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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 133

Posts Tagged ‘precario’

Le ferie non godute dal personale precario della scuola vanno pagate

Posted by fidest press agency su martedì, 27 settembre 2022

Punto. Lo ha ribadito ieri il Tribunale di Arezzo che ha valutato il ricorso di una docente, assistita dai legali Anief, che ha svolto per cinque anni scolastici consecutivi, tra il 2013 e il 2019, delle supplenze annuali con scadenza a giugno vedendosi sempre negare l’assegnazione dell’indennità relativa ai periodi di ferie non fruiti. Per rispondere al quesito, il giudice ha realizzato un’ampia “ricognizione del quadro normativo nazionale di riferimento in tema di condizioni della fruizione del diritto alle ferie nell’ambito dei rapporti di lavoro dei docenti a tempo determinato della scuola pubblica”, partendo dalla sentenza n. 3021/10 della Corte di cassazione, secondo cui “la natura mista dell’indennità delle ferie non godute può considerarsi un dato acquisito nella prevalente (e più recente) giurisprudenza”, fino ad arrivare alla recente legge 135/2012 che “ha introdotto una deroga per il personale scolastico assunto a tempo determinato, ammettendo la possibilità di sostituire con il corrispondente trattamento economico le ferie di cui questi lavoratori, proprio in ragione della durata limitata del loro rapporto di lavoro, non abbiano potuto usufruire”. Nella sentenza, il giudice reputa, quindi, “che anche i docenti a tempo determinato abbiano diritto a godere delle ferie maturate nei giorni di sospensione delle attività didattiche, e che possano ottenere la corresponsione dell’indennità sostitutiva alla cessazione del rapporto nei soli limiti della differenza a loro favore tra i giorni di ferie maturati e quelli in cui è loro consentito di fruirne (ovvero quelli in cui sono sospese le lezioni e i docenti non sono impegnati in altro tipo di attività)”.

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Scuola: A settembre arriva il precario assunto e licenziabile in qualsiasi momento

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2020

È stata raccolta la denuncia pubblica della scorsa settimana dell’Anief sui nuovi 50 mila precari della scuola “usa e getta”, introdotti con la conversione in legge del Decreto Rilancio per rispondere all’esigenza del rientro in classe a settembre – quando si potrebbero formare classi da non più di 15 alunni – ma licenziabili all’occorrenza, “nel caso di nuova chiusura delle scuole” qualora dovesse venirsi a determinare un nuovo lockdown e senza nemmeno la possibilità di percepire l’indennità di disoccupazione. Il sindacato Anief ritiene inaccettabile tutto questo.Marcello Pacifico, presidente Anief, ha dichiarato in un’intervista odierna a Orizzonte Scuola che “i diritti dei lavoratori non possono essere piegati, i lavoratori non sono schiavi e siamo pronti a ricorrere”. Il sindacalista autonomo aggiunge: “Oltre che a calpestare il Contratto collettivo di lavoro, l’assunzione dei precari con possibilità di licenziamento da un giorno all’altro è addirittura in contrasto con l’articolo 117 della Costituzione e viola l’articolo 26 della dichiarazione universale dei diritti umani: “Siamo pronti ad impugnare i licenziamenti che deriveranno da quanto disposto dalla Legge 77 del 2020, perché in contraddizione con la normativa comunitaria, il diritto allo studio ed in primis alla continuità didattica garantita dall’articolo 34 della Costituzione”.

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Scuola: Con il Decreto Rilancio arriva il precario usa e getta: 50 mila docenti e Ata in più licenziabili in qualsiasi momento

Posted by fidest press agency su mercoledì, 22 luglio 2020

Per favorire il rientro in classe a settembre è prevista la copertura finanziaria di un numero limitato di insegnanti, assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici: tutti però rigorosamente contrattualizzati a tempo determinato e “tagliati in caso di nuova chiusura delle scuole” qualora dovesse subentrare un nuovo lockdown. Sembra che non abbiano accesso nemmeno all’indennità di disoccupazione. “Pensare di risolvere i problemi della scuola assumendo dei docenti in modo fortemente temporaneo è un errore strategico – sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché si continua ad intendere la formazione come una spesa e non un investimento. Se si devono ridurre il numero di alunni per classe, è normale che i docenti assunti a settembre torneranno utili a questo scopo. Senza dimenticare che i contratti e i diritti dei lavoratori non cambiano a seconda del tipo di rapporto: non ci sono precari di serie A e B. A meno che non si voglia tornare alle logiche e agli assetti pre-Covid. In tal caso lo si dica. Come si dica chiaramente che non si vuole ripristinare l’organico precedente alla riforma Tremonti-Gelmini, quando c’erano 200.000 insegnati, 50.000 Ata e 4.000 scuole in più. Valorizzare la scuola e i suoi dipendenti, riconoscendo in pieno l’opera sociale del loro lavoro svolto – conclude Pacifico – significa prendere le distanze da certe politiche e restituire il maltolto”. Con il via libera definitivo del Senato al Decreto Rilancio, il Parlamento ha previsto anche l’assunzione a tempo determinato di docenti e Ata in vista della ripresa della scuola in presenza a settembre. Poiché si potrà derogare al numero minimo e massimo di alunni per classe, dal momento che le misure di distanziamento fisico comporteranno un lavoro con gruppi più esigui di studenti, sarà anche indispensabile assumere nuovo personale docente e ATA a tempo determinato, proprio per garantire un numero adeguato di operatori a disposizione di ogni classe. Si tratta della possibilità di attivare fino a 50mila posti: solo che saranno “tagliati in caso di nuova chiusura delle scuole” dovuta ad un possibile nuovo lockdown.

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Scuola: A settembre sarà caccia al precario

Posted by fidest press agency su giovedì, 9 luglio 2020

Quello che l’Anief temeva, con il nuovo anno scolastico prenderà la conformazione di triste realtà: vi saranno così tanti posti vuoti da insegnanti che gli uffici scolastici avranno seri problemi a reperire i supplenti. Soprattutto da Firenze in su. Delle 85 mila cattedre vuote che i dirigenti scolastici dovranno coprire, la maggior parte sono collocate al Nord. Da un’analisi di Tuttoscuola risulta infatti che mancheranno all’appello “più di 50mila docenti (circa il 60% dei posti vacanti) in ben 6 regioni del Settentrione: Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia”. E per come si stanno profilando le nuove graduatorie provinciali per le supplenze, che cambiano le carte in tavole e le valutazioni dei titoli di studio, c’è poco da mettersi le mani nei capelli.“Ritrovarci a breve con quasi un insegnante precario ogni tre in organico – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – rappresenta il fallimento della politica del reclutamento italiano dei docenti. Una resa delle armi che ha origini lontane, non certo nell’attuale Governo. Avere eluso sistematicamente le indicazioni provenienti da 20 anni dalla Commissione europea, a partire dalla Direttiva n. 70 del 1999 sulla prevenzione dell’abuso di precariato, ha prodotto un quadro che parla da solo: a settembre, se si considerano i 30 mila nuovi pensionamenti e le decine di migliaia di immissioni in ruolo che andranno deserte per via delle GaE e graduatorie di merito prive di candidati, la scuola italiana si ritroverà con un insegnante precario ogni tre in organico. Noi abbiamo detto cosa fare: se Governo e Ministero continuano a non darci retta, vivremo un autunno di disagi e di mancato diritto allo studio, oltre che un contenzioso, senza precedenti”Settembre è da anni il mese più complicato per la scuola italiana. Quello del 2020 rischia di diventare una “Caporetto”.

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Scuola: A settembre un docente su tre sarà precario

Posted by fidest press agency su sabato, 20 giugno 2020

La scuola non può fare a meno del personale non di ruolo, oggi più che mai visto che siamo arrivati a 250 mila supplenze annuali: nei nostri istituti scolastici abbiamo un precario ogni tre docenti. L’unico modo per evitare il tracollo a settembre, quando ci sarà da fare i conti con il rientro in classe di tutti gli alunni dopo il lockdown, è quello di procedere con immediatezza a delle assunzioni sulla base di procedure che prevedono l’utilizzo di graduatorie, concorsi per titoli e per servizi. Per farlo si deve agire subito approvando un provvedimento legislativo ad hoc. Marcello Pacifico (presidente Anief): “L’emergenza dei docenti precari, ma anche di altri lavoratori della scuola – come i Dsga, il personale Ata e gli educatori – rischia sempre più di trasformarsi a fine estate in una tragedia professionale e sociale: occorre agire e anche in fretta, stabilizzando a breve i tanti supplenti che hanno tutti i numeri e i titoli per essere immessi in ruolo, riducendo in questo modo i problemi di reperimento del personale e gli effetti nefasti della mancata continuità didattica”.Senza i precari la scuola non potrebbe andare avanti. L’Anief lo sostiene da mesi e ha riproposto la linea che valorizza questi lavoratori con il Decreto Rilancio, per il quale ha previsto ben 40 emendamenti all’articolo 230. Tra questi, il sindacato ha richiesto il reclutamento dei docenti precari, assieme al personale Ata e dei facenti funzioni, la conferma degli incarichi ai supplenti.
Specificatamente per i docenti di sostegno ai quasi 300 mila alunni con disabilità certificata, il sindacato autonomo rivendica con forza l’avvio di un concorso straordinario – semplificato con sola prova orale – per chi è già in possesso di specializzazione, di una procedura per titoli e servizi per 80 mila docenti di sostegno senza specializzazione con tre anni di servizio di cui uno su sostegno, oltre che l’attivazione di una graduatoria per assunzione per docenti di sostegno senza titolo con tre anni di servizio.
In generale, per tutti i precari, quindi anche su disciplina comune, l’Anief chiede l’assunzione del personale precario nei ruoli da elenchi aggiuntivi per titoli per chi tra i docenti ha svolto almeno 36 mesi di servizio. Ma anche le assunzioni nei ruoli dalle graduatorie di istituto provinciali (venutesi a determinare dalle ormai ex graduatorie d’istituto), l’assunzione nei ruoli da graduatorie per titoli per i diplomati magistrale.La mancata copertura delle cattedre con personale di ruolo riguarda anche gli insegnanti di religione cattolica, che a distanza di oltre tre lustri dall’ultimo concorso è bene che vengano assorbiti nella misura di 7 mila unità, prevedendo l’accesso ai precari con non meno di 36 mesi di supplenze. La stessa procedura dovrebbe valere per gli insegnanti tecnico pratici (Itp) e per gli educatori con almeno 24 mesi di servizio svolto. È auspicabile anche pensare, alla luce sempre dell’emergenza epidemiologica, procedere prima dell’avvio del nuovo anno scolastico all’immissione in ruolo da graduatoria per titoli nei confronti di coloro che hanno svolto non meno di tre anni di supplenze anche non continuative.

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Scuola: Cercasi precario da graduatorie d’istituto

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019

Nella scuola primaria mancano ancora una volta le maestre al Nord: 2 mila tra posti comuni e sostegno soltanto tra Torino e Milano, mentre alcune continuano a essere licenziate o cancellate dalle ex graduatorie permanenti dopo il clamoroso cambio di orientamento della giustizia amministrativa. Pacifico (Anief): “Serve prorogare subito la norma del decreto Dignità sulla continuità didattica almeno per tutto il ciclo di studi per non lasciare i bambini soli, riaprire annualmente le Graduatorie a esaurimento provvedendo alle nomine entro luglio e reclutare da graduatorie di istituto provinciali aperte periodicamente”
Nel 2014 un decreto del presidente della Repubblica dichiara abilitante il diploma magistrale conseguito prima dell’attivazione dei corsi di laurea in Scienze della Formazione primaria, ai fini delle supplenze dalla seconda fascia delle graduatorie di istituto. A quel punto in cinquantamila ricorrono per inserirsi nelle ex graduatorie permanenti, chiuse dal 2012. Il Consiglio di Stato li ammette tutte con riserva e in 2 mila con otto sentenze passate in giudicato entrano nei ruoli definitivamente. Sempre il Consiglio di Stato continua ad ammettere nelle Gae le laureate in SFP che risultavano iscritte entro il 2011/2012.Poi arrivano due sentenze della Plenaria che cambiamo orientamento del Consiglio di Stato perché ritengono che si sarebbe dovuto ricorrere fin dalla prima esclusione operata a partire dal 2002, il giudicato si sarebbe formato soltanto per le parti attoree, il titolo non è abilitante per inserirsi nelle Gae.A quel punto, diverse sentenze del Tar rigettano i ricorsi ancora pendenti dei diplomati magistrale.Interviene il legislatore, la scorsa estate (decreto Dignità), e prevede: da una parte un concorso straordinario per poter reclutare le 7 mila maestre passibili di licenziamento, perché entrate di ruolo con riserva nonostante abbiano superato l’anno di prova ma con almeno da due anni di insegnamento, lasciando le altre fuori; dall’altra la proroga dei contratti in essere al 30 giugno 2019, in ragione della continuità didattica.Il mese scorso ancora molte graduatorie di merito del concorso straordinario non erano pronte per poter assegnare le immissioni in ruolo, mentre altre graduatorie di merito del concorso ordinario in altre regioni continuano a essere sature di vincitori e idonei cui è stata prorogata la vigenza ancora per un anno.Nel frattempo, giorno dopo giorno, si susseguono le pronunce negative del tribunale amministrativo e i licenziamenti o i depennamenti dalle Gae.Il risultato? Ad anno scolastico già iniziato mancano le maestre, anche su sostegno, nelle classi con i dirigenti scolastici costretti a ricorrere sempre più a chiamate fuori graduatoria dalle Messe a disposizioni di chi non vuole lo Stato reclutare. Mancano 2 mila maestre su posto comune o di sostegno soltanto nelle province di Milano e Torino.

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Scuola: Personale di ruolo e precario

Posted by fidest press agency su lunedì, 26 agosto 2019

Le differenze di trattamento tra il personale assunto a tempo indeterminato e quello precario, anche quello contrattualizzato continuativamente, riguardano aspetti lavorativi svariati: dall’entità degli stipendi, con quello dei supplenti bloccato al livello iniziale, alla somministrazione del bonus annuale per l’aggiornamento, precluso ai precari, sino alla concessione di ferie e permessi. Su questi ultimi, le differenze sono abissali: al personale docente, educativo ed Ata assunto a tempo determinato sono concessi permessi per la partecipazione a concorsi o esami, nel limite di otto giorni complessivi per anno scolastico, compresi quelli per il viaggio, ma non vengono retribuiti. E lo stesso vale per i sei giorni di ferie chieste dal dipendente precario nel corso delle attività didattiche: devono essere sempre legate in modo esplicito a motivi personali e familiari.Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Si tratta di una differenza inaccettabile. Così come disposto, il contratto di lavoro è addirittura contraddittorio: vale infatti il principio della concessione di permessi e ferie, ma poi le corrispondenti giornate si sottraggono dallo stipendio. Così non va. Lo faremo presente in contrattazione nazionale, in qualità di sindacato rappresentativo, facendo di tutto per cambiare il nuovo dispositivo che regola il rapporto di lavoro del personale della scuola. Qualora l’amministrazione dovesse opporsi, confermando questa assurda discriminazione, la pratica passerà al nostro ufficio legale che predisporrà specifico ricorso nelle sedi legali opportune anche sovranazionali”.Due pesi e due misure: nella scuola sembra la regola regina. Attraverso un confronto tra i due status professionali, analizzando il contratto collettivo nazionale vigente, la stampa specializzata ha fatto emergere le diversità di trattamento, pur in presenza di direttive transnazionali, come la 1999/70/CE, che impongono a tutti i Paesi membri di non osservare discriminazione alcuna tra il personale di ruolo e precario, a partire dalla stabilizzazione automatica dei supplenti che hanno svolto oltre 36 mesi di servizio (anche questa scientificamente omessa dall’Italia e per questo motivo la Commissione Europea è a un passo dall’avvio della procedura d’infrazione dopo l’invio della lettera di costituzione in mora di qualche settimana fa).

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Parlamento chiede a Stati UE di porre un freno al lavoro precario

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 giugno 2018

Bruxelles. In una risoluzione adottata giovedì, il Parlamento chiede ai Paesi UE di combattere in modo efficace le forme di lavoro precario, come i contratti “a zero ore”.Il Parlamento europeo ha adottato giovedì una risoluzione che invita la Commissione europea e gli Stati membri a combattere il lavoro precario e l’uso abusivo dei contratti di lavoro a tempo determinato nel settore pubblico e privato dell’UE.La risoluzione segue una serie di petizioni ricevute dal Parlamento che hanno segnalato contratti e accordi di lavoro illegali, presunti e sleali, provenienti da tutta l’UE.Gli Stati membri devono contrastare le forme di lavoro precario, come i cosiddetti contratti a “zero ore”, e garantire che il precedente stabilito dalla Corte di giustizia dell’UE (rispetto a un caso italiano) in materia di diritto del lavoro sia rispettato in modo coerente. Un contratto “a zero ore” è un accordo di lavoro che non prevede un numero minimo di ore di lavoro garantite.Le ispezioni sul posto di lavoro sono inoltre necessarie affinché i lavoratori soggetti a contratti temporanei o flessibili possano beneficiare almeno della stessa protezione degli altri lavoratori.L’interpretazione della Corte UE che ribadisce come i contratti a tempo determinato ripetuti dovrebbero essere tramutati in contratti a tempo indeterminato, deve essere adeguatamente rispettata da tutti i Paesi UE e coerentemente inserita nei rispettivi quadri giuridici.La risoluzione inoltre:
· invita la Commissione e gli Stati membri UE a garantire piena parità di retribuzione per lo stesso lavoro;
· sottolinea che la direttiva UE sull’orario di lavoro deve essere applicata ai lavoratori con contratti a “zero ore”, in modo che siano coperti dalle norme sui periodi minimi di riposo e sui periodi massimi di lavoro;
· invita gli Stati membri a migliorare gli standard occupazionali dei lavori non convenzionali, fornendo almeno una serie di standard minimi per la protezione sociale, livelli di salario minimo e accesso alla formazione;
· denuncia il rinnovo dei contratti a tempo determinato al fine di coprire esigenze non temporanee ma fisse e permanenti;
· insiste che i Paesi UE debbano valutare la legislazione sul lavoro precario considerando il suo impatto di genere, in quanto le donne costituiscono un gruppo che continuerà a essere colpito in modo eccessivo dal fenomeno.

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Docente di spagnolo condannata alla precarietà

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 giugno 2017

tribunale-milanoIl giudice condanna il Miur per discriminazione e sfruttamento del lavoro a tempo determinato: il ricorso Anief, proposto a tutela dei diritti della prof supplente, rivendicava l’illegittimità del lungo periodo di precariato, cui continua a essere costretta senza il minimo riconoscimento della lunga esperienza maturata in cattedra per insegnare nella scuola media. La sentenza è importante, perché sancisce il diritto a percepire anche da precari, oltre al risarcimento, uno stipendio calcolato sugli anni di servizio svolti. Rimane l’amarezza: in un mondo sempre più globalizzato e aperto alle lingue, perché un docente deve attendere così tanti anni per poter sottoscrivere il contratto a tempo indeterminato pur essendo da tempo nelle graduatorie pre-ruolo? A tal proposito, il sindacato ricorda il paradosso della classe di concorso A023, ‘Lingua italiana per discenti di lingua straniera’, introdotta con le nuove classi concorsuali e per la quale sono stati decretati centinaia di vincitori nell’ultima selezione nazionale del 2016 proprio per soddisfare precise finalità di insegnamento: per il Miur la disciplina rimane un oggetto misterioso. Anief ha promosso specifici ricorsi per la tutela dei lavoratori precari: è ancora possibile aderire per ottenere il giusto riconoscimento professionale.Marcello Pacifico (Anief-Cisal): i diritti dei precari non possono essere calpestati. Il Miur agisce, ancora oggi, in aperto contrasto con la normativa comunitaria continuando a reiterare contratti a tempo determinato su posti vacanti e negando al personale con contratto a termine il diritto alle progressioni stipendiali. Il nostro impegno è quello di continuare a tutelare i loro diritti e a pretendere dall’Amministrazione rispetto per quei lavoratori della scuola che ogni anno permettono il regolare svolgimento delle attività didattiche.

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Casta e privilegi. Quando chi denuncia è poco credibile

Posted by fidest press agency su martedì, 19 luglio 2011

Grande successo del blog dello “Spider Truman” su i segreti della casta di Montecitorio. Ovvio che il momento e’ propizio visto che i media continuano ad additare i parlamentari come “casta”, come condizione privilegiata. Siccome siamo scettici sulle attivita’ moralizzatrici degli angeli sterminatori e di coloro che li sostengono (si ricordi, a tal proposito, la fine di Cola di Rienzo e Masaniello) ci pare giusto fare alcune domande e considerazioni. “Spider Truman”, cosi’ lo chiameremo, era un precario del luogo di potere per eccellenza: Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Se voleva fare una denuncia perche’ non lo ha fatto prima? Per tutelarsi poteva passare le informazioni ai media e continuare nell’anonimato. Lo fa ora che ha perso il posto, quindi, quanto e’ credibile? E se non avesse perso il posto avrebbe continuato con la condotta di connivenza? Anche lui “tiene famiglia” e, quindi, “zitto e mosca” fino a quando conviene. Lanciare il sasso e nascondere la mano e’ un antico vizietto italiota. I parlamentari sono tutti come vengono descritti o ce ne sono solo alcuni che approfittano del proprio status o addirittura commettono reati? Perche’ non ne fa i nomi? Mettere fango, o altro, davanti ad un ventilatore e imbrattare tutti, indistintamente, non rende un servizio alla trasparenza, alla correttezza e alla giustizia. La gogna non ci e’ mai piaciuta: stimola solo i riflessi intestinali e trasforma il popolo in plebe. (Primo Mastrantoni, segretario Aduc)

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La casa per giovani di Scilipoti

Posted by fidest press agency su martedì, 21 dicembre 2010

“E’ particolarmente sentita tra i giovani – singoli e coppie – l’esigenza di acquistare una abitazione propria”. Così l’On. Scilipoti (Movimento di Responsabilità Nazionale), in riferimento alla possibilità di dare a tutti una abitazione a prezzi accessibili. “Purtroppo, i prezzi alti, coniugati al lavoro sempre più precario, costituiscono ostacoli insormontabili alla concreta attuazione di un sogno. Allora, è necessario che il Governo si faccia carico di rilanciare la costruzione di alloggi popolari utilizzando i fondi provenienti dalla vendita degli alloggi ex I.A.C.P..  In questo modo – continua l’On. Scilipoti (MRN)- si darebbe una duplice risposta: da una parte si venderebbero gli immobili ex Iacp – oltre 1 milione – agli attuali assegnatari, certamente interessati ad acquistare gli alloggi in cui sono vissuti per una vita, dall’altra si potrebbero attivare ingenti risorse per costruire alloggi a prezzi agevolati. Oltretutto – conclude l’On. Scilipoti (MRN)- si abbatterebbero i notevoli costi di gestione e di manutenzione di alloggi obsoleti.”

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