Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 136

Archive for 20 gennaio 2020

“Giardini per crescere”

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

Parma 21 gennaio, alle 15.30 nella Sala Don Boarini dell’Orto Botanico di via Farini, rivolto a coordinatori pedagogici ed educatori delle scuole dell’infanzia di Parma. Si tratta di un incontro di “disseminazione” del progetto Europeo Erasmus +, finanziato dall’Unione Europea, dal titolo “GARDENStoGROW: Urban Horticulture for Innovative and Inclusive Early Childhood Education”, di cui l’Università di Parma è partner (con il coordinamento di Paola Corsano, docente di Psicologia dello sviluppo del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali) e che ormai volge al termine. L’evento ha dunque l’obiettivo di informare i diretti destinatari (insegnanti e coordinatori pedagogici) in merito ai risultati raggiunti in termini di approfondimento delle conoscenze sul tema e delle ricadute sul piano pratico. Verrà infatti presentata la piattaforma on line “GARDENStoLEARN” a cui gli insegnanti potranno accedere per imparare a realizzare e gestire un orto didattico nelle loro scuole.All’appuntamento parteciperanno, oltre al gruppo di Parma impegnato nel progetto (Paola Corsano, Luisa Molinari, Ada Cigala e Laura Guidotti), i coordinatori di GARDENStoGROW (Museo dei Bambini di Roma “Explora”) e due insegnanti di una scuola partner di Roma. Saranno presenti in apertura, per i saluti istituzionali, Diego Saglia, Direttore del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali, Ines Seletti, Assessora all’Educazione ed Innovazione Tecnologica del Comune di Parma e Andrea Pezzatini, Direttore di ParmaInfanzia.

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Incontro con lo scrittore ungherese László Darvasi

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

Roma Giovedì 23 gennaio p.v. alle ore 18.00 presso la Biblioteca dell’Accademia d’Ungheria in Roma (Palazzo Falconieri – Via Giulia, 1) si terrà l’incontro con lo scrittore ungherese László Darvasi, in occasione della pubblicazione in italiano di una sua raccolta di racconti brevi (Isten. Haza. Csal) dal titolo Mattina d’inverno con cadavere (Il Saggiatore, 2019 – traduzione a cura di Dóra Várnai). László Darvasi è un poeta, romanziere e giornalista ungherese. Scrive per la rivista “Élet és Irodalom” («Vita e letteratura») e ha avuto svariati riconoscimenti, tra cui il premio Sándor Márai nel 2008. Dal 2011 è membro dell’Accademia Letteraria Digitale, l’archivio online dei più importanti scrittori moderni e contemporanei ungheresi. È uno degli autori più importanti del panorama letterario ungherese contemporaneo.”Mattina d’inverno con cadavere” è l’opera con cui László Darvasi si presenta in Italia: una raccolta di racconti legati da fili invisibili eppure tenacissimi, in cui il realismo magico di Kafka e la melancolia di Krasznahorkai rinascono sotto l’infausta e sempiterna stella polare della putredine quotidiana. Darvasi fa sua la lezione dei maestri mitteleuropei e pone il lettore di fronte a un male che non ha forma né volto né contorno, a un orrore che non può essere separato dalla banalità di una giornata qualsiasi, a un ingranaggio di noia e odio dell’umanità verso se stessa che nessuno strumento può disinnescare Dialoga con l’autore: Cinzia Franchi
L’evento viene organizzato nell’ambito del progetto “Europa in circolo. Incontri con scrittori europei contemporanei”, ideato dall’Associazione degli istituti culturali europei (EUNIC) e giunto quest’anno alla sua seconda edizione.

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Riccardo 3: L’avversario di Francesco Niccolini

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

Napoli Mercoledì 22 gennaio 2020, Inizio spettacoli ore 21.00 (mercoledì e giovedì), ore 18.30 (venerdì e domenica), ore 19.00 (sabato) Teatro Nuovo Napoli Via Montecalvario, 16. Libero adattamento dell’autore aretino ispirato a una delle più note e complicate tragedie del Bardo in chiave contemporanea e ai crimini di Jean-Claude Romand. In un luogo pieno di fantasmi, rivive la vicenda del malvagio più malvagio, ma, al tempo stesso, più terribilmente simpatico mai creato dal genio umano, e dei suoi omicidi seriali in Riccardo 3 – L’avversario di Francesco Niccolini, che debutterà mercoledì 22 gennaio 2020 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 26) al Teatro Nuovo di Napoli, per la regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi.In scena Enzo Vetrano, nel ruolo di Riccardo, Stefano Randisi è Lady Anna, ma anche un sicario, Giorgio di Clarence, Buckingham, Edoardo e Richmond, e Giovanni Moschella è tutti gli altri personaggi: un altro sicario, Hastings, Elisabetta, il principino, Margherita, il sindaco di Londra, Stanley.Il testo rilegge in chiave contemporanea un grande classico di Shakespeare, Riccardo III, oggi demone recluso e indomito, che è qui sottratto al medioevo inglese, e diventa abitante del presente, dando vita a una messa in scena che non è una pura variazione sul tema ma qualcosa di “meno rassi­curante”.La seconda parte del titolo, L’avversario, è un esplicito riferimento al romanzo verità di Emmanuel Carrère che racconta un’altra vicenda, a noi contemporanea, di “male assoluto”, quella del pluriomicida Jean-Claude Romand.L’ambientazione non è quella di una sala da palazzo reale quattrocentesca, ma sul palcoscenico tutto ricorda molto da vicino la stanza di un ospedale.
Forse ci troviamo all’interno di un ospedale psichiatrico o un manicomio criminale e forse stiamo per assistere a una terapia sperimentale che porterà un paziente ad affrontare gli orrori di cui si è macchiato. O forse, siamo proprio dentro la sua mente, abitata da incubi e fantasmi.Uno spazio algido dove tutto è fatto della stessa sostanza de­gli incubi, in cui i “forse” sono più delle certezze e governano la messa in scena, gli scambi di ruoli, le ambiguità dei personaggi.Come nell’originale shakespeariano il male si ammanta del fascino più irresistibile, qui il gioco è rendere quel male invisibile, scambiabile per il bene e viceversa: nell’epoca delle false identità e dei travestimenti (digitali, analogici, teatrali o domestici che siano) il crimine, anche il più efferato, non è mai facile da riconoscere né da confessare. L’allestimento, presentato da Arca Azzurra Produzioni e Emilia Romagna Teatro in collaborazione con Le tre corde/Compagnia Vetrano Randisi, si avvale delle scene e costumi a cura di Mela Dell’Erba e le luci di Max Mugnai.

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Umberto Mariani in mostra

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

Milano 22 gennaio – 1° marzo 2020 Gallerie d’Italia – Piazza Scala , Piazza della Scala 6 Le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo ospiteranno dal 22 gennaio 2020 nella sede di piazza Scala una esposizione personale di Umberto Mariani (Milano, 1936), Umberto Mariani. Frammenti da Bisanzio (atto terzo). In dialogo con icone russe, che segue le recenti da lui realizzate a Ravenna (e Roma) nel 2018 e all’Ermitage di San Pietroburgo nel 2019, tutte intitolate Frammenti da Bisanzio, nelle quali l’artista ha voluto rimarcare le relazioni della sua opera con la tradizione culturale e figurativa proveniente dal mondo dell’Oriente bizantino. Mariani, autore di opere fondate su un principio di composizione del colore e della materia che prende forma dalle pieghe dei fogli di piombo con cui da tempo opera nella serie denominata La forma celata, considera la sua opzione per la monocromia come un modo di rivelare, attraverso la combinazione dei colori e delle forme, una concezione astratta, trascendente e simbolica.“Con il mio lavoro faccio riferimento costante a forme e soggetti che appartengono da sempre alla storia dell’arte: il drappeggio, il panneggio e anche altre forme archetipe come l’ellisse, l’uovo, la croce. Il mio panneggio, le mie pieghe non hanno nulla di veristico e nemmeno di realistico, ma semmai si avvalgono di forme e significati simbolici. Si sviluppano all’interno di una logica geometrica e si avvalgono di ritmi e spazi lineari. Sono lontani dai volumi di Masaccio, dalle architetture di Piero e dalle enfatiche turbolenze barocche. Senza dubbio sono invece parenti stretti dell’iconografia simbolica (oggi si direbbe astratta, mentale, concettuale) e, per certi versi, labirintica del mondo bizantino” (U. Mariani, Intorno alla bellezza, Milano, novembre 2014). A rimarcare questo dialogo a distanza, avviato nelle pagine del catalogo della mostra di San Pietroburgo lo scorso anno, nella Sala delle Colonne delle Gallerie d’Italia in piazza Scala le opere di Mariani saranno affiancate da alcune delle più belle e originali icone russe della importante raccolta presente nella sede di Vicenza dei musei di Intesa Sanpaolo. I lavori di Mariani in cui i profondi blu, viola, rossi, assorbono e rimandano una luce che l’oro di alcuni elementi sembra quasi materializzare, si fanno motivo di controcanto delle rappresentazioni che mettono in relazione gli Inferi e il Paradiso, mediante la figura di Cristo e la personificazione della Trinità, nelle versioni di un racconto che si fa rivelazione trascendente nelle icone russe, prosecutrici ed eredi della cultura bizantina. (fonte:comunicati-stampa.com)

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Ottava edizione della WinteRace

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

Cortina d’Ampezzo 5-6-7 marzo 2020. Si chiuderanno il 4 febbraio le iscrizioni all’ottava edizione della WinteRace, Super Classica ACISport la cui partecipazione è riservata a 70 vetture costruite entro il 1976. Tra le curiosità di questa edizione, tutta su territorio italiano, ci sono il numero di passi da valicare che sono 11, di cui 8 sopra i 2000 metri. 400 i chilometri di percorso suddiviso in due tappe di 200 km l’una, con prove su strade chiuse.

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Ai musei Vaticani presentazione volume dedicato a Winckelmann

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

Roma Giovedì 23 gennaio 2020 alle ore 16.30 nella prestigiosa cornice dei Musei Vaticani sarà presentato il numero XXXIV degli Studi sul Settecento Romano, a cura di Elisa Debenedetti e dedicato a Johann Winckelmann nel duplice anniversario della nascita e della
morte. Interverranno Barbara Jatta, Marcello Barbanera, Francesco Gandolfo, Steffi Roettgen, Elisa Debenedetti. Il numero del Settecento Romano dedicato a Johann Joachim Winckelmann nella duplice ricorrenza della nascita e della morte, uscito alla fine
del 2018, segue a breve distanza il fascicolo incentrato su Giovanni Battista Piranesi, dal quale il Sassone si differenzia profondamente,
soprattutto per il suo connaturato modo, estremamente stimabile, di mettersi in discussione. Il volume è diviso in tre parti: la prima ospita saggi di esperti dell’argomento, tedeschi e italiani, ricordando l’importante mostra presso i Musei Capitolini, dedicata soprattutto all’Archeologo come commissario delle antichità negli ultimi cinque anni della sua breve esistenza; durante i quali si individua sempre meglio quel filone di studi che segna la nascita della storia dell’arte come disciplina autonoma, fondata sull’imprescindibile equilibrio di filologia e filosofia. Si precisano in quegli stessi anni i suoi rapporti con William Kent, Francesco Barazzi, e soprattutto con Niccolò Ricciolini, attraverso la cui amicizia poté esprimere il proprio giudizio negativo sui pittori post-raffaelleschi del Seicento e del Settecento.
Winckelmann era giunto a Roma nel 1755, dopo essersi convertito al cattolicesimo, protetto da cinque illustri esponenti della Curia Romana, Alberico Archinto, Domenico Passionei, Alessandro Albani, Giuseppe Spinelli e Gian Francesco Stoppani, sui quali si sofferma nelle lettere ai corrispondenti tedeschi, non senza alcune riserve. Tra le lettere trovano anche posto quattro frammenti inediti destinati a fornire una guida a chi volesse mettersi in viaggio per l’Italia, elargendo un’immagine ideale di Roma come “città dell’arte” per antonomasia. L’impressione profonda che suscitò in lui l’avvincente impatto con la Città Eterna è del resto testimoniata da un piccolo quaderno autografo, conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, che, sotto il titolo di Inscritiones grecae et latinae, fornisce una descrizione delle ville e dei palazzi della città e di ciò che in essi era conservato ed esposto: tanto da confermare il passaggio epocale, di cui egli è stato interprete, dal sapere erudito all’approccio diretto alle opere d’arte dell’antichità. I risultati di tale metodo vengono messi vistosamente in luce in un ampio saggio che sottolinea come l’osservazione meticolosa dei caratteri tecnici e stilistici, insieme alla sua vastissima conoscenza della mitologia e storia greca e degli autori antichi, permisero a Winckelmann di cancellare attribuzioni errate e di stabilirne di nuove per sculture famose. Sull’esperienza del Sassone nel Regno napoletano si soffermano a loro volta due studi che ne esaminano le scoperte archeologiche più significative, come la caserma dei Gladiatori a Pompei, la villa di Publio Vedio Pollione a Posillipo, e le riflessioni da lui elaborate sui siti di Paestum e sul tempio di Serapide a Pozzuoli, cercando di ricostruire anche l’influenza su di esse della cultura napoletana, da lui sottaciuta. La seconda parte del volume è incentrata sugli eventi tenuti in occasione delle celebrazioni winckelmanniane, come la mostra svoltasi a Weimar e quella alla Biblioteca Braidense di Milano; la giornata di studio sull’Archeologo e le antichità Montalto a Villa Negroni presso i Musei Vaticani, e l’esposizione dei Capolavori diffusi in questi stessi Musei. La terza parte si avvale infine di contributi che hanno con Winckelmann una indiretta relazione, come l’allestimento, da parte di Giovanni Battista e Aurelio Visconti, della collezione di antichità egizie nella Sala a croce greca e nel primo «ripartimento» della Galleria dei Candelabri nel Museo Pio Clementino, che risente del lascito culturale dell’Archeologo prussiano; o un documento del 1724, che permette di ricostruire l’entità della quadreria Albani e di una preziosa raccolta di alcuni disegni dall’Antico, entrambe conservate in Palazzo Albani alle Quattro Fontane, dove il Sassone aveva vissuto, e ora disperse; mentre le acqueforti da disegni di Percier, raffiguranti i pergolati di Villa Albani, offrono lo spunto per riparlare ancora della celebre dimora sulla Salaria e della sua situazione attuale, dopo i rivolgimenti seguiti alle spoliazioni napoleoniche e al passaggio di proprietà ai Torlonia. Vengono da ultimo commentati due disegni di Antonio Canova che hanno qualche assonanza con la celebre Pala di Possagno, costituendo un pretesto per l’avvicinamento a Winckelmann.

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Margareth Dorigatti: Signa sunt

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

Roma Inaugurazione giovedì 30 gennaio 2020 ore 18 Via di Monserrato 30 (30 gennaio – 28 marzo 2020) della mostra dal titolo SIGNA SUNT con l’ultima produzione pittorica di Margareth Dorigatti, invitata a partecipare dalla curatrice Daina Maja Titonel al ciclo di mostre che la galleria dedica annualmente a tematiche legate al mondo dell’Astrologia.Se nelle precedenti esposizioni “Luna/Mond” (2016) e “DEI Colori/Giorni” (2018) la Dorigatti aveva presentato gli esiti pittorici di una ricerca legata agli astri e ai colori dei giorni, in “Signa sunt” l’artista si concentra sui dodici segni zodiacali.Si tratta di un’affascinante occasione per scavare nel dialogo tra lo spazio percettivo, le vibrazioni della materia e l’energia che ne scaturisce. Dai tempi remoti ai giorni nostri, tali sono gli elementi che contribuiscono all’essenza del racconto di ogni segno e nelle opere della Dorigatti si percepisce la viva pulsazione che deriva dall’unione di bellezza, fantasia astrale, elementi chimici e psicologici abbinati ai singoli segni. Esse trascendono l’astrazione e vanno oltre il peso e le frequenze degli elementi stessi e in tal senso agiscono su chi le guarda.In merito a questo lavoro osserva l’artista: “Fedele all’individualismo goethiano che nella sua Teoria dei colori si contrappone fortemente ad una visione puramente scientifica della percezione, mi preme studiare partendo dall’osservazione diretta, là dove individuo fonti di ispirazione, in questo caso gli astri ma anche e soprattutto la mia città: Roma. Cammino guardando in cielo, per terra, l’architettura e la natura presenti ovunque, in mezzo alle persone. Prendo i mezzi pubblici dove imparo molte cose, le quali, insieme a duemilasettecento anni di Storia, entrano ermeticamente nei miei quadri. Tuttavia, da pittrice è inevitabile muovermi anche nei meandri del misticismo e della fantasia, anch’essi parte integrante dell’essenza umana, quest’ultima influenzata da molte energie, alcune misteriose come le stelle.Tendenzialmente anche i colori con le loro caratteristiche sono associati ai quattro elementi terra, acqua, fuoco e aria, percepibili non solo attraverso la vista. Gli studi di Cromatologia mi hanno insegnato che questi non hanno solo frequenze e pesi specifici, ma possono agire più o meno fortemente sugli umori e sulla salute di chi li percepisce, e strada facendo sono stati gli stessi segni dello Zodiaco con i loro simboli ad attirare oppure a scartare i colori che orientativamente avevo pensato. Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo sognante: la mia prima patria sono state le stelle.” L’autrice nasce a Bolzano nel 1954. Nel 1973 studia all’Accademia di Belle Arti di Venezia con Emilio Vedova.

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Seguendo le orme di Raffaello a 500 anni dalla sua morte

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

Nel 2020 il mondo celebra Raffaello Sanzio, uno dei più grandi pittori del Rinascimento. In occasione del 500esimo anniversario dalla morte dell’artista, avvenuta a Roma il 6 aprile 1520, Volagratis.com suggerisce un viaggio attraverso i luoghi della sua arte: da Urbino, dove il pittore è nato nel 1483, fino agli Stati Uniti, dove si possono ammirare molti dei suoi dipinti, passando per Città di Castello, Firenze e Roma, cuore pulsante della sua arte.
1 – Urbino, il museo nella casa di Raffaello. Raffaello nacque nel 1483 a Urbino, città in cui si respirava l’atmosfera artistica del Rinascimento e dove si potevano già allora ammirare le opere dei grandi artisti dell’epoca. Oggi la sua casa natale è un museo a lui dedicato, un luogo dove l’artista è raccontato a 360° e dove si possono contemplare alcune delle sue primissime opere, come la Madonna col Bambino, affrescata quando Raffaello aveva appena 15 anni. La città, all’interno del Palazzo Ducale, ospita anche la Galleria Nazionale delle Marche, uno scrigno dove sono esposte non solo alcune opere del pittore urbinate, ma anche quelle di Tiziano, Paolo Uccello e Piero della Francesca. Il tour alla scoperta dell’artista rinascimentale potrebbe partire da qui.
2 – Città di Castello, le opere di Raffaello nella Pinacoteca A Città di Castello Raffaello trascorse cinque anni della sua vita, quasi tutti all’interno della bottega del padre, anch’egli pittore. È proprio nella città umbra in provincia di Perugia che ottenne la sua prima commissione indipendente: lo stendardo della Santissima Trinità, realizzato nel 1499 e oggi conservato all’interno della Pinacoteca comunale, una galleria allestita tra le sale quattrocentesco Palazzo Vitelli alla Cannoniera. Fu proprio quest’opera, fresca e innovativa, che permise a Raffaello di farsi conoscere al di fuori delle mura paterne, dando il via a un periodo di viaggi e di commissioni che lo resero famoso in tutta Italia.
3 – Perugia, Raffaello realizza le pale d’altare. Perugia fu una delle città italiane che per prima si rese conto delle abilità straordinarie di Raffaello. Qui l’artista realizzò molte pale d’altare, come la Pala Colonna o la Pala degli Oddi, dipinti ad olio e quadri raffiguranti uno dei temi a lui più cari: quello della Vergine con il Bambino, declinato in decine di modi diversi nel corso della sua vita. Le opere oggi sono esposte in tutto il mondo, ma alcune si possono ammirare proprio nel capoluogo all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria: è il caso di uno dei cinque pezzi che compongono la Pala Baglioni, realizzata per la chiesa di San Francesco al Prato e oggi una delle opere di punta della Galleria.
4 – Firenze, Raffaello alla Galleria degli Uffizi. Dopo una breve sosta a Siena, città dove Raffaello affiancò l’ormai anziano Pinturicchio nella realizzazione dei cartoni per gli affreschi della Libreria Piccolomini, il pittore si trasferì a Firenze, culla del Rinascimento. Risalgono proprio al periodo toscano alcune delle opere più famose dell’artista, come la Madonna del Cardellino, il Ritratto di Agnolo Doni e quello di Maddalena Strozzi o il suo stesso Autoritratto. Oggi la Galleria degli Uffizi e la Galleria Palatina, rendono Firenze, insieme a Roma, una delle città italiane con la più alta concentrazione di opere di Raffaello.
5 – Roma, dove Raffaello è sepolto. Nei primi anni del ‘500, papa Giulio II diede il via a un’enorme opera di rinnovo, un piano ideato per ridare splendore alla città sia dal punto di vista artistico che urbanistico. Raffaello fu uno degli artisti che prese parte a questo progetto e a soli 25 anni iniziò ad affrescare le sale degli attuali Musei Vaticani, ancora oggi note come Stanze di Raffaello, e a realizzare gli arazzi per la Cappella Sistina. Le sue opere abbelliscono anche importanti palazzi come Villa Farnesina, e chiese, tra cui Santa Maria del Popolo. Il suo genio ha inoltre contribuito alla realizzazione della Cattedrale di San Pietro, per la quale progettò il corpo centrale e longitudinale della chiesa. Raffaello morì a Roma all’età di appena 37 anni e oggi è sepolto all’interno del Pantheon, dove per tutto il 2020 una rosa rossa posta sulla tomba celebrerà i 500 anni dalla sua morte.
6 – Milano, Raffaello a Palazzo della Permanente e alla Pinacoteca di Brera Anche se il pittore urbinate non raggiunse mai Milano, un’ottima occasione per visitare il capoluogo lombardo è la mostra allestita a Palazzo della Permanente, che, fino al 2 febbraio 2020, permetterà di vivere un’esperienza immersiva realizzata per approfondire la vita e le opere dell’artista a chilometri di distanza dalla sua casa natale e dai luoghi che l’hanno accolto in vita. Non solo, all’interno della Pinacoteca di Brera è ospitata in modo permanente una delle sue opere più celebri: lo Sposalizio della Vergine, realizzato a Città di Castello nel 1504; un altro buon motivo per visitare Milano.
7 – Francia, nel Louvre 14 opere di Raffaello- La Francia, dopo l’Italia, è il secondo paese al mondo che custodisce il maggior numero di opere di Raffaello e questo la rende una delle destinazioni internazionali da raggiungere se si vuole scoprire l’arte del pittore urbinate. Il solo Museo del Louvre di Parigi conserva ben 14 opere, di cui 13 dipinti ad olio e un affresco, mentre altre si trovano nel Musée Condé di Chantilly e nel Museo des Beaux-Arts di Strasburgo. Tra le opere “francesi” ci sono la Madonna di Orleans, la Belle Jardinière e il Ritratto di Baldassarre Castiglione, dei veri e propri capolavori.
8 – Londra, nel 2020 la mostra più grande mai dedicata all’artista. 16 opere di Raffaello sono esposte inoltre nel Regno Unito e la maggior parte si trova all’interno della National Gallery di Londra. Tra queste spiccano la Madonna dei Garofani, un pezzo della Pala Colonna realizzata a Perugia, il ritratto di Santa Caterina d’Alessandria e il ritratto di Giulio II. Ma chi visiterà il museo tra il 3 ottobre 2020 e il 24 gennaio 2021 potrà ammirare anche molti altri dipinti, perché la National Gallery allestirà la più grande mostra mai realizzata sull’artista: oltre 90 opere, provenienti da collezioni pubbliche e private, esposte per celebrare i 500 anni dalla sua morte. Alcune di queste, come gli affreschi delle Stanze Vaticane, saranno presenti a Londra grazie a innovative soluzioni multimediali.
9 – Stati Uniti, Raffaello in 8 musei diversi. Le opere di Raffaello sono arrivate anche oltreoceano. Per ammirare il talento del pittore, si può volare anche negli Stati Uniti, dove i dipinti sono stati accolti in 8 musei diversi: dal Metropolitan Museum of Art di New York, sulla costa orientale, fino al Norton Simon Museum of Art di Pasadena, in California, sulla costa occidentale. Tra le città in cui si può godere dei ritratti e delle opere sacre realizzate dall’artista marchigiano ci sono anche Washington, Boston, Baltimora, Detroit, Worcester (Massachusetts) e Raleigh (North Carolina).

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Installazione site specific: L’Esprit des Lieux

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

Riola di Vergato (Bo) chiesa di Santa Maria Assunta venerdì 24 gennaio ore 17- 21 Sabato 25 gennaio: ore 17-24 – domenica 26 gennaio: ore 17- 21 in concomitanza con Arte Fiera Bologna 2020 Jacques Toussaint, artista francese che vive e lavora in Italia dagli anni settanta, realizza dall’inizio degli anni duemila una serie di interventi artistici site specific in edifici storici che si basano sull’interpretazione del luogo attraverso la realizzazione di installazioni video e di spazi immersivi.
Rielaborando con originalità lo spirito dei luoghi – L’Esprit des Lieux è il titolo di questo progetto che si declina in diversi capitoli – Toussaint si è confrontato in questi vent’anni con edifici religiosi ricchi di storia come l’ex convento di San Francesco a Pordenone, la chiesa di San Francesco a Como, la Cappella Valmarana di Andrea Palladio nella chiesa di Santa Corona a Vicenza, il complesso architettonico delle Sette chiese a Bologna e l’oratorio di San Francesco a Crespellano.
A proposito di questi interventi, la critica d’arte Monica Bonollo ha recentemente scritto che egli «mira ad una comprensione e relazione “spirituale” con il luogo, e con esso ad una comprensione e conoscenza dello spazio e del tempo e dei significati profondi della realtà. Questo tentativo di portare il visitatore a trascendere la fisicità del mondo per spingerlo verso l’essenza delle cose, sembra avere un risvolto inaspettato. Investe lo spettatore di un’emozione intensa, più vicina alla passione che al ragionamento razionale e all’astrazione.» (in L. Cavadini, Jacques Toussaint. Arte 1967/2017, Antiga Edizioni 2018. p 131).
Di recente l’attenzione dell’artista si è indirizzata verso le qualità intrinseche dell’architettura moderna, che pone indubbiamente questioni di diversa natura rispetto a quella classica con la quale si è confrontato fino ad ora. In questi spazi minimali, per lo più privi di ornamento, l’intervento artistico sarà proteso a sottolineare e a valorizzare gli elementi caratteristici dell’architettura stessa e in particolare modo i suoi volumi.
L’artista ha scelto come prima tappa di questa nuova fase di Esprit des Lieux la chiesa di Santa Maria Assunta di Riola di Vergato (1976-1978), frutto di una lunga progettazione dell’architetto finlandese Alvar Aalto (1898-1976).
La chiesa fu commissionata ad Aalto dal Cardinale Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna, che apprezzò l’approccio innovativo, rispettoso della natura e a misura d’uomo, sviluppato dall’architetto finlandese. Il progetto suscitò da subito l’entusiasmo della comunità della vallata del fiume Reno, sulla cui riva si sviluppa la costruzione della chiesa che si può ammirare oggi nella sua completezza (il campanile fu costruito più tardi e inaugurato nel 1994).
L’apparente semplicità della Chiesa di Santa Maria Assunta (unica realizzazione dal grande architetto finlandese in Italia oltre al padiglione della Finlandia nei giardini della Biennale di Venezia) è il risultato conclusivo di un ciclo di ricerche sull’architettura religiosa.
Questo edificio ha suscitato la curiosità e la creatività dell’artista francese che spiega cosi il suo progetto per Riola:
«È proprio “il rigore francescano” espresso dal maestro finlandese, padre dell’architettura organica, e “il suo nordico spirito calvinista” che mi spingono ad esplorare con interventi minimi l’Esprit des lieux di questo suo edificio. Il progetto prevede un intervento discreto e puntuale nel pieno rispetto della Chiesa di Santa Maria Assunta. Ho intenzione di inserire pochi elementi artistici e di esaltare le grandi qualità architettoniche dell’edificio utilizzando un medium presente in tutte le mie installazioni, una luce di colore blu intenso emanata da tubi al neon con vetro tinto in pasta.Il mio intento è di attirare l’attenzione del visitatore sulle 12 piccole croci (che alludono alla presenza dei 12 apostoli secondo il desiderio di Alvar Aalto) collocate a destra e a sinistra sui pilastri della navata. Solitamente meno visibili perché di marmo bianco, saranno per l’occasione coperte da un vetro materico argentato e illuminate da una luce blu proiettata da terra, la rifrazione della quale metterà in evidenza l’insieme. Il presbiterio, inoltre,
sarà illuminato da 12 segmenti di neon blu, posizionati in maniera dinamica e ascensionale come ulteriore richiamo agli apostoli. Il tutto sarà avvolto dall’ulteriore luce blu emanata da una videoproiezione, che si protenderà sino al grande crocefisso in legno voluto da Aalto, che sarà per l’occasione fiancheggiato da due croci di vetro argentato poste ai lati dell’altare. Nella zona del battistero, posizionato da Aalto sul lato destro della navata centrale all’altezza dell’abside e prospettante sul Reno, sarà infine proiettato un video sul tema dell’acqua, in cui il fluire delle immagini seguirà il senso della corrente del fiume.»

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La scuola e lo sviluppo sostenibile

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

Una competizione fra gruppi di studenti, classi o scuole per dare impulso allo sviluppo sostenibile, realizzando buone pratiche scolastiche in materia di risparmio di energia, di acqua, riduzione dei rifiuti, dei consumi e degli sprechi, collaborando al miglioramento della qualità dell’aria. Riuniti in gruppi (stessa classe, interclasse, classi diverse) chiamati “Green Club” i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado del territorio metropolitano potranno partecipare al concorso “Ci basta un Pianeta”, prima edizione di un bando pubblico promosso dalla Città metropolitana di Torino, in collaborazione con il Museo A come Ambiente e il Politecnico di Torino – Innovation Design Lab del Dipartimento di architettura e design.L’iniziativa nasce sulla scia dei percorsi educativi già intrapresi a partire dal 2001 dalla divisione Ambiente della Città metropolitana (e prima dalla Provincia di Torino) nell’ambito dell’educazione alla sostenibilità ambientale, come “A scuola camminando” promosso a partire dal 2006 o “Incubatori di Green Education – Il Paesaggio Vien Camminando” dal 2016.Il concorso “Ci basta un Pianeta” persegue l’obiettivo di sensibilizzare ragazzi e famiglie, docenti, dirigenti scolastici e personale Ata a cambiare le loro abitudini rispetto al risparmio di risorse energetiche e idriche a scuola, alla riduzione della produzione di rifiuti, consumi e sprechi, alla riduzione della produzione di CO2 con spostamenti casa-scuola a piedi e in bicicletta privilegiando la mobilità sostenibile, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, consapevolezza sugli acquisti personali di abbigliamento, “moda sostenibile”, potenziamento di azioni relative a un’alimentazione sana e rispettosa dell’ambiente. Cambiamenti che si traducono in azioni e in buone pratiche scolastiche in tutti i campi per contribuire allo sviluppo di una cultura della sostenibilità nel territorio in cui l’istituito è insediato. La scadenza del bando è prevista per il 20 aprile 2020. Si richiede alle scuole che intendono partecipare di inviare all’indirizzo labto@cittametropolitana.torino.it una mail per l’iscrizione, entro il 12 febbraio 2020, con l’indicazione dei referenti dell’iniziativa, che consentirà di organizzare le attività di supporto previste e chiaramente indicate nel Bando stesso. Sarà in ogni caso possibile partecipare al concorso, a prescindere dall’iscrizione, senza, però, fruire delle suddette attività.

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Corretta alimentazione e prevenzione in età scolastica

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

Bari Giovedì 23 gennaio ore 16 al 17° circolo plesso Tauro di Bari, all’interno delle iniziative della RCU Picone Poggiofranco, si terrà un evento culturale sul tema “Alimentazione e prevenzione in età scolastica”, a cura del naturopata Gianluca Lombardi.
Saranno fornite delle nozioni basilari che servono ai ragazzi e anche ai genitori, per non compromettere la loro salute e il loro sviluppo.
“Quello che facciamo a livello alimentare e in stile di vita – ha affermato Gianluca Lombardi – può risultare molto importante sulla stato di salute che si ripercuote in età adulta. Quindi è importante da parte dei genitori educare e fare da modelli per i figli che fino a una certa età li imitano e quindi insegnare a ragazzini e ragazzine una sana e corretta alimentazione. Anche uno stile di vita equilibrato”.
Il nostro modello socioculturale ha portato un benessere socio economico. Le società occidentali hanno risolto il problema delle carestie con la sovrabbondanza di cibo industriale. Tutto ciò però ha creato tanti effetti collaterali molto dannosi e spesso letali. Un esempio sono le malattie da benessere come sovrappeso, ipertensione arteriosa, patologie cardiovascolari, diabete, tumori, allergie e depressione. Gli adulti sono le vittime designate di queste patologie, ma i ragazzi sono i più indifesi, a causa di una assenza totale di educazione alimentare. I teenagers tendono a ‘ingoiare’ qualsiasi prodotto venga pubblicizzato dai media, senza preoccuparsi di conoscere le vere capacità nutrizionali. Intrugli artificiali hanno sostituito alimenti naturali e molte sostanze usate dall’industria conserviera spesso vengono dichiarate ‘tossiche’. Insomma, è diventato fondamentale che grandi e piccoli, ma soprattutto i più giovani in età scolare, oltre a studiare le materie classiche della formazione culturale, abbiano una corretta informazione ed educazione alimentare “Anche questo, come tutti gli eventi proposti nell’ambito della RCU è gratuito e aperto alla cittadinanza. Con l’utilizzo di slide condividerò e diffonderò delle informazioni ma, come prediligo fare, cercherò di far partecipare il pubblico facendolo interagire con domande e interventi”. A partire dalle 16, per circa due ore si parlerà di portare consapevolezza a tavola, la scelta come passo iniziale, la conservazione migliore del cibo, l’arte della cottura, macro e micro nutrienti, l’importanza dell’acqua, i cibi medicina, il cibo spazzatura.
Per partecipare a questo appuntamento bisognerà accreditarsi, gratuitamente, all’indirizzo internet https://forms.gle/2F6NVE9fCcCYzmmU7

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Terrorismo in Germania

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

Dopo l’attentato del dicembre 2016 in un mercatino di Berlino, il livello di allerta si è alzato senza più riabbassarsi. Sono numerose, infatti, le operazioni antiterrorismo ordinate dalle autorità tedesche per tentare di arginare quella che appare come una vera e propria deriva.Ultima in ordine di tempo, quella effettuata nei distretti berlinesi di Hellersdorf, Hohenschönhausen, Spandau e Köpenick, a Ludwigsfelde nel Brandeburgo, a Hagen nella Renania settentrionale-Vestfalia e ad Arnstadt in Turingia.Il blitz della polizia tedesca ha portato all’arrestato di cinque ceceni, di età compresa dai 23 ai 28 anni, che secondo le indagini stavano preparando attentati, uno nei quali alla Nuova Sinagoga di Berlino: l’edificio si trova sull’Oranienburger Strasse, una strada del centro città. Venne costruita nel XIX e fu distrutta durante la Seconda guerra mondiale, per poi esser ricostruita – anche se solo parzialmente – negli Anni 90.La presunta cellula terroristica, sotto osservazione delle autorità tedesche dal settembre 2019, aveva girato numerosi filmati attorno al luogo di preghiera ebraico.Secondo le prime ricostruzioni, la polizia tedesca è intervenuta solo dopo che i presunti terroristi pensavano di esser riusciti ad aggirare i controlli. La sensazione di poter agire in sicurezza e passare quindi alla fase operativa del piano si è ritorto contro ai cinque ceceni, che sono stati arrestati dalle forze dell’ordine di Berlino.Il blitz, avvenuto martedì scorso, è l’ennesima conferma della penetrazione del terrorismo islamico in Germania e del pericolo che corrono gli ebrei del paese, stretti nella morsa dell’antisemitismo sia di natura islamica che di natura relativa all’estrema destra.

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Presentato il Progetto Economia Reale ai principali fondi pensione italiani

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

Cassa Depositi e Prestiti, Assofondipensione e Fondo Italiano d’Investimento SGR hanno presentato oggi il Progetto Economia Reale a oltre quaranta fondi pensione italiani, sia negoziali che preesistenti. Il Progetto, le cui linee guida erano state annunciate dall’Amministratore Delegato di CDP Fabrizio Palermo durante l’assemblea annuale di Assofondipensione il 2 dicembre scorso condotta dal presidente Giovanni Maggi, mira al potenziale coinvolgimento di tutti i fondi pensione italiani di natura privatistica. Lo scopo del Progetto Economia Reale è quello di fornire ai fondi pensione aderenti la possibilità di co-investire con CDP in strumenti diversificati e con potenziali ritorni in linea con le finalità del risparmio da loro gestito e al contempo di supportare la crescita e la competitività delle imprese italiane facilitando l’afflusso di investimenti verso l’economia nazionale attraverso una piattaforma, costituita da fondi di fondi, gestita dal Fondo Italiano di investimento SGR (FII SGR, controllata da CDP Equity), che investirà in fondi di private equity, private debt, nonché potenzialmente in altre asset class.Durante la sessione tecnica di oggi, sono state presentate ai fondi pensione partecipanti le caratteristiche tecniche principali del Progetto. In particolare, Fondo Italiano d’Investimento SGR ha illustrato le peculiarità dei fondi di fondi sottostanti la piattaforma, unitamente alla possibilità, soggetta all’approvazione del Consiglio di Amministrazione di CDP, di CDP Equity e di Fondo Italiano d’Investimento, di godere di una piattaforma di liquidità e di investire in quote di fondi a rendimenti asimmetrici.L’obiettivo di raccolta dai fondi pensione è di almeno 500 milioni di euro, cui si aggiungono anche le risorse che – coerentemente alla propria missione istituzionale – CDP ha già dedicato (Euro 550mln ad oggi nei fondi di private equity e private debt) e quelle che potrà decidere di dedicare in eventuali ulteriori asset class nell’ambito del Progetto. I fondi pensione attualmente gestiscono per conto dei loro aderenti oltre 100 miliardi di euro e possono esercitare un ruolo importante per favorire il sostegno all’economia, all’occupazione e alla crescita del Paese, cogliendo al contempo la possibilità di maggiori rendimenti per i loro iscritti, per un welfare integrativo sempre più efficiente e inclusivo.

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Regolamento sul funzionamento del Registro pubblico delle opposizioni

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

“Era ora! Ma quando sarà operativo? E’ incredibile che il Governo ci abbia messo oltre due anni dall’approvazione della Legge per varare, solo in via preliminare, il nuovo regolamento del Registro delle opposizioni” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Ci domandiamo ora quanto ci vorrà ancora per rendere davvero operativo il nuovo Registro? Quando i consumatori potranno realmente iscrivere il loro cellulare? Quando potranno revocare tutti i consensi precedentemente espressi? La condanna di oggi del Garante della Privacy attesta l’urgenza del problema. Gli italiani sono stufi di telefonate indesiderate e attivazioni di servizi non richiesti” conclude Dona.

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Pensioni e finte riforme

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

Lunedì 27 gennaio Cgil Cisl Uil e il governo, nella persona del ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, si esibiranno nella solita sceneggiata della riforma delle pensioni. Produrranno un ritocco estetico di aspetti marginali, senza arrivare all’essenza del problema.Il governo del doppio cambiamento punta tutto sul collateralismo di Cgil Cisl Uil, rifiutando il confronto con organizzazioni come l’Unione Sindacale di Base. Una chiusura propedeutica a una legge sulla rappresentanza e sulle relazioni sindacali che legittimi il monopolio di Cgil Cisl Uil, impedendo forme di organizzazione sindacale indipendente. È questo che vogliono imporci in nome di una presunta e inverosimile lotta alla destra.Per questo motivo il 27 gennaio anche USB sarà davanti al Ministero del Lavoro, con le sue proposte e le sue richieste: non siamo sardine ma non saremo neanche tonni, al contrario di Cgil Cisl Uil che continuano a subordinare gli interessi dei lavoratori alle politiche governative direttamente ispirate da Ue, Ocse, Bce ecc. Dopo aver taciuto, in evidente connivenza, sulla riforma Monti-Fornero, ora fingono di scoprire a parole la necessità del suo superamento, mantenendo nei fatti l’essenza della riforma, vale a dire sistema contributivo, allungamento dell’età pensionabile, negazione del diritto alla pensione per i giovani.Quando si parla di pensioni bisogna ricordare che stiamo parlando, oltre che di lavoratori, di una parte consistente della ricchezza sociale a disposizione delle famiglie. Perché il 21,9% delle famiglie ha come unica fonte di reddito il pensionato. Non solo ma con il prelievo fiscale di ben 56 miliardi ogni anno, 3,73 punti percentuali del loro Pil, i pensionati danno vita a una manovra con i contributi espropriati dallo Stato, senza sapere che fine fanno. Stiamo parlando del più grande ammortizzatore sociale della storia la cui consistenza monetaria fa gola a fondi pensione, assicurazioni, banche, governo e così via.Ma quali sono le vere priorità del sistema previdenziale? Premesso che riproduce le disuguaglianze presenti nel modo del lavoro, è sicuramente possibile correggerne gli effetti sulle pensioni e sulla vita dei lavoratori in quiescenza. In che modo?Separando previdenza e assistenza, utilizzata per alzare i presunti costi delle pensioni sul Pil, ma senza trasformare quest’ultima in merce da abbandonare sul mercato privato e senza privare i cittadini dei loro diritti, vedi reversibilità, invalidità ecc.Aumentando le pensioni minime che sono spesso al di sotto della soglia di povertà.Stabilendo un’età pensionabile certa e modulata sui lavori usuranti senza trasformare questa opportunità in farsa che si traduce o in assalto alla diligenza, o individuando professioni e lavori vicini all’estinzione.Decidendo che il calcolo della pensione non può essere contributivo a fronte di una strutturale discontinuità del lavoro, e per lo stesso motivo non può più essere retributivo a fronte di retribuzioni frammentarie e inadeguate, vedi il lavoro povero.Abolendo la vergogna dell’assenza di futuro per i giovani, ai quali si promette di andare in pensione a 70 e più anni senza però garantire loro un lavoro stabile.È evidente che di materie da riformare ce ne sono a iosa, ma parliamo di un sistema autofinanziato che ha al suo interno le risorse per potersi riformare. Stiamo parlando dei 56 miliardi di contributi sottratti ogni anno sotto forma di Irpef.
Altro che ritocchetti: lunedì 27 gennaio ricorderemo a governo, Cgil Cisl e Uil che si può costruire un sistema previdenziale di grande impatto sociale e in linea con il dettato costituzionale.

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Riforma fisco: Iniziativa del governo

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

“C’era un bel clima di collaborazione con le rappresentanze sindacali dei lavoratori, che hanno compreso il primo importante passo che stiamo facendo come Governo, e soprattutto condividono la prospettiva di una riforma complessiva del fisco. Destinando ciò che entra dalla lotta all’evasione fiscale all’abbassamento delle tasse di chi le paga e le ha sempre pagate, ma soprattutto degli incapienti, fino ad oggi esclusi, e dei pensionati. Sono contenta che la proposta del Governo, a cui abbiamo lavorato in questi giorni con il Ministro dell’Economia, tenga conto di quanto avevamo rappresentato come MoVimento 5 Stelle, a partire dalla necessità che fosse inquadrata come un primo passo della riforma fiscale. Per il taglio del Cuneo da 3 miliardi, utilizzeremo un sistema misto, proprio per evitare incapienti e problemi alle imprese dall’introduzione di metodi nuovi, aumentando l’importo del beneficio a 100 euro con il sistema vigente per gli attuali percettori, mentre con un meccanismo di detrazioni per i nuovi beneficiari”. Così il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.

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La William School Music raddoppia con il sociale

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

L’ormai nota scuola romana del quartiere di Torre Maura, nata nel 2016, ha raggiunto importanti obiettivi nel corso di questi anni, dando non solo un apporto decisamente positivo al territorio stesso, ma contribuendo a migliorare l’ambiente con due importanti iniziative: dalla fine di febbraio, infatti, si è dotata di un defibrillatore, messo a disposizione di tutti i propri allievi.
La William School Music ritiene che rendere il locale dove viene svolta un’attività culturalmente e socialmente utile, quale è la musica, Cardioprotetto, sia un gran segno di rispetto per tutte le persone che la vivono giornalmente. Dotare un luogo pubblico di un defibrillatore è un gesto di lungimiranza sociale, che porterà alla scuola e al quartiere tutto, un generale senso di sicurezza, nella fatalità del verificarsi un avvenimento precipitoso, dove la possibilità di un intervento immediato offre al malcapitato la probabilità di sopravvivenza del 95%.Un’altra importante iniziativa è l’introduzione di borracce di alluminio brandizzate William School Music: tutti gli allievi, e non solo, potranno recarsi con la propria bottiglia di plastica per sostituirla con una di alluminio, dando così l’opportunità di riciclare la plastica in modo corretto e sicuro, rispettando, in questo modo l’ambiente!
Ricordiamo che nella scuola oltre i classici corsi musicali è presente un Laboratorio Teatrale, un corso di Recitazione Cinematografica, un Laboratorio Interplay, un Corso di Propedeutica e uno di Musica d’Insieme per complessivi n° 20 corsi e per un totale di allievi iscritti di circa ottanta, in costante crescita. La scuola si sviluppa su due piani ed è composta soprattutto da giovani insegnanti, che hanno la volontà di trasmettere la “Musica” con metodi moderni e facilmente apprendibili, rimanendo, allo stesso tempo, legati ai suoi principi fondamentali. A tale proposito il mood di questa grande scuola di periferia è quello di credere fermamente nella Musica e credere che tutti dovrebbero provarla almeno una volta!

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Pelosi rallenta l’impeachment: guai per McConnell e Trump?

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

By Domenico Maceri. “Non c’è nessuna possibilità che il presidente sarà rimosso dalla sua carica”. Queste le parole di Mitch McConnell, senatore del Kentucky e presidente della Camera Alta. McConnell si riferiva agli articoli di impeachment approvati dalla Camera che alla fine sono stati consegnati al Senato come richiede la Costituzione.Non è la prima volta che McConnell esprime una simile posizione esplicitamente di parte. In precedenza aveva addirittura dichiarato che stava preparando il processo con la “piena coordinazione” dei legali della Casa Bianca. McConnell, da senatore e adesso giurato nel processo, ha già deciso che il presidente Donald Trump è innocente e per questo stava programmando un processo sbrigativo per mettere la spinosissima questione da parte.Avendo sentito le dichiarazioni di McConnell, Nancy Pelosi, speaker della Camera, si era rifiutata inizialmente di mandare immediatamente gli articoli di abuso di ufficio e ostruzione approvati dalla Camera. Si credeva che la speaker avesse deciso di non mandare gli articoli al Senato per togliere a Trump la possibilità di assoluzione, mantenendo la macchia dell’impeachment sulle spalle del 45esimo presidente. Alla fine, però, sotto pressione di senatori democratici, la Pelosi ha ceduto e ha mandato gli articoli al Senato, includendo, come si richiede, i cosiddetti “manager” dell’impeachment, ossia gli avvocati che presenteranno il caso al Senato. Come si prevedeva, il ruolo di leadership in questo processo per la Camera sarà coperto da Adam Schiff, parlamentare della California, e Jeff Nadler, parlamentare di New York, presidenti rispettivamente della Commissione Intelligence e Giudiziaria. Altri cinque parlamentari democratici li assisteranno. Dall’altro lato per la difesa di Trump ci saranno Pat Cipollone, legale alla Casa Bianca, Jay Sekulow, avvocato personale del presidente, Ken Starr, già procuratore nell’impeachment di Bill Clinton, e Alan Dershowitz, ex avvocato di Jeffrey Epstein. Il presidente della Corte Suprema John Roberts, ha preso il ruolo di leader al Senato nel processo, prestando il proprio giuramento e facendolo fare anche ai 100 senatori, come richiede la costituzione.Il processo sarebbe dovuto iniziare tre settimane fa, pochi giorni dopo il voto di impeachment alla Camera, ma la Pelosi ha tentato di capire il modo in cui McConnell avrebbe organizzato le regole delle procedure che fanno parte del Senato. La speaker temeva giustamente un processo sbrigativo e quindi ha temporeggiato, ottenendo buoni risultati. Le tre settimane di ritardo hanno fatto venire a galla alcuni senatori moderati che non sono d’accordo con un processo lampo per assolvere Trump. Alcuni di questi senatori non volevano dare l’impressione di confermare quanto suggerito da McConnell, ossia un processo fasullo che equivale a un insabbiamento. Il senatore Mitt Romney, repubblicano dell’Utah, ha persino dichiarato che “le accuse fatte sono serie e meritano la considerazione con tutte le argomentazioni a favore e contrarie”. La senatrice Susan Collins, del Maine, ha anche lei espresso preoccupazioni sul processo lampo di assoluzione. Alcuni altri senatori si sono uniti a questi due togliendo la maggioranza a McConnell di un processo sbrigativo di assoluzione immediata. Vi sarà dunque con processo regolare anche se i legali di Trump continueranno ad insistere su una procedura brevissima, sperando che non oltrepassi due settimane. Va ricordato che il processo di impeachment di Andrew Johnson nel 1868 durò 11 settimane e quello di Bill Clinton nel 1999 durò più di un mese..
McConnell però ha già fissato procedure che non richiedono testimoni anche se durante il processo la richiesta di testimoni potrà essere fatta e approvata dalla semplice maggioranza dei senatori. Chuck Schumer, leader della minoranza democratica al Senato, ha già indicato che vuole richiedere le testimonianze di Mick Mulvaney, chief of staff pro tempore di Trump, John Bolton, ex consigliere di sicurezza nazionale alla Casa Bianca, Michael Duffey e Robert Blair, ambedue funzionari del presidente. Le testimonianze di Bolton potrebbero essere esplosive poiché nel caso di Ucrainagate l’ex consigliere avrebbe dichiarato di non volere nulla a che fare con il quid pro quo di Trump con il presidente ucraino Volodimir Zelensky etichettandolo di “spaccio di droga”. Trump, da parte sua, in un’intervista televisiva ha affermato che invocherebbe il privilegio presidenziale per impedire a Bolton di offrire testimonianze.A mettere legna al fuoco nell’imminente processo le ultimissime notizie dovrebbero causare ulteriori grattacapi ai legali difensori di Trump. Il Washington Post ci informa che messaggi telefonici fra Rudy Giuliani, ex legale di Trump, e due dei suoi collaboratori avevano scambiato informazioni che parlano di sorveglianza e possibili minacce a Marie Yovanovitch, ex ambasciatrice in Ucraina. Lev Parnas, uno di questi due, ha concesso interviste ai media in cui dichiara che Trump sapeva tutto sugli imbrogli del quid pro quo con Zelensky. Il New York Times da parte sua riporta che il servizio segreto russo ha hackerato il sito della compagnia ucraina di gas Burisma per la quale Hunter Biden aveva servito nel consiglio di amministrazione. Sembra che i russi stessero cercando informazioni negative sul figlio dell’ex presidente americano Joe Biden, continuando la loro interferenza nelle elezioni americane per aiutare Trump.Il ritardo di Pelosi di inviare gli articoli di impeachment al Senato ha legato le mani a McConnell, costringendolo a mettere in atto un vero processo. Il mancato insabbiamento progettato dal Presidente del Senato potrebbe però produrre frutti politici a quei senatori repubblicani in situazioni difficili di rielezioni questo novembre. Non toglie però una piccola vittoria a Pelosi che ha orchestrato l’impeachment alla Camera e ha influenzato dall’esterno la condotta di McConnell al Senato. Trump da parte sua è rimasto praticamente silenzioso sul processo delegando a McConnell l’iniziativa. Quanto tempo rimarranno silenziosi i suoi tweet velenosi contro quei senatori repubblicani che gli hanno tolto l’assoluzione in tempi rapidissimi? Lo sapremo fra breve. (Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California)

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CREA: presentazione Annuario dell’agricoltura italiana 2018

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

Roma, 21 GENNAIO 2020, ore 11,00, Sala Cavour, MiPAAF, Via XX Settembre, 20 Qual è stato l’andamento dell’agroalimentare italiano nel 2018? Quali sono stati sono gli elementi di forza e quali le criticità? E sulla base di quanto emerso, quali politiche sarebbero più efficaci per fronteggiare le sfide che attendono il comparto, dal cambiamento climatico ai dazi? A queste domande il CREA, con il suo centro di Politiche e Bioeconomia, risponderà in occasione della presentazione congiunta dell’Annuario dell’agricoltura italiana 2018 e del Rapporto sul commercio con l’estero dei prodotti agroalimentari 2018, che si svolgerà il 21 gennaio a partire dalle ore 11:00 presso la sala Cavour del Mipaaf, Via XX settembre, 20, Roma. Spaziando dall’offerta variegata, agli elevati standard di qualità, al successo commerciale del made in Italy, al contributo strategico per la realizzazione degli obiettivi di salvaguardia ambientale, paesaggistica e culturale, i ricercatori del CREA ripercorreranno l’evoluzione del settore primario.La presentazione di questa edizione è frutto di una sempre più stretta collaborazione con l’ISTAT, che con l’occasione diffonderà le anticipazioni sull’andamento del settore agricolo italiano nel 2019.I lavori saranno chiusi dall’On. Giuseppe L’Abbate, sottosegretario di Stato del MiPAAF.

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La classifica delle città più care d’Italia del 2019

Posted by fidest press agency su lunedì, 20 gennaio 2020

L’Unione Nazionale Consumatori ha condotto uno studio stilando la classifica completa delle città più care del 2019 (cfr. tabella n. 1), in termini di aumento del costo della vita, sulla base dell’inflazione media registrata dall’Istat.Il capoluogo con i maggiori rincari del 2019 è Bolzano dove l”inflazione media record dell’1,3% determina, per una famiglia tipo, una stangata pari a 392 euro su base annua. Al secondo posto Modena che, pur avendo “solo” il terzo maggiore incremento dei prezzi, pari all’1,1%, registra una spesa annua supplementare di 307 euro, terza Trapani, dove l’inflazione record dell’1,5%, implica un’impennata del costo della vita pari a 305 euro.
Al quarto posto Bari che, con il secondo più alto rialzo dei prezzi, +1,3%, ha un salasso, per una famiglia media, pari a 270 euro su base annua. Al quinto posto, Brescia, dove l’inflazione dello 0,9% determina una batosta annua pari a 260 euro, facendo risultare la città come la più cara del Nord-Ovest.Ben 2 città della Lombardia (Brescia e Lodi) e della Sicilia (Trapani e Siracusa) sono nella top ten della classifica. Al sesto posto Lodi (245 euro), poi Genova (243), Grosseto (239), Verona (233) ed in decima posizione Siracusa (224).
Le 3 città con i minori rincari del 2019 sono, invece, Ancona, che con Perugia vanta l’inflazione media più bassa, +0,1%, e che registra, per una famiglia tipo, un aggravio annuo di spesa di appena 22 euro, Perugia con 23 euro e, in terza posizione, Sassari, dove la seconda inflazione più bassa (+0,2%) genera un esborso aggiuntivo di soli 41 euro.Confrontando i dati a livello regionale (tabella n. 2), Torino, in termini di aumento del costo della vita, è la città più cara del Piemonte (+0,7% l’inflazione, +185 euro i rincari del 2019), per la Liguria è Genova (+1%, +243 euro), per il Veneto è Verona (+0,9%, +233 euro), per il Friuli-Venezia Giulia è Trieste (+0,9%, +216 euro), per l’Emilia, dopo Modena, ci sono Reggio Emilia e Rimini (+0,7%, +195 euro per entrambe), per la Toscana è Grosseto, la città più cara del Centro (+0,9%, +239 euro), per l’Umbria è Terni (+0,6%, +135 euro), per le Marche è Ascoli Piceno (+0,9%, +188 euro), per il Lazio è Roma (+0,5%, +127 euro), anche se la Capitale si colloca solo al 42° posto della classifica generale, per la Campania è Avellino (+1%, +211 euro), per la Calabria è Cosenza (+0,7%, +135 euro), per la Sicilia è Trapani, la città più cara delle Isole e del Mezzogiorno (+1,5%, +305 euro).”Anche se nel 2019 l’inflazione media dell’Italia è dimezzata rispetto al 2018 e al 2017, da +1,2% a +0,6%, ed è relativamente bassa, ci sono ben 24 capoluoghi di provincia che hanno un’inflazione superiore e rincari che hanno messo in difficoltà le famiglie, che certo non hanno avuto aumenti di stipendi commisurati al rialzo del costo della vita” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Le disparità sul territorio sono enormi. Un residente a Bolzano lo scorso anno ha avuto rincari superiori di 370 euro rispetto ad uno di Ancona. Differenze spropositate anche all’interno della stessa Regione, superiori anche a 200 euro, come in Trentino (294 euro tra Bolzano e Trento) ed in Sicilia (224 euro tra Trapani e Caltanissetta). Per una famiglia media italiana la spesa è salita lo scorso anno di 145 euro. Nel Nord-Ovest, la ripartizione con i maggiori rincari, l’incremento si attesta a 187 euro, mentre nelle Isole, la più virtuosa, si ferma a 117 euro” conclude Dona.

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