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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 136

La Scuola che esclude e le Responsabilità della Politica

Posted by fidest press agency su domenica, 12 gennaio 2020

Prendiamo atto della determinazione delle scuole paritarie che nella persona dei loro gestori – eroi ordinari – decidono di restare quale voce di pluralismo educativo accanto alla scuola statale. Nessuna contrapposizione con questa ma la consapevolezza che il pluralismo educativo è un “bene necessario” da custodire.Allo stesso tempo, l’esserci consente di tenere desta l’attenzione sulle responsabilità dello Stato che non pone le condizioni per il raggiungimento di una piena parità. A 20 anni dalla Legge sulla parità (L.62/2000) è quanto mai chiaro che il diritto ad essere leso è quello dello studente – anche diversamente abile -, dei genitori, dei docenti economicamente più fragili.A questo proposito vorrei condividere con Voi la discriminazione che quotidianamente subiscono gli allievi disabili e i loro genitori. Il sistema scolastico Italiano, secondo i dati Ocse-Pisa, non è affatto inclusivo. Nel corso del Convegno promosso dalla paraolimpica Giusy Versace, è emerso con chiarezza che, oltre al dramma della protesi, il disabile affronta una barriera proprio all’ingresso della Scuola, prima di entrare e non potendolo fare, con grave compromissione del suo futuro perché, se la discriminazione parte dalla scuola, viene impedita la “madre di tutte le opportunità”.Eppure sarebbe possibile per l’allievo disabile frequentare la scuola pubblica statale non dovendo “elemosinare” l’integrazione, oppure frequentare la scuola pubblica paritaria non dovendo sentirsi dire dal gestore “a fronte di un tuo diritto reale e di un mio dovere ideale c’è lo Stato che discrimina te e blocca me”. Ah l’inganno della legge alla Azzeccagarbugli.Ma allora come stanno le cose? La famiglia del disabile a ragion veduta pretende che il figlio possa essere incluso nella scuola pubblica, sia nella statale come nella paritaria. Ma nella prima il dirigente lamenta di essere senza docente di sostegno e invita la famiglia a tenere il pargolo a casa (alla faccia delle politiche famigliari e dell’aiuto alle donne per lavorare) e il gestore della seconda dice che lo Stato non provvede alla copertura del docente di sostegno, quindi se i disabili vengono accolti, la scuola chiude. Ma all’USR la famiglia si sente rispondere che lo Stato ha destinato 20mila euro alla scuola statale e ha erogato 20 mila alla scuola paritaria… Rimbalzano le reponsabilità, la famiglia già stressata si arrende e l’ingiustizia continua senza soluzione di sorta. Pazienza: ci si abitua a tutto, al non senso, alle bugie, alle mezze verità.E’ necessario chiarire per non alimentare la discriminazione e legittimare l’inerzia politica, per non lasciare nella frustrazione il disabile, nell’impotenza il dirigente della scuola statale e il gestore della scuola paritaria nel capolavoro dell’ingiustizia che appare giusta senza esserlo.

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