Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 136

Archive for 14 gennaio 2020

E’ tempo di bilanci per “EricèNatale – Il borgo dei presepi”

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

sindaco di erice.jpgE’ stato il contenitore di appuntamenti natalizi che dal 7 dicembre al 6 gennaio ha animato il borgo medievale di Erice. Erice è diventata una meta natalizia vera e propria.Tra le attrazioni ospitate in questa edizione, meritano di essere menzionate la casa di Babbo Natale e i mercatini di Natale in piazza Municipio e in Piazza San Giuliano. Il capodanno, con il tradizionale concerto di fine anno, ha radunato in piazza tanti visitatori che si sono scambiati gli auguri in una bella festa collettiva. Numeri importanti anche per l’itinerario dei presepi, così come la casetta “food” e le attrazioni dedicate ai più piccoli.Fare un conteggio delle presenze è molto difficile, ma secondo il sindaco l’incremento è sotto gli occhi di tutti: «Vivo il paese, e un segnale chiaro delle presenze sono i parcheggi dedicati ai visitatori; il centro è stato affollato come un giorno in piena stagione turistica e questo è successo quasi tutti i weekend e tutti i giorni dal 24 dicembre al 6 gennaio. Il bilancio è stato più che positivo, con una presenza di visitatori davvero notevole».«Tante le iniziative – prosegue il sindaco Daniela Toscano – che hanno caratterizzato queste settimane di festa. Erice si dimostra un borgo accogliente e credo che questo si possa misurare anche grazie alla trasversalità degli appuntamenti con occasioni di intrattenimento per tutte le età. Siamo convinti che sia stato un ottimo cartellone e a confermarlo sono l’apprezzamento ricevuto ma, soprattutto, la partecipazione di pubblico che, in alcuni casi, è stata imponente. Le iniziative organizzate per le festività hanno raccolto numerosi consensi. Questo non può che riempirci di gioia, perché è un riconoscimento per tutti coloro che si sono adoperati per la buona riuscita del programma» – ha dichiarato il primo cittadino.«Il mio ringraziamento è rivolto a chi, con grande impegno, – conclude il sindaco – ha permesso di raggiungere questo risultato. Un plauso va anche a tutti i partecipanti, ericini e turisti, che hanno condiviso tutti questi momenti di festa. Ora ci godiamo questo successo, ma siamo già pronti a ripartire e l’anno 2020 riserverà grandi sorprese e importanti novità. Il nostro turismo non può prescindere da eventi dal forte richiamo e di valorizzazione del territorio ed è proprio in questa direzione che andrà la prossima stagione».“EricèNatale – Il borgo dei presepi” è stato organizzato dalla Fondazione Erice Arte in collaborazione con il Comune di Erice con il sostegno dell’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana, con il partenariato tecnico dell’associazione Pianeta Sud di Palermo, con il supporto della Montagna del Signore e della Funierice. I mercatini di Natale e la casa di Babbo Natale sono stati a cura dell’Associazione “Il Bajuolo di Erice”. L’info point è stato gestito dalla Pro Loco di Erice. La direzione artistica di EricèNatale è stata affidata a Piervittorio Demitry (Fondazione Erice Arte) e ad Angelo Butera (Associazione Pianeta Sud di Palermo).

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Formare gli operatori, aiutare gli anziani

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

Roma 15 gennaio 2020, dalle 9.00 alle 17 incontro formativo organizzato dalla Fondazione Alberto Sordi in Largo dello Scautismo, al Roma Scout Center. Formatori, psicologi, medici, direttori sanitari e di strutture dedicate, esperti della fragilità e docenti universitari si confronteranno sulle principali tematiche della cura, a partire dalle indicazioni contenute nella “Carta Alleanza per le Persone Anziane”. Questo documento, presentato dalla Fondazione Alberto Sordi, mira a sviluppare reti di collaborazione e partnership tra attori pubblici, privati e di terzo settore, per promuovere una cultura della condizione anziana, nel rispetto delle fragilità emergenti, per migliorare la vita della persona e del nucleo familiare che ha vicino.
“Un modo socialmente innovativo – ha affermato il direttore della Fondazione Avv. Ciro Intino – per condividere esperienze, individuare soluzioni e modelli di cura, utili e qualificati, sostenibili economicamente, per l’autonomia degli anziani, oggi sempre più costretti dalla vita quotidiana a ricercare il proprio spazio in un contesto sociale e di vita caratterizzato da fretta e solitudine”.
La Fondazione Alberto Sordi propone progetti culturali e formativi, come nelle intenzioni del suo fondatore, di forte impatto sociale per favorire il protagonismo delle persone anziane anche di quelle più fragili e malate. E c’è tutto un mondo di operatori che lavora per questo, una ricchezza di figure professionali, la disponibilità di volontari qualificati che rappresentano uno spaccato prezioso e non sempre conosciuto e valorizzato appieno, della nostra società civile.
La giornata di incontri sarà occasione per confrontare esperienze sociali fortemente innovative anche sul piano delle nuove tecnologie applicabili, in un’ottica di collaborazione Pubblico-Privato, nel coinvolgimento di tutti gli attori presenti sui territori del mondo delle famiglie e delle imprese.

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Il bene comune

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

E’ stato scritto: “il bene comune di una nazione passa anche attraverso la fatica del pensare, l’urgenza dell’interrogare, la necessità del dialogare in modo critico e costruttivo con la cultura pluralista che ci avvolge”. Se volgiamo questo pensiero alla politica, che intendiamo circoscrivere a quella italiana, ci rendiamo conto di quanto sia distante nella realtà quotidiana questo semplice ma incisivo precetto. Nella migliore delle ipotesi ci imbattiamo in una classe elettorale protesa alla ricerca di “stabilità” individuabile con le “parole” ma non sempre costituenti una premessa per ottenere un conseguente effetto. In questo frangente diventiamo facili vittime di un imbonitore di turno e la grancassa dei media rende l’eco più immaginifico smarrendo in tal modo il senso del reale. In tale contesto ci rendiamo sempre più consapevoli che la crisi non sta nel sistema ma nella misura in cui abbiamo smarrito il senso della vita, del vivere in comunità, nella perdita dei valori dove il profitto prevale alla solidarietà, dove il male diventa una necessità e ci ritroviamo con lo homo homini lupus che per Rousseau significa “l’uomo è un lupo divoratore per ogni altro uomo”. In tutto questo ripiegamento agli usi barbari è possibile un rinsavimento? La risposta è dentro di noi restituendo al pensiero e alla ragione la possibilità di valutare e meditare e di renderci conto che esistono due soli grandi diritti: quello alla vita e al vivere e non possiamo garantire il primo senza rispettare il secondo. (Riccardo Alfonso)

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Chiusura della sede Siciliacque di Enna

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

“Apprendiamo che Siciliacque Spa ha deciso di chiudere la propria sede ennese e spostare il relativo personale, privando oltre quaranta comuni di un presidio fondamentale per la gestione del bene più prezioso. Il tutto, nel silenzio del governo regionale, che è azionista di maggioranza della società. Siamo al fianco del segretario provinciale Di Gangi e di tutto il Pd ennese e ci aspettiamo sin da subito un intervento del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. In caso contrario, prenderemo atto dell’interesse mancato di questo governo nei confronti di un territorio importante per l’intera Sicilia».Cosi Antonio Ferrante, candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico, e Salvatore Castiglia, assessore del Comune di Sperlinga, commentano la decisione, da parte della Siciliacque Spa di chiudere la propria sede di Enna.«Non sono accettabili – continuano Ferrante e Castiglia – decisioni d’imperio quando si parla di acqua. Siciliacque non è una società qualsiasi che può operare scelte gestionali a danno di tanti cittadini. La chiusura va immediatamente revocata. In questo siamo certi che tutto il Pd, non solo quello ennese, sarà al fianco della nostra comunità».

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I concerti della settimana al Miles Davis Jazz Club

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

Palermo. Dal 15 al 19 gennaio, tanti appuntamenti nel locale di Palermo creato da Ettore Balistreri Tanti concerti e appuntamenti, per un locale a tutto jazz.Anche questa settimana è tempo di fare musica, da mercoledì a domenica alle 21,30, al Miles Davis Jazz Club a Palermo in via Enrico Albanese 5, spazio per la musica di qualità ideato da Ettore Balistreri.
Si comincia mercoledì 15 gennaio con l’Open jam aperta a tutti condotta da Bino Cangemi. Si continua giovedì 16 con la nona edizione del premio Enzo Randisi. Venerdì 17 gennaio toccherà al Giuseppe Vasapolli trio. Sabato 18 gennaio weekend al sapore di blues con l’Umberto Porcaro trio. Si conclude domenica 19 gennaio con l’Alberto Alibrandi jazz trio.Miles Davis Jazz Club è aperto dalle 19 per l’aperitivo o la cena.Ingresso con consumazione. Per informazioni a qualsiasi ora un messaggio WhatsApp al 3914361644.

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Un caos diffuso e una flebile prospettiva

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

di Vincenzo Olita. Iran, Libia, Afganistan, Yemen, Somalia, ONU, Nato, Europa, Vaticano, Sciiti, Sunniti, Informazione e si potrebbe continuare con altri Paesi, Istituzioni, Religioni e Classi dirigenti, ma anche così si comprende che il ragionamento che andiamo sviluppando attiene alle crisi di estese aree geopolitiche. Già, la geopolitica, espressione utilizzata spesso a sproposito, indica compiutamente il rapporto tra geografia, quindi occorre conoscere almeno i confini, e situazione e condizioni politiche che insistono su quell’area. Va da sé che se il primo elemento è immutabile, il secondo, per sua stessa definizione, è una variabile dipendente. L’appropriata conoscenza di entrambi consente analisi corrette e valutazioni strutturate al di là di storiche e romantiche affezioni e di coazioni a ripetere. Credere, ad esempio, che l’Italia possa avere peso e ruolo nella crisi libica significa non aver compreso gli avvenimenti in quell’area dell’ultimo decennio, le nostre omissioni ed assenze, anche militari, su quel terreno, pensando di poter svolgere un’influenza diplomatica caratterizzata da prediche ed inviti a buoni propositi. Il silenzio sulle crisi iraniane e libiche dei vertici Nato, dei suoi Paesi membri e dell’ONU certifica le profonde difficoltà di quest’ultima e il tramonto dell’Alleanza Atlantica che, perso il ruolo di contrapposizione al Patto di Varsavia, stenta a rimodellare la sua missione. Nello stesso tempo appelli ed invocazioni all’Europa affinché “parli con una sola voce”, senza definire per dire cosa e quali posizioni sostenere sui vari teatri conflittuali, paradossalmente, rafforza la certificazione di uno stallo depressivo, frutto di divaricazioni strategiche tra i ventisette e un elevato tasso di nanismo politico della Commissione. Lo stato di tensione permanente tra i tre grandi imperi – USA, Russia e Cina; le turbolenze, un tempo classificate come regionali, innescate da potenze di secondo e terzo livello; la sanguinosa dicotomia nel mondo islamico; l’inefficacia delle grandi istituzioni/organizzazioni internazionali; la decadenza, in occidente, delle Chiese cristiane, ed in particolare di quella cattolica, che non assolvono più neppure ruolo e funzione di autorità morale; l’evidenza, come non mai nella sua storia, dell’equivoca funzione dell’informazione, che si caratterizza sempre più come sottoprodotto di riferimento delle parti politiche, determinano nelle genti occidentali uno stato di insicurezza, di incertezza e di anomia che influenza la visione prospettica del domani. Se a questo scenario sommiamo gli affanni per l’economia, per il lavoro e per la pochezza della classe dirigente europea, pena un penoso tramonto, s’impone di ridisegnare il futuro. Agli abitanti di questo continente storia e modelli su cui riflettere non mancano, l’Europa è stata la nostra storia, l’Europa potrà essere la nostra Utopia, il nostro futuro. L’abbiamo già conosciuta un’Europa con pochi confini, con un autorevole potere centrale, con una grande attenzione alla cultura con i monasteri e le abbazie cluniacensi, profondamente cristiana e nel contempo progenitrice delle libertà rinascimentali. Un’Europa con una visione e un’anima che tengano al centro la persona e le libertà individuali, i diritti umani, la libertà economica, in sintesi un liberalismo europeo in cui la sfera della politica abbia la sua nobile supremazia. Questa l’Europa da costruire, purtroppo la presidente Ursula von der Leyen, i commissari Borrell e Gentiloni non ne saranno i costruttori, quindi il nostro ragionamento è meno, molto meno, che flebile. (fonte: http://www.societalibera.org)

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In aumento disturbi psichici e neuropsichici tra i giovanissimi. Ecco i sintomi da tenere d’occhio

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

I disturbi psichici e neuropsichici nell’età pediatrica sono in crescita e coinvolgono fino al 20% della popolazione tra 0 e 17 anni. Il dato emerge dal ‘Libro Bianco’ realizzato dalla Federazione italiana delle associazioni e società scientifiche dell’area pediatrica (Fiarped) recentemente presentato al ministero della Salute e frutto del contributo di 34 società scientifiche e associazioni che operano nel campo della salute pediatrica. «Le patologie neuropsichiatriche in adolescenza sono in crescita, ma aumenta soprattutto la richiesta di aiuto da parte dei ragazzi nei pronto soccorso: in Lombardia, per esempio, si registra una crescita del 20%» spiega Antonella Costantino, presidente della Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia). E aggiunge: «Questo accade anche perché è cambiata la sintomatologia. Si registrano più tentativi di suicidio, tagli, azioni autolesioniste, rabbia, violenza o uso di sostanze che rappresentano anche un tentativo di autocura, ma che in realtà peggiorano il problema. Ma a fronte della crescita dei casi, la disponibilità dei servizi per questo tipo di disturbi è molto bassa: riesce a entrare solo un bambino su due». E proprio in tema di servizi la realtà italiana, nonostante ottimi modelli e buone normative non sempre applicate, soffre di ampie disuguaglianze intra e inter-regionali. Tanto che in alcune regioni mancano i reparti per i ricoveri e le strutture semiresidenziali e residenziali terapeutiche, nonché a volte anche gli stessi servizi territoriali o il personale, o non sono comunque previste tutte le figure multidisciplinari necessarie per i percorsi terapeutici. Per le attività riabilitative invece, la scarsità di risorse di alcune regioni fa sì che molti utenti e famiglie restino in lista d’attesa per mesi o anni, e che solo un utente su due riesca ad accedere ai servizi territoriali. Ma le criticità emergenti non sono solo queste: al compimento della maggiore età i pazienti in carico ai servizi di neuropsichiatria infantile dovrebbero venire indirizzati ad analoghi servizi sanitari per l’adulto. In realtà, in circa due terzi dei casi non sono previsti servizi per l’adulto che garantiscano adeguate risposte sanitarie. Assai difficile è anche il passaggio verso i servizi di psichiatria dell’adulto per gli adolescenti con gravi disturbi psichici: mancano procedure standardizzate e la transizione avviene solo per pochi utenti, con il rischio di un vero e proprio abbandono sia del paziente sia dei familiari. (fonte: Pediatria33)

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Comunicazione e movimento cinque stelle

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

La mia convinzione è stata quella che il fallimento dell’Uomo qualunque, nato nel lontano 1945, fosse derivato dal camaleontico atteggiamento del suo autore nello sposare la causa dei partiti e dimentico del fatto che era nato e votato per l’antipolitica che esprimeva. Sulla stessa lunghezza d’onda ho associato il Movimento cinque stelle di Grillo e la sua idea dell’antipolitica che, questa volta, a differenza dell’Uomo qualunque, non intende confondersi con i partiti per cavalcare una protesta che è trasversale e antagonista all’attuale sistema dei partiti. Non mi sono reso conto che esiste una variabile molto importante che fa la differenza tra i due movimenti. Allora sapevamo attendere ora non più. Il nostro malessere per la politica è anche, se non soprattutto, temporale. In altre parole il parlamento discute, approva e riapprova e nel frattempo trascorrono dei mesi mentre i problemi che si dibattono sono percepiti dall’opinione pubblica come un tentativo per rinviare sine die una decisione pur importante e soprattutto urgente. Quanti anni sono passati da quando abbiamo parlato di riforma della giustizia, della scuola, del welfare ecc.? Tanti, troppi e chi ha votato per il Movimento cinque stelle lo ha fatto sperando in una accelerazione dei tempi d’attesa diventati oramai intollerabili. Non è stato così e la ricaduta in termini di consensi è stata inevitabile. Di certo si può puntare a un recupero della fiducia dopo la stagione delle promesse non mantenute e per poi passare a quelle fatte nella logica del tutto cambiare per nulla cambiare se non ci convinciamo che la forza e il sostegno sta nel consenso che riusciamo a coagulare intorno a un movimento che ha dato prova di voler percorrere la strada che gli italiani intendono imboccare ma non sarà possibile realizzarla se non la supportiamo con i numeri. (Riccardo Alfonso)

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Camera deputati: Elezioni supplettive a Roma

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

Roma Anche Volt Italia parteciperà alla corsa per le elezioni suppletive alla Camera del Collegio uninominale n. 1 della XV Circoscrizione Lazio 1, previste il 1 marzo 2020. Il candidato sarà Luca Maria Lo Muzio Lezza, architetto 31enne e responsabile comunicazione del team romano. I volontari di Volt, partito paneuropeo, progressista e ambientalista, sono attivi nelle piazze di Roma in questi week-end per la raccolta delle firme necessarie, un obiettivo che appare alla loro portata. Mentre gli altri partiti non hanno ancora sciolto le riserve sui nomi degli avversari, la candidatura di Volt e di Lo Muzio sono la vera novità di queste elezioni. “La nostra campagna – dichiara Lo Muzio – si concentrerà sulla centralità dell’Europa nella vita dei cittadini, la sostenibilità ambientale quale motore innovativo per far ripartire il Paese, il rilancio dell’occupazione giovanile , l’equità sociale, la lotta alle discriminazioni, la parità di genere e la partecipazione informata dei cittadini alla definizione delle priorità dello Stato.” La votazione suppletiva a Roma è stata resa necessaria dalle dimissioni di Paolo Gentiloni, nominato Commissario europeo agli Affari economici.

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Politica: la logica di appartenenza

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

Un altro tema caro ai politici che militano nei partiti è di voler riconoscere nei parlamentari del M5S qualcosa di “familiare”. Taluni dicono, infatti, che hanno una mentalità di “centro destra” e altri no essendo per lo più di “centro sinistra” e così dicendo si consolano pensando di poterli asservire, prima o poi, alla loro causa. A questo punto è forse noioso ripetere le stesse cose ma, a volte, è necessario, anche se potrebbe diventare un atto disperato se pensiamo che non ci sia peggiore sordo di chi non vuol sentire. Per anni Grillo ha cavalcato la protesta di quanti sono stati bellamente presi in giro dal nuovo che si prospettava e che diventava regolarmente il vecchio che si perpetuava con le mummie che li rappresentavano. Il cambiamento a questo riguardo non s’identifica più con la logica delle alleanze tra partiti, ma sulle cose da fare, e fare non significa solo dire, ovviamente. Ecco perché in casa leghista e suoi alleati dovrebbe prevalere il convincimento che se il programma del M5S è affine al loro ciò che quest’ultimi possono garantire al Paese è un qualcosa che non possono più dare: la fiducia. E allora la governabilità esiste e con essa le maggioranze parlamentari qualificate. Si tratta solo di capire il nuovo che si presenta e di saper cogliere il diverso che non significa avere un partito padronale, da una parte, e le confuse anime sull’altra sponda, ma una cultura del cambiamento. Punto e basta. (Riccardo Alfonso)

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Giustizia: Perseguitati e persecutori

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

La giustizia in Italia ha toccato il fondo. I suoi limiti sono sotto gli occhi di tutti. E’ una giustizia che può essere imbrigliata come si vuole se si hanno gli ingredienti giusti e si adottano i suoi difetti per giustificare i propri. La mancanza è dei processi lunghi. L’anomalia è nei suoi tre gradi di giudizio. Il difetto sta nel legislatore che può cambiare a comando le leggi mentre si celebrano i processi depenalizzando il falso in bilancio, riducendo la prescrizione trasformando il legittimo impedimento in una farsa. Così questa giustizia ante litteram trasforma l’imputato in inquisitore e gli consente di prendersi beffa delle istituzioni trasformando le aule dei tribunali in tribune elettorali e per fare in modo che si proclami vittima e perseguitato. Ora che i processi “rischiano” di arrivare al loro naturale epilogo si trovano mille stratagemmi per umiliare non i giudici e i pubblici ministeri ma il sistema nel suo complesso. E questa farsa è destinata perpetuarsi perché la vittima-imputato ha da guadagnarci in termini elettorali riscuotendo negli ingenui elettori simpatie e complicità. Siamo noi come cittadini di questo paese che si chiama Italia a doverci vergognare che questa melina continui a rubare le prime pagine della carta stampata e dei media, più in generale, invece di parlare dei problemi reali del paese tra disoccupazione e miseria, ricchezza e povertà. Smettiamola una volta per sempre, diventiamo adulti. (Riccardo Alfonso)

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La violenza come cultura dell’attenzione

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

Da cronisti ci capita spesso di raccogliere il messaggio che proviene da chi scende in piazza per esporre quelle che ritiene giuste rivendicazioni e meritevoli di un’attenzione mediatica. Non manchiamo, ovviamente, di riportare le loro motivazioni ma il rilancio che facciamo acquista un risalto o meno non su ciò che è stato detto e sostenuto con fermezza e determinazione ma dai “clamori” che sono derivati con schiamazzi, aggressioni e danni ai negozi che si trovano lungo il tragitto dei manifestanti.
C’è persino da chiedersi se tutto si fosse svolto in maniera pacifica quale spazio avrebbe potuto ambire, nei notiziari televisivi e nelle pagine della carta stampata, la giusta causa. Questa consapevolezza è senza dubbio chiara agli organizzatori tant’è che cercano, per seguire una strada virtuosa, di ben rappresentare il preannuncio del comizio con vari comunicati stampa. Ma anche su questo verso piovono i distinguo. L’accesso all’informazione dipende molto dalla sigla politica o sindacale o dei vari movimenti d’opinione che promuovono l’iniziativa e dalla possibile ricaduta sull’opinione pubblica. Poi vi è il discorso dei numeri. L’ascolto si dilata se a manifestare sono in tanti e qui parte la propaganda dei numeri che trasforma diecimila presenze in centomila e via di questo passo.
Ne consegue il luogo comune che più si è aggressivi e maggiore è l’attenzione e se alla fine si contano numerosi feriti e contusi vuol dire che solo in questo modo la copertura mediatica premia.
Quest’andazzo non è condivisibile perché oltre tutto diseduca e mette in secondo piano il motivo stesso della contrarietà di quella parte dei cittadini che ancora credono alla forza delle parole, alla logica del pensiero e a farci riflettere seriamente. Si rende anche un pessimo servizio agli argomenti che s’intendono evidenziare con atti irresponsabili che non favoriscono la conoscenza al grosso pubblico e la loro eventuale condivisione finisce con lo spaventarlo e non certo a renderlo edotto di una ragione che potrebbe avere molti più sostenitori.
Che fare allora? E’ scegliere, a nostro avviso, il ritorno alla lettura, al migliore ascolto televisivo e in streaming live cercando al tempo stesso di coinvolgere più persone tra il pubblico e non tra i soliti tromboni ammazza sentenze. E’ senza dubbio un fatto culturale e d’intelligenza critica che ci permette di setacciare il fatto dal commento, la circostanza tra un interesse personale e una obiettiva valutazione. Dobbiamo in pratica ritornare a ragionare sempre con la testa nostra e non con quella degli altri per imitarli ma non senza aver prima valutato la bontà dei loro intendimenti. (Riccardo Alfonso direttore centri studi della Fidest)

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Italiani: un popolo ingovernabile?

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

Dalla sua unità sono passati tantissimi anni eppure tutta la sua storia e la cronaca di questi giorni ci danno una nazione divisa anche quando con la dittatura fascista si cercò una identità unitaria. Fu solo un fuoco di paglia che ci portò di filato in una guerra dalla quale uscimmo malconci ma non redenti. Diventammo forzatamente democristiani per ragioni di politica internazionale, ma con un partito comunista molto forte e temuto. Con lo sfaldamento della D.C. e dei suoi alleati, negli anni novanta, ci ritrovammo senza una guida ma alla mercé del primo imbonitore di turno. Così costruimmo un altro ventennio, dove demmo prova della nostra capacità di sopravvivere agli scandali, alla corruzione, al malgoverno, agli inciuci e alle panzane che ci ammannivano a manca e a destra. Ora ci ritroviamo con i cocci in mano, ma continuiamo a bramare il nostro messia politico e poco importa se ha dei difetti e delle debolezze. E’ lui che ci fa sognare il paese che non è e che non sarà a dispetto della cruda realtà. Per lui ci dividiamo, litighiamo, fanatizziamo e rendiamo sempre più confuso e triste la nostra vita. Non riusciamo ad avere la mente lucida, d’essere consapevoli che non è più il tempo di deleghe in bianco, ma che dobbiamo verificare di persona il mandato che noi affidiamo ai nostri eletti. Dobbiamo avere la consapevolezza di essere un popolo che non ha più la licenza d’inseguire le chimere ma di misurare il futuro con le sue mani e le sue azioni. (Riccardo Alfonso)

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Essere grillini: ieri ed oggi

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

Sono trascorsi circa undici anni da quando è stato fondato il Movimento Cinque Stelle dalla penna di Grillo e Casaleggio. Da allora sino al 2018 è cresciuto in maniera esponenziale per poi subire un flop, con le europee del 2019, passando dal 32% dei consensi alla sua metà e oggi i sondaggi lo danno ancora in ribasso tanto che si pensa possa attestarsi a non più del 10%. Se partiamo dall’iniziativa grillina possiamo dire che il consenso è venuto da chi, di destra e di sinistra, è rimasto deluso dal comportamento dei rispetti partiti di riferimento i cui rappresentanti si sono succeduti al governo del Paese. E’ mancato, per farla breve, il naturale feeling tra l’elettore e gli eletti, dalle promesse disattese agli inciuci di varia natura. Alla fine nel 2018 vi è stata la svolta: Il Movimento 5 stelle si è messo in gioco per la governance del paese. E’ stato un passo obbligato per evitare una instabilità politica che lo stesso popolo grillino non avrebbe compreso. Ora a distanza di circa due anni e il doppio cambio di alleanze il Movimento ha dimostrato ai suoi elettori l’incapacità di portare un reale cambiamento al sistema paese. Ed è andata ancora peggio perché ha lasciato l’impressione di non saper gestire la sua forza elettorale in termini di realizzazione di programmi tanto che gli elettori si son fatta la convinzione che per scardinare l’apparato esistente si possa fare solo se alla guida del paese vi sia una leadership forte. Ora pensano a Salvini e continuano ad illudersi che possa essere il solo che possa farcela avendo un partito coeso e alleati, per quanto ricalcitranti, alquanto disponibili. Sappiamo che non è così, ma se non consentiamo agli elettori di ritagliarsi uno sbocco il male maggiore diventa minore. (Riccardo Alfonso)

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Jessie Burton: La Confessione

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

Uscita prevista: 23 gennaio. Dopo il successo mondiale di Il miniaturista e La musa (tradotti in 40 lingue, con oltre un milione di copie vendute), l’autrice inglese ci consegna il suo romanzo probabilmente più affascinante e magnetico. Una profonda esplorazione dell’animo femminile attraverso la storia indimenticabile di tre donne sempre in bilico tra desiderio e ossessione, accettazione e riscatto, mistero e confessione. Un pomeriggio d’inverno ad Hampstead Heath, nel 1980. Elise Morceau, ventenne molto bella che si guadagna da vivere facendo la maschera a teatro, incontra Constance Holden e ne rimane stregata. Constance, detta Connie, è arrogante e attraente, è una scrittrice di successo e il suo romanzo sta per diventare un film a Hollywood. Tra le due donne inizia un rapporto di amorosa ossessione e di progressiva dipendenza. Esasperata da Connie, Elise la lascia, una prima volta: decide per una vita normale, si sposa con un uomo, rimane incinta. Ma Elise rifiuta la sua nuova vita, che la lascia sempre insoddisfatta, fino a quando una sera si trova ad ascoltare casualmente una conversazione di sconosciuti e ne resta sconvolta: ciò che sente dire a quella festa la spinge a compiere una scelta radicale, che cambierà la sua vita. Così Elise scompare nel nulla senza lasciare traccia. Trent’anni dopo, Rose, la figlia di Elise, alla ricerca di risposte su sua madre, rintraccia Constance (Connie), che è stata l’ultima persona a vederla viva, per ottenere una confessione, scavando nel loro passato… Editore: La nave di Teseo

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AnpiLibri – 15 gennaio: S. Ginzberg, Sindrome 1933

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

Milano Mercoledì 15 gennaio 2020, ore 18 via Federico Confalonieri 14 L’Autore ne discute con Giancarlo Bosetti, David Bidussa, e Silvia Roggiani, Letture di Miriam Camerini.Il passato risuona nel presente. Cosa hanno a che fare la Germania del 1933 e l’Italia di oggi? Un minaccioso déjà vu può aiutarci a capire dove stiamo andando e, forse, a non commettere gli stessi errori. Una campagna elettorale permanente, un partito che non è di destra né di sinistra ma “del popolo”, un improbabile contratto di governo, la voce grossa che mette a tacere i giornali, l’odio che penetra nel discorso pubblico, le accuse ai tecnici infidi, il debito, la gestione demagogica e irresponsabile delle finanze. Sono le analogie che minacciano il presente e rischiano di farlo somigliare pericolosamente a un passato che credevamo di esserci lasciati alle spalle. Quando Hitler nel 1933 divenne cancelliere del Reich, i cittadini tedeschi cominciarono a seguire incantati il pifferaio che li portava nel burrone.Siegmund Ginzberg è nato a Istanbul; i nonni furono sudditi dell’impero ottomano. Giornalista, è stato una delle storiche firme dell’Unità, inviato in Europa, Stati Uniti, Cina, India, Giappone, Corea del Nord e del Sud, Iran. Insieme a Sfogliature (2006) e a un’introduzione a Il paradiso a colori. Il libro della Genesi, illustrato da Marc Chagall, ha pubblicato Risse da stadio nella Bisanzio di Giustiniano (2008), «una sorta di zibaldone dove un giornalista colto e spiritoso legge le notizie di ieri con gli strumenti di oggi, e quelle di oggi con il sapere di ieri» (Giuseppe Conte) e il romanzo familiare Spie e zie (2015).
Giancarlo Bosetti direttore della rivista «Reset», fondata nel 1993 insieme a un gruppo di intellettuali social-liberali. Scrive per «la Repubblica». Insegna Giornalismo politico alla Sapienza.David Bidussa, storico. Collabora al «Domenicale – Sole 24 Ore» e a http://www.glistatigenerali.com. Silvia Roggiani, promotrice e animatrice del progetto “Bella ciao, Milano!”, da novembre 2018 è Segretaria metropolitana del Partito Democratico di Milano.

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Scuola: Sostegno, metà delle cattedre ai precari

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

Appello Anief ad Azzolina e Gualtieri: sui corsi di specializzazione non ripetano gli errori di Bussetti e li bandiscano laddove ci siano le effettive esigenze.I dati ufficiali dicono che vi sono province con il 70% dei posti senza titolare. Occorrono quindi docenti specializzati, da immettere in ruolo alla svelta ed in modo mirato. Peccato che al Miur si operi senza essere coscienti di questo: in occasione del IV ciclo Tfa sostegno, i posti messi al bando furono gestiti dall’allora ministro Marco Bussetti nel peggiore dei modi, assegnandoli non in base alle esigenze territoriali ma assecondando le richieste degli atenei universitari. Tanto è vero che a delle province con 3 mila cattedre vacanti, come Torino, andarono l’ombra dei posti. E anche l’organizzazione delle prove d’accesso fu a dir poco deficitaria, con l’introduzione di una soglia “mobile” per la preselettiva diversa di regione in regioni e l’ammissione allo scritto oltre la sufficienza considerata invece utile in tutti i concorsi pubblici. Secondo l’Anief, è bene che la nuova ministra non cada negli stessi errori, in modo così da attivare dei corsi regolari per molti di più dei 20 mila docenti pensati. Marcello Pacifico (Anief): “È bene che i ministri Azzolina e Gualtieri si muovano subito, perché a dicembre il Miur di Fioramonti, invece di comunicare alle Università il numero dei posti disponibili sui quali attivare i corsi, ha chiesto agli atenei di indicare il numero massimo di studenti che potrebbero frequentare i corsi, facendo così intendere che siano anche stavolta gli atenei a decidere dove specializzare i docenti. Se così fosse, e se si dovesse sbagliare ancora il regolamento d’accesso e svolgimento dei corsi, Anief impugnerà il tutto, mentre gli altri sindacati stanno ancora a guardare.”

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Bobo Craxi: Poche idee ma decisamente confuse

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

Non si finisce mai di imparare: oggi scopriamo grazie a Bobo Craxi che il terrorista palestinese Abu Abbas era un “patriota” così come lo era Yasser Arafat. Se dirottare una nave da crociera, uccidere un disabile su sedia a rotelle solo perchè ebreo, buttare a mare il suo corpo, lasciare una scia di sangue sulla chiglia della nave come avvertimento agli altri ostaggi per poi godere della protezione di Bettino Craxi per sfuggire alla giustizia italiana ed internazionale da Sigonella e rifugiarsi in Jugoslavia, da dove poi potè proseguire la sua attività terroristica agendo dalla Libia di Gheddafi all’Iraq di Saddam Hussein (dove morì), significa essere un patriota….beh, non ci siamo proprio.Abu Abbas era un terrorista, nient’altro che un terrorista, cone le mani sporche di sangue e centinaia (se non di più) di morti sulla propria coscienza. Esattamente come Yasser Arafat.La propaganda può far molto è vero, ma non può cambiare la storia. Con buona pace del signor Bobo Craxi e dei suoi seguaci.Piccola nota storica: Abu Abbas il 12 Ottobre 1985 fece una prima tappa a Belgrado nella ex Jugoslavia dove secondo alcune voci erano presenti dei campi di addestramento in cui passarono anche terroristi neri italiani. Sempre da Belgrado alcuni mesi più tardi transitarono i terroristi palestinesi (ça va sans dire…) responsabili dell’attentato del 27 Dicembre 1985 all’aeroporto internazionale di Fiumicino (Grazie a Giordana per la segnalazione).

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Roberto Azzurro porta in scena “Musica, Maestro!”

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

Napoli Giovedì 16 gennaio 2020, (Inizio spettacoli ore 21.00 (da giovedì a sabato), ore 18.00 (domenica) Teatro Elicantropo Roberto Azzurro porta in scena “Musica, Maestro!” di Manlio Santanelli, testo inedito del drammaturgo partenopeo scritto per Roberto Azzurro, che si fa interprete e regista dell’allestimento.Dopo anni di “frequentazione” del teatro e la narrativa di Manlio Santanelli, Roberto Azzurro affronta un nuovo testo del drammaturgo, che scava, come sempre, nei meccanismi che da sempre caratterizzano la sua drammaturgia.Questa volta il “fattore temporale” è determinante più di tutte le altre volte. Il linguaggio sembra davvero una giostra verbale spericolata, e, allo stesso tempo, rassicurante, pur servendosi di una forma e un vocabolario non proprio consueti, riproducendo tutte queste iperboli verbali in maniera surreale, ma sempre reale. Il grottesco diviene, così, cifra stilistica, contestualmente letteraria e drammaturgica, del racconto.
Con la nascita, ovvero con la caduta nel tempo, l’uomo è costretto a vivere secondo un ritmo immutabile. Il tempo, che per definizione è un concetto assoluto, sul piano personale può dilatarsi o contrarsi a seconda delle circostanze in cui ci si trova. Per questa ragione il tempo trascorso sotto i ferri del dentista sembra molto più lungo di una bella gita al mare.In questo monologo il tempo va dal momento in cui il direttore d’orchestra batte la bacchetta sul leggio, onde ottenere la concentrazione degli orchestrali, a quello in cui darà l’attacco. Trattasi di pochi secondi, eppure sono sufficienti a contenere un’intera vita.“Lungi da me – così Roberto Azzurro in una nota – pensare a qualsivoglia tipo di autobiografismo. Qui non riesco però a fare a meno di pensare che l’esperienza di quanto possa dilatarsi la percezione, addirittura reale del tempo, in certi frangenti l’ho proprio vissuta, quando ho subito il noto incidente, al punto che, se decidessi di raccontarla, potrei riempire tomi poderosi. Tanti furono i pensieri e le riflessioni che galopparono a ritmo inverosimile nella mia testa in quei terribili momenti”.In Musica, Maestro!, presentato da Ortensia T, Roberto Azzurro non tenta in alcun modo di fare rifermento alla sua esperienza personale. Non ha mai fatto biografia nel suo teatro, se non nel porre ogni volta l’attore in scena, che, proprio davanti agli occhi dello spettatore, si trasforma nel personaggio. “E anche qui – conclude l’attore e regista – sarò io a entrare in scena come attore, e poi a diventare il personaggio”.

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Percival Everett: Quanto blu

Posted by fidest press agency su martedì, 14 gennaio 2020

Uscita prevista: 30 gennaio.Il grande ritorno di uno dei più grandi ed eclettici scrittori americani. Un romanzo geniale e irresistile sul mondo dell’arte, raccontato con il suo stile inconfondibile intriso di ironia e acume, che fin dagli esordi ha conquistato critica e pubblico.
Kevin Pace lavora da tempo a un dipinto che non lascia vedere a nessuno: né ai suoi figli, né al suo migliore amico Richard, e neppure a sua moglie Linda. Questa gigantesca tela di quattro metri per sette, interamente ricoperta da strati di vernice blu di sfumature differenti, potrebbe essere il suo capolavoro, oppure no. Kevin non lo sa ancora o, più precisamente, non gli importa, concentrato com’è sul suo passato, di cui questo quadro sembra essere una sintesi, una rappresentazione, enigmatica e inspiegabile. Dieci anni prima ha avuto una storia con una giovane acquarellista a Parigi: una storia che ha segnato profondamente Kevin, che ora non riesce a smettere di pensarci. E ritornano i fantasmi del passato, i segreti che tiene nascosti da anni, le bugie che racconta per proteggersi da qualcosa di troppo doloroso. Mentre gli eventi del passato si intrecciano con il presente, Kevin lotta per giustificare con sua moglie i sacrifici che compie per la sua arte e per trovare con lei un punto di equilibrio che consenta a entrambi di non precipitare. E quel dipinto nasconde una verità indicibile. O forse la sua salvezza. collana i Fari. Editore: La nave di Teseo

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