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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 174

Posts Tagged ‘territoriali’

Troppo disequilibrio su attribuzione fondi Pnrr destinati ai divari territoriali

Posted by fidest press agency su lunedì, 10 ottobre 2022

Il Governo e il Ministero dell’istruzione dovrebbero predisporre “chiare e inequivocabili linee di indirizzo e dettagliate descrizioni dei costi ammissibili, in modo da garantire efficacia alle azioni che il PNRR affida alle scuole”. E’ quanto afferma in una nota il consiglio nazionale dell’Andis (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici). “Tali azioni sono sicuramente indispensabili e costituiscono un’occasione irripetibile se si vogliono arginare e ridurre le sempre crescenti emergenze educative e le asimmetrie presenti nel nostro sistema educativo. Occorre che le scuole autonome e i Dirigenti scolastici siano dotati di strumenti agili ed operativi che consentano una risposta flessibile e contestuale alle reali esigenze delle singole istituzioni scolastiche”. Quanto all’assegnazione dei fondi destinati alla riduzione dei divari territoriali, osservano i presidi Andis, “si rileva un evidente disequilibrio nell’attribuzione, pur a parità di criteri e di contesto sociale e territoriale”. per questo, suggerisce l’Andis, “qualora non fosse possibile rivedere le assegnazioni, sarebbe opportuno che le scuole destinatarie dei fondi venissero individuate come centri di committenza per progettualità comuni nel territorio, affinché tutte le scuole, comprese quelle escluse, possano godere di questa significativa opportunità”. Per garantire l’ottimale impiego delle risorse del PNRR risulta inoltre “imprescindibile la formazione e il potenziamento dell’organico degli assistenti amministrativi, come pure l’incremento dei collaboratori scolastici indispensabili per l’ampliamento del tempo scuola. Si propone, infine, l‘istituzionalizzazione del middle management al fine di garantire una reale leadershare funzionale alla garanzia di un apprendimento equo, inclusivo e di qualità”, conclude la nota.

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Manovra: Fp Cgil, stabilizzare precari servizi sociali territoriali

Posted by fidest press agency su domenica, 15 novembre 2020

Stabilizzare i precari dei servizi sociali territoriali, con un impegno tangibile e concreto in legge di Bilancio. A chiederlo è la Funzione Pubblica Cgil in una lettera inviata ad Anci, Regioni, gruppi parlamentari di Camera e Senato, Ministero del Lavoro, Salute e per il Sud, in riferimento ai servizi sociali territoriali, “in particolare – precisa – quelli che si stanno dedicando alla lotta alla povertà e che soffrono di un inaccettabile tasso di precarietà delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati quotidianamente a far fronte ad una marea crescente di sofferenza legata alla povertà, quasi incontrollabile con l’avvio della pandemia da Sars Cov-2”.Si tratta, spiega la categoria della Cgil, “di oltre duemila tra assistenti sociali, psicologi, educatori, lavoratori amministrativi, tecnici e altri operatori sociali, che lavorano, a tempo determinato o in altre forme, negli enti locali e nei distretti, finanziati anche, ma non solo, attraverso il cofinanziamento europeo del Pon inclusione. Lavoratori che hanno garantito il funzionamento di misure come il Sostegno per l’inclusione attiva e il Reddito di inclusione, così come del Reddito di cittadinanza, in particolare per il patto di inclusione”.Alla fine di ogni anno, ricorda la Fp Cgil, “ci si rivolge alla corsa per la proroga di questi lavoratori, che vuol dire la proroga dei servizi stessi. È ora di finirla e di dire basta. È ora di garantire la stabilizzazione di questo personale, necessario e imprescindibile, per continuare la lotta alla povertà e per attrezzare una risposta adeguata del territorio alla crisi sociale in aumento. Bisogna affrontare in tutte le sedi, anche in Parlamento, la questione della stabilizzazione, assieme al rafforzamento strutturale dei servizi sociali nel territorio e alla definizione immediata dei livelli essenziali, con un impegno tangibile e concreto fin dalla prossima legge di Bilancio”, conclude.Giorgio Saccoia

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Conflitti territoriali in Australia

Posted by fidest press agency su lunedì, 7 settembre 2020

Il conflitto per la miniera di carbone di Carmichael nello stato del Queensland in Australia, non è ancora arrivato ad una soluzione. Attualmente, gli indigeni Wangan e Jagalingou stanno bloccando la strada di accesso alla miniera, che si trova in gran parte sulla loro terra. Il blocco ha lo scopo di interrompere i lavori di costruzione sul sito. Il gruppo indiano Adani, che gestisce la miniera, abbandonerà il progetto. L’Associazione per i popoli minacciati (APM) ricorda come i Wangan e i Jagalingou non hanno mai accettato il progetto alle condizioni necessarie. La disputa legale con il gigante minerario li ha rovinati finanziariamente. Ora difendono la loro terra tradizionale con altri mezzi non violenti. Secondo le loro stesse dichiarazioni, i manifestanti vogliono riprendere il controllo del loro territorio per impedirne la distruzione.Proprio lo scorso maggio, un altro gigante minerario, la società mineraria Rio Tinto, ha fatto saltare in aria uno dei più antichi siti tribali del paese nell’Australia occidentale. Secondo le ricerche archeologiche, le grotte rocciose della gola di Juukan nella regione di Pilbara sono state utilizzate dall’uomo per almeno 46.000 anni. Ora Rio Tinto ha annunciato che taglierà i bonus per tre alti funzionari. Ma per i Puutu Kunti Kurrama e i Pinikura, le grotte sacre sono comunque andate perdute per sempre. Rio Tinto guadagnerà molto bene dalle otto milioni di tonnellate di minerale di ferro che estrarranno nel luogo sacro, oltre al fatto che a tutti i responsabili è stato permesso di mantenere il loro posto.Il governo centrale dell’Australia e i rispettivi stati hanno accettato il trasferimento dei territori alle compagnie minerarie e hanno anche approvato l’esplosione a Pilbara. Il vero problema è il sistema australiano del “Native Title”, che discrimina sistematicamente le popolazioni indigene. Se acconsentono a un progetto sul loro territorio, sono autorizzati a chiedere un risarcimento o un affitto entro certi limiti. Ma se si rifiutano di accettare, i progetti vengono di solito approvati comunque. Le popolazioni indigene, che tradizionalmente possiedono la terra, vengono poi lasciate a mani vuote. Finché gli indigeni australiani saranno costretti a realizzare progetti minerari enormi e dannosi per l’ambiente, i conflitti non troveranno certo una soluzione.

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Piano di rilancio dell’Italia dei valori nel mondo

Posted by fidest press agency su giovedì, 9 settembre 2010

Le dimissioni dell’on. Aldo Di Biagio (PDL) da responsabile degli italiani nel mondo per il Popolo della Libertà, hanno dato lo spunto alle considerazioni dell’on Antonio Razzi. Il comunicato diramato dal deputato del PDL non senza risentimenti, restituisce al mittente una nomina che a suo dire era solo “a la carte” cioè senza i crismi né della ufficialità né quelli della piena operatività, praticamente fasulla. «Ora che lo sapranno tutti i famosi responsabili territoriali nominati dall’on. Di Biagio all’estero resteranno con un palmo di naso- commenta Razzi – ma facciano buon pro e restituiscano anche loro la tessera del PDL al mittente che non ha mai fatto sul serio con gli italiani all’estero e questa ne è la prova del nove». L’amarezza del Finiano Di Biagio sarebbe giustificata, secondo Razzi, dal fatto che egli si è dovuto dimettere da una carica che non ha mai ricevuto seriamente «il suo partito ha preso in giro non solo lui, e questo di per sé stesso è un comportamento assai deprecabile, ma ha buggerato con una pernacchia tutti quegli italiani all’estero che hanno creduto nel PDL votandolo, a questa gente dico: Mai piu’ Berlusconi o chi per esso, Italia dei Valori proibisce tali comportamenti – ha concluso il deputato eletto in svizzera-». (On. Antonio Razzi)

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Farmacia dei servizi

Posted by fidest press agency su martedì, 27 luglio 2010

La Lombardia punta sulle Uccp, le Unità complesse delle cure primarie che la Convenzione dei medici di famiglia designa eredi dirette di Utap e medicine di gruppo. L’indicazione arriva dal Piano sociosanitario 2010-2015, approvato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale su proposta del presidente, Roberto Formigoni, e dell’assessore alla Sanità, Luciano Bresciani. Tra le linee portanti del piano, che detta gli indirizzi programmatici del servizio sanitario lombardo per gli anni a venire, spiccano il «potenziamento dei servizi territoriali di assistenza per la cura della cronicità», allo scopo di ridurre i ricoveri in ospedale, e l’istituzione di «strutture di ricovero intermedie», tra ospedale e domicilio, attraverso la riconversione di posti letto già esistenti. Ed è proprio al capitolo relativo alle cure territoriali che il Piano gioca la carta delle Uccp, che serviranno a «valorizzare il ruolo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta» e garantire «assistenza sanitaria di base, diagnostica e prestazioni ambulatoriali di primo livello». Il tutto con l’obiettivo di ridurre «l’accesso improprio al Pronto soccorso e realizzare la continuità dell’assistenza sul territorio, garantendo le cure ai pazienti cronici e in assistenza post-acuta». Va detto subito che Uccp non necessariamente è sinonimo di Utap: nella convenzione per la medicina di famiglia firmato l’anno scorso, infatti, le Unità complesse di cure primarie possono vestire panni differenti in base ai progetti delle singole Regioni: chi vorrà farle assomigliare alle vecchie Utap, chi preferirà la medicina in rete e via di seguito.. Non a caso, nel capitolo dedicato alla medicina generale, il Piano auspica «accordi con i comuni e/o altre istituzioni pubbliche e private per favorire la disponibilità di locali o strutture che permettano la realizzazione» di tali forme aggregate. E le farmacie? Nel documento programmatico della Regione c’è spazio anche per loro: si cita la legge 69 sui nuovi servizi (ma mancano accenni alla convenzione regionale), si parla di coinvolgimento dei presidi nell’assistenza domiciliare, nella distribuzione diretta e nel monitoraggio dei farmaci e infine si promette «l’integrazione nella rete territoriale per fare in modo che le farmacie «eroghino cure nel rispetto dell’equilibrio di bilancio». (fonte farmacia33)

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Mef: si chiudono 103 uffici territoriali

Posted by fidest press agency su mercoledì, 5 Maggio 2010

Il 29 aprile scorso le Commissioni Finanze e Attività Produttive hanno approvato un emendamento al Decreto Legge 40/2010, che dovrà essere convertito entro il 26 maggio 2010, in cui si prevede la soppressione delle 103 Direzioni Territoriali dell’Economia e delle Finanze.  Questi uffici erogano ad oggi gli stipendi ai dipendenti dei ministeri, della scuola, degli istituti di alta formazione e delle Agenzie Fiscali; pagano le pensioni di guerra e quelle tabellari; liquidano gli indennizzi previsti dalla Legge 210/92 e quelli alle vittime del terrorismo; gestiscono i depositi definiti e provvisori, hanno in carico il procedimento dell’antiriciclaggio, lo sportello per la razionalizzazione degli acquisti nella P.A. e forniscono supporto al portale stipendi P.A. Per l’erogazione dei suddetti servizi sono impegnati circa 3.500 lavoratori del Ministero dell’Economia e delle Finanze. L’emendamento in questione non indica chiaramente la sorte delle attività sinora svolte da questi uffici, né tanto meno chiarisce il destino dei lavoratori coinvolti. La RdB Pubblico Impiego è fortemente contraria a questa assurda riduzione dei servizi diffusi sul territorio nazionale e denuncia il più complessivo progetto governativo che distrugge lo Stato Sociale attraverso la riduzione dei servizi, mettendo “in liquidazione” i lavoratori con una mobilità selvaggia. La RdB P.I. ha pertanto già proclamato lo stato di agitazione del personale del Ministero Economia e Finanze e sta predisponendo forme di mobilitazione e di lotta su tutto il territorio nazionale.

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Nuovo paradigma sociale

Posted by fidest press agency su mercoledì, 20 gennaio 2010

“A Roma si è costituito il Forum nazionale –Ambiente, Salute, Legalità – ne fanno parte tutti quei Comitati, Associazioni e/o semplici cittadini, sensibili alle tematiche ambientali e provenienti da tutte le parti d’Italia”. Così l’On. Le Scilipoti in riferimento al Forum appena formatosi.“Un nuovo paradigma è necessario per affrontare le emergenze territoriali, di questo, ne sono consapevoli i soggetti fondatori che si sono dotati di un centro di servizi tecnico-legale per supportare tutti i Comitati e le Associazioni nelle varie vertenze locali. Primo appuntamento – prosegue Scilipoti – il Convegno Nazionale di venerdì 5 marzo c/o la sala delle Conferenze di Palazzo Marini a Roma. Gli argomenti trattati riguarderanno i rifiuti, le energie rinnovabili, il nucleare, le acque, l’amianto, le grandi infrastrutture, nonché tutti gli  aspetti della promozione e dell’ecologia profonda in generale. Un’attenzione particolare sarà data agli effetti sanitari inerenti a tali tematiche. Da parte mia – conclude Scilipoti – ho assicurato la mia disponibilità  e quant’altro si renderà necessario, a dar voce, con iniziative parlamentari, alle varie istanze del Forum nazionale ”.

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