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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 132

Posts Tagged ‘patto’

Patto di Stabilità. Ok dal Consiglio Ue, governo italia incluso. Qualcosa non torna

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 Maggio 2024

Il Consiglio Ue ha approvato il Patto di Stabilità. Astensione del Belgio e tutti favorevoli, Italia inclusa, nonostante nei giorni scorsi tutti gli europarlamentari italiani (governo e opposizione) avevano votato contro o si erano astenuti (tranne tre/quattro). Quindi ora occorrerà che anche il nostro Paese, non solo perché votato da una maggioranza che glielo impone ma anche perché esso stesso lo ha votato, dovrà, con riforme per crescita e conti sostenibili, regolamentare i conti pubblici sotto il deficit del 3% del Pil e i debiti sotto il 60% del Pil (1). Crediamo che ne vedremo delle belle… Cosa è successo? Schizofrenia tra governo nazionale ed eletti di Strasburgo che… avevano scherzato? Rivolgiamo la domanda a tutti questi europarlamentari e, soprattutto, ai nostri rappresentanti governativi che hanno votato a favore nonostante quanto accaduto a Strasburgo. Li preghiamo solo di non rispondere con le parole pronunciate dal ministro degli Affari Ue, Raffaele Fitto, che aveva definito il loro voto contro e/o astensione come “lineare, molto credibile e di grande coerenza” (2). La nostra logica bisticcia pesantemente con incoerenza e trasformismo. La nostra richiesta è un tentativo per chiedere ai nostri rappresentanti di farci capire (siamo in campagna elettorale… diamine!) cosa faranno se eletti al Parlamento europeo. Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc http://www.aduc.it

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Patto di stabilità: i deputati europei approvano le nuove regole di bilancio

Posted by fidest press agency su giovedì, 25 aprile 2024

Le nuove regole approvate martedì erano state provvisoriamente concordate tra il Parlamento europeo e i negoziatori degli Stati membri a febbraio. La proposta di riforma è composta da tre diversi atti legislativi. Il regolamento che istituisce il nuovo braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita (PSC) è stato approvato con 367 voti a favore, 161 voti contrari, 69 astensioni; Il regolamento che modifica il braccio correttivo del PSC con 368 voti a favore, 166 voti contrari, 64 astensioni; e la direttiva che modifica i requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri con 359 voti a favore, 166 voti contrari, 61 astensioni. I deputati hanno rafforzato le norme per sostenere la capacità di un governo di investire. Ora sarà più difficile per la Commissione sottoporre uno Stato membro a una procedura per i disavanzi eccessivi se saranno in corso investimenti essenziali. Tutte le spese nazionali per il cofinanziamento dei programmi finanziati dall’UE saranno escluse dal calcolo delle spese di un governo, creando così incentivi agli investimenti. I paesi con un debito eccessivo saranno tenuti a ridurlo in media dell’1 % all’anno se il loro debito è superiore al 90% del PIL, e dello 0,5% all’anno in media se è tra il 60% e il 90%. Se il disavanzo di un paese è superiore al 3% del PIL, dovrebbe essere ridotto durante i periodi di crescita per raggiungere l’1,5% e creare una riserva di spesa per periodo con condizioni economiche difficili. Le nuove norme contengono varie disposizioni per consentire più spazio di manovra. In particolare, concedono tre anni supplementari oltre ai quattro standard per raggiungere gli obiettivi di un piano nazionale. I deputati si sono assicurati che questo tempo supplementare possa essere concesso per qualsiasi motivo il Consiglio ritenga opportuno, piuttosto che solo a condizione di criteri specifici, come inizialmente proposto. Su richiesta dei deputati, i paesi con un disavanzo eccessivo o un debito eccessivo possono chiedere una discussione con la Commissione prima di fornire orientamenti sul percorso di spesa. Uno Stato membro può chiedere la presentazione di un piano nazionale riveduto se vi sono circostanze oggettive che ne impediscono l’attuazione, ad esempio un cambiamento di governo. Il ruolo delle istituzioni di bilancio indipendenti nazionali — incaricate di verificare l’adeguatezza dei bilanci e delle proiezioni di bilancio del loro governo — è stato consolidato dai deputati con l’obiettivo di contribuire a rafforzare ulteriormente i piani nazionali. Tutti i paesi dovranno presentare piani a medio termine che definiscano i loro obiettivi di spesa e come saranno intrapresi gli investimenti e le riforme. Gli Stati membri con livelli elevati di disavanzo o debito riceveranno orientamenti sugli obiettivi di spesa. Per garantire una spesa sostenibile, la riforma introduce garanzie numeriche di riferimento per i paesi con un debito eccessivo o un disavanzo eccessivo.Le norme aggiungono inoltre un nuovo orientamento, vale a dire la promozione degli investimenti pubblici nei settori prioritari. Infine, il sistema sarà più adattato a ciascun paese caso per caso piuttosto, che applicare un approccio unico per tutti, e si terrà meglio conto delle preoccupazioni sociali.

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Patto europeo sui migranti richiedenti asilo e rifugiati: il fallimento della solidarietà europea

Posted by fidest press agency su sabato, 13 aprile 2024

Bruxelles. Il Patto europeo sui migranti richiedenti asilo e rifugiati, approvato oggi al Parlamento europeo a Bruxelles, avrebbe dovuto modificare le regole di Dublino, favorire la protezione internazionale in Europa di persone in fuga da disastri ambientali, guerre, vittime di tratta e di sfruttamento, persone schiacciate dalla miseria, con un impegno solidale di tutti i Paesi membri dell’Unione europea nell’accoglienza, il ritorno alla protezione temporanea come si era visto con gli 8 milioni di migranti in fuga dall’Ucraina, un monitoraggio condiviso tra società civili e Istituzioni del mar Mediterraneo per salvare vite nel Mediterraneo. Invece l’Europa – mentre continuano le tragedie nel Mediterraneo – a maggioranza di voti si chiude in se stessa, trascura i drammi dei migranti in fuga, sostituisce la vera accoglienza con un pagamento in denaro. E pretende ancora di più dai Paesi di frontiera, come l’Italia: controlli più veloci, ritorni nel primo Paese di sbarco di chi si muove in Europa senza un titolo di protezione internazionale, rimpatri facilitati in Paesi terzi non sicuri, chiudendo gli occhi su esternalizzazioni dei migranti. Indebolendo, non da ultimo, la tutela delle famiglie e dei minori. Il Patto europeo sui migranti richiedenti asilo e rifugiati segna così una deriva nella politica europea dell’asilo e il fallimento della solidarietà europea, che sembra infrangersi come le onde contro i barconi della speranza. Confidiamo che l’art. 10 della nostra Costituzione rimanga come presidio sicuro per tutelare i richiedenti asilo. Le prossime elezioni europee saranno un banco di prova importante per rigenerare l’Europa a partire dalle sue radici solidali e non piegarla a nazionalismi e populismi che rischiano di dimenticare la nostra comune storia europea.

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Nuovo Patto su migrazione e asilo: via libera del Parlamento europeo

Posted by fidest press agency su sabato, 13 aprile 2024

Bruxelles. Dopo l’accordo politico con i governi UE di dicembre, il Parlamento europeo ha approvato mercoledì dieci testi legislativi che riformano la politica europea sulla migrazione e l’asilo. Per aiutare i Paesi UE più esposti alle pressioni migratorie, gli altri Stati membri dovranno contribuire e accogliendo una parte dei richiedenti asilo o dei beneficiari di protezione internazionale nel loro territorio, stanziare contributi finanziari o fornire un sostegno tecnico-operativo. Saranno inoltre aggiornati i criteri che attribuiscono a uno Stato la responsabilità di esaminare le domande di protezione internazionale (le cosiddette “norme di Dublino”). Il regolamento sulle situazioni di crisi e di forza maggiore istituisce un meccanismo di risposta agli aumenti improvvisi degli arrivi, garantendo solidarietà e sostegno agli Stati membri che devono far fronte a un afflusso eccezionale di cittadini di paesi terzi. Le nuove norme affronteranno anche il tema della strumentalizzazione dei migranti, ossia il loro uso da parte di paesi terzi o attori non statali ostili con l’obiettivo di destabilizzare l’UE. Le persone che non soddisfano i requisiti per entrare nell’UE saranno soggette a un accertamento preliminare della durata massima di sette giorni e comprensivo di identificazione, raccolta di dati biometrici e controlli sanitari e di sicurezza. Gli Stati membri dovranno istituire meccanismi di controllo indipendenti per garantire il rispetto dei diritti fondamentali. In tutta l’UE sarà introdotta una nuova procedura per il riconoscimento e la revoca della protezione internazionale. Con le nuove regole, il trattamento delle domande di asilo alle frontiere dovrà diventare più rapido, con scadenze più brevi per le domande infondate o inammissibili. La legge, presentata dalla relatrice Fabienne KELLER (FR, Renew), è stata approvata con 301 voti favorevoli, 269 contrari e 51 astensioni. La nuova procedura per il rimpatrio alle frontiere è stata approvata con 329 voti favorevoli, 253 contrari e 40 astensioni. Per saperne di più sul regolamento sulla procedura di asilo, cliccare qui. I dati delle persone che entrano irregolarmente nell’UE, comprese le impronte digitali e le immagini del volto di chiunque abbia più di sei anni, saranno memorizzati nella banca dati Eurodac aggiornata.

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Un patto sociale per Palermo

Posted by fidest press agency su martedì, 19 dicembre 2023

“A Palermo serve un nuovo Patto Sociale – ha dichiarato il presidente di Confimprese Palermo Giovanni Felice – i casi di violenza notturna non sono solo conseguenza degli eccessi di alcol o dell’uso di stupefacenti, ma anche un indicatore dello stato di crisi economica e di tensione in cui versa la città. La crescita di furti, scippi e rapine sono una testimonianza della crisi che stiamo attraversando”. Per questo motivo, Confimprese Palermo chiede al Sindaco di Palermo la costituzione di una Consulta per lo Sviluppo. “Da luglio circa 12.000 famiglie hanno perso il reddito di cittadinanza – continua il Presidente di Confimprese Palermo – questo significa che negli ultimi 5 mesi in città mancano, rispetto all’anno scorso, 35 milioni di euro di liquidità, tutte somme che sarebbero state messe in circolazione viste le necessità ed il basso reddito dei percettori di tale beneficio. A ciò va aggiunto il drenaggio di risorse derivante dalla cosiddetta “Rottamazione Quater” per non parlare della miriade di cartelle, molto spesso “pazze” recapitate a cittadini ed imprese.A questo si aggiungono situazioni endemiche – insiste Giovanni Felice – come i ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione e l’abusivismo. A quello “classico” si è aggiunto quello on line fatto da migliaia di dirette dove la merce viene venduta sottocosto, mettendo in seria difficoltà il commercio tradizionale”. Questo lo scenario. Confimprese chiede al Sindaco di Palermo Roberto Lagalla di costituire una Consulta per lo Sviluppo. “È necessario – conclude il presidente di Confimprese Palermo Giovanni Felice- avviare un confronto tra amministrazione e parti sociali. Propongo la nascita di una “Consulta per lo sviluppo” composta delle associazioni di categoria, dai sindacati, da una rappresentanza del Consiglio Comunale e che sia coordinata dal Sindaco o da un componente della Giunta Comunale che individui i temi da affrontare, a partire dal regolamento movida, la modifica dell’articolo 5 delle norme di attuazione del Piano di Urbanistica commerciale, il riassetto e la riqualificazione dei mercati storici, la promozione delle misure a sostegno della creazione di impresa solo per citarne alcuni. La Consulta dovrà determinare un progetto ed una Cabina di Regia che abbia il compito di promuovere e verificare l’attuazione delle proposte scaturite dalla Consulta”.

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Un “patto con il diavolo”

Posted by fidest press agency su martedì, 5 dicembre 2023

E’ la formula utilizzata dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per riferirsi allo scambio di ostaggi tra la propria compagine e quella palestinese cela la debolezza politica della guerra contro Gaza e la Cisgiordania. Pur banale che sia, è opportuno rammentare come le operazioni militari organizzate dalle forze palestinesi e le conseguenti pressioni internazionali abbiano costretto le forze israeliane a rilasciare un cospicuo numero di palestinesi detenuti. Sul fatto che le operazioni militari di ambo le parti fossero destinate a riprendere dopo una parziale tregua di qualche giorno non poteva esserci realisticamente alcun dubbio. I numeri di due mesi di guerra parlano chiarissimo e palesano la differenza tra una guerra di annientamento politico – come ad esempio quella combattuta da Mosca in Ucraina – ed una guerra di annientamento etnico – come quella combattuta contro Gaza e la Cisgiordania – : ma al di là dei paradigmi interpretativi ci sono i fatti. In due mesi di guerra la compagine israeliana non ha raggiunto alcun obiettivo politico rilevante, acuendo però i propri problemi politici interni, mettendo in imbarazzo le principali cancellerie europee, problematizzando il proprio rapporto con gli Stati Uniti e riavvicinando una parte del mondo arabo alla questione palestinese. Un fallimento costato, tra l’altro, la vita di oltre sessanta giornalisti e quella di oltre seimila bambini. Maurizio Vezzosi, analista e reporter freelance. Collabora con RSI Televisione Svizzera, L’Espresso, Limes, l’Atlante geopolitico di Treccani, il centro studi Quadrante Futuro ed altre testate. Ha raccontato il conflitto ucraino dai territori insorti contro il governo di Kiev documentando la situazione sulla linea del fronte. Nel 2016 ha documentato le ripercussioni della crisi siriana sui fragili equilibri del Libano. Si occupa della radicalizzazione islamica nello spazio postsovietico, in particolare nel Caucaso settentrionale, in Uzbekistan e in Kirghizistan. Nel quadro della transizione politica che interessa la Bielorussia, nel 2021 ha seguito da Minsk i lavori dell’Assemblea Nazionale.

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Il Patto anti-inflazione serve all’industria e alla Grande distribuzione organizzata, non ai lavoratori e ai pensionati

Posted by fidest press agency su mercoledì, 4 ottobre 2023

La pubblicità di Esselunga che ha avuto una testimonial d’eccellenza come la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, lasciava presagire che il Patto anti-inflazione tra imprese di distribuzione, industrie produttrici e associazioni del commercio e delle filiere alimentari, era oramai pronto. La roboante campagna del Governo contro l’inflazione, è pronta per andare in tv attraverso la pubblicità progresso che la Presidenza del Consiglio dei Ministri metterà in campo, raccontando agli italiani che dal 1° ottobre al 31 dicembre 2023 sarà possibile andare nei supermercati e acquistare a prezzi “calmierati” alcuni prodotti di largo consumo come beni alimentari e per l’igiene personale, contraddistinti dal marchio tricolore della campagna anti-inflazione. Prezzi calmierati, ribassati o bloccati? Questo non è dato comprenderlo. Il Ministro Urso parla di un meno 10% sul prezzo dei prodotti, basandosi sulla fiducia nei confronti delle imprese che dovranno effettuare lo sconto. Il prezzo preso a riferimento oltretutto è quello di oggi, che ha già subito il rialzo con percentuali in doppia cifra rispetto agli scorsi anni. Ben altra cosa sarebbe stata prendere a riferimento il prezzo dei prodotti nel periodo antecedente la loro vertiginosa crescita. Il Governo stima un risparmio a famiglia tra i 150 e i 100 euro, senza alcun indicatore affidabile per tale stima, essendo tale iniziativa una prima assoluta, a parte qualcosa di simile messo in piedi dalla Francia nei mesi scorsi. Inoltre sarà ogni singola azienda della GDO a decidere cosa mettere nel paniere dei prodotti a prezzi “calmierati”. La gran parte chiaramente saranno marchi delle stesse aziende della GDO, che potranno dunque vantare il bollino governativo anti-inflazione, incrementando ulteriormente le proprie vendite. Perfino tra gli analisti economici della GDO c’è scetticismo rispetto all’efficacia di tale misura, non essendo l’industria ad abbassare i prezzi. E qui ecco il secondo regalo alle imprese. Aderiscono al Patto i più grandi marchi dell’industria alimentare italiana, i cui prodotti già avevano dei prezzi alti per le famiglie più povere, che potranno godere di tale pubblicità governativa a costo zero, per vendere i loro prodotti a prezzi scontati e riconquistare una fetta di consumatori poveri che negli ultimi anni avevano perso. Come già segnalato da USB al ministro Urso al tavolo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri sulle misure antinflazione del governo: qualsiasi iniziativa presa dal Governo rischia di essere vuota campagna pubblicitaria, che nulla apporta alla generale condizione dei redditi delle famiglie italiane, se non si attuano misure legislative per l’aumento dei salari e delle pensioni, per il ripristino e l’estensione del reddito di cittadinanza, per il finanziamento dei servizi pubblici (istruzione, sanità e casa), per il rinnovo dei contratti della PA, per il concreto sostegno alle famiglie strozzate dall’aumento delle rate dei mutui,.Dove prendere i soldi? Proprio da quelle imprese della GDO, dell’industria alimentare e farmaceutica con cui il Governo ha siglato il Patto anti-inflazione, in gran parte multinazionali con sedi fiscali in Paesi con regimi agevolati, che in questi anni di enormi difficoltà economica per i normali cittadini, si sono arricchite generando extraprofitti. Senza un’azione di redistribuzione della ricchezza, che sposti le risorse dai profitti delle imprese e dalle rendite finanziarie verso i salari e le pensioni non ci sarà iniziativa efficace per sostenere i redditi delle famiglie italiane contro l’inflazione. Dovrebbe essere questa l’azione di un Governo che mette l’interesse nazionale al primo posto.

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Patto anti-inflazione, la firma a palazzo Chigi

Posted by fidest press agency su mercoledì, 27 settembre 2023

Roma 28 settembre alle 15, a Palazzo Chigi, insieme alle associazioni aderenti della distribuzione, del commercio e dell’industria del largo consumo.”Il secondo atto della sceneggiata! Prosegue lo spettacolo ideato e diretto dal ministro Urso, e che ora vede, purtroppo, anche la partecipazione della presidente del Consiglio, per far finta di far qualcosa contro l’inflazione. Il Governo, invece di mettere i soldi per ridurre le accise sui carburanti o ripristinare gli sconti sulle bollette di luce e gas delle famiglie e delle imprese introdotti da Draghi, che avrebbero effetti reali sui prezzi, va avanti con questa operazione pubblicitaria che, purtroppo, avrà un effetto nullo per le tasche degli italiani, a dispetto di stime farlocche in circolazione” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori “Insomma, dopo il primo atto andato in onda il 4 agosto, ora c’è il secondo tempo dello spettacolo con la firma in pompa magna a Palazzo Chigi. Peccato che il patto sia una scatola vuota, senza alcun impegno preciso, come poteva essere quello di tornare ai prezzi del 2021 per un elenco preciso di prodotti” conclude Dona.

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Patto anti-inflazione, industrie valutano adesione

Posted by fidest press agency su domenica, 3 settembre 2023

Alcune sigle dell’industria starebbero valutando la possibilità di partecipare al patto anti-inflazione, al quale hanno già aderito la grande distribuzione organizzata e il commercio.”Il Protocollo anti-inflazione resterebbe una scatola vuota anche con l’adesione delle industrie. Se l’intesa non viene modificata radicalmente, inserendo ad esempio un elenco specifico dei prodotti, per ognuno dei quali stabilire precisi impegni lungo la filiera, non serve a nulla e l’effetto reale per le tasche delle famiglie è pari a zero” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Le vendite promozionali, gli sconti, specie sulla gamma dei prodotti a marchio, sono già all’ordine del giorno nella grande distribuzione. Nessuna, novità, insomma. Mentre impegni generici a non aumentare il prezzo per 3 mesi possono essere addirittura controproducenti per prodotti come la pasta che dovrebbero, invece precipitare di prezzo” conclude Dona. “Se invece tutti gli attori in campo si impegnassero a tornare ai prezzi del 2021, allora si che il protocollo aiuterebbe le famiglie ad arrivare alla fine del mese” conclude Dona.

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Roma ha finalmente il suo Patto per la Lettura

Posted by fidest press agency su martedì, 2 agosto 2022

E’ lo strumento previsto dalla legge Piccoli-Nardelli del 2020, che ha come obiettivo la promozione e la valorizzazione del libro e della lettura, mettendo in rete il comune con tantissime realtà territoriali pubbliche e private. La Giunta di Roma Capitale ha infatti dato il suo via libera a una delibera, proposta dall’assessore alla Cultura, Miguel Gotor, con la quale si approva il “Patto locale per la lettura di Roma Capitale”, all’interno del quale il comune verrà rappresentato dall’istituzione Biblioteche di Roma. Il patto vedrà il coinvolgimento dei Municipi e vi hanno già aderito 417 tra associazioni, asili, scuole di ogni ordine e grado, Onlus, case editrici, teatri, università, librerie, aziende ed enti pubblici.I Patti locali per la lettura sono strumenti riconosciuti dalla legge n. 15 del 2020 come principali mezzi per l’attuazione del Piano Nazionale d’Azione per la Promozione e il Sostegno della Lettura e sono promossi dal Centro per il Libro e la Lettura (Cepell). L’obiettivo è quello di facilitare il radicamento della lettura come abitudine individuale e sociale diffusa, promuovendo la creazione di una rete territoriale che coinvolga le istituzioni pubbliche e realtà del mondo della formazione, della cultura, del sociale e dell’economia.Il Patto per la Lettura di Roma Capitale, oltre a promuovere il valore della lettura, punta alla valorizzazione della lingua italiana attraverso la diffusione delle opere dei grandi autori del passato e del nostro tempo. Inoltre, promuoverà interventi mirati per specifiche fasce di lettori e per territori con più alto tasso di povertà educativa e culturale, anche al fine di prevenire o di contrastare fenomeni di esclusione sociale.I primi sottoscrittori hanno potuto aderire al progetto attraverso un avviso pubblico pubblicato dalle Biblioteche di Roma il 14 luglio e in pochi giorni sono state raccolte centinaia di adesioni da parte di realtà locali e nazionali operanti nella Capitale. L’avviso resterà aperto per i prossimi tre anni e sarà aggiornato periodicamente.“Il compianto Luca Serianni, tragicamente scomparso pochi giorni fa, era solito ricordare che ‘la lettura rientra in quelli che sono i bisogni fondamentali, niente è in grado di sostituirla’ – così l’assessore Gotor – E con questa iniziativa Roma intende proprio riconoscere la lettura come diritto fondamentale e imprescindibile per tutti e come strumento centrale per promuovere lo sviluppo culturale, civile e sociale della città. Il fatto rilevante – ha aggiunto Gotor – è che in poco più di dieci giorni hanno aderito al Patto per la Lettura una galassia di realtà di ogni tipo diffuse su tutto il territorio cittadino, dall’Accademia romanesca ai ragazzi di Zalib, passando per le librerie, le scuole e importanti attori del mondo della cultura e dell’editoria che operano a Roma. Un risultato eccezionale che vogliamo rafforzare ancora: in autunno, infatti, organizzeremo un grande appuntamento durante il quale, insieme ai sottoscrittori presenteremo pubblicamente il progetto alla cittadinanza”, ha concluso.

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I Consulenti del Lavoro firmano il Patto per l’Export

Posted by fidest press agency su domenica, 5 giugno 2022

Le competenze dei Consulenti del Lavoro a supporto del Patto per l’Export grazie alla firma del protocollo da parte del Consiglio nazionale dell’Ordine. La strategia per il rilancio delle esportazioni, promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale insieme a numerosi altri Dicasteri, la Cabina di Regia per l’Italia internazionale e rappresentanti del mondo imprenditoriale italiano, ha già portato a investire 7,2 miliardi di euro, facendo superare i 500 miliardi di euro al volume generato dall’export italiano. «In questa fase di transizione per il mondo del lavoro, abbiamo ritenuto fondamentale aderire a questo progetto sinergico di supporto alla ripartenza delle imprese, di cui condividiamo principi ispiratori e pilastri attuativi» ha affermato la Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone a margine della firma. La Categoria rappresenterà un elemento di connessione della strategia verso quel milione e mezzo di aziende clienti per le quali potrà operare tanto nell’informazione delle opportunità messe a disposizione dal Patto per l’Export quanto nell’affiancamento di imprese e lavoratori attraverso la formazione. «Con la firma di oggi – ha continuato la Presidente ‒ garantiamo al progetto le competenze dei Consulenti del Lavoro per aumentarne ancora l’efficacia e la pervasività, soprattutto verso le piccole e medie imprese che assistiamo quotidianamente».

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Pnrr, Cavallaro (Cisal): patto per il Sud o rischio aumento gap con nord

Posted by fidest press agency su martedì, 5 aprile 2022

“Il Pnrr è un’opportunità per cercare di colmare il divario nord-sud ma potrebbe trasformarsi anche nello strumento che amplierà questo profondo gap”. Lo riferisce il segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro. “Superata la prima fase del Pnrr, caratterizzata da attività di mera programmazione – spiega – bisogna passare ai fatti e in questo contesto, come rilevato dalla Corte dei Conti, la disponibilità ancora limitata di strutture tecniche a sostegno delle capacità progettuali delle amministrazioni territoriali sta creando grossi problemi soprattutto agli enti locali del Sud, in balia di apparati burocratici fragili, carenza di risorse umane e di professionalità necessarie alla gestione delle varie attività previste. L’annunciato grande piano di formazione del personale pubblico, tra l’altro non calibrato sulle specificità del Pnrr e sul grado di preparazione già posseduto dalla stragrande maggioranza dei dipendenti, non basta. Necessario un patto sociale specifico per il Meridione d’Italia – conclude – per far sì che non si perda una partita determinante per il futuro, non solo del Sud, ma di tutto il Paese”. By Alessio Bompasso

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Patto di consultazione tra Delfin e Fondazione CRT

Posted by fidest press agency su domenica, 20 febbraio 2022

Torino/Lussemburgo. I rappresentanti di Delfin e della Fondazione CRT si sono confrontati su temi di interesse comune relativi alle Assicurazioni Generali, anche alla luce della più recente evoluzione del quadro di riferimento.Delfin e Fondazione CRT hanno riaffermato la correttezza e perdurante validità della scelta di unirsi in un patto di consultazione.La finalità di tale patto era e resta quella di creare una cornice giuridica adeguata e trasparente, nella quale potersi confrontare su temi di rilevanza strategica per la Compagnia, e poter così apportare, attraverso un dialogo aperto, costruttivo e leale con gli organi sociali e con gli altri azionisti, la visione propria di soci di lungo termine, che hanno investito ingenti risorse nel capitale della Compagnia, sempre garantendole il proprio supporto anche nei periodi meno favorevoli. Al contrario, il patto di consultazione non ha mai avuto per oggetto l’esercizio concertato del diritto di voto né gli aderenti hanno con esso mai assunto, o inteso assumere, impegni o vincoli relativi all’esercizio del diritto di voto e degli altri loro diritti sociali.In Assicurazioni Generali, come in altre importanti realtà imprenditoriali e finanziarie cui partecipano, Delfin e Fondazione CRT sono da sempre azionisti stabili orientati al lungo periodo. Come tali, rimangono fermamente convinti che solo un dialogo aperto e costruttivo – saldamente ancorato alla considerazione dell’interesse sociale, al rispetto delle norme e dei diritti dei soci e ai normali modelli di relazione e di engagement che dovrebbero contraddistinguere soprattutto una società di rilevanza strategica per il Paese come le Assicurazioni Generali – possa consentire alla Compagnia di perseguire un percorso di crescita sostenibile, per superare le criticità che ne hanno condizionato il posizionamento competitivo rispetto ai suoi principali competitors su scala europea, creare valore per tutti gli stakeholders coinvolti e per il Paese e preservare nel tempo l’autonomia dell’istituto.

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Patto di rilancio per l’agricoltura del Sud

Posted by fidest press agency su mercoledì, 10 novembre 2021

È positivo che i riflettori comincino ad accendersi sulla necessità di elaborare una strategia per le campagne del Mezzogiorno in vista dei fondi in arrivo con il Pnrr. Il momento di prendere le decisioni è adesso, introducendo misure ad hoc per l’imprenditoria agricola meridionale. Una burocrazia più snella è condizione necessaria, ma non sufficiente. Occorre elaborare politiche di lungo respiro che puntino sull’agroecologia come cardine della rinascita.Le campagne del nostro Sud racchiudono molte potenzialità inespresse – continua Tiso. Se le risorse del Pnrr saranno investite in modo efficace nel Meridione, sarà possibile cominciare a colmare il divario che ancora esiste con il nord del Paese e rendere il Mezzogiorno finalmente protagonista della ripartenza.A livello regionale, la gestione dei Psr può e deve essere migliorata con l’obiettivo di utilizzare nel modo migliore tutti i fondi disponibili e fornire un sostegno concreto alle aziende. Vanno inoltre recuperati i ritardi accumulati nel campo delle infrastrutture, dai trasporti alla logistica, dalle energie rinnovabili agli impianti idrici. La nostra Confederazione ha infine proposto la creazione di un polo per ricerca scientifica applicata in agricoltura in una città del Meridione. Un centro in cui si possano concentrare tutti i principali attori del rinnovamento tecnologico in agricoltura e valorizzare le eccellenze della nostra tradizione agricola.

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Istruzione. Patto per la Scuola e Decreto Sostegni bis

Posted by fidest press agency su giovedì, 27 Maggio 2021

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso della diretta di Orizzonte Scuola Tv si è espresso sulla mobilità: ha affermato che “il sindacato deve dare risposte ai lavoratori”. Non è possibile infatti negare a loro che il diritto al lavoro sia affiancato a quello alla famiglia. Per quanto riguarda il vincolo quinquennale, oggi finalmente tutti siamo d’accordo a toglierlo, sembra nel decreto Sostegni ci sia una norma, ma è stata scritta male. Infatti, essa non dà la possibilità di riportare le assegnazioni provvisorie a quella dinamica annuale; se c’è un posto vacante e un docente ha necessità di stare un anno con la famiglia, perché non dovrebbe poterlo fare? Ci sono poi anche altri strumenti come l’assegnazione temporanea, la legge 104. Insieme dobbiamo spingere in questa direzione” per il bene di tutti, ha concluso Pacifico.

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Il patto per la Scuola al centro del Paese in una visione inclusiva

Posted by fidest press agency su lunedì, 24 Maggio 2021

“Apprendiamo con soddisfazione la notizia secondo la quale il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e le Organizzazioni Sindacali hanno firmato il “Patto per la Scuola al centro del Paese”. Le parti concordano 21 punti che trattano dal reclutamento alla sicurezza, dal tema della dispersione a quello dell’inclusione, dalla formazione iniziale alla formazione continua, dalla valorizzazione alla mobilità del personale. In particolare, Ancodis apprezza la visione che traspare anche per un nuovo modello organizzativo e contrattuale nel quale tutte le risorse professionali troveranno meritata attenzione e conseguente valorizzazione. “Sembra emergere, afferma il Presidente Rosolino Cicero, una nuova visione inclusiva che, coerentemente al Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale sottoscritto nello scorso mese di marzo, mette al centro la scuola nella sua complessità”. Nel Patto per il rilancio della Pubblica Amministrazione, infatti, si vuole costruire un nuovo modello che dopo decenni di involuzione sociale deve risorgere investendo sulle risorse umane e professionali e ponendo la necessaria attenzione al “giusto riconoscimento di chi con merito lavora quotidianamente al servizio dello Stato e nelle sue articolazioni”. “In particolare, continua Cicero, l’idea di rilanciare il sistema educativo-scolastico italiano a partire dalla valorizzazione di tutto il personale e di tutte le professionalità oggi impegnate nella quotidiana azione organizzativa, amministrativa e didattica vede i docenti Collaboratori del Dirigente scolastico fiduciosi in un cambiamento culturale di chi è sempre stato seduto al tavolo del confronto”. Scorrendo i 21 punti, Ancodis legge con favore il punto “prevedere efficaci politiche salariali per la valorizzazione del personale docente e ATA con il rinnovo del prossimo CCNL tramite le risorse previste nel Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” e il punto “prevedere in un’ottica pluriennale forme di valorizzazione di tutto il personale della scuola a partire dalla legge 207/2015 art. 1 comma 592 che appunto prevede un finanziamento di 30 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2020”. Infine, il punto nel quale si legge di “prevedere nell’atto di indirizzo un adeguato riconoscimento di tutte le professionalità operanti nella scuola” ci lascia ben sperare sul fatto che finalmente le figure di sistema e i collaboratori del Ds possano avere una precisa identità giuridica e contrattuale. E in questa nuova identità professionale caposaldo deve essere la formazione specifica in gestione, monitoraggio, coordinamento e pianificazione organizzativa, sicurezza, progettazione, coordinamento e pianificazione didattica per chi vuole percorrere una carriera integrata alla progressione per fasce stipendiali. Secondo Ancodis, “per attuare questa “rivoluzione culturale” è necessario un confronto tra tutte le componenti nei costituendi tavoli tecnici ai quali i docenti Collaboratori del Ds – sulla base della loro quotidiana esperienza nei due campi della didattica e del funzionamento organizzativo – ritengono di poter dare un costruttivo contributo”. Attendiamo soltanto di essere invitati per poter dire che davvero il sistema scolastico ha assunto veri caratteri inclusivi nei confronti di tutte le sue professionalità.

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Patto per la Scuola

Posted by fidest press agency su domenica, 23 Maggio 2021

Dopo le incoraggianti parole del Ministro bianchi di qualche giorno fa, il patto per la scuola è stato siglato: finalmente la scuola occupa concretamente il posto che merita come base essenziale per la crescita e lo sviluppo del nostro paese. Parlando di Istituzioni scolastiche non si può non parlare della figura professionale del dirigente scolastico: i presidi, infatti, per primi con grande spirito di abnegazione e sacrificio hanno egregiamente condotto la scuola, specialmente durante il periodo pandemico. Riconosciuta l’enorme importanza strategica della scuola, nel documento vengono trattati temi importantissimi per i quali non è più possibile rimandarne la risoluzione, fra tutti molti temi su cui Udir si è battuto sin dalla sua nascita e sui quali continua a impegnarsi quotidianamente. Tutto ciò si lega alla grande opportunità di poter accedere ai fondi straordinari stanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.Tra gli argomenti sostenuti da Udir figurano: la garanzia della didattica in presenza dal 1° settembre del dirigente scolastico e di tutto il personale scolastico; l’applicazione della norma che modifica il dimensionamento scolastico con il ripristino di circa 400 sedi già dal prossimo anno scolastico e successivamente di tutte le sedi tagliate negli ultimi dieci anni; la sicurezza di tutti gli edifici scolastici con un mirato piano di ammodernamento degli edifici esistenti e la costruzione di edifici ex novo; la modifica del testo unico 81/2008 con definizione della responsabilità tra proprietario dell’immobile e dirigente scolastico gestore. Altro punto su cui il documento si concentra riguarda la retribuzione: Udir, con a capo Marcello Pacifico suo presidente nazionale, si è battuta negli ultimi anni per poter garantire a ogni preside la giusta valorizzazione salariale e lo sblocco del Fun, oltre a un confronto sulla mobilità in vista del nuovo CCNL. Marcello Pacifico ha affermato che “finalmente sembra che la politica si sia resa conto della situazione difficoltosa, più volte ribadita, in cui versa un settore strategico come quello dell’istruzione. Ha dimostrato di voler intervenire concretamente ascoltando chi la scuola la vive ogni giorno e che quotidianamente supera ostacoli per garantire serenità agli studenti e al personale scolastico”.

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Patto per la scuola, La Cisal sigla l’accordo a Palazzo Chigi

Posted by fidest press agency su sabato, 22 Maggio 2021

“Soddisfatti per un patto che apre a una stagione di confronto aperto con i sindacati per un reclutamento più snello e funzionale, per poter ridiscutere le procedure di mobilità e assegnazione provvisoria riportando la questione al tavolo contrattuale e per una procedura immediata di immissioni in ruolo straordinarie, in modo da garantire davvero un avvio dell’anno scolastico all’insegna della stabilità del lavoro nella scuola”. Lo ha detto il segretario confederale della Cisal e presidente Anief, Marcello Pacifico, al termine dell’incontro per la sottoscrizione a Palazzo Chigi del Patto per la scuola. “Ora bisogna trovare urgenti soluzioni condivise per risolvere il problema della supplentite nel sistema nazionale di istruzione, valorizzare le diverse professioni del personale scolastico a livello giuridico e salariale, riaprire in sicurezza le scuole e migliorare gli apprendimenti, rimuovere i vincoli e gli ostacoli ai trasferimenti e passaggi di ruolo”.

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Il Patto per la Scuola è stato siglato

Posted by fidest press agency su sabato, 22 Maggio 2021

Confederazioni sindacali e Ministero si sono incontrati a Palazzo Chigi per la firma sulla versione definitiva dell’accordo dopo il vaglio del Governo. Anief ha contribuito, grazie anche all’intervento del segretario confederale Cisal e presidente nazionale Anief Marcello Pacifico, a definire la stesura del testo definitivo. “Diverse nostre priorità sono state ascoltate e accolte e di questo non possiamo che esserne soddisfatti: c’è l’obiettivo comune di cancellare il continuo ricorso ai contratti a termine anche eliminando dall’ultima versione, proprio come avevamo chiesto noi, un riferimento generico alla definizione di un organico pluriennale anche per i contratti a termine. Nella scuola si deve stabilizzare, oggi più che mai, e garantire l’immissione in ruolo di tutti i precari. Le procedure snelle utili all’assunzione a tempo indeterminato saranno definite e utilizzabili già per garantire l’inizio del prossimo anno scolastico. C’è anche l’intesa per confrontarsi a breve sulle procedure di mobilità e di assegnazione provvisoria e auspichiamo che la soluzione possa tornare materia “pura” di contrattazione tra le parti sociali. Evidenziamo anche e nuovamente che il Patto intende valorizzare i convitti nazionali, gli educandati, il personale educativo e DSGA e le scuole italiane all’estero, tutti temi che Anief ha sollevato ed hanno trovato conferma nel testo definitivo”. Durante il suo intervento, Marcello Pacifico si era soffermato non solo sulla necessità di una procedura urgente e utile al reclutamento e che valorizzasse il servizio svolto per anni da centinaia di precari, come il ricorso allo scorrimento delle GPS, ma anche sull’importanza di attivare subito, “oltre al tavolo sul reclutamento, anche quello sulla mobilità in vista delle assegnazioni provvisorie per dare una risposta anche in deroga, come è stato fatto nel 2011, alla legislazione vigente”. La firma apposta oggi dalle confederazioni, dunque, dà il La all’avvio delle risoluzioni utili a garantire un corretto avvio dell’anno scolastico 2021/2022, ma anche per ridisegnare il mondo della scuola rivedendo le procedure concorsuali e di reclutamento in modo consapevole e responsabile. “In contrattazione proporremo – commenta Marcello Pacifico dopo la firma di oggi apposta all’accordo – una valorizzazione vera del personale tutto della scuola con il riconoscimento delle indennità di rischio biologico e burnout, di un’indennità di sede lavorativa in caso questa sia diversa dalla residenza abituale e un’indennità di incarico per i contratti successivi ai 24 mesi”.

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Patto sulla scuola: Un miliardo per assumere tra i 60-80mila precari

Posted by fidest press agency su mercoledì, 12 Maggio 2021

Il Patto per l’Istruzione è vicino alla chiusura. Mancherebbero solo gli ultimi dettagli da definire e la firma che avverrà molto probabilmente già nei prossimi giorni. E allora inizia a farsi strada una stabilizzazione dei precari da immettere già il prossimo settembre ma anche una riforma del reclutamento che dovrà essere pensata per avere i migliori docenti in cattedra.Il testo dell’accordo raggiunto sinora indica un impegno importante sul reclutamento che “si deve realizzare entro l’avvio del prossimo anno scolastico, anche attraverso una procedura urgente e transitoria di reclutamento a tempo indeterminato”. Si parla di un investimento iniziale che oscilla fra 1 milione e 1,3 milioni di euro, utile a realizzare le assunzioni immediate, in modo da assumere oltre 60 mila docenti, anche 80 mila, la maggior parte dei quali andrebbero a coprire le cattedre vuote del Nord Italia. Su questo punto il Mef sta realizzando le necessarie verifiche, anche sulle coperture.

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