negli ultimi 8, con rapporto flessibile o borse di studio; lo stato stanzia per questo motivo 74 milioni di euro. Esulta Fp Cgil: «Finalmente tutte le forze politiche hanno compreso l’enormità della discriminazione patita da ricercatori e collaboratori della ricerca sanitaria nel nostro Paese. Ora la nostra azione sindacale si concentrerà affinché nei piani assunzionali di Irccs ed Izs siano previsti i posti per la stabilizzazione dei precari». Riflessione sui farmaci innovativi – Infine un ordine del giorno impegna il governo ad usare il Fondo ad hoc per supportare anche i farmaci a innovatività condizionata che attualmente non possono accedervi. A presentarlo, come prima firmataria, la deputata della Lega Vanessa Cattoi, che spiega: «si interverrà sull’utilizzo delle risorse non usate per acquistare farmaci ad innovatività condizionata». In questo modo, «le risorse eventualmente non spese del Fondo rimarranno nell’ambito della spesa farmaceutica e non subiranno una dispersione su altri settori, laddove la norma attuale prevede che in caso di eccedenza le risorse confluiscano nella quota di finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard». (Fonte Doctor33)

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L’equo compenso è legge

Posted by fidest press agency su martedì, 18 aprile 2023

L’iniziativa era stata annunciata agli Stati generali della Previdenza promossi dall’Adepp, l’associazione degli enti pensionistici privatizzati guidata dal presidente Enpam Alberto Oliveti. E adesso è diventata legge con il voto alla Camera, 213 sì, 59 astenuti, nessun no.Parliamo della riforma dell’equo compenso delle prestazioni professionali: tredici articoli che dovrebbero mettere la parola fine ad anni di proposte “al ribasso” ai professionisti (e anche agli esercenti professioni non ordinistiche) quando il committente è un ente della Pubblica amministrazione od un’impresa privata che impiega oltre 50 dipendenti o fattura più di 10 milioni di euro. Gli articoli chiave sono il 3 e il 4 che dichiarano nulle le clausole in cui si prevede per il professionista un compenso inferiore a parametri fissati per legge o contratto e quelle in cui si profilino squilibri tra professionista e impresa (ad esempio contratto non scritto nemmeno su richiesta del lavoratore). Sarà il magistrato, una volta adito, a valutare se il compenso è iniquo e come va rideterminato, condannando eventualmente l’impresa committente al pagamento di un indennizzo in favore del professionista. Quest’ultimo non dovrà anticipare le spese per il lavoro che gli è stato commissionato. Altra norma importantissima: ordini e collegi professionali possono adottare disposizioni deontologiche per sanzionare il professionista che violi le disposizioni sull’equo compenso proponendo tariffe “stracciate” e possono emettere pareri di congruità che acquisteranno l’efficacia di titolo esecutivo; le imprese committenti potranno adottare modelli standard di convenzione concordati con i sindacai professionali, presumendo che i compensi ivi individuati siano equi fino a prova contraria. I sindacati possono anche proporre class action a tutela dei diritti individuali dei professionisti. Al Ministero della giustizia sarà istituito l’Osservatorio nazionale sull’equo compenso. Norma da ricordare: la riforma, che abroga la disciplina vigente (ed in particolare torna indietro sull’abolizione delle tariffe minime disposta dalla legge Bersani nel 2014) non si applica alle convenzioni già in corso. (abstract by Doctor33)

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‘Torino che legge’

Posted by fidest press agency su sabato, 15 aprile 2023

Torino Dal 20 al 23 aprile torna ‘Torino che legge’, manifestazione nata per celebrare la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore istituita dall’UNESCO il 23 aprile, organizzata dalla Città di Torino con le sue Biblioteche civiche, dal Forum del Libro, dal Salone Internazionale del Libro di Torino e dalle circoscrizioni cittadine, con il contributo di Fondazione CRT. Giunta alla settima edizione, Torino che legge coinvolge l’intera città, dal centro alle periferie, con molti appuntamenti fra reading, incontri con l’autore e iniziative per grandi e piccini, realizzati in spazi pubblici e privati: biblioteche, librerie, scuole, case del quartiere, enti, associazioni e fondazioni, circoli, piazze, corsi, giardini e tram storico. E quest’anno, grazie all’impegno del Forum del Libro e del Comune di Napoli con il suo Patto per la lettura, raddoppia con Napoli che legge in programma dal 21 al 23 aprile, con un’anteprima il 19 insieme a Torino. Torino che legge celebra il centenario della nascita di Italo Calvino nella Biblioteca civica a lui intitolata con un’anteprima in programma mercoledì 19 aprile alle ore 18, dal titolo ‘Calvino nel tempo’. Una Lectio di Silvio Perrella, autore di Calvino (Editori Laterza), accompagnata dalle letture di Stefania Giuliani tratte da ‘Intervista impossibile a Calvino’ e da ‘Insperati incontri’. L’omaggio al celebre scrittore piemontese prosegue giovedì 20 aprile dalle ore 17.30 alle ore 19 sul tram storico blu – messo anche per questa edizione gentilmente a disposizione dall’ATTS – Associazione Torinese Tram Storici -, con un affascinante percorso lungo le vie del centro cittadino accompagnato dalle letture teatralizzate curate da Stefania Giuliani e eseguite dagli allievi della Scuola O.D.S. – Operatori Doppiaggio e Spettacolo, in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi. La partenza è prevista da piazza Castello (lato Teatro Regio) ogni 30 minuti. Tra gli ‘eventi speciali’ in calendario, l’anteprima del Festival Internazionale dell’Economia, progettato e ideato da Editori Laterza e diretto da Tito Boeri che, dopo il successo dello scorso anno, torna a Torino con il tema Ripensare la globalizzazione. L’atteso appuntamento con l’economista Innocenzo Cipolletta e l’editore Giuseppe Laterza si terrà giovedì 20 aprile alle 17.30 alla Biblioteca civica Italo Calvino, in Lungo Dora Agrigento 94.La stessa sede, venerdì 21 aprile alle 18 ospita l’incontro Scintille urbane. La città cambia con i libri e la lettura, con la presentazione del libro di Pierfrancesco Maran Le città visibili (Solferino). Con l’autore intervengono Paolo Mazzoleni e Rosanna Purchia, modera Filippo Barbera. In un ideale gemellaggio con la Catalogna, anche a Torino libri e rose caratterizzano la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, ricordata sabato 22 aprile nelle librerie torinesi aderenti a ‘Torino che legge’ che dedicano le vetrine agli scrittori catalani e a Italo Calvino e dove, in cambio dell’acquisto di un libro tradotto dal catalano, si riceverà in omaggio una rosa offerta dalla Delegazione del Governo della Catalogna in Italia, che sostiene la medesima iniziativa anche nelle città di Napoli e Roma.

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Il Piano Nazionale di adattamento climatico e la Legge per il Clima

Posted by fidest press agency su martedì, 28 marzo 2023

Roma Giovedì 30 marzo h 10.30 Nuova Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati Via di Campo Marzio 78. un incontro di condivisione, sensibilizzazione e discussione in merito al tema del cambiamento climatico, con particolare riferimento all’approvando Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici e alla Legge sul Clima, a cui parteciperanno rappresentati istituzionali e politici che forniranno un importante contributo per la comprensione dei temi in discussione. Nel corso dell’incontro, verrà presentato il progetto Life Climax Po, guidato dall’Autorità di Bacino del Po (AdBPo) con la collaborazione di un ampio partenariato relativo all’intero territorio del distretto con il coinvolgimento di tutti i livelli di governance (nazionale, regionale e locale), associazioni e grandi istituti di ricerca. Identificare, sviluppare e attuare attività e pratiche che promuovono l’adattamento ai cambiamenti climatici attraverso una gestione “climaticamente intelligente” delle risorse idriche a scala di distretto idrografico: il progetto europeo Life Climax Po riprende e implementa gli aspetti principali della Strategia Nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.

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Scuola: Legge di Bilancio 2023, Istruzione ancora all’angolo

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 gennaio 2023

La Legge di Bilancio 2023 doveva essere ben diversa da quella che è stata approvata a fine 2023 e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 29 dicembre scorso: lo denuncia il sindacato Anief evidenziando che il Governo con la Manovra, per due terzi dedicata a coprire il caro-energia, ha mancato l’importante appuntamento legislativo lasciando ancora una volta all’angolo l’Istruzione nazionale ed ora deve assolutamente riparare inserendo le disposizioni più importanti all’interno del decreto Milleproroghe. Oltre al danno, tra l’altro, abbiamo assistito anche alla beffa, rappresentata dall’ennesima spending review applicata all’Istruzione, con centinaia di istituti accorpati e posti da dirigente scolastico e Dsga che svaniranno nel nulla Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “l’indifferenza del nuovo Governo rispetto alle esigenze della scuola sta mettendo in serio dubbio la funzionalità del sistema scolastico, a partire dall’organizzazione e attuazione dei progetti del PNRR finanziati dall’Unione europea. Anief lo ha fatto presente a chiare lettere ai parlamentari, come all’Ufficio di Gabinetto del ministero dell’Istruzione e del Merito. Come Anief abbiamo presentato 40 emendamenti al ddl sulla Legge di Bilancio 2023, su svariati punti, ma sono stati ignorati, pur avendo al nostro fianco tantissimi parlamentari di maggioranza e opposizione”. Pacifico sostiene che “il Governo Meloni doveva assolutamente fare di necessità virtù, trasformando la denatalità in un aspetto positivo per le nostre scuole e per chi vi opera ogni giorno: dovevamo utilizzare i finanziamenti del Pnrr per ridurre il numero di alunni per classe, invece di continuare l’operazione di riduzione di spesa per l’Istruzione pubblica iniziata nel 2008 con la Legge 133, voluta dagli allora ministri Tremonti e Gelmini, che nel tempo ha portato via oltre 3mila istituti autonomi, con tutte le conseguenze negative che conosciamo, a partire dalla netta flessione di competenze dei nostri alunni e studenti. Come non sono state cancellate le norme che bloccano i trasferimenti del personale, la loro uscita alle soglie dei 70 anni, il reclutamento macchinoso, la supplentite eterna e l’accumulo di precari, gli organici ridotti all’osso. Noi comunque – conclude il leader dell’Anief – non ci rassegniamo e riproporremo tutto in ogni occasione utile”.

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“La prima manovra del governo presieduto da Giorgia Meloni è legge”

Posted by fidest press agency su sabato, 31 dicembre 2022

È stato un percorso difficile per il pochissimo tempo a disposizione ma che alla fine ha dato frutti molto positivi. La legge di bilancio approvata oggi definitivamente dal Senato contiene il primo tassello della nostra visione della Nazione che si svilupperà da qui ai prossimi cinque anni della legislatura. La maggiore soddisfazione è che, nonostante gli uccelli del malaugurio si augurassero l’esercizio provvisorio, che sarebbe stato devastante per il sistema Italia, siamo riusciti a scrivere la manovra in tempi brevi, a discuterla lasciando spazio alle opposizioni, e a votarla addirittura in anticipo sui tempi previsti. È solo l’inizio. Famiglie e imprese possono finalmente tirare una boccata d’ossigeno e tornare a guardare al futuro con speranza e ottimismo”. Lo ha detto Ylenja Lucaselli, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Bilancio alla Camera.

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Legge di Bilancio: Inac-Cia, su welfare misure non incisive

Posted by fidest press agency su sabato, 31 dicembre 2022

Il patronato della Cia-Agricoltori italiani commenta la Manovra varata che contiene poche novità per i diritti sociali e rimanda ancora una riforma complessiva del sistema pensionistico e previdenziale. Pessimo l’aiuto economico a società private di calcio con i soldi pubblici, risorse che andavano destinate agli italiani in difficoltà che sono molti. “La Manovra appena varata non contiene quelle misure auspicate a sostegno del welfare e rimanda nuovamente il tema della riforma strutturale delle pensioni. Certamente ha pesato la poca disponibilità di risorse dopo gli aiuti necessari per fronteggiare i rincari energetici”. Questo il primo commento a caldo del presidente del Patronato Inac-Cia, Alessandro Mastrocinque sulla Legge di Bilancio per il 2023, appena varata. La quota 103 -spiega il presidente di Inac-Cia- con 41 anni di contribuiti e 62 anni di età interesserà pochi connazionali, anche in considerazione di un’entrata nel mondo del lavoro che già dagli anni novanta è slittata fortemente in avanti. Oggi, ammesso che i giovani trovino un’occupazione, difficilmente entrano nel mondo del lavoro retribuito prima dei 25/30 anni, quindi con il requisito di 41 anni di versamenti questi soggetti avranno un’età anagrafica ben superiore ai 62 anni, richiesti dalla nuova misura. Per essere realisti, le persone che hanno 41 anni di contributi versati sono, oggi, in maggioranza, settantenni. Altra nota negativa è il restyling di “Opzione Donna” anche peggiorativa della versione precedente, che già aveva poco appeal per le lavoratrici. Adesso con l’introduzione di requisiti ancora più vincolanti (74% di invalidità o la condizione di caregiver della richiedente) la platea delle potenziali fruitrici si ridurrà a poche centinaia di unità. La misura “Ape Social”, prorogata, mantiene purtroppo –rileva Alessandro Mastrocinque- il vizio originario e non include i lavoratori autonomi tra i possibili beneficiari. Bene, invece, il ritocco delle pensioni minime e la rivalutazioni delle pensioni, anche se alcuni meccanismi applicativi andavano meglio congeniati, visto che alcuni connazionali si vedranno decurtati gli assegni invece che incrementati. L’aspetto più negativo della manovra è la misura “salva calcio” che stride con le difficoltà di tantissime persone che sopravvivono sotto la soglia di povertà, con una disponibilità di circa 600 euro al mese. Sarebbe stato preferibile investire i 900 milioni di euro di fondi pubblici per le fasce di popolazione più bisognose, che stanno ingrossando le sacche di povertà, anziché destinarli ad aziende private che pagano stipendi plurimilionari.

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