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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 153

Posts Tagged ‘vittime’

Codici: importante sentenza della Cassazione sul phishing, più potere alle vittime di truffe

Posted by fidest press agency su domenica, 7 aprile 2024

In caso di phishing, i clienti devono essere risarciti se non emergono colpe gravi. È quanto stabilito dalla sentenza 3780/2024 della Corte di Cassazione, che sancisce che le banche sono obbligate a adottare soluzioni idonee a prevenire o ridurre l’uso fraudolento dei sistemi elettronici di pagamento, altrimenti potranno essere costrette a risarcire le vittime. Un provvedimento importante per i consumatori, che l’associazione Codici evidenzia perché rappresenta uno strumento prezioso nei contenziosi che si aprono con gli istituti quando si verifica un raggiro ed il cliente chiede il rimborso. “La Cassazione sottolinea un aspetto su cui noi insistiamo da tempo – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, ovvero il dovere da parte della banca di fare tutto il possibile per prevenire la truffa a livello sia informativo che di precauzioni sul piano della sicurezza informatica. I truffatori sono sempre più abili e sfruttano tecniche sofisticate per spacciarsi per la banca della vittima. Nel caso di phishing parliamo di e-mail che nel linguaggio e nelle immagini richiamano quelle ufficiali, anche per quanto riguarda l’indirizzo di posta elettronica del mittente. Lo stesso meccanismo viene applicato, ad esempio, con il vishing, che prevede invece chiamate telefoniche da presunti operatori dell’istituto. Bisogna considerare che parliamo di comunicazioni con cui il cliente viene avvisato di un tentativo di accesso fraudolente al proprio conto e viene invitato ad agire velocemente per evitare di perdere i propri soldi, quindi subentra uno stato di paura e di ansia che gioca a favore dei malviventi. Per questo è importante la sentenza della Cassazione. È l’istituto che deve proteggere il cliente, informandolo sui meccanismi di queste truffe e tutelandolo con strumenti di informatici adeguati. Non si può chiedere alle vittime di trasformarsi in investigatori per capire se la comunicazione ricevuta è vera o falsa. Certamente occorre prudenza, quindi in questi casi non bisogna cliccare su link o comunicare dati personali al telefono, ma ricontattare la propria banca per verificare cosa sta accadendo”. L’associazione Codici fornisce assistenza ai consumatori vittime di truffe bancarie, supportandoli nelle richieste di rimborso. Per segnalazioni e richieste di aiuto telefonare allo 065571996

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Milleproroghe: Serracchiani, Meloni si ricordi di vittime guerra

Posted by fidest press agency su lunedì, 19 febbraio 2024

“Mi appello alla presidente del Consiglio perché permetta di posticipare al 31 dicembre 2024 la scadenza delle domande per chiedere il ristoro dei danni alle vittime dei crimini commessi in Italia dal Terzo Reich nel periodo dal 1939 Al 1945”. Lo chiede la deputata Debora Serracchiani (Pd), in merito all’accesso al fondo per il ristoro dei danni alle vittime dei crimini di guerra, istituito dal Governo Draghi nel 2022. “Le domande andavano presentate entro il 31 dicembre 2023 e – spiega Serracchiani – non sfugge la complessità della raccolta dei documenti e delle informazioni, risalenti a più di 80 anni fa. Per questo nel Milleproroghe ho presentato un emendamento per posticipare la scadenza delle domande al 31 dicembre 2024”. “La contrarietà della presidenza del Consiglio – precisa la deputata – sarebbe all’origine della bocciatura dell’emendamento. E dunque chiedo proprio alla presidente Meloni perché è stato deciso di negare questa proroga e – conclude – di ricordarsi di queste vittime”.

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Codici: per i medici uno scudo penale, ma nessuno pensa alle vittime di malasanità

Posted by fidest press agency su domenica, 21 gennaio 2024

“Un’iniziativa che contestiamo con fermezza – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –. Ancora una volta l’attenzione è tutta rivolta al personale sanitario e si trascurano, per non dire ignorano, i pazienti. Eppure le cronache raccontano ogni giorno casi di malasanità. Morti tragiche, famiglie che piangono la scomparsa improvvisa del proprio caro senza sapere cosa è successo, per non parlare di diagnosi sbagliate. Chi ha bisogno di uno scudo sono i cittadini, che devono fare i conti con una sanità da codice rosso. Pensiamo alle strutture che mostrano lacune inquietanti, alle liste di attesa sempre più lunghe, ai soccorsi che a volte arrivano con ritardi allucinanti o senza il personale adeguato. E, lo ripetiamo, i casi sono all’ordine del giorno. Poche settimane fa a Roma un quarantenne è andato al Pronto Soccorso per un mal di gola ed è morto. È normale? Siamo parte civile ad un processo in corso ad Agrigento per il decesso di una donna per malaria, che le è stata diagnosticata quando ormai era troppo tardi, nonostante avesse fatto presente che era appena rientrata da un viaggio in Africa, dettaglio che avrebbe dovuto indurre i medici ad approfondire quell’aspetto. Ecco, sono solo alcune delle vicende drammatiche su cui siamo intervenuti negli ultimi tempi. E lasciamo stare il ritornello delle cause spesso archiviate, perché è pura propaganda. Andiamo a leggere le sentenze, come quelle legate alla pandemia, a cui si vuole tornare con questo scudo penale che ripropone lo schema attuato per il Covid. Le responsabilità, chiare ed evidenti, sono state archiviate. Ci risiamo e non è certo une bella notizia, perché ancora una volta si pensa ai medici mettendo in secondo piano i cittadini”.

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Giornata Nazionale per le Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel mondo

Posted by fidest press agency su martedì, 2 gennaio 2024

E’ stata istituita il primo febbraio di ogni anno. E’ un’importante iniziativa volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di promuovere la pace e garantire la sicurezza dei civili durante i periodi di conflitto. Area Cultura con l’UNHR Council Italia, l’Organizzazione Internazionale per lo sviluppo delle Relazioni Diplomatiche, il Comitato Internazionale Cooperazione Sviluppo e l’Istituto per la Cultura Italiana, ha organizzato per il 18 gennaio 2024 alle ore 15,00 presso Palazzo Valentini a Roma un importante conferenza con patrocini istituzionali e internazionali. La conferenza convocata in occasione di questa giornata assume un ruolo fondamentale nel promuovere la consapevolezza e l’azione concreta.L’obiettivo principale della conferenza è quello di sottolineare la cruciale importanza di preservare la vita e l’incolumità dei civili in situazioni di guerra, assicurando al contempo il passaggio sicuro degli aiuti umanitari. A tal fine, è stato invitato un variegato panel di partecipanti, inclusi rappresentanti delle istituzioni religiose senza distinzione di credo, figure delle istituzioni politiche, esperti di criminologia e geopolitica, psicologi, sociologi e operatori umanitari.La presenza di rappresentanti religiosi mira a coinvolgere le comunità di fede nella promozione della pace, incoraggiando il dialogo interreligioso come strumento di comprensione reciproca e cooperazione. Le istituzioni politiche sono chiamate a lavorare congiuntamente per adottare politiche e iniziative atte a prevenire e risolvere i conflitti, mentre gli esperti di criminologia e geopolitica offriranno una prospettiva analitica per comprendere le dinamiche sottostanti dei conflitti.L’inclusione di psicologi e sociologi sottolinea l’importanza di affrontare le conseguenze emotive e sociali dei conflitti sulla popolazione civile, contribuendo così a sviluppare strategie di supporto psicologico e sociale. Infine, la partecipazione di operatori umanitari evidenzia la necessità di coordinare gli sforzi per garantire la distribuzione efficiente degli aiuti alle comunità colpite.In sintesi, la conferenza mira a promuovere una visione olistica e collaborativa per affrontare le sfide legate ai conflitti, unendo diversi settori della società per lavorare insieme verso la costruzione di un mondo più pacifico e sicuro. (By https://linkbio.co/fabriziosantori)

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Belgio: Serracchiani, pietà per vittime terrore

Posted by fidest press agency su lunedì, 16 ottobre 2023

“Non c’è Dio né Allah che possa giustificare tutto questo, solo la malvagità degli uomini. Pietà per gli innocenti falciati a #Bruxelles, vittime del terrore, della follia, dell’incitamento all’odio. Ci difenderemo ma non ci porteranno mai sulla loro strada di violenza”. Lo scrive su X la deputata Debora Serracchiani, della segreteria nazionale del Pd.

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Pakistan: ACS fornirà aiuti di emergenza alle vittime cristiane delle rivolte di Jaranwala

Posted by fidest press agency su lunedì, 2 ottobre 2023

Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) fornirà sostegno di emergenza alle vittime delle rivolte anticristiane verificatesi a Jaranwala, nel distretto del Punjab, in Pakistan. Secondo la diocesi di Faisalabad, gli scontri sarebbero scoppiati il 16 agosto scorso per una falsa accusa di blasfemia. Si era infatti diffusa la voce che un uomo e suo figlio avessero mancato di rispetto al Corano inserendo le loro fotografie sulle sue pagine. La folla ha quindi attaccato i cristiani, le loro case e i luoghi di culto. Le autorità locali non hanno fatto nulla per arginare la violenza e gli aggressori hanno bloccato le strade che portano a Jaranwala per impedire che qualsiasi aiuto esterno raggiungesse le vittime. Miracolosamente nessun cristiano è stato ucciso negli attacchi, ma centinaia di famiglie sono dovute fuggire e hanno perso tutti i loro averi e mezzi di sostentamento, trovando poi rifugio presso parenti o addirittura nei campi circostanti. La diocesi ha individuato 464 famiglie che versano in condizioni disperate e ha ideato un piano per fornire loro assistenza immediata, e poi i beni e l’aiuto necessari per ricostruire le loro vite. «La vita di queste persone è in grave pericolo, lottano per sopravvivere tra immense difficoltà», ha raccontato ad ACS il Vescovo di Faisalabad, Mons. Indrias Rehmat. Le famiglie riceveranno beni di prima necessità come vestiti, elettrodomestici per la cucina, biancheria per i letti e materassi, cancelleria per i bambini in età scolare, risciò e motociclette per autisti e fattorini i cui veicoli sono stati distrutti negli attacchi.

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Vittime del lavoro: dimezzati i fondi alle famiglie

Posted by fidest press agency su sabato, 24 giugno 2023

Zitta zitta, la ministra del Lavoro Maria Elvira Calderone ha firmato l’annuale decreto che finanzia il Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro, tagliando del 45% le risorse rispetto al 2022. Il fondo passa così da 9,8 milioni di euro a 5,5mln. Una scelta grave che punta a far cassa riducendo quel po’ di sostegno materiale una tantum che lo Stato fornisce alle famiglie di chi ha subito incidenti gravi e gravissimi sui luoghi di lavoro o addirittura è morto lavorando. Un chiaro segnale del grado di interesse del Governo per le famiglie di chi non solo affronta un grave infortunio o un lutto in famiglia, ma subisce inevitabilmente una grande decurtazione del reddito familiare. Non più di cinque mesi fa la stessa ministra Calderone convocò un tavolo in pompa magna, con ben 54 attori sociali presenti, affiancata da altri quattro ministri per gridare urbi et orbi che sulla questione salute e sicurezza sul lavoro il governo Meloni avrebbe investito tutto quanto era in suo potere in termini di modifiche normative, di risorse economiche, di vigilanza ispettiva, conquistandosi le prime pagine de i media italiani e la contestazione di un gruppo di studenti che protestavano per le morti dei giovani in alternanza scuola lavoro. Dovrebbe essere quanto meno imbarazzante, per la ministra, firmare un atto che va in direzione assolutamente contraria a quanto annunciato. È una pratica in voga nel governo Meloni, fare promesse e roboanti dichiarazioni e poi disattenderle senza imbarazzo. L’unica differenza, in questo caso, è che ci sono di mezzo la vita e la salute dei lavoratori e la condizione delle loro famiglie. Sarebbe opportuno che questo governo ne avesse maggiore rispetto.

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Vittime della strada: ancora troppa indifferenza, manca una cultura della sicurezza

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 giugno 2023

Strage senza fine con migliaia di morti, soprattutto giovani e causati in maggioranza da alcol e uso di sostanze stupefacenti, eccessiva velocità e scarsa contezza del pericolo. “Le leggi ci sono, si fanno tante belle parole – afferma Pallotti – ma quanto accade segna un fallimento della società. Per il virus sono state prese iniziative eccezionali, mascherina, green pass, chiusi in casa. Era emergenza. Ma non la è forse pure questa dei morti in strada, anche più numerosi di quelli della pandemia? E su questa si fa poco o nulla. Colpa di tutti noi; della politica, maggioranza e opposizione. Siamo davanti a una tragedia mostruosa e stiamo raccogliendo ciò che abbiamo seminato”. Le Associazioni vanno nelle scuole, scrivono comunicati perché il rimedio al disastro è creare una diversa cultura. “Ci siamo dimenticati dei giovani – sottolinea Pallotti – della loro educazione; ne abbiamo perso il controllo e allora non mi stupisco che finiscano ad assumere droghe, alcol. Mancano i professori, mancano le famiglie, manca il coraggio da parte di tutti di spiegare le cose ai giovani. Tuttavia abbiamo anche carenza di infrastrutture, strade dissestate, autostrade inadeguate pur pagando pedaggi alti. Pensiamo a ponte Morandi, ma anche ad un guard rail pericoloso in Veneto, contro il quale si è schiantato un bus con 17 ungheresi in visita in Italia, morti. E quella struttura è ancora lì, com’era”. Fa eco la più coraggiosa delle Mamme Coraggio, Elena Ronzullo, che è presidente a giusto titolo e attende da 14 anni di capire perché è morto il figlio di 19 anni in un incidente stradale e se ci sono state responsabilità.“Aiutiamo le famiglie nei processi e standogli accanto moralmente – dice Elena- perché in questi processi sai quando entri, non quando esci. Troppo lunghi.Occorre cambiare cultura, invochiamo accertamenti rigorosi. Chiediamo a tutti di pensare se il morto sul quale indagano fosse loro figlio. Noi siamo diventati troppo indifferenti a queste stragi stradali”. By Dino Frambati

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Vittime cristiane nigeriane emozionano gli Ambasciatori UE presso la Santa Sede

Posted by fidest press agency su domenica, 12 marzo 2023

Roma. Maria Joseph e Janada Markus, giovani cristiane nigeriane vittime di Boko Haram, in Italia su iniziativa di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), hanno terminato oggi i tre giorni di incontri con rappresentanti religiosi e civili con un meeting nella sede della Delegazione dell’Unione Europea presso la Santa Sede, l’Ordine di Malta, le Organizzazioni delle Nazioni Unite a Roma e la Repubblica di San Marino. Le due testimoni, accompagnate da Sandra Sarti e Alessandro Monteduro, rispettivamente presidente e direttore di ACS Italia, hanno offerto la loro drammatica testimonianza ad Alexandra Valkenburg, Ambasciatore Capo Delegazione dell’UE presso la Santa Sede, e ad altri 17 rappresentanti diplomatici. Il racconto delle strazianti storie delle due ragazze ha gettato luce sulle sofferenze dell’intera comunità cristiana nigeriana, minacciata da persecuzione di matrice religiosa e criminalità diffusa, e ha suscitato emozione e commozione nei presenti. Don Joseph Fidelis Bature, sacerdote nigeriano e direttore del Trauma Center di Maiduguri, ha sottolineato la necessità di agire su tre direttrici: prevenzione, attraverso l’advocacy e la sensibilizzazione dei governi nazionali; reazione, attraverso la soddisfazione dei bisogni primari delle vittime grazie alla sinergia fra rappresentanze diplomatiche, organizzazioni caritative e ONG; emancipazione, attraverso l’istruzione e la formazione delle vittime, anzitutto delle giovani donne. I rappresentanti diplomatici presenti hanno concordemente espresso la volontà di riferire ai rispettivi governi quanto appreso nel corso dell’incontro, al fine di fornire una risposta appropriata al dramma descritto da Maria e Janada in rappresentanza di tante loro coetanee.

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Non c’è pace senza verità e riconoscimento: La parola alle vittime

Posted by fidest press agency su sabato, 21 gennaio 2023

Rovato martedì 31 GENNAIO 2023 ALLE ORE 20,45 presso la Sala Don Zenucchini, ex Teatro San Carlo in Rovato Via Castello n 30. Un incontro con Manlio Milani e Andrea Bazzega. Conduce : Rolando Anni, storico degli anni di piombo. promosso dall’ Associazione “il Filo” insieme alla compagine delle Associazioni Rovatesi, Cittadinanza Attiva, nell’ambito della Rassegna: “Pace o guerra?” per la settimana della Memoria. Manlio Milani, fondatore della Casa della Memoria, vittima e sopravvissuto alla strage neofascista di Piazza Loggia e Andrea Bazzega, figlio del Maresciallo di Pubblica Sicurezza, Sergio Bazzega ucciso dalle Brigate Rosse a Sesto San Giovanni ci parleranno del loro essere vittime. Vittime che hanno affrontato la loro condizione in modo diverso. Vittime che hanno scelto di abbandonare la via del rancore e della vendetta, in un’ottica di dialogo con i responsabili dei gravi fatti di sangue che li hanno colpiti. Daremo spazio all’ascolto delle vittime e della loro esperienza della Giustizia Riparativa che è prima di tutto un percorso attraverso il quale il dolore degli uni e degli altri può essere visto, riconosciuto e toccato. Con l’obiettivo, non di punire, ma di rimuovere le conseguenze del torto subito mediante l’ascolto l’uno della sofferenza dell’altro e la scoperta che anche chi ha offeso ha una ferita da curare, lontano da ogni forma di facile perdonismo. Il contesto storico in cui le vicende dei protagonisti presenti si sono svolte sarà compiutamente inquadrato dal noto storico bresciano Rolando Anni.

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Giornata vittime odio razziale: Rojc (Pd), onorare sfruttati sul lavoro

Posted by fidest press agency su domenica, 8 Maggio 2022

“Ho sostenuto convintamente la proposta del collega Sandro Ruotolo di istituire il 18 settembre la ‘Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’odio razziale e dello sfruttamento sul lavoro’, colpevoli solo di cercare nel nostro Paese futuro per sé e per i propri cari.” Così la senatrice del Pd Tatjana Rojc all’indomani del voto nella commissione Affari istituzionali che ha approvato e licenziato per l’aula di Palazzo Madama il disegno di legge (primo firmatario il giornalista e senatore del gruppo misto Sandro Ruotolo) che porta anche la firma, tra gli altri, di Liliana Segre ed Emma Bonino. “Con questa nostra iniziativa – ha proseguito Rojc, che è stata relatrice della legge in commissione – vogliamo ricordare e commemorare le decine di ragazze e ragazzi vittime di odio razziale, come lo sono stati i sette giovani di Castel Volturno barbaramente ammazzati dalla camorra il 18 settembre 2008. E vogliamo onorare tutti quei giovani perseguitati solo per il colore della pelle e sfruttati terribilmente sul posto di lavoro nel nostro Paese. Saranno coinvolte particolarmente le scuole italiane che – ha concluso Rojc – promuoveranno le iniziative riguardanti la tutela dei diritti umani, la lotta all’odio razziale e allo sfruttamento del lavoro di questi giovani immigrati”.

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Vescovo di Odessa-Simferopol (Ucraina) ad ACS: «In questa guerra entrambi i popoli sono vittime»

Posted by fidest press agency su lunedì, 4 aprile 2022

Parlando con Aiuto alla Chiesa che Soffre, per il vescovo cattolico romano di Odessa-Simferopol, mons. Stanislav Shyrokoradiuk OFM, uno dei motivi principali dell’invasione dell’Ucraina è il modo in cui la popolazione russa è stata male informata: «Noi ucraini siamo le vittime della guerra, il popolo russo è vittima della propaganda». Secondo mons. Shyrokoradiuk la guerra «non è un conflitto tra i nostri due popoli», tuttavia le persone che vivono in Russia non hanno accesso a informazioni complete, «quindi molti di loro sostengono il governo russo». Questo aggiunge più carburante all’aggressività. «Spero che i loro occhi si aprano, in modo che possa arrivare la pace», afferma il prelato.Mons. Shyrokoradiuk sottolinea che il suo Paese non ha alternative all’indipendenza, alla libertà e all’orientamento verso l’Europa. «Questa è la nostra strada che abbiamo scelto. Vogliamo continuare così, anche se per tutti noi è una via crucis». Il vescovo afferma che la sua città di Odessa si trova attualmente nell’«epicentro della guerra». Ogni giorno ci sono sirene di raid aerei e attacchi. «Tante rovine, tante lacrime, tanto sangue nel nostro paese». Nel primo mese di guerra centinaia di bambini sono stati uccisi o gravemente feriti. «I bambini hanno perso mani o piedi durante il bombardamento; è terribile!».La situazione è tesa negli altri due porti nord-orientali di Kherson e Mykolaiv. Kherson è stata completamente occupata e, nonostante l’esercito russo si sia ritirato da Mykolaiv, ci sono attacchi aerei quotidiani, spiega il vescovo Shyrokoradiuk.Nella notte tra il 28 e il 29 marzo un attentato ha distrutto anche un edificio appartenente alla parrocchia cattolica, riferisce il vescovo. «Tuttavia molte persone a Mykolaiv vogliono restare, e questa è la mia grande preoccupazione». Sono rimasti anche tutti i sacerdoti nelle zone di conflitto. «I sacerdoti guidano di villaggio in villaggio portando alla gente beni di prima necessità. Sono molto impegnati nel loro lavoro, anche se è molto pericoloso».Poiché il passaggio marittimo è interrotto, la diocesi di Odessa-Simferopol ha organizzato i propri veicoli merci, che prelevano cibo e medicine da Leopoli, spesso a rischio della vita. Leopoli è il punto centrale di distribuzione delle merci che arrivano dalla Polonia e dai paesi occidentali. L’assistenza umanitaria nella regione di Odessa è ora in gran parte assicurata, afferma il vescovo: «Aiutiamo indipendentemente dalla religione o dalla nazionalità: a Odessa vivono persone provenienti da 120 nazioni». La cooperazione con altre confessioni cristiane per aiutare la popolazione sofferente sta andando molto bene, anche con le Chiese ortodosse ucraine e i protestanti.Aiuto alla Chiesa che Soffre rappresenta un importante supporto. La fondazione pontificia è stata non solo la prima a offrire aiuto, ma si è anche impegnata a finanziare ulteriori veicoli in modo da garantire l’approvvigionamento a favore delle persone dei villaggi remoti. «Siamo molto commossi dalla solidarietà», conclude il vescovo Shyrokoradiuk.

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Il libro “Vittime di violenza: storie di ordinaria quotidianità”

Posted by fidest press agency su lunedì, 27 dicembre 2021

Di Elisa Caponetti edito dal Gruppo Albatros Il Filo, è acquistabile su Amazon e in tutte le librerie.E’ un testo che vuole offrire non soltanto spunti di riflessione su questo complesso tema in chi come me svolge la propria attività in campo forense e criminologico, ma vuole avere anche l’ambizione di sperare di suscitare una qualche forma di consapevolezza in tutti coloro che si trovano a vivere una situazione di violenza e che hanno difficoltà a riconoscerla o a chiedere aiuto. Per raggiungere questo obiettivo, ho dato spazio al racconto di alcune storie di donne che ho incontrato nel mio cammino, anche se ho trattato comunque altre forme di maltrattamento, non limitandomi a quello di genere.Il libro si compone di una prima parte introduttiva e più esplicativa sulla violenza e sulle sue diverse forme e di una seconda parte in cui vengono raccontate storie vere. Le prime tre, sono state mie pazienti e sono io stessa a narrare i loro vissuti.Ho scelto anche di inserire due storie di violenza raccontate dagli stessi protagonisti che l’hanno subita. Si tratta di due forme di soprusi completamente diversi: il primo agito principalmente psicologicamente da un uomo su una donna ed è la storia di Roberta Beta, nel secondo, noto fatto di cronaca, la violenza è culminata fisicamente con una ferocia inaudita da una donna ai danni di un uomo ed è la storia di Giuseppe Morgante. Entrambi i racconti sono altrettanto drammatici anche se ovviamente hanno avuto risvolti ed esiti completamente diversi.Nel libro ho inserito anche un’intervista a Filomena Lamberti finalizzata a far emergere il suo vissuto in tanti anni di violenza subita.Vi sono poi alcune importanti riflessioni sul tema. Quello della violenza è un problema reale, che, però, solo in tempi recenti ha acquistato dignità giuridica. Ma che cos’è, esattamente, la violenza? Come si espleta? Come si contrasta? Come si può intervenire onde evitare una tragica deriva? Quali sono i comportamenti da adottare nei confronti delle vittime? E nei confronti dei carnefici? Il testo nel rispondere a queste domande e attingendo ai fondamentali contributi dell’Avv. Maria Letizia Sassi e del Questore Ricifari, offre notevoli spunti di riflessione e importanti testimonianze, intese, in particolare, a comprendere che cosa spinga tante donne e uomini a non denunciare e come si possa fare prevenzione in un ambito così complesso. La prefazione è del Dr. Gian Marco Chiocci direttore Adnkronos.

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Donne vittime di violenza. Le grandissime mancanze del reddito di libertà

Posted by fidest press agency su domenica, 21 novembre 2021

Chi lo ha creato, pensando alla sua “distribuzione” non ha tenuto in adeguata considerazione, o semplicemente ignorato, alcuni aspetti rilevanti. Il primo. Molte donne vittime di violenza non hanno la forza o semplicemente la possibilità di denunciare, e quindi non viene considerato il percorso che le vittime devono affrontare prima di riuscire a denunciare abusi e soprusi. Condizionare la possibilità di accedere al reddito di libertà all’essere seguite da un centro anti-violenza o dai servizi sociali significa escludere da tale possibilità tantissime, troppe, donne. E’ facile comprendere il perché di questa previsione, ovvero voler scongiurare richieste da chi non ha diritto, ma perché per il reddito di libertà sono stati posti paletti inesistenti per il reddito di cittadinanza? Il secondo. Ci fa storcere il naso perché per accedervi occorre essere nella fascia d’età tra 18 e 67 anni. Cosa succede ad una donna che a 68 anni è vittima di violenza? Perché escluderla? Se lo scopo del fondo è anche quello di consentire alla donna di affrancarsi dal proprio aguzzino, perché tale libertà si ferma a 67anni? Perché non è stata prevista la possibilità che una minore chieda l’emancipazione e che, quindi, possa accedere anche prima dei 18 anni al fondo? Il terzo. Che sottolinea la superficialità: perché sono escluse le donne immigrate irregolari, e purtroppo non stiamo parlando di una percentuale infinitesimale.Parliamo di donne che, soprattutto a causa della loro condizione, sono vittime ideali perché i loro aguzzini sanno benissimo di non poter essere denunciati. Sono le stesse donne che spesso sono costrette a prostituirsi o che, pur rimanendo in casa, vengono trattate come esseri inferiori. Il quarto. Connesso alla distribuzione delle somme che costituiscono il Fondo su base Regionale. E’ stato calcolato il numero di donne presente in ogni Regione ed in base a questo calcolo sono state erogate somme maggiori nelle Regioni ove tale numero risultava più elevato. Criterio che appare del tutto risibile. In Lombardia, per esempio, ci sono più donne che in Calabria, ma è anche vero che le donne che lavorano in nord Italia sono molte, molte, di più rispetto a quelle che lavorano nel sud. Ciò comporta che in Calabria sia più facile che un donna dipenda completamente dall’uomo, con la conseguenza che potrebbe essere necessario avere un maggior numero di fondi. Il quinto. Il reddito può essere erogato e poi sospeso o semplicemente non erogato qualora sussistano motivi ostativi che però non vengono indicati. Siamo, quindi, a conoscenza della possibilità che il reddito venga negato ma non possiamo conoscerne le ragioni. Il sesto. E’ quello che maggiormente fa arrabbiare. In data 08 Novembre si dà accesso ad un contributo ma solo fino al 31.12, il tutto ovviamente in base alla priorità della presentazione delle domande, neanche fossimo in una televendita in cui verranno premiate le prime 10 telefonate! L’impressione è che l’erogazione del reddito di libertà sia uno specchietto per le allodole, una corsa ad ostacoli ove a rimetterci saranno nuovamente le donne. Un aiuto può considerarsi tale solo se per ottenerlo non occorre affrontare una gara di resistenza. By Sara Astorino, legale, consulente Aduc

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Nuove regole per proteggere maggiormente le vittime di incidenti stradali

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 ottobre 2021

La legislazione, approvata in via definitiva, protegge le vittime di incidenti a prescindere dal fatto che si verifichino nel loro paese di residenza o altrove nell’UE. Le nuove norme puntano a colmare le lacune esistenti e a migliorare l’attuale direttiva UE sull’assicurazione auto.Il testo è stato approvato con 689 voti favorevoli, 3 contrari e 4 astensioni.I negoziatori di Parlamento e Consiglio, che avevano concordato il testo in via provvisoria il 22 giugno, hanno voluto assicurarsi che le persone che rimangono coinvolte in un incidente stradale siano risarcite anche nel caso la compagnia di assicurazione dovesse andare in bancarotta.Inoltre, le nuove “attestazioni di sinistralità pregressa” omogenee a livello UE eviteranno discriminazioni quando un assicurato si sposta da un paese dell’UE all’altro. I cittadini potranno anche comparare più facilmente i prezzi, le tariffe e la copertura offerti dai diversi fornitori grazie a nuovi strumenti di comparazione gratuiti e indipendenti.Per garantire lo stesso livello di protezione minima alle vittime di incidenti, nel testo vengono armonizzati gli importi minimi obbligatori di copertura in tutta l’UE (salvo importi maggiori di garanzia eventualmente prescritti dagli Stati membri): •nel caso di danni alle persone: 6 450 000 euro per sinistro, indipendentemente dal numero delle persone lese, o 1 300 000 EUR per persona lesa; •nel caso di danno alle cose, 1 300 000 EUR per sinistro, indipendentemente dal numero delle persone lese. Per evitare un eccesso di regolamentazione, l’aggiornamento normativo esclude dagli obblighi assicurativi i veicoli con una velocità inferiore ai 14 km/h (come i trattori da giardino e i monopattini per la mobilità cittadina) e le biciclette elettriche. Anche i veicoli destinati esclusivamente agli sport motoristici sono esclusi dalla direttiva. La legge dovrà ora essere adottata formalmente dal Consiglio e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. Gli Stati membri disporranno di 24 mesi per recepire la direttiva aggiornata nel diritto nazionale.

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Proteggere le vittime della violenza del partner nelle battaglie per la custodia

Posted by fidest press agency su lunedì, 11 ottobre 2021

Bruxelles. In una risoluzione adottata mercoledì con 510 voti a favore, 31 contro e 141 astensioni, i deputati del parlamento europeo chiedono misure urgenti per proteggere le vittime della violenza del partner nelle cause per l’affidamento dei figli. Il testo sottolinea l’aumento della violenza coniugale durante la pandemia e la difficoltà di accesso per le vittime ai servizi di supporto e alla giustizia. Si ribadisce inoltre la richiesta del Parlamento di aggiungere la “violenza di genere” alle aree di reato elencate nei Trattati UE.Sottolineando il numero allarmante di femminicidi e infanticidi che avvengono dopo che le donne denunciano casi di violenza di genere, i deputati sottolineano che la protezione delle donne e dei bambini, e l’interesse superiore del bambino, devono avere la precedenza su altri criteri quando si stabiliscono gli accordi per la custodia dei minori e i diritti di visita.Quando si esaminano i casi di affidamento, il bambino deve anche avere la possibilità di essere ascoltato e, nei casi in cui si sospetta la violenza del partner intimo, le udienze devono essere condotte da professionisti formati in un ambiente a misura di bambino. I bambini che hanno assistito alla violenza domestica dovrebbero essere riconosciuti come vittime della violenza di genere e ricevere una migliore protezione legale e un sostegno psicologico, dicono i deputati.Il testo sottolinea che avere un reddito adeguato e l’indipendenza economica sono fattori chiave per permettere alle donne di lasciare le relazioni violente. I deputati chiedono agli Stati membri di proteggere e aiutare le vittime a raggiungere l’indipendenza finanziaria attraverso, tra l’altro, l’accesso ad alloggi dedicati, servizi sanitari, trasporto e sostegno psicologico. L’accesso a un’adeguata protezione legale, a udienze efficaci, a ordini restrittivi, a rifugi, a consulenze e a fondi per le vittime dovrebbe inoltre essere garantito.

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Prima giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid

Posted by fidest press agency su mercoledì, 10 marzo 2021

Alle 12:00 di giovedì 18 marzo 2021 – in concomitanza con la prima giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid – la cerimonia di posa di un tiglio adulto, proveniente dal Comune virtuoso di Biccari, piccolo borgo sui Monti Dauni in provincia di Foggia, inaugura ufficialmente il Bosco della Memoria, iniziativa con cui l’amministrazione comunale di Bergamo, adottando il progetto pensato dall’Associazione Comuni Virtuosi, intende creare al Parco della Trucca un luogo vivo e partecipato per contrapporre a una tragedia immane un’immagine di speranza e di futuro. A quella dalla prima pianta, sarà inoltre aggiunta la piantumazione di 100 tra alberi e arbusti, sorta di anticipazione del Bosco nella sua forma definitiva.
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi, il sindaco Giorgio Gori, la presidente e il coordinatore dell’Associazione Comuni Virtuosi, Elena Carletti e Marco Boschini, insieme ai progettisti Paola Cavallini e Roberto Reggiani, rispettivamente architetto e agronomo, presenzieranno alla nascita di un nuovo polmone, che è anche un cuore e un’anima, nell’area verde prossima al “Papa Giovanni XXIII”, presidio sanitario più coinvolto nella lotta al virus durante la prima ondata e ancora oggi impegnato nella battaglia.
L’intervento – sostenuto anche dalla campagna di crowdfunding già attiva sulla piattaforma Produzioni dal Basso – prevede, entro l’autunno del 2021, la piantumazione complessiva di circa 750 tra alberi e arbusti. All’interno delle isole alberate, verranno realizzati camminamenti e sedute pensati come luoghi di raccoglimento ma anche come futuro spazio di eventi e iniziative di valorizzazione del bosco.Definito dal sindaco Giorgio Gori un’oasi di comunità nella città più colpita dalla prima ondata della pandemia, il Bosco della Memoria mira a superare l’apparenza statica del monumento con l’aura espansiva di uno spazio che cresce e respira, diventando un punto di riferimento per le famiglie, per il mondo della scuola e per tutti i cittadini. Come ha avuto modo di sottolineare Francesco Guccini, dando pieno sostegno al progetto, «piantare un albero è sempre un’idea eccezionale». Un’idea che potrà essere condivisa dalle realtà associative che contribuiranno alla gestione di un luogo abitato da alberi – e quindi, appunto, da idee – per dare forma a quella dimensione di socializzazione che rappresenta una reazione potentissima all’isolamento imposto dalla pandemia. Il valore e l’importanza dell’intervento sono inoltre ribaditi da Beppe Carletti dei Nomadi, che si aggiungono ai testimonial della campagna: «Piantare un albero, creare un bosco, per ricordare il dramma del Covid-19 è un’iniziativa meravigliosa. L’albero come simbolo della crescita e della vita sarà un elemento eterno che ci ricondurrà sempre alla memoria di quelle persone che purtroppo non ci sono più. La scelta di Bergamo colpisce direttamente i miei affetti, un legame profondo mi lega a questa città, dove, purtroppo, ha perso la vita, causa Covid, una nostra carissima amica infermiera. A Bergamo, i Nomadi hanno tantissimi fan e un lungo rapporto di amicizia ci lega all’Atalanta e alla figura di Emiliano Mondonico. L’albero riporta la mia mente ai dipinti di Augusto. Per me è un grande onore poter sostenere questo progetto».

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In libreria “Vittime di violenza: storie di ordinaria quotidianità” di Elisa Caponetti

Posted by fidest press agency su giovedì, 25 febbraio 2021

Quello della violenza è un problema reale, che, però, solo in tempi recenti ha acquistato dignità giuridica. Ma che cos’è, esattamente, la violenza? Come si espleta? Come si contrasta? Come si può intervenire onde evitare una tragica deriva? Quali sono i comportamenti da adottare nei confronti delle vittime? E nei confronti dei carnefici? Il testo di Elisa Caponetti, nel rispondere a queste domande e attingendo ai fondamentali contributi dell’Avv. Maria Letizia Sassi e del Questore Ricifari, offre notevoli spunti di riflessione e importanti testimonianze, intese, in particolare, a comprendere che cosa spinga tante donne e uomini a non denunciare e come si possa fare prevenzione in un ambito così complesso. Elisa Caponetti è laureata in Psicologia e specializzata in Psicoterapia di Coppia e Familiare. Da sempre appassionata alla Psicologia Giuridica e alla Criminologia, per questo ha arricchito il suo percorso di studi coltivando una formazione integrata su più livelli e dando ampissimo spazio alla propria preparazione e maturazione professionale. Tantissimi sono gli studi specialistici, i corsi di formazione effettuati e i master, consapevole che per poter garantire un livello di professionalità elevata, sono estremamente importanti l’aggiornamento e la formazione costante. La solidità del sapere e della conoscenza sono elementi imprescindibili. Svolge l’attività di Consulente Tecnico d’Ufficio e Perito del Tribunale. È Consulente Tecnico di Parte nei procedimenti Civili, Penali e Minorili. Pratica attività di Psicoterapia rivolta ad adulti, coppie e famiglie. Nel corso della sua carriera ho svolto diversi incarichi Istituzionali e collaborato con la Polizia di Stato. Ha effettuato interventi volti alla tutela, cura e riabilitazione psichica dei minori vittime di maltrattamenti ed abusi. L’impegno costante nel percorso lavorativo le ha permesso di sviluppare e incentivare competenze specialistiche di elevato e rigoroso profilo scientifico. Cerca costantemente di tutelare e promuovere la professione dello Psicologo, salvaguardandone la specificità e la qualità della carriera. Contribuisce dinamicamente al dibattito scientifico italiano sui diversi temi della psicologia, sia attraverso pubblicazioni che organizzando convegni e giornate di studio, cercando di promuovere e diffondere una maggiore cultura della professione, convinta della necessità di un confronto tra Colleghi e consapevole del valore aggiunto che da ciò ne consegue. Da tantissimi anni è ospite dei più importanti programmi su tv nazionali (Rai, Mediaset, La7, Sky) e radio. Listino: € 13,90Editore: Albatros Collana: Nuove Voci I Saggi Pagine: 144

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A Milano nascerà un parco di aceri rossi dedicato alle vittime italiane del Covid 19

Posted by fidest press agency su domenica, 13 dicembre 2020

Lo ha stabilito il Consiglio comunale che ha approvato l’ordine del giorno che ho proposto insieme al collega Sollazzo” dichiara Andrea Mascaretti Capogruppo FdI Palazzo Marino “un progetto per non dimenticare coloro che abbiamo perso a causa di questa terribile pandemia. Un progetto che ha anche un grande valore per l’ambiente poiché verrà realizzato un nuovo parco con decine di migliaia di alberi che lasceremo in eredità alle future generazioni. Nel parco dedicato alle vittime del Covid saranno piantati aceri rossi in ricordo di ognuna delle vittime di tutta Italia e i vialetti saranno intitolati a medici, infermieri, operatori sanitari, ma anche tassisti e dipendenti comunali deceduti sul lavoro a causa della pandemia. Nel parco troverà posto anche una grande stele con l’incisione di tutti i nomi di coloro che il covid ci ha portato via. Milano avrà un parco dal forte valore simbolico e sarà, per quanto risulta, unico al mondo” – precisa Andrea Mascaretti -. “è un grande risultato del quale vado orgoglioso. Ringrazio l’intero Consiglio Comunale di Milano per averlo approvato”

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Guerra in Afghanistan: Tra le vittime molti minori

Posted by fidest press agency su domenica, 1 novembre 2020

“La guerra in Afghanistan ha ucciso almeno 553 bambini finora nel 2020. Più di 1.295 minori sono stati feriti e molti di loro hanno ferite di cui porteranno i segni per la vita. È positivo che quest’anno ci sia stata un’apparente riduzione dei decessi, ma l’Afghanistan è ancora uno dei posti peggiori al mondo in cui essere un bambino”. Cosi Chris Nyamandi, Direttore di Save the Children in Afghanistan, commenta i nuovi dati delle Nazioni Unite, secondo i quali quest’anno nel conflitto afghano sono stati uccisi o mutilati quasi 1.900 bambini. Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, è allarmata e sconvolta da questi dati, che seguono una serie di recenti attacchi a civili come l’attentato suicida di sabato fuori da un centro educativo a Kabul, che ha ucciso almeno 24 persone e ne ha ferite dozzine. Tra il 1 ° gennaio e il 30 settembre 2020, la Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan ha documentato 5.939 vittime civili, di cui 1.848 (553 uccisi e 1.295 feriti) erano bambini, quasi un terzo di tutte le vittime.Il numero totale di vittime civili ha segnato una riduzione del 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ed è la prima volta in cinque anni che l’UNAMA ha registrato meno di 2.000 vittime di minori nei primi nove mesi dell’anno.“Questa spaventosa perdita di vite umane e queste lesioni sono gravi e fungono da forte promemoria del pesante tributo che il conflitto continua a far pagare agli innocenti. Anche scuole e ospedali sono stati danneggiati o distrutti nel conflitto, insegnanti e personale medico sono stati uccisi. Ciò ha avuto un profondo impatto su un’intera generazione di giovani che hanno sempre conosciuto la guerra e la cui istruzione è stata rovinata” ha dichiarato Chris Nyamandi, Direttore di Save the Children in Afghanistan.“Quando scoppiano i combattimenti, nessun posto è sicuro nel nostro villaggio, ma casa è comunque meglio che fuori. Ci nascondiamo negli angoli delle stanze” ha detto a Save the Children una ragazza di 14 anni nel distretto di Saayad, Sar-e-Pul Afghanistan.“Chiediamo a tutte le parti in conflitto di concordare un accordo di pace duraturo in modo che le future generazioni di bambini possano crescere in un paese libero dalla paura della violenza, della morte e delle lesioni. Questo è anche un campanello d’allarme per la comunità internazionale per continuare a investire nel futuro dell’Afghanistan e contribuire a preservare i fragili guadagni nell’istruzione e nella sanità degli ultimi decenni” ha concluso Chris Nyamandi.

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