Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 166

Archive for 9 giugno 2024

Europee: andiamo a votare

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

Il sogno europeo è destinato ad essere messo a dura prova. Il voto riguarda il rinnovo del parlamento europeo e in qualche modo la sua composizione influenzerà la composizione della Commissione europea e l’elezione del suo Presidente e dei Commissari. Poi vi è il Consiglio europeo formato dai Capi di Stato dei singoli paesi che compongono l’Unione. Questa “triade” al di là del voto odierno è destinata, come in passato, a rallentare il potere decisorio sulle grandi questioni che già oggi sono sul tappeto. In pratica si dimentica che le risposte ai grandi temi di politica internazionale richiedono riscontri in tempi brevissimi e stanno diventando cruciali per la stessa sopravvivenza dell’Unione. Esiste la tendenza, a livello mondiale, nel voler creare un nuovo centro di potere il cui asse è portato a spostarsi dagli Stati Uniti alla Cina e dove già esistono delle “cordate” in pro e contro questo andazzo. In tale circostanza l’Europa deve definire il suo ruolo e lo può fare solo in chiave unitaria. Vi riuscirà con le tante anime che oggi sembrano solo dilettarsi in una dialettica corrosiva e racchiusa nelle proprie identità nazionali? In pratica non possiamo marciare uniti senza dover cedere una parte della nostra sovranità nazionale. Pensiamo alla difesa, alla politica estera, alle strategie industriali, all’economia, al fisco, all’istruzione, alla salute e via di questo passo. Quando alcuni mesi fa Putin espresse tutto il suo scetticismo sul ruolo europeo nello scacchiere mondiale è perché aveva bene in mente la logica sovranista dei singoli stati europei. È bastato, infatti, lo choc che ha provocato con l’invasione dell’Ucraina per rendersi conto che, se non ci fosse stata la copertura degli Usa attraverso la longa mano della Nato, i carrarmati russi avrebbero potuto scorrazzare fino ai Pirenei e oltre. Ed è un triste destino se alle prossime elezioni americane vincerà Trump che favorirà la spinta isolazionista del suo Paese. E non solo per questo possibile accadimento quanto per non perdere la propria identità e diventare satellite di una sovranità che storicamente non le appartiene. Votare, quindi, non è solo un diritto ma anche un dovere perché sono in gioco interessi che vanno oltre quelli di “bottega” e potrebbero determinare la fine di un’epoca che, se pure con tutti i suoi difetti, è e resta la sola a garantirci un avvenire meno traumatico. (Riccardo Alfonso)

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Conferenza: Istruzione e shopping nella Roma barocca

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

Roma 13 giugno (giovedì) alle ore 18 vicino piazza Venezia (vicolo Doria 2, int.6). La lingua della presentazione è l’inglese. La conferenza è tenuta da Anna Markiewicz, PhD, storica che collabora con l’Istituto di storia Tadeusz Manteuffel dell’Accademia polacca delle scienze. I suoi interessi di ricerca comprendono la storia della cultura, dell’istruzione e della vita quotidiana della Polonia del XVII e XVIII secolo, nonché il mecenatismo artistico della nobiltà e dei magnati dell’epoca barocca. Negli ultimi anni si è concentrata su vari aspetti culturali dei viaggi all’estero dei polacchi compiuti nel XVII secolo. L’intervento del dottor Markiewicz si concentrerà sul fenomeno del grand tour e su vari aspetti della presenza dei giovani nobili polacchi nella città di Roma, dall’istruzione, allo shopping, alla vita sociale.

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PGIM: Elezioni Europee – che la trattativa abbia inizio

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

A cura di: Taggart Davis, Vice President, Government Affairs EMEA di PGIM.Le elezioni europee potrebbero non essere il primo appuntamento che balza alla mente nell’affollato calendario di esercizi democratici del 2024, anno in cui circa il 50% della popolazione mondiale si reca alle urne. Tuttavia, con un elettorato di 359 milioni di persone che sceglieranno 720 deputati per un mandato di cinque anni, le elezioni per il prossimo Parlamento europeo presentano la più ampia portata al mondo tra le consultazioni di quest’anno. Si prevede che il ricambio sarà consistente: oltre il 50% dei membri del Parlamento dovrebbe cambiare. Allo stesso tempo il voto anticipa un più ampio rimpasto della leadership dell’UE: un vero e proprio “anno di cambiamento” che determinerà la futura direzione di marcia della terza economia mondiale. I leader dell’UE e il neoeletto Parlamento decideranno chi vogliono alla guida della Commissione europea, l’organo esecutivo dell’UE; l’attuale presidente Ursula von der Leyen è favorita ma non c’è la certezza di un secondo mandato. Al centro di tutto questo c’è Ursula von der Leyen, ex ministro della Difesa tedesco, salita alla ribalta internazionale quando è comparsa come scelta a sorpresa per la presidenza della Commissione nel 2019: il suo nome è emerso da più giorni (e notti) di intrattabili negoziati al vertice tra i leader dell’UE. Nel 2019 Von der Leyen è riuscita a essere confermata per un soffio dal Parlamento per 9 voti – dimostrando adattabilità politica con il sostegno di una forte agenda green dell’UE e conquistando allo stesso tempo i voti critici di una destra nazionalista scettica nei confronti delle grandi ambizioni dell’UE. Considerata la composizione attesa per il nuovo Parlamento, potrebbe dover imparare a fare qualche piega e torsione politica ancora più notevole.Se i sondaggi attuali sono attendibili, dobbiamo aspettarci un considerevole spostamento a destra. I partiti di destra e anti-establishment potrebbero arrivare primi in otto o nove Stati membri dell’UE e secondi in altrettanti. Se il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen ha vinto le elezioni europee del 2019 con un piccolo margine, si prevede che nel 2024 batterà il centrista Renaissance del presidente francese Macron con un margine molto più ampio. I sondaggi prevedono 27 seggi per RN e alleati contro i 17 dei candidati di Macron. In Germania, i socialdemocratici del cancelliere Olaf Scholz potrebbero piazzarsi al quarto posto dietro al partito anti-europeo e anti-immigrazione Alternative für Deutschland (AfD). Sebbene i cristiano-democratici di centro-destra (CDU) siano al primo posto nei sondaggi in Germania, essi si sono spostati significativamente a destra per evitare un’emorragia di voti, una tendenza riscontrata in gran parte d’Europa. Le conquiste dei leader e dei partiti di destra “anti-élite” – il Partito per la Libertà (PVV) di Geert Wilders nei Paesi Bassi, il CHEGA! di André Ventura in Portogallo, il Vlaams Belang di Tom Van Grieken in Belgio – stanno diventando una nuova normalità in tutto il continente. E i partiti di centro-destra si stanno orientando molto di più verso queste posizioni anti-establishment. Forse no. Le tre maggiori famiglie politiche: il Partito Popolare Europeo (PPE) di centro-destra, i Socialisti e Democratici (S&D) di centro-sinistra e i centristi/liberali di Renew Europe manterranno molto probabilmente una maggioranza risicata. Su di essa si baseranno per prendere le grandi decisioni in una grande coalizione, ad esempio consegnare a Von der Leyen le chiavi della Commissione per altri cinque anni e adottare il prossimo quadro di bilancio a lungo termine dell’UE. Se un’enfasi molto più forte sulla crescita economica e sulla competitività sarà più evidente, non ci si aspetta un’inversione di rotta completa sul Green Deal.Nonostante il loro crescente numero, i seguaci di Le Pen e altri esponenti dell’estrema destra probabilmente non parteciperanno alle decisioni più importanti a Bruxelles. Ma quando si tratterà di prendere decisioni minori e ordinarie in materia di regolamentazione al Parlamento europeo, come ad esempio l’imposizione di norme più severe per il ripristino degli ecosistemi naturali in tutta Europa, ci sarà un grande gruppo di centrodestra su cui il PPE potrà contare per ottenere voti quando gli farà comodo. Gli schieramenti politici dei socialisti e dei verdi potrebbero trovarsi fuori dal processo decisionale in misura molto maggiore nel prossimo Parlamento. Sebbene l’agenda green non scompaia, ci si aspetta un serio ammorbidimento, soprattutto in presenza di un compromesso tra crescita e green.Oltre all’agenda green e alla competitività, la sicurezza e la difesa stanno emergendo come il terzo punto chiave dell’agenda politica di Bruxelles. Ciò comporta sia il rafforzamento delle capacità di difesa dell’Europa attraverso la politica industriale, sia maggiori misure di sicurezza economica – strumenti di protezione commerciale, possibili restrizioni agli investimenti in entrata e in uscita, requisiti di localizzazione. Il che avrà inevitabilmente un impatto sull’apertura dell’Europa agli investimenti e alle imprese extra-UE. Un’agenda nativista potrebbe scontrarsi con l’agenda della competitività, che potrebbe richiedere maggiori investimenti extraeuropei e la dipendenza da altre giurisdizioni globali come gli Stati Uniti e la Cina. Una cosa è certa: i prossimi cinque anni promettono di essere complessi e turbolenti, mentre l’UE naviga tra le acute sfide globali del nostro tempo in un panorama politico frammentato. Nel 2019 von der Leyen ha promesso una “Commissione geopolitica”; nei prossimi cinque anni, l’Europa esplorerà le frontiere di un’UE geopolitica. gcrespi@verinieassociati.com,

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Mercati emergenti

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

A cura di Nicholas Morse, Gestore del fondo Comgest Growth Emerging Markets di Comgest. L’andamento dei mercati è stato dettato da due temi principali: inflazione e tassi d’interesse negli Stati Uniti, e tecnologia e IA. Da metà gennaio 2024 le azioni e le valute dei mercati emergenti (ME) sono state sospinte al rialzo dalle aspettative di un probabile inizio dei cali dei tassi d’interesse USA a partire da metà del 2024, mentre il settore tecnologico è salito in previsione dei potenziali benefici per la crescita globale derivanti dalla riduzione dei tassi d’interesse nei mercati sviluppati e dell’incremento degli investimenti e della domanda alimentato dall’IA. Di conseguenza, le valutazioni nel settore tecnologico sono diventate onerose in alcuni casi e vulnerabili a un aumento del costo del capitale, determinando così flessioni delle azioni in aprile, in particolare nel settore IT, che hanno tra l’altro interessato grandi società come Samsung Electronics e Delta Electronics. Ciò detto, i risultati delle società nella catena dei semiconduttori sono stati tutti robusti e Samsung Electronics ha riportato dati per il 1° trimestre 2024 superiori alle aspettative, sostenuti dall’ulteriore rafforzamento dei prezzi di vendita medi di DRAM e NAND. Sembra inoltre probabile che nel 2° trimestre 2024 Samsung otterrà da Nvidia l’approvazione per le spedizioni di HBM3e. Le valute emergenti, in special modo quelle di America Latina, Indonesia e Corea, hanno risentito negativamente dell’apprezzamento del dollaro. In aprile la Cina ha messo a segno un rally grazie a valutazioni abbastanza interessanti da indurre gli investitori a effettuare acquisti. La soluzione dei problemi economici del Paese non sarà né facile né rapida. Tra di essi vi sono i cali pesanti e persistenti dei prezzi degli immobili, l’assenza di inflazione, l’eccessiva opacità di numerosi settori e la crescente capacità dei settori orientati all’export (che potrebbero subire restrizioni commerciali), la debolezza della fiducia dei consumatori e gli stimoli governativi limitati. Nel 1° trimestre 2024 la vietnamita FPT ha riportato un aumento del fatturato e degli utili del 20%, si è aggiudicata un numero significativo di contratti all’estero e ha annunciato un investimento da 200 milioni di dollari USA in un data centre IA che utilizza gli ultimi chip di Nvidia.

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T. Rowe Price – Inquinamento da plastica: a che punto siamo?

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

A cura di Tongai Kunorubwe, Head of ESG, Fixed Income, T. Rowe Price. La storia della plastica è ricca di importanti invenzioni che hanno cambiato molti aspetti della nostra vita. Da comodità quotidiana a pericolo per il pianeta, è un materiale che continua a plasmare il nostro mondo. Con l’aumento dell’uso della plastica, sono cresciute anche le preoccupazioni per l’ambiente. Il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) sostiene sinteticamente che l’inquinamento da plastica “può alterare gli habitat e i processi naturali, riducendo la capacità degli ecosistemi di adattarsi ai cambiamenti climatici, con ripercussioni dirette sui mezzi di sussistenza, sulle capacità di produzione alimentare e sul benessere sociale di milioni di persone”. A livello globale, ogni minuto vengono acquistate circa un milione di bottiglie di plastica e ogni anno vengono utilizzati fino a 5.000 miliardi di sacchetti di plastica. Metà della plastica prodotta è destinata al monouso. La plastica è facilmente visibile ovunque nel nostro ambiente naturale. Sta diventando parte del fossile della Terra e un indicatore dell’Antropocene, la nostra attuale era geologica. L’inquinamento globale da plastica è significativo e in crescita: si è passati da una quantità minime prima del 1950 a 60 milioni di tonnellate nel 2020. Purtroppo, meno del 10% dei rifiuti di plastica viene riciclato e la maggior parte di essi viene scartata o incenerita. La questione dei rifiuti di plastica abbandonati si è dimostrata pervasiva, con detriti trovati nella parte più profonda dell’oceano, come la Fossa Marina, e nella neve e nell’acqua delle vette più alte del mondo, come l’Everest. La plastica inoltre impiega tra i 20 e i 500 anni per decomporsi; purtroppo, anche in questo caso non scompare, ma viene semplicemente scomposta in particelle sempre più piccole. La ricerca scientifica mostra che queste particelle finiscono sempre più spesso nel sangue umano: un recente studio ha dimostrato che sono presenti in circa l’80% delle persone esaminate, nella placenta dei bambini e nel tessuto polmonare umano. Allo stesso tempo, la plastica è un materiale che contribuisce alle emissioni di gas serra (GHG) e ai cambiamenti climatici. La produzione, la conversione e la gestione dei rifiuti di plastica generano circa il 4% delle emissioni di gas serra. Di queste, il 90% può essere attribuito alla fase di produzione e conversione del ciclo di vita della plastica.Nel 2019, le emissioni totali di gas serra legate alle materie plastiche di origine fossile durante il loro ciclo di vita sono state pari a 1,8 gigatonnellate di anidride carbonica equivalente (GtCO2 e), ovvero il 3,4% delle emissioni globali. Con l’aumento dell’uso e dei rifiuti di plastica, si prevede che queste emissioni raddoppieranno entro il 2060, raggiungendo 4,3 GtCO2 e. Per essere chiari, la riduzione delle emissioni legate alla plastica da sola non sarà sufficiente per raggiungere obiettivi ambiziosi di mitigazione del clima, come le zero emissioni nette, ma rappresenta comunque una componente chiave nella tabella di marcia verso il raggiungimento di questi obiettivi.

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Europee Rampelli: L’Europa ha bisogno di una difesa comune

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

“Il movimento dei conservatori europei trainato da Giorgia Meloni non ha ancora avuto ruoli di governo in Europa. Tutto quello che abbiamo visto fin qui, nel bene e nel male, è attribuibile a una coalizione innaturale composta da socialisti e popolari. Il fatto che l’Europa non abbia avuto la capacità di interporsi all’invasione dell’Ucraina è perché non è stata capace di mostrarsi autorevole e con una difesa autonoma. Se così fosse stato la Russia ci avrebbe pensato dieci volte prima di muovere guerra all’Ucraina. La proposta del presidente Meloni di avere un sistema di difesa europeo e di poter scorporare le spese militari dal patto di stabilità senza ovviamente uscire dalla Nato, per essere più capaci e rapidi nelle forme di scoraggiamento a eventuali iniziative di autocrati alla Putin, è credibile”. Lo dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli intervistato da Radio Radicale. Rispondendo ad una domanda sul rapporto dell’Unione Europea con la NATO, rispettivamente alle dichiarazioni del candidato Marco Tarquinio, precisa: “Io sono di destra da sempre, porto avanti il sogno che l’Italia sia indipendente con le sue capacità geopolitiche, economiche e militari. Ma in questo momento l’Italia non si trova in queste condizioni e uscire dalla Nato significherebbe suicidarsi. C’è bisogno di una difesa che possa funzionare meglio, che non ci faccia dipendere da altri soggetti nel momento di difficoltà, rimanendo alleati con gli Stati Uniti ma senza dipendere totalmente da loro che dall’Europa distano migliaia di km. In un mondo che si sta riarticolando ci possono essere violente crisi regionali che necessitano di un efficace e tempestivo sistema di autodifesa. Quello che dichiara Tarquinio sulla rinegoziazione del rapporto con la Nato in questo momento è puro velleitarismo e non mi sembra fattibile”. Sulla copertina dell’Economist, il vicepresidente osserva: “Non mi stupisce che l’Economist abbia scelto Giorgia Meloni per la sua copertina, ormai tutti si sono accorti della sua autorevolezza come capo di Governo. Giorgia Meloni è forte perché è libera e si affida solo al giudizio degli italiani. A lei interessa restare al governo solo se riuscirà a fare quello che si è prefissata, cioè rimettere in piedi l’Italia e questo le conferisce una potenza inavvicinabile per buona parte dei leader italiani ed europei.” Infine, sulle dichiarazioni della Lega nei confronti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Non vedo un grande contrasto, sono ragionamenti diversi che si possono sommare, non è incompatibile la difesa della sovranità nazionale con il potenziamento della sovranità europea, sono due fondamentali che marciano insieme. Ma questo è possibile solo dando un’anima all’Europa, che oggi non emoziona purtroppo nessun cittadino dei 27 Stati nazionali, per farlo si devono presidiare i valori su cui l’Europa si è fondata e occorre procedere a una ristrutturazione dei trattati, a una revisione delle direttive per dare vita a una Confederazioni di Stati sovrani che si occupino della loro vita interna in autonomia mentre l’Ue dovrà strutturarsi per dare risposte di sistema alle criticità del nostro tempo: energia, geopolitica, flussi migratori, siccità, difesa comune, concorrenza sleale cinese e comunitaria, intelligenza artificiale”.

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Convegni idrogeno verde: Transizione sostenibile

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

Roma 14 giugno 2024 Ore 14.00 – 19.00 Camera dei deputati Sala della Regina. E’ passato esattamente un anno dal Workshop da noi organizzato presso il Dipartimento di Chimica della Sapienza, all’Università di Roma. Da poco si era cominciato a parlare di Idrogeno Verde ed in quel contesto si sono confrontati scienziati, tecnici, imprenditori e politici sviscerando tutti gli aspetti relativi allo sviluppo di questo importante vettore energetico. Il convegno del 14 giugno sarà l’occasione giusta per tracciare il bilancio di un anno pieno di eventi e di attività legati allo sviluppo dell’Idrogeno verde, a tutto quanto effettivamente è stato realizzato e si potrà comprendere se 12 mesi siano stati sufficienti per iniziare anche nel nostro Paese il percorso delineato dall’Unione europea con il New Green Deal che ha posto l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L’Unione europea ritiene che l’Idrogeno verde potrà essere uno dei principali protagonisti per la decarbonizzazione del sistema energetico europeo. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha avviato una serie in investimenti in tutto il Paese ed ha stanziato 3,64 miliardi di euro per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di Idrogeno verde. Sono stati avviati i bandi per la creazione di Hydrogen Valley in aree industriali dismesse, bandi per l’utilizzo dell’idrogeno nei settori industriali hard-to-abate, quelli maggiormente inquinanti, e bandi per la costruzione di stazioni di distribuzione sia per il trasporto su gomma sia per quello ferroviario. Tutti i progetti dovranno essere completati entro la fine del 2026. Tuttavia l’Italia è ancora indietro rispetto a quello che sta accadendo nel resto dell’Europa e del mondo. Molti governi hanno impegnato risorse pubbliche ingenti e già si prevede che nei prossimi dieci anni l’idrogeno verde possa rappresentare oltre il 15% del mercato energetico mondiale. Gli investimenti lungo l’intera catena del valore, dalle tecnologie alla distribuzione e all’utilizzo finale avranno una forte ripercussione sulla riduzione dei costi di produzione. L’Italia ha tutte le potenzialità per poter competere e molte aziende hanno cominciato ad investire risorse proprie ma il Governo, se intende veramente scommettere sull’Idrogeno Verde, ha l’obbligo di sostenere tutta la filiera per rendere la transizione sostenibile. Il convegno del 14 giugno dovrà porre l’accento su tutti questi aspetti. Il convegno è stato organizzato con il supporto della Con il patrocinio del Segreteria Organizzativa.

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LGIM: Elezioni USA, perché stavolta è diverso?

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

La divergenza di opinioni tra lo stesso Trump e il presidente uscente e candidato democratico, Joe Biden, su una serie di temi chiave quali l’immigrazione e, in minor misura, sulle tariffe doganali, indica che il 2025 sarà un anno cruciale per l’economia degli Stati Uniti negli anni a venire. Ad oggi, purtroppo, è molto difficile, se non impossibile, prevedere quale scenario si verificherà, e per questo noi di LGIM abbiamo sviluppato delle previsioni attorno ai 4 possibili risultati delle urne. Inoltre, è bene specificare che queste sono le alternative che riteniamo più probabili, ma non possiamo escludere che alla fine se ne possano verificare altre ancora diverse. Il primo scenario è un “clean sweep” dei democratici, con il Partito dell’Asinello che controlla entrambe le camere del Congresso. In questo caso, ci aspettiamo un aumento della spesa pubblica, controbilanciato da un aumento delle tasse, risultante, però, in uno stimolo fiscale netto positivo. Impatto sull’inflazione: Il secondo scenario possibile è, al contrario del primo, un clean sweep dei repubblicani, a cui farebbe verosimilmente seguito l’estensione del taglio delle tasse tanto voluto da Trump, un aumento della spesa militare e un brusco calo dell’immigrazione. Riteniamo anche che l’aumento delle tariffe doganali andrebbe comunque a finanziare ulteriori tagli delle tasse. Impatto sull’inflazione. Il terzo scenario è quello in cui Biden viene rieletto, ma ha la maggioranza solo in una delle camere; ciò lo obbligherebbe a sottostare a molte delle richieste dei repubblicani, che verosimilmente prevedono una riduzione della spesa pubblica e anche l’interruzione di alcune agevolazioni fiscali che non sarebbero prolungate. Il quarto e ultimo scenario è una vittoria di Trump con maggioranza repubblicana in solo una delle camere. Come nel caso precedente, l’ipotetico neopresidente porterebbe avanti i punti che sono, almeno parzialmente, condivisi con i democratici; in primis l’aumento delle tariffe doganali. Al tempo stesso, tuttavia, è lecito aspettarsi un forte contrasto all’immigrazione, un aumento contenuto della spesa pubblica e lo stop ad alcune agevolazioni fiscali. Nei punti elencati sopra, si è fatto spesso riferimento al tema dell’immigrazione e questo perché, secondo i sondaggi più recenti diffusi da Gallop e dal Wall Street Journal, questo tema sta diventando rapidamente l’ago della bilancia per molti elettori, con almeno tre quarti dei votanti degli stati in bilico che ritengono che i provvedimenti presi da Biden in materia vadano nella “direzione sbagliata”.Capire quando il risultato di un’elezione inizia a manifestare i suoi effetti sui mercati è sempre una sfida, anche perché molto dipende da chi sono i vincitori e gli sconfitti, anche se il recente aumento dei rendimenti dei Treasury a più lunga scadenza potrebbe essere un segnale di come gli investitori stiano iniziando a scontare il rischio legato alle elezioni. In ogni caso, indipendentemente da chi sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca, il recente mix di crescita robusta e deflazione sembra essere frutto degli stimoli fiscali e dell’aumento dell’immigrazione e, purtroppo, la politica sembra stia facendo di tutto affinché questa combinazione di fattori non sopravviva al prossimo novembre e i mercati ne prenderanno nota. By Andrea Biancecomunicare

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Orientamento per i ragazzi degli ITS e formazione tecnica

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

Questi i due pilastri su cui TK Elevator Italia – leader mondiale nel mercato della mobilità urbana – ha realizzato, in partnership con Randstad, la prima edizione di TKE Academy. Il percorso di orientamento, organizzato in una serie di incontri informativi, visite e attività in azienda, per far conoscere agli studenti il mondo dell’ascensoristica e le opportunità di crescita che lo stesso offre, ha coinvolto oltre 110 studenti del 4° e 5° anno di Istituti Tecnici Superiori.Un investimento, quello in formazione, sempre più fondamentale per le imprese attive nel settore edilizio, che come molti altri sconta la mancanza di figure tecniche preparate: secondo il report “Costruire l’edilizia del futuro” di Randstad, infatti, le difficoltà di reperimento di tecnici elettronici per il settore dell’edilizia civile, sfiorano il 75%. In pratica mancano all’appello circa 7mila operatori, un trend destinato a crescere, considerato anche il processo di progressivo ammodernamento degli edifici nel nostro Paese.Tra i “testimonial” intervenuti negli incontri con i ragazzi anche Noemi, primo tecnico donna di TKE Italia, che ha raccontato la propria esperienza a testimonianza dell’efficacia e della completezza dei percorsi formativi erogati dall’azienda. Diplomata al liceo scientifico, senza esperienza né conoscenze settoriali, la giovane sta seguendo il programma di formazione – di circa 330 ore complessive, oltre il 70% delle quali focalizzato sulle nozioni di sicurezza e sulle competenze tecniche – che la porterà a conseguire il patentino da tecnico.

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Università: l’Abruzzo davvero sprofonda?

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

Nell’ultima Classifica Censis delle Università Italiane (edizione 2023/2024) le università abruzzesi non si posizionano affatto bene: l’Università degli Studi dell’Aquila si posiziona addirittura all’ultimo posto nella graduatoria degli atenei statali classificati come «medi» (da 10 a 20 mila iscritti), mentre è l’Università di Trento invece a guidare la classifica, con un punteggio complessivo di 96,2. Poi tra gli atenei statali classificati come «grandi» (da 20 a 40 mila iscritti), l’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara si posiziona anch’essa male nella Classifica Censis, al penultimo posto con un punteggio complessivo di 77,3, mentre è invece l’Università di Pavia a ottenere la posizione di vertice, ottenendo un punteggio pari a 91,2. E tra i nove piccoli atenei statali (fino a 10 mila iscritti) l’Università di Teramo si piazza male anch’essa, terzultima con un punteggio complessivo di 80, mentre al primo posto troviamo l’Università di Camerino che totalizza 101,7 punti. Insomma bocciate le università abruzzesi: nessuno dei tre atenei che la regione Abruzzo può vantare arriva alla sufficienza nella classifica stilata dal Censis, mentre per quanto riguarda i mega atenei statali (oltre 40 mila iscritti) si confermano sul podio l’Università di Bologna, prima con un punteggio di 89,7, l’Università di Padova con 87,5 e l’Università La Sapienza di Roma con 85,7. «Ma la situazione è diversa secondo il QS World University Ranking che invece annovera l’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara tra le migliori 1000 università al mondo» dicono gli specialisti di Ellesse Group, secondo i quali la realtà abruzzese è virtuosa, con maggiori opportunità di avere successo nello studio e di trovare lavoro, rispetto al resto d’Italia. Merito delle università, meno affollate e più vicine agli studenti, ma anche dei molteplici corsi di formazione, come quelli di Ellesse Group, attraverso i quali progredire nelle carriere ed aumentare il potenziale di guadagno. (Abstract by http://www.ellesse-group.it)

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Pompei: Trovati gli attrezzi di un carpentiere

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

“Le continue scoperte sugli usi e costumi della vita quotidiana degli antichi romani rese possibili dalle indagini scientifiche nella villa di Civita Giuliana nei pressi del Parco archeologico di Pompei ci rafforzano nella convinzione di proseguire a finanziare le attività di scavo. I nuovi ambienti recentemente rinvenuti e ora resi noti danno preziosa testimonianza del passato di una grande civiltà e rendono onore alla professionalità della ricerca archeologica che a Pompei è tornata più attiva che mai. Ringrazio la Procura di Torre Annunziata per la collaborazione prestata, che ha permesso di preservare la Villa di Civita Giuliana dall’attività criminale dei trafficanti d’arte e di intraprendere un percorso di ricerca capace di questi importanti risultati”, ha dichiarato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. L’ambiente scoperto è stato conservato in maniera eccezionale come gli altri due scoperti nello stesso settore con i letti degli schiavi, dove è stato possibile realizzare i calchi di mobili e altri oggetti di materiali deperibili: legno, tessuti, corde. La tecnica dei calchi, sperimentata in maniera sistematica sin dal 1863 con la realizzazione dei primi calchi delle vittime dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., è unica al mondo in quanto frutto della dinamica specifica dell’evento catastrofico: persone o oggetti travolti e coperti dalla “corrente piroclastica”, una nube ardente di cenere e gas tossici, sono rimasti lì per secoli. Ma mentre la cenere si è solidificata, formando uno strato molto solido noto come “cinerite”, il materiale organico quali corpi umani, animali o oggetti lignei, si sono decomposti, lasciando un vuoto nel terreno. Questi vuoti possono essere riempiti di gesso durante lo scavo, per riottenere, dall’impronta in “negativo”, la forma originale. Una tecnica che ha portato a risultati straordinari nella villa di Civita Giuliana, dai calchi di due vittime e di un cavallo a quelli dei letti modesti del quartiere servile.

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Turismo 2024: 14 milioni di crocieristi in Italia

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

Vamonos-Vacanze.it, tour operator specializzato in crociere per single, prevede che «al 31 dicembre 2024 saranno 14 milioni i passeggeri movimentati nei nostri porti, con circa 180 navi in transito nelle acque italiane in rappresentanza di oltre 50 compagnie di navigazione. A ricevere la maggior parte dell’afflusso crocieristico al primo posto si classifica Civitavecchia e sul podio anche Genova e Napoli. Nella top-10 seguono poi Savona, La Spezia, Palermo, Messina, Livorno, Venezia e Trieste. «Mentre su base regionale è la Liguria ad essere la prima in classifica. Sul podio seguono Lazio e Campania, mentre la Sicilia si colloca al quarto posto» sintetizza il tour operator. I mesi più trafficati? Al primo posto si colloca ottobre con oltre 700 scali e poi maggio, agosto e settembre conoltre 600 scali ciascuno. In quanto ai brand di punta che nel 2023 movimenteranno il maggior numero di passeggeri nei porti italiani, con ben oltre 4 milioni di crocieristi previsti, spicca tra tutti MSC. (Fonte: media web)

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Pompei, scavi nella Regio IX rivelano un sacrario con pareti blu

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

È stato pubblicato sull’e-Journal degli Scavi di Pompei https://pompeiisites.org/e-journal-degli-scavi-di-pompei/ un approfondimento su un nuovo ambiente scavato nell’area centrale della città antica, dipinto in blu e interpretabile come un sacrarium, ovvero uno spazio dedicato ad attività rituali e alla conservazione di oggetti sacri. L’ambiente è stato mostrato in anteprima nello Speciale Meraviglie della RAI del 27 maggio, curato e condotto da Alberto Angela. Su sfondo blu, le pareti mostrano figure femminili che affiancano le nicchie presenti al centro, e che raffigurano, in quelle laterali le quattro stagioni, le Horae, mentre in quelle sulla parete centrale allegorie dell’agricoltura e della pastorizia, come indicano gli attributi dell’aratro e del pedum, un corto bastone usato da pastori e cacciatori. Il colore azzurro qui ritrovato era raramente testimoniato negli affreschi pompeiani e in genere era presente in ambienti di grande impegno decorativo.Già parzialmente esplorato in epoca borbonica, lo scavo ha restituito oggetti appartenenti all’arredo della casa, temporaneamente depositati in occasione dei lavori edilizi estesi a tutto il complesso. Nell’ambiente sono state ritrovate quindici anfore da trasporto e un corredo in bronzo composto da due brocche e due lucerne. Presenti anche accumuli di materiali edilizi, pronti per essere impiegati nelle ristrutturazioni. Sulla soglia d’ingresso è stato rinvenuto un mucchio di gusci di ostriche già consumate che, probabilmente, una volta tritati venivano aggiunti agli impasti per gli intonaci e le malte. La stanza, che misura circa 8mq, è emersa tra le strutture poste nella porzione meridionale dell’isolato, pertinenti ad un quartiere secondario di una grande domus, che ha finora restituito un quartiere termale ancora in corso di scavo e un grande salone nero affrescato affacciato su un cortile, con scala di accesso al primo piano del complesso.L’attività di scavo che sta interessando l’insula 10 della Regio IX è parte di un più ampio progetto di messa in sicurezza del fronte perimetrale tra l’area scavata e non, e di miglioramento dell’assetto idrogeologico, finalizzato a rendere la tutela del vasto patrimonio pompeiano (più di 13mila ambienti in 1070 unità abitative, oltre agli spazi pubblici e sacri) più efficace e sostenibile.

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Comgest – Asia, semiconduttori ancora in crescita

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

A cura di Chantana Ward, Gestore del fondo Comgest Growth Asia di Comgest. Le valutazioni nel settore tecnologico sono diventate onerose in alcuni casi e vulnerabili a un aumento del costo del capitale. Ciò nonostante, i risultati delle società nella catena dei semiconduttori sono stati robusti e Samsung Electronics ha riportato dati per il 1° trimestre 2024 superiori alle aspettative, sostenuti dall’ulteriore rafforzamento dei prezzi di vendita medi di DRAM e NAND. Sembra inoltre probabile che nel 2° trimestre 2024 Samsung otterrà da Nvidia l’approvazione per le spedizioni di HBM3e. L’iconico indice giapponese Nikkei è sceso dai massimi storici, in parte sulla scia dei timori per l’inflazione globale e i semiconduttori, ma anche a causa delle tensioni geopolitiche: nel corso di una visita negli USA, il Primo Ministro del Giappone ha infatti ribadito l’impegno del Paese ad aumentare la spesa per la difesa. In aprile la Cina ha messo a segno un rally grazie a valutazioni abbastanza interessanti da indurre gli investitori a effettuare acquisti. A nostro avviso, i problemi economici cinesi non saranno tuttavia facilmente risolti alla luce dei cali persistenti dei prezzi degli immobili, dell’assenza di inflazione, dell’eccessiva opacità di numerosi settori, della debolezza della fiducia dei consumatori e degli stimoli governativi limitati. Malgrado questi trend di mercato diffusi, Fast Retailing, con il suo marchio di abbigliamento Uniqlo, ha mantenuto un solido trend di crescita, grazie al supporto fornito dai mercati occidentali alla performance. A seguito di una riunione con la società, ribadiamo la fiducia nelle sue prospettive in Cina e più in generale nel suo livello di innovazione e branding. Sempre a proposito di Giappone, Shin-Etsu Chemical ha annunciato piani di costruzione del primo stabilimento in tale Paese da decenni, a conferma sia della sua fiducia nell’economia, e nell’esigenza di innovazione continua del settore dei semiconduttori, anche in Giappone. A quanto ci risulta, lo stabilimento si concentrerà su resistenze e fotomaschere per la miniaturizzazione dei semiconduttori.

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Usa: stagione degli utili positiva, ma attenzione alle valutazioni

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

A cura di Giorgio Broggi, Quantitative Analyst di Moneyfarm. Negli Stati Uniti si è da poco conclusa un’ottima stagione delle trimestrali: il 78% delle aziende ha battuto le attese sulla crescita degli utili (al 05/06/2024), dato leggermente superiore rispetto alla media degli ultimi cinque anni (77%). La performance delle aziende sembra del resto riflettersi, più in generale, nella solidità dell’economia a stelle e strisce. Restano, tuttavia, due dati meno positivi su cui vogliamo richiamare l’attenzione: anzitutto il numero di aziende con outlook negativo per il futuro è stato leggermente più elevato rispetto alla media storica e le aziende che invece hanno deluso sono state penalizzate più del solito sul fronte dei prezzi. Questo significa che molto ottimismo – comunque giustificato – è già in qualche modo prezzato sul mercato americano.Nel complesso, l’economia resta forte e scommettiamo su una continua diffusione di questa forza al resto del mondo Sviluppato, soprattutto all’Europa. Dato che le regioni Sviluppate ex-USA soffrono meno delle valutazioni “elevate” americane, abbiamo recentemente proprio puntato su queste geografie, Europa su tutte, dove crediamo ci sarà margine per un ulteriore aumento del prezzo.

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BCE: un passo alla volta

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

Come ampiamente previsto, la BCE ha tagliato i tassi di riferimento di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 3,75%. In prospettiva, il Consiglio direttivo si atterrà all’approccio “riunione per riunione” per le future decisioni sui tassi, poiché la banca centrale ha bisogno di più dati per “confermare costantemente il percorso disinflazionistico”, secondo quanto dichiarato da Christine Lagarde. È stato inoltre confermato che il reinvestimento dei pagamenti del capitale del PEPP sarà ridotto della metà, come previsto, a partire da luglio. Le revisioni al rialzo delle proiezioni sull’inflazione dello staff per il 2024 e il 2025, sia per l’inflazione complessiva che per quella di fondo, non sono state sufficienti a impedire un taglio che era già stato comunicato ai mercati. L’inflazione complessiva è stata rivista al rialzo di 2 decimi al 2,5% nel 2024 e al 2,2% nel 2025. L’inflazione di fondo è stata rivista al rialzo di 2 decimi al 2,8% nel 2024 e di 1 decimo al 2,2% nel 2025, riflettendo una combinazione di fattori tra cui una crescita del PIL e del costo del lavoro più elevata prevista per il 2024. È inoltre molto probabile che la maggior parte di queste revisioni sia dovuta a un numero limitato di Paesi, tra cui la Germania, cosa che dovrebbe essere verificabile a breve con la pubblicazione delle proiezioni delle banche nazionali. La fiducia che il processo di disinflazione sia ancora in corso sembra essere stata la motivazione principale del taglio, nonostante le proiezioni di inflazione più elevate. Il fatto che la proiezione aggiornata dell’inflazione di fondo per il 2024 sia rimasta invariata nonostante un dato superiore alle attese a maggio (che non era stato pubblicato al momento della proiezione) ha certamente giocato un ruolo. Tuttavia, l’aspetto più importante è che la proiezione trimestrale dell’inflazione dello staff vede ancora una convergenza dell’inflazione al 2% nel 2025 entro la fine dell’anno e, come ha sottolineato Christine Lagarde, la notevole stabilità delle proiezioni dello staff su questo orizzonte negli ultimi cicli di proiezioni ha rafforzato la fiducia del Consiglio direttivo sul fatto che, nonostante gli scossoni, l’inflazione convergerà verso l’obiettivo nel medio termine. Infine, Christine Lagarde ha ricordato che, nonostante la sorpresa al rialzo della crescita salariale negoziata nel 1° trimestre del 2024, quest’ultima è stata guidata principalmente dalla Germania. Inoltre, il Consiglio direttivo vedeva ancora timidi segnali di stabilizzazione, mentre l’indicatore salariale della BCE indicava un calo dei salari in futuro. In prospettiva, la recente crescita appiccicosa dell’inflazione da servizi e dei salari, unita alle previsioni di inflazione più elevate dello staff, chiudono la porta a un altro taglio dei tassi a luglio, in linea con il nostro scenario. A meno di sorprese importanti nei dati in arrivo, manteniamo la nostra opinione che la BCE riprenderà i suoi tagli nella riunione di settembre. In realtà, si potrebbe sostenere che le previsioni di inflazione più elevate abbassano la soglia di un taglio a settembre, in quanto è più probabile che le previsioni dello staff siano sorprese al ribasso dai dati in arrivo, soprattutto alla luce dell’affievolirsi degli effetti delle passate festività pasquali e degli effetti una tantum tedeschi sulla dinamica dei prezzi.

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L’importanza dei data center

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

A cura di Rachele Beata, Investment Manager Pictet-Security di Pictet Asset Management. L’ascesa delle applicazioni di Intelligenza Artificiale (IA) sta facendo crescere la domanda di potenza di calcolo e capacità di archiviazione. Per aziende, individui e governi è fondamentale che tutti questi dati vengano elaborati e archiviati in modo sicuro. Ciò si traduce in un aumento della domanda di data center avanzati. A nostro parere, tale domanda presenta interessanti opportunità di investimento, sia nei data center stessi che nell’infrastruttura su cui si basano. I data center sono diventati cruciali per soddisfare la crescente richiesta dell’infrastruttura necessaria a gestire l’enorme carico di lavoro dell’IA. Negli ultimi dieci anni, gli sviluppatori hanno costantemente incrementato la capacità dei nuovi data center in colocation (che ospitano server e reti di varie aziende in una struttura condivisa) e hyperscale, appositamente progettati per soddisfare le enormi esigenze in termini di dimensioni e alte prestazioni delle grandi aziende tecnologiche e dei fornitori di servizi cloud. Il bisogno di capacità sempre maggiori aumenterà ulteriormente con l’ascesa dell’IA generativa (GenAI), che porterà a un nuovo ciclo di spese in conto capitale (capex) da parte delle aziende attive nell’hyperscale e richiederà sostanziali investimenti nelle infrastrutture dei data center per diversi anni a venire. Per continuare a memorizzare le informazioni in modo sicuro, l’infrastruttura dei data center dovrà evolversi per far fronte alla potenza aggiuntiva richiesta dall’IA e garantire che i dati non vadano persi a causa di surriscaldamenti, interruzioni di corrente o incendi. La costruzione di data center si trova ad affrontare due sfide critiche: la disponibilità di aree edificabili e i vincoli energetici.Dopo l’aumento annuo dei canoni del 18,6% nel 2023, gli esperti immobiliari di CBRE prevedono un ulteriore incremento percentuale a doppia cifra nel 2024. Nei prossimi anni, ci aspettiamo quindi che il settore dei data center subisca una crescita esponenziale, dovuta principalmente all’ampia adozione delle tecnologie di IA. Una crescita trainata in primo luogo dalla necessità di una sempre più ampia capacità di elaborazione dei dati e di infrastrutture informatiche ad elevate prestazioni. A ciò va aggiunta anche la ricerca di soluzioni di raffreddamento in grado di garantire l’affidabilità e l’efficienza delle componenti hardware dell’IA anche a fronte di un surriscaldamento maggiore generato da consumi energetici attesi più elevati. Pertanto, le società operanti nel settore dei data center in grado di adattare e scalare le proprie infrastrutture in modo da soddisfare queste esigenze in continua evoluzione si ritroveranno nella posizione migliore per sfruttare la diffusione dell’IA. Al contempo, le aziende che sapranno cogliere e adattarsi a questi cambiamenti potranno svolgere un ruolo fondamentale nel plasmare il futuro dell’innovazione e nel garantire la sicurezza dei dati che archiviano. Ricordiamo, infatti, che i data center svolgono un ruolo fondamentale nella protezione degli asset critici per qualsiasi tipo di azienda oggigiorno, cosa che li rende un segmento estremamente interessante nell’universo di investimento della nostra strategia Pictet-Security. (Abstract by Gruppo Pictet)

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“Occupazione Usa: a maggio creati oltre 272mila nuovi posti di lavoro”

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

Di Jeffrey Cleveland, Chief economist di Payden & Rygel. Dopo un inizio d’anno all’insegna di crescita e inflazione superiori alle attese, ad oggi i mercati sembrano inclini a sostenere la narrativa di un rallentamento della crescita Usa, tanto che alcuni operatori a Wall Street continuano a prevedere dai 3 ai 6 tagli dei tassi entro la fine del 2024.Tuttavia, analizzando l’andamento del mercato del lavoro Usa, se da un lato stiamo assistendo a un calo della domanda rispetto ai picchi del 2022, dall’altro le assunzioni restano del 15% superiori rispetto ai livelli pre-Covid, con oltre 8 milioni di posti di lavoro vacanti ad aprile. In base agli ultimi dati pubblicati oggi, a maggio sono stati creati 272mila nuovi posti di lavoro, escluso il settore agricolo, un dato notevolmente superiore sia rispetto alla media dell’ultimo anno (232mila) sia rispetto a quella degli ultimi tre mesi (249mila) e da cui non emerge alcun rallentamento evidente della domanda di lavoro. In aggiunta, il numero di licenziamenti si attesta su livelli storicamente bassi, con le richieste di sussidi di disoccupazione ferme a quota 220mila o meno da quasi un anno.Ovviamente, i difensori dei bond sottolineeranno la debolezza delle ultime indagini sui bilanci delle famiglie statunitensi, secondo le quali a maggio l’occupazione è calata di 408mila unità, anche se è bene ricordare che si tratta di una serie piuttosto volatile, che nel corso degli ultimi due anni e mezzo ha avuto un impatto limitato sulla traiettoria dell’economia e della politica monetaria Usa.In conclusione, i timori di un rallentamento dell’economia statunitense sono, a nostro avviso, eccessivi, specialmente alla luce degli ultimi dati sull’occupazione di maggio, e riteniamo che l’eventualità di un taglio dei tassi di interesse nel breve termine sia minima.

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Preview BCE: i dati sui salari suggeriscono una pausa a luglio

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

A cura di David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments, “Se la BCE non avesse annunciato con tanta enfasi il taglio dei tassi questa settimana, riteniamo che ci sarebbe stato un acceso dibattito sull’opportunità di attendere altri dati dopo le pubblicazioni poco incoraggianti sui salari e sull’inflazione delle ultime due settimane. È molto probabile che la Lagarde guidi i mercati verso una sospensione a luglio, con il prossimo aggiustamento a settembre o ottobre”. “Had the ECB not telegraphed the rate cut this week so emphatically, we believe that there would have been a heated debate around whether to wait for more data following the less than supportive wage and inflation prints over the last couple of weeks. It is highly likely that Lagarde will guide markets to a hold at July, with the next adjustment either in Sept or October.” Font: http://www.columbiathreadneedle.it

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Giustizia: Confronto necessario

Posted by fidest press agency su domenica, 9 giugno 2024

Il metodo del confronto dovrebbe essere “quotidiano” quando “si affrontano riforme che toccano la Costituzione”. Lo dice Giampaolo Di Marco, avvocato, segretario generale Associazione Nazionale Forense, al termine del convegno ‘Separati o divisi? – Riflessioni sul ddl governativo sulla separazione delle carriere’, dialogo tra Avvocatura, Magistratura, Dottrina Giuridica e Politica, organizzato da Associazione Nazionale Forense e UniMarconi. All’evento, che si è svolto nel pomeriggio a Roma, hanno partecipato Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, Giuseppe Santalucia, magistrato e presidente Anm, Marco Lepri, consigliere dell’Ordine degli Avvocati Roma e presidente Anf Roma, Pierantonio Zanettin, senatore Fi e Walter Verini, senatore Pd. Il confronto è servito a far sedere allo stesso tavolo avvocati, magistrati, professori ed esperti in materia “su un argomento così delicato come la separazione delle carriere” e si svolto “in un luogo neutro”, ovvero l’università: “Solo un confronto equilibrato, serrato, senza rinunciare alle proprie idee, alle proprie identità, permette di capire quali sono le posizioni corrette e coerenti con lo spirito di sistema con il quale si vuole attuare questa riforma”, prosegue Di Marco, secondo il quale affrontare il tema di una riforma costituzionale “non può non partire dall’interrogativo se è necessaria, per quanto tempo deve durare e resistere. Perché non ci dimentichiamo che in altri passaggi la stessa Costituzione ci è voluto tantissimo tempo per attuarla in tanti settori della nostra vita quotidiana. Quindi toccarla sistematicamente potrebbe significare anche indebolirla o svilirne la sua capacità di resistenza”. Secondo il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense, “se in realtà si vogliono correggere delle disfunzioni, ovvero evitare che il Pubblico Ministero prenda il caffè con il giudice, credo che non serva una riforma costituzionale, ma sia necessario rieducare al senso delle istituzioni, all’autonomia, all’indipendenza della magistratura e di questo anche l’Avvocatura deve farsene carico”.

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