Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 177

Archive for 14 novembre 2023

Musiche di Bach con i due grandi solisti Mercelli e Bahrami

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

Roma mercoledì 15 novembre 2023 alle 18.00 nell’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1) il concerto si presenta con due interpreti d’eccezione, il flautista Massimo Mercelli e il pianista Ramin Bahrami che eseguono musiche di Johann Sebastian Bach e di suo figlio Emanuel, scritte per Federico il Grande di Prussia. Il concerto sarà preceduto da una breve introduzione all’ascolto di Anna Rollando. Il programma è dedicato principalmente a Sebastian Bach e a suo figlio e a Emanuel, in particolare alle musiche da loro composte per la corte di Federico II il Grande, re di Prussia, che era non soltanto un grande appassionato di musica ma anche un buon flautista e un discreto compositore. Quando Sebastian Bach si recò alla sua corte nel castello di Sans Souci, il re gli chiese di scrivere un brano su un tema da lui stesso propostogli: nacque così uno dei massimi capolavori di Bach, L’Offerta musicale, di cui Mercelli e Bahrami eseguiranno due estratti, la Fuga canonica in epidiapente e il Ricercare a tre. Ma la parte principale del programma si basa su tre Sonate di Sebastian Bach per flauto e strumento a tastiera (originariamente il clavicembalo, ora il pianoforte): sono la Sonate in si minore e la Sonata in sol maggiore che ci sono pervenute in copie in possesso di Emanuel Bach, che era il clavicembalista di Federico il Grande e che sicuramente le utilizzò per soddisfare la grande passione del sovrano per il flauto. Nel caso di una terza Sonata del padre oggi in programma, quella in do minore, Emanuel intervenne ampiamente con proprie personali modifiche. Interamente opera di Emanuel Bach è invece la Sonata in re minore, destinata sicuramente ad essere eseguita da Federico II al flauto con l’accompagnamento dello stesso Emanuel alla tastiera. Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotti personale universitario e over 65; € 5,00 studenti I biglietti si possono acquistare presso Roma Sinfonietta (telefonicamente 06 3236104 o presso l’Auditorium E.Morricone dell’Università di Roma “Tor Vergata” a partire da un’ora e mezzo prima di ogni concerto.

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Il canto dell’usignolo, poesie e teatro di William Shakespeare

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

Napoli giovedì 16 novembre 2023 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 19 Inizio spettacoli ore 21.00 (giov), ore 18.30 (ven e dom), ore 19.00 (sab) al Teatro Nuovo di Napoli Via Montecalvario 16. Presentato da Compagnia Mauri Sturno, Il canto dell’usignolo è una breve favola di Gotthold Ephraim Lessing, in cui un pastore si rivolse ad un usignolo chiedendogli perché avesse smesso di cantare, privandolo così della piacevole compagnia della sua voce melodiosa. L’uccellino rispose tristemente che il rumoroso gracidare delle rane gli aveva fatto passare la voglia di cantare. Il pastore ribadì di essere anch’egli infastidito dal gracidio delle rane, ma che era proprio il silenzio dell’usignolo a condannarlo a sentirlo. Fin qui la favola del letterato e filosofo tedesco, la cui metafora ha acceso la fantasia di Glauco Mauri, che con Marco Blanchi, accompagnati dalle musiche composte ed eseguite in scena al pianoforte da Giovanni Zappalorto, le percussioni da Marzio Audino, gli elementi scenografici di Marta Crisolini Malatesta, dà voce alle immortali opere di Shakespeare, “l’usignolo” che con il suo canto narra la nostra vita. Un caleidoscopio che attinge alle pagine più belle dei capolavori del Bardo, dall’amore esternato né I Sonetti, sentimento universale al di là dei generi, a Enrico V, da Come vi piace a Macbeth, da Riccardo II a Timone d’Atene, da Giulio Cesare a Re Lear e alla magia di Prospero de La tempesta. Tra inquietudini, interrogativi, insinuazioni, dubbi, Mauri, in scena, mette in guardia da banalità e volgarità, con la metafora delle rane paragonate a cicalecci e frastuoni che infastidiscono, sanno di niente e sopprimono il “cinguettio dell’usignolo”. Un canto di poesia ed umanità che William Shakespeare affida ai suoi personaggi, tra amore, morte, vendetta, perdono, brutalità, sollecitando, senza mai giudicare e condannare. Dopo oltre quattro secoli dalla sua morte, Shakespeare, non cessa di stupire per la sua complessità, bellezza, varietà e modernità dei personaggi e delle trame. La poesia, la filosofia, il pensiero del grande autore sostenuti dalla musica dal vivo e la voce degli attori divengono corpo, per far rivivere Shakespeare attraverso i suoi protagonisti

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Capodanno in Val Gardena

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

Cene in baita e feste in piazza: il Capodanno in Val Gardena offre tante opportunità non solo per chi vuole divertirsi fino a tardi ma anche per coloro che preferiscono svegliarsi presto la mattina e iniziare bene l’anno nuovo. A Ortisei, per esempio, per il 31 dicembre è prevista la tradizionale fiaccolata della Scuola di Sci alle ore 18.15 (presso la Pista Palmer), seguita poi alle ore 19.00 (Bars/Cafés di Ortisei) dall’aperitivo di fine anno e dalla grande festa, dalle ore 22.00, in Piazza S. Antonio, organizzata dal Hockey Club Gardena (fino alle ore 2.00). Per chi preferisce andare a letto presto e iniziare da mattiniero l’anno nuovo, la prima sciata dell’anno è un’occasione unica, soprattutto tra le montagne della Val Gardena, le più affascinanti delle Dolomiti, Patrimonio Unesco. Le piste appena solcate dai gatti, l’aria fresca, pochissime persone, tanto spazio e una vera sensazione di libertà. La Val Gardena offre un’ampia area per gli sport invernali, moderni impianti di risalita, discese facili ma anche ripide pendenze e piste dove si disputano ogni anno alcune gare della Coppa del Mondo di Sci. Oltre 500 km di tracciati perfettamente preparati (il 98% di essi sono garantiti da neve artificiale) attendono ogni anno gli appassionati nel comprensorio Val Gardena/Alpe di Siusi, compreso il Sellaronda. Immaginate di sciare da soli, o quasi, lungo le Legendary 8, ovvero, le piste più belle e ricche di significato della Val Gardena, che si sviluppano per un totale di 36 chilometri. La Saslong: la “Mitica”; Cir: La “Femminile”; Ciampinoi N. 3: La “Ripida”; Bravo: La “Romantica”; Falk: La “Prima”; Gardenissima: La “Sensazionale”; La Longia: La “Lunga”; Pilat: La “Nuova”. Ogni pista ha una sua storia e alcune ne hanno una molto speciale, come quelle che furono sede dei Campionati del Mondo di sci nel 1970, che sono oggi testimoni contemporanee di oltre 100 anni di tradizione sciistica in questa valle dolomitica ladina. Ciò che hanno tutte in comune è che sono perfettamente curate e offrono una vista impressionante sul leggendario mondo alpino delle Dolomiti. Per chi non ama sciare ci sono altre opportunità da cogliere il 1° di gennaio, come, ad esempio, la Passeggiata con le fiaccole e la Visita di una bottega artigianale, presso l’Associazione Turistica Ortisei, alle 17.00. Si potranno scoprire molte cose sulla Val Gardena e le sue meravigliose chiese, imparare a conoscere le numerose tradizioni del territorio e ancora scoprire la cultura e lo stile di vita, unico nel suo genere, visitando una bottega artigianale: uno sguardo dietro le quinte della creazione artistica gardenese, l’inizio di una lunga storia. Se ancora non basta, ecco le opportunità – per tutti – dal 2 gennaio. Yoga – respira & rilassati, per lasciarsi alle spalle la vita di tutti i giorni e farsi coinvolgere in un pomeriggio di relax.

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Lombardia, rallenta l’economia

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

L’economia della Lombardia rallenta nuovamente, tanto che secondo i dati raccolti a ottobre 2023 la crescitadel PILdovrebbe assestarsi esclusivamente attorno all’1%, in peggioramento rispetto alle stime di luglio (+1,5%). L’aspetto positivo riguarda il confronto con il 2019, ovvero i livelli pre-pandemia: nel 2023 infatti il PIL della Lombardia dovrebbe risultare ampiamente superiore al 2019, con un +5,2% fatto registrare in quattro anni. Le previsioni relative al 2024 restano comunque positive, pur senza una crescita netta e convincente. Dagli indicatori più significativi si registrano segni più per PIL (+1,3%), consumi (+1,6%) e investimenti (+2,9%), ma a pesare sull’economia è la stretta al credito delle piccole imprese (-9,2%). Questi sono alcuni dei dati forniti da CNA Lombardia nel Quarto Focus sull’andamento dell’economia regionale, realizzato dal Centro Studi Sintesi. Dalla ricerca si nota come si confermi la crescita dei consumi delle famiglie nel 2023 (+1,6%), collocandosi ad un livello superiore a quello pre-pandemico (+1% rispetto al 2019). Anche per il 2024 si profila un’ulteriore crescita dei consumi in Lombardia (+1,6%), di fatto allineata al dato del 2023. Sul fronte investimenti si registrano dei segnali di rallentamento, anche a seguito dell’aumento dei tassi di interesse e delle turbolenze sulla scena internazionale, pur collocandosi ad un livello ampiamente superiore a quello del 2019 (+23%). Nel 2023 la crescita degli stessi investimenti è dunque destinata ad attestarsi all’1,1%, ovvero -2% rispetto alle precedenti previsioni. Tuttavia, tale dinamica si rafforzerà sensibilmente nel 2024, quando dovrebbe far segnare un +2,9%. La vera nota dolente però resta la stretta al credito delle piccole imprese che fa segnare -9,2% nell’ultimo anno. Anche per le imprese medio-grandi il dato resta negativo, ovvero -3,5%, per un totale relativo alla Lombardia che si attesta a -4,2%. La flessione dei prestiti si riscontra in tutti i settori economici: costruzioni (-8,4%), industria (-6,4%), servizi (-2,1%). Relativamente ai tassi di interesse, ad agosto 2023 il tasso medio applicato ai nuovi prestiti fino ad 1 milione di euro ha raggiunto il 5,62% (+3,4% in un anno); con riguardo ai prestiti di importo superiore a 1 milione di euro, il tasso medio ammonta al 4,5% (+3,39% in dodici mesi). Dal punto di vista territoriale, Brescia (-11,6%), Varese (-11%), Lecco (-10,4%), Como (-9,7%) e Pavia (-9,7%)si confermano le province più penalizzate. Seguono Bergamo (-9,1%), Sondrio (-8,3%), Cremona (-6,6%), Monza e Brianza (-4,7%), Mantova (-1,8%), Lodi (-1%), Milano (-0,1%). A pesare su questa situazione ci ha pensato l’inflazione che recentemente si è stabilizzata, ma che tuttavia, a settembre 2023, in Lombardia fa comunque registrare un +5,3% rispetto allo stesso mese del 2022. Considerando invece i primi nove mesi del 2023, i prezzi in Lombardia sono aumentatiin media del 7,1%, in particolare nei settori abitazione, acqua, energia (+14,3%), alimentari e bevande (+10,4%), servizi e ristorazione (+8%). Due indicatori sicuramente positivi sono, invece, senza dubbio l’occupazione e l’export. Per l’occupazione in Lombardia nel secondo trimestre 2023 si conferma la tendenza positiva in atto, tanto che nei primi sei mesi dell’anno si osserva un incremento dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2022, con +67.000 occupati. L’aumento del numero di occupati si concentra però unicamente nei servizi (+1%) e nel settore commercio-alberghi-ristoranti (+6,3%); diversamente, si rileva la flessione dell’agricoltura (-1,6%) e delle costruzioni (-0,6%). Nei territori, invece, sempre Lodi si conferma in prima linea (+3%), seguita da Bergamo (+2%), Monza e Brianza (+1,9%), Mantova (+1,1%), . Calano invece, Cremona (-4,5%), Sondrio (-4,1%), Lecco (-3,9%), Como (-2,2%), Brescia (-1,8%), Varese (-1,5%), Pavia (-1,4%), Milano (-0,5%). Per l’export, invece, nella prima metà del 2023 si osserva una moderata crescita in Lombardia (+3,5% rispetto al medesimo periodo del 2022 e +30,5% rispetto al 2019), in particolare emergono le performance positive di agroalimentare (+10,3%), sistema moda (+10,3%) e meccanica (+7,5%), mentre si riscontrano tendenze negative per la metallurgia (-5,2%). Sul fronte territoriale la provincia di Lodi si conferma la migliore (+11,7%), seguita da Monza Brianza (+10,8%), Sondrio (+9,9%), Milano (+8,5%), Bergamo (+7,3%), Pavia (+6,8%), Lecco (+5%), Como (+2%). Male, invece, Mantova (-13,3%), Brescia (-5,8%), Cremona (-5,5%), Varese (-1,4%). Leggermente in crescita anche la demografia d’impresa in Lombardia nel 2023 con un saldo positivo (+0,7%) e un aumento di 5.700 unità. Tale progresso riguarda soprattutto servizi (+10,8%), servizi alla persona (+3,6%) ed edilizia (+1,8%), mentre si osserva una contrazione significativa per commercio-turismo (-4,8%), manifatturiero (-7,4%) e agricoltura (-5%). Nella regione, le migliori province risultano essere Milano (+3,4%), Brescia (+1,9%), Varese (+1%) e Monza e Brianza (+0,7%), mentre le peggiori sono Mantova (-6,7%), Sondrio (-4%), Cremona (-3,4%) e Pavia (-3,4%), Lodi (-3%), Lecco (-2,1%), Bergamo (-1,6%) e Como (-0,3%). Sul fronte dell’artigianato, dopo i timidi segnali di ripresa riscontrati lo scorso giugno, in Lombardiail numero di imprese artigiane continua a crescere lievemente anche a settembre 2023, attestandosi a 234.412 unità (pari al 28,6% del totale). Tuttavia, rispetto a fine 2019, il numero di imprese artigiane in Lombardia risulta in calo del 3%. In particolare, emerge la diminuzione delle imprese artigiane nel manifatturiero (-4.655), nella logistica (-1.175) e nell’edilizia (-1.790). Sempre in riferimento al 2019, l’unica provincia che fa segnalare un segno positivo è Varese (+2,8%), mentre calano in maniera importante Mantova (-10%), Pavia (-6,3%), Cremona (-6,2%), Lodi (-5,2%). Seguono Sondrio (-4,6%), Bergamo (-4,2%), Lecco (-4,2%), Como (-3,8%), Monza e Brianza (-3,3%), Milano (-2,3%) e Brescia (-0,5%).

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Lavoro: oltre 4000 opportunità in vista del Natale

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

Cresce la domanda di personale per la stagione natalizia (e il Black Friday) e quindi le opportunità per chi è alla ricerca di prima o nuova occupazione, confermando i trend tipici di questa stagione. Sono oltre 4000 le offerte di lavoro di Gi Group su tutto il territorio nazionale nella Logistica, Grande Distribuzione Organizzata, Retail, Horeca e Fast Moving Consumer Goods. Insieme a questi, con la ripresa del settore, cresce significativamente la richiesta di profili da inserire in ambito Customer Care. “Con l’avvicinarsi del Black Friday e delle festività natalizie stiamo registrando un forte incremento della domanda di personale in numerosi settori. Questa tendenza, sommata al quadro di elevato Candidate Shortage e quindi alla difficoltà di reperimento che le imprese stanno affrontando, crea significative opportunità di lavoro, con posizioni aperte a figure con e senza esperienza” commenta Giada Donati, Central Delivery Senior Manager di Gi Group.

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Estratto dalla Terza repubblica di Enrico Cisnetto

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

La politica italiana è profondamente malata. Lo è la sua capacità di rappresentanza, lo sono i suoi meccanismi di (non) funzionamento. Il sistema istituzionale è arrugginito, quando non disfunzionante. La produzione legislativa è lenta e pletorica, spesso inessenziale. Il processo decisionale è rallentato, involuto, ma soprattutto incapace di produrre effetti reali e incisivi. Pur schematico, questo referto è più che sufficiente per trarre la conclusione che intervenire sul sistema politico-istituzionale, anche attraverso modifiche costituzionali, non solo è legittimo, ma indispensabile. Necessità, poi, che diventa urgenza se si considera che occorre decidersi una buona volta a sanare gli effetti distorsivi prodotti dal passaggio, costituzionalmente anomalo, tra la Prima e la cosiddetta Seconda Repubblica, che tale non è stata proprio per la mancanza di una certificazione costituzionale delle prassi surrettiziamente introdotte in questi ultimi trent’anni. Per riscrivere le regole del gioco, occorre ricreare il clima cooperativo, recuperare il livello qualitativo e riconquistare la saggezza istituzionale che furono propri dell’Assemblea Costituente del 1946. A farsene carico non può essere né il Governo, che già fatica a tener testa ai problemi congiunturali, né il Parlamento, negli anni depauperato in qualità e ultimamente anche in quantità. Dunque, c’è bisogno di un soggetto costituente, istituito fuori dal Parlamento, che deve essere dotato di poteri sia redigenti che deliberativi, i cui componenti (un centinaio è il numero giusto) siano eletti dai cittadini con una procedura elettorale proporzionale pura a collegio unico nazionale (vanno esclusi i parlamentari in carica e va lasciata una quota di saggi scelti dal Capo dello Stato) e abbiano un anno di tempo per concludere i lavori. Lì si discuterà se è il presidenzialismo – e quale, tra l’elezione diretta del Capo dello Stato o quella del Presidente del Consiglio, quello pieno o il sistema semipresidenziale – che può assicurare maggiore governabilità, o seppure, come io penso, imboccare quella strada avrebbe lo stesso effetto illusorio che trent’anni fa ebbe il grande afflato verso il maggioritario, consacrato dal referendum Segni, poi rivelatosi un boomerang. Lì si discuterà se il Paese ha bisogno di un federalismo regionale o se, come io penso, ha invece necessità di riportare le competenze sanitarie e di mantenere quelle scolastiche in sede nazionale, archiviando l’esperienza delle Regioni e semplificando il decentramento amministrativo. E così via. Ma ora veniamo a quanto prevede, nello specifico, il progetto di legge presentato dal ministro Casellati e che Meloni ha definito “ottimo”. L’idea centrale è che la figura del presidente del Consiglio – che, come recita l’articolo 3 della proposta, rimane tale, cioè rispetto ai ministri resta un primus inter pares e non diventa un primus solus, cioè dotato del potere di nomina e revoca dei ministri, come si conviene a un vero primo ministro – venga eletta direttamente dai cittadini. Nella convinzione che ciò piaccia agli italiani perché avrebbero la sensazione di contare davvero. E a supporto di questa tesi si citano le elezioni dirette dei sindaci e dei governatori regionali. E qui viene il secondo obiettivo della proposta: farlo durare, il capo del governo eletto a suffragio universale. Gli strumenti sono due: assicurargli una maggioranza certa attraverso un premio che porti la sua coalizione al 55% dei seggi parlamentari; dargli continuità, essendo possibile sostituirlo una sola volta, prima di andare ad elezioni anticipate, con un esponente della medesima coalizione che non potrà cambiare neppure una virgola dell’originario programma di governo. Nel primo caso la chiamano stabilità, nel secondo, norma anti-ribaltone e anti-tecnici. Insomma, il ruolo del Capo dello Stato, essenziale nella funzione di equilibrio del sistema e di arbitro imparziale, ne esce ridimensionato e mortificato, con “il rischio che si instauri una diarchia istituzionale e politica o un bi-presidenzialismo, fonte di tensioni e attriti” (sono parole di Marcello Pera). Se poi, come in molti sospettano, nel tentare di avere risposta alla domanda “non sarebbe stato più semplice e inclusivo lavorare sullo sperimentato modello tedesco del cancellierato?”, si scopre che dietro la proposta del premierato c’è solo il calcolo politico di rafforzare l’identità di destra e nello stesso tempo di mettere in difficoltà la sinistra, più di quanto già ci si sia messa da sola, Meloni commetterebbe tre errori capitali. Il primo: la presidente del Consiglio, se vuole durare, di tutto ha bisogno meno che di accentuare i suoi tratti identitari. Seppur tra molte incertezze e contraddizioni, è sembrata voler imboccare la strada della sua trasformazione da leader sovranista di destra a leader conservatore di centro-destra: perché cambiare? Sicura che il profilo di leader cui somigliare è quello di Orban? Il secondo: credere che accentuare le difficoltà esistenziali del Pd farebbe il suo gioco. No, finirebbe per spingerlo definitivamente nelle braccia di Conte, mortificando così ogni possibile convergenza sulle grandi questioni del Paese, come quelle relative alla riscrittura delle regole. E avere un’opposizione del genere non farebbe affatto bene alla salute del governo Meloni. Il terzo, infine, sarebbe un errore di presunzione: ben sapendo che in questo parlamento la maggioranza qualificata richiesta dall’articolo 138 non c’è, credere di poter superare l’ostacolo del referendum, o vincendolo o facendo finta di niente se dovesse perderlo. Certo, la consultazione popolare sarebbe molto in là nel tempo (2025), e fin da subito Meloni ha provato a negare l’identificazione con la riforma costituzionale, slegando la vita del governo dal suo esito. Tuttavia, già fin d’ora è stata evocata l’infelice esperienza di Matteo Renzi del 2016, e sarebbe comunque assai difficile sottrarsi alla sua medesima sorte. L’Italia ha un disperato bisogno, insieme, di stabilità politica e di governabilità. Ma mentre la seconda assicura anche la prima, non è la stessa cosa viceversa. Ed entrambe non si ottengono per legge, mettendo le mutande alla politica e offrendo ai cittadini illusorie scorciatoie, come è già stato per il maggioritario e il bipolarismo. E guai se per perseguirle si perde di vista il meccanismo dei pesi e contrappesi, decisivo per assicurare alla democrazia liberale una vita sana e duratura. Il Paese ha bisogno di uscire dall’impasse. È un’impresa difficile, ma che diventa impossibile se, per un motivo o per l’altro, si lasciasse briglia sciolta all’illusione delle scorciatoie costituzionali e alla non meno populista contrapposizione a suon di retorica e vuota di proposte alternative. (Testo integrale sul sito http://www.terzarepubblica.it)

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Agricoltura: Rojc (Pd), intensa Giornata Ringraziamento agricolo

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

“Un’occasione per tornare a ribadire l’impegno per una agricoltura ecosostenibile con l’aiuto della ricerca e delle innovazioni tecnologiche. Ma anche per una nuova consapevolezza dell’indissolubile legame tra questo settore primario, l’ambiente e la transizione climatica. Conforta che il Friuli Venezia Giulia sia l’unica regione italiana in cui si registra un pur lieve incremento di aziende con operai agricoli, ma i colpi subiti e le perdite inflitte dal maltempo sono tra i più pesanti degli ultimi anni e obbligano a programmare interventi strutturali, a livello regionale e nazionale. Oggi a a Gemona del Friuli una grande festa, un incontro intenso per chi lavora la terra e riflette sul suo futuro”. Così la senatrice Tatjana Rojc (Pd) oggi a Gemona (Udine) a margine della settantatreesima Giornata provinciale del Ringraziamento agricolo, celebrata da Coldiretti Udine.

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Nassirya: Serracchiani, riconoscenti a chi si impegna per pace

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

“Non sono passati invano questi venti anni dalla tremenda strage di Nassirya. La durezza del colpo inferto contro militari e civili è viva come lo è il dolore per tutte le vittime delle missioni internazionali, senza misura è la riconoscenza per chi continua a impegnarsi per la pace. Quel giorno è emersa nitidamente la coscienza collettiva di un Paese che sa stringersi con dignità attorno ai propri caduti e che non dimentica”. Lo afferma la deputata Debora Serracchiani, della segreteria nazionale Pd, in occasione della ‘Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace’, anniversario della strage di Nassirya.

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Un master sui “temi delle guerre e della pace”

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

A presentarlo Unitelematica ISFOA, libera e privata Unitelematica di Diritto Elvetico, fortemente orientata all’insegnamento delle scienze umane. A lungo considerati come materie derivate dalle scienze politiche e dalle relazioni internazionali, gli Studi sui temi delle Guerre e della Pace hanno ormai consolidato la loro posizione nel panorama accademico nazionale e internazionale, quale autonoma materia interdisciplinare, con propri programmi. Il Master si rivolge sia a neolaureati che intendano avviarsi verso la carriera diplomatica o carriere presso istituzioni comunitarie, organismi internazionali, organizzazioni non governative o imprese pubbliche o private, che a professionisti, operatori e ricercatori chiamati a gestire situazioni contingenti di conflittualità, avvocati, mediatori professionali, comunicatori ed esperti, o a quanti semplicemente si propongano di offrire nelle rispettive attività un proprio personale contributo alla risoluzione pacifica dei conflitti. L’obiettivo del Master è quello di fornire, attraverso i diversi aspetti della materia, conoscenze integrate sui modelli teorico-pratici più aggiornati riguardanti i temi delle guerre e della pace, in diverse forme e a diversi livelli, e gli strumenti più idonei al superamento di conflitti e violenze e alla risoluzione pacifica delle controversie. Il Master, posto sotto la Direzione del Pro Rettore Vicario di Unitelematica ISFOA (Prof. Vincenzo Mallamaci), con il Coordinamento Accademico di un autorevole Consulente esterno (Prof. Giovanni Polizzi) e la Consulenza Legale del Responsabile Ufficio Legale Isfoa (Prof. Lorenzo Pace), si articola in 8 materie di studio divise in altrettanti moduli didattici ed è rivolto a discenti in possesso almeno di un Diploma di Laurea Triennale o di altro titolo di studio equiparato. Tra gli sbocchi professionali rientrano concorsi pubblici in Italia (Esteri, Difesa, Giustizia, ecc.) o all’estero (Organizzazioni Internazionali del Sistema ONU o del Sistema UE); Enti e Operatori pubblici o privati (ONG) esperti nei settori della cooperazione e dello sviluppo; Centri di mediazione; Ricerche e studi in campo accademico o presso Istituti e Centri di analisi e di programmazione; giornalismo politicosociale e altre attività correlate.Tutte le informazioni per potersi iscriversi si possono ottenere chiamando il numero 329 8148948

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Settima edizione del Premio “Giuseppe De Carli”

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

Roma giovedì 30 novembre 2023, alle ore 15.30 Università della Santa Croce – (Aula Álvaro del Portillo) Piazza di Sant’Apollinare, 49 cerimonia di consegna della settima edizione del Premio “Giuseppe De Carli”, partner accademico dell’Associazione costituita per ricordare la figura del vaticanista della Rai, scomparso nel 2010.L’annuncio e la premiazione dei vincitori, per le diverse sezioni proposte, saranno anticipate da una tavola rotonda sul tema “La Speranza e i suoi volti”. “Mentre nel mondo imperversano guerre in ogni latitudine, con migliaia di vittime accertate, in questa edizione del Premio De Carli vogliamo riflettere sui diversi volti della speranza, per allontanare il rischio della disperazione e cercare spiragli di rinascita anche laddove sembra impossibile che scaturisca – ha dichiarato il Presidente dell’Associazione, il professore Giovanni Tridente. – Per questo ci avvarremo di un teologo esperto in escatologia e di un sociologo studioso della complessità, per concludere con uno sguardo proiettato al prossimo Giubileo del 2025, che Papa Francesco ha voluto dedicare proprio alla speranza”.Infatti, dopo i saluti del prof. Daniel Arasa, decano della Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce, e del Presidente Tridente, moderati da Alessandra Ferraro, giornalista Rai, interverranno il teologo Santiago Sanz, docente di Escatologia presso la Santa Croce e Piero Dominici, docente di sociologia presso l’Università degli Studi di Perugia. Le riflessioni conclusive saranno affidate il al Vescovo Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e coordinatore degli eventi del Giubileo 2025.A seguire, l’annuncio dei vincitori di questa settima edizione e la premiazione dei migliori lavori delle tre sezioni: “Chiesa, guerra e pace”; “Narrare le migrazioni: storie, volti, speranze”; “La funzione delle tradizioni religiose in favore del dialogo, della pace e della libertà”, le ultime due bandite in collaborazione con il Comitato “Comunicazione e migranti” e con il Comitato “Giornalismo & Tradizioni religiose”.I lavori di questa edizione 2023 del Premio De Carli – circa 40 – sono stati valutati da tre qualificate giurie composte, per quanto riguarda la prima sezione, da José María Ballestrer Esquivias, giornalista de El Debate; Lucia Capuzzi, inviata di Avvenire; Paolo Conti, editorialista del Corriere della Sera; Fausto Gasparroni, giornalista dell’ANSA; Massimiliano Padula, docente Università Lateranense; Andrea Picardi, giornalista e manager della comunicazione; Carla Rossi Espagnet, docente Università della Santa Croce; e dalla giornalista Valentina Petrini.

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Studentati universitari fuori sede

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

Secondo gli ultimi dati disponibili di Nomisma, in Italia gli studenti universitari sono circa 1,6 milioni, di cui 660 mila fuori sede non pendolari che necessitano di soluzioni abitative. Di questi, appena il 10% alloggia in studentati. Un problema che caratterizza non solo le grandi città, ma anche quelle di dimensioni medie e piccole. Una grossa fetta di quelli che un tempo venivano impiegati come alloggi per studenti, oggi sono divenuti, infatti, appartamenti destinati a formule di affitto breve. “Basta affitti insostenibili” è diventato il claim degli studenti in tutta Italia contro il caro case in prossimità delle università, il mercato immobiliare sta vivendo un periodo storico che fa registrare un calo dele vendite e affitti alle stelle. In questo contesto le soluzioni abitative offerte dagli studentati possono rappresentare una concreta opportunità sostenibile per i giovani. Mentre il ministro dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini nei giorni scorsi ha annunciato che con la manovra “abbiamo incrementato il fondo per l’edilizia universitaria con 150 milioni in più. Le urgenze sono tante e le risorse pochissime, ma siamo riusciti a fare un passo avanti. Un chiaro segnale di quanto il governo creda nel diritto allo studio”, prosegue l’impegno di CMB che a Torino presenta un importante progetto dedicato agli studenti universitari che si estende su 13 mila mq di spazi residenziali distribuiti su sei piani, a cui si aggiungono i servizi (palestra, spazi studio, sky lounge, lavanderia, parcheggi) e un’ampia area esterna verde di 9.300 mq. Sorto sull’area bonificata dell’ex stabilimento “Diatto”, lo Studentato Stonehill – progettato e realizzato per Stonehill da CMB grazie alle sue esperienze precedenti a Venezia Santa Marta e a Bologna, oltre alla leadership in ambito di edilizia ospedaliera e residenze alberghiere- trae ispirazione dalle più moderne esigenze ambientali, quali efficienza energetica, riduzione delle emissioni inquinanti, risparmio idrico e attenzione al comfort di chi vi soggiornerà. I lavori sono stati ultimati a fine luglio e da ottobre lo studentato consente di rispondere ai bisogni abitativi di centinaia di studenti già dall’anno accademico in corso, infatti da ottobre lo Studentato ha iniziato ha preso vita grazie all’ingresso dei ragazzi, che occupano già circa 200 camere su un totale di 582 disponibili. Ad oggi risulta completata anche la realizzazione del parco.“Il primo problema con il quale gli studenti che si trasferiscono in città diverse dalla propria devono fare i conti infatti è proprio il mercato degli affitti attualmente caratterizzato da alti costi a fronte di alloggi strutturalmente e qualitativamente scadenti- dichiara Marco Cruciani – Direttore Tecnico CMB-. D’altro canto, l’offerta universitaria e gli istituti privati non riescono a coprire l’attuale fabbisogno a causa del numero limitato di posti disponibili rispetto alle richieste. Motivazioni del tutto in linea con i valori di CMB, che prosegue il percorso di crescita innovativa e sostenibile mettendo le persone e i loro bisogni al centro dell’impegno coerente con il proprio modello di business”. Il settore delle residenze per studenti è considerato come uno dei principali segmenti immobiliari che necessita di un intervento per colmare il gap tra i bisogni abitativi degli studenti fuorisede che si trasferiscono nelle città universitarie e la reale offerta a loro dedicata. In un contesto socioeconomico come quello attuale, va data grande attenzione ai bisogni abitativi delle nuove generazioni a sostegno del loro futuro e della loro formazione.

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GAM: Ottimismo e pessimismo

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

A cura di Carlo Benetti, Market Specialist di GAM (Italia) SGR. Il pessimista è un ottimista con esperienza. Sui mercati sembra prevalere l’ottimismo, non quello dell’”andrà tutto bene” ma, piuttosto, l’ottimismo che poggia sul convincimento che il tempo è più importante del tempismo (“timing”), che il pessimismo, o perlomeno il suo eccesso, alimenta le paure e diventa un velo che offusca la percezione della realtà. Non è mancato l’ottimismo nel corso del 2023, a inizio anno si pensava che l’aumento del costo del denaro avrebbe frenato, più o meno bruscamente, l’attività economica e le banche centrali sarebbero state costrette a invertire la rotta della politica monetaria. La guerra in Ucraina e le politiche monetarie restrittive non hanno scoraggiato l’economia, nel corso dei mesi l’appuntamento con la recessione è stato via via rimandato e quello che avrebbe dovuto essere l’anno delle obbligazioni si è trasformato in una disfatta.I mercati hanno salutato con favore anche gli annunci del Dipartimento del Tesoro relativi alle prossime emissioni di debito. Informazioni che fino a pochi mesi fa sarebbero rimaste confinate nel perimetro di un interesse tecnico hanno acquisito rilevanza generale. È stata una settimana importante anche per la borsa americana, la miglior settimana dell’anno, mentre proseguono le pubblicazioni degli utili trimestrali. Al netto di qualche delusione su alcune delle “Big Seven”, su oltre il 50% dei risultati trimestrali pubblicati le sorprese positive sono state attorno al 78%, sopra la media decennale di 75%. In aggregato, gli utili del terzo trimestre stanno superando le attese del 7,7%, in buona misura grazie ai risultati delle “mega-cap” della tecnologia e delle comunicazioni. La discesa lenta ma costante dell’inflazione e la pausa sui tassi che prelude al cambio della politica monetaria favoriscono le condizioni per un rilassamento nei mercati, le borse stanno dimostrando una sorprendente capacità di recupero. L’ottimismo si spinge a prevedere forti segnali di acquisto sulle azioni americane, un indicatore di Bank of America che misura il sentiment “contrarian” avverte che si stanno approssimando segnali rialzisti e prevede rialzi nell’ordine del 15% per lo S&P 500 nel 2024. Il linguaggio dei banchieri centrali resta improntato al rigore per non alimentare facili entusiasmi. C’è un altro motivo per cui Powell, Lagarde e gli altri ribadiscono di non escludere nuovi aumenti dei tassi, ed è la loro insicurezza, soprattutto dopo gli errori nella valutazione del rischio di inflazione e i ritardi nella risposta. L’inflazione non è ancora arrivata al desiderato 2%, non ci sono ancora sufficienti informazioni per poter concludere che siamo davvero al punto di svolta, il rischio di imprevedibili nuove turbolenze nello scenario geopolitico è alto. Non è possibile prevedere quale sarà il movimento dell’inflazione e dei tassi nel prossimo futuro. Per gli obbligazionisti gli ultimi due anni sono stati i peggiori in oltre un secolo, scommettere sulla sola direzionalità è azzardato, diversificare le fonti di rischio una raccomandazione aurea. (Abstract by http://www.verinieassociati.com/)

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Schroders – Investimenti tematici: i ‘must’ per evitare le mode del momento

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

A cura di David Docherty, Investment Director, Thematics, Schroders. Gli investimenti tematici sono decollati negli ultimi anni. Al 1° luglio 2023, gli asset in gestione del comparto tematico a livello globale ammontavano a 400 miliardi di dollari, con un aumento dell’11% rispetto alla fine dello scorso anno (secondo i dati di Goldman Sachs).Per evitare le mode a breve termine, i temi devono essere duraturi. A tal fine, riteniamo che sia essenziale lavorare all’interno di una cornice più ampia. Al centro c’è la nostra idea che i temi più forti siano quelli in cui l’ingegno umano stimola l’innovazione per affrontare gli squilibri globali. Questi squilibri possono essere tra le persone e il pianeta, o tra la domanda e l’offerta nei singoli settori. Riteniamo che questo approccio sia fondamentale per dare priorità agli aspetti strutturali rispetto a quelli congiunturali e di moda. Anche la creazione di un universo d’investimento tematico è fondamentale. Deve essere sufficientemente ampio da consentire al gestore di portafoglio di navigare in un tema in evoluzione, pur essendo sufficientemente ristretto da garantire l’esposizione precisa al tema ricercato dal cliente. Trovare questo equilibrio è fondamentale affinché la strategia d’investimento abbia l’autenticità richiesta dai gestori di portafoglio e dagli investitori finali. Gli universi di investimento non devono essere né troppo grandi né troppo piccoli. Ad esempio, in Schroders siamo giunti alla conclusione che la robotica non poteva essere un tema a sé stante. Esiste solo un piccolo numero di aziende dedicate alla produzione di robot e riteniamo che non sia sufficiente a formare un universo d’investimento, anche se si includono le aziende fornitrici. Un universo d’investimento ben costruito consente ai gestori di portafoglio di navigare all’interno del tema con una serie di sottotemi diversi. L’attrattiva d’investimento di questi sottotemi può fluttuare in funzione dell’andamento del tema più in generale. Ad esempio, il tema della transizione energetica abbraccia una catena del valore che va dai parchi eolici ai contatori smart, con un’esposizione ai settori dei consumatori, dell’industria e delle utility. Al contempo, il tema del cibo e dell’acqua sostenibili si estende dal campo alla tavola, con opportunità in diversi sottotemi che affrontano l’imperativo a lungo termine di fornire cibo e acqua in modo ecologico a una popolazione mondiale in crescita. Tuttavia, anche all’interno di un universo d’investimento accuratamente costruito, un approccio attivo alla selezione dei titoli è essenziale. Può fornire un’esposizione significativa e superiore all’indice alle società quando un tema si sta sviluppando e quando riteniamo che le prospettive di queste aziende non si riflettano nei prezzi azionari prevalenti. Seguendo un approccio attivo, i gestori possono anche evitare le grandi componenti dell’indice che potrebbero essere diventate costose e “sovradimensionate” man mano che un tema matura. Un approccio attivo è ancora più importante quando un tema diventa il “preferito del mese” e i capitali iniziano ad affluire. Gli investitori attivi hanno la flessibilità di allocare il capitale ai titoli che ritengono abbiano le migliori prospettive e il maggior rialzo potenziale in termini del prezzo delle azioni. Al contrario, l’investimento passivo è poco flessibile e molto meno capace di ottenere un’esposizione adeguata alle opportunità di investimento emergenti in temi in evoluzione. Un approccio attivo consente inoltre di portare avanti un’attività di engagement con le società in cui si investe per individuare e affrontare i potenziali rischi di sostenibilità. Crediamo che sia sbagliato escludere i fondi tematici e rischiare di perdere le opportunità che il cambiamento porta con sé. Riteniamo che i temi siano uno strumento importante per gli investitori e che la crescita degli investimenti tematici continuerà. Investire in modo tematico significa acquisire un’esposizione alle forze che plasmeranno il futuro, mentre il ritmo del cambiamento accelera. Le potenti tendenze globali di lungo periodo stanno trasformando il mondo, e stanno anche creando una grande quantità di opportunità di investimento. (Abstract by http://www.verinieassociati.com/)

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Entro il 2030 cambierà il mercato del lavoro per 8 professioni su 10

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

Da qui al 2030 aumenterà sempre più la domanda di professioni tecniche e ad alta qualifica, non solamente legate all’informatica e alla tecnologia, ma anche alla cura e ai servizi legati alle persone, incluso l’orientamento, la formazione e l’inserimento socio-lavorativo. D’altra parte, la domanda calerà per i gruppi professionali a qualifica più bassa, nonché per le professioni qualificate e quelle imprenditoriali collegate ai settori a bassa crescita (es. settore primario, industrie tradizionali). Nel complesso, però, la domanda di lavoro in Italia rimarrà in crescita per il resto del decennio. Sono questi alcuni dei principali risultati della nuova edizione dello studio Il futuro delle competenze nell’era dell’Intelligenza Artificiale, realizzato da EY, leader mondiale nei servizi professionali di revisione e organizzazione contabile, assistenza fiscale e legale, transaction e consulenza, ManpowerGroup, multinazionale guida nel settore delle innovative workforce solutions e Sanoma Italia, leader europeo nel settore dell’editoria scolastica.Lo scopo dello studio, elaborato grazie a tecniche di Intelligenza Artificiale (IA) e algoritmi di machine learning, è di costruire un modello predittivo della domanda di professioni e competenze in Italia da qui al 2030, con l’obiettivo di fornire a decisori pubblici, aziende e operatori dell’istruzione e della formazione gli strumenti utili a mettere in campo i giusti investimenti per affrontare al meglio opportunità e rischi che si presenteranno entro la fine del decennio. Secondo quanto emerge dallo studio predittivo di EY, ManpowerGroup e Sanoma Italia, non si assiste ad un effetto di sostituzione del lavoro umano con l’IA. In Italia, infatti, la domanda di lavoro continuerà a crescere nei prossimi anni, ma la crescita rallenterà a partire dal 2024 e poi, in modo più significativo, dal 2027, in corrispondenza della diffusione sempre più importante dell’adoption di soluzioni di IA generativa e robotica avanzata nelle aziende. L’IA avrà un impatto negativo sulla domanda, in particolare, di profili professionali a livello di qualifica media: tecnici, conduttori d’impianti, lavoratori della logistica, chi svolge mansioni d’ufficio che hanno a che fare con la gestione dei dati. L’IA avrà invece un impatto differenziale sui settori. Lo studio stima che, in Italia, la domanda di lavoro aumenterà, a causa dell’IA, in 9 settori di attività su 23: tra questi alcuni settori tecnologicamente maturi (telecomunicazioni, public utilities, chimica), ma anche settori legati alla trasformazione dei servizi e delle competenze (servizi di cura, servizi di educazione, formazione e lavoro). Tra quelli in cui si prevede che la domanda di lavoro aggregata diminuirà, si trovano settori come banche e assicurazioni, che hanno da tempo intrapreso un percorso di ristrutturazione legato all’uso delle tecnologie dei dati. Disaggregando le previsioni formulate dal modello predittivo per le singole professioni, si nota che la crescita della domanda legata all’IA riguarderà profili molto eterogenei: ingegneri e fisici (+7%), ma anche analisti di mercato e psicologi del lavoro e della formazione (+3%). Crescerà la domanda di profili ad alto contenuto creativo (architetti, progettisti, pianificatori), ma anche le professioni legate al marketing e alle vendite (+5%). L’impatto dell’IA sulla riorganizzazione dei processi e dei modelli lavorativi sarà evidente nella crescita della domanda di professioni manageriali, come i direttori di amministrazione e finanze e gli specialisti di organizzazione (+3%). Per maggiori informazioni: http://www.manpowergroup.it

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La flessibilità rimane la strategia chiave per la gestione del rapporto di lavoro

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

Dopo gli sconvolgimenti e l’incertezza attraversati negli ultimi anni, sembra che i luoghi di lavoro europei si stiano assestando su un nuovo modo di lavorare e che i modelli flessibili e ibridi siano destinati a perdurare. La ripartizione tra lavoro in presenza e lavoro a distanza nell’indagine di quest’anno rimane sorprendentemente simile a quella dell’indagine 2022 European Employer Survey. In entrambi i sondaggi, il 30% dei datori di lavoro ha dichiarato di ricorrere al lavoro completamente in presenza, mentre la maggior parte degli intervistati (il 58% nel 2023 e il 57% nel 2022) offre modelli ibridi che richiedono solo una parziale presenza in ufficio, garantendo così ai dipendenti una determinata flessibilità. In questo l’Europa sembra attribuire un valore maggiore alla presenza in ufficio rispetto a quanto accade in USA, dato che l’indagine 2023 U.S. Employer Survey ha rilevato che solo il 16% dei datori di lavoro richiede al personale di lavorare completamente in presenza, mentre il 71% adotta un modello ibrido. Anche i datori di lavoro italiani sembrano aver ridotto gli orari di lavoro in presenza per allinearsi meglio alle preferenze ed alle esigenze di flessibilità e work life balance dei dipendenti. Solo un terzo dei datori di lavoro italiani intervistati (33%) richiede ai dipendenti di essere completamente in ufficio nel 2023, rispetto a più della metà (52%) dello scorso anno, mentre il 44% offre ora un modello ibrido, con comunque la maggioranza dei giorni in presenza e la minoranza da remoto. A testimonianza di questa transizione verso il lavoro remoto, il 39% dei datori di lavoro italiani afferma di avere raggiunto un allineamento con i desiderata dei dipendenti, con un aumento di 10 punti rispetto allo scorso anno. È la Germania invece a spiccare nell’analisi, con solo il 22% delle aziende che impone il ritorno in ufficio. L’applicazione dei requisiti per il lavoro in presenza, tuttavia, si è rivelata impegnativa per alcune organizzazioni europee e la resistenza al lavoro in ufficio riflette probabilmente il perdurare di un disallineamento in atto tra datori di lavoro e dipendenti: solo per il 52% degli intervistati, i propri dipendenti rispettano le policy relative al lavoro in presenza; solo per il 36% dei datori di lavoro intervistati, i propri modelli di lavoro corrispondono alle preferenze dei dipendenti, mentre il 43% riferisce che i propri dipendenti preferiscono il lavoro a distanza o ibrido in misura maggiore rispetto a quanto offerto dalla propria organizzazione. Alcuni datori di lavoro si spingono ancora più in là con gli accordi flessibili. Quasi la metà degli intervistati (48%) dichiara di consentire ai dipendenti di lavorare da remoto addirittura dall’estero (i cosiddetti “lavoratori erranti” o wandering workers), mentre il 38% dichiara di prendere in considerazione una settimana lavorativa di quattro giorni. Scelte che in ogni caso comportano notevoli sfide legali, operative e pratiche.

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Fertilità, cresce l’età delle mamme italiane

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

L’incontro con i professionisti di Next Fertility ProCrea si svolge all’Hotel NH Collection Milano City Life in via Bartolomeo Colleoni 14 a Milano, sabato 25 novembre. In Italia si hanno figli in età sempre più avanzata. Secondo l’ultimo rapporto Istat, in media le donne italiane diventano mamme a quasi 33 anni, un dato preoccupante soprattutto per le crescenti difficoltà che con il passare dell’età possono condizionare l’esito di una gravidanza. «Il tempo è infatti uno dei principali ostacoli alla maternità», precisa Marina Bellavia, ginecologa, specialista in Medicina della riproduzione e direttrice sanitaria del centro per la fertilità Next Fertility Procrea. «Nella donna è acclarato che l’età condiziona il concepimento e l’andamento di una gravidanza: dopo i 35 anni si assiste a un calo progressivo della capacità fertile. Ma anche negli uomini esiste un orologio biologico che agisce negativamente sulla possibilità di avere un figlio. Davanti a un fenomeno sociale che vede le coppie andare alla ricerca di un figlio sempre più in là nel tempo, il percorso per una gravidanza può non essere immediato e soprattutto non semplice». Le soluzioni però ci sono. «La Medicina della riproduzione offre strade differenti a seconda della problematica», prosegue Taccani. «Innanzitutto è necessario avere un quadro diagnostico puntuale per individuare la terapia più appropriata. Vi è anche la possibilità di preservare il proprio potenziale di fertilità per il futuro». Per spiegare percorsi e problematiche legate alla fertilità, Next Fertility ProCrea organizza un appuntamento gratuito per le coppie che sono alla ricerca di un figlio il prossimo sabato 25 novembre a Milano. «Parlare di infertilità è parlare di un aspetto non solamente medico, ma anche psicologico. Per questo, è importante conoscerne i parametri per poter intraprendere la strada più corretta», aggiunge Cesare Taccani, ginecologo, specialista in Medicina della riproduzione di Next Fertility Procrea. La partecipazione all’incontro è libera e aperta a tutti, previa registrazione. Per ulteriori informazioni: https://nextfertilityprocrea.ch/landing-pro-crea-in-tour/

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Non esiste un’unica Generazione Z

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

Da un’indagine effettuata da Webboh Lab, il primo Osservatorio digitale permanente completamente dedicato alla Gen Z e creato da Webboh e dall’istituto di Ricerca Sylla, su 24.000 ragazzi tra i 12 e i 20 anni ingaggiati in 48 ore, emerge che la Gen Z non è un monolite, bensì è composta da 5 cluster di giovanissimi che vivono e percepiscono l’interazione con i social in maniera differente: Meme Maestro (40%), Creative Explorer (18%), Like Lover (17%), Social Soul (14%) e Digital Dreamer (11%). Nello specifico, ciascun profilo ritrae una modalità differente di utilizzo dei social media: Meme Maestro è il profilo più curioso: circa il 40% dei giovani utenti che hanno risposto all’instant survey sui social media, li considera una forma d’intrattenimento, come meme e video virali; questo profilo condivide aspetti della propria vita e interessi e si collega con i suoi coetanei per trarre ispirazione per prodotti di tendenza. Creative Explorer è il profilo che utilizza i social media come una piattaforma per esprimere la propria creatività attraverso foto, scrittura e arte. Pesa il 18% degli intervistati ed è composto da giovani a cui piace esplorare e approfondire i propri interessi, ma anche scoprire nuovi argomenti e condividere informazioni, promuovendo cause sociali e cercando aiuto e supporto.Like Lover è il profilo appassionato di social media, che cerca gratificazioni attraverso i feedback positivi, come i like e i commenti. Il 17% dei rispondenti totali, infatti, li utilizza come una fuga dalla routine quotidiana, seguendo e contattando i propri idoli e creator preferiti per sentirsi parte di un mondo diverso. Social Soul è il profilo del giovane social media enthusiast che sfrutta principalmente le piattaforme per instaurare relazioni e conoscere nuove persone, ma anche per avere consigli e scoprire nuove passioni. Il 14% rientra in questa categoria. Digital Dreamer è il profilo che racchiude gli aspetti di tutti i profili precedenti e che rappresenta quei giovani (11%) che utilizzano i social media come una piattaforma per esplorare e vivere un’identità online diversa dalla realtà. Dai risultati della instant survey viene anche sfatato il mito che i teenager si sentano soli senza i social: in una scala da 1 (per niente) a 10 (massimo), il punteggio medio attribuito al “timore della solitudine” è stato solo di 4,3 ed è uno degli ultimi marker per importanza tra quelli considerati. I punteggi più alti, infatti, li hanno ottenuti “Mi annoierei” e “Farei più sport”. Altro dato interessante emerso dalla survey è che senza i social la Gen Z sentirebbe la mancanza principalmente di WhatsApp, Instagram, TikTok e YouTube, mentre non soffrirebbe l’assenza di Facebook, ultimo dietro Twitch, Discord e X, a testimonianza della necessità forte di restare in contatto con i propri amici. L’Osservatorio, attraverso la collaborazione con l’Istituto di Ricerca Sylla, restituisce la fotografia autentica della Gen Z permettendo di entrare direttamente in contatto con i più giovani e conoscere e approfondire – in tempo reale – i loro pensieri, le loro opinioni, le loro aspettative e i loro interessi, attraverso indagini condotte su e con l’aiuto dei social media. Per tutti i risultati della survey, Le Gen Z: i molteplici volti della generazione Z – https://webbohlab.it/

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Scuola: Più italiani con titoli di studio e meno abbandoni, ma cresce la dispersione implicita con tanti diplomati con scarse competenze

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

Nell’ultimo biennio è cresciuta, seppure lentamente, la quantità di italiani in possesso del diploma o della laurea, si riduce di conseguenza la dispersione scolastica, ma si riduce anche in modo evidente la qualità media dell’apprendimento: la doppia tendenza è contenuta nell’ottavo Rapporto ASviS, pubblicato in questi giorni, sull’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. La sintesi sulla qualità degli apprendimenti in chiaro-scuro è riportata oggi dalla stampa specializzata che rimarca come, sulla base del rapporto nazionale, tra il 2016 e il 2021 la quota dei laureati e di diplomati sia “aumentata rispettivamente di 4,6 e di 3 punti percentuali”, e come nello stesso periodo sia stata registrata “anche la diminuzione di 1,2 punti percentuali degli abbandoni scolastici”.L’aumento di dispersione implicita è del resto evidenziato pure dagli ultimi preoccupanti dati Invalsi sulle “perdite di apprendimento, soprattutto in matematica”. Inoltre, la ricerca pone “molta enfasi anche sul divario tra i territori, che si allarga e si fa più evidente nel passaggio tra i cicli di istruzione”. L’attenzione verso questa situazione è comunque evidente, “come testimoniano le misure previste dal PNRR – per esempio in materia di reclutamento e formazione dei docenti – con una rinnovata attenzione alla preparazione didattica, sul piano teorico e su quello metodologico, un ampliamento del tempo scuola, un’offerta di percorsi di orientamento più incisiva”.“La verità è che se si vuole dare una svolta al miglioramento dell’offerta formativa, che permetterebbe anche un innalzamento delle competenze e dei diplomi conseguiti – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – occorre introdurre una didattica maggiormente personalizzata, che guardi alle attenzioni dei singoli alunni. Ha fatto bene il ministro dell’Istruzione e del Merito a creare la figura del docente tutor e del connesso orientatore, ma senza un incremento degli organici, a iniziare da quelli aggiuntivi Ata per passare a quelli di potenziamento dei docenti nei territori più a rischio dispersione, non si andrà mai lontano e la situazione non potrà migliorare di molto”. “Allo stesso tempo, è indispensabile cancellare la supplentite, tornando a immettere da doppio canale di reclutamento, assumendo quindi anche da Gps pure da materia e non solo da sostegno, come pure decidendo una volta per tutte di cancellare gli organici di fatto e i vincoli alla mobilità. Se non adottiamo una volta per tutte queste misure – conclude Pacifico – rischiamo davvero di fare due passi in avanti e due indietro, come sta accadendo ora con l’esplosione della dispersione implicita”.

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Scuola: La Legge di Bilancio 2023 manderà in pensione più tardi decine di migliaia di docenti e Ata

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

Una riforma che quindi penalizza tutti coloro che speravano in novità significative che favorissero l’accesso anticipato alla pensione come pure che ne incrementassero l’importo: non solo, infatti, vengono rivisti al rialzo i requisiti per l’accesso alle misure di flessibilità, ma viene ulteriormente peggiorato il meccanismo di rivalutazione rispetto a quanto già era stato fatto dalla scorsa legge di Bilancio.Dal 2024, infatti, arriverà una Quota 103 penalizzata: per chi matura i requisiti nel corso del 2024 l’importo del trattamento verrà determinato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo. Inoltre, si introduce un tetto massimo al valore lordo mensile dell’assegno, che non potrà essere superiore a quattro volte il minimo indicato dall’INPS (circa 2.250 euro).La bozza della Legge di Bilancio 2024 prevede importanti novità anche per Opzione Donna e Ape Sociale: secondo quanto si legge nel testo si potrà accedere all’Ape sociale a 63,5 anni d’età, (5 mesi in più rispetto ad oggi). A poterne beneficiare saranno i soggetti appartenenti alle categorie già individuate caregiver; disoccupati; lavoratori con mansioni gravose; disabili almeno al 74 per cento. Rimangono invece invariati i requisiti contributivi. Per le donne scendono di 1 anno per ogni figlio (massimo 2). Anche per Opzione Donna aumenta il requisito anagrafico, che passa da 60 a 61 anni d’età. Resta fermo il requisito di 35 anni di contribuzione, ridotto di un anno per ogni figlio nel limite di due anni.Allo stesso modo, per il prossimo anno l’accesso a questa forma di pensionamento sarà limitato alle specifiche categorie di lavoratrici individuate per il 2023: licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero; persone con disabilità pari o oltre il 74 per cento; lavoratori che assistono, da almeno 6 mesi, persone disabili conviventi, con disabilità in situazione di gravità in base alla legge 104 del 1992. I requisiti devono essere maturati entro il 31 dicembre 2023.Inoltre, la manovra interviene anche sui soggetti che si trovano interamente nel sistema contributivo. Nello specifico, viene eliminato il vincolo che prevede si possa andare in pensione nel sistema contributivo, una volta raggiunta l’età prevista (67 anni e il requisito minimo di versamenti), solamente se è stato raggiunto un importo pensionistico pari a 1,5 volte quello della pensione sociale.Le modalità di pensionamento ordinario invece rimangono sostanzialmente invariate. Per la pensione di vecchiaia, è richiesto un minimo di 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi, se si possiedono contributi accreditati prima del 1996. Per la pensione anticipata, gli uomini devono avere 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre le donne possono accedervi con 12 mesi in meno.

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Gualtieri: “Roma si candida a diventare città all’avanguardia per i giovani”

Posted by fidest press agency su martedì, 14 novembre 2023

Roma Aprire aule studio pubbliche in tutta la città, accessibili anche nelle ore serali e nei giorni festivi, per garantire agli studenti, e non solo, la possibilità di avere comodamente a disposizione luoghi confortevoli e ben attrezzati.È questo l’obiettivo della Giunta capitolina che ha approvato una deliberazione – proposta dall’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor – con la quale ha istituito, prima città in assoluto in Italia, una rete di aule studio all’interno del proprio sistema bibliotecario. Si tratta di una riforma innovativa, nata anzitutto per rispondere alla necessità di fornire spazi di aggregazione alle centinaia di migliaia di studenti e studentesse che vivono nella Capitale. Necessità apparsa in modo particolare con la fine dei lockdown dovuti alla pandemia da Covid-19, quando è emersa appieno l’inadeguatezza dei servizi e degli spazi pubblici dedicati ai bisogni dei giovani nelle grandi città.Le aule studio della neoistituita rete capitolina si differenzieranno dalle tradizionali biblioteche di conservazione o di pubblica lettura; saranno infatti spazi civici non legati alla necessità di consultare opere librarie in deposito e dove la cittadinanza, e in particolare i giovani, potrà accedere, con orari più estesi di quanto non avvenga con le sale lettura bibliotecarie, per studiare, leggere e avere spazi di aggregazione.La rete delle aule studio di Roma, il cui coordinamento ricadrà sotto l’Istituzione Biblioteche di Roma, sarà formata da spazi sia di Roma Capitale sia di soggetti terzi. Tra le aule studio potranno quindi rientrare spazi gestiti direttamente dalle Biblioteche di Roma o da altre strutture comunali come Dipartimenti, Municipi o istituzioni culturali cittadine, spazi gestiti da terzi all’interno del patrimonio capitolino e spazi di proprietà pubblica o privata del tutto esterni al Comune, in una logica di sinergia e di cooperazione con il tessuto civico-culturale della città. Tutte le aule studio della città di Roma che aderiranno alla rete saranno pubblicizzate in un unico portale web a partire dal 2024.

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