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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 114

Posts Tagged ‘massimo scoperto’

Intesa Sanpaolo: illegittima la Commissione di Scoperto sui conti in rosso dal 2009 al 2012

Posted by fidest press agency su martedì, 23 gennaio 2018

palazzo giustizia torinoLa Corte d’Appello di Torino ha sancito, con la Sentenza 1118 del 30 giugno scorso, la nullità della Commissione di Scoperto di Conto (Csc) applicata ai propri correntisti da Intesa Sanpaolo tra il 2009 e il 2012.Si tratta di un addebito pari a due euro al giorno ogni mille euro o frazione di saldo debitore con un massimo di cento euro a trimestre (esclusi i saldi debitori fino a cento euro) che andava a sommarsi agli interessi ed applicato sui conti privi di fido che finivano in rosso.
La commissione è stata ritenuta illegittima perché aveva di fatto consentito ad Intesa Sanpaolo di proseguire ad incamerare la vecchia Commissione di Massimo Scoperto (Cms) ridisegnata dall’art. 2-bis, commi 1 e 2, del Decreto Legge 29 novembre 2008 n. 185 convertito con Legge 2 del 28 gennaio 2009, laddove si stabiliva che si potesse applicare solo quando il cliente avesse un fido e il suo scoperto durasse più di trenta giorni. Da qui il diritto alla restituzione delle somme a favore dei clienti. Nulle erano anche le clausole che prevedono una remunerazione accordata alla banca per la messa a disposizione di fondi a favore del cliente titolare di conto corrente indipendentemente dall’effettivo prelevamento della somma oppure una remunerazione accordata alla banca indipendentemente dall’effettiva durata dell’utilizzazione dei fondi da parte del cliente. Era fatta salva la possibilità di pattuire (con clausola non rinnovabile tacitamente), per il servizio di messa a disposizione delle somme, un corrispettivo predeterminato, unitamente al tasso debitore per le somme effettivamente utilizzate, in misura omnicomprensiva e proporzionale all’importo e alla durata dell’affidamento richiesto dal cliente. Era anche prevista la facoltà di recesso in ogni momento da parte del cliente. Le clausole che prevedevano una remunerazione, a favore della banca, dipendente dall’effettiva durata dell’uso dei fondi da parte del cliente, rilevano anche al fine della determinazione dell’Isc (o Taeg) e quindi anche del tasso di usura.Non parevano corrette anche le modalità con cui le banche comunicarono alla clientela la modifica delle condizioni. Secondo gli istituti, tale modifica non costituiva una semplice variazione delle condizioni economiche da comunicare mediante lettera ma una vera e propria nuova clausola contrattuale che doveva essere specificatamente approvata. Su tale specifico aspetto si era espresso anche l’Arbitro Bancario Finanziario con la decisione 172 del 26 marzo 2010 la quale aveva accolto il ricorso di un cliente, dichiarando nulla la nuova clausola imposta dalla banca.La norma è in seguito ulteriormente cambiata ed ha introdotto l’attuale CIV, Commissione di Istruttoria Veloce, anche questa spesso contestabile, come spiegheremo in un prossimo articolo.Tutti i clienti Intesa Sanpaolo che sono visti addebitare la Commissione di Scoperto di Conto nel periodo che intercorre dal 2009 al 2012 sono pertanto legittimati a richiederne il rimborso.Il primo passo necessario è il reclamo, cui Intesa Sanpaolo deve rispondere entro trenta giorni dalla ricezione. Nel caso in cui la risposta sia negativa, o anche assente dopo il termine di legge, è possibile rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario.
Come sempre, Aduc è a disposizione degli interessati per assisterli nell’esercizio dei propri diritti. (Anna D’Antuono, avvocato, consulente Aduc)

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Banche: massimo scoperto

Posted by fidest press agency su giovedì, 22 aprile 2010

La sentenza della Corte di Cassazione di considerare all’interno della rilevazione del tasso usurario anche la commissione di massimo scoperto, conferma quanto da anni sostiene Adiconsum e reso norma dalla Banca d’Italia dal gennaio scorso. La sentenza va anche oltre la CMS richiamando la legge antiusura che prevede espressamente che nella rilevazione dei tassi di usura devono essere inseriti “tutti gli oneri che un utente sopporti in connessione con un suo uso del credito”. Adiconsum, pertanto, invita i consumatori a controllare i propri estratti conto a partire dal 1° agosto 2009 per verificare l’applicazione o meno da parte delle banche di indebite commissioni di massimo scoperto.  In caso di comportamento scorretto delle banche, Adiconsum invita i consumatori a fare ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario La sentenza della Corte, secondo Adiconsum, consente di riprendere le proposte di riforma della commissione, in particolare per le operazioni fuori fido che negli ultimi mesi hanno visto aumentare i costi per consumatori e imprese.
Adiconsum ritiene che sia pienamente condivisibile la proposta della Banca d’Italia di intervenire con una legge sulla CMS. Infine, per Adiconsum è necessario che il sistema bancario riconsideri la propria politica dei prezzi, alla luce della difficoltà che la crisi, non ancora totalmente superata, sta creando a famiglie e imprese.

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Commissione massimo scoperto

Posted by fidest press agency su sabato, 20 marzo 2010

Bankitalia ha chiesto al ministero dell’Economia di ”vietare la commissione di massimo scoperto e permettere la sola commissione per la messa a disposizione dei fondi, omnicompresiva e proporzionale”. Tale commissione era gia’ stata abolita, pero’ le banche hanno ‘interpretato male’ le nuove norme ed ecco che Bankitalia applica la politica del riannuncio. La cosa è grave anche perchè, dopo l’abolizione di questa commissione il 29 gennaio 2009, le banche, che avevano l’impegno di adeguare tutti i conti gia’ esistenti entro fine giugno 2009, non solo hanno modificato il nome al medesimo balzello, ma lo hanno anche reso piu’ oneroso per il correntista. Una situazione in cui avevamo anche chiesto l’intervento di Bankitalia lo scorso settembre 2009  e su cui non abbiamo avuto risposta. Risposta che ci arriva grossomodo oggi con questa richiesta di Bankitalia formulata in commissione Finanza e Tesoro del Senato… la politica del riannuncio, per l’appunto. Facciamo una domanda semplice: ma quando c’e’ gia’ una norma prevista dalla legge e questa norma viene disattesa, l’autorita’ di controllo non dovrebbe sanzionare i trasgressori? Perche’ Bankitalia e’ cosi’ indulgente? …. facciamo finta di essere nati oggi e aspettiamo candidamente una risposta…. (fonte Aduc)

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Massimo scoperto. Come difendersi

Posted by fidest press agency su mercoledì, 13 gennaio 2010

Roma Piazza S. Giovanni In Laterano  40 14 gennaio 2010 – ore 11.00  (presso sede Agenzia stampa Econews e Web consumatori) Conferenza stampa di Adiconsum, Adoc e Lega consumatori Le nuove “Commissioni di Massimo Scoperto”: come difendersi. Come segnalato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a Governo, Parlamento e Banca d’Italia, i nuovi meccanismi adottati dalle banche a seguito dell’eliminazione per legge della Commissione di Massimo Scoperto, hanno generato nuove commissioni con costi anche di 15 volte superiori alla vecchia CMS. Di fronte a queste nuove commissioni Adiconsum, Adoc e Lega Consumatori, hanno elaborato alcune proposte da sottoporre al Parlamento e alcune istruzioni ai consumatori per evitare e contestare tali nuovi e ulteriori costi, che verranno presentati nel corso della conferenza stampa di Giovedì 14 Gennaio. Intervengono:• i presidenti di Adiconsum, Adoc e Lega Consumatori • i responsabili dei Centri Giuridici di Adiconsum, Adoc e Lega Consumatori Sono stati invitati ad intervenire: i Presidenti della Commissione Finanze della Camera, dell’Antitrust, dell’Abi.

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Banche: basta furbate!

Posted by fidest press agency su giovedì, 31 dicembre 2009

“Lo avevamo denunciato più volte (anche alla stampa in un comunicato del 29 maggio scorso) ed ora è arrivata la triste conferma dell’Antitrust: le nuove commissioni introdotte dalle banche in sostituzione del ‘massimo scoperto’ possono arrivare a costare fino a 15 volte di più rispetto alla vecchia clausola”. E’ quanto dichiara l’Unione Nazionale Consumatori, commentando la segnalazione dell’Autorità della concorrenza e del mercato a Governo, Parlamento e Banca d’Italia. “E’ inaccettabile -dichiara Massimiliano Dona- che le grandi lobbies continuino indisturbate ad aggirare la legge utilizzando scaltri espedienti e beffandosi dei consumatori, anello debole della catena. Purtroppo i fatti dimostrano che le multe esemplari non riusciranno a dissuadere gli istituti bancari dai comportamenti scorretti e la reintroduzione, con diversa terminologia, di balzelli ancor più penalizzanti per i cittadini, ne è la dimostrazione”. “Per questo attendiamo l’entrata in vigore della azione di classe prevista per il prossimo 1 gennaio grazie alla quale -conclude Dona- avremo uno strumento in più per batterci con le dovute energie, affinché venga tutelato il diritto dei cittadini a correttezza e trasparenza. E non escludiamo che una delle nostre prime class-action non sia proprio quella contro le banche”.

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Banche: no alla “reinvezione” del massimo scoperto

Posted by fidest press agency su sabato, 30 Maggio 2009

“L’abolizione della commissione di massimo scoperto rischia di essere scaltramente aggirata”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando l’ultima trovata delle banche di reintrodurre la clausola modificandone semplicemente il nome e non incorrendo, così, nelle limitazioni previste dalla legge.  “Da gennaio 2009 -prosegue Dona- stiamo raccogliendo numerosi dati fra i consumatori per i quali spesso la commissione di massimo scoperto sconfinava in veri e propri tassi di usura. E ora il rischio è che a conti fatti  i cittadini possano rimetterci delle cifre perfino superiori”.  “Da parte nostra -conclude Dona- ci batteremo con la necessaria energia perché cessi lo scorretto comportamento delle banche che troppo spesso reintroducono con diversa terminologia balzelli vessatori e illegittimi. Auspichiamo inoltre un intervento del Ministro Tremonti affinché venga garantita una maggiore trasparenza a favore dei consumatori”.

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Ritorna la commissione di massimo scoperto

Posted by fidest press agency su martedì, 26 Maggio 2009

In questi giorni ai correntisti bancari stanno arrivando delle lettere che avvisano sulla modifica di alcune condizioni per la tenuta del conto così come previsto alla legge n.2/2009 art. 2 bis. Si tratta della ridefinizione della commissione di massimo scoperto che, gia’ operativa per chi ha aperto un conto dopo lo scorso 29 gennaio, deve essere modificata entro fine giugno per tutti gli altri. La legge prevede che  la commissione di massimo scoperto possa essere applicata solo quando il cliente ha un fido e il suo scoperto dura piu’ di 30 gg. In pratica, per non applicare la legge e continuare a fare cio’ che vogliono, hanno solo cambiato nome: da “commissione di massimo scoperto” (cms) a “commissione di scoperto di conto” (csc). Per cui le limitazioni che la legge prevede per il cms non hanno effetto. A titolo esemplicativo riportiamo le nuove condizioni della Banca CR Firenze, giunte proprio all’Aduc:- dal 28 giugno 2009 non saranno piu’ applicate le seguenti condizioni economiche, se attualmente praticate: 1 – commissione di massimo scoperto trimestrale 2 – penale per passaggio a debito conti non affidati – da l1 luglio 2009, in sostituzione delle condizioni economiche indicate al punto precedente, sara’ applicata la commissione di scoperto di conto, nella misura di 2 euro per ogni giorno in cui sul conto si e’ determinato un saldo debitore e per ogni 1000 euro di saldo debitore (o frazione). La commissione per scoperto di conto e’ calcolata al termine di ogni trimestre solare: l’importo massimo addebitabile sul conto per un trimestre solare e’ di 100 euro; la commissione non si applica ai conti sui quali e’ stata concessa un’apertura di credito nonche’ per i giorni in cui il saldo debitore e’ stato pari o inferiore a 100 euro. Come si legge, sono “magnanimi” nel non applicare la csc per chi ha un’apertura di credito (e vorremmo anche vedere che lo facessero, altrimenti a cosa servirebbe un’apertura di credito?), ma si vedono bene dal non chiedere soldi a chi va in scoperto e non ha un’apertura di credito (che e’ quello che prevede la legge per la csm). Cosa ha intenzione di fare il ministero dell’Economia di fronte a questa turlupinatura? Oppure dobbiamo rassegnarci come, per esempio, quando gli italiani con un referendum abolirono il finanziamento pubblico ai partiti e lo stesso e’ tornato chiamandosi rimborso elettorale; oppure, sempre con un referendum, fu abolito il ministero dell’Agricoltura e lo stesso e’ tornato chiamandosi ministero delle Politiche Agricole? (fonte aduc)

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