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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 131

Dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia il Glossario LGBT

Posted by fidest press agency su venerdì, 25 giugno 2021

Uno strumento utile per approfondire il mondo delle identità sessuali, promuovere conoscenza e cultura sulle tematiche LGBT+, diffondere un linguaggio condiviso e, nel corso del tempo, fornire approfondimenti e mezzi a professionisti e professioniste per poter lavorare con maggiore spirito critico, consapevolezza e sicurezza sui temi delle identità sessuali. Attraverso il glossario LGBT+ l’Ordine degli Psicologi della Lombardia ha ritenuto prioritario presentare un riferimento utile, pratico e d’ispirazione per muoversi con maggiore consapevolezza nelle relazioni con persone LGBT+, nel lavoro e nella vita di tutti i giorni. OPL ha redatto un glossario avanzato, fruibile da tutti coloro che lavorano con persone LGBT+ o che stanno volgendo il proprio interesse verso queste tematiche. Nello stesso documento, viene altresì proposto un glossario di base, contenente i concetti più diffusi e necessari da utilizzare come criterio fondamentale per orientarsi al meglio nella professione. Una raccolta di oltre 110 definizioni, che spaziano da termini diventati ormai di uso comune come “coming out” e “omosessualità” ad altri meno diffusi, ma che occupano in alcune occasioni i titoli e le pagine dei giornali come “dead-naming”, “misgendering”, “gender fluid” o “non-binary”, fino alle differenze tra termini che possono essere erroneamente utilizzati e facilmente fraintesi come “orientamento sessuale” e “identità di genere”. La strada per l’uguaglianza è ancora lunga. Nel recente report “A long way to go for LGBTI equality”, la Fundamental Rights Agency dell’Unione Europea ha reso pubblici i risultati di una survey condotta sulle persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender di 27 Paesi Europei più Regno Unito, Serbia e Macedonia del Nord. Dallo studio emerge che una percentuale importante di persone sperimenta nel corso della vita minacce e violenza, e solo una piccola parte le segnala alle forze dell’ordine; non sono luoghi sicuri per le persone LGBT+ i luoghi di lavoro, le strade, i mezzi di trasporto pubblici, negozi, e nemmeno la rete li protegge. In un clima così poco accogliente, il 53% degli intervistati rivela di non essere dichiarato, mentre uno su tre afferma di evitare certi luoghi per timore di essere assalito o insultato. Nei giovani, il timore di subire violenze, minacce o insulti è maggiore che negli adulti, pur essendo esposti a un’educazione più marcatamente egualitaria e orientata a trasmettere l’importanza di non discriminare; ciononostante, la percentuale di giovani non dichiarati è inferiore a quella degli adulti (37%). In Italia, il 22% degli intervistati ha sperimentato discriminazioni sul posto di lavoro nei 12 mesi precedenti la survey, il 32% insulti; l’8% ha sperimentato episodi di violenza nei cinque anni precedenti, il 30% evita alcuni posti, e solo il 19% si è rivolto alle forze dell’ordine. Le Nazioni Unite hanno espresso più volte preoccupazione per lo stato attuale in termini di tutela dei diritti per le persone LGBT+. La protezione di tali individui dalla violenza e dalla discriminazione sarebbe potenziata da una convenzione ONU specifica, che dettagli e contestualizzi i diritti delle persone LGBT+ e che possa essere ratificata diventando legge nelle singole nazioni ratificanti. È importante sottolineare che il rispetto della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è fondamentale per promuovere la protezione, la prevenzione e la proibizione di discriminazioni e violenze, oltre alla decriminalizzazione delle persone omosessuali, bisessuali e transgender.

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