Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 162

Archive for 9 febbraio 2024

Tic tac, a 4 mesi dalle elezioni europee

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

Le prossime elezioni europee si terranno tra il 6 e il 9 giugno e mentre i capi delle liste cominciano a prendere forma, gli eventi sembrano accelerare nelle ultime settimane e riportare alla ribalta i dibattiti che dovrebbero scandire le settimane e i mesi a venire. . La crisi agricola ne è un esempio ed è molto sintomatica del rischio che l’Unione europea torni a diventare un facile ed ovvio capro espiatorio per tutti coloro che vogliono guadagnare punti in queste prossime elezioni. La critica infatti è facile e gli argomenti sono così complessi che i fatti vengono spesso distorti e strumentalizzati e la spiegazione della realtà è difficilmente compatibile con la lunghezza di un messaggio su X (es. Twitter).In questo mondo di scontri, la ragion d’essere e i valori dell’Europa vengono scossi e tutte le questioni vengono facilmente strumentalizzate da coloro che da tempo diffamano il progetto europeo. L’Europa sarebbe ultraliberale (mentre in realtà metà della spesa sociale mondiale è ridistribuita nel nostro continente), gli accordi commerciali penalizzerebbero sia il settore agricolo che la lotta al cambiamento climatico (mentre in realtà gli europei sono stati i primi a introdurre e negoziare clausole ambientali nei loro accordi commerciali), il Green Deal potrebbe solo ostacolare la competitività delle imprese europee e rovinare gli agricoltori europei (dove i progressi compiuti dalle imprese europee possono diventare un reale vantaggio comparativo e gli investimenti nelle energie rinnovabili sono gli unici fattori di resilienza) . La fine del mese si opporrebbe alla fine del mondo, al ripiegamento su se stessi, anche nazionali, e i vecchi riflessi sarebbero allora le soluzioni già pronte a tutti i nostri problemi. Eppure, l’unico tentativo di uscire dall’Unione Europea, la Brexit, non è l’esperienza più conclusiva (solo il 12% dei britannici resta ancora convinto che la propria scelta sia stata quella giusta). Sembra anche che, crisi dopo crisi, gli europei siano riusciti a trovare risposte comuni, spesso inaspettate e sempre comuni e unite. È tuttavia un peccato che l’integrazione europea possa essere costruita solo in tempi di crisi, anche se ormai abbiamo abbastanza esperienza per sapere che la maggior parte delle crisi derivano anche dalla mancanza di Europa (non abbiamo detto abbastanza!). la rinazionalizzazione della Politica Agricola Comune che nel recepimento delle norme agricole europee spiega lo zelo della Francia a scapito ultimo del mondo agricolo e dell’integrazione europea? Proseguendo con la crisi energetica scaturita dall’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, l’inflazione energetica sarebbe stata più moderata se l’Europa fosse stata meno dipendente dalle importazioni russe ma anche se gli obiettivi fissati da anni dagli Stati in termini di diffusione delle energie rinnovabili era stato rispettato.Naturalmente, quindi, non tutto è perfetto, tutt’altro, mancano le risorse per sostenere gli europei di fronte alle immense sfide che si trovano ad affrontare e il rigore è ancora una volta chiamato in causa al tavolo delle trattative. Il metodo deve inoltre essere adattato sia per evitare che un piantagrane sotto influenza possa minare da solo mesi di lavoro e negoziati, ma anche per garantire che le risposte europee siano più vicine al territorio e ai cittadini. A quattro mesi dalle elezioni, i dibattiti chiave stanno diventando più chiari. Gli europei convinceranno solo se rassicurano riuscendo a spiegare come le politiche portate avanti negli ultimi 5 anni mirano soprattutto a tutelare i cittadini europei ma anche accettando una realtà più complessa e comprendendo realisticamente le insidie ​​e con rinnovata volontà la strada da percorrere restante da coprire.

Posted in Politica/Politics | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Elena Sorlini è stata nominata Managing Director e Chief Executive Officer di Abu

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti – Abu Dhabi Airports, gestore dei cinque aeroporti commerciali di Abu Dhabi, ha annunciato la nomina di Elena Sorlini a Managing Director e Chief Executive Officer. Sorlini assume il ruolo in maniera permanente dopo aver occupato ad interim la stessa posizione dal giugno del 2023. Dal suo ingresso in Abu Dhabi Airports, Sorlini ha supervisionato la riuscita inaugurazione del nuovo, avanguardistico Terminal A di Abu Dhabi International Airport, classificato tra i più grandi terminali aeroportuali al mondo. Il Terminal A è in grado di accogliere 45 milioni di passeggeri all’anno e sino a 79 aeromobili. Il terminale consolida il contributo del settore aviazione all’economia diversificata di Abu Dhabi. Elena Sorlini ha avuto un ruolo importante nella progressiva crescita del traffico passeggeri il cui numero continua ad aumentare in maniera consistente anno su anno – e nella capacità di attrarre costantemente nuove rotte e compagnie aeree verso Abu Dhabi, non ultima la compagnia di bandiera francese Air France.

Posted in Recensioni/Reviews, Viaggia/travel | Contrassegnato da tag: | Leave a Comment »

Grande mostra dedicata ad Escher

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

Ferrara. Dal 23 marzo al 21 luglio 2024 le sale espositive del Palazzo dei Diamanti di Ferrara accoglieranno per la prima volta le opere di Escher, artista geniale e visionario, da sempre amato dai matematici e riscoperto dal grande pubblico in tempi relativamente recenti. Nato nel 1898 a Leeuwarden in Olanda, Maurits Cornelis Escher ha conquistato l’apprezzamento di milioni di visitatori grazie alla sua straordinaria capacità di trasportarli all’interno di mondi immaginifici e apparentemente impossibili. Nelle creazioni del grande maestro olandese, che ha vissuto in Italia fra le due guerre, confluiscono innumerevoli temi e suggestioni: dai teoremi geometrici alle intuizioni matematiche, dalle riflessioni filosofiche ai paradossi della logica. Le sue inconfondibili opere, che hanno influenzato anche il mondo del design e della pubblicità, sono una sfida alla percezione e rappresentano un unicum nel panorama della storia dell’arte di tutti i tempi. La mostra ESCHER è organizzata da Arthemisia, Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara, in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits ed è curata da Federico Giudiceandrea, uno dei più importanti esperti dell’artista, e Mark Veldhuysen, presidente della M.C. Escher Foundation.

Posted in Mostre - Spettacoli/Exhibitions – Theatre | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Borsa Internazionale dei Laghi

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

Como. E’ il più importante evento di incoming dedicato al turismo lacustre approda, per la prima volta, sul Lago di Como dal 20 al 24 marzo 2024. Il format, ideato ventidue anni fa dalla Camera di Commercio di Brescia, dal 2022 si è radicalmente rinnovato prevedendo una formula itinerante e sinergica con i sistemi camerali dei territori che ospitano i Laghi del Nord Italia. Per l’edizione 2024 l’ente organizzatore e capofila del progetto è la Camera di Commercio di Como-Lecco in un’azione congiunta con gli Enti camerali Monte Rosa Laghi Alto Piemonte, Varese, Verona, Trentino Marketing e Visit Brescia, la Destination Management Organization della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Brescia. Attesi e già confermati sul territorio lariano oltre 80 buyer internazionali provenienti da 30 Paesi con una rappresentanza significativa da Stati Uniti, Spagna, Polonia, India, Germania e Belgio. In programma sul territorio lariano, giovedì 21 marzo, una giornata interamente dedicata a incontri business, nella splendida cornice di Villa Erba, tra buyer internazionali e operatori turistici dei territori partner che presenteranno le proprie eccellenze e una seconda giornata, venerdì 22 marzo, alla scoperta dei luoghi lariani più suggestivi con l’offerta di quattro tour di familiarizzazione per evidenziare le attrazioni locali facendo vivere esperienze uniche con itinerari storico-artistici, culturali, paesaggistici ed enogastronomici. Il terzo giorno i buyer esteri verranno accompagnati negli altri territori partner dell’iniziativa per completare la conoscenza dei Laghi del Nord Italia con itinerari organizzati ad hoc tra il Lago di Varese, Lago Maggiore, Lago D’Orta, Lago D’Iseo e Lago di Garda.

Posted in Cronaca/News | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

René Magritte’s ‘L’ami intime

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

Londra – Christie’s offrirà L’ami intime di René Magritte come pezzo forte di The Art of The Surreal Evening Sale, l’asta annuale dedicata all’arte surreale e dada, che si terrà a Londra il 7 marzo. Presentato in concomitanza con il centenario del Manifesto surrealista, redatto da André Breton nell’ottobre del 1924, il dipinto viene messo all’asta per la prima volta dal 1980. Raffigurante l’enigmatico uomo con la bombetta, l’uomo qualunque di Magritte, L’ami intime Intimate Friend) è di proprietà della Collezione Gilbert e Lena Kaplan ed è stata esposta l’ultima volta a Bruxelles al Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique nel 1998. L’opera sarà esposta da Christie’s LA dal 5 al 6 febbraio, Rockefeller Center a New York dal 9 al 14 febbraio e ad Hong Kong dal 21 al 23 febbraio. La mostra pre-vendita a Londra si svolgerà dal 1 al 7 marzo. Gilbert Kaplan è stato un imprenditore pionieristico che ha fondato Institutional Investor nel 1967 all’età di 25 anni. Era anche un rinomato conoscitore culturale. Dopo aver fondato e costruito un’azienda di successo commerciale, ne ha celebrato il 15 ° anniversario, insieme al suo 40 ° compleanno, dirigendo la Seconda Sinfonia di Gustav Mahler, la Resurrection Symphony, al Lincoln Center di New York. Il debutto fu ben accolto e in seguito alla vendita dell’Institutional Investor , continuò a dirigere l’orchestra sinfonica in tutto il mondo, tenendo conferenze e insegnando alla Juilliard. Riflettendo la sua passione per tutta la vita, ha tenuto un programma radiofonico su WQXR chiamato “Mad About Music”. Due degli uomini vicini al cuore di Gilbert Kaplan erano Gustav Mahler e René Magritte. Kaplan ha fatto parte del consiglio di amministrazione della Carnegie Hall per più di 30 anni e ha istituito un programma di borse di studio presso il Dipartimento di Musica di Harvard, che continua a sostenere gli studenti anche oggi. La figura di un uomo con una bombetta fece la sua prima apparizione nell’opera di Magritte nel dipinto del 1926 Les rêveries du promeneur solitaire (Le riflessioni di un vagabondo solitario) . La figura finì per funzionare nell’opera di Magritte come simbolo del borghese, delle masse anonime e senza volto, del lavoratore quotidiano e del vagabondo solitario . In L’ami intime l’uomo con la bombetta, decisamente ordinario, ma anche misteriosamente anonimo, è visto, quasi come una silhouette, da dietro. Guardando fuori dalla finestra un sereno paesaggio montuoso e un cielo pieno di nuvole, sembra ignaro della strana vista di una baguette e di un bicchiere di vino che fluttuano a mezz’aria dietro di lui.

Posted in Recensioni/Reviews | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Più di 4 universitari su 10 non hanno aperto un libro per sostenere l’ultimo esame

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

Dichiarano di aver fatto a meno di libri e prodotti digitali editoriali (quali contenuti integrativi, schede di approfondimento e prove di autoanalisi), facendosi bastare appunti, propri o di colleghi, riassunti scaricati dal web, registrazioni delle lezioni, slide, dispense, quiz ed esercizi del docente, correzioni di prove d’esame e altri materiali non strutturati, spesso progettati per fornire un semplice supporto complementare. Il dato è contenuto nella ricerca “Le abitudini di studio all’Università” (sintesi in allegato), realizzata per l’Associazione Italiana Editori (AIE) da Talents Venture e presentata oggi, 6 febbraio, a Roma alla Camera dei deputati (Palazzo San Macuto) alla presenza di Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei deputati, Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati, Alessandro Amorese, capogruppo Fratelli d’Italia in Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati e del presidente di AIE Innocenzo Cipolletta. Un dibattito a partire dai dati, su cui si sono confrontati Alessandra Petrucci, rettrice dell’Università di Firenze e delegata per la didattica della Conferenza dei Rettori (CRUI), Andrea Gavosto, direttore Fondazione Agnelli e Maurizio Messina, presidente Gruppo accademico professionale e vicepresidente di AIE e concluso da Cristina Rossello, deputato e consigliere del ministro dell’Università e della Ricerca. Nel dettaglio, il 59% degli studenti interpellati ha usato libri e risorse digitali editoriali per preparare l’ultimo esame. I materiali più utilizzati dagli studenti, nella maggior parte dei casi accanto ai libri, ma talvolta da soli, sono però quelli forniti dai docenti – saggi, dispense, quiz – citati nel 78% dei casi, e quelli autoprodotti, come appunti e mappe concettuali, indicati nel 71%. Il 54% degli studenti, infine, utilizza appunti e dispense forniti dai colleghi o scaricati online. Erano possibili più risposte: l’utilizzo di un materiale non esclude infatti gli altri.

Posted in Università/University | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Schroders – Azioni, obbligazioni, liquidità: chi reagisce meglio al taglio dei tassi?

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

A cura di Duncan Lamont, CFA Head of Strategic Research – Schroders. Nei 12 mesi successivi all’inizio della riduzione dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve statunitense, il rendimento medio delle azioni USA è stato dell’11% superiore all’inflazione. Le azioni hanno sovraperformato in media i titoli di Stato del 6% e le obbligazioni societarie del 5%. Le azioni hanno inoltre battuto la liquidità in media del 9% nei 12 mesi successivi alla riduzione dei tassi. Anche le obbligazioni hanno fatto meglio della liquidità. È quanto emerge da una nuova analisi, di lungo periodo, dei rendimenti degli investimenti durante 22 cicli di riduzione dei tassi d’interesse negli Stati Uniti, a partire dal 1928. I rendimenti azionari sono stati migliori se si è evitata la recessione ma, anche in caso contrario, sono stati comunque mediamente positivi. Ci sono grandi eccezioni e una recessione non è ovviamente qualcosa da accogliere con favore. Per chi investe nel mercato azionario, non è nemmeno sempre stata qualcosa da temere eccessivamente. Gli investitori obbligazionari, invece, tendono a fare meglio in caso di recessione. La ragione è che di solito beneficiano dell’acquisto di beni rifugio (soprattutto titoli di Stato), che fa scendere i rendimenti e aumentare i prezzi delle obbligazioni. Ci sono, tuttavia, episodi in cui hanno ottenuto performance positive anche quando la recessione è stata evitata. Le obbligazioni societarie hanno sovraperformato i titoli di Stato, in media, nello scenario più roseo dal punto di vista economico. Lo scenario che descrive i rendimenti storici è ampio sia per le azioni sia per le obbligazioni, ma entrambe hanno avuto la tendenza a performare in modo positivo quando la Fed ha iniziato a tagliare i tassi. E oggi? A differenza della maggior parte degli episodi storici, la Fed non sta pensando di tagliare i tassi perché teme che l’economia sia troppo debole. Si muoverà in questo senso perché l’inflazione sta andando nella giusta direzione, il che comporta che la politica monetaria non debba essere necessariamente così restrittiva. Se la Fed ha ragione e riuscirà a guidare l’economia verso un “atterraggio morbido”, il 2024 potrebbe essere un anno positivo sia per gli investitori del mercato azionario sia per chi punterà sull’obbligazionario. (Abstract by http://www.verinieassociati.com/)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , , | Leave a Comment »

Allarme previdenza in Italia

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

L’ultima indagine effettuata da Moneyfarm, società di consulenza finanziaria indipendente con approccio digitale, dipinge il quadro di una vera e propria emergenza pensioni. Nel 2024 in Italia il rapporto spesa pensionistica/PIL – uno degli indici con cui si misura la sostenibilità del welfare pubblico – salirà al 16,2% dal 15,8% del 2023: un aumento dovuto anche alla rivalutazione delle pensioni per effetto dell’inflazione e che inciderà in modo significativo sul futuro del sistema pensionistico e dei cittadini. Si ricorda che, nel 2010, si prevedeva un rapporto spesa/PIL del 15% per il 2020 e attorno al 16% per il 2045: un solo punto percentuale equivale a circa €19 miliardi all’anno di spesa pensionistica. La situazione è così delicata che la Riforma 2024, per la prima volta dalla Riforma Monti-Fornero del 2011, ha modificato le regole non solo per chi è vicino all’età pensionabile (Quota 103 e Opzione Donna), ma anche per coloro che hanno iniziato a lavorare a partire dal 1996 e che rientrano nel sistema di calcolo contributivo. Per questi lavoratori “giovani” si allontana la possibilità di pensione anticipata tre anni prima del requisito di vecchiaia (oggi pari a 67 anni): il valore della pensione dovrà infatti essere pari ad almeno 1.320 euro netti al mese (3 volte l’assegno sociale, prima era 2,8); tale soglia scende leggermente per le lavoratrici con un figlio (2,8 volte) e con due o più figli (2,6 volte). Inoltre, negli anni dell’anticipo (fino al compimento dei 67 anni), la pensione non potrà essere più elevata di circa 2.230 euro netti al mese (38.910 euro lordi all’anno, pari a 5 volte il trattamento minimo). Buone notizie solo per chi avrà pensioni basse: si restringe infatti la platea di chi rischia di andare in pensione a 71 anni e oltre con la pensione di vecchiaia contributiva (prima la soglia minima di pensione era di 672 euro netti al mese, mentre oggi è scesa a 534). Secondo l’OCSE, chi entra oggi nel mondo del lavoro passerà circa un terzo della propria vita futura in pensione ma, a partire dal 2030 circa, la situazione per i conti pubblici corre il rischio di complicarsi ulteriormente con l’ingresso in pensione di molti Boomers. La previdenza integrativa è ancora poco diffusa: ad oggi solo 26 italiani su 100[3] stanno attivamente mettendo da parte dei risparmi in strumenti di previdenza complementare e nel periodo 2007-2022 solo il 22% del TFR è stato destinato a questo tipo di strumenti. Tra l’altro, a fine 2022, si registrano quasi 2,5 milioni di “silenti”, ossia persone che possiedono un fondo pensione ma che hanno smesso di versare, dei quali circa la metà da oltre 5 anni.ecco l’identikit dell’aderente medio alla previdenza integrativa. L’aderente medio è maschio (al 62%), ha 47 anni, versa 177€ al mese, finora ha messo da parte 22.180€ e al termine preferisce riscattare l’intero capitale. Se differenziamo per genere e per età, gli uomini mensilmente versano di più (195€) delle donne (158€). Il contributo medio sale all’aumentare dell’età e quindi delle disponibilità economiche. È solo il 7,8% circa la quota parte degli aderenti che riesce a versare il massimo della deducibilità concesso dal trattamento fiscale agevolato (5.164€/annui). A livello nazionale, a fine 2019, sono stati accantonati 206€ miliardi in previdenza integrativa (22.180€ medio per iscritto); per quasi una posizione su quattro, tuttavia, il capitale accumulato non supera i 1.000€ complessivi. (Abstract by Moneyfarm)

Posted in Welfare/ Environment | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

J. SAFRA SARASIN: L’oro ritorna in auge

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

A cura di Claudio Wewel, FX Strategist di J. Safra Sarasin. (Abstract by http://www.verinieassociati.com/) Le tensioni geopolitiche hanno stimolato un forte rimbalzo del prezzo dell’oro a ottobre 2023, spingendo il metallo vicino ai 2.000 dollari l’oncia. In particolare, l’impennata ha fatto seguito a un periodo di consolidamento che l’oro ha vissuto sulla scia dell’aumento dei rendimenti reali. La ripresa del metallo prezioso ha quindi amplificato il suo decoupling dai rendimenti dei TIPS statunitensi a 10 anni. Ciò ci spinge a dare un’occhiata più da vicino ad alcuni fattori. Chiaramente, gli elevati tassi di inflazione registrati negli ultimi due anni implicano un prezzo dell’oro nettamente inferiore in termini reali (che si ottiene deflazionando il prezzo dell’oro in dollari con l’inflazione headline statunitense), il che riduce essenzialmente il divario tra i rendimenti reali e l’oro.Tuttavia, una parte sostanziale del gap rimane da spiegare. A nostro avviso, il venir meno della correlazione decennale tra i livelli di rendimento reale a lungo termine degli Stati Uniti e il prezzo dell’oro indica in larga misura cambiamenti strutturali nella domanda. Nel tentativo di ottenere una maggiore indipendenza dal dollaro USA, negli ultimi due decenni le banche centrali dei paesi emergenti hanno incrementato in modo sostanziale le proprie disponibilità di oro, in particolare in Cina e in Russia. L’oro è diventato sempre più interessante anche per gli acquirenti individuali. Anche in questo caso, la Cina rappresenta un caso emblematico. Un tempo considerato un safe asset, l’immobiliare ha perso gran parte del proprio appeal tra gli investitori locali. La decisione del governo di sgonfiare il mercato immobiliare significa che il settore è in declino strutturale. Il contesto macro della Cina e la mancanza di alternative di investimento interne valide e interessanti fanno sì che l’oro brilli sempre di più. Inoltre, gli investitori locali vedono nell’oro una copertura contro la debolezza del renminbi cinese.

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

La situazione fiscale negli Stati Uniti è davvero così preoccupante come sembra?

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

A cura di Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel. (Abstract by BC Communication). Nel 2023 il deficit fiscale federale degli Stati Uniti ha superato i 2000 miliardi di dollari, una cifra pari al 7% dell’intero PIL Usa: in altri termini, il governo federale degli Stati Uniti ha speso 2000 miliardi di dollari in più rispetto alle entrate che ha registrato durante l’anno fiscale. Sebbene il disavanzo registrato nel 2023 avrà conseguenze non solo nel breve, ma anche nel medio-lungo periodo, riteniamo che, come accade per la maggior parte delle questioni macroeconomiche, le preoccupazioni siano eccessive. erso la fine del 2022, infatti, il valore di mercato delle azioni detenute dalle famiglie americane è sceso del 25% su base annua, contribuendo a una diminuzione dell’8% del totale delle imposte sulle persone fisiche riscosse nel 2023. Inoltre, il rinvio delle imposte per i residenti delle aree colpite da calamità naturali, come gli incendi che hanno devastato la California, hanno fatto sì che parte del gettito fiscale del 2023 sia stato posticipato al 2024. Infine, anche la categoria residuale “altre imposte” (Figura 2), che include le entrate da fonti diverse, come ad esempio i dazi sulle importazioni o gli utili in eccesso registrati dalla Federal Reserve, è diminuita di 127 miliardi di dollari nel 2023. Dal momento che la Fed paga il tasso dei Fed Funds sulle sue passività e guadagna dai suoi asset, finisce con l’indebitarsi a breve e fare credito a lungo termine, quindi non stupisce che, pagando il 5,5% e guadagnando solo l’1% (come fa, ad esempio, sui buoni del Tesoro a dieci anni che ha acquistato nel 2020), i suoi utili si siano ridotti. Secondo le stime del Congressional Budget Office (CBO), i profitti della Fed sarebbero scesi dai 107 miliardi di dollari del 2022 ai 500 milioni del 2023, da cui gran parte della riduzione della categoria “altre imposte”. Analizzando il bilancio Usa, la maggior parte della spesa pubblica è destinata a voci “non discrezionali” come previdenza, sussidi per disoccupati e veterani e assistenza sanitaria (Medicare), che per il 2023 hanno rappresentato il 66% della spesa complessiva. Se poi si include la spesa per la difesa e il pagamento degli interessi sul debito, si arriva all’88% della spesa complessiva. Passando al capitolo degli interessi sul debito federale, nel 2023 il governo Usa ha pagato 659 miliardi di dollari di interessi ai possessori di buoni del Tesoro (+39% rispetto al 2022), una cifra pari al 2,4% del Pil nominale. Nonostante siamo ancora lontani dal record del 3,1% di Pil toccato nel 1991, i più pessimisti temono che la tendenza al rialzo a cui stiamo assistendo possa rendere insostenibile il debito totale, rendendo necessario un taglio netto della spesa pubblica. I timori fin qui espressi potrebbero sembrare eccessivi, ma si consideri che, quando il pagamento degli interessi sul debito toccò la vetta del 3,1% del Pil nel 1991, si aprì una crisi di bilancio che pose le basi per il “Contratto con l’America” di Newt Gingrich, il piano che, tagliando le spese a scapito del welfare sociale, riuscì a riportare il bilancio federale in pareggio dal 1998 al 2000, creando un surplus nel 2001. Secondo le proiezioni di base del CBO, la spesa per gli interessi sul debito Usa è destinata a rimanere entro una soglia gestibile, ma dovrebbe comunque aumentare al 3,3% del Pil entro il 2030. È bene precisare che solo grazie al ricorso al debito gli Stati Uniti riescono a spendere 2000 miliardi di dollari in più di quello che entra nelle casse dell’erario: nel 2023 le emissioni totali di Treasury, comprese quelle annunciate nel Q4, ammontavano a 2,54 trilioni di dollari, cifra record degli ultimi 23 anni, se si esclude il 2020 (ovvero l’apice della pandemia da Covid-19). E già si prevedono altri 2,5 trilioni di dollari di emissioni in arrivo nel 2024. La buona notizia (per ora) è che gli investitori, sia famiglie americane che società globali, hanno aderito con entusiasmo alle nuove emissioni rimpinguando le casse del Tesoro, pur a fronte di rendimenti più elevati. In particolare, l’88% delle emissioni per l’anno solare 2023 è stato rappresentato da Treasury con scadenza inferiore a un anno. Nessuno ha la sfera di cristallo e gli effetti a cascata a cui potremmo assistere nel lungo periodo sono complicati da definire; ciò che sappiamo al momento è che nel breve termine il Tesoro ha una soluzione per il deficit fiscale, a cui gli investitori sembrano essere interessati.

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

PIMCO: Valutare il rischio di uno scenario di “No Landing”

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

A cura di Tiffany Wilding, US Economist di PIMCO. Riteniamo che i recenti dati economici, considerati nel loro insieme, non siano così coerenti con un atterraggio morbido come sembra suggerire la narrativa ottimistica del mercato. Sebbene continuiamo a prevedere che la Fed inizierà a tagliare i tassi intorno alla metà dell’anno, i dati recenti hanno sottolineato come i progressi in materia di inflazione nel 2024 potrebbero essere più lenti e più sfumati rispetto al 2023. La narrativa dell’atterraggio morbido rimane convincente e di fatto possibile. Ma gli investitori devono tenere conto dei rischi in entrambe le direzioni.Molti investitori, dopo aver spinto il mercato azionario a nuovi massimi e i rendimenti obbligazionari a scendere di quasi un intero punto percentuale negli ultimi mesi, sembrano festeggiare un risultato improbabile: un atterraggio morbido per l’economia statunitense. Tuttavia, i precedenti storici e gli ultimi dati macroeconomici ci fanno esitare a definire questo un atterraggio morbido. Nel nostro recente Cyclical Outlook (pubblicato a gennaio), abbiamo riassunto la nostra analisi dei cicli dei tassi delle banche centrali a partire dagli anni Sessanta. In questo arco storico, gli atterraggi morbidi tendevano ad avere tre ingredienti interconnessi: 1) uno shock positivo dell’offerta (ad esempio, un boom della produttività, l’espansione del commercio internazionale, l’accelerazione della produzione di petrolio dell’OPEC) che 2) ha ridotto l’inflazione in modo sostenibile per 3) consentire alla banca centrale di tagliare i tassi in tempi relativamente brevi. L’attuale ciclo economico condivide alcuni di questi fattori: C’è stata una ripresa sostanziale post-pandemia nelle catene di approvvigionamento globale e nell’offerta di lavoro, che ha contribuito a moderare drasticamente l’inflazione. Questo ha portato le banche centrali a segnalare che la loro prossima mossa sarà probabilmente un taglio dei tassi, aumentando le possibilità di un atterraggio morbido.Gli ultimi dati macro statunitensi, compreso il rapporto sulla situazione occupazionale di venerdì scorso, sottolineano i rischi che abbiamo segnalato. Il rapporto sul lavoro di gennaio è notoriamente difficile da analizzare: Ogni anno, il Bureau of Labor Statistics (BLS) degli Stati Uniti rivede i dati mensili utilizzando dati differiti ma di migliore qualità, complicando l’analisi delle tendenze dei dati (e quest’anno, il maltempo di gennaio ha probabilmente distorto sia le ore lavorate che l’inflazione dei salari medi). Tuttavia, i dati rivisti suggeriscono che la dinamica del mercato del lavoro non sta più decelerando. Al contrario, potrebbe appiattirsi a un ritmo ancora robusto, o forse addirittura aumentare un po’.Anche i progressi dell’inflazione salariale sono rallentati di recente, ma rimangono al di sopra dei livelli coerenti con l’obiettivo di inflazione del 2% della Fed. I salari sono meno flessibili dei prezzi e tendono a ritardare, e con un mercato del lavoro rigido (anche se meno rigido rispetto a uno o due anni fa), un certo recupero post-pandemia dei salari reali appare ancora probabile. Cosa significa tutto questo? Sebbene i dati economici possano fare rumore, riteniamo che gli indicatori recenti, considerati nel loro insieme, non siano così coerenti con un atterraggio morbido come sembra suggerire la narrativa ottimistica del mercato. Sebbene continuiamo a prevedere che la Fed inizierà a tagliare i tassi intorno alla metà dell’anno e che realizzerà circa 75 punti base di tagli quest’anno, i dati recenti hanno sottolineato come i progressi sull’inflazione nel 2024 potrebbero essere più lenti e più sfumati rispetto al 2023. La questione si complica ulteriormente se la dinamica di crescita degli Stati Uniti dovesse rimanere stabile (o addirittura riaccelerare) quest’anno. La narrativa dell’atterraggio morbido rimane convincente e di fatto possibile. Ma gli investitori dovrebbero essere consapevoli dei rischi in entrambe le direzioni. (abstract by http://www.verinieassociati.com/)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Capital Group: Europa – sfide a breve termine, opportunità a lungo termine

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

A cura di Anita Patel, Investment Director di Capital Group. (Abstract by http://www.verinieassociati.com/) Nel secondo semestre dell’anno appena concluso, i mercati azionari globali hanno dovuto far fronte a un acuirsi delle pressioni. L’aumento dei tassi d’interesse, il rallentamento della crescita economica e la retorica delle banche centrali su prospettive di tassi “più alti più a lungo” hanno pesato su azioni e obbligazioni. La stretta monetaria sta facendo sentire i propri effetti sull’economia. Le ultime rilevazioni sulle imprese mostrano un’attività economica debole nell’eurozona. Il settore manifatturiero ha subito una contrazione, penalizzato in tutte le principali economie europee da una domanda globale fiacca, dall’aumento dei costi di produzione e da un calo delle esportazioni verso la Cina. Ma l’attività ha iniziato a evidenziare un rallentamento anche nel resiliente settore dei servizi.Malgrado una situazione macro complessa per gli investitori è importante distinguere il contesto esterno dai fondamentali delle aziende. L’azionario europeo, a nostro avviso, è favorito da tre fattori chiave. 1. Valutazioni e dividend yield interessanti. Sebbene storicamente le azioni europee siano sempre state negoziate a sconto rispetto a quelle USA, questo sconto ha toccato un record storico. Al momento i mercati USA scambiano a un rapporto prezzo/utili prospettico a 12 mesi pari a 17,6 contro l’11,7 per l’Europa; si tratta di uno sconto del 33%, ben superiore alla propria media storica. Esso non dipende semplicemente dalle alte valutazioni del mercato USA, dovute al predominio del settore tecnologico. In diversi settori, in Europa, troviamo società che scambiano a multipli molto inferiori rispetto alle proprie omologhe statunitensi. Sfruttando queste valutazioni attrattive e scavando più a fondo, tramite un approccio attivo e bottom-up, un’azienda alla volta, è possibile scovare interessanti opportunità d’investimento in passato poco considerate dal mercato.Un’altra caratteristica interessante e spesso poco apprezzata delle società europee è il loro maggiore dividend yield rispetto ad altri mercati. 2. L’impronta globale dell’Europa. L’Europa ospita alcune delle multinazionali di maggior successo al mondo in settori e segmenti diversificati. C’è un mare di esempi di società europee che dimostrano come l’innovazione non sia appannaggio esclusivo degli Stati Uniti o del settore tecnologico. Queste imprese stanno compiendo progressi innovativi in un’ampia gamma di settori, dalla farmaceutica alla chimica industriale fino al comparto aerospaziale e della difesa. 3. Opportunità di crescita a lungo termine diversificate Negli Stati Uniti, quest’anno i titoli dei giornali sono stati dominati dalle “Magnifiche Sette”, altrettante large cap del settore tecnologico da cui è dipesa buona parte dei rendimenti del mercato azionario USA nell’arco del 2023. In Europa, invece, i primi 10 titoli dell’indice MSCI Europe costituiscono circa il 22% dell’indice ma hanno offerto un contributo pari a un più commisurato 24% al rendimento complessivo dell’indice nel corso dell’anno. Questo dato tiene perfino conto di un apporto sostanzioso giunto da Novo Nordisk. Il gigante del settore farmaceutico non solo è il costituente di maggiori dimensioni dell’indice europeo, bensì i suoi titoli si sono apprezzati del 50% nel periodo grazie alle forti vendite di Wegovy e Ozempic, i suoi farmaci di grande successo per il trattamento del diabete e la perdita di peso. Oggi variano per settore e segmento e appaiono molto diversi dalle aziende cicliche che in passato simboleggiavano l’opportunità d’investimento rappresentata dall’Europa. Tra le caratteristiche principali di alcune delle società di maggiori dimensioni in Europa vi sono flussi di ricavi globali, una crescita degli utili stabile e robusta, bilanci in buona salute e dividendi in crescita. Si tratta di aziende che, storicamente, hanno spesso evidenziato un certo grado di difensività in periodi di incertezza. L’Europa, senza dubbio, è alle prese con una serie di sfide di breve periodo. Un approccio bottom-up, tuttavia, può aiutare a individuare quelle aziende in grado di prosperare a prescindere dal contesto economico. Le interessanti valutazioni a cui scambiano le azioni europee possono fornire un buon punto d’ingresso per gli investitori che puntino a trarre vantaggio da temi d’investimento pluriennali legati a una crescita secolare.

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

Incentivi auto, ANIASA: bene l’inclusione del noleggio, ma ora occorre fare presto per non bloccare il mercato

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

“L’inclusione del noleggio e delle aziende tra i beneficiari, al 100%, degli incentivi auto previsti dal Governo per il 2024 potrà velocizzare il non semplice processo di transizione ecologica del nostro parco circolante. Auspichiamo che la nuova regolamentazione entri in vigore già nelle prossime settimane e che gli incentivi diventino immediatamente operativi. L’effetto annuncio sta di fatto bloccando i nuovi acquisti da parte di aziende e privati (che attendono le nuove agevolazioni) e rallentando l’immissione nel parco circolante di veicoli nuovi e meno inquinanti.” È questo in sintesi l’appello di Alberto Viano, Presidente ANIASA, l’Associazione che rappresenta in Confindustria il settore dei servizi di mobilità, contenuto nella lettera inviata al Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Il Presidente Viano, che nei giorni scorsi è intervenuto al Tavolo Automotive, ha espresso apprezzamento per la revisione della norma sugli incentivi in vigore nel 2023, che riconosceva al noleggio solo in parte le agevolazioni su veicoli ecologici. Il settore del noleggio oggi immatricola il 53% delle vetture ibride plug-in sul mercato e il 30% delle elettriche. Senza contare che le flotte aziendali a noleggio svolgono un ruolo fondamentale nel supportare il rinnovo del parco circolante e nell’immettere in circolazione vetture usate di ultima generazione, economicamente accessibili. By http://www.aniasa.it

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Idealista, cresce del 5% lo stock di case in vendita in Italia nel 2023

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

Dopo quattro anni di diminuzioni costanti nell’offerta di immobili disponibili, il mercato residenziale ha segnato un aumento del 5% dello stock in vendita nel corso del 2023, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, come evidenziato dall’analisi condotta da idealista, il portale immobiliare leader in Italia per sviluppo tecnologico. Questo incremento rappresenta un miglioramento rispetto al trimestre scorso, durante il quale lo stock di case in vendita era cresciuto del 3%. Tuttavia, confrontando questi dati con l’ultimo trimestre precedente alla pandemia, si nota ancora una riduzione dell’offerta immobiliare dell’11%. L’analisi ha individuato incrementi significativi nelle offerte immobiliari di 77 capoluoghi italiani, tra cui Milano che, con un aumento del 16%, vede una forte ripresa dello stock. Allo stesso tempo, si registrano aumenti più contenuti a Roma, con un incremento del 4%. A livello cittadino, si riscontrano incrementi nell’offerta immobiliare nella maggior parte dei capoluoghi italiani, con 77 centri che evidenziano un aumento rispetto a soli 26 che segnalano un calo dell’offerta, mentre 4 mercati (Cosenza, Bergamo, Messina e Rovigo) mostrano stabilità.Tra gli aumenti più significativi dell’offerta di abitazioni in vendita si distinguono le città di Benevento (40%), Bolzano e Ravenna (entrambe con un aumento del 32%) e Campobasso (29%). Aumenti superiori alla media nazionale si registrano in 43 capoluoghi, tra cui spiccano Palermo (17%), Milano (già citata con il 16%), Bologna (15%) e Torino (7%). In altre 30 città, gli incrementi delle case in vendita variano tra il 5% di Novara e l’1% di Forlì. D’altra parte, si osservano riduzioni nell’offerta immobiliare in 26 capoluoghi, con cali significativi a Padova e La Spezia (entrambe giù del 19%), Firenze (-18%), Crotone (-17%), Napoli (-16%), Sondrio (-14%), Lucca (-12%) e Lodi (-10%). Altri ribassi variano dall’8% di Lecce all’1% di Imperia, Bari, Venezia e Rimini. (Fonte Idealista)

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Cresce di anno in anno la passione degli italiani per la montagna

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

L’analisi di Abitare Co. ha analizzato le località montane più gettonate in Italia e in Europa, considerando l’acquisto di un’abitazione nuova o totalmente ristrutturata. Per trovare la “regina delle vette” bisogna spostarsi in Svizzera, e più precisamente a Gstaad, nel Canton Berna, nota meta di turismo invernale di lusso. Qui il prezzo medio a mq. è di circa 31.450 €, ma con punte che possono arrivare fino a 39.300 € per alcuni immobili più esclusivi. Al secondo posto c’è la rinomata St. Moritz in Engadina con 27.450 € al mq. (con punte di 31.000 €), seguita dalla francese Courchevel 1850, definita la “Montecarlo innevata”, con 24.350 € e valori massimi di 29.000 €. Se guardiamo alle località italiane, i prezzi sono ben distanti, e solo in tre territori si superano i 10mila € a mq.: al primo posto si conferma Cortina d’Ampezzo, meta esclusiva che ogni anno attira personaggi famosi e turisti da tutto il mondo, dove bisogna prevedere in media 13.900 € al mq. (+6,2% sul 2022), ma con punte che possono arrivare fino a 16.000 € al mq. Per vivere a Courmayeur, la località sciistica al top della Valle d’Aosta che unisce la qualità delle piste alla vivacità della vita notturna, il costo medio è di 11.500 € al metro quadro (+5,7%), ma si possono toccare i 15.100 € al mq. Sul podio “nazionale” si posiziona anche la trentina Madonna di Campiglio, definita la “Perla delle Dolomiti”, con 10.250 € al mq. (+5,1%) e punte che possono arrivare a 11.500 € al mq.Oltre alle località più costose, il nostro Paese offre alternative per tutte le tasche.Tra i 7 e 10mila €, infatti rientrano tante località rinomate come Livigno (prezzo medio 9.400 € al mq.), Selva di Val Gardena (8.800 € al mq.) e Ortisei (7.450 € al mq.), mentre nel range compreso fra i 5 e i 7mila € troviamo molti luoghi distribuiti su tutto l’arco alpino: da Cervinia (5.700 € al mq.) a Ponte di Legno (6.250 € al mq.), da Bormio (6.950 € al mq.) a Sestriere (6.650 al € mq.). Scendendo coi prezzi troviamo ancora molte località affascinanti e amate dai turisti sia italiani che stranieri come Moena in Trentino-Alto Adige (4.600 € al mq), Gressoney (3.950 € al mq.) e La Thuile (4.250 al mq.) in Valle d’Aosta, Selva di Cadore in Veneto (3.400 € al mq.) e Merano in Trentino-Alto Adige (3.250 € al mq.). Per chi non ha budget “elevati”, può orientarsi su mete come le friulane Sella Nevea (1.650 € al mq.), Piancavallo (2.300 € al mq.) e Tarvisio (€2.350 al mq.), la lombarda Clusone e la trentina Peio (entrambe €2.200 al mq.).

Posted in Viaggia/travel | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »

Cambiano gli investimenti immobiliari

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

A cura di Nicola Franceschini, Product Development & Research Manager di BNP Paribas REIM Italy. La polarizzazione delle performance degli asset immobiliari è un trend che nasce come conseguenza della Grande Crisi Finanziaria (GFC) del 2008, quando si iniziò a teorizzare che i distretti per gli acquisti retail più moderni, dotati di un oculato mix di rivenditori e che investivano pesantemente nella “shopping experience” avrebbero ottenuto risultati migliori dei loro competitor. Alla fine, questa teoria ha effettivamente trovato concretezza, con gli affitti degli asset appena descritti che si mantennero stabili o, addirittura, crebbero, innescando un percorso rialzista che è stato interrotto solamente dalla pandemia di Covid-19. Oggi che il coronavirus non sembra essere pericoloso come in passato, si osserva è che quest’ultimo ha dato ulteriore spinta alla polarizzazione al comparto retail, con i player di primo piano, soprattutto nell’ambito della moda, che nell’arco temporale 2020-2022 hanno fatto registrare i risultati più alti e questo perché la competizione per accaparrarsi i punti vendita migliori è non si è arrestata. Al contrario, i retailer attivi nella grande distribuzione hanno sofferto maggiormente per la chiusura dei negozi.Tuttavia, questo trend non ha interessato solo il retail. Se si osserva il segmento degli uffici, si può notare come fino al 2020, con anni caratterizzati da una solida e costante crescita economica, la polarizzazione è stata guidata dalla ricerca da parte degli occupanti di immobili in grado di attrarre sia personale qualificato che clienti. Ciò ha portato alla ricerca di uffici nelle migliori posizioni disponibili e con i più alti standard di qualità. A questo si sono aggiunte le caratteristiche ambientali e di sostenibilità, che sono passate da essere una caratteristica “nice-to-have” a “must have” e che hanno portato il mercato a escludere quasi totalmente le soluzioni con punteggi ESG bassi. Anche in questo caso, però, la pandemia ha rappresentato un’ulteriore accelerazione del fenomeno, che si è tradotta in una generale contrazione della richiesta di spazi ad uso uffici. Da un lato, il lavoro da remoto ha iniziato a far parte sempre di più della cultura aziendale, il che ha ridotto le metrature necessarie; dall’altro, uno scenario economico peggiore rispetto al passato ha spinto numerose società a tagliare i costi. In questo modo, si è generato un trend per cui gli occupanti sono disposti a trasferirsi in uffici dove l’affitto per metro quadro può essere superiore al passato, ma in cui i metri quadri affitti complessivamente sono meno. Questo ha comportato una crescita degli affitti per soluzioni di prima fascia, nonostante il contesto sfavorevole. Non c’è quindi da stupirsi se, durante la pandemia, solo un terzo dei player attivi in questo segmento ha registrato una perdita; tasso che si è ulteriormente ridotto nel 2021. Ecco perché le nostre aspettative per il futuro è che saranno sempre meno le performance di mercato negative in quest’area. Un ultimo aspetto da sviscerare per quanto riguarda il trend della polarizzazione riguarda le tipologie di asset, con la logistica, il residenziale e l’healthcare che oggi godono di fondamentali più solidi rispetto a retail e uffici, i quali, in passato, erano le prime scelte degli investitori. Queste sono oggi le categorie di asset che riescono ad attirare un interesse crescente e che aumentano gradualmente il loro investment share complessivo nel mercato europeo. Tuttavia, gli investitori dovrebbero essere consapevoli che anche questi tipi di immobili non sono immuni dalla polarizzazione, soprattutto per quanto riguarda l’impatto ambientale. In particolare, l’offerta di asset che presentano un punteggio elevato in questa sezione è piuttosto scarsa e, con la maggior parte degli investitori che ha incluso gli aspetti ESG come parte dei propri processi di due diligence, il crescente interesse per queste tipologie di immobili dovrebbe concentrarsi fortemente sulle soluzioni già conformi ai criteri di sostenibilità. Ciò probabilmente genererà un “green prize” e, in definitiva, la polarizzazione potrebbe crescere in questi settori di pari passo con gli interessi degli investitori. By Andrea Bianchi

Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

ENPACL: un “Sistema di qualità” all’avanguardia

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

A 25 anni dal conseguimento della prima certificazione in qualità, secondo la norma UNI EN ISO 9002:1994, il ‘Sistema di qualità’ dell’ENPACL ha ampliato la propria prospettiva, arricchendosi, nel tempo, di ulteriori certificazioni. All’importante traguardo raggiunto il 5 febbraio del 1999, a soli quattro anni dalla trasformazione da ente pubblico ad associazione di diritto privato, hanno fatto seguito altri 4 importanti riconoscimenti, frutto della scelta visionaria dell’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Consulenti del Lavoro, che ha saputo sollecitare tutte le sue componenti a sperimentare una metodologia innovativa, orientata al miglioramento continuo e che oggi è alla base dei suoi processi aziendali. L’ultima certificazione conseguita è la ISO 37001: standard ottenuto il 9 luglio 2020 e sviluppato per supportare le imprese nell’adozione di un sistema di gestione volto ad affrontare e prevenire possibili casi di corruzione. In precedenza, invece, la Cassa aveva ottenuto la certificazione ISO 27001, conseguita il 9 giugno 2017 per garantire riservatezza, confidenzialità, disponibilità e integrità all’informazione, sotto qualsiasi forma o supporto. Il 13 marzo 2016 la SA 8000, standard per la responsabilità sociale, finalizzato a valorizzare e tutelare il personale dipendente e a migliorare le condizioni di lavoro attraverso la promozione di trattamenti etici ed equi. E il 13 dicembre 2015 l’Asse.Co., che certifica la regolarità dell’Ente nella gestione dei rapporti di lavoro con il personale dipendente e dirigente. “L’adozione di queste norme – ha commentato il presidente ENPACL, Alessandro Visparelli – non è soltanto una dimostrazione di conformità, bensì un impegno concreto a garantire che i nostri processi siano sempre all’avanguardia e orientati a uno sviluppo permanente, con la finalità di soddisfare le aspettative degli associati e di mantenere un ambiente di lavoro etico, produttivo e sostenibile”.

Posted in Uncategorized | Contrassegnato da tag: , | Leave a Comment »

La Lombardia prova ad assistere sul territorio 117 mila fragili

Posted by fidest press agency su venerdì, 9 febbraio 2024

Si aggiungono ai 109 mila già seguiti. Fanno parte degli 800 mila over 65 che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza chiede di assistere, in più rispetto al presente, nel progetto “casa come primo luogo di cura”. Per raddoppiare la sua performance, la Regione ha approvato nel 2023 due delibere (715 e 717), ha stanziato 32 milioni, e quest’anno ha varato un Piano di regole che mette il medico di famiglia al centro. La sperimentazione interessa i medici di famiglia, suscitando curiosità, voglia di cimentarsi ma anche perplessità. Spetta al medico, infatti andare a casa dei pazienti mettendo a disposizione più ore sue, del suo infermiere, o in alternativa dell’infermiere della cooperativa di medicina generale o dell’azienda dei servizi sanitari di riferimento. La riforma di Assistenza Domiciliare Integrata e Programmata è prevista a partire dalla delibera 715/23, dove la Regione attribuisce un 64% delle risorse ADI a servizi a casa, il 24% alle cure palliative e il 12% alla “RSA aperta”. In ogni Ats (ex Asl-acquirente di servizi) un 70% delle risorse destinate è calibrato sul numero dei pazienti ed un 30% va ad aiutare le realtà sotto budget. La delibera 745/23 stanzia 14,2 milioni tra 2022 e 2023, 29,64 milioni quest’anno e 30 milioni nel ’25 per intercettare pazienti in difficoltà ma al momento non bisognosi di servizi domiciliari offerti da erogatori pubblici (le Aziende sociosanitarie territoriali-Asst, dove operano i medici di famiglia). Questi pazienti a bassa complessità (CIA<0,14, 1-2 accessi domiciliari/mese) possono essere gestiti dallo stesso medico convenzionato in ADP in aggiunta a quelli già seguiti. Si arriva così all’accordo di Ats Milano sul PSD. Nel frattempo, i giorni scorsi, il Consiglio regionale ha varato il Piano delle regole: indirizzi per tutta la sanità da adottare nel 2024, dove spiega tra l’altro cosa devono fare i medici di famiglia rispetto ai nuovi fragili da seguire a casa. Redatto il Piano Assistenziale individuale, le possibilità sono tre: presa in carico personale del medico o con proprio infermiere; presa in carico mediante personale della coop di mmg di appartenenza; affidamento al personale dell’Asst. Finanziamento totale 32 milioni, di cui 10 per i PAI e 32 per gli accessi, retribuiti come sempre: 18 euro l’uno. (Abstract by Doctor33)

Posted in Medicina/Medicine/Health/Science | Contrassegnato da tag: , , | Leave a Comment »