Dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia il Glossario LGBT
Posted by fidest press agency su venerdì, 25 giugno 2021
Uno strumento utile per approfondire il mondo delle identità sessuali, promuovere conoscenza e cultura sulle tematiche LGBT+, diffondere un linguaggio condiviso e, nel corso del tempo, fornire approfondimenti e mezzi a professionisti e professioniste per poter lavorare con maggiore spirito critico, consapevolezza e sicurezza sui temi delle identità sessuali. Attraverso il glossario LGBT+ l’Ordine degli Psicologi della Lombardia ha ritenuto prioritario presentare un riferimento utile, pratico e d’ispirazione per muoversi con maggiore consapevolezza nelle relazioni con persone LGBT+, nel lavoro e nella vita di tutti i giorni. OPL ha redatto un glossario avanzato, fruibile da tutti coloro che lavorano con persone LGBT+ o che stanno volgendo il proprio interesse verso queste tematiche. Nello stesso documento, viene altresì proposto un glossario di base, contenente i concetti più diffusi e necessari da utilizzare come criterio fondamentale per orientarsi al meglio nella professione. Una raccolta di oltre 110 definizioni, che spaziano da termini diventati ormai di uso comune come “coming out” e “omosessualità” ad altri meno diffusi, ma che occupano in alcune occasioni i titoli e le pagine dei giornali come “dead-naming”, “misgendering”, “gender fluid” o “non-binary”, fino alle differenze tra termini che possono essere erroneamente utilizzati e facilmente fraintesi come “orientamento sessuale” e “identità di genere”. La strada per l’uguaglianza è ancora lunga. Nel recente report “A long way to go for LGBTI equality”, la Fundamental Rights Agency dell’Unione Europea ha reso pubblici i risultati di una survey condotta sulle persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender di 27 Paesi Europei più Regno Unito, Serbia e Macedonia del Nord. Dallo studio emerge che una percentuale importante di persone sperimenta nel corso della vita minacce e violenza, e solo una piccola parte le segnala alle forze dell’ordine; non sono luoghi sicuri per le persone LGBT+ i luoghi di lavoro, le strade, i mezzi di trasporto pubblici, negozi, e nemmeno la rete li protegge. In un clima così poco accogliente, il 53% degli intervistati rivela di non essere dichiarato, mentre uno su tre afferma di evitare certi luoghi per timore di essere assalito o insultato. Nei giovani, il timore di subire violenze, minacce o insulti è maggiore che negli adulti, pur essendo esposti a un’educazione più marcatamente egualitaria e orientata a trasmettere l’importanza di non discriminare; ciononostante, la percentuale di giovani non dichiarati è inferiore a quella degli adulti (37%). In Italia, il 22% degli intervistati ha sperimentato discriminazioni sul posto di lavoro nei 12 mesi precedenti la survey, il 32% insulti; l’8% ha sperimentato episodi di violenza nei cinque anni precedenti, il 30% evita alcuni posti, e solo il 19% si è rivolto alle forze dell’ordine. Le Nazioni Unite hanno espresso più volte preoccupazione per lo stato attuale in termini di tutela dei diritti per le persone LGBT+. La protezione di tali individui dalla violenza e dalla discriminazione sarebbe potenziata da una convenzione ONU specifica, che dettagli e contestualizzi i diritti delle persone LGBT+ e che possa essere ratificata diventando legge nelle singole nazioni ratificanti. È importante sottolineare che il rispetto della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è fondamentale per promuovere la protezione, la prevenzione e la proibizione di discriminazioni e violenze, oltre alla decriminalizzazione delle persone omosessuali, bisessuali e transgender.
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