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Il ruolo della rupia indiana nel commercio globale

Posted by fidest press agency su venerdì, 19 Maggio 2023

Di Mario Lettieri e Paolo Raimondi. L’India sta accelerando il processo verso l’utilizzo delle monete locali, ovviamente anche della sua valuta, la rupia, nei commerci internazionali. Poiché l’India non è vista come un “nemico”, come la Russia, né un “pericoloso concorrente”, come la Cina, ciò potrebbe, e dovrebbe, essere da stimolo per l’Unione europea e per i singoli Paesi europei, Italia in primis, a immaginare e proporre una possibile riforma del sistema monetario globale, basato appunto su un paniere di monete importanti. Ci sarebbero dei forti alleati. Secondo esperti politici indiani ”le sanzioni hanno creato un nuovo mondo di paesi che cercano di commerciare utilizzando le proprie valute invece del dollaro Usa”. Essi affermano anche che le sanzioni hanno danneggiato paesi terzi, come l’India, responsabili soltanto di avere dei rapporti commerciali con chi, per svariati motivi, è stato oggetto di sanzioni. Ad esempio, il Venezuela e l’Iran sono ricchi di petrolio e in passato sono stati i principali fornitori dell’India. Il commercio fu di fatto fermato a causa delle sanzioni statunitensi. Anche il Myanmar ha subito diverse sanzioni, inasprite dopo il recente colpo di stato. A pagarne le spese è stato anche il commercio indiano. L’India fa sapere di essere stata anch’essa colpita dalle sanzioni occidentali dopo i test nucleari del 1974 e del 1998. Com’è noto, le sanzioni vietano a persone fisiche e società (comprese le banche) di fare determinate transazioni con controparti nei paesi target. Poiché gran parte del commercio globale è in dollari, le società e i paesi sanzionati non possono più accedere al sistema bancario statunitense e sono, quindi, esclusi dal commercio globale. Ciò rende le aziende diffidenti nel fare affari con paesi sanzionati e rende efficaci le sanzioni statunitensi, anche se molti governi non le riconoscono. Una valuta legale si basa sulla fiducia nel governo che la emette. Molti indiani affermano che il governo Usa ha abusato di questa fiducia. Non solo per le sanzioni ma anche per la creazione di denaro eccessivo attraverso l’aumento del proprio debito pubblico. L’India riconosce che Pechino desiderava da tempo che la sua moneta sostituisse il dollaro come mezzo di scambio internazionale. Nel 2016 lo yuan è stato aggiunto al paniere di valute utilizzate dal Fmi per calcolare i Diritti Speciali di Prelievo. Nello stesso anno ha creato l’Asian Infrastructure Investment Bank (Aiib), la versione cinese delle istituzioni guidate dall’Occidente come la Banca mondiale e l’Asian Development Bank. L Aiib ha il supporto di oltre 90 paesi e l’India ne è il secondo maggiore azionista. Sebbene la sua economia sia più piccola di quella cinese, l’India ha maggiori possibilità di internazionalizzare la sua valuta rispetto alla Cina in quanto è ritenuta più orientata al mercato e più trasparente. L’India sostiene che le sanzioni occidentali contro Russia, Iran e Myanmar rimarranno a lungo e che in futuro altri paesi potrebbero essere presi di mira. Questo timore la sta spingendo a preparare sistemi di pagamento alternativi. L’obiettivo è creare sistemi paralleli che possano consentire il commercio, piuttosto che “sostituire” il dollaro. La rupia indiana può fornire uno di questi meccanismi. Lo ha già fatto in passato anche se in modo limitato. Infatti, fino al 1971 essa è stata utilizzata come valuta da molti stati del Golfo Persico, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Bahrain, ecc. Poi, ripetute svalutazioni hanno spinto questi paesi a creare le proprie monete. Si presume erroneamente che l’imperialismo britannico abbia introdotto la rupia nel commercio internazionale, ma essa era una valuta commerciale già liberamente circolante molto prima dell’arrivo delle compagnie europee sulle coste indiane. Gli storici indiani hanno dimostrato che la rupia è stata utilizzata per 500 anni nel commercio con il subcontinente indiano, anche grazie alla presenza di un’influente diaspora commerciale indiana. La storia della rupia dal XVII all’inizio del XX secolo non ha esempi paragonabili nella Cina imperiale di quel periodo. Oggi, la United Payment Interface dell’India, un sistema di pagamento in tempo reale sviluppato dalla National Payments Corporation per facilitare le transazioni interbancarie e regolato dalla Reserve Bank of India, consente ai titolari di conti di effettuare pagamenti in rupie in diversi paesi: Singapore, Emirati Arabi Uniti, Mauritius, Nepal e Bhutan. L’India incoraggia attivamente il commercio bilaterale con il Bangladesh e lo Sri Lanka utilizzando la rupia. La banca statale, UCI Bank, che in passato ha facilitato il commercio con l’Iran, programma di espandere le sue attività nell’intera regione asiatica. Una nota conclusiva che riguarda l’Europa. Secondo una recente analisi pubblicata da Bloomberg, dall’inizio della guerra in Ucraina e dell’inasprimento delle sanzioni che hanno drasticamente ridotto le importazioni europee di gas e di petrolio dalla Russia, l’India è diventata in primo fornitore di prodotti petroliferi dell’Europa. Non dovrebbe sorprendere che Nuova Delhi importa petrolio principalmente dalla Russia. Resta ancora una domanda: come sono pagate le fatture, in euro, in rupie o ancora in dollari? Mario Lettieri già sottosegretario all’Economia e Paolo Raimondi economista

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Demografia. Come va il mondo. Il ruolo dell’Italia

Posted by fidest press agency su lunedì, 8 Maggio 2023

Notare che nel 1950 nel top della classifica c’era l’Italia, ma poi è sparita senza più ricomparire. Così come la Germania. Il mondo sta esplodendo di popolazione e lo fa nei posti in cui si vive peggio. Non a caso l’India solo alcuni giorni fa ha superato la Cina per numero di abitanti e si appresta a continuare senza interruzione. Mentre la Cina si ridimensiona, si fanno avanti Paesi come Nigeria, Pakistan, Repubblica Democratica del Congo e Tanzania… tutti noti per rapporti molto precari tra qualità della vita e popolazione, con mortalità precoce rispetto a Paesi come il nostro.Li sentiamo già “urlare” i nostrani della “sostituzione etnica” che, per questo, avrebbero ragione e si sentirebbero più motivati a stimolare gli italiani a fare più figli e a respingere i migranti vittime del metodo suicida utilizzato nel Pianeta fino ad oggi per vivere meglio e più a lungo. E sarebbe questo il metodo per contrastare l’andamento in corso? Incapaci? Ridicoli? Nostalgici di strampalate teorie dei secoli passati? Il mondo, tutto interconnesso nonostante qualcuno abbia creduto ad un cambio di rotta dopo l’invasione russa dell’Ucraina, va avanti in modo diverso. Le politiche demografiche nazionali non hanno senso e sono dannose: fanno male a chi già abita un territorio, rendono difficile la vita a chi vi ha trovato rifugio, contribuiscono ad ammazzare più persone nel mondo e, SOPRATTUTTO, non impediscono in nessun modo quello che sta succedendo nel Pianeta. Noi Italia abbiamo delle eccellenze e per salvarci non possiamo esimerci dall’essere parte dei movimenti e delle realtà demografiche in corso. Cercare di limitarle a noi stessi, stimolando una crescita etnica, ci farà solo morire prima.Occorrerebbe pensare come usare al meglio queste nostre eccellenze per dare un contributo di vita e di felicità a questo Pianeta in esplosione e in totale cambiamento. Siamo un piccolo Paese con una grande storia. Pensiamo a come tanti altri piccoli Paesi con grandi storie riescono ad essere motori per vivere una vita migliore. Pensiamo ad Israele, per esempio, le cui capacità scientifiche sono uno dei motori di progresso di tutto il mondo. Rinchiudersi ed escludere crediamo sia solo velleitario. Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc http://www.aduc.it

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Immissioni in ruolo: il ministero annuncia modifiche al sistema informatizzato

Posted by fidest press agency su domenica, 5 febbraio 2023

All’incontro svoltosi tra Ministero dell’Istruzione e del Merito e organizzazioni sindacali, alla presenza anche dei rappresentanti della gestione dei sistemi informativi, è stato annunciato l’accoglimento di alcune importanti modifiche al sistema di informatizzazione per le nomine in ruolo (INS) avanzate nel corso dei precedenti incontri da ANIEF. Le modifiche, che saranno già operative per le nomine dell’anno scolastico 2023/2024, riguardano sia aspetti di gestione del sistema che modifiche all’istanza on line che gli aspiranti devono compilare.Tra queste ultime, è prevista una sostanziale semplificazione dell’istanza, con particolare riferimento a quella per i posti comuni della scuola dell’infanzia e primaria. A differenza di quanto avvenuto finora, infatti, sarà prevista la possibilità di selezionare all’inizio l’eventuale interesse per i posti speciali (i quali, ricordiamo, sono diversi da quelli di sostegno e richiedono il possesso di titoli specifici). Questo consentirà di limitare la gestione delle combinazioni tipo di posto-provincia solo agli aspiranti in possesso dei titoli e interessati a quei posti, semplificando in modo sensibile la compilazione della domanda per tutti coloro – la stragrande maggioranza – che non sono interessati a quei posti o che, comunque, non possiedono la relativa specializzazione. ANIEF, presente con i segretari generali Chiara Cozzetto e Marco Giordano, ha espressamente richiesto di evidenziare, all’interno dell’istanza, la natura differente di tali posti rispetto a quelli di sostegno onde evitare qualsiasi possibilità di fraintendimento per gli aspiranti. Anche la rinuncia alla sede assegnata sarà finalmente gestita on line e non più, come avvenuto finora, tramite contatto diretto tra l’aspirante e l’ufficio scolastico di riferimento. Questo consentirà al sistema di poter avere immediata conoscenza dei posti che si libereranno per rinuncia e poterli così prontamente inserire tra le disponibilità per i successivi turni di nomina. Sul punto, ANIEF ha chiesto un intervento che consenta di evidenziare in modo chiaro, all’interno delle disponibilità, la reale composizione delle cattedre orario esterne, con particolare riferimento alla suddivisione oraria e alla sede di completamento, in modo che gli aspiranti possono scegliere tali posti consapevoli della loro reale natura. Riguardo alle modifiche di sistema, il Ministero ha confermato che agli aspiranti cui dovesse essere assegnata una cattedra su una classe di concorso diversa da quella di preferenza per assenza di posti durante un turno di nomina, sarà garantita la possibilità di nomina sui posti eventualmente disponibili nei turni successivi. Su questo ANIEF ha chiesto di prevedere la possibilità di far decidere all’aspirante se mantenere il posto inizialmente assegnato dal sistema oppure di rinunciarvi per ottenere la sede sulla classe di concorso indicata come preferita (quindi, in posizione precedente tra le opzioni espresse) nell’istanza.

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Scuola: I docenti italiani assunti in ruolo 10-15 anni dopo quelli inglesi, coreani e giapponesi

Posted by fidest press agency su lunedì, 16 gennaio 2023

I sistemi di selezione e immissione in ruolo della scuola italiana sono tutti da rivedere: perché non solo il numero dei docenti precari è più che raddoppiato negli ultimi sei anni, ma ora esce fuori anche che la grande maggioranza degli insegnanti entra in ruolo dopo i 40 anni di età portando l’età media del corpo insegnante italiano ben oltre i 50 anni confermando il primato di anni di chi si siede dietro la cattedra nel nostro Paese. “I numeri – fonte INDIRE, raccolti, analizzati e pubblicati su “I numeri da cambiare”, edizioni Giunti, a cura dell’associazione Treellle e ripresi oggi dalla stampa specializzata – diventano più “imbarazzanti” man mano che alziamo l’ordine e grado di scuola, fino a raggiungere il culmine alla secondaria di II grado”. Perché l’Italia dal 2010 al 2019 ha mantenuto una media di poco più di 50 anni di età per i docenti della scuola secondaria di I e II grado, con picchi di quasi 51 anni nel 2012. “Con una precarizzazione del personale della scuola, Ata compresi, così spiccata, tanto da avere oramai un docente ogni quattro a tempo determinato, cosa altro potevamo aspettarci?”, domanda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.Se si considerano Paesi come la Corea del Sud, lo scarto d’età dei docenti arriva anche a 10 anni, stessa cosa per il Giappone e soprattutto il Regno unito, che nel 2019 conta una media di 39,9 anni. Da evidenziare la parabola discendente al ringiovanimento della classe docente della Germania, che dai 48,4 anni del 2010 passa ai 46,3 anni del 2019”. In Italia, invece, “in ruolo si entra prevalentemente tra i 40 e i 49 anni e spesso dopo una lunga se non lunghissima gavetta di precariato. Dati che raggiungono l’apice per le secondarie di II grado, mentre per Infanzia i numeri sono più attenutati”. Il risultato di questo fenomeno è che si sta “andando verso la deriva della precarizzazione”, perché “in 6 anni i docenti precari (soprattutto al Nord) sono praticamente raddoppiati, mentre i concorsi stentano a coprire i posti disponibili, lasciando in media liberi la metà dei posti vacanti dei pensionamenti”.

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Ratzinger: Rojc (Pd), fu attento a ruolo Europa

Posted by fidest press agency su lunedì, 2 gennaio 2023

“Papa Benedetto ha accompagnato con il suo magistero e il suo rigore dottrinale l’avvio complicato di questo millennio, dando un’attenzione lungimirante al ruolo di una Europa più forte”. Così la capogruppo Pd nella commissione Politiche europee del Senato Tatjana Rojc, appresa la notizia della scomparsa del Papa emerito Benedetto XVI. “La sua ‘rinuncia’ non è stata una fuga ma – aggiunge Rojc – il dono grande di un papato che diventa servizio alla Chiesa e ai credenti e cammina con le speranze e le fragilità del popolo”.

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Il ruolo del farmacista durante il Covid-19

Posted by fidest press agency su sabato, 10 dicembre 2022

“Il Farmacista come punto di riferimento della società nella pandemia da Covid-19” è il tema del convegno organizzato dalla Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute dell’Università di Camerino, in programma giorni fa presso l’Auditorium Benedetto XIII. La pandemia da Covid-19 ha, infatti, messo in luce in maniera inequivocabile il ruolo che il farmacista ha svolto e svolge nella società odierna, diventando ormai punto di riferimento per il cittadino. La farmacia oggi è concepita come farmacia dei servizi, dove oltre alla possibilità di acquistare farmaci e prodotti della salute, il cittadino può effettuare una serie di indagini diagnostiche per la verifica e il controllo del proprio stato di salute. “Alla luce della nuova riforma della classe di laurea LM-13 – sottolineano gli organizzatori – che di fatto trasforma la laurea in Farmacia in laurea abilitante, gli Atenei italiani sono chiamati a trasferire competenze e conoscenze sempre più in linea con le attuali esigenze della società, di concerto con gli ordini professionali che rappresentano il punto di riferimento dei giovani laureati nel mercato del lavoro. È di questo che discuteremo nel corso del convegno”. Il convegno si aprirà con i saluti, tra gli altri, Prorettore Vicario Unicam del prof. Graziano Leoni, del Presidente della Federazione Ordine dei Farmacisti Italiani (FOFI) on. Andrea Mandelli, del Direttore della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute Unicam prof. Gianni Sagratini, del Direttore della Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera Unicam prof. Carlo Cifani e del Presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Macerata dott. Luciano Diomedi, Seguiranno poi le relazioni di rappresentanti dell’Ordine dei Farmacisti, della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e della Regione Marche.

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Scuola: Insegnanti e presidi assunti in ruolo e poi licenziati

Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 dicembre 2022

“Il personale docente o dirigente inserito con riserva, a seguito di provvedimenti giurisdizionali, licenziato dopo superamento anno di prova è confermato o reintegrato nei ruoli per non disperdere professionalità acquisite, maturate e valutate”: è questo il testo dell’emendamento promosso da Anief e presentato da Fratelli d’Italia, primo partito di Governo, con cui si intende modificare il decreto legge n. 176 Aiuti quater è trovare quindi una soluzione efficace al problema di decine di migliaia di lavoratori della scuola già valutati positivamente per poi essere incredibilmente licenziati, poiché ammessi con riserva, pur avendo superato l’anno di prova. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i nostri emendamenti hanno solo uno scopo: rispondere alle emergenze che si stanno accavallando nelle nostre scuole e garantire il loro corretto funzionamento avvalendosi al meglio delle risorse del Pnrr. Non possiamo permetterci di perdere del personale dirigenziale e non, formato, selezionato e che ha superato positivamente l’anno di immissione in ruolo: non siamo nelle condizioni per fare questo, perché, ricordiamo, l’Italia ha il record di precari nella scuola, oltre 200mila, e i concorsi continuano a produrre pochi vincitori peraltro in tempi biblici. Il Parlamento ci ascolti, le nostre scuole non possono attendere ancora”, conclude Pacifico.

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Ruolo del farmacista nella scelta del farmaco analgesico OTC

Posted by fidest press agency su mercoledì, 7 dicembre 2022

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), definisce il termine “self-medication” (automedicazione) come la selezione e l’utilizzo di farmaci da banco (OTC – over the counter) da parte dello stesso paziente, per trattare sintomi soventemente auto-diagnosticati. In questo contesto, il ruolo del farmacista è importante in quanto si pone da intermediario e risulta fondamentale nell’aiutare il paziente nella scelta del prodotto più adatto e nel tentare di ridurre il numero di visite al medico curante non necessarie.Gli studi analizzati, 49 pubblicati nell’ultima decade, hanno mostrato che l’uso di analgesici per l’auto-medicazione sta crescendo a livello globale, con una percentuale compresa tra il 20% e il 30% delle persone colpite da dolore cronico o acuto che dichiara di farne uso. Il consiglio da parte del farmacista potrebbe, in questo senso, rappresentare un buon compromesso per individuare, in accordo con il paziente, il prodotto analgesico da banco più adatto alla specifica situazione oppure, in alternativa, per indirizzare la persona a un consulto medico. E’ cruciale, inoltre, evidenziare un altro punto importante: al farmacista dovrebbero essere forniti strumenti adatti per la propria formazione in questo senso al fine di raggiungere rilevanti benefici in termini di scelta e guida del paziente per la gestione del dolore, nonché per l’identificazione delle situazioni che necessiterebbero di un consulto medico e di altre che invece possono essere affrontate in autonomia.Le risorse economiche risparmiate dal sistema per ridurre l’accesso a visite mediche inutili potrebbero in parte compensare la necessità di ulteriore formazione adeguata per i farmacisti. Appurato che il farmacista ricopre un ruolo di prima linea nella gestione del dolore e che le informazioni da fornire al paziente non possono essere generaliste, ma devono necessariamente adattarsi alla condizione individuale della singola persona, sono molti i campi di azione che possono essere intrapresi. Tra questi, la profilazione dei pazienti con dolore rappresenta una delle possibilità più interessanti, che potrebbe essere di grande aiuto per il farmacista, aiutandolo nell’individuazione della terapia analgesica OTC più adatta alla situazione. (fonte: Farmacista33)

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Scuola; Solo 50 mila immissioni in ruolo rispetto alle 95 mila previste

Posted by fidest press agency su domenica, 18 settembre 2022

Lo ha confermato Marcello Pacifico, leader Anief, rilasciando un’intervista a Italia Stampa, ha affermato che “ciò accade perché purtroppo non c’è un doppio canale di reclutamento. In questo momento ci sono più di 20 mila docenti del concorso straordinario bis che hanno partecipato e che potrebbero essere immessi ma non lo sono, perché il bando non prevedeva la copertura di tutti i posti vacanti e disponibili”. “Dobbiamo fare quello che ci chiede l’Europa, bisogna dare un canale certo ai precari. In caso contrario partirà già dai prossimi giorni una denuncia alle istituzioni europee che ci hanno dato ragione in passato e lo faranno in futuro”.

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Scuola: Immissioni in ruolo, 45mila a vuoto anche quest’anno

Posted by fidest press agency su venerdì, 12 agosto 2022

Anche quest’anno decine di migliaia di immissioni in ruolo di docenti della scuola pubblica non si realizzeranno, per trasformarsi in posti a supplenza annuale. A spiegare i motivi dell’ennesimo flop assunzioni è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commentando le difficoltà con cui si stanno realizzando le oltre 94mila assunzioni a tempo indeterminato autorizzate dal Mef: il problema, ha detto il sindacalista alla rivista specializzata Orizzonte Scuola, è che “bisogna estendere le immissioni in ruolo anche alle materie curricolari presenti nelle graduatorie. Partendo dalla I fascia che quest’anno è relegata solo al sostegno e poi continuando con la seconda fascia, prevedendo la necessità per il personale non abilitato di conseguire l’abilitazione con l’ammissione in sovrannumero all’anno di formazione universitaria. Questo è l’unico strumento, attraverso il cosiddetto doppio canale di reclutamento, di affrontare il tema delle supplenze che aumentano di anno in anno, cercando di assegnare le cattedre vacanti”.Non è un caso che il sindacato Anief abbia avviato ricorso al Tar, per permettere anche i docenti di cattedra comune, oltre che quelli di sostegno, di essere assunti a tempo indeterminato da prima fascia Gps, attraverso l’invio del modello cartaceo così da rivendicare l’immissione in ruolo dal 2 al 16 agosto, periodo nel quale sarà possibile produrre le domande per accedere alle assunzioni e alle supplenze da graduatorie a esaurimento e dalle stesse Gps.Secondo Pacifico, anche a causa di questo vincolo, “per quest’anno si prevede che più del 50% dei posti autorizzati per le assunzioni andranno a vuoto, ciò significa che sul campo si lasciano circa 45-50 mila immissioni in ruolo. E comunque non si tiene conto degli 80 mila posti in deroga sul sostegno, né che tutti i posti che riguardano il personale temporaneamente assente in organico di fatto devono essere convertiti in organico di diritto, si tratta di altre 45 mila unità”. La tesi del sindacalista è confortata dai numeri: “stiamo parlando di 15 mila insegnanti assunti rispetto a 60 mila posti che andranno vacanti e rispetto ad altri 100 mila posti che non sono stati autorizzati. Rimane un problema endemico quello della precarietà che ha bisogno di soluzioni concrete che vadano a riveder la riforma del Pnrr e legare a ciò che ci chiede l’Europa, grazie alle denunce portate avanti da Anief al Comitato europeo dei diritti sociali”.Anief ha anche chiesto da tempo l’assunzione in per chi ha 36 mesi di servizio alle spalle: quando, ha replicato Pacifico, “in questo paese se si parla di personale che dipende dal servizio sanitario” l’assunzione automatica dei precari storici “è fattibile, per il personale della scuola no. Verso il personale scolastico continua l’ostracismo, come se chi ha lavorato nella scuola per più di 36 mesi di servizio non sia meritevole. Tra l’altro ricordo che dopo ben 15 anni ci sono ancora 40mila docenti in GaE non ancora di ruolo. Le 95 mila immissioni in ruolo autorizzate non tiene conto del doppio canale di reclutamento e quindi di chi da anni insegna nelle nostre scuole. L’unico modo sarebbe autorizzare le assunzioni da GPS senza limitazioni di fasce o per chi ha prestato servizio nelle paritarie”. Anche su questo fronte, Anief non è stata a guardare: continua, infatti la denuncia presso l’Unione europea producendo ricorsi che hanno come obiettivo la stabilizzazione su posti vacanti e disponibili.

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Scuola: Immissioni in ruolo docenti, autorizzate 94.130 assunzioni

Posted by fidest press agency su giovedì, 21 luglio 2022

Ha preso il via la macchina organizzativa che nelle intenzioni del ministero dell’Istruzione entro l’estate dovrebbe portare alle immissioni in ruolo di 94.130 nuovi insegnanti: il numero esatto, autorizzato dal ministero dell’Economia, è stato comunicato oggi ai sindacati. Si attende ora la suddivisione per provincia e classe di concorso. La procedura prevede, a ogni conto, le immissioni in ruolo ordinarie attingendo per il 50% da graduatorie di merito concorsuali e per il 50% da graduatorie a esaurimento.Le nomine saranno effettuate come sempre al 50% da GM e al 50% attingendo dalle Graduatorie ad Esaurimento. Per quanto riguarda le nomine da Graduatorie di merito, per la secondaria si effettueranno da GM2016 se ancora vigenti e restando fermo solo il diritto dei vincitori, il residuo 60% da GM2018 del restante 40% metà alle GM2020 ordinario e l’altra metà allo straordinario 2020, dunque 20% e 20%, con precedenza di scelta alle procedure concorsuali ordinarie.Per primaria e infanzia, le immissioni in ruolo da GM, restando fermo il 50% di nomine da attribuire alle Graduatorie ad Esaurimento, seguiranno il seguente iter: da GM2016 se ancora vigenti e restando fermo solo il diritto dei vincitori, il residuo 50% da GM 2018 e 50% da GM 2020 con precedenza di scelta alle procedure concorsuali ordinarie.A seguire tornerà la “call veloce”, procedura di assunzione introdotta dall’articolo 1, commi 17-17septies, del DL n. 126/2019, convertito in legge n. 159/2019, e sospesa per il solo a.s. 2021/22. Questa procedura di chiamata diretta di candidati da altra regione, prevede la partecipazione alle nomine a domanda, e solo in caso di completo esaurimento delle GM e GaE interne alla regione, di candidati comunque inseriti in GaE o GM utili alle nomine in ruolo per la specifica classe di concorso.Per i posti comuni banditi sui residui 2021, sarà poi la volta dell’attribuzione dei ruoli ai candidati del concorso “straordinario bis”, per cui i posti saranno accantonati a monte delle procedure di nomina in ruolo, ma assegnati successivamente ai docenti assunti dalle procedure ordinarie. Solo dopo la call veloce, e per i soli posti di sostegno, si procederà quindi alle assunzioni straordinarie sui posti residuati dalle precedenti fasi, attingendo dalle GPS prima fascia sostegno (in tal caso, gli aspiranti saranno assunti nell’a.s. 2022/23 a tempo determinato, svolgendo il periodo di prova e sostenendo altresì una prova disciplinare, quindi verranno immessi in ruolo l’a.s. successivo con decorrenza 1° settembre 2022 o, se successiva, dalla data di inizio del servizio nell’a.s. 2022/23, previo superamento del periodo di prova e della prova disciplinare).Alcuni Uffici scolastici regionali, come il Veneto, hanno già predisposto gli avvisi pubblici agli interessati.

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Le cellule staminali hanno un ruolo centrale per la medicina rigenerativa

Posted by fidest press agency su sabato, 25 giugno 2022

Lo spiega Eugenio Caradonna, presidente SIMCRI –. Si trovano nel sangue e nei tessuti come i muscoli e sono responsabili del loro funzionamento. Incidono in modo importante sull’invecchiamento e sullo sviluppo di patologie neurodegenerative e cardiovascolari. Tenerne sotto controllo il numero, ed eventualmente intervenire per aumentarle, è molto semplice: è sufficiente un prelievo di sangue, come per glicemia e colesterolo. Si possono migliorare le capacità ristorative dell’organismo, riparare danni muscolari e alla pelle, aiutare nel recupero dalle ustioni e persino supportare nella riabilitazione da long-Covid. Il Congresso SIMCRI di ottobre assume particolare importanza in questo periodo post-pandemico, perché la medicina rigenerativa svolge un’azione di unione tra le diverse branche per migliorare la qualità di vita delle persone, con protocolli di aumento della staminalità studiati per essere impiegati dalla grave patologia fino al piccolo disturbo.” “La SIMCRI è nata nel 2014 con l’obiettivo di occuparsi di staminali, fattori di crescita e biomateriali – afferma Michele Angelo Farina, Presidente Onorario e Fondatore –. Si tratta di elementi che coprono tutti i rami della medicina. La dermatologia è interessata alla medicina rigenerativa per quanto riguarda le ulcere agli arti e le ustioni; la ginecologia per le patologie infiammatorie e autoimmuni; l’andrologia per le malattie del tessuto connettivo. Tra le ultime discipline che hanno trovato in questo settore, in particolare nelle staminali, un valido supporto, c’è l’algologia, che la utilizza nelle terapie del dolore. Siamo multidisciplinari e polispecialistici, operiamo dalla ricerca di laboratorio fino ai trattamenti clinici. Uno dei nostri obiettivi è formare i giovani, per questo abbiamo dato vita a un Master in Chirurgia e medicina rigenerativa in associazione con l’Università Cattolica di Roma, alla SIMCRI School, una scuola di alta formazione professionale teorico-pratica e al Premio SIMCRI, dedicato alla migliore pubblicazione o video under 40. È importante che i giovani medici siano formati per dedicarsi a questa specializzazione, che negli anni si svilupperà sempre più. Abbiamo 12 CMR (Centri di Medicina Rigenerativa) pubblici e privati in Italia e partecipiamo alla costituzione delle linee guida per l’applicazione dei protocolli di trattamento.”

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Sradicare la schiavitù moderna. Quale ruolo per le religioni?

Posted by fidest press agency su giovedì, 24 febbraio 2022

Pontificia Università Gregoriana (Roma) venerdì 25 febbraio (14:00-19:30) e sabato 26 febbraio 2022 (09:00-13:00). La Pontificia Università Gregoriana e Walk Free si sono unite per promuovere una riflessione sul ruolo della religione nella lotta alla schiavitù moderna. Tra i numerosi relatori interverranno Tomoya Obokata (Relatore speciale delle Nazioni Unite sulle forme contemporanee di schiavitù); Franca Pellegrini (Direttrice del Global Freedom Network presso Walk Free); Francis Campbell (Vice-cancelliere della Università di Notre Dame, Australia); il Cardinale Francesco Montenegro (già Arcivescovo di Agrigento); Chiara Porro (Ambasciatrice per l’Australia presso la Santa Sede); David Hollenbach SJ (Pedro Arrupe Distinguished Research Professor della “Walsh School of Foreign Service” presso la Georgetown University); Suor Monica Chikwe S.O.M. (Vice-presidente dell’Associazione “Slaves no more”); Marco Omizzolo (Sociologo dell’EURISPES e docente presso Sapienza Università di Roma); Sheikh Armiyawo Shaibu (Ufficio del Grande Imam Nazionale del Ghana); Cristina Molfetta (Ricercatrice presso la Fondazione Migrantes – CEI); Jean-René Bilongo (Rappresentante sindacale FLAI-CGIL); Gianfranco Della Valle (Numero Verde Nazionale Anti-tratta); Giovanni Abbate (Organizzazione internazionale per le migrazioni – IOM). La partecipazione in presenza all’evento, organizzato in collaborazione con Scalabrini International Migration Institute, è altamente consigliata in considerazione delle dinamiche dell’evento e dei lavori di gruppo. La registrazione è obbligatoria sul sito http://www.unigre.it anche per partecipare in modalità online e poter disporre della traduzione simultanea (Inglese – Italiano). La Pontificia Università Gregoriana è un centro di eccellenza tra le istituzioni di ricerca e insegnamento del mondo cattolico, specializzato in discipline religiose ed ecclesiastiche, scienze umane e sociali. Trae le sue origini nel 1551, si rivolge a un corpo studentesco estremamente diversificato ed è nutrita dal carisma educativo dei gesuiti, che fonde una rigorosa ricerca della verità con una profonda spiritualità, il dialogo con il mondo di oggi e l’impegno a mettere la conoscenza al servizio dei più vulnerabili. http://www.unigre.it

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PNRR, il ruolo delle Città metropolitane per investire le risorse sui territori

Posted by fidest press agency su venerdì, 19 novembre 2021

Semplificare le procedure, far ripartire le assunzioni mirate a profili tecnici, affrontare le sfide degli investimenti collegati al PNRR il piano di ripresa e resilienza come un’opportunità unica per far ripartire i territori. Questo in sintesi il risultato del lungo confronto online organizzato questa mattina dal presidente nazionale di ANCI Antonio Decaro, sindaco della Città metropolitana di Bari, con i rappresentanti delle 14 Città metropolitane d’Italia.Per la Città metropolitana di Torino è intervenuto – a nome del sindaco Stefano Lo Russo – il vicesindaco metropolitano Roberto Montà che ha ribadito il ruolo centrale delle Città metropolitane come soggetti aggregatori e rappresentativi dei sistemi territoriali:.”Per i progetti del PNRR – ha detto tra l’altro Montà – servirà una interlocuzione diretta con il presidente del Consiglio dei ministri Draghi al fine di rafforzare il nostro ruolo di aggregatori di progettualità di area vasta e di motore dello sviluppo economico e della rigenerazione urbana. Servirà anche un’iniezione rapida di personale alle nostre strutture tecniche per fare in modo che siano in grado di reggere la sfida, mettere in campo grandi investimenti e dialogare proficuamente con i territori. A Torino la Città metropolitana ha 312 comuni di dimensioni e realtà geografiche assai diverse, serve un apparato di partecipazione e governance ben coordinato per non dividere il territorio, ma piuttosto per garantirne lo sviluppo e il rafforzamento delle principali vocazioni”.Al confronto sono intervenuti tragli altri i sindaci metropolitani di Firenze Dario Nardella, di Bologna Matteo Lepore, di Milano Beppe Sala, di Genova Marco Bucci, di Venezia Luigi Brugnaro, di Palermo Leoluca Orlando, di Roma Roberto Gualtieri, di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.Tutti hanno concordato che a livello locale ci sia responsabilita piena sui progetti del PNRR e che la leadership locale vada mantenuta, richiedendo a tal proposito al Presidente Draghi un incontro specifico in cui confrontarsi sul ruolo delle Città metropolitane e sulle criticità che rendono difficoltoso in questa fase assolvere al meglio alla funzione che la Costituzione riconosce loro.

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Il ruolo del docente nella crescita degli alunni

Posted by fidest press agency su lunedì, 15 novembre 2021

Ripartono le attività formative per insegnanti di ogni ordine e grado, gratuite e aperte a tutti, di FAES Campus, la Scuola di alta formazione del FAES a cui collaborano dirigenti e docenti scolastici, professori universitari e pedagogisti. Si tratta di tre cicli di 3 o 4 lezioni, su differenti temi che verranno sviluppati online tra il 17 novembre e l’11 maggio, il mercoledì pomeriggio tra le 16.30 e le 18. Scuole FAES è un network di oltre 500 scuole nel mondo – dagli asili nido ai licei – che segue un metodo basato su educazione personalizzata, didattica partecipativa, tutoring, alleanza scuola famiglia: grazie alla propria esperienza e a partnership qualificate con professionisti e Università, promuove progetti di formazione e ricerca per contribuire allo sviluppo dei contesti scolastici e alla loro valorizzazione. Per l’anno scolastico 2021-22, FAES Campus propone tre cicli di incontri. Il primo, in partenza il 17 novembre, verterà su “Essere in relazione, coltivare le relazioni: il ruolo dei docenti nella crescita degli alunni”: quattro appuntamenti (17 novembre, 1 e 15 dicembre, 19 gennaio) su temi che vanno dall’individualismo all’educazione all’amicizia e ai rapporti di coppia, fino alla comunicazione gentile. Il 9 febbraio sarà la volta di aspetti legati all’etica della professione docente: insegnare l’etica della professione, il docente come guida (elementi di leadership etica), come trovare il coraggio di fare la cosa giusta sono gli argomenti che verranno affrontati rispettivamente il 9 e 23 febbraio e il 16 marzo. L’ultimo ciclo riguarderà invece la didattica innovativa e l’apprendimento attivo: si partirà da “La filosofia dell’active learning, il punto di vista psicologico” (30 marzo) e “Strategie didattiche per apprendimenti plurali” (6 aprile) per continuare con “Tecnologia efficace per accrescere competenze negli studenti” (27 aprile) e concludere con “Gli ostacoli all’apprendimento: disturbi emotivi e relazionali” (11 maggio). Le lezioni online saranno tenute da docenti universitari e professionisti qualificati: Riccardo Fanciullacci, docente di Filosofia e Etica della comunicazione all’Università degli Studi di Bergamo; Saverio Sgroi, educatore e orientatore; Armando Catapano, cappellano del Collegio Universitario Torriana di Fondazione RUI Milano; Giovanni Grandi, docente di Filosofia morale e Etica pubblica e conflitti all’Università degli Studi di Trieste; Paola Premoli, docente di Etica nelle organizzazioni all’Università degli Studi di Padova; Fabrizio Bracco, docente di Metodi e strumenti in psicologia dell’orientamento e Ergonomia cognitiva all’Università degli Studi di Genova; Davide Parmigiani, docente di Media e tecnologie per la didattica e Strategie didattiche attive all’Università degli Studi di Genova. Per informazioni più puntuali e iscrizioni consultare il sito https://www.faesmilano.it/faes-campus/

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Il ruolo strategico dei territori per rinascere sostenibili

Posted by fidest press agency su lunedì, 11 ottobre 2021

Mercoledì 13 ottobre 2021, ore 16 La Camera di Commercio di Como-Lecco torna al Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale, il più importante evento in Italia dedicato alla sostenibilità in programma a Milano presso Università Bocconi i prossimi 12 e 13 ottobre. Immagine che contiene montagna, esterni, acqua, natura. Descrizione generata automaticamenteIl Salone, giunto alla nona edizione, ha come tema conduttore “Rinascere sostenibili”, un percorso verso la rinascita e la ripresa che mette al centro organizzazioni responsabili, giovani e territori. Ed è proprio all’interno del canale tematico “territori” che la Camera di Commercio di Como-Lecco è stata chiamata a portare la sua testimonianza. I territori svolgono un ruolo essenziale nell’attuazione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU. La dimensione locale è quella che rappresenta meglio i bisogni dei cittadini e le istituzioni che operano sul territorio sono chiamate a realizzare quella infrastruttura di collaborazione che favorisce processi decisionali condivisi.La partecipazione della Camera di Commercio di Como-Lecco alla manifestazione si inserisce nell’ambito delle attività di Progetto SMART, iniziativa che da oltre tre anni accompagna e supporta le imprese del territorio in percorsi di sostenibilità economica, sociale ed ambientale quali elementi strategici e distintivi di vantaggio competitivo il cui percorso sarà raccontato e condiviso durante l’incontro.Il Salone della CSR e dell’Innovazione sociale sarà anche l’occasione per presentare il volume, edito da EGEA, che raccoglie i contributi dei protagonisti della manifestazione, tra i quali quello relativo all’esperienza di Progetto SMART nel sostegno alle imprese di Como, Lecco e Canton Ticino. Per info e iscrizioni https://www.csreinnovazionesociale.it/come-partecipare/

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Scuola: La scuola media perde punti e docenti di ruolo

Posted by fidest press agency su martedì, 5 ottobre 2021

Gli alunni italiani della scuola media imparano meno dei loro coetanei europei: in tre anni di corso peggiorano i risultati ottenuti alla primaria e solo al 10% piace frequentare le lezioni. Inoltre, la maggior parte dei loro docenti sono precari, soprattutto gli insegnanti di sostegno (nel 60% dei casi): i supplenti nell’ultimo decennio sono quasi raddoppiati, passando da 35mila a 60mila. E non vi sono stati miglioramenti. È la fotografia scattata oggi dalla Fondazione Agnelli nel presentare oggi il Rapporto scuola media 2021. Tra le proposte figurano anche la valorizzazione del personale, il miglioramento dello status professionale e l’aumento del tempo scuola: seppure le posizioni di fondo siano lontane, soprattutto sul reclutamento del personale, quello di dare soddisfazione al personale e di allineare gli stipendi agli altri paesi Ocse, sono punti più volte citati anche dal sindacato Anief. A distanza di 10 anni, la qualità degli apprendimenti degli allievi di secondaria di I grado resta critica, inferiore non solo a gran parte degli altri paesi avanzati, ma anche ai livelli che ci si poteva attendere sulla base dei risultati alla primaria. Il Rapporto segnala, ad esempio, come nelle ultime rilevazioni internazionali TIMSS (matematica e scienze) gli apprendimenti in matematica degli studenti italiani siano sempre ampiamente sopra la media internazionale in IV primaria, ma in III media scendano decisamente al di sotto.Le difficoltà degli studenti in larga misura si spiegano con quelle dei loro docenti: molte criticità che già 10 anni fa ostacolavano i docenti di scuola media risultano, infatti, confermate o aggravate. Nell’anno scolastico 2020-21 erano 202.000 i docenti della secondaria di I grado (a tempo indeterminato e determinato), circa il 13% in più del 2011 (nello stesso periodo la popolazione studentesca alle medie è scesa del 3%). Poiché il numero di docenti di ruolo è rimasto quasi invariato (144.000 mila nel 2011, l’anno scorso poco più di 142.000), l’incremento si deve interamente alla crescita dei docenti precari: gli incarichi annuali o ‘fine al termine delle attività didattiche’ erano circa 35.000 (19%), l’anno scorso quasi 60.000 (30%). In particolare, nell’a.s. 2020-21 era drammatica la percentuale di precari nel sostegno (60% del totale del sostegno).Il Rapporto evidenzia anche che nonostante le numerose assunzioni in ruolo della legge della Buona Scuola del 2015 e il recente aumento dei pensionamenti, non si è verificato in questi anni l’atteso ringiovanimento dei docenti di ruolo della secondaria di I grado che auspicavamo nello scorso Rapporto: l’età media era poco più di 52 anni nel 2011, ora è poco meno. Mentre 1 docente su 6 ha 60 anni e oltre, coloro che vanno in cattedra prima di 30 anni sono invece un minuscolo drappello: 1 su 100.Dalle criticità emerse discendono alcune proposte di politica scolastica. In primo luogo, occorre lavorare sugli insegnanti, valorizzandoli, e sulla qualità dell’insegnamento. Servono percorsi di formazione iniziale per la secondaria con un forte orientamento alla didattica, a partire da una laurea magistrale per l’insegnamento; qualsiasi direzione prenda la riforma del reclutamento, criteri di abilitazione molto selettivi con prove pratiche per valutare le competenze didattiche; formazione in servizio obbligatoria, che comprenda un costante aggiornamento dei metodi di insegnamento e una periodica valutazione; miglioramento dello status professionale e delle motivazioni dei docenti (incentivi di carriera e retribuzioni), anche per attirare verso l’insegnamento i migliori laureati. In secondo luogo, la didattica va modellata sulle esigenze specifiche della scuola media. Intanto, con metodologie più coerenti all’evoluzione cognitiva ed emotiva degli adolescenti (gruppi di apprendimento fra pari, strategie metacognitive); inoltre, pensando la scuola media come percorso di orientamento al futuro, con strumenti e metodologie didattiche che favoriscano la scoperta e la valorizzazione delle inclinazioni personali, dando indicazioni per le scelte successive (apprendimento per mezzo di progetti individuali, didattica per compiti di realtà, apprendimento socioemotivo). Infine, la Fondazione Agnelli chiede un’estensione del tempo scuola alla secondaria di I grado, con la scuola del pomeriggio come scelta ordinamentale. Tempi più lunghi e distesi favoriscono le pratiche didattiche orientate a percorsi di apprendimento individualizzati e quelle attività (sportive, artistiche ed espressive.

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Scuola: Immissioni in ruolo, per Anief è uno scandalo: bisogna cambiare rotta

Posted by fidest press agency su giovedì, 16 settembre 2021

Il Ministero dell’Istruzione ha reso pubblici i dati nazionali sui contratti a tempo indeterminato stipulati: sono 87.209 i posti aggiuntivi in deroga concessi sul sostegno agli alunni portatori di disabilità, ci sono 59.425 docenti (di cui 12.840 incarichi conferiti in base alle procedure del decreto sostegni bis) e 10.729 tra amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “sono numeri che registrano il fallimento delle politiche del reclutamento degli ultimi anni. Va in ruolo solo la metà degli insegnanti che il Mef aveva autorizzato e appena 12mila con le Gps, dove rimangono in attesa centinaia di migliaia di precari con 24-36 mesi, molti dei quali in base a direttive e risoluzioni UE, oltre che per la Corte di Giustizia europea, dovevano invece essere immessi in ruolo in modo automatico e dire così basta all’abuso dei contratti a termine. E che dire delle cattedre di sostegno? Quelle in deroga, non utilizzabili per assunzioni a tempo indeterminato e mobilità, sono quasi 90mila. Cosa aspettiamo a specializzare con Tfa non selettivo in entrata tutti i docenti che lo chiedono, senza più limitare i loro ingressi sulla base delle esigenze degli atenei e non a quelle effettive dei territori? Cosa attendiamo a spostare in organico di diritto tutti i posti di sostegno, facendo cadere la Legge 128/2013 che autorizza le deroghe fino al 30 giugno? E che dire dell’esiguo numero di amministrativi, tecnici e ausiliari stabilizzati, dopo avere cancellato 50mila posti negli ultimi 12 anni?

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Delocalizzazioni: Mura (Pd), Parlamento abbia ruolo attivo

Posted by fidest press agency su venerdì, 10 settembre 2021

“Siamo tutti d’accordo che non si deve più ripetere che una multinazionale possa licenziare con un whatsapp o che prenda risorse pubbliche per poi abbandonare il territorio e i lavoratori. Se siamo d’accordo su questi principi e che le delocalizzazioni selvagge debbano essere arginate attraverso una legislazione che funzioni da deterrente, credo che potremmo fare un buon lavoro anche con un ruolo attivo del Parlamento che possa intervenire a migliorare la proposta definitiva, decreto o disegno di legge”. Lo ha detto oggi la presidente della commissione Lavoro della Camera Romina Mura (Pd) intervenendo a Tgcom24 rispondendo a una domanda sulla possibilità che sulle delocalizzazioni non si intervenga per decreto, come auspicato dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.

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Scuola: Disposizioni concernenti le immissioni in ruolo del personale Ata

Posted by fidest press agency su lunedì, 9 agosto 2021

Il MEF ha autorizzato complessivamente 12.193 unità, comprensivo di 45 unità ex LSU per l’immissione in ruolo, ai sensi dell’articolo 1, comma 964, della legge n. 178/2020, del personale che nella procedura selettiva di cui all’articolo 58, comma 5-ter, del decreto-legge n. 69 del 2013 sia risultato in sovrannumero nella provincia in virtu’ della propria posizione in graduatoria, nonché di mille unità per l’immissione in ruolo del personale assistente tecnico, laboratorio “Informatica” (cod. T72), di cui all’articolo 1, comma 967, della legge n. 178/2020. Le assunzioni in ruolo avranno decorrenza giuridica dal 1° settembre 2021 e decorrenza economica dalla data di effettiva presa di servizio. Le compensazioni saranno possibili su tutti i profili professionali della categoria Ata tranne che per la figura del DSGA.Il Direttore Generale del Personale della Scuola ha precisato che le facoltà assunzionali dei direttori dei servizi generali e amministrativi sono esercitabili esclusivamente per lo stesso profilo professionale e non possono essere oggetto di compensazione a valere sui restanti profili professionali del personale Ata. Le date di apertura delle funzioni presumibilmente saranno tra il 10 e il 16 agosto. Nella data del 10 agosto 2021 sarà aperta la prima fase per la scelta della provincia del DSGA, mentre dal 16 agosto 2021 saranno aperte le funzioni per tutti gli altri profili professionali Ata inclusi anche i DSGA su base provinciale per scelta scuole. Le procedure delle immissioni in ruolo anche per gli Ata come per le GPS saranno svolte tramite IOL (Poli Istanze on line).Permangono importanti criticità sugli organici Ata. I contingenti sono del tutto insufficienti, mancano 14mila unità all’appello per un buon funzionamento delle scuole ed è obsoleto continuare a calcolare l’organico sia sul mero numero degli alunni che per sostituire il mero turnover. A questo proposito si è richiesto una revisione delle tabelle di calcolo in quanto permane una grave carenza delle risorse umane.Molti plessi scolastici sono su più piani e il collaboratore scolastico è colui che deve garantire in primis sicurezza e sorveglianza e con queste poche unità di immissioni è veramente una missione complessa. Non è mancato di sottolineare come delegazione che, vista la situazione pandemica che ci investe da oltre un anno e con numerosi alunni, ci aspettavano maggiori immissioni in ruolo nel profilo professionale dei collaboratori scolastici.Anief ha fatto presente che il contingente di immissioni in ruolo dei DSGA non coprirà l’intero fabbisogno dei posti vacanti e disponibili e quindi come da oltre vent’anni si ricorrerà all’utilizzo dei facenti funzione Dsga per disfarsene in seguito, senza nessuna prospettiva di progressione di carriera. Il Direttore Generale del Ministero Dott. Filippo Serra si è preso impegno di fissare un incontro con le organizzazioni sindacali a fine di agosto per iniziare un confronto sulla situazione dei facente funzione Dsga. Anief ha puntualizzato sull’organici degli assistenti tecnici che nonostante le mille unità, traguardo raggiunto grazie all’impegno del sindacato, sono anch’essi insufficienti, perché molti istituti di scuola secondaria di secondo grado sono sprovvisti di questo organico, come i licei socio-psico-pedagogici.Inoltre, la delegazione Anief ha ribadito e sottolineato che da oltre un ventennio la categoria Ata ha subito tagli per circa trenta-quarantamila unità in meno in organico di diritto, con carichi di lavoro e competenze nell’espletamento delle proprie funzioni al di fuori del collocamento delle qualifiche professionali.

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