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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 172

Tic tac, a 4 mesi dalle elezioni europee

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

Le prossime elezioni europee si terranno tra il 6 e il 9 giugno e mentre i capi delle liste cominciano a prendere forma, gli eventi sembrano accelerare nelle ultime settimane e riportare alla ribalta i dibattiti che dovrebbero scandire le settimane e i mesi a venire. . La crisi agricola ne è un esempio ed è molto sintomatica del rischio che l’Unione europea torni a diventare un facile ed ovvio capro espiatorio per tutti coloro che vogliono guadagnare punti in queste prossime elezioni. La critica infatti è facile e gli argomenti sono così complessi che i fatti vengono spesso distorti e strumentalizzati e la spiegazione della realtà è difficilmente compatibile con la lunghezza di un messaggio su X (es. Twitter).In questo mondo di scontri, la ragion d’essere e i valori dell’Europa vengono scossi e tutte le questioni vengono facilmente strumentalizzate da coloro che da tempo diffamano il progetto europeo. L’Europa sarebbe ultraliberale (mentre in realtà metà della spesa sociale mondiale è ridistribuita nel nostro continente), gli accordi commerciali penalizzerebbero sia il settore agricolo che la lotta al cambiamento climatico (mentre in realtà gli europei sono stati i primi a introdurre e negoziare clausole ambientali nei loro accordi commerciali), il Green Deal potrebbe solo ostacolare la competitività delle imprese europee e rovinare gli agricoltori europei (dove i progressi compiuti dalle imprese europee possono diventare un reale vantaggio comparativo e gli investimenti nelle energie rinnovabili sono gli unici fattori di resilienza) . La fine del mese si opporrebbe alla fine del mondo, al ripiegamento su se stessi, anche nazionali, e i vecchi riflessi sarebbero allora le soluzioni già pronte a tutti i nostri problemi. Eppure, l’unico tentativo di uscire dall’Unione Europea, la Brexit, non è l’esperienza più conclusiva (solo il 12% dei britannici resta ancora convinto che la propria scelta sia stata quella giusta). Sembra anche che, crisi dopo crisi, gli europei siano riusciti a trovare risposte comuni, spesso inaspettate e sempre comuni e unite. È tuttavia un peccato che l’integrazione europea possa essere costruita solo in tempi di crisi, anche se ormai abbiamo abbastanza esperienza per sapere che la maggior parte delle crisi derivano anche dalla mancanza di Europa (non abbiamo detto abbastanza!). la rinazionalizzazione della Politica Agricola Comune che nel recepimento delle norme agricole europee spiega lo zelo della Francia a scapito ultimo del mondo agricolo e dell’integrazione europea? Proseguendo con la crisi energetica scaturita dall’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, l’inflazione energetica sarebbe stata più moderata se l’Europa fosse stata meno dipendente dalle importazioni russe ma anche se gli obiettivi fissati da anni dagli Stati in termini di diffusione delle energie rinnovabili era stato rispettato.Naturalmente, quindi, non tutto è perfetto, tutt’altro, mancano le risorse per sostenere gli europei di fronte alle immense sfide che si trovano ad affrontare e il rigore è ancora una volta chiamato in causa al tavolo delle trattative. Il metodo deve inoltre essere adattato sia per evitare che un piantagrane sotto influenza possa minare da solo mesi di lavoro e negoziati, ma anche per garantire che le risposte europee siano più vicine al territorio e ai cittadini. A quattro mesi dalle elezioni, i dibattiti chiave stanno diventando più chiari. Gli europei convinceranno solo se rassicurano riuscendo a spiegare come le politiche portate avanti negli ultimi 5 anni mirano soprattutto a tutelare i cittadini europei ma anche accettando una realtà più complessa e comprendendo realisticamente le insidie ​​e con rinnovata volontà la strada da percorrere restante da coprire.

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