Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 162

Archive for 27 febbraio 2024

“I nostri migliori auguri a Todde, prima Presidente di Regione del M5S”

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

“La Sardegna ha scelto come Presidente di Regione la candidata del Movimento 5 Stelle Alessandra Todde e questo fatto è per noi grande motivo di orgoglio. Una giornata che difficilmente dimenticheremo perché, oltre a essere la prima donna alla guida della Sardegna, è anche la prima Presidente di Regione espressa dal M5S. I sardi hanno capito che l’aria è cambiata e l’arroganza di Meloni e Salvini è stata punita. Insomma, ha vinto una proposta credibile, lungimirante e coraggiosa. Facciamo i nostri migliori auguri e complimenti ad Alessandra Todde e al nostro Presidente Giuseppe Conte: la competenza e la serietà trionfano sempre!”. Così in una nota congiunta la capogruppo del M5S in Campidoglio Linda Meleo e il consigliere capitolino Daniele Diaco (M5S).

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Complimenti ad Alessandra Todde. Sua vittoria strada giusta per prossime sfide

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

“E’ la prima presidente donna della Regione Sardegna. La sua elezione è un messaggio importante in vista dei prossimi impegni elettorali, in particolar modo per le europee di giugno. Una vittoria frutto di un centrosinistra che ha saputo fare sintesi con una proposta convincente e che è stata apprezzata dagli elettori. Ma soprattutto è una prima e significativa risposta che indica la strada dell’impegno costante e di una rinnovata fiducia per contrastare il governo di centrodestra e prepararci alle prossime sfide. Si può fare. Avanti così”. Così in una nota la presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli.

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J. SAFRA SARASIN: Obbligazionario USA, dal rimborso trimestrale alla stretta quantitativa

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

A cura di Alex Rohner, Fixed Income Strategist di J. Safra Sarasin. Gli ultimi annunci trimestrali di rimborso (QRA) del dipartimento del Tesoro statunitense hanno suscitato grande attenzione. Il Tesoro statunitense pubblica regolarmente le stime del fabbisogno di prestiti per i prossimi trimestri e le dimensioni delle aste previste per le diverse scadenze dei titoli del Tesoro per finanziare le spese del governo. Nell’agosto dello scorso anno, un inatteso forte aumento delle dimensioni delle aste annunciate a causa del netto aumento del deficit federale ha coinciso con l’inizio di un significativo sell-off di titoli del Tesoro nel terzo trimestre del 2023. La reazione del mercato all’QRA di agosto ha dimostrato che c’è un limite all’ammontare di duration che il settore privato è disposto ad assumere senza grandi premi per il rischio. Le autorità hanno reagito spostando una parte sostanziale del fabbisogno di finanziamento aggiuntivo verso i buoni del Tesoro insensibili alla duration, nonché verso la parte più breve della curva dei rendimenti, mentre le dimensioni delle emissioni di Treasury a più lunga duration sono state molto meno influenzate. La modifica del QRA a novembre ha portato a un forte rally obbligazionario fino alla fine dell’anno. L’orientamento verso strumenti più brevi per alleviare le pressioni sulla duration ha anche implicazioni per il programma di inasprimento quantitativo in corso da parte della Fed. L’abbondante disponibilità di buoni del Tesoro con diverse scadenze offre ai fondi monetari un’interessante alternativa priva di rischio alle loro partecipazioni nella linea di credito ON/RRP (overnight reverse repo) della Fed, in particolare per i fondi che desiderano bloccare gli interessi correnti per un orizzonte più lungo invece di ottenere solo un tasso overnight.Di conseguenza, le disponibilità dello strumento ON/RRP sono diminuite drasticamente e si prevede che saranno quasi esaurite nel corso della seconda metà del 2024. L’ON/RRP è un cuscinetto per la diminuzione delle riserve bancarie. Quando questa riserva scomparirà, le riserve bancarie ricominceranno a scendere in linea con il run-off dei bilanci. L’elevata preferenza del sistema bancario per la liquidità suggerisce che l’ammontare delle riserve bancarie ottimali non è probabilmente molto inferiore ai livelli attuali. Prevediamo quindi che la Fed inizierà a ridurre il ritmo del run-off del bilancio, probabilmente a maggio, per poi terminarla nella seconda metà del 2024.

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Capital Group: L’economia cinese sta seguendo le orme del Giappone?

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

A cura di Anne Vandenabeele, Economista di Capital Group. Alle crescenti preoccupazioni per il rallentamento della crescita in Cina è seguito un vortice di notizie che mettono a confronto la situazione del Paese alla stagnazione che ha travolto il Giappone negli ultimi decenni. In questo momento, una delle domande più frequenti sullo scenario macroeconomico globale è se la Cina si trovi già su questa strada e in che modo il Paese si possa sottrarre a questa sorte. “Giapponesizzazione” è un termine ampiamente utilizzato in questo dibattito e indica un periodo prolungato di deflazione, lentezza economica, crisi del mercato immobiliare e tensione sui mercati finanziari. In Giappone ci sono stati vari fattori che hanno frenato la crescita di lungo termine dagli anni ‘80, incluse le relazioni commerciali con gli Stati Uniti e un crollo della produttività. Al momento, la situazione della Cina sembra migliore: la crescita di lungo termine sta rallentando, ma probabilmente non così tanto. La Cina sta iniziando la sua transizione da una crescita trainata dagli investimenti che, se seguirà il modello giapponese, probabilmente si tradurrà in un rallentamento della crescita globale futura. Negli ultimi anni la Cina è cresciuta a un ritmo del 5-6% circa e i nostri economisti ritengono che d’ora in poi la crescita sarà più lenta. Negli anni ‘70 e ‘80 c’è stato un rallentamento della crescita in Giappone, una volta terminata la ripresa post-bellica. Quando gli investimenti si sono interrotti, i consumi non hanno colmato il vuoto, causando una decelerazione della crescita globale. Sebbene questo sia in parte ciò che succede quando un’economia matura, in parte è stato causato dalla politica, con deboli incentivi dopo la bolla dei prezzi delle attività degli anni ‘80 e la scelta di non riconfigurare l’economia in base a un modello basato sui consumi. In Cina, invece, gli investimenti in percentuale del PIL sono ancora vicini al picco del 45% e il calo strutturale di questa cifra non sarà rapido, dato che il Paese ha ancora bisogno di investire capitali a causa delle sue dimensioni e del suo stadio di sviluppo. Tuttavia, la crescita del capitale sociale cinese ha già subito un rallentamento. La Cina è in forma migliore anche sul piano delle esportazioni, grazie alla scala di produzione e ai costi bassi. Alla fine degli anni ‘90, il Giappone ha iniziato a perdere quote di esportazione a favore della Corea del Sud e di Taiwan in settori chiave, come quello dei semiconduttori, e questo ha frenato la crescita della produzione e delle esportazioni. Anche il fattore valutario ha contribuito, con il forte apprezzamento dello yen tra il 1985 e il 1995, che ha portato a ingenti adeguamenti commerciali. La lunga riduzione dell’indebitamento, i deboli incentivi e la lenta ripresa del Giappone hanno fatto languire la domanda, creando eccesso di capacità e deflazione persistente. Ancora una volta, anche se probabilmente in Cina gli squilibri sono meno gravi, la debolezza della fiducia, degli investimenti e degli incentivi potrebbero creare le stesse condizioni. C’è voluto troppo tempo per correggere i forti squilibri del Giappone negli anni ‘90, mentre i grandi eccessi del Paese e la debole risposta politica hanno creato eccesso cronico di capacità e deflazione. Sebbene gli squilibri della Cina siano differenti, la sua crisi immobiliare e il controllo statale più rigido (inclusa la politica COVID) hanno fortemente rallentato la crescita dal 2017 – e la capacità in eccesso e la deflazione continueranno a rappresentare un rischio, se gli incentivi resteranno deboli. Il lento recupero in Giappone ha portato a un calo delle aspettative e della produttività, che ha ulteriormente rallentato la crescita e favorito la deflazione. Dalle stime del Fondo Monetario Internazionale (FMI) emerge che la percentuale di società zombie sta aumentando in Cina, anche se i livelli sono ancora inferiori a quelli del Giappone degli anni ‘90. La distruzione della produttività è dovuta al fatto che sono le imprese statali meno efficienti a guidare gli investimenti, mentre le aziende private più innovative vengono escluse. Questo aumento della percentuale di imprese inefficienti è un rischio per la produttività e la crescita complessiva. . Le aziende e le famiglie si sono abituate a prezzi stabili/in calo, hanno ritardato ulteriormente la spesa e il Giappone ha trascorso gran parte degli ultimi due decenni in deflazione. Ancora una volta, questo trend potrebbe rappresentare un rischio per la Cina, a meno che non trovi dei modi per rendere più produttiva l’economia attraverso l’innovazione e le riforme, introducendo ulteriori incentivi e aumentando la fiducia delle famiglie e delle imprese. Nei prossimi mesi scopriremo se la Cina ha imparato la lezione dall’esperienza del Giappone o se il Paese è già sulla stessa strada. (abstract by http://www.verinieassociati.com/

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T. Rowe Price: Giappone, ecco che cosa ha spinto il Nikkei ai massimi storici

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

A cura di Daniel Hurley, Portfolio Specialist, Emerging Market and Japanese Equities, T. Rowe Price. Il mercato azionario giapponese ha visto il Nikkei superare i massimi precedenti nella sessione di trading odierna. La forte performance del Giappone è stata trainata da tre fattori chiave: la robusta economia e crescita globale; il cambio favorevole agli esportatori; la riforma della corporate governance che ha incrementato i rendimenti degli azionisti. Il rally dei titoli giapponesi si è concentrato sulle large cap, ma non nella misura in cui il mercato statunitense si è concentrato sulle “Magnifiche Sette”. Il Nikkei 225, più incentrato sugli esportatori e sulle società tecnologiche, è ai massimi da 3 anni rispetto al più ampio indice TOPIX. Sebbene sia in parte supportato dagli afflussi esteri che acquistano i titoli a più grande capitalizzazione, questo risultato è principalmente guidato dai fondamentali: la debolezza dello yen sostiene gli esportatori e i titoli del settore tecnologico, che si rafforzano grazie alla domanda di tecnologia AI e hardware, e agli utili. Anche i titoli value a grande capitalizzazione hanno guidato i rendimenti in Giappone, grazie anche alla migliore redditività derivante dalla debolezza dello yen. A livello di indice TOPIX, circa il 48% degli utili sottostanti proviene dall’estero, il 15% dagli Stati Uniti. Molti dei beneficiari di questo fenomeno sono stati gli esportatori a grande capitalizzazione, che hanno spinto i rendimenti e attirato l’attenzione degli investitori. Gli utili all’estero sono stati favoriti dalla debolezza pluridecennale dello yen. L’entità della debolezza dello yen è stata drammatica negli ultimi 2-3 anni. Per dare un’idea della portata, la correlazione tra la variazione mensile del Nikkei e dello yen/dollaro USA negli ultimi 30 anni è stata pari a 0,51. Dall’inizio del 2020 a gennaio 2024, questa correlazione è salita a 0,66. Il rapido indebolimento dello yen giapponese è stato sempre più importante per i rendimenti dei mercati azionari negli ultimi tempi.Inoltre, la debolezza dello yen è certamente un elemento che ha aiutato i titoli value negli ultimi due anni, il cui andamento ciclico sarà determinato dalla politica delle banche centrali e dai tassi di inflazione negli Stati Uniti e in Giappone. Da qui, è sempre più probabile che lo yen si rafforzi. Non crediamo che si indebolirà ulteriormente con il picco dei tassi negli Stati Uniti. Infine, la chiave per sbloccare un valore sostenibile in Giappone è legata soprattutto alle riforme della corporate governance. I continui miglioramenti su questo fronte saranno fondamentali per i futuri rendimenti del mercato.

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Schroders: Le società più piccole possono brillare nonostante il contesto cupo?

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

A cura di Robert Starkey, Portfolio Manager, Schroder Investment Solutions, Schroders. Investire nei titoli delle small cap in un momento di difficoltà economica può risultare sfidante. Tuttavia, la storia ci insegna che questo potrebbe essere un buon momento per iniziare a valutare queste società in un portafoglio diversificato. Abbiamo analizzato i dati degli ultimi cinque decenni per trarre alcuni spunti. Uno dei migliori indicatori anticipatori è lo stesso mercato azionario. Questo perché gli investitori non si preoccupano solo delle notizie odierne, ma anche degli andamenti futuri. Gli investitori prevedono come potrebbe evolversi il futuro ed eseguono di conseguenza delle transazioni nei titoli delle aziende, facendo salire o scendere il prezzo delle azioni prima delle notizie effettive. Ciò significa che, ad esempio, quando una società annuncia di quanto sono aumentate le sue vendite, il prezzo delle azioni quel giorno potrebbe non cambiare, se la società fosse cresciuta nella misura prevista dagli investitori. Ciò che piuttosto tende a far muovere il prezzo delle azioni nel corso della giornata è quando l’annuncio è superiore o inferiore alle aspettative. Le azioni a piccola capitalizzazione non sono da meno, e ciò può costituire un indizio che ci guida verso ciò che potrebbe riservare il futuro per loro. Nel corso dell’ultimo anno, il destino delle imprese, di dimensioni grandi e piccole, a livello mondiale è stato divergente. Ciò è stato guidato principalmente dalle società più grandi, le cosiddette ‘Magnifiche 7’, ma riflette anche i rischi associati alle società più piccole, che sono più sensibili al ciclo economico.Le società di dimensioni maggiori dispongono, in genere, di diversi analisti di ricerca, che ne interpretano la performance (il che riduce l’incertezza), godono di un accesso più facile ai finanziamenti nei momenti di necessità e offrono più prodotti diversificati, il che contribuisce a stabilizzare i rispettivi flussi di cassa. Tutto questo rende le società più grandi interessanti in caso di rallentamento dell’economia. Tuttavia, la domanda chiave è se i titoli delle small cap scontino abbastanza “aspettative negative” nei loro prezzi. Stiamo iniziando a individuare alcune opportunità interessanti tra le small cap, in particolare nelle regioni che hanno già sperimentato il fardello del rialzo dei tassi d’interesse. Quando i mercati riconoscono che è iniziata una nuova fase del ciclo d’investimento, i prezzi delle azioni spesso cambiano bruscamente e improvvisamente. Pur essendo importante tener presente che la performance degli investimenti può essere compromessa da un aumento troppo precoce dell’allocazione verso le società più piccole, è importante assicurarsi di essere investiti, per evitare di perdere la performance delle small cap, che spesso arriva all’improvviso. (Abstract by http://www.verinieassociati.com/

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T. Rowe Price: Bce, Pmi dei servizi in aumento spingerà i falchi a rinviare taglio dei tassi

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

A cura di Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price. Il PMI dell’area euro è aumentato di un punto intero a febbraio. Questo dato è stato trainato da un aumento del PMI dei servizi a 50 da 48,4 di gennaio. Ciò dimostra che il settore dei servizi, che è la parte più importante dell’economia e che è guidato principalmente dalla domanda interna, ora è in fase di stagnazione. Il forte rimbalzo negli ultimi due mesi suggerisce che l’economia dell’area euro farà meglio del previsto nei prossimi mesi.Il settore manifatturiero, invece, è sceso di mezzo punto. Tuttavia, i dati sul settore manifatturiero suggeriscono che il calo della produzione potrebbe essere dovuto alle limitazioni della catena di approvvigionamento a causa del conflitto nel Mar Rosso. Ad esempio, sappiamo che Tesla Germania ha chiuso la sua fabbrica per due settimane a febbraio a causa dei problemi alla catena di approvvigionamento. Ciò suggerisce che il calo del settore manifatturiero è probabilmente temporaneo e si risolverà quando le catene di approvvigionamento si normalizzeranno nuovamente nei prossimi mesi.È importante notare che l’indice dei prezzi PMI dei servizi dell’area euro è aumentato per il quarto mese consecutivo. Questo dato è in linea con le indagini della Commissione europea e mostra che l’inflazione dei servizi probabilmente rimbalzerà nell’eurozona anche quest’anno. Pertanto, il rischio che rimanga a livelli significativamente superiori all’obiettivo del 2% fissato dalla Bce è in aumento. Questi dati sosterranno i falchi del Consiglio direttivo. Un aumento così forte del PMI composito, guidato dal settore dei servizi, sosterrà la tesi secondo cui l’Eurozona ha già superato il picco della politica monetaria restrittiva. Il quarto aumento consecutivo dell’indice dei prezzi dei servizi metterà in allerta l’intero Consiglio direttivo. Il rischio che il primo taglio di quest’anno venga rimandato oltre giugno è chiaramente in aumento. È anche plausibile che la Bce, quando taglierà, lo farà solo molto gradualmente e che comunicherà questo percorso ai mercati. Riteniamo che queste tendenze continueranno e saranno favorevoli per l’euro e ribassiste per il Bund.

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Cosa aspettarsi dalle energie pulite nel 2024?

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

A cura di Natalia Luna, Analista Senior Investimenti Tematici, Ricerca Globale di Columbia Threadneedle Investments. Nel 2023, i titoli legati alle energie pulite hanno nettamente sottoperformato il mercato, a causa di una combinazione tra sviluppi sfavorevoli relativi a specifiche aziende e difficoltà settoriali che hanno creato confusione tra gli investitori e generato una copertura mediatica negativa. Sebbene l’S&P Global Clean Energy Index abbia avuto un anno difficile, il segmento delle energie pulite comprende una vasta gamma di titoli, per cui occorre distinguere tra “pure player”, focalizzati esclusivamente sul tema delle tecnologie pulite, e il resto dell’universo che include le rinnovabili, le utilities e l’industria green. In questo senso, il forte calo è ascrivibile alla correzione tra i “pure player” tematici, che avevano beneficiato di valutazioni elevate grazie all’effetto “greenium”, ossia la disponibilità degli investitori a pagare un sovrapprezzo per la sostenibilità, in un clima di entusiasmo per le questioni ESG che aveva favorito afflussi consistenti. In realtà, numerose società hanno registrato una redditività negativa e, a fronte di un contesto macroeconomico più difficile che ha portato a un’inversione degli afflussi ESG, hanno subito una naturale correzione. Scegliendo di analizzare le solo utilities, che sono alla base dei principali investimenti nella transizione energetica, abbiamo notato che anche le società di questo settore hanno sottoperformato il mercato, ma in misura minore rispetto a quello delle clean tech. Trattandosi di un’industria ad alta intensità di capitale, infatti, le utilities hanno risentito del difficile contesto macroeconomico e anche degli sviluppi negativi che hanno caratterizzato due importanti società attivi nel settore delle rinnovabili, Orsted e NextEra. Queste due aziende, ritenute le predilette del settore, sono state colpite da problemi idiosincratici che, associati a un clima generale negativo, hanno trascinato al ribasso l’intero comparto. A causa di queste sfide, molti progetti sono diventati economicamente poco sostenibili e sono quindi annullati mentre, in altri casi, gli sviluppatori non hanno partecipato ai bandi in quanto il prezzo offerto era troppo basso. Queste difficoltà, specifiche al comparto offshore, ci sembrano in via di risoluzione grazie ad alcuni interventi da parte dei governi. Questa situazione ha impattato il sentiment del mercato al punto tale che il giudizio negativo si è poi esteso a tutto il settore delle utilities, senza fare alcuna distinzione tra tecnologie rinnovabili, reti e aziende. NextEra è il più grande sviluppatore statunitense nel campo delle rinnovabili. A settembre, la yieldco NextEra Partners, veicolo di finanziamento detenuto al 51% da NextEra, ha abbassato il proprio tasso di distribuzione a fronte dell’aumento dei costi di finanziamento. Questa decisione ha spaventato i mercati e la quotazione di NextEra è crollata. Tuttavia, le yieldco non rappresentano una grossa fonte di finanziamento per NextEra e per le utilities in generale, per cui anche in questo caso la reazione negativa del mercato è stata eccessiva. Qualche settimana dopo la società ha infatti pubblicato i propri risultati, riportando ordini record nel campo delle rinnovabili e utili solidi per il 2023. A prescindere dalle difficoltà specifiche di queste società, i fondamentali societari, siano essi ostacoli o fattori di sostegno, confermano il nostro giudizio positivo sulle prospettive a breve e lungo termine della transizione energetica e sulle opportunità offerte da alcuni titoli. Per ulteriori informazioni si veda il sito internet di Columbia Threadneedle Investments: http://www.columbiathreadneedle.it

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Carovita: Campobasso è la città più virtuosa

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

L’Istat ha resi noti i dati dell’inflazione di gennaio delle regioni e dei capoluoghi di regione e comuni con più di 150 mila abitanti, in base ai quali l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la top ten delle città più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita, sulla base dei nuovi dati del paniere Istat. In testa alla classifica delle città più care d’Italia, Napoli dove l’inflazione pari a +1,9%, la più alta tra i capoluoghi di regione e i comuni con più di 150 mila abitanti, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva su base annua, equivalente a 419 euro per una famiglia media, in aumento rispetto alla spesa che ci sarebbe stata con i vecchi dati Istat, pari a 384 euro. Al secondo posto Perugia, dove il rialzo dei prezzi dell’1,7%, la seconda inflazione più alta ex aequo con Trieste, determina un incremento di spesa annuo pari a 417 a famiglia (sarebbero stati 391 euro con i dati Istat ormai superati). Medaglia di bronzo per Trieste che con +1,7% ha una spesa supplementare pari a 415 euro annui per una famiglia tipo (erano 395 euro lo scorso anno). Appena fuori dal podio Bolzano (+1,4%, al 3° posto per inflazione, pari a 405 euro), poi Venezia (+1,4%, 369 euro), al sesto posto Firenze (+1,4%, +366 euro), poi Livorno (+1,4%, 357 euro), Milano (+1,2%, 343 euro) e Verona (+1,1%, 283 euro). Chiude la top ten Rimini (+1%, +272 euro). Nella graduatoria delle città più virtuose d’Italia, 3 città addirittura in deflazione (Tabella n. 2). Vince Campobasso dove l’inflazione pari a -0,7% si traduce in un risparmio equivalente, in media, a 145 euro su base annua. Medaglia d’argento per Reggio Emilia, dove la diminuzione dei prezzi dello 0,4% determina un calo di spesa annuo pari a 109 euro per una famiglia tipo. Sul gradino più basso del podio delle città più risparmiose, Ancona che con -0,3% ha un taglio delle spese pari a 66 euro annui per una famiglia media.

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Gruppo Fedrigoni annuncia l’acquisizione di alcuni asset di Mohawk Fine Papers, Inc.

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

Il Gruppo Fedrigoni, uno dei principali produttori mondiali di carte speciali, materiali autoadesivi e soluzioni RFID ha stretto una partnership industriale lo scorso settembre 2022 per rafforzare la distribuzione di carte pregiate nel mercato nordamericano. La transazione è stata finalizzata attraverso una NewCo costituita da Fedrigoni per acquisire gli asset di Mohawk in un processo di vendita avviato da un istituto finanziario, a seguito di un periodo di significativa sofferenza finanziaria che ha interessato l’azienda statunitense negli ultimi mesi. La transazione ha liberato interamente la nuova società dall’indebitamento esistente, consentendo di preservare la maggior parte dei posti di lavoro, delle attività industriali e delle relazioni con i clienti. Fondata nel 1931, Mohawk è un’azienda a conduzione familiare che produce alcune delle più note carte speciali per designer, brand e stampatori e che – come Fedrigoni – ha fortemente innovato nel campo della stampa digitale e della sostenibilità. La condivisione di valori fondamentali come un solido know-how e l’attenzione all’innovazione e alla riduzione dell’impatto ambientale ha portato all’acquisizione di questa azienda, che entra a far parte della divisione Fedrigoni Special Papers e rappresenta un tassello importante nella strategia di crescita del Gruppo all’estero. “Si tratta della nostra terza M&A quest’anno (dopo SharpEnd nel Regno Unito e Arjowiggins China), un passo importante per potenziare la nostra offerta di prodotti premium per i clienti negli Stati Uniti – commenta Marco Nespolo, Amministratore Delegato del Gruppo Fedrigoni -. Grazie all’ingresso di Mohawk nel nostro Gruppo saremo in grado di produrre e distribuire ai clienti un’ampia gamma di carte Fedrigoni ad alto valore aggiunto direttamente in Nord America e di ampliare l’accesso alle carte speciali Mohawk a livello internazionale. In questo modo sosterremo sempre di più le strategie dei nostri clienti che privilegiano modelli di nearshoring al posto del tradizionale approccio orientato all’acquisto globale, per ridurre l’impatto ambientale e minimizzare i rischi di interruzione della supply chain”.

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Letture bergamasche: presenta Annamaria Manenti Il filo bianco “storie di intrecci”

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

Bergamo. Domenica 3 Marzo 2024 alle ore 11:00 in Piazza Terzi 2 L’ingresso è libero fino a esaurimento posti, che sono limitati. Prenotazione obbligatoria. Basta a volte un filo sottile per cambiare l’intera trama di una vita. Un filo che scorra silenzioso tra le dita di una fanciulla, intenta a dare forma ai propri sogni mentre è all’opera per creare il pizzo magico capace di trasformare la sua vita, usando fili bianchi, écru, dorati, raramente colorati, via via lanciati nelle direzioni richieste dal disegno che tiene sotto gli occhi. Accanto alla merlettaia vi è quasi sempre il tombolo, i cartoni con gli schemi che deve seguire, un telaio da ricamo e poi fuselli, aghi, navette per il pizzo chiacchierino o semplicemente le dita per il pizzo macramé. Gli strumenti da lavoro evocano immagini di quadri noti, tra cui il più famoso è sicuramente quello di Veermer che dipinge una giovane merlettaia dal viso tondo e luminoso, dalle mani esperte e delicate, illuminate e rese trasparenti come il colletto di pizzo che la giovane porta sulla giubba gialla. Un miracolo di grazia uscito dal pennello dell’artista. Il piccolo quadro, di 24 x 21 cm composto nel 1669, emana un fascino silenzioso a cui è difficile sottrarsi. Non lo ha fatto Pascal Lainé, autore de La dentallière, chiamata Pomme, romanzo pubblicato nel 1974 (Prix Goncourt dell’anno), e neppure il regista Claude Goretta che ha fatto di una giovanissima Isabelle Huppert la protagonista del suo film La Merlettaia, presentato a Cannes nel 1977, candidato per la Palma d’oro e vincitore del Prize of the Ecumenical Jury. Il filo della fascinazione continua ad agire anche oggi: ha conquistato AnnaMaria Manenti e conquisterà sicuramente il pubblico che sarà presente alla appassionata conversazione sul merletto della professoressa di matematica che, mossa dalla passione per i pizzi, ha dedicato molti anni alla ricerca di materiale fotografico e di notizie storiche su un universo fantastico, sovente nascosto nei bauli delle nonne o esposto in musei, soprattutto europei. (By Mimma Forlani in abstract by associazionepervoi)

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Resistenza: Rojc (Pd), non dimenticare e non ripetere orrore

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

Senatrice ricorda padre deportato “per motivi razziali” “Dopo due anni di guerra europea, pare impossibile che non si sia imparato nulla dalla terribile lezione della storia, dai paesi bruciati, dalle vessazioni, dall’odio, dalle torture, dalla sete di potere. Una storia che ha nomi e cognomi, volti e sofferenze personali, tra cui quello di mio padre, deportato ‘per motivi razziali’. Non per caso Mussolini annunciò le Leggi razziste a Trieste, dopo aver inferto agli sloveni un ventennio di sofferenze, dopo aver incitato i suoi a ‘sterminare tutti i maschi di quella maledetta razza’. Abbiamo saputo perdonare quell’orrore ma non dobbiamo dimenticare, e non dobbiamo permettere che si ripeta”. Lo ha detto oggi nella località di Santa Croce (Trieste) la senatrice Tatjana Rojc (Pd), partecipando alla posa di una targa commemorativa degli 80 anni dell’Operazione Castoro, con cui il 27 febbraio del 1944 le forze di occupazione tedesche diedero il via alla deportazione della popolazione maschile dell’Altipiano carsico, inviata ai lavori forzati in Germania. “Memori di quella lezione – ha precisato la senatrice – a due anni dall’invasione dell’Ucraina ricordiamo chi è l’aggressore e perché siamo nel giusto a sostenere la resistenza degli ucraini. E non dimentichiamo il popolo russo che senza poter reagire deve mandare a morire i suoi figli per volontà di un dittatore”. “Lavoro ancora oggi nel ricordo mio padre – ha aggiunto Rojc – porto con me la sua lezione di rispetto e la fierezza dell’appartenenza, mi ha trasmesso la sua fede nel diritto alla libertà e alla democrazia. Anche in questo tragico frangente mi ispira il suo esempio”. (n.r. Il fatto è che l’orrore che avremmo voluto evitare è già dentro di noi e non fa altro che perpetuarsi: usque tandem Catilina abutere patientiae nostra?)

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Il miele contraffatto invade il mercato italiano

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

Prezzi allettanti per un prodotto che in realtà vale ancora meno, perché di scarsa qualità se non addirittura contraffatto. È il miele estero che sta invadendo i supermercati italiani, destando tra le associazioni di categoria una preoccupazione che l’associazione Codici condivide e rilancia, mettendo in guardia i consumatori. “Non bisogna farsi ingannare dai prezzi – avverte Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, quando il risparmio è molto importante bisogna porsi qualche domanda e controllare l’etichetta. È così che ci si accorge che il prodotto in offerta in realtà è uno sciroppo artificiale che imita molto bene il miele. Parliamo di prodotti che arrivano soprattutto da Asia ed America, il cui costo a volte è inferiore a 7 euro al kg. Il prezzo all’origine è bassissimo, mentre il miele italiano vale tra 6 e 10 euro al kg. Pur essendo di qualità migliore, i nostri prodotti pagano la differenza di prezzo e si spiega così l’aumento dell’acquisto di miele di origine estera nei discount, con un incremento vicino al 9% nel corso del 2023. Il problema, e qui nasce l’invito ai consumatori, è che convenienza non è sinonimo di qualità. Va bene risparmiare, ma bisogna anche sapere cosa si acquista e, in questo caso, cosa si mangia. Il consiglio, quindi, è di controllare sempre l’etichetta. Può capitare di credere di aver comprato un miele ad un buon prezzo, ma poi si scopre che in realtà è uno sciroppo artificiale, un’imitazione scadente del miele italiano. Quindi occhio all’origine del prodotto, anche perché è bene ricordare che il miele è al terzo posto nella classifica degli alimenti più adulterati, dietro olio di oliva e latte”.

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A Bagheria si è svolto il convegno Mi accompagna la musica

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

Palermo. Educare alla musica attraverso un percorso comune, coordinato e di crescita, preparando gli studenti sin da bambini al mondo del lavoro e all’inclusione sociale. Musicisti, direttori artistici, dirigenti scolastici, professori e sindacati, si sono riuniti a Bagheria per il convegno “Mi accompagna la musica” il convegno organizzato dall’accademia The Ensemble di Bagheria, diretta da Giuliana Di Liberto. Il dibattito è stato aperto da Ezio Di Liberto, che ha sostenuto che «La musica ci accompagna nella nostra vita. Non è necessaria, eppure non ne possiamo fare a meno, dalle canzoni di Sanremo ai classici dei grandi compositori. La musica è la luce che ci accompagna nella nostra giornata. A renderla importante è la sua capacità di emozionarci e commuoverci. La musica è l’espressione di cosa è l’uomo e a cosa tende ed è esperienza comune a tutti gli uomini».Per Mariadonata Fricano del Centro studi Aurora «i nostri Assistenti all’autonomia e alla comunicazione hanno imparato ad aiutare i ragazzi partendo dal corpo e dal ritmo. Dopo questo incontro è possibile pensare che l’assistente possa anche aiutare attraverso la musica il nucleo familiare che gli è stato assegnato». All’appuntamento ha partecipato tra il pubblico anche Pippo Balistreri,storico direttore di palco del Festival di Sanremo. Abstract by Vassily Sortino http://www.facebook.com/vassilyork.sortino o http://www.instagram.com/vassilysortino

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30% studenti scuole superiori ha usato cannabis durante l’anno

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

‘La cannabis è estremamente diffusa: sembra infatti che in quest’ultimo anno circa il 30% dei nostri studenti delle scuole superiori sia venuto in contatto proprio con questa droga. Un fatto che ha effetti devastanti nella crescita intellettiva dei nostri giovani: i dati dimostrano, infatti, che quanti la usano abitualmente perdono 10 punti di quoziente intellettivo. Non è tutto: dalla gran parte degli studi emerge inoltre che nel 15-20% dei casi la cannabis induca psicosi, principalmente schizofrenia. E questo è un dato estremamente preoccupante’. A lanciare l’allarme è Stefano De Lillo. Il vicepresidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Roma lo ha fatto in occasione del convegno dal titolo ‘Cannabis – Dall’uso terapeutico all’abuso ricreativo’. ‘Nel corso del convegno- ha spiegato Stefano De Lillo- si è voluta sottolineare l’importanza, quasi pandemica, della diffusione delle sostanze psicoattive in questo periodo. Soprattutto si è colta la necessità di dare una corretta informazione alla classe medica su un tema assolutamente non trattato nel corso di laurea e nelle specializzazioni e nemmeno successivamente nell’ambito della formazione continua post-laurea. Invece, nella pratica quotidiana, il medico di medicina generale, il pediatra, gli operatori di pronto soccorso e, soprattutto, gli psichiatri, vengono frequentemente in contatto con pazienti che, a loro volta, fanno uso di sostanze psicoattive, in particolare la cannabis’. Alla conferenza ha preso parte anche il Direttore Scientifico della Fondazione ‘San Camillo-Forlanini’ di Roma, Giovanni Minisola. ‘Nel corso della mia relazione mi sono soffermato sulla cannabis, con particolare riferimento agli aspetti terapeutici nella pratica clinica, sottolineando che in realtà bisognerebbe parlare di sistema cannabinoide nel quale figurano essenzialmente tre componenti: gli endocannabinoidi naturali, che si chiamano rispettivamente anandamide e 2-AG, i fitocannabinoidi, ovvero quelli che si estraggono dalle piante, fondamentalmente rappresentati dal THC e dal CBD, e, infine, i cannabinoidi sintetici’.Ma come agiscono? ‘Attraverso l’interazione all’interno del nostro organismo- ha risposto il Direttore Scientifico della Fondazione ‘San Camillo-Forlanini’ di Roma- con due recettori, il CB-1 e il CB-2. Il primo è espresso essenzialmente nel sistema nervoso centrale, mentre il secondo nelle cellule immunocompetenti, sia in quelle che riguardano l’immunità innata, sia in quelle che sono coinvolte nell’immunità adattativa. A seconda degli elementi cellulari interessati, gli endocannabinoidi possono svolgere un ruolo di inibizione, promozione, induzione e modulazione dell’immunità’. ‘In realtà- ha reso noto- i cannabinoidi trovano impiego in selezionate patologie. Mi riferisco, in particolare, alla cannabis che viene utilizzata, sulla base di esperienze che ne hanno dimostrato l’efficacia, in alcune forme molto gravi di epilessia o per il controllo del dolore. Ma la cannabis è risultata efficace anche contro alcune manifestazioni dell’HIV, come il deperimento, e nel modulare alcune reazioni immuni, svolgendo anche un ruolo positivo contro il vaiolo delle scimmie e interferendo contro l’infezione da Sars-Cov2’. ‘Si tratta di sostanze- ha poi affermato Minisola- che hanno dimostrato di avere anche un effetto anti-infiammatorio, immunomodulatorio, antiossidativo, cardioprotettivo e neuromodulatorio, effetti utili in condizioni collegate all’invecchiamento, come le malattie neurodegenerative, muscolo-scheletriche, oncologiche e cardiovascolari’. Questo, però, secondo Nicoletti, non deve sottostimare l’uso della cannabis a scopo terapeutico. ‘Per qualunque patologia- ha precisato- bisogna sempre calcolare il rapporto rischio-beneficio. La mia presa di posizione è quella di scongiurare l’uso terapeutico della cannabis laddove il rapporto rischio-beneficio sia in favore del rischio. La cannabis terapeutica può essere preparata dai farmacisti, si chiamano ‘preparazione magistrali su prescrizione medica’, con ricette non ripetibili, con indicazioni che in alcuni casi sono ampiamente giustificate, in altre un po’ meno perchè seguono la moda del momento. Se, ad esempio, la cannabis viene usata per la cachessia nei pazienti con tumori o nei pazienti che hanno AIDS, allora è ampiamente giustificata. Se, invece, le preparazioni di cannabis sono finalizzate alla terapia di condizioni psichiatriche, come ad esempio depressione e ansia, in quel caso non esiste alcuna evidenza scientifica che la cannabis, di fatto, funzioni. Come precedentemente sottolineato, la cannabis aumenta il rischio di schizofrenia e non può mai essere utilizzata a scopo terapeutico in questa patologia’.

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Istruzione: Ancora milioni di euro investiti per le scuole paritarie

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

Cresce l’impegno del governo e degli enti locali per sostenere l’opera educativa delle scuole paritarie: abbiamo appreso qualche giorno fa che il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato un piano di finanziamento triennale (2024-2026) per supportare le scuole d’infanzia paritarie della regione, con un impegno finanziario che prevede 12 milioni di euro per il 2024 e importi analoghi per gli anni successivi. Anche in ambito nazionale i finanziamenti risultano in aumento, anche attraverso l’ultima Legge di Bilancio. Sul piano regolamentare, invece, siamo ancora fermi: il servizio svolto dal personale negli istituti paritari continua ad avere una minore valenza di quello effettuato nelle scuole statali. Senza tenere conto delle perplessità espresse dalla Corte di Giustizia europea, in Italia si continua a considerare quel servizio quasi di serie B. E nemmeno che il Testo Unico della Scuola, del 1994, non negava la validità per intero.Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che però qualcosa si muove: “Attraverso il tribunale di Padova – spiega il sindacalista – è stata rimessa in discussione la questione del mancato riconoscimento del servizio svolto negli istituti paritari. Una problematica che prende corpo immediatamente dopo l’immissione in ruolo nella scuola statale, quando il lavoratore chiede di effettuare la ricostruzione di carriera e scopre che il periodo svolto nelle paritarie non viene considerato al 100%. Si tratta di almeno 300mila insegnanti, tutti entrati in ruolo con un trascorso nella scuola paritaria. Anief ricorda che c’è una diffida da inviare, per evitare i termini di prescrizione di legge; poi, ce la giocheremo tutti in Europa sulla parità di trattamento e sul principio di non discriminazione”,

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Scuola: Su graduatorie uniche urge soluzione

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

Roma. “La mancata previsione di una proroga delle graduatorie uniche per le supplenze e le assunzioni negli asili nido e nelle scuole delle infanzia capitoline rischia di avere ripercussioni devastanti sia sulla qualità dei servizi educativi e scolastici offerti sia sul piano occupazionale. Quanto disposto nel Decreto Milleproroghe, infatti, aggraverebbe ulteriormente uno stato di cose già di per se drammatico, destinato ad accentuarsi sempre di più. A prescindere da quanto accaduto fino ad oggi, ora, è il momento di trovare le soluzioni e di farlo assieme, nell’interesse dei cittadini e delle lavoratrici, al di là di ogni bandiera o strumentalizzazione politica. Per questo motivo, intorno alla mozione depositata a prima firma De Santis si riunisce l’intento di tutte le energie volte ad accendere un faro su una vicenda che potrebbe avere a breve gravi ripercussioni sui servizi. Si chiede al Sindaco di farsi portavoce, presso il Governo italiano, della urgente necessità di individuare soluzioni utili a preservare la validità delle graduatorie uniche per le supplenze e le assunzioni nelle scuole di Roma Capitale, al fine di garantire continuità ed efficienza ai servizi educativi e scolastici erogati ogni giorno a centinaia di migliaia di famiglie romane e di tutelare il legittimo diritto alla stabilizzazione di chi ha superato una selezione pubblica”. Lo dichiarano, in una nota, il capogruppo capitolino della Lista Civica Raggi Antonio De Santis, l’ex Sindaca di Roma Virginia Raggi, la consigliera capitolina del Partito Democratico Carla Fermariello, il consigliere capitolino della Lista Civica Calenda Dario Nanni, la consigliera capitolina di Italia Viva Francesca Leoncini e la consigliera capitolina di Azione Flavia DeGregorio.

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Scuola: Mobilità 2024, uscita l’Ordinanza del Ministero

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

A pochi giorni dall’accordo sulla mobilità del personale scolastico 2024 firmato anche dall’Anief, il Ministero ha pubblicato l’Ordinanza e le indicazioni che regolano la mobilità, quindi i trasferimenti e i passaggi professionali, del personale docente, educativo e ATA per l’a.s. 2024/25, nonché le modalità applicative del CCNI 2022/25: le modalità che tengono dell’Integrazione sottoscritta il 21 febbraio scorso.“C’è grande rammarico – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – per non avere aumentato le deroghe al vincolo per i neo-assunti, ma più di quello che abbiamo fatto non si poteva proprio fare perché c’è una legge che da quasi 15 anni non può essere bypassata in toto. Siamo riusciti comunque a derogare in alcune situazioni particolari i vincoli (figli fino a 12 anni, 104 e cardiver) grazie al CCNL 2019/2021 sottoscritto il 18 gennaio 2024. Contiamo, a questo punto, di mettere a posto le cose l’anno prossimo con la contrattazione del prossimo triennio. Nel frattempo, l’Anief continuerà a sollecitare il Parlamento ad apporre modifiche, come ha fatto fino all’ultimo con l’ultimo decreto Milleproroghe, con la presentazione di emendamenti che potrebbero diventare legge nel prossimo decreto PNRR che è la fonte purtroppo del rinnovo degli attuali vincoli sui trasferimenti concordati in passato dal governo Draghi con l’Europa senza la consultazione del sindacato.”. Secondo Chiara Cozzetto, segretario generale Anief, “bisognava estendere le deroghe previste al blocco della mobilità a tutti coloro che abbiano esigenze familiari. L’Anief come sempre sostiene l’armonizzazione tra esigenze lavorative ed esigenze familiari e la rimozione dei vincoli per la mobilità. Lo Stato ha il dovere di adottare tutte le misure necessarie al rispetto della vita familiare e alle relazioni tra gli individui appartenenti a una famiglia. È bene ricordare che per essere adeguate queste misure atte a riunire, ad esempio, un genitore con il proprio figlio, devono essere prese rapidamente. Anief ritiene che l’unico modo per garantire la continuità didattica sia permettere ai docenti di vivere vicino alle proprie famiglie e di stare dove si sentono realmente a proprio agio, senza costrizioni: non è giusto obbligare i docenti a scegliere tra il lavoro e la famiglia”.

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Possibile il riscatto di periodi di inoccupazione e i buchi contributivi

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

Di recente, sotto i riflettori è tornata anche la cosiddetta pace contributiva, un istituto che era stato introdotto nel 2019 e che ora viene nuovamente previsto in via sperimentale per il 2024 e il 2025. Attraverso questo meccanismo, è possibile riscattare periodi di aspettativa e/o inoccupazione, ma anche i mesi trascorsi tra un lavoro e un altro o i periodi di studio non riscattabili attraverso il riscatto di laurea. L’agevolazione permette di riscattare fino a un massimo di 5 anni, che non devono essere necessariamente continuativi. Tale periodo non deve essere coperto da retribuzione, da obblighi contributivi o anche da contribuzione figurativa (per esempio il servizio militare, la maternità, la disoccupazione, ecc.). Sono pertanto esclusi dal calcolo anche eventuali periodi con in essere un contratto di lavoro, ma per i quali non siano stati versati contributi. Il periodo che sarà possibile coprire grazie alla pace contributiva è quello compreso tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023.

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Scuola: Concorsi docenti, pubbliche le istruzioni operative per la prova scritta di primaria e secondaria

Posted by fidest press agency su martedì, 27 febbraio 2024

Dopo le date ufficiali di svolgimento della prova scritta da parte del Ministero riguardo il concorso per docenti della scuola primaria e secondaria legato al Pnrr, da Viale Trastevere arrivano anche le istruzioni operative per l’attuazione della stessa. Attraverso due distinte note ministeriali, l’amministrazione fa sapere che la procedura di selezione si svolgerà attraverso una turnazione e determinati passaggi procedurali comunicati attraverso i canali informativi istituzionali. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, reputa che “l’avvio in tempi piuttosto rapidi della procedura concorsuale è condivisibile, anche per soddisfare le richieste dell’Unione europea che ha chiesto precise garanzie sulle assunzioni in ruolo collegate al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Detto questo, pensiamo come sindacato che la soluzione ultima per sconfiggere il precariato sia sempre quella del doppio canale di reclutamento che abbina ai concorsi anche lo smaltimento delle graduatorie prima ad Esaurimento e Gps, anche da disciplina comune e non solo su sostegno, come pure la stabilizzazione di tutti i candidati risultati idonei al termine dei concorsi”

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