Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 172

Posts Tagged ‘paesi’

La tenuta delle valute dei Paesi emergenti

Posted by fidest press agency su martedì, 20 febbraio 2024

A cura di Alberto Foà, Presidente e responsabile del team obbligazionario di AcomeA SGR. Normalmente nelle fasi di crescita dei tassi di interesse, le valute dei Mercati Emergenti soffrono molto, con discese importanti. Questa volta però le autorità monetarie hanno adottato politiche ancora più restrittive rispetto a quelle dei Paesi sviluppati che hanno portato a una complessiva tenuta delle valute emergenti e, in alcuni casi, addirittura a un apprezzamento. È il caso, se consideriamo l’andamento dell’ultimo anno, del peso messicano, del real brasiliano e del peso colombiano. La differenza tra le politiche monetarie dei Paesi sviluppati e dei Mercati emergenti emerge anche dall’analisi dei tassi reali, superiore al 4% in Messico, Brasile e Colombia, rispetto a circa l’1,7 negli Stati Uniti e in Italia, e prossimi allo zero in Germania. La tempistica del primo taglio dei tassi resterà al centro dell’attenzione dei mercati nei prossimi mesi. Ma la preoccupazione principale per gli investitori obbligazionari è rivolta su un altro fronte: quello dell’evoluzione dell’offerta netta sul mercato dei titoli di Stato, che potrebbe avere ripercussioni sulla curva dei rendimenti nei Paesi sviluppati. Un ulteriore fattore di rischio per i Treasuries è rappresentato inoltre da una probabile rielezione di Donald Trump, che ha in programma nuovi tagli alle tasse da finanziare in deficit. Le nuove emissioni governative per finanziare le manovre fiscali, infatti, non saranno più sostenute dalle banche centrali, le quali nei prossimi mesi continueranno invece a dismettere i titoli in portafoglio (Quantitative Tightening). Negli USA sono attese emissioni nette quest’anno per 1.920 miliardi di dollari dai 1.427 miliardi nel 2023 (+34,6%); in Italia per 150 miliardi di euro da 122 miliardi (+30%). Cinque anni fa, ancora in pieno Quantitative Easing, l’offerta netta era negativa negli USA, per -449 miliardi di dollari, e anche in Italia, per -42 miliardi.

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Reddito fisso: titoli di Stato tradizionali e debito sovrano dei Paesi emergenti per cavalcare l’incertezza

Posted by fidest press agency su venerdì, 28 luglio 2023

A cura della Strategy Unit di Pictet Asset Management. Tutte le strade del mercato del reddito fisso conducono alla strategia Barbell. Le economie avanzate rallentano rispetto alle controparti dei mercati emergenti (ME); questo è un ottimo motivo per abbinare il sovrappeso nei titoli di Stato tradizionali con il debito sovrano dei mercati emergenti in valuta locale e più rischioso. Tra tutti i mercati sviluppati, gli Stati Uniti sono probabilmente il Paese in cui ci sentiamo più a nostro agio in termini di dinamiche inflazionistiche. Qui, una politica monetaria più rigida è riuscita a ridurre le pressioni sui prezzi e potrebbe ancora avere effetti sulla crescita economica. Di conseguenza, prevediamo che la Fed terminerà presto la sua campagna di stretta monetaria (si veda la Fig. 1). Riteniamo infatti che, entro la fine dell’anno, i rendimenti dei Treasury a 10 anni possano scendere al 3,5%, se non addirittura al di sotto. Ciò rende gli attuali rendimenti (3,8% circa) particolarmente interessanti per un investimento difensivo tradizionale.All’altra estremità dello spettro, continuiamo a sovrappesare le obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti. L’inflazione va rallentando come da previsioni e gli investitori stanno per beneficiare del fatto che le banche centrali emergenti hanno anticipato le fasi del ciclo: è quindi probabile che i tagli dei tassi di interesse arrivino prima nei Paesi emergenti che non in quelli sviluppati. Per il resto, sottopesiamo i titoli di Stato giapponesi, anche perché riteniamo improbabile che la politica monetaria ultra-accomodante del Paese possa essere mantenuta ancora per molto. Per quanto riguarda i mercati del credito, la nostra preferenza va alle obbligazioni statunitensi investment grade. Attualmente, questi strumenti garantiscono agli investitori un rendimento superiore al 5%: un’occasione allettante vista la solidità dei bilanci degli emittenti societari di alta qualità e l’improbabilità di un aumento consistente dei tassi di interesse statunitensi. Per quanto riguarda le valute, continuiamo a essere convinti che il dollaro abbia raggiunto il picco sia a livello di ciclo, che secolare. L’entità di questa sopravvalutazione è ragguardevole (i nostri modelli mostrano che il dollaro è superiore del 20% al suo fair value rispetto al paniere delle principali valute), la crescita della produttività statunitense è debole, la politica fiscale è troppo allentata e i differenziali dei tassi di interesse non sostengono più la valuta statunitense. Quando i tassi USA avranno raggiunto il picco, è probabile che il deprezzamento del dollaro sarà particolarmente pronunciato rispetto a valute a basso rendimento, come il franco svizzero. L’oro dovrebbe essere un altro dei beneficiari nel medio termine, nonostante le valutazioni già tirate. A giugno, il dollaro ha perso più dell’1% rispetto alle principali valute dopo che la Fed ha terminato la sua serie di 10 aumenti consecutivi dei tassi. (abstract)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Schroders – Paesi emergenti: tre ragioni per cui la crisi bancaria potrebbe essere evitata

Posted by fidest press agency su giovedì, 27 aprile 2023

A cura di David Rees, Senior Emerging Markets Economist, Schroders. Nel corso degli anni, i mercati emergenti hanno subito diverse crisi bancarie e finanziarie, poiché i precedenti cicli dei tassi di interesse hanno messo in luce le loro vulnerabilità. Sebbene non esistano due crisi uguali, i problemi nei Paesi emergenti sono stati spesso preceduti da un periodo di rapidi afflussi di capitale che hanno alimentato una ripresa della crescita del credito. Quando la domanda eccessiva si riversa sulle importazioni, gli ampi disavanzi delle partite correnti finanziati da questo “denaro caldo” rendono gli emergenti vulnerabili a una brusca frenata dell’economia quando le condizioni monetarie si inaspriscono nei mercati sviluppati, guidati dalla Fed.Oggi si vedono alcune delle condizioni che hanno preceduto le passate crisi nei mercati emergenti. Certamente la Fed ha aumentato i tassi di interesse in modo molto aggressivo, con un inasprimento di 475 punti base nell’ultimo anno, superiore a qualsiasi altro ciclo di rialzo degli ultimi quarant’anni. Inoltre, si è verificato un deterioramento della bilancia dei pagamenti della maggior parte dei Paesi emergenti, tanto che molti di essi registrano ora significativi disavanzi delle partite correnti, finanziati almeno in parte da afflussi di capitale a breve termine. Questi problemi non possono essere presi alla leggera, data la natura instabile del sentiment globale, ma ci sono almeno tre ragioni per pensare che non siamo sull’orlo di una grave crisi bancaria nei Paesi emergenti. La situazione può essere così riassunta: 1. Ampie riserve di capitale offrono protezione alle banche, 2. Scarsa evidenza di un eccesso di prestiti bancari, 3. Assenza di squilibri macroeconomici più ampi. Tuttavia, gran parte del deterioramento delle posizioni della bilancia dei pagamenti degli emergenti è dovuto all’aumento delle importazioni di energia. A parte alcune eccezioni, come Ungheria e Turchia, dove anche le importazioni non energetiche sono aumentate in modo significativo, questa situazione riflette l’aumento dei prezzi globali a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina piuttosto che il surriscaldamento della domanda interna. Semmai, è probabile che la necessità di finanziare le ingenti spese per l’importazione di energia abbia fatto ridurre il consumo di altri beni. Le banche dei Paesi emergenti si trovano ad affrontare un periodo difficile, via via che l’aumento dei tassi d’interesse colpisce la crescita economica e provoca un aumento dei non-performing loan. Inoltre, l’aggravarsi delle preoccupazioni sulla salute del sistema finanziario globale potrebbe causare volatilità nei mercati finanziari emergenti. Ma i fondamentali macroeconomici relativamente solidi fanno sì che ci sia una bassa probabilità che emergano crisi dal settore bancario. http://www.verinieassociati.com/

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

TCW – La Cina e i paesi emergenti saranno il motore della crescita globale nel 2023

Posted by fidest press agency su mercoledì, 12 aprile 2023

A cura di Anisha A. Goodly, Managing Director, Emerging Markets – Portfolio Specialist, TCW In prospettiva, riteniamo che i rendimenti dei paesi emergenti saranno in gran parte guidati da differenti fattori. In primis, l’inflazione statunitense e la politica della Fed. I dati statunitensi rimangono solidi e non ci sono segnali significativi di un rallentamento dell’economia nel breve termine. Per questo motivo, oltre a prevedere ulteriori rialzi dei tassi, il mercato ha prezzato tassi più alti più a lungo, con tagli dei tassi sempre più lontani. Data l’entità del ribasso dei tassi a febbraio – ovvero 50 punti base (bps) in più nel rendimento del Treasury a 10 anni – riteniamo che la maggior parte di questo movimento sia probabilmente già avvenuta e, anche se il breve termine sarà probabilmente volatile, saremmo orientati a trarre vantaggio da ulteriori ribassi dei tassi per aggiungere duration. Nel nostro scenario di base, prevediamo ancora una lieve recessione negli Stati Uniti, ma riconosciamo che i rischi sono tanto più bassi quanto più la Fed dovrà aumentare i tassi. In seconda battuta, riteniamo che la Cina sia pronta per una forte ripresa nel 2023 e che questa crescita si trasmetterà al resto del mondo attraverso il commercio, il turismo e le materie prime, con altri mercati emergenti destinati a beneficiarne in modo particolare.. Infine, lo spread dell’EMBI Global Diversified è di circa 442 punti base e riteniamo che il fair value sia compreso nell’intervallo 400-450 punti base. Al di sopra dei 450 punti base, e in particolare al di sopra dei 500 punti base, saremmo propensi ad aggiungere rischio, a ridurre, invece, il rischio se gli spread si trovano all’interno dei 400 punti base. Dal punto di vista del rendimento complessivo, l’EMBI Global Diversified si colloca al 92° percentile rispetto alla storia, il che significa che solo nell’8% dei casi negli ultimi due decenni i rendimenti sono stati superiori. Le società emergenti high yield si collocano al centro della fascia di spread rispetto alle high yield statunitensi. In particolare, dopo il Covid le società dei mercati emergenti hanno ridotto la leva finanziaria a un ritmo molto più rapido rispetto ai loro omologhi statunitensi, il che ha spinto gli spread relativi per turno di leva finanziaria a livelli interessanti su base storica. In conclusione, nel breve termine, i dati economici statunitensi domineranno probabilmente il sentiment del mercato, il che probabilmente aumenterà la volatilità, ma potrebbe presentare opportunità di aggiungere rischio in caso di sell-off dei tassi. Nel medio-lungo termine, riteniamo che i mercati emergenti saranno sostenuti dalla ripresa della Cina e dai rendimenti interessanti rispetto ai dati storici. Tuttavia, la differenziazione all’interno dell’asset class rimane fondamentale alla luce delle variazioni di una serie di fattori, tra cui il contesto politico, la qualità del credito e la duration. (abstract by http://www.verinieassociati.com/)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , , | Leave a Comment »

La proattività delle Banche Centrali dei paesi emergenti

Posted by fidest press agency su giovedì, 23 marzo 2023

La crescita degli EM è stata abbastanza resistente anche a fronte di una situazione sfavorevole legata all’economia cinese nel corso del 2022. Ma con la riapertura del Dragone e la fine della politica “Zero-COVID”, assistiamo a buone prospettive per la crescita cinese, con il settore immobiliare che dovrebbe stabilizzarsi. Questo è un fattore particolarmente importante, poiché i risultati di crescita degli EM sono sempre più legati alla Cina. Anche una eventuale recessione in USA o in Europa più modesta del previsto porterebbe dei benefici alla galassia EM (L’Economic Team di Payden & Rygel non vede comunque una recessione acuta negli Stati Uniti, dato il buon livello di crescita del settore privato). La riapertura della Cina, infine, dovrebbe essere positiva anche per il petrolio e le materie prime, per le quali vediamo un rimbalzo della domanda dopo un periodo di debolezza protratto fin dal 2020.A livello tecnico, prima del rally di ottobre-novembre 2022, i gestori delle obbligazioni emergenti detenevano posizioni di liquidità storicamente elevate, con deflussi consistenti per otto mesi consecutivi. Ma così come i dati tecnici hanno esacerbato il sell-off per la maggior parte del 2022, ora potrebbero essere utili nel contesto di una ripresa. Le valutazioni, infatti, favoriscono il debito EM: i vantaggi nell’attuale contesto sono rappresentati da valutazioni convincenti e anche da un’interessante opportunità di reddito a lungo termine. Il tempismo d’ingresso nei bond emergenti, in tale contesto di volatilità, è, allo stesso tempo, un’opportunità e una sfida per gli investitori. Sebbene non sia possibile prevedere il picco dei tassi USA o degli spread EM, esiste un argomento storico a favore delle obbligazioni EM. Quando gli spread sovrani EM superano i 500 punti base rispetto ai Treasury USA, infatti, il rendimento medio annuo triennale è stato dell’8,9%. A questo proposito, per quanto riguarda alcuni titoli sovrani ad alto rendimento, vediamo valutazioni interessanti.Per i mercati locali EM, le opportunità che si prospettano sono brillanti. L’inflazione sembra rallentare, le Banche Centrali hanno aumentato i tassi di interesse in modo aggressivo e le valute degli EM hanno mostrato una certa resistenza. Le valutazioni del dollaro statunitense, inoltre, sono sotto pressione e l’aggressiva politica di inasprimento monetario da parte della Fed andrà probabilmente rallentando nel corso del 2023. La componente valutaria dei mercati locali può essere soggetta a volatilità, in quanto le Banche Centrali non si oppongono alla tendenza al deprezzamento delle valute; tuttavia, in molti mercati locali è possibile ottenere un reddito solido anche se si coprono i rischi valutari.

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Paesi ricchi e disagio sociale

Posted by fidest press agency su martedì, 31 agosto 2021

La fatica e l’attività sono figlie predilette della necessità. Il popolo che necessita di vivere e di propagarsi sa stimolare energie favolose e creare fonti di ricchezza che a tutta prima sembrerebbero inaccessibili. Per misurare il valore fisico, morale e intellettuale di un popolo basta guardare le risorse che sa scoprire attorno a sé e in sé quando gli ostacoli gli tolgono o gli offuscano la prosecuzione del suo cammino verso il progresso. Sono crisi che in tutti i tempi hanno attraversato le nazioni, i popoli e le razze. Esse possono temprare la vita fisica di un uomo se è consapevole di una prospettiva che gli permetta di vivere con serenità. Se volgiamo il nostro sguardo al passato credo che molto della straordinaria e rapida potenza della Roma repubblicana prima, e imperiale dopo, fu dovuto alla guerra instancabile che dovette a lungo combattere prima con le popolazioni laziali, e quindi latine, e poi campane, sannite e via di questo passo. Finché durò la severità dei costumi repubblicani, tanto da Catone rimpianta, nessuna forza parve potesse abbattere il vessillo romuleo. E il decadimento cominciò quando la molle civiltà greca e le effeminate civiltà orientali penetrarono e corruppero la città di Lucrezia, di Camillo, di Fabrizio e di Bruto. Ricca e sicura sembrò la Roma imperiale in cui la natura elargì a piene mani tesori naturali di vegetazioni, acque, coste e un clima temperato. A ciò si aggiunse la fama di conquistatori, di protettori e di ricchi tenutari. Eppure, non fu sufficiente per tenere unito saldamente un così grande impero. Una delle cause fu senza dubbio la perdita del collante sociale con un popolo di plebei sempre più impoverito e una ricchezza riservata a pochi eletti. Fu una lezione che non riuscimmo a farne tesoro e ancora oggi ci ritroviamo con gli stessi problemi con paesi ricchi il cui benessere invece di essere diffuso resta nelle mani di pochi. A pagarne, come al solito, sono le classi meno abbienti e fa specie osservare, da una parte, un’opulenza sfacciata e arrogante e, dall’altra, una povertà estrema che s’ingrossa sempre di più. (Riccardo Alfonso)

Posted in Confronti/Your and my opinions | Contrassegnato da tag: , , , | Leave a Comment »

Coronavirus – Non dimentichiamo l’Afghanistan e i Paesi limitrofi

Posted by fidest press agency su venerdì, 17 aprile 2020

L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, esorta a garantire maggiore sostegno ad Afghanistan, Pakistan e Iran nel contesto della pandemia da COVID-19, ricordando che l’abbandono degli afghani e delle comunità che li accolgono produrrà un impatto negativo di vasta portata sugli sforzi profusi a livello globale per contrastare il virus.Il coronavirus costituisce una minaccia di enormi proporzioni per le nazioni in via di sviluppo. Un’epidemia metterebbe a durissima prova i già fragili servizi sanitari locali e probabilmente causerebbe sofferenze e morti evitabili.Nonostante rischi e assenza di sicurezza persistano, cittadini afghani continuano a fare ritorno sia dall’Iran sia dal Pakistan. Dalla riapertura temporanea dei varchi di frontiera avvenuta la settimana scorsa, a decine di migliaia sono rientrati dal Pakistan. Per quanto riguarda gli afghani presenti in Iran, sebbene il numero di cittadini ritornati abbia toccato il picco a marzo con 60.000 unità, attualmente si registrano circa 1.500 persone di ritorno in Afghanistan ogni giorno.I sistemi sanitari e le economie di Pakistan e Iran, che accolgono circa il 90 per cento dei 2,7 milioni di rifugiati afghani presenti su scala mondiale, sono già sottoposti a pressioni insostenibili. Le misure di confinamento e il drastico calo delle attività produttive hanno ridotto numerosi afghani all’impossibilità di soddisfare perfino le esigenze più basilari.Nei diversi contesti della regione, caratterizzati da livelli di confinamento differenti, tali attività lavorative sono cessate bruscamente e i rifugiati senza alcuna fonte di reddito e le comunità che li accolgono devono ora far fronte a una minaccia economica che mette a rischio la loro sopravvivenza.Gli afghani presenti in Iran e in Pakistan in larga parte riferiscono di serie difficoltà nel sostenere il pagamento delle spese mediche e i costi di esigenze essenziali quali cibo e alloggio, e di come tale situazione costringa molti a chiedere prestiti.Tutti e tre i Governi sono profondendo sforzi concertati ed encomiabili volti a includere le persone in fuga nei piani e nelle risposte nazionali, ma hanno disperato bisogno di sostegno internazionale.
Il Governo della Repubblica islamica dell’Iran, nel far fronte all’epicentro dell’epidemia in Asia sudorientale, ha agevolato in modo esemplare l’inclusione degli afghani sul proprio territorio. L’UNHCR accoglie con favore la recente conferma che in Iran esami clinici e cure per i pazienti COVID-19 saranno gratuiti, anche per i rifugiati. Inoltre, l’Assicurazione universale di salute pubblica è stata estesa automaticamente a beneficio sia dei rifugiati sia dei cittadini iraniani, garantendo ai rifugiati accesso incondizionato all’assistenza sanitaria.In tutti e tre i Paesi, l’UNHCR sta costantemente adeguando le proprie operazioni a queste circostanze tanto uniche.In Afghanistan, l’UNHCR sta assicurando sostegno alle misure di prevenzione implementate dal Governo mediante la promozione di campagne di sensibilizzazione tra le comunità più vulnerabili e nelle aree maggiormente interessate dai rimpatri. Auto e camion dotati di altoparlanti percorrono città e villaggi per comunicare informazioni chiare e attendibili capaci di salvare vite umane. L’Agenzia attualmente è impegnata a fornire quantità ulteriori di kit igienici da distribuire tra i rimpatriati e le comunità di sfollati, nonché tra il personale governativo e dei nostri partner impegnato in prima linea, a intensificare la costruzione di strutture di approvvigionamento idrico e per l’erogazione di servizi igienico-sanitari, e a garantire ulteriore sostegno alle attività di sorveglianza delle frontiere e di monitoraggio dei rimpatriati in Afghanistan.L’UNHCR ha incrementato le proprie capacità di intervento lungo le frontiere tra Afghanistan e Iran in modo da poter meglio sostenere le attività di rilevamento dei casi e rintraccio dei contatti di ciascun individuo. I servizi di sostegno psicosociale continuano ad assicurare assistenza per via telefonica.Nell’ambito degli sforzi collettivi profusi per contrastare il COVID-19 a livello mondiale, è necessario assicurare maggiore sostegno ad Afghanistan, Iran e Pakistan. Malgrado il lavoro svolto ininterrottamente in tutta la macroregione, il rischio che la pandemia divenga ingestibile è ora elevato.L’appello dell’UNHCR per la raccolta di circa 315 milioni dollari da destinare alla crisi afghana, attualmente è finanziato solamente al 17 per cento.

Posted in Estero/world news, Welfare/ Environment | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Contrastare fake news e interferenza elettorale dei Paesi stranieri

Posted by fidest press agency su mercoledì, 16 ottobre 2019

Le ingerenze elettorali straniere sono una minaccia per le democrazie europee e gli unici a beneficiarne sono i movimenti anti-UE e le forze estremiste e populiste.Nella risoluzione non legislativa adottata giovedì, con 469 voti favorevoli, 143 contrari e 47 astensioni, i deputati hanno sottolineato come i tentativi di influenzare i processi decisionali negli Stati membri mettano a rischio le società democratiche europee.
Il PE ha evidenziato che l’interferenza di Paesi stranieri nelle elezioni nazionali e europee è ormai sistematica e può assumere forme diverse: campagne di disinformazione sui social media, attacchi hacker contro infrastrutture elettorali critiche o sostegno finanziario diretto e indiretto ad attori politici. Nella maggior parte dei casi, queste ingerenze favoriscono candidati anti-UE, estremisti e populisti.Nonostante la maggioranza dei Paesi UE abbia vietato, in tutto o in parte, le donazioni estere ai partiti politici e ai candidati, alcuni attori stranieri riescono a eludere le leggi e a offrire sostegno ai propri alleati.Nel testo si rimanda anche ai casi denunciati da Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung nei confronti del Partito della libertà austriaco, da Buzzfeed e L’Espresso (il 10 luglio 2019) nei confronti della Lega per Salvini Premier e alle denunce della stampa britannica a proposito della campagna Leave.EU.I deputati affermano di essere estremamente preoccupati dal “carattere altamente pericoloso della propaganda russa”, la principale fonte di disinformazione in Europa. I casi di fake news attributi a fonti russe sono infatti più che raddoppiati dal gennaio 2019 (998) rispetto allo stesso arco di tempo nel 2018 (434).Inoltre, nella risoluzione si condannano fortemente le “azioni sempre più aggressive” compiute da attori statali e non statali di paesi terzi che cercano di compromettere la sovranità di tutti i Paesi candidati all’adesione all’UE nei Balcani occidentali e nei Paesi del partenariato orientale.Per far fronte alla situazione, il PE chiede che la task force East StratCom sia potenziata, divenga una struttura permanente e riceva una maggiore dotazione finanziaria. Si invitano inoltre i social media a cooperare nella lotta contro disinformazione, senza compromettere la libertà di espressione, mentre l’UE dovrebbe elaborare un quadro giuridico che possa far fronte alle minacce ibride (attacchi informatici e disinformazione).
L’UE si occupa attivamente di disinformazione dal 2015, da quando è stata istituita la Task Force East StratCom nell’ambito del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), con l’obiettivo di comunicare correttamente le politiche e le decisioni dell’UE ai vicini Paesi orientali. Nell’ottobre 2018, prima delle elezioni europee, Facebook, Google, Twitter e Mozilla hanno aderito al Codice di condotta (dal 2019 anche Microsoft), accordandosi volontariamente su standard di autoregolamentazione per combattere la disinformazione. Nel dicembre 2018, la Commissione europea ha pubblicato un Piano d’Azione contro la Disinformazione. Entro il 2020, saranno più di 50 le elezioni che si svolgeranno negli Stati membri, tra elezioni presidenziali, nazionali, locali o regionali.

Posted in Estero/world news, Politica/Politics | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

“L’impatto del lavoro domestico nei paesi d’origine”

Posted by fidest press agency su giovedì, 27 giugno 2019

E’ stato presentato a Roma il Dossier DOMINA “L’impatto socio-economico del lavoro domestico nei Paesi d’origine”.I risparmi inviati nei paesi di origine dai lavoratori stranieri regolari in Italia valgono 6,2 miliardi di Euro – commenta Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale DOMINA, Associazione Nazionale Famiglie Datori di lavoro domestico – di questi, 1,4 miliardi (22,5%) arrivano da 632 mila lavoratori domestici stranieri assunti dalle famiglie.In attesa dell’uscita dei dati Inps sull’andamento della regolarità del lavoro domestico anno 2018, Massimo De Luca, Direttore dell’Osservatorio Nazionale DOMINA sul Lavoro Domestico, anticipa che in base all’analisi dei dati Inps trimestrali, potremmo aspettarci un incremento dei lavoratori domestici regolari, il numero totale si avvicinerà alle 900 mila unità. A questo va sempre aggiunto un 60% di lavoratori irregolari per un mercato di lavoro che coinvolge circa 2 milioni di posti di lavoro.

Posted in Welfare/ Environment | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Italia: bolletta energetica più cara d’Europa

Posted by fidest press agency su sabato, 28 Maggio 2016

energia bluSecondo i dati Eurostat resi noti oggi, l’Italia si situa tra i Paesi più cari dell’Ue per la bolletta energetica a carico delle famiglie. Il costo del gas in Italia è il quarto più alto nell’Ue in termini assoluti. Ben sopra la media Ue anche l’impatto fiscale sulle bollette: 39% la tassazione sui costi dell’elettricità in Italia contro il 31% Ue, il quarto onere più alto, 35% sul gas contro il 23% Ue, il quinto più alto. “Eurostat attesta che le accise e le imposte sull’energia in Italia sono esorbitanti e vanno abbassate, a cominciare dagli oneri di sistema, dove paghiamo gli incentivi per le fonti rinnovabili, per la messa in sicurezza del nucleare, per le imprese energivore e per le Ferrovie dello Stato” ha dichiarato Pieraldo Isolani, Responsabile settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori.” “A questa situazione va aggiunto che l’aumento dei prezzi dell’energia derivante dalla eliminazione del mercato tutelato a partire dal 1° gennaio 2018 contenuta nel ddl concorrenza, produrrà un ulteriore aggravio per le famiglie ed un regalo alle società energetiche” ha concluso Isolani.

Posted in Cronaca/News, Spazio aperto/open space | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Cure del neonato nei paesi a limitate risorse

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 ottobre 2015

milanodavedereMilano. Il 13 ottobre a partire dalle ore 9.00 si tiene presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano (via Festa del Perdono 7) il IV CONGRESSO NAZIONALE DI CURE DEL NEONATO NEI PAESI A LIMITATE RISORSE. Il congresso, organizzato dalla Società Italiana di Neonatologia, dal Gruppo di Studio Neonatologia e Sviluppo della Società Italiana di Neonatologia e da Mangiagalli Life, ha preso il nome NASCERE, la parola chiave che, declinata nelle lingue del mondo, va a formare il Duomo di Milano nel logo. Sarà l’occasione non solo per porre nella massima attenzione le tematiche della salute della donna e del neonato nei paesi a limitate risorse, ma anche per mettere a confronto su base permanente gli attori dello scenario, ovvero i tecnici della comunità scientifica e gli implementing agent delle organizzazioni umanitarie.La risposta degli attori è stata generosa e infatti NASCERE vanta:
I PATROCINI di Ministero Degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Ministero Della Salute, Comune Di Milano, Università degli Studi di Milano, Società Italiana Di Pediatria, Società Italiana Di Neonatologia, Women For Expo, Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico di Milano
La presenza delle 18 più importanti ONG italiane: Coopi, Cuamm, Project For People, Emergency, Medici Senza Frontiere Francia, Fondazione Pro-Africa, Osservatorio Nazionale Specializzandi Pediatria (Onsp), Medicu Mundi, Institute Of Tropical Medicine, Karibu Africa Onlus, Comitato Collaborazione Medica, Progetto Sorriso Nel Mondo, Cesvi, Fondazione Veronesi, Patologi Oltre Frontiera, Amici Del Mondo – World Friends Onlus, Mangiagalli Life
La presentazione di progetti in 18 PAESI : Mali, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Mozambico, Tanzania, Uganda, Burundi, Togo, Burkina Faso, Sud Africa, Sud Sudan, Sierra Leone, Kenya, India, Bangladesh, Afghanistan, Pakistan, Ecuador.
Tra i relatori spiccano:
GINO STRADA, fondatore e direttore esecutivo di EMERGENCY
TAREK MEGUID, membro di IERG (Independent Expert Review Group), un gruppo di 6 persone, scelte da Ban Ki Moon, che riferisce alle Nazioni Unite sulla salute mondiale della donna e del bambino
GRAMMENOS MASTROJENI, Consigliere del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
PADRE PAUL OUEDRAOGO, pediatra, direttore sanitario Ospedale Saint Camille, Ougagadougu, Burkina Faso, Padre superiore Provincia camilliana Burkina Faso e Benin.

Posted in Cronaca/News, Medicina/Medicine/Health/Science | Contrassegnato da tag: , , , | Leave a Comment »

La guerra infinita in Medioriente e altrove

Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 marzo 2015

agostino spataroQuel che propongo non è un saggio, nemmeno un articolo, ma una “tabella” contenente i dati relativi alla produzione e alle riserve petrolifere dei principali Paesi che, nell’ultimo ventennio, sono stati coinvolti, come vittime o promotori, in questa sorta di “guerra infinita” che sta sconquassando il Medio Oriente e provocando pericolose tensioni in Europa e nel Mediterraneo. Si tratta di dati fin troppo eloquenti che, da soli, spiegano perché i principali Paesi detentori delle più grandi riserve petrolifere (Venezuela, Libia, Iran, Iraq, Siria, Russia) siano stati inseriti nella “lista nera” e sottoposti ad attacchi di ogni tipo, anche militari. Da notare che ad attaccare non sono stati tutti gli Stati membri della Nato ma solo alcuni, specie quelli cui appartengono le principali multinazionali del petrolio ovvero: Usa, Francia, Gran Bretagna, Spagna e, purtroppo, anche Italia.
Nei giorni scorsi, nella “lista” è stato inserito il Venezuela, bollato con decreto del presidente Obama come una minaccia per la sicurezza nazionale degli Usa. Ovviamente, nessuno crede a questa boutade che, in realtà, rafforza il sospetto di una nuova, pericolosa ingerenza mirata ad assumere il controllo della più grande riserva petrolifera del mondo che- come si evidenzia nella tabella- corrisponde a una previsione di 300 anni di produzione ai livelli attuali. Ancora tre secoli di produzione contro i 10 anni degli Usa! Seguono la Libia con 139 anni, l’Iran con 135 anni, ecc. ecc. In tempi di esaurimento delle riserve proprie, il Venezuela, cosi come gli altri paesi della “lista” nera, come il colore del greggio che vi abbonda, è un boccone troppo ghiotto per lasciarlo al popolo venezuelano, unico e legittimo proprietario, per il suo sviluppo economico e civile. Siamo all’apertura di un fronte di destabilizzazione, di guerra anche in America latina? C’è da sperare che la reazione, forte e unitaria, dei paesi dell’Unasur dissuada, faccia rinsavire i governanti Usa, come sembra stiano facendo rispetto alla disastrosa guerra provocata contro la Siria con il cui presidente (Bashara Assad) -a detta di Kerry- si vuole negoziare. Potevano farlo prima questo negoziato e si sarebbero evitati quattro anni di morte e di rovina che hanno provocato circa 200.000 vittime e diversi (dieci?) milioni di profughi. Comunque, meglio tardi che mai! (Agostino Spataro)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology, Spazio aperto/open space | Contrassegnato da tag: , , , , | Leave a Comment »

Le città più visitate

Posted by fidest press agency su venerdì, 30 gennaio 2015

LungoTevereRoma, Venezia e Milano si confermano le grandi città italiane più visitate dai viaggiatori stranieri nel 2014. Nessun cambio di rotta, dunque, rispetto al 2013; a conferma che la capitale, la città lacustre e il capoluogo milanese continuano ad affascinare i visitatori esteri provenienti da tutto il mondo.In particolare, la città eterna si trova in testa alle preferenze dei viaggiatori provenienti dalla Russia, e risulta una meta apprezzata anche da chi parte dall’Irlanda e dalla Spagna, trovandosi nella Top 5 delle mete più visitate da entrambi. Inoltre, seppur in posizioni più basse della classifica, Roma è presente anche nella Top 10 dei seguenti Paesi: Finlandia e Svezia, Argentina, Brasile, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Corea del Sud.Seguono a ruota Firenze, da sempre amata dai viaggiatori di tutto il mondo, e Bologna con il suo affascinante centro storico. Anche Napoli e Sorrento non subiscono variazioni rispetto al 2013, occupando il sesto e settimo posto della classifica di Hotels.com. Subito dopo le due città campane si posiziona Verona, la città degli innamorati per eccellenza, e Pisa, nota in tutto il mondo per la splendida torre pendente. Torino, invece, guadagna un gradino rispetto al 2013, entrando in decima posizione e scalzando Palermo. Chiudono la Top 20 della classifica delle città più visitate dai viaggiatori stranieri nel 2014 le seguenti città italiane: Alghero, Palermo, Genova, Rimini, Taormina, Siena, Positano Catania, Lucca e Sirmione. La romantica Parigi si conferma la città più amata dagli Italiani nel 2014, seguita da New York. Entrambe le città conquistano una posizione rispetto al 2013, facendo slittare Londra dal primo al terzo posto.Barcellona, la patria di Dalí e Mirò, conquista il quarto posto, salendo di un gradino in confronto al 2013, mentre Berlino scende in quinta posizione.Amsterdam, la città dei canali e dei tulipani, rimane stabile al sesto posto, seguita da Vienna e Monaco di Baviera che fanno scivolare le spiagge e il mare di Miami dalla settima alla nona posizione.La cosmopolita Istanbul nel 2014 conclude la Top 10, scalzando Madrid dalle prime dieci città più visitate dai connazionali nell’anno appena concluso.Chiudono la Top 20 della classifica le seguenti città internazionali: Praga, Madrid, Bruxelles, Budapest, Las Vegas, Dublino, Lisbona, Los Angeles, San Francisco e Tokyo. (foto Fidest Lungotevere)

Posted in Cronaca/News, Viaggia/travel | Contrassegnato da tag: , , , | Leave a Comment »

Aiuti UE più rapidi per i paesi colpiti da calamità

Posted by fidest press agency su lunedì, 21 aprile 2014

BruxellesSecondo le modifiche alla normativa approvata mercoledì, gli aiuti comunitari ai paesi UE e a quelli candidati colpiti da inondazioni o da altre calamità naturali saranno inviati più celermente ed efficacemente grazie al Fondo di solidarietà dell’Unione europea (FSUE). Tali modifiche, già concordate con i ministri europei, comprendono l’estensione del termine per la richiesta di aiuti per calamità naturale da 10 a 12 settimane, il versamento di un anticipo pari al 10% degli aiuti e la semplificazione dei criteri di approvazione degli aiuti per i disastri meno gravi a livello regionale. “Il Fondo di solidarietà è uno degli esempi più visibili ed efficaci di solidarietà nell’UE. Questa riforma renderà il Fondo uno strumento ancora più efficace. Si definisce in modo chiaro, con un unico criterio, quando una regione può ottenere il sostegno del Fondo. I nuovi anticipi possibili sono un altro successo molto importante per i negoziatori del Parlamento, perché in una catastrofe un supporto rapido è vitale, e siamo stati in grado di sbloccare la questione dopo difficili negoziati”, ha dichiarato la relatrice Rosa Estaràs Ferragut (PPE, ES). La sua relazione è stata approvata con 525 voti a favore, 12 contrari e 41 astensioni.La clausola che permetterà l’anticipo del 10% (per un importo massimo di 30 milioni di euro) dell’aiuto previsto è stata approvata grazie agli sforzi dei deputati e nonostante le obiezioni durante i negoziati con il Consiglio. Il FSUE normalmente si concentra su catastrofi gravi, che hanno causato danni superiori ai 3 miliardi di euro a prezzi del 2011 o superiori allo 0,6% del reddito nazionale lordo del paese colpito. Tuttavia, il fondo potrà essere mobilitato anche per catastrofi regioni più limitate. Per questi casi, le nuove norme prevedono un singolo e semplice criterio di ammissibilità – una soglia di danno dell’1,5% del prodotto interno lordo della regione – cosi da facilitare il compito della Commissione europea nel valutare le applicazioni e velocizzare lo stanziamento degli aiuti. I deputati hanno anche fissato una soglia inferiore all’1% del PIL per le regioni ultraperiferiche dell’UE, garantendo che il fondo potrà essere utilizzato anche per alcuni tipi di catastrofi, come la siccità, che si sviluppano su un arco di tempo più lungo prima che se ne risentano gli effetti disastrosi.

Posted in Estero/world news, Welfare/ Environment | Contrassegnato da tag: , , , | Leave a Comment »

Scuola ai bambini dei paesi in guerra

Posted by fidest press agency su domenica, 15 agosto 2010

Le nazioni ricche non stanno facendo abbastanza per  assicurare istruzione a 37 milioni di bambini in paesi guerra Insufficiente l’impegno finanziario dei donatori istituzionali – con l’Italia terzultima della lista –  per garantire l’accesso a scuola ai bambini che ne sono esclusi a causa dei conflitti. Per 1 anno di scuola elementare di un bambino, un paese industrializzato – Italia compresa – spende 500 volte di più rispetto a quanto si spende per l’istruzione di un bambino in un paese afflitto o reduce da guerre. Il Lussemburgo per esempio sborsa 12.000 dollari per garantire 1 anno di istruzione a ogni bambino lussemburghese. La Svezia quasi 10.000. L’Italia 6.796. Per contro ammonta a 17 dollari annui la spesa pro-capite per istruzione primaria in Burundi:  il costo di uno zainetto e di qualche quaderno, o di un tamagotchi, per i nostri bambini. L’Italia, in particolare, è tra i paesi meno generosi e si colloca al terzultimo posto nella graduatoria degli aiuti governativi all’educazione primaria. Si stima che nel mondo siano 72 milioni i minori che non hanno accesso all’istruzione di base. Se vogliamo che entro il 2015 si persegua l’obiettivo del millennio dell’istruzione primaria universale per tutti i bambini ”, continua il Direttore Generale di Save the Children Italia, “le nazioni avanzate e più ricche, compresa l’Italia,  debbono aumentare sensibilmente i finanziamenti per l’educazione, destinandone una quota rilevante alle nazioni in conflitto”. Per quanto riguarda l’Italia,  il nostro paese risulta al terzultimo posto della lista dei paesi donatori di aiuti all’istruzione primaria: data infatti la cifra di 9 miliardi di dollari necessaria a garantire educazione per tutti i bambini entro il 2015, l’Italia risulta tra le nazioni che hanno contribuito meno,  per appena il 7% di quota “equa”. All’interno dei fondi per l’educazione primaria, una parte significativa – circa il 34% –  è stata allocata ai paesi in guerra, il 30% ai paesi a medio reddito, il 12% a quelli a basso reddito.

Posted in Estero/world news, Spazio aperto/open space | Contrassegnato da tag: , , , | Leave a Comment »