Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 172

Archive for 24 dicembre 2023

Incendio Malagrotta

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

Roma “Il deposito di Malagrotta, dove vengono convogliati i rifiuti smaltiti nella Capitale e in tutta la provincia di Roma, è in fiamme e sta continuando a bruciare dal primo pomeriggio: addirittura per spegnere l’incendio – che nel momento in cui scriviamo pare sia di proporzioni immani – sono al lavoro 40 vigili del fuoco, con 13 automezzi. Un vero e proprio attentato ecologico a Roma e al suo territorio. Roma si conferma città allo sbando, preda dell’inquinamento ambientale e delle ecomafie che qui fanno il bello e il cattivo tempo, con le Istituzioni che la governano totalmente incapaci di reagire: mentre queste mani criminali agiscono e depredano la città, nel frattempo c’è ancora chi crede che l’inceneritore sia la panacea dei mali passati, presenti e futuri”. Così in una nota il vicepresidente della commissione capitolina Ambiente Daniele Diaco (M5S) e il capogruppo del M5S in XII Municipio Lorenzo Di Russo.

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Tuglie: Presepi nel Borgo 2023

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

Tuglie, nel cuore del Salento. Ritorna anche quest’anno la quinta edizione di “Presepi nel Borgo”. La manifestazione, organizzata dall’Associazione Culturale “Festival Nazionale del Libro” con la direzione artistica di Gianpiero Pisanello e Marco Donadei, si propone di diffondere, in contesti particolari, la tradizione dell’arte presepiale nell’antico borgo di Tuglie, in provincia di Lecce. “Segui la stella” è il messaggio guida di “Presepi nel Borgo” che vuole essere un percorso tra le contorte stradine del centro storico, le case a corte, i frantoi ipogei, le chiese, le cantine, le cripte e gli antichi palazzi.“Gli amanti dei presepi di Tuglie si sono uniti per regalare, nella loro semplicità, delle realizzazioni uniche e nel segno della tradizione”, fanno sapere gli organizzatori. “L’idea di ‘Presepi nel Borgo’ nasce per voler valorizzare la tradizione salentina legata al presepe e diffondere il messaggio, soprattutto dopo la lettera “Admirabile signum” di Papa Francesco, in seguito alla visita al presepe di Greccio, sul suo significato e il suo valore. ‘Presepi nel Borgo’, dopo il successo delle scorse edizioni, è uno degli eventi immancabile del Natale nel Salento”. Dal classico presepe salentino con i pupi in terracotta e cartapesta al presepe realizzato con pietre e carta roccia, dai presepi che riproducono gli antichi “furneddhri” e muretti a secco a quelli che riproducono i centri storici salentini, senza dimenticare le realizzazioni artistiche di alcuni artisti tugliesi che rivisitano la Natività di Gesù con messaggi particolari. Tutti i presepi sono artigianali e anche con un occhio particolare alla tecnologia con la creazione di effetti particolari. Una cartina, consegnata nella prima tappa presso “Cantina Peparussu – Casa delle Tradizioni Salentine”, accompagna il visitatore tra oltre trenta creazioni artistiche nel centro storico di Tuglie. Ad accogliere in alcune giornate i visitatori il suono degli zampognari e della musica popolare salentina. Novità della quinta edizione è “Presepi in una Notte”. Il 27 dicembre tutti i presepi, nel centro storico di Tuglie, saranno visitabili fino a mezzanotte. In ogni contesto saranno realizzati eventi, degustazioni, musica e occasioni di incontro e condivisione.GIORNATE DI VISITA AI PRESEPI 25 – 26 – 27 – 29 – 30 dicembre 2023 1 – 2 – 3 – 6 – 7 gennaio 2024 Dalle ore 17.00 alle ore 21.00 Ingresso libero Per gruppi di minimo 5 persone possibilità di avere una guida di supporto al costo di 2 euro a persona

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Canzoni in salotto

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

Roma venerdì 29 dicembre 2023 ore 20 Altrove Teatro Studio – Via Giorgio Scalia, 53 Il duo Bianchi – Ronconi, dopo una lunga serie di concerti e spettacoli, torna sul palco dell’Altrove in una dimensione più intima. Il salotto è il cuore della casa che è, a sua volta, il luogo in cui ci sentiamo sicuri e protetti dal caos del mondo esterno. Tra queste pareti ci si può talvolta abbandonare a momenti privati, per raccontare qualcosa in più che ci riguarda in modo sincero, un segreto, una fragilità, un ricordo. Le luci sono soffuse, possiamo sprofondare in una poltrona sorseggiando del buon vino e pian piano perderci nelle note della chitarra di Giacomo Ronconi e della voce di Ottavia Bianchi che ci riporteranno indietro nel tempo con i migliori brani della storia della nostra musica. Ma solo nel primo set. Nella seconda parte della serata la palla passerà al pubblico: se avete mai desiderato cantare una canzone a qualcuno, o di essere accompagnati, nel farlo, dalle esperte mani di un professionista che, su vostra richiesta, le avrà precedentemente preparate per voi, allora dovete venire nel salotto di Casa Altrove a raccontare la storia della canzone più importante della vostra vita. Non importa se non l’avete mai fatto o se pensate di non saper cantare. Il gioco è quello di mettersi in gioco e il luogo perfetto per giocare è il teatro. Per una serata diversa e informale, per conoscere altri mondi, per essere Altrove e contemporaneamente a casa. Biglietti: Intero 15€

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Mostra retrospettiva di Marina Abramović

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

Amsterdam dal 16 marzo al 14 luglio 2024, la più completa mostra personale di Marina Abramović (Belgrado, 1946) è in programma allo Stedelijk Museum di Amsterdam. Oltre 60 opere chiave mostrano lo sviluppo dell’impressionante opera della pluripremiata pioniera della performance d’arte negli ultimi 50 anni: dai suoi primi lavori, realizzati nella ex Jugoslavia e ad Amsterdam, alle rivoluzionarie performance con il suo compagno Ulay e al lavoro da solista con il quale è ancora attiva. La mostra presenta registrazioni di performance leggendarie, fotografie, video, sculture e rievocazioni dal vivo di quattro iconiche performance eseguite per la prima volta nei Paesi Bassi: Art Must Be Beautiful, Artist Must Be Beautiful (1975), Imponderabilia (lavoro con Ulay) (1977), Luminosity (1997) e The House with the Ocean View (2002). Inoltre, i visitatori potranno partecipare in prima persona a due opere: Work Relation (opera con Ulay) (1978) e Counting the Rice secondo il Metodo Abramović. La mostra è stata curata in stretta collaborazione con l’artista e la Royal Academy di Londra. Marina Abramović è stata una figura di spicco della performance d’arte e dell’arte del corpo fin dagli anni Settanta ed è considerata una delle più importanti fondatrici di questa forma d’arte. È stata lei a portare la performance d’arte al centro dell’attenzione, partendo dai suoi esordi sperimentali. Utilizza il proprio corpo e mette costantemente alla prova i limiti della propria resistenza fisica e mentale in modo potente e senza compromessi. Insieme all’artista Ulay (Frank Uwe Laysiepen, 1943-2020), incontrato ad Amsterdam nel 1975, ha creato un furore internazionale – fino al loro scioglimento nel 1988 – con performance di lunga durata che mettono a dura prova questi limiti. Nel suo ultimo lavoro da solista, si concentra soprattutto sull’esplorazione della spiritualità e sulla creazione di un’interazione in cui il pubblico diventa parte attiva del suo lavoro e della sua energia. La mostra Marina Abramović è stata organizzata dallo Stedelijk Museum di Amsterdam e dalla Royal Academy of Arts di Londra e curata nei Paesi Bassi dalle curatrici Karen Archey e Nina Folkersma. La mostra è stata resa possibile in parte grazie al generoso contributo di Art Mentor Foundation Lucerna, del Blockbuster Fund, dei sostenitori del Marina Abramović Circle e dei sostenitori dello Stedelijk Museum Fund. Prezzo d’ingresso: fino a 18 anni: gratuito, adulti: € 22,50, studenti e titolari di carta CJP: € 10, – titolari di carta Museumkaart, VriendenLoterij VIP: gratuito. Durante la mostra, si applica un supplemento di € 10 sul prezzo d’ingresso per tutto il museo, tranne che per i giovani fino a 18 anni, gli Amici, i VIP, i Jaarkaart e altri (per tutte le informazioni, consultare stedelijk.nl/surcharge). Il supplemento per studenti e titolari di carta CJP è di 5 euro. Questo supplemento è una tantum e non deve essere acquistato nuovamente alla prossima visita

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Natale: Cia, shopping nei mercati degli agricoltori per una famiglia su tre

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

Quest’anno più di una famiglia su tre (35%) sceglie di fare acquisti tra i banchi degli agricoltori e sulle bancarelle allestite per Natale, che si moltiplicano in città e nelle aree rurali. Obiettivo fare regali utili, sempre più spesso in chiave enogastronomica, ma anche comprare direttamente dai produttori primizie e specialità da mettere in tavola per la cena della Vigilia, il pranzo di Natale e Santo Stefano, la notte di Capodanno. Lo dice Cia-Agricoltori Italiani, confermando il trend in crescita della vendita diretta, soprattutto dopo la pandemia.A spiccare tra i regali preferiti, da fare e da ricevere, ci sono infatti i tradizionali cesti natalizi con i prodotti agroalimentari del territorio -osserva Cia- praticamente in cima alla lista dei desideri di mezza Italia. Ideali per tutte le tasche, a seconda delle dimensioni, ma sempre pieni di gustosi prodotti di qualità.Ma per quasi 9 milioni di famiglie, in questo fine 2023, i mercati contadini sono la prima scelta anche per acquistare prodotti ed eccellenze locali per le tavole delle festività con parenti e amici -continua Cia-. A vincere la qualità, genuinità e salubrità garantita dagli agricoltori e sostenuta dal rapporto di fiducia consolidato negli anni con i consumatori.E nella top ten dei prodotti più gettonati, come dono e per casa, ci sono ancora vino e spumante, olio extravergine d’oliva, salumi e formaggi tipici, seguiti da miele, conserve e sottoli, pasta artigianale, frutta e verdura di stagione.“Sono in tanti a recarsi nelle botteghe e nei mercatini allestiti dagli agricoltori, che assicurano la qualità a un giusto prezzo, anche a Natale, con le aziende Cia associate alla Spesa in Campagna in prima fila -commenta il presidente nazionale Cristiano Fini- per non far mancare sulle tavole degli italiani il meglio delle produzioni agricole regionali che fanno grande la cucina delle feste”.

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PGIM FIXED INCOME: Gestione attiva per cogliere le opportunità dalla dispersione sul mercato

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

A cura di Greg Peters, Managing Director, Co-Chief Investment Officer di PGIM Fixed Income. Credo che il raggiungimento dell’obiettivo del 2% da parte della Fed si rivelerà piuttosto sfuggente. Ora le banche centrali devono considerare l’inflazione in un regime diverso e il fatto che sia superiore ai loro obiettivi cambia il modo in cui considerano l’economia. La Fed ha aumentato i tassi di interesse per diversi motivi: per rallentare l’economia, per aumentare la disoccupazione e per colpire l’inflazione. Ma credo sia davvero difficile immaginare un ambiente in cui l’inflazione si muova verso il trend in modo significativo quando si ha un mercato del lavoro così forte.Questa è stata la recessione più prevista che non si è verificata. I consumatori e l’economia si stanno ammorbidendo, ma da livelli molto forti. Per me, tutto ciò che guardo è riconducibile al mercato del lavoro con un duplice effetto: uno è la crescita, l’altro è l’inflazione. Il mercato del lavoro si sta raffreddando, sì, ma da livelli che, francamente, erano insostenibilmente forti. Vedo gli Stati Uniti come un chiaro vincitore; penso che ci sia una forza intrinseca nell’economia statunitense e sono rialzista sul dollaro nel medio-lungo termine. Sono piuttosto ottimista sull’economia. Penso che la storia metterà in cattiva luce la politica dei tassi zero della Fed, che ha incoraggiato le persone ad acquistare asset più rischiosi. Penso che ci troviamo in una situazione molto più naturale e credo che gli aumenti salariali che abbiamo registrato creino un’economia molto più equilibrata. Abbiamo ancora un 20-25% di possibilità di recessione nei prossimi 12 mesi che non possiamo ignorare. Tuttavia, vorrei insistere sulla nozione di “breve e poco profonda”; la mia sensazione è che se avremo una recessione, sarà più lunga e profonda di quanto previsto.Non sono un rialzista per natura, ma probabilmente non sono mai stato così ottimista sul futuro del reddito fisso. I rendimenti sono tornati a livelli rispettabili e ci aspettiamo che si mantengano più o meno sui livelli attuali nel lungo periodo. Ciò dovrebbe consentire alle obbligazioni di guadagnare il loro rendimento nei prossimi anni, anche se con una volatilità intermittente. Non voglio che i tassi salgano, ma che rimangano al loro livello, perché ritengo che questo sia molto importante.La nostra visione dell’economia suggerisce fortemente che la curva dovrebbe normalizzarsi, in particolare nella parte posteriore più che in quella anteriore. Non vedo molto margine di manovra per la parte anteriore. Penso che l’ostacolo al taglio dei tassi sia molto più alto di quanto credano gli operatori di mercato, mentre quello al rialzo è molto più basso. E se ho ragione sul fatto che l’inflazione potrebbe iniziare a salire un po’, sarà difficile tagliare i tassi.Abbiamo trascorso la maggior parte del 2023 a duration corta e siamo più neutrali dal punto di vista della duration. La curva dei rendimenti è profondamente invertita. Storicamente, questo è stato un sintomo di un eccesso di rialzo da parte della Fed, ma riteniamo che, per il momento, possiamo sopportare tassi più elevati grazie all’aumento dell’inflazione e della crescita. Riteniamo che la curva dei rendimenti si normalizzerà con il tempo, per cui rimaniamo corti anche sulla parte interna della curva dei rendimenti. Se si riavvolge l’orologio al 2019, nessuno voleva il reddito fisso. La domanda che ci veniva sempre rivolta era “perché preoccuparsi?”. E con il senno di poi, probabilmente era la domanda giusta da porsi. Ma credo che ci troviamo in una situazione molto più equilibrata e vediamo la possibilità di aumentare il reddito fisso come non accadeva da anni. Ogni investitore ha le proprie esigenze, naturalmente, ma credo che il reddito fisso stia finalmente soddisfacendo tali esigenze. Mentre quando i tassi erano a zero, non era così. Vediamo il maggior valore del mercato nello spazio dei prodotti strutturati. La tesi generale è quella di un aumento dei tipi di investimento sicuri e di qualità. Non credo che si sia costretti a uscire dalla curva del rischio; non è necessario per raggiungere i propri obiettivi. Ciò che ci entusiasma è la dispersione del mercato. Se guardiamo all’high yield, vediamo una dispersione così ampia come non si vedeva da tempo. Si tratta quindi di un ambiente ideale per un gestore attivo.

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Azionario: perché le prospettive sono interessanti ed è meno caro di quel che appare

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

A cura di Andrea Delitala, Head of Investment Advisory di Pictet Asset Management. Quello che è successo nell’ultima parte dell’anno, anche sul fronte azionario, è di fatto gravitato tutto intorno all’obbligazionario. A inizio anno i bond avevano rendimenti reali in salita, senza che questo disturbasse la buona performance azionaria trainata dalla tecnologia in USA, con prezzi in salita a parità di earnings, poiché resisteva l’idea che un’economia sana potesse sopportare tassi più elevati senza che venissero meno le attese sulla crescita degli utili. Successivamente l’accelerazione nella salita dei rendimenti obbligazionari – non giustificata da fondamentali, ma dal term premium – è stata la spina nel fianco finanziaria che ha contagiato l’azionario. Ora che il tantrum dei bond sembra rientrato, si è innescato un rally azionario consequenziale. In questo senso il rally di fine anno è diverso dal solito, perché si tratta di un fenomeno guidato dalla normalizzazione dell’anomalia sui bond. Il momento è propizio sul fronte dei portafogli per prendere profitto sull’obbligazionario e stare in attesa sull’azionario. Il mercato ha ancora prospettive abbastanza buone per gli utili americani, che però sono limitate a un gruppo molto concentrato di aziende. Sul fronte utili, di recente si è vista anche una certa ripartenza europea e una buona tenuta del Giappone. Le nostre previsioni sulla crescita utili per l’anno prossimo sono più caute rispetto a quelle del mercato: per l’America stimiamo un 2% e per l’Europa un 3,6%, contro rispettivamente l’11% per l’America e il 5,7% per l’Europa previsti dal mercato. La partita si giocherà sui fondamentali. Il rapporto prezzo/utili del titolo mediano dell’S&P500 non è lontano dalla media storica; le società protagoniste di quest’anno, le magnifiche sette, hanno valutazioni elevate cui si accompagna una capacità di generare utili superiore a quella del mercato. Si tratterà di capire fin dove andrà avanti la capacità di innovare e mantenere la redditività di queste società sulla frontiera tecnologica. Questa fine di 2023 ci ha offerto la buona notizia della normalizzazione del mercato obbligazionario, ma il regime di correlazione non si è ancora stabilizzato. Ci sono le condizioni affinché il 2024 possa essere l’anno del ritorno a correlazioni più utili ad una costruzione di portafoglio.

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Il tantrum dei bond: perché l’anomalia è rientrata

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

A cura di Andrea Delitala, Head of Investment Advisory di Pictet Asset Management. È essenziale comprendere cosa sia successo sui mercati negli ultimi mesi per cercare di capire come si muoveranno bond e azioni nel prossimo trimestre. Partiamo da quello che definiamo il tantrum dei bond, un eccesso dell’obbligazionario, che ha finito per contagiare anche l’azionario. Da fine luglio, anche i tassi sulle scadenze da tre a dieci anni, soprattutto in USA, si sono portate ad un livello molto superiore rispetto a quello di neutralità, ovvero del livello di equilibrio di lungo termine (stimato in termini reali attorno allo 0,5% o almeno all’interno di un intervallo 0-1%). Questo si giustificherebbe solo con una capacità del sistema di sopportare tassi reali molto più elevati di quello che normalmente è ritenuto verosimile. È una replica del 2013, quando l’allora presidente della Fed Ben Bernanke aveva di punto in bianco presagito la fine degli acquisti di titoli di Stato da parte della Fed. Qualcosa di simile è successa adesso e, come allora, prima il mercato si è spaventato (tra luglio e fine ottobre) e poi è poi tornato sui propri passi addirittura più velocemente di allora: il tasso swap (OIS) a termine (5Y5Y) è ora a 0,8% dopo aver toccato il massimo di 1,75%. Il tantrum ha poco a che fare non con la politica monetaria immediata, con le aspettative d’inflazione o con movimenti nel premio di rischio dell’emittente Tesoro USA; si tratta quindi di una dinamica dei tassi reali essenzialmente dovuta ad un valore residuo (nella scomposizione dei rendimenti) detto Term Premium. Il term premium è il rendimento in eccesso, che l’investitore chiede per acquistare il titolo a lunga scadenza, rispetto alla sua previsione sull’andamento dei tassi a breve. Questo valore non può cambiare a ritmi frenetici: è chiaro che il mercato sia andato nel panico, tra luglio e ottobre, forse a causa dell’eccesso di offerta di obbligazioni del Tesoro americano. In parte il Tesoro stesso ha poi ridimensionato leggermente il suo programma di emissione, ma riteniamo che il mercato sia tornato sui propri passi spontaneamente. Pertanto, se il tantrum dei bond è sostanzialmente un tantrum del term premium, può essere ritenuto un fatto transitorio. Questo peraltro è già rientrato su valori ragionevoli, consentendo ai tassi forward di riavvicinarsi ai livelli di neutralità, il che rende meno cogente, almeno tatticamente, la view costruttiva sull’obbligazionario, finché non saremo sicuri che l’inflazione sia sconfitta e il ciclo economico stabilizzato. In termini nominali, i bond hanno toccato un picco del 5% sul decennale e ora sono rientrati a ridosso del 4%. Per aspettarsi di più nel breve servirebbe forse una ragione macroeconomica: tra un anno forse vedremo livelli anche del 3,5%, se l’inflazione sarà sconfitta definitivamente e se le banche centrali avranno dato il loro benestare. Certo è che tutto il fenomeno descritto non è stato di natura inflazionistica.

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Robeco: Valutare l’impatto delle aziende sulla carenza idrica

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

A cura di Jan Anton van Zanten, SDG Strategist di Robeco. Essenziale per la vita sulla Terra, l’acqua si trova ad affrontare una sfida esistenziale con il desolante calo di numerosi bacini d’acqua dolce in tutto il mondo. Lo stress idrico rappresenta sempre più un rischio per la stabilità del nostro pianeta, poiché può causare il collasso degli ecosistemi dipendenti dall’acqua. L’Atlante del rischio idrico di Aqueduct mette in luce le regioni di tutto il mondo che sono alle prese con un acuto stress idrico. In questi luoghi, l’estrazione dell’acqua esercita una pressione sproporzionata su ecosistemi già fragili. Idealmente, adotteremmo un approccio basato sulla scienza e valuteremmo sistematicamente i volumi di consumo idrico delle aziende rispetto ai tassi di rigenerazione dei bacini idrografici locali. Tale punto di vista può aiutare a evitare squilibri tra domanda e offerta. Tuttavia, ciò richiede dati spazialmente espliciti sul consumo di acqua lungo le catene del valore di migliaia di aziende, che purtroppo non sono disponibili. Dobbiamo invece adottare un approccio globale, anche se possiamo comunque tenere conto del contesto locale nel valutare lo stress idrico.In linea con la filosofia del nostro SDG Framework, vogliamo mettere a fuoco gli impatti significativi che gli emittenti hanno sulla scarsità idrica. Pertanto, la nostra valutazione si concentra sulle aziende con attività sostanziali in regioni che presentano livelli elevati di stress idrico. Inoltre, includiamo solo le aziende che operano in “settori a impatto critico”, come sono definiti dal Carbon Disclosure Project. Quindi, optiamo per un approccio lungimirante che valuti se le tendenze dell’impronta idrica di queste aziende sono in linea con una traiettoria che ci riporti ad avere “spazi operativi sicuri” entro il 2030, scadenza dell’agenda degli SDG. In un recente rapporto tecnico si sottolinea che attualmente stiamo superando la soglia planetaria per l’acqua blu, presente in laghi, fiumi e bacini artificiali, con l’incredibile quantità di 161-414 km3 all’anno. In linea con il principio di precauzione, puntiamo a una riduzione di 414 km3 di consumo di acqua blu entro il 2030 per tornare a operare entro la soglia planetaria, che gli scienziati hanno fissato a 4.000 km3. Per raggiungere questo obiettivo, il mondo deve ridurre il consumo di acqua dell’1,417% all’anno fino al 2030.Pertanto, le aziende il cui consumo di acqua diminuisce in media di oltre l’1,417% all’anno possono essere ragionevolmente percepite come aderenti a un percorso globale in armonia con gli SDG. Al contrario, le aziende che non riducono, e in alcuni casi addirittura aumentano, il consumo di acqua, ostacolano il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Inoltre, per evitare di assegnare punteggi SDG positivi/negativi ad aziende che attualmente hanno un’impronta idrica elevata/bassa, fissiamo soglie sui livelli esistenti di consumo idrico e assegniamo punteggi positivi e negativi relativamente agli Obiettivi 6 e 15. Di conseguenza, circa il 20% delle aziende oggetto della valutazione riceve un punteggio negativo. In linea con il principio di Pareto, questo gruppo è responsabile di circa l’80% del consumo totale di acqua da parte di tutte le società interessate. I dati utilizzati nella valutazione riflettono l’uso diretto di acqua da parte delle aziende durante le loro attività, nonché l’uso indiretto di acqua dolce associato alle pratiche commerciali a monte della catena di approvvigionamento. In questo modo, le aziende integrate verticalmente non vengono indebitamente penalizzate per un’impronta idrica elevata rispetto a quelle che hanno esternalizzato attività ad alta intensità idrica ai fornitori. Per esempio, la produzione alimentare è spesso ad alta intensità idrica, anche se questo in genere non si riflette nell’uso dell’acqua da parte dei produttori alimentari a valle, poiché la maggior parte del consumo di acqua avviene durante la produzione agricola a monte. (Abstrac by http://www.verinieassociati.com/)

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Come disintossicare la politica migratoria

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

By Zanny Minton Beddoes Redattore capo The Economist. La nostra doppia emissione di fine anno è una tradizione economista di lunga data. Ogni dicembre pubblichiamo una raccolta di “speciali di Natale”, pezzi che consentono ai miei talentuosi colleghi di allontanarsi dall’agenda delle notizie e scrivere di altri eventi, persone, animali e luoghi che hanno catturato la loro attenzione. Gli argomenti variano molto – quest’anno includono vino , trattori e pinguini gay – ma sono sempre un’ottima lettura.Abbiamo anche pubblicato un leader che nomina il nostro Paese dell’anno, cosa che abbiamo fatto per la prima volta nel 2013. La discussione editoriale dietro quell’articolo ne ha generato un’altra, su come disintossicare la politica migratoria . La nostra opinione: i catastrofisti sia di destra che di sinistra hanno torto.

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How to detoxify the politics of migration

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

By Zanny Minton Beddoes Editor-in-chief The economist. Our end-of-year double issue is a long-established Economist tradition. Every December we publish a collection of “Christmas specials”—pieces that allow my talented colleagues to stray from the news agenda and write about other events, people, animals and places that have captured their attention. The topics vary wildly—this year’s include wine, tractors and gay penguins—but they are always a great read. We have also published a leader naming our country of the year—something we first did in 2013. The editorial discussion behind that piece spawned another, on how to detoxify the politics of migration. Our take: doom-mongers on both the left and the right are wrong.

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Banche Centrali: una comunicazione poco coerente della FED che alimenta le attese di ribassi… forse troppo

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

A cura di Andrea Delitala, Head of Investment Advisory di Pictet Asset Management..C’è il nodo delle banche centrali. Fed e Bce hanno lasciato i tassi invariati anche nell’ultima riunione dell’anno, come previsto. Ma la Fed ha completamente capovolto la narrativa di un trimestre fa, stimando che il tasso di riferimento scenderà al 4,6% per dicembre 2024 (dal 5,1% del FOMC di settembre) e suggerendo dunque tre tagli nel 2024. In qualche modo la Fed ha assecondato la tendenza di mercato, in cui da un po’ si parla del prossimo ciclo di ribassi, e non più di quale sia il terminal rate, che in pratica è ormai stato raggiunto, con il 5,5% per l’America e il 4% per l’Europa. A settembre il mercato aveva metabolizzato con fatica una hawkishness convinta motivata da Powell con il maggior pericolo inflattivo di una politica accomodante; il 13 dicembre invece abbiamo sentito il presidente della Fed affermare che il mandato della Banca Centrale USA sia tornato a tutti gli effetti binario, in pratica ridando peso anche all’obbiettivo della piena occupazione. Questa improvvisa dovishness dei toni, non ascrivibile ai dati più recenti, e tantomeno alle condizioni finanziarie (ben più accomodanti di un mese fa) ci sembra dunque più l’esito di un ripensamento del FOMC forse convinto ad accompagnare il processo disinflattivo con un ribasso dei tassi nominali (limitando il tightening in termini reali). Il cambio di marcia, giustificato nella sostanza anche se non nei modi, ha alimentato la volatilità del mercato che si è posizionato ben oltre la Fed, con attese di 6 tagli per il 2024: questo percorso dei tassi di politica monetaria pare ora un po’ ottimistico a meno che non ricompaia il rischio di recessione.

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Inflazione UK rallenta al 3,9% in novembre

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

A cura di Roberto Rossignoli, Portfolio Manager di Moneyfarm. Per la prima volta dal settembre 2021 l’inflazione complessiva nel Regno Unito scende al di sotto della soglia del 4%, passando dal 4,6% di ottobre al 3,9% di novembre su base annua. Rallenta anche l’inflazione core, in calo dal 5,7% di ottobre al 5,1% di novembre su base annua. I dati pubblicati questa mattina battono le attese degli operatori e confermano un trend in discesa, trainato dai prezzi dei generi alimentari, la cui inflazione è scesa a una sola cifra per la prima volta in 16 mesi. Una notizia sicuramente positiva per le famiglie britanniche, già duramente penalizzate dall’aumento dei prezzi di energia e spese abitative, per i quali, vista la recente performance delle materie prime energetiche, non si attendono miglioramenti, almeno per il prossimo futuro.L’inflazione core resta lontana dall’obiettivo della Bank of England e nel breve termine un calo al 2-3% sembra improbabile, ma i mercati stanno già scommettendo sul fatto che questa tendenza al ribasso giocherà un ruolo decisivo nelle politiche della BoE, sempre attentissima agli sviluppi dell’inflazione core. Nonostante gli ultimi dati giochino a favore della tesi della fine della stretta monetaria, le banche centrali potrebbero ritenere ancora prematuro dichiarare la vittoria contro l’inflazione. Nel frattempo, le famiglie continuano a dover fare i conti con il carovita, che colpisce ancora più duramente durante le festività.

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L’economia aspira alla normalizzazione, tra “Covid dei bond” e banche centrali in tilt

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

A cura di Andrea Delitala, Head of Investment Advisory di Pictet Asset Management. Un elemento chiave per prevedere la forza del processo di disinflazione in atto in America è il mercato del lavoro. Infatti, quando si parla di servizi, si parla di forniture che impiegano principalmente forza lavoro. È chiaro, dunque, che il prezzo dei servizi dipenda in larga misura dalle dinamiche salariali; e queste a loro volta dall’equilibrio tra domanda ed offerta di lavoro. Il ritorno nella forza lavoro da parte di chi aveva lasciato la propria occupazione durante il Covid è stato un processo un po’ lento. Mentre la domanda di lavoro (ricerca di lavoratori da parte delle aziende) proseguiva con tono sostenuto, a un certo punto, ogni disoccupato americano aveva a disposizione due posti di lavoro, il che dava la misura precisa di quanta domanda di lavoratori in eccesso ci fosse rispetto alla scarsa disponibilità di forza lavoro. Quel numero è sceso ormai all’1,4 e dovrebbe tendere a 1 che è storicamente compatibile con l’obbiettivo implicito di inflazione salariale attorno al 3,5% (coerente con 2% di target d’inflazione più 1,5% di guadagni di produttività). Questo richiede un ulteriore aggiustamento di 2 milioni e mezzo circa di unità. Negli ultimi mesi questo aggiustamento è avvenuto in modo virtuoso, con una riduzione della domanda in eccesso, senza generare un gran sacrificio dal punto di vista occupazionale. Le vacancies sono scese da 12 milioni circa a poco meno di 9 e ci aspettiamo che questa tendenza prosegua nello scenario di soft landing, in quanto ci sarà meno euforia nelle assunzioni.

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Al via la CFA Research Challenge 2024 dedicata agli aspiranti analisti finanziari

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

Dopo l’eccezionale performance dello scorso anno, in cui la squadra del Politecnico di Milano ha brillato tra le migliori alla finalissima di Washington, sfidando oltre mille università globali, riparte la CFA Research Challenge, una competizione finanziaria, organizzata da CFA Institute, che attrae ogni anno le eccellenze accademiche internazionali. Il coordinamento locale è a cura di CFA Society Italy, in collaborazione con FactSet.Alla sfida nell’edizione 2024 partecipano undici squadre provenienti da altrettante università italiane. Ogni squadra, guidata da un mentore professionista CFA e supportata dai sistemi analitici e finanziari di FactSet, è incaricata dell’analisi di una società quotata nella Borsa Italiana. Quest’anno il case study è GVS, società italiana tra le principali realtà mondiali nella produzione di filtri e componenti per svariati settori, quali il medicale, l’automotive, i dispositivi di protezione individuale, gli elettrodomestici e la filtrazione commerciale e industriale. L’azienda ha debuttato nel 2020 a Piazza Affari sul mercato Euronext Milan.Giuliano Palumbo, CFA, Presidente di CFA Society Italy, ha ribadito “l’importanza cruciale di questa competizione per il percorso formativo di chi ambisce a eccellere nel mondo finanziario”. Le undici università italiane partecipanti alla CFA Institute Research Challenge 2024 sono: Università Cattolica di Milano, Politecnico di Milano, Sapienza Università di Roma, Università Ca’ Foscari Venezia, Università degli Studi di Bologna, Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi di Pavia, Università Politecnica delle Marche, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università di Roma Tor Vergata, Università degli Studi di Udine.

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C+S Architects vince a Los Angeles il premio come “miglior studio dell’anno”

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

Un nuovo riconoscimento per C+S Architects, un anno dopo la vittoria del Premio Architetto Italiano dell’Anno 2022. Lo studio, che ha sede tra Londra e Treviso, è stato insignito dell’Architecture MasterPrize di Los Angeles, in California. La cerimonia di premiazione si terrà a Bilbao nel novembre 2024 e conferirà agli architetti Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini il titolo “BEST of the BEST 2023” nella categoria “Firm of the Year” (Studio Professionale dell’Anno, ndr) per il lavoro dei loro 30 anni di attività. Ad evidenziare il livello internazionale della competizione, tra i premiati studi internazionali quali BIG, Bjarke Ingels Group, Alberto Campo Baeza, Dominique Coulon e Marcio Kogan. La giuria del premio organizzato negli Stati Uniti ha apprezzato l’approccio multidisciplinare in progetti diversi per contesto e funzione che vanno dalla residenza (le torri residenziali sociali di Cascina Merlata, già Premio Architetto Italiano 2022, la rigenerazione urbana Urban Lake Housing di Pordenone e le residenze per studenti a Firenze) agli spazi pubblici (Piazza del Cinema al Lido di Venezia), agli edifici istituzionali (Palazzo di Giustizia di Venezia, già presentato al Museo di Arte Moderna di New York nel 2012 e BigMat Award nel 2017), alla rigenerazione urbana e paesaggistica dell’isola di Sant’Erasmo a Venezia con il restauro della Torre Massimiliana, al restauro ecosostenibile all’Arsenale di Venezia, alle scuole primarie di Ponzano e Chiarano e alle installazioni quali Aequilibrium esposta alla Biennale di Venezia nel 2016. “Lavorando sia alla scala urbana che a quella dell’edificio, abbiamo sempre pensato che, in qualche modo, lo spazio pubblico dovesse essere una sorta di spina dorsale della città o del paesaggio”, spiega Segantini. “Non costruiamo l’edificio e poi risolviamo lo spazio pubblico, il verde, i percorsi, le panchine, i lampioni, i cestini come se fossero oggetti diversi appoggiati su uno spazio residuo. Come il nostro corpo si fonda sulla spina dorsale, così l’intervento urbano si fonda sullo spazio pubblico, uno spazio libero, aperto, generoso, di grande qualità̀, sostenibile, durevole: uno spazio per tutti. Lavorare su questi principi è come lavorare sull’essenza dell’architettura stessa, perché, indipendentemente dai desideri dei clienti, si restituisce ai cittadini una parte di territorio, un “common ground”, la spina dorsale della scala urbana. Se questa funziona, gli oggetti architettonici dialogano tra loro e costruiscono la scena per le relazioni tra le persone e tra queste ultime e il resto dell’ambiente”.

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Natale 2023: gli italiani spenderanno 446 euro a testa

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

Tra feste, cene, regali e viaggi gli italiani spenderanno circa 446 euro a testa (217 euro solo per i regali), ma un intervistato su quattro prevede di spendere meno dello scorso anno. Quasi la metà (46%) farà acquisti solo o soprattutto online (anche se rispetto all’anno scorso c’è un calo: il 18% pensa di fare meno acquisti sul web); il 21% farà acquisti solo o soprattutto in negozi fisici, mentre nel 23% dei casi si farà in modo equilibrato, sia online sia nei negozi fisici. Inoltre, dall’indagine emerge che per il 33% del campione fare regali è fonte di stress.Il 25% dei consumatori italiani prevede di spendere meno questo Natale, mentre il 13% prevede di spendere di più. Complessivamente, si spenderà in media 11 euro in meno rispetto all’anno scorso, quindi le previsioni di spesa sono in linea con quelle del 2022. Mettendo insieme adulti e bambini, gli italiani spenderanno solo per i regali di Natale 217 euro di media. A questi si devono aggiungere tante altre spese che gli italiani intendono fare per togliersi qualche sfizio in questo Natale 2023. Se da un lato, si spenderà di meno per fare viaggi rispetto all’anno scorso (94 euro contro i 119 del 2022 euro in media), dall’altro si pensa ovviamente anche agli immancabili pranzi e cene delle feste: tra vigilia, Natale e Capodanno da passare con amici e parenti, gli italiani intendono spendere in media 89 euro a testa, mentre per feste e veglioni in bar e locali si pensa di spendere in media 30 euro, ai quali si aggiungono i 25 euro delle classiche cene con i colleghi di lavoro.

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T. Rowe Price – Outlook Cina 2024: è giunta l’ora di tornare a puntare sul Dragone

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

A cura di Wenli Zheng, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – China Evolution Equity, T. Rowe Price. L’azionario cinese ha deluso le aspettative sin dall’inizio del 2021, con l’MSCI China Index che si è più che dimezzato. La sottoperformance è proseguita anche quando il Paese è uscito dalla pandemia alla fine dello scorso anno, al contrario della maggior parte delle altre economie che hanno goduto invece di un boom dei consumi a seguito delle riaperture post-Covid. Durante la pandemia, i bilanci di molti Paesi si sono ampliati in modo sostanziale. Di contro, il governo cinese non ha fornito stimoli significativi ai consumi, ma sta invece attraversando un’importante fase di riduzione della leva finanziaria. Ciò si riflette al meglio nel travagliato settore immobiliare cinese. La catena di approvvigionamento immobiliare contribuisce per oltre il 20% al Pil cinese. Tuttavia, da inizio 2021, i volumi delle transazioni immobiliari sono diminuiti del 30%-40% rispetto al loro picco e sono tornati ai livelli che avevamo visto l’ultima volta un decennio fa. Le nuove costruzioni avviate sono diminuite del 60% rispetto al picco. Tutto questo ha rappresentato un freno importante per l’economia. Le esportazioni, altro motore della crescita per la Cina nel periodo 2020-2022, quest’anno sono diminuite, a fronte del ridimensionamento del contesto economico globale. Sussistono anche preoccupazioni a più lungo termine, correlate agli sforzi delle multinazionali per diversificare le catene di approvvigionamento, abbandonando la Cina. Da quando le tensioni commerciali tra USA e Cina sono iniziate nel 2018, la quota della Cina sulle importazioni statunitensi è scesa da oltre il 20% a meno del 15%. Tuttavia, a livello globale, la quota di esportazioni della Cina ha continuato ad aumentare, via via che gli esportatori cinesi hanno fatto breccia in modo più deciso nei mercati emergenti. La Cina deve indubbiamente affrontare alcune sfide strutturali, come gli elevati livelli di leva finanziaria nel comparto immobiliare e in quello pubblico locale, le incertezze geopolitiche in corso e le difficoltà demografiche. Tuttavia, l’attuale rallentamento a cui stiamo assistendo è in larga misura di natura ciclica. Questo periodo non è unico, su base storica. Ogni tre o quattro anni, la Cina ha attraversato minicicli economici. L’ultima volta che la Cina ha sperimentato un grande ciclo di riduzione della leva finanziaria è stato il periodo 2012-2015, che ha comportato forti cali per l’azionario cinese. A questo ciclo al ribasso hanno fatto seguito cinque anni di solida performance di mercato, con l’MSCI China Index che ha guadagnato il 160% nel periodo in questione, sovraperformando i principali mercati, compreso l’S&P 500.La Cina sta compiendo rapidi progressi nel settore della produzione e sta scalando la catena del valore. Le spese in ricerca e sviluppo in percentuale sul Pil sono attualmente superiori a quelle dei Paesi dell’Unione Europea. Ciò ha aiutato la Cina a raggiungere saldamente posizioni di leadership in molti settori che stanno emergendo rapidamente. Il Paese è ben noto per l’assemblaggio di cellulari e PC. Tuttavia, quest’anno si prevede che le esportazioni di auto ed energie rinnovabili della Cina supereranno quelle di PC e cellulari. È ampiamente condiviso che, nel 2023, la Cina diventerà il primo esportatore di auto a livello mondiale. Si tratta di un’enorme inversione di tendenza, visto che, solo tre o quattro anni fa, i produttori cinesi di attrezzature originali per auto lottavano per aver successo sul mercato interno. La trasformazione correlata ai veicoli elettrici ha mutato la dinamica, e la debolezza delle case automobilistiche cinesi nei motori a combustione interna è divenuta un punto di forza nei gruppi propulsori a batteria. Questa trasformazione non si ferma alle automobili. Abbiamo assistito a dinamiche simili nei macchinari per l’edilizia e nelle macchine per il lavoro da esterni, in cui le aziende cinesi stanno guadagnando una quota di mercato grazie all’elettrificazione.La tendenza alla diversificazione e al riallineamento delle catene di approvvigionamento crea di fatto delle sfide per molti comparti cinesi, soprattutto per quelli che dipendono fortemente dalla domanda o dalla tecnologia statunitensi. Tuttavia, in molti comparti emergenti, tra cui tecnologie verdi, biotecnologie e Internet mobile, le società cinesi hanno affermato una leadership sia a livello di dimensioni sia sul piano tecnologico. Sebbene potrebbero fare i conti con delle incertezze su alcuni mercati sviluppati, riteniamo che la loro competitività e la loro impronta globali continueranno a rafforzarsi. Un sottoprodotto del riallineamento delle catene di approvvigionamento è la sostituzione locale, area in cui si è registrata un’accelerazione significativa. La Cina è il mercato più grande per molti prodotti. Rappresenta il 60% della domanda globale di robot industriali, per esempio, e il 30-40% della domanda per i semiconduttori analogici. Questi mercati erano in passato fortemente dipendenti dai fornitori stranieri. Tuttavia, leader locali stanno emergendo e rapidamente riducendo il divario rispetto ai peer stranieri. In molti comparti tradizionali, abbiamo assistito a una migliore disciplina in termini di spese in conto capitale e a un consolidamento settoriale. Dopo le riforme sul fronte dell’offerta nel 2016, gli investimenti nelle spese in conto capitale in settori come carbone, acciaio, pannelli LCD, birra, ecc. sono diminuiti in modo sostanziale, determinando un miglioramento dei ricavi e della redditività di tali comparti Sebbene la ripresa dei consumi in Cina, dopo il Covid, sia più contenuta del previsto, la tendenza strutturale non si è interrotta, e anzi rimane intatta. Il potere d’acquisto dei consumatori cinesi è in aumento. Il reddito pro capite per famiglia è più che raddoppiato negli ultimi 10 anni. Anche in un contesto macroeconomico relativamente debole, il reddito delle famiglie è cresciuto del 6,5% da inizio anno (a settembre 2023). I consumi hanno contribuito al 95% della crescita del Pil cinese nel terzo trimestre del 2023. Il rapporto consumi/Pil della Cina è pari solo al 38%, contro il 50%-70% delle altre principali economie. Le attuali tensioni geopolitiche potrebbero accelerare la transizione della Cina verso un’economia più orientata ai consumi, il che, a nostro avviso, contribuirà a generare relazioni commerciali più equilibrate in futuro. Nonostante il contesto economico in sordina, gli investitori dovrebbero concentrarsi sulla ricerca di aziende in grado di incrementare costantemente la propria capacità di generare utili. Queste opportunità potrebbero essere individuate, ad esempio, nei settori tecnologico e dei titoli industriali, che sfruttano gli upgrade industriali e la transizione verde. Nei settori tradizionali, tra cui cantieristica navale, servizi petroliferi offshore, rame, ecc. ci aspettiamo un miglioramento del rendimento del capitale investito, grazie alla favorevole dinamica offerta/domanda. La Cina rimane un mercato altamente inefficiente, e gli investitori retail rappresentano circa il 70% del volume di scambi. Il rispettivo periodo medio di detenzione è indicativamente di 16 giorni. Ciò può comportare opportunità di mispricing ampie e a velocità elevata. Per l’azionario cinese, esiste altresì un disallineamento tra set di opportunità e asset allocation degli investitori. I fondi cinesi tradizionali, in media, investono oltre la metà del loro patrimonio gestito in appena l’1% dei titoli. Il restante 98%-99% dell’universo azionario cinese è probabilmente inesplorato. Riteniamo che esistano enormi opportunità per la generazione di alpha al di là delle large cap ben note.

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“Delegazione Unicam in Cina”

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

Una delegazione dell’Università di Camerino composta dal prof. Renato De Leone, Delegato del Rettore per la Mobilità e cooperazione internazionale, dal prof. Luciano Barboni, Delegato del Rettore per i Programmi di cooperazione e mobilità con Paesi extra-Europei e dalla dott.ssa Marta Aurelli dell’Ufficio Relazioni Internazionali, ha preso parte nei giorni scorsi ad una missione ufficiale in Cina per partecipare alla “First World Chinese Language Conference”, evento tenutosi a Pechino che ha avuto come tema “Chinese for the World, Openness into the Future” ed al quale hanno partecipato più di 2.000 rappresentanti di organizzazioni internazionali, università, istituti linguistici e culturali.Nel corso del panel “Case Sharing of ChinesePlus Global Partner Annual Excellent Practice”, la delegazione ha illustrato il forte rapporto di collaborazione tra Unicam e la Jilin Agricultural University, ed ha anche spiegato come l’importanza strategica delle università partner cinesi sia alla base dell’interesse dell’Ateneo di organizzare un corso di lingua cinese, sia per preparare i ragazzi alla mobilità in Cina sia per rendere lo staff UNICAM più preparato ad accogliere gli studenti cinesi.La delegazione UNICAM ha potuto presenziare anche alla Global ChinesePlus Conference; ChinesePlus è la piattaforma sviluppata da più di 20 organizzazioni per sostituire i corsi di lingua cinese bloccati dalle restrizioni imposte dalla pandemia per poi raccogliere la sfida di adattare l’educazione linguistica agli avanzamenti tecnologici e alla digitalizzazione. Non è inoltre mancata l’occasione per incontrare la delegazione della Jilin Agricultural University, uno dei partner internazionali più importanti per l’ateneo camerte con il quale è attivo il corso di laurea in Biotechnology, parallelo a quello Unicam, ma tenuto in inglese interamente in Cina, e con l’opportunità di ottenere il doppio titolo.Per consolidare le proficue collaborazioni tra Unicam e gli Atenei cinesi, la dott.ssa Yanting Zuo dell’Ufficio Relazioni internazionali dell’Ateneo, nei giorni scorsi, ha invece coordinato la visita di una delegazione composta da 5 università della Provincia dello Henan che è stata accolta in Ateneo dal Rettore Graziano Leoni, dal Prorettore Vicario con delega all’Internazionalizzazione Emanuele Tondi, dal Prorettore con delega alla Ricerca e trasferimento tecnologico Guido Favia e dal delegato alla Mobilità e cooperazione internazionale Renato De Leone. La delegazione cinese ha poi potuto visitare le strutture dell’Ateneo, tra cui il ChIP.

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Da parte del Governo va avanti l’opera di delegittimazione del ruolo delle aree protette

Posted by fidest press agency su domenica, 24 dicembre 2023

Per la conservazione e nella valorizzazione del patrimonio naturale. Se lo scorso anno era stata la volta della norma “caccia selvaggia”, contenuta nella Legge di Bilancio 2023, che metteva a rischio la fauna selvatica anche nei parchi, lo scorso 9 dicembre è stata presentata una norma “trivella selvaggia”, contenuta nell’art. 2 dell’ultimo decreto-legge “Energia” (DL n. 181/2023).Norma che prende di mira i siti marini dell’Alto Adriatico della rete Natura 2000, tutelati dall’Europa, consentendo di trivellare per estrarre gas anche tra le 9 e le 12 miglia dalla costa nello spazio di mare compreso tra il quarantacinquesimo parallelo (Taglio di Po – Provincia di Rovigo) e il parallelo distante 40 km a Sud (all’altezza di Comacchio – Provincia di Ferrara), in un tratto di mare che finora era anche stato considerato offlimits. Nello specifico, la norma contenuta nell’art. 2, comma 3 del Decreto “Energia” consente di derogare da quanto stabilito all’art. 6, comma 17, primo periodo del Codice Ambiente (D.lgs. n. 152/2006) che vieta le attività di prospezione, ricerca e coltivazione all’interno delle aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette per scopi di tutela ambientale in virtù di leggi nazionali, regionali e in attuazione di atti e convenzioni dell’Unione Europea e internazionali, proteggendo così gli stessi siti marini di interesse comunitario della rete Natura 2000.Nell’area individuata dal Governo per le trivellazioni, dove persiste anche il rischio subsidenza, ci sono due importanti SIC marini, entrambi tra le 6 e le 12 miglia dalla costa che si susseguono senza soluzione di continuità, istituti sulla base della individuazione delle Regioni competenti: il SIC “Adriatico Settentrionale Veneto – Delta del Po” – IT3270025 (estensione complessiva 22.500 ettari) e il SIC “Adriatico settentrionale Emilia Romagna” – IT4060018 (estensione complessiva 31.500 ettari). In questi siti sono vietati gli interventi, le attività e le opere che possano compromettere la salvaguardia dell’ambiente marino tutelato con particolare riguardo alle specie di interesse comunitario di cui alla Direttiva Habitat: nello specifico la tartaruga marina (Caretta caretta) e il delfino tursiope (Tursiops truncatus). “Chiediamo al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin di presentare un emendamento soppressivo della deroga prima della conversione in legge del decreto “Energia” e ci appelliamo ai governatori del Veneto, Luca Zaia e dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, perché intervengano in difesa dei SIC marini individuati dalle loro rispettive Regioni – dichiara Luciano Di Tizio, presidente del WWF Italia – . Sarebbe un paradosso che a due anni dalla riforma della Costituzione si faccia carta straccia della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi (in contrasto con il nuovo art. 9 della Costituzione) e non si tenga conto che l’iniziativa economica non deve recare danno all’ambiente (nuovo art. 41 Cost.)”.

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