Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 162

Archive for 2 febbraio 2024

Il Luglio Musicale Trapanese presenta la 76a Stagione Lirica alla Bit di Milano

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

Milano La 76a Stagione sarà presentata in anteprima alla Bit di Milano, la fiera internazionale del turismo, dal 4 al 6 febbraio 2024. Il direttore artistico Walter Roccaro e il consigliere delegato Natale Pietrafitta parteciperanno a talk show dedicati. Il primo appuntamento è previsto per domenica 4 febbraio alle ore 14.00, mentre il secondo si terrà martedì 6 febbraio alle ore 11.00. Entrambi gli eventi si svolgeranno negli spazi dello stand della Regione Siciliana (Padiglione 3 A15). La stagione lirica 2024 propone un programma vario e di qualità, che offre un’esperienza di ascolto unica con grandi titoli del repertorio lirico, concerti sinfonici e da camera, spettacoli di danza e differenti iniziative culturali.

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Laboratorio di scrittura critica

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

Il progetto, a cura della Direzione artistica della Quadriennale, si inserisce tra le iniziative collaterali del ciclo espositivo “Quotidiana” con l’obiettivo di promuovere la conoscenza di alcune delle attività in corso della Fondazione attraverso un’esperienza articolata: visita di una mostra, studio di materiali di approfondimento, elaborazione di un articolo di critica d’arte. Il laboratorio si rivolge in particolare agli studenti e alle studentesse frequentanti i corsi di Laurea triennale o magistrale in uno dei seguenti settori: storia dell’arte, studi di cinema e media, studi sulle arti performative, sociologia dei media, studi sull’informazione e sull’editoria, cultural studies, curatorial studies, management della cultura. La partecipazione al laboratorio è gratuita e su iscrizione. C’è tempo fino a domenica 11 febbraio 2024 per preiscriversi inviando una mail a segreteria@quadriennalediroma.org. Il completamento dell’iscrizione avverrà scaricando un link con i materiali di studio e il modulo di partecipazione, da restituire compilato. Per gli iscritti sarà organizzata una visita della mostra Res gestae di Romeo Castellucci e Andrea Mastrovito in corso a Palazzo Braschi nella sezione “Paesaggio” del ciclo “Quotidiana”, condotta da Gaia Bobò, curatrice della Quadriennale, e Davide Lunerti, curatore in residenza. I partecipanti, sulla base dei materiali di studio forniti dalla Fondazione e della visita della mostra, dovranno poi realizzare un articolo di approfondimento, argomentando un proprio pensiero critico sulla ripresa della tragedia classica nell’arte contemporanea italiana, che focalizzi il contesto su cui operano gli artisti in mostra. I testi prodotti saranno inviati alla Direzione artistica della Quadriennale per una revisione in interlocuzione con gli autori e le autrici dei testi. Il laboratorio prevede l’assegnazione di due tipologie di premio: la pubblicazione dei testi più convincenti (entro un massimo di cinque) sul sito internet della Quadriennale, tradotti anche in inglese, e un premio di mille euro per il testo migliore. A tutti e a tutte coloro che si iscriveranno al laboratorio sarà consegnata una copia degli otto numeri della rivista della Quadriennale “Quaderni d’arte italiana”.Il regolamento del laboratorio è disponibile su http://www.quadriennalediroma.org

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Istat: nel 2023 il Pil italiano cresce dello 0,7%

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, nel 2023 il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,7% rispetto al 2022. “Dati negativi, specie, in prospettiva, per il 2024. Quello che preoccupa, infatti, non è il fatto che la crescita del Pil nel 2023 è minore della previsione del Governo, +0,7% contro +0,8%. Uno 0,1 in più non ci avrebbe certo salvati. Allarma, invece, che la crescita acquisita per il 2024 sia pari solo allo 0,1%. Un punto di partenza che certo non è entusiasmante” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Le scuse della scoppio della guerra tra Israele e Hamas o del canale di Suez non reggono, atteso che non hanno ancora prodotto effetti importanti e significativi sulla nostra economia, men che meno nel corso del 2023” conclude Dona.

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Cina e Giappone, la divergenza persisterà?

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

La scorsa settimana, dopo un inizio incerto, le azioni cinesi hanno ricevuto un impulso, quanto mai necessario, a seguito di una serie di annunci di politica economica. Le notizie parlano di un possibile pacchetto di salvataggio del mercato azionario pari a 278 miliardi di dollari, che permetterebbe ai decisori politici di attingere ai conti offshore delle imprese di proprietà statale; a questi annunci è seguito poi l’impegno del nuovo governatore della banca centrale ad accelerare un allentamento della politica monetaria. In particolare, la riduzione dello 0,5% del livello di riserve bancarie richiesto, ovvero della percentuale di depositi che le banche devono mantenere come riserva, ha catalizzato la performance giornaliera più forte nell’indice CSI 300 di questo mese. Tuttavia, lo stesso indice rimane notevolmente al di sotto del suo picco del 2021. La settimana passata è stata caratterizzata da un aumento dell’interesse degli investitori nell’utilizzo di opzioni per sfruttare il potenziale rialzista delle azioni cinesi. Il taglio del rapporto di riserva obbligatoria segue una tendenza di lunga data risalente al 2011. Sebbene la sua efficacia nel stimolare l’economia o il mercato azionario sia stata altalenante, funge da strumento per regolare la liquidità. Al momento, infatti, tagli significativi dei tassi di interesse sono improbabili a causa delle preoccupazioni riguardo l’impatto negativo che questi potrebbero generare sui margini bancari e su una svalutazione della valuta cinese.I fondamentali economici rimarranno probabilmente il principale motore che determinerà le performance azionarie a lungo termine della Cina. A tal proposito, la deflazione resta un problema urgente, richiedendo alle autorità di gestire con grande attenzione il delicato compito di disinnescare la bolla immobiliare senza ricorrere a stimoli eccessivi. I decisori politici stanno attivamente ristrutturando l’economia, con l’obbiettivo di renderla sempre meno dipendente dal settore immobiliare, orientandola verso la manifattura avanzata e adottando misure fiscali in grado di mantenere una crescita economica accettabile.L’apertura della Cina verso nuove tecnologie, quali l’energia pulita, rappresenta una chiara volontà di rottura con modelli economici più datati. Nonostante le imminenti sfide quali la riduzione del debito e le barriere commerciali, si evidenzia un chiaro impegno da parte della Cina nel voler superare le difficoltà nel breve termine al fine di ottenere potenziali guadagni nel lungo termine. Il successo della rivoluzione dei veicoli elettrici testimonia la validità di questa strategia. In questo contesto, potrebbe essere opportuno considerare più attentamente le azioni tecnologiche cinesi che sono attualmente sottovalutate. Tuttavia, è fondamentale tenere presente che solitamente i rally di mercato legati a meri proclami politici tendono a dissolversi rapidamente; pertanto, sarà fondamentale un’effettiva messa in atto delle politiche annunciate.A differenza della Cina, le azioni giapponesi hanno registrato una performance superiore rispetto alle loro controparti cinesi sia nell’ultimo mese che, in particolare, nell’ultimo anno. La nostra posizione positiva sul Giappone è giustificata dai benefici previsti dal suo graduale superamento della deflazione e dai continui miglioramenti sul fronte della governance aziendale. Infatti, il rafforzamento della governance, sostenuto da rigorose linee guida dettate dalla Borsa di Tokyo, sta favorendo la creazione di valore e incoraggiando le società a dare priorità all’efficienza del capitale, massimizzando il rendimento del capitale proprio. A tal proposito, l’ultimo rapporto sulla governance ha rivelato che quasi la metà delle aziende quotate ha intrapreso azioni in questa direzione. Da questo punto di vista, le sfide demografiche in Giappone potrebbero ironicamente trasformarsi in opportunità, in quanto le aziende sono costrette a potenziare la produttività in presenza di una carenza di manodopera, rafforzando potenzialmente i margini. Da un punto di vista macroeconomico, le prospettive di un possibile miglioramento del comparto delle macchine utensili sono di buon auspicio per il Giappone, in particolare per i settori industriale, tecnologico e automobilistico. Inoltre, mentre il comparto dei macchinari industriali sembra aver toccato il fondo, il settore tecnologico è pronto per un nuovo ciclo di crescita. Nonostante le buone performance registrate dalle aziende automobilistiche durante lo scorso anno, l’ottimismo è in parte ridotto dal fatto che il ciclo di ripresa post-COVID sia ormai giunto a maturazione. È interessante notare come il Giappone, tradizionalmente protagonista del ciclo economico globale, mostri attualmente un grado di resilienza meno dipendente dalle fluttuazioni economiche esterne. Le forze congiunte dell’uscita dalla deflazione, dell’aumento dei salari e dell’apprezzamento dei prezzi delle case contribuiscono ad uno scenario economico complessivamente positivo per il Giappone.Le preoccupazioni per l’apprezzamento dello yen permangono, ma il suo impatto dipenderà dal contesto economico globale. Se tale apprezzamento si verificasse in concomitanza con una robusta domanda globale di beni durevoli, i benefici potrebbero superare i potenziali ostacoli derivanti da una valuta più forte. Tuttavia, qualora l’apprezzamento avvenisse in concomitanza con una significativa contrazione dell’economia globale, potrebbe verificarsi una notevole pressione sui profitti. Come Columbia Threadneedle preferiamo mantenere un’esposizione all’azionario giapponese senza copertura valutaria. Fonte: BC Communication

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Robeco: La Cina ha bisogno di una politica fiscale forte per innescare la ripresa azionaria

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

A cura di Jie Lu, Head of Investments China di Robeco. È necessaria un’espansione fiscale più aggressiva per compensare la continua debolezza del mercato immobiliare dopo che la CEWC (Central Economic Work Conference) ha espresso un orientamento pro-crescita per il 2024. Siamo costruttivi sulle azioni cinesi nel nuovo anno. Alcuni investitori potrebbero pensare che puntare sulle azioni cinesi ora sia una mossa coraggiosa, visto il sentiment profondamente negativo degli investitori nel 2023, ma è qui che dobbiamo rimanere lucidi. Le revisioni degli utili sono ancora limitate dalla debole e accidentata ripresa macroeconomica, ma è probabile che la situazione cambierà quando la politica fiscale esplicitamente favorevole alla crescita inizierà a entrare in vigore nel 2024. La Central Economic Work Conference (CEWC) 2023, svoltasi l’11 e il 12 dicembre, ha gettato le basi per una politica incentrata sul sostegno alla crescita nel 2024. L’adozione del mantra “perseguire la stabilità attraverso la crescita” rappresenta una novità e anche una ferma indicazione che l’obiettivo di crescita della Cina per il 2024 sarà fissato a un ambizioso 5%, eguagliando l’obiettivo del 2023 nonostante gli effetti base meno favorevoli. Per i dettagli bisognerà attendere. Finora, un allentamento frammentario della politica monetaria, l’allentamento della regolamentazione e le parole tranquille delle banche non sono stati in grado di rilanciare il mercato immobiliare, con i prezzi delle case e degli appartamenti ancora in calo nel quarto trimestre del 2023. Questo, a sua volta, sta avendo un effetto ricchezza negativo e sta minando la fiducia dei consumatori, lasciando l’economia in difficoltà. In questo contesto, e nonostante il rally dei titoli azionari globali nel mese di novembre, le azioni cinesi sono scivolate ai livelli più bassi dal novembre 2022, annullando completamente la ripresa post-pandemia. Le valutazioni sono ora a forte sconto rispetto agli altri mercati emergenti, per non parlare degli Stati Uniti. Data l’elevata qualità e le prospettive di crescita a lungo termine di molte società dell’universo cinese, soprattutto nei settori dell’autosufficienza tecnologica, dell’ammodernamento industriale, della transizione energetica e dell’assistenza sanitaria, a nostro avviso questo sconto non durerà a lungo. Con una politica monetaria già accomodante, è logico prevedere una politica fiscale più espansiva per sostenere la crescita e consentire il raggiungimento dell’obiettivo del PIL. Ciò includerà nuova spesa pubblica per l’edilizia sociale e le infrastrutture. La risposta positiva del mercato obbligazionario cinese al declassamento dell’outlook di Moody’s sui titoli sovrani cinesi dimostra che è pronto ad assorbire l’aumento previsto delle emissioni obbligazionarie. Di conseguenza, un’espansione significativa della spesa del governo centrale, incanalata attraverso le amministrazioni locali, è molto probabile e sarà positiva per le azioni cinesi. Prevediamo che il contesto macroeconomico globale aiuterà i policymaker cinesi, con i tagli dei tassi della Fed che ridurranno la pressione sul CNY. Negli ultimi sette anni i rendimenti del Tesoro USA hanno avuto una correlazione negativa con la performance del mercato azionario cinese. Questo sarà importante, dato che l’asset allocation globale verso la Cina si è attestata su livelli molto bassi, con un ritiro di 100 miliardi di dollari dalla Cina nel 2023. Potrebbe esserci anche una reazione da parte degli investitori nazionali, con gli investitori istituzionali, comprese le compagnie di assicurazione, che iniziano a ricostruire le loro posizioni. Le valutazioni sono ormai ai minimi storici e gli investitori retail stanno capitolando. Anziché considerare questa situazione come una crisi, continuiamo ad adottare una visione costruttiva, per cui si tratta di un’opportunità di acquisto a lungo termine per gli investitori attivi con una conoscenza del mercato locale che desiderano esporsi ad alcune delle migliori società del mondo.

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Azionario USA: lo slancio è destinato a continuare?

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

A cura di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm. Quando si riflette sulle prospettive di mercato per il 2024 e oltre, uno degli interrogativi principali resta l’azionario statunitense, non solo per via del suo peso elevato sui mercati globali (circa il 60% di un ETF ponderato per la capitalizzazione di mercato), ma anche per la sua performance storica. Il grafico seguente confronta i rendimenti relativi per gli ETF di Stati Uniti, Europa, Regno Unito e Mercati Emergenti: la sovraperformance dei primi è evidente e per i portafogli a rischio più elevato la scelta dell’esposizione azionaria Usa ha rappresentato uno dei principali driver di performance. Sarebbero molte le prospettive da cui analizzare l’andamento dell’azionario Usa, tra cui ad esempio la performance dei titoli tech, ma in questa occasione ci soffermeremo su due aspetti fondamentali: gli utili societari e le valutazioni. Le società britanniche hanno ottenuto risultati migliori delle attese in termini di utili, nonostante un maggiore livello di volatilità durante il periodo pandemico. La brillante performance dell’azionario Usa, però, non è riconducibile soltanto al rafforzamento degli utili, anche la valutazione relativa ha svolto un ruolo importante. Il grafico seguente mostra l’andamento del rapporto prezzo/utili forward per Stati Uniti, Regno Unito ed Europa ex-UK nell’ultimo decennio (a partire dal febbraio 2014). In primo luogo, si nota come dopo il Covid si sia verificata una divergenza significativa tra azioni statunitensi, britanniche ed europee, con una rivalutazione delle prime rispetto alle seconde, sull’onda dell’ottimismo nei confronti del settore tecnologico Usa (che rappresenta un peso massimo nell’indice) e delle prospettive di crescita generalmente più solide. In secondo luogo, appare notevole il de-rating del Regno Unito, più economico di circa il 20% rispetto al 2014. Dunque, la combinazione tra crescita sostenuta degli utili e valutazioni elevate ha contribuito a proiettare i titoli azionari statunitensi davanti ai loro peer globali nell’ultimo decennio. Come dobbiamo porci rispetto al futuro? Da molto tempo le valutazioni delle azioni statunitensi sono relativamente più alte rispetto a quelle del resto dei mercati sviluppati, ma è difficile stabilire quando questo comincerà ad essere un elemento determinante. Al tempo stesso, anche le prospettive degli utili sono probabilmente migliori, nonostante siano guidate da un numero relativamente ristretto di Big Tech. Al momento sembra probabile che lo slancio degli utili sia destinato a continuare, ma scommettere in modo troppo aggressivo contro le azioni statunitensi è stato storicamente un gioco difficile da giocare.

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T. Rowe Price: Fed, il comitato lascerà porta aperta a un taglio a marzo

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

A cura di Blerina Uruci, Chief US Economist, T. Rowe Price. Mi aspetto che il comitato monetario della Fed (FOMC) lasci i tassi di interesse invariati al 5,25% – 5,5%, in linea con il consenso e le aspettative del mercato. Il consenso si aspetta che il FOMC elimini l’orientamento restrittivo dalla dichiarazione, precisamente la frase “ogni ulteriore rafforzamento della politica” e la sostituisca con una frase più neutrale. Una possibile sorpresa dovish potrebbe derivare dalla decisione del FOMC di aggiungere una frase che dica che la politica monetaria “è sufficientemente restrittiva”. Questa sarebbe una forte indicazione che ulteriori rialzi hanno una probabilità prossima allo zero e andrebbe contro l’idea che la Fed voglia ancora mantenere più opzioni, motivo per cui non è la mia linea di base. In definitiva, ritengo che con i continui progressi in materia di inflazione e con gli ultimi dati stagionali a tre e sei mesi del PCE core ora leggermente al di sotto dell’obiettivo del 2% della Fed, il FOMC deciderà infine di avviare il ciclo di allentamento a marzo. Tuttavia, data la falsa pista dell’inflazione e della crescita dell’occupazione all’inizio del 2023, la Fed è consapevole dei rischi associati a un prematuro atteggiamento dovish ed è comprensibile che il FOMC non voglia impegnarsi in anticipo. Allo stesso tempo, il comitato non può permettere che le condizioni finanziarie si inaspriscano di nuovo in modo molto brusco per paura che qualcosa si rompa, il che lascia l’attuale prezzo di mercato in una sorta di sweet spot per le prossime settimane dal punto di vista della Fed.Con i verbali di dicembre e il discorso del presidente Logan, le speculazioni sul rallentamento del quantitative tightening (QT) hanno già preso slancio. Ritengo che uno scenario probabile, verso il quale si sta orientando il consenso, sia quello di rallentare il ritmo di riduzione del bilancio in estate (alla riunione di giugno/luglio) con l’obiettivo di interrompere del tutto il QT l’anno prossimo. Un altro scenario sarebbe quello di interrompere il QT in un momento in cui la liquidità del mercato si è deteriorata a sufficienza da far ritenere alla Fed che le riserve non siano più abbondanti. La Fed inquadra il proprio bilancio e la componente delle riserve come quota del PIL nominale. Tale inquadramento aiuta a comprendere la politica e la liquidità della Fed nel contesto delle dimensioni dell’economia (o del volume totale delle transazioni).La mia visione di base prevede sette tagli di 25 pb quest’anno a partire da marzo, per un totale di 175 pb di tagli. Lo scenario centrale prevede un taglio di 25 pb a ogni riunione, ma è vero che i cicli di taglio raramente si svolgono in modo così regolare ed è possibile che alcuni tagli e pause più consistenti si inseriscano nel percorso effettivo dei tassi sui Fed funds di quest’anno. Assegno una probabilità del 60% a questo risultato.Uno scenario dovish potrebbe anticipare i tagli come segue: un taglio di 25 pb a marzo seguito da diversi tagli di 50 pb a maggio, giugno e luglio prima di una pausa per valutare gli effetti sull’economia. Perché ciò avvenga, gli sviluppi dell’inflazione e del mercato del lavoro dovrebbero mostrare entrambi un raffreddamento preoccupante e rapido. Un parametro di riferimento per questi indicatori potrebbero essere i dati relativi a un’inflazione core sostenuta che mostri tassi di esecuzione ulteriormente inferiori all’obiettivo del 2% e una crescita dei salari inferiore o uguale a 100k al mese. L’insieme di questi segnali illustrerebbe una sottoperformance rispetto al duplice mandato della Fed di stabilità dei prezzi e piena occupazione, il che implicherebbe che il FOMC deve tagliare a un ritmo più rapido per evitare di danneggiare l’economia. Assegno a questo risultato una probabilità del 25%. Uno scenario da falco includerebbe probabilmente un ritmo più lento di tagli, a partire da 25 pb nella riunione di marzo e successivi allentamenti ad ogni altra riunione. Un’accelerazione della crescita dell’occupazione e lo stallo dei progressi dell’inflazione di fondo (soprattutto dei servizi di base) mi spingerebbero a farne la mia linea di base. Assegnerei una probabilità del 15% a questo risultato. Come anticipato, mi aspetto che Powell voglia concludere la conferenza stampa con un prezzo di mercato il più possibile vicino al livello attuale. Se il mercato percepisse le dichiarazioni e il tono della conferenza stampa come da falco e diminuisse la probabilità di un taglio a marzo, sarebbe una buona occasione per schierarsi contro il prezzo di mercato. Nel complesso, ritengo che il mercato stia attualmente sottovalutando i tagli della Fed per il 2024 (cinque tagli e mezzo di 25 pb ciascuno contro la mia visione di sette tagli a partire da marzo). Se la mia visione si concretizzerà, prevedo che i rendimenti si muoveranno ancora di più (soprattutto nella parte della curva compresa tra i 2 e i 10 anni) e che questo repricing sarà più rapido se il mercato si orienterà verso una visione di tagli più consistenti, ad esempio 50 pb a partire dal secondo trimestre. Continuo a ritenere che vi siano rischi di ribasso per i tassi USA. (abstract by http://www.verinieassociati.com/)

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T. Rowe Price – Obbligazionario: high yield e prestiti bancari tra gli asset da favorire

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

A cura di Arif Husain, Head of International Fixed Income, T. Rowe Price. Anche dopo il “Santa” rally di fine anno, i rendimenti complessivi di molti settori del credito sono vicini ai massimi pluridecennali, il che rende interessante avere un sovrappeso sul credito per massimizzare l’opportunità di rendimento. Tuttavia, gli spread creditizi sono relativamente stretti e il rischio di una recessione dell’economia o dei mercati finanziari incombe, per cui i gestori potrebbero scegliere di sottopesare i settori del credito.Guardando al rischio creditizio, alcuni investitori obbligazionari potrebbero essersi lasciati cullare dai tassi di default prossimi allo zero che hanno dominato i mercati a partire dalla crisi finanziaria globale del 2008-2009. Anche dopo il blocco dell’economia mondiale all’inizio della pandemia del 2020, i tassi di default non hanno subito un’impennata, poiché i vari programmi governativi di supporto fiscale hanno colmato il divario di salute finanziaria della maggior parte delle società. Tuttavia, continuiamo a ritenere più probabile una recessione globale nel 2024, che farebbe aumentare sensibilmente il numero di insolvenze. Molti emittenti di debito societario sono stati in grado di approfittare dei tassi d’interesse più bassi del 2020 per rifinanziare il loro debito a tassi più elevati. Ma quasi quattro anni dopo, alcune società potrebbero trovarsi di fronte a un “muro” di obbligazioni in scadenza, che le costringerà a ricorrere ai mercati per ottenere nuovi finanziamenti. In caso di recessione dei mercati finanziari – che ritengo ancora più probabile di una recessione economica – gli spread creditizi aumenterebbero, facendo lievitare il costo delle nuove emissioni e aumentando potenzialmente l’onere del debito per le aziende.In un’ottica più ampia dei settori del credito societario, le obbligazioni high yield e i prestiti bancari (che di solito hanno un rating creditizio non investment-grade) potrebbero essere aree attraverso cui assumersi una dose di rischio nel portafoglio. La qualità del credito degli emittenti high yield è costantemente migliorata da prima della crisi finanziaria globale. A novembre 2023, il 53% del mercato globale delle obbligazioni high yield aveva un rating BB, rispetto al 38% dell’inizio del 2004. Sebbene gli spread creditizi delle obbligazioni high yield non siano particolarmente ampi su base storica, la loro combinazione di una migliore qualità del credito e di rendimenti interessanti può rappresentare una buona fonte di esposizione creditizia, anche se un’analisi completa del credito è ancora essenziale a causa del rallentamento della crescita globale.Abbiamo anche trovato alcune opportunità interessanti nei titoli societari investment-grade a breve scadenza. I rendimenti di questo segmento si stanno avvicinando a quelli delle obbligazioni societarie a lungo termine, offrendo un carry interessante abbinato a un minor rischio di credito e di tasso d’interesse, grazie alla loro scadenza più breve. Il segmento a lunga scadenza del mercato societario investment-grade, soprattutto negli Stati Uniti, appare decisamente poco attraente per coloro che non sono costretti ad investire in questo segmento.Quando si tratta di posizionarsi all’interno di questi settori del credito – che si tratti di credito societario o sovrano, investment-grade o high yield – ci affidiamo al nostro team globale di analisti del credito e di analisti ESG. Il loro lavoro focalizzato sui fondamentali, guida la scelta dei nostri posizionamenti sul credito.I blue bond forniscono finanziamenti per progetti di salute degli oceani e di gestione delle risorse idriche, che sono estremamente necessari per affrontare il degrado degli ecosistemi degli oceani e delle acque interne. Stati sovrani, banche di sviluppo, emittenti quasi-sovrani e società possono emettere blue bond per raccogliere capitali destinati a colmare il divario di finanziamento dei progetti che cercano di generare benefici ambientali legati all’acqua. Sebbene i blue bond rappresentino attualmente solo una piccola fetta del mercato globale del reddito fisso, le dimensioni della “blue economy” (settori legati agli oceani) e i problemi che deve affrontare indicano che il mercato dei blue bond potrebbe crescere in modo sostanziale. Secondo le stime della Finance Initiative del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, i settori legati agli oceani contribuiscono all’economia globale per 2.500 miliardi di dollari, sostenendo oltre 30 milioni di posti di lavoro. L’aumento della domanda e dei problemi legati all’offerta di acqua in tutto il mondo ha portato a difficoltà nell’accesso all’acqua per circa 2 miliardi di persone. Di fronte a questi dati, è difficile opporsi a una partecipazione selettiva a questo nuovo segmento essenziale del mercato del credito. Fonte: http://www.verinieassociati.com/

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Nuovo CEO per guidare il turnaround dell’azienda

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

Il mancato orientamento per il 2023 ha innescato un cambiamento nella gestione. Dopo l’inizio della nostra copertura, il flusso di notizie negative sul titolo è continuato: in primo luogo c’è stato un avvertimento sulla posizione debitoria netta YE23 (ritardi nell’incasso di alcuni crediti) poi, soprattutto, una rivalutazione delle attività della controllata americana Rfxcel che ha avviato un’approfondita verifica dei contratti, dei ricavi e dei crediti commerciali relativi alla fornitura degli Hub Governativi (L5). L’impatto massimo sui ricavi del FY23 è stato indicato a Eu25mn, determinando un nuovo profit warning sul FY23. Infine, la società ha appena annunciato un debito netto preliminare per l’anno 23 pari a Eu101mn, peggiore rispetto alle guidance precedentemente pubblicate, il che implica una violazione dei covenants sul debito; per questo motivo AV ha iniziato a rinegoziare le condizioni del debito. In mezzo a questa tempesta perfetta, Mazzantini, già amministratore delegato del segmento automotive del gruppo Prysmian che vanta oltre 30 anni di esperienza alla guida di aziende industriali e un forte background manageriale, è stato nominato nuovo GM, e a breve (entro fine febbraio) anche amministratore delegato, per avviare il processo di ristrutturazione e ripristinare redditività e generazione di cassa. Cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo amministratore delegato? Dopo una serie di delusioni, non ultima la drastica rivalutazione del business L5 di Rfxcel, il nuovo CEO deve tenere sotto controllo i costi e il capitale circolante, ottenere maggiore flessibilità dalle banche e riconquistare la fiducia della comunità degli investitori. Prevediamo che AV potrebbe ottenere rinunce sul proprio debito, un passo necessario per evitare il rischio di quello che potrebbe essere un aumento di capitale altamente diluitivo. Nel complesso, ci aspettiamo un ulteriore rafforzamento della struttura gestionale, con i primi segnali di ripresa già attesi nel 2024. AV dovrebbe pubblicare un nuovo piano strategico 2024-26 (probabilmente a marzo), che potrebbe prevedere un approccio più cauto, con un chiara attenzione alla razionalizzazione della forza lavoro, alla razionalizzazione della catena di fornitura e al raggiungimento di una maggiore standardizzazione dei prodotti per semplificare il processo di fornitura e definire meglio la redditività di ciascuna commessa. Variazione delle stime . Considerando i recenti sviluppi e la scarsa visibilità sul possibile esito dell’audit su Rfxcel, stiamo tagliando i ricavi in ​​media del 12%, ipotizzando uno scenario peggiore su L5 (annullando sostanzialmente qualsiasi contributo nel periodo) e una crescita più debole per le restanti attività; assumiamo una perdita di Eu-15mn per L5 nell’anno fiscale 23 rispetto alla nostra precedente stima di un margine EBITDA di ~40% sui ricavi di ~Eu25mn; prevediamo inoltre Eu10mn di costi straordinari nel FY24 per la rinegoziazione del debito e la due diligence su Rfxcel. Valutazione. Le recenti tendenze aziendali hanno sollevato serie preoccupazioni sulla capacità dell’azienda di raggiungere una crescita sostenuta e hanno rivelato un sistema di controllo interno altamente inefficace. Ciò ha comportato una contrazione dei margini e un significativo assorbimento di liquidità. D’altro canto, riteniamo ancora che l’azienda sia ben posizionata e pienamente attrezzata per continuare a servire clienti importanti nei settori delle scienze della vita e dei beni di largo consumo. Accogliamo con favore la nomina di Mazzantini come nuovo Amministratore Delegato e Direttore Generale, con la speranza che la sua lunga esperienza possa contribuire a determinare un punto di svolta nella storia azionaria di AV. Confermiamo il nostro rating OUTPERFORM, tagliando il nostro TP a Eu2.40 alla luce delle nuove stime.

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Arabia Saudita: I rischi per lo sviluppo

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

A cura di Laurence Bensafi Portfolio Manager, Deputy Head of Emerging Market Equities, RBC Emerging Markets Equity – RBC BlueBay. Il rischio principale per il Paese è un improvviso cambio di leadership, che potrebbe determinare un ritorno a una società più conservatrice, oltre che fermare il progetto Vision 2030. Un crollo del prezzo del petrolio rappresenterebbe inoltre una sfida per finanziare questi giganteschi progetti pubblici. Attualmente, il prezzo del petrolio per far sì che l’Arabia Saudita possa raggiungere un breakeven è pari a circa 80 dollari. Un prezzo più basso per un periodo prolungato implicherebbe un ridimensionamento di questi ambiziosi piani. I rischi di esecuzione sono elevati; abbiamo visto in passato che la costruzione di grandi infrastrutture in tempi rapidi tende a subire ritardi e non possiamo escludere il rischio che lo stesso accada per l’Arabia Saudita. Da ultimo, nonostante i recenti cambiamenti, l’Arabia Saudita rimane agli ultimi posti in termini di criteri ESG e diritti umani e molti investitori vogliono vedere ulteriori progressi prima d’incrementare significativamente la loro esposizione verso il Paese. L’Arabia Saudita è sulla strada giusta e speriamo che i cambiamenti positivi a cui stiamo assistendo proseguiranno.

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Arabia Saudita: Il ruolo delle multinazionali

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

A cura di Laurence Bensafi Portfolio Manager, Deputy Head of Emerging Market Equities, RBC Emerging Markets Equity – RBC BlueBay.Nell’aprile 2023 sono state annunciate quattro Zone Economiche Speciali, che si prefiggevano di localizzare le catene di approvvigionamento e creare posti di lavoro in loco. Sono rivolte alle multinazionali, che possono godere di esenzioni fiscali pluriennali, prezzi energetici agevolati, normative di sostegno per attrarre e trattenere talenti stranieri e, aspetto fondamentale, per il 100% di proprietà straniera.Vision 2030 mira a far crescere la popolazione a un tasso annuale composto del 4,4%, fino a sfiorare i 50 milioni di abitanti entro il 2030. Una popolazione più numerosa e diversificata, con redditi più elevati, sospingerà un incremento delle abitudini di consumo sia per i servizi sia per i beni. La popolazione è giovane, con un’età media di 30 anni, e urbanizzata, dato che l’85% degli abitanti vive nelle città. Una recente indagine di JP Morgan Research ha rilevato che il 98% dei cittadini sauditi prevede di incrementare le proprie spese nei prossimi 12 mesi, destinandole in particolare a istruzione, turismo e viaggi, prodotti alimentari e beni in generale.

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Arabia Saudita: Una società in fermento

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

A cura di Laurence Bensafi Portfolio Manager, Deputy Head of Emerging Market Equities, RBC Emerging Markets Equity – RBC BlueBay. Diversi sondaggi hanno mostrato che la modernizzazione della società saudita è sostenuta dalla stragrande maggioranza dei cittadini del Paese. L’Arabia Saudita ha primeggiato su decine di altri Paesi in un sondaggio condotto da Ipsos alla fine del 2022, da cui è emerso che il 91% dei cittadini riteneva che il Paese stesse andando nella giusta direzione. È interessante notare da un punto di vista di investitori azionari dei mercati emergenti, altri due Paesi in via di sviluppo si sono piazzati in cima alla classifica: l’Indonesia (78%) e l’India (72%).Le tre principali università di Riyadh sono miste e l’obiettivo dichiarato è quello di aiutare le donne a raggiungere una posizione paritaria nella società. Attualmente, le donne saudite rappresentano il 34% della forza lavoro totale. Cinque anni fa, erano solo il 17,4%. Rispetto a un dato corrente del 41% in Italia, ad esempio. Il 60% delle donne saudite occupate ha iniziato a lavorare negli ultimi due anni e il 60% di quelle ancora disoccupate prevede di lavorare nel prossimo biennio. Le donne sono anche incoraggiate a lavorare per contribuire alla “sauditizzazione” della società, un altro obiettivo chiave di Mohammed bin Salman.Man mano che il Paese si è arricchito, grazie ai proventi del petrolio, un numero crescente di posti di lavoro è stato occupato da espatriati disposti a lavorare più ore e per una paga inferiore. Dei 36 milioni di abitanti, il 42% non è saudita, e il gruppo più numeroso di stranieri proviene da Bangladesh, India, Pakistan e Yemen. Prevediamo che la popolazione di espatriati cambierà, e a trasferirsi nel Paese sarà un maggior numero di colletti bianchi (soprattutto dai mercati sviluppati), così da sfruttare le opportunità create.

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Gli investimenti nel turismo e nelle infrastrutture

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

A cura di Laurence Bensafi Portfolio Manager, Deputy Head of Emerging Market Equities, RBC Emerging Markets Equity – RBC BlueBay. L’obiettivo per il turismo è particolarmente ambizioso, in quanto il paese mira a diventare una delle prime cinque destinazioni al mondo. Nel Mar Rosso, per esempio, è prevista la costruzione di 50 resort di lusso con prestigiose catene alberghiere mondiali. Il primo, Southern Dunes, che fa capo al brand di resort di lusso Six Senses, è stato inaugurato nell’ottobre di quest’anno.Vision 2030 prevede otto progetti giganteschi, tra cui la costruzione di nuove città da zero, per una spesa totale di 1.000 miliardi di dollari. Per finanziare questo piano, il paese sta aprendo le porte agli investimenti stranieri, in particolare attraverso le privatizzazioni e le riforme sui mercati azionari e del debito. Un’altra serie di riforme chiave hanno avuto luogo tra il 2021 e il 2022: le riforme giudiziarie, che hanno effettivamente creato un quadro di riferimento che non si rifà alla Sharia, e un insieme coerente di regole, procedure affidabili e codificazione delle leggi. Queste riforme sono fondamentali per lo sviluppo di un settore privato solido e per attrarre investimenti.

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RBC BlueBay: Arabia Saudita, opportunità da oltre 1.000 miliardi di dollari per gli investitori

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

A cura di Laurence Bensafi Portfolio Manager, Deputy Head of Emerging Market Equities, RBC Emerging Markets Equity – RBC BlueBay. L’Arabia Saudita punta a diversificare l’economia dai combustibili fossili, sviluppando in particolare le esportazioni non petrolifere. I cambiamenti sono iniziati sotto il precedente re Abdulaziz, ma hanno subito un’accelerazione da quando principe Mohammed bin Salman è diventato principe ereditario nel 2017, di fatto subentrando al padre, re Salman. Attualmente, Mohammed bin Salman è il primo ministro e presidente del consiglio saudita per gli affari economici e lo sviluppo, nonché la forza trainante dei cambiamenti avvenuti nel paese negli ultimi anni, in grado di avviare un rapido susseguirsi di riforme .Il piano Vision 2030 prevede riforme di carattere economico e sociale. Su quest’ultimo fronte, molti cambiamenti sono già avvenuti e sono di ampia portata, dai diritti delle donne, alla promozione dell’esercizio fisico e del benessere. In termini di riforme economiche, il piano mira a svincolare l’economia dai combustibili fossili, sviluppando in particolare le esportazioni non petrolifere, localizzando la produzione di settori chiave, conseguendo il 35% del Pil dalle PMI e sviluppando attività di intrattenimento, nonché il turismo locale ed estero, fino a raggiungere il 10% del Pil, dall’attuale dato del 3,6%. Il Public Investment Fund, il braccio governativo incaricato di finanziare le iniziative correlate a Vision 2030, attualmente gestisce attività nell’ordine di 700 miliardi di dollari.

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Ue: Cia, deroga Commissione insufficiente. Agricoltori meritano di più

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

Da Bruxelles non arriva una risposta forte alle richieste degli agricoltori, ma un “contentino” che lascia perplessi su modalità e durata. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta la proposta appena arrivata dalla Commissione Ue. Secondo le prime valutazioni, infatti, si tratta di una deroga all’obbligo di mantenere il 4% di terreni incolti, ma limitata al 2024 e condizionata a ulteriori impegni ambientali, potendo accedere allo stop solo chi coltiva colture azoto-fissatrici (come lenticchie, piselli o fave) e/o colture intercalari sul 7% dei propri seminativi con anche il divieto di usare prodotti fitosanitari. “Una proposta debole e insufficiente -dice il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Quello che ci aspettiamo è invece un gesto autorevole e deciso a sostegno dell’agricoltura, già dal Consiglio Ue di domani, con lo stralcio “senza se e senza ma” dell’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni. Dobbiamo poter continuare a garantire la sicurezza alimentare e le politiche comunitarie devono supportare le nostre attività, non ostacolarle”. “Cia continuerà a presidiare la situazione a Bruxelles, come già nei mesi scorsi, affinché l’Europa rimetta davvero al centro il settore primario -sottolinea Fini-. Abbiamo già vinto alcune battaglie importanti in Parlamento, come il rigetto della proposta di regolamento Ue sui fitofarmaci e l’esclusione degli allevamenti bovini dalla direttiva sulle emissioni. Ora proseguiamo il nostro impegno anche sulla revisione della Pac, che non deve essere punitiva ma incentivante, capace di orientare risorse sulla tutela del reddito delle imprese e non sulla rendita fondiaria, così come sull’accelerazione delle NGT, per colture resistenti ai patogeni e resilienti ai cambiamenti climatici, e infine sul regolamento imballaggi, tutelando il riciclo e mitigando le imposizioni sul riuso”. Adesso “non c’è più tempo da perdere -conclude il presidente di Cia-. Bisogna lavorare uniti come agricoltori europei e mettere in campo nuove politiche degne di sostenere un settore strategico come il nostro”.

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XXVII Congresso nazionale del Movimento Nonviolento

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

Roma, 23 – 24 – 25 febbraio 2024 (Spazio Pubblico – FP Cgil, via di Porta Maggiore 52, zona Termini). Il titolo del Congresso e’: “Obiezione alla guerra, oggi! Priorita’ della nonviolenza”, una formula che indica gia’ obiettivi e strumenti, mezzi e fini. “Priorita’ della nonviolenza” ha un doppio significato: – indicare quali sono le priorita’ che la nonviolenza chiede per la realta’ di oggi; – assumere la nonviolenza come priorita’ per la nostra vita personale e politica. Il Congresso si aprira’ il venerdi’ 23 febbraio alle ore 17 con la registrazione dei partecipanti (aperto a tutti, ma votano solo gli iscritti), cui seguira’ alle 18 il dibattito pubblico “Elezioni Europee e l’aggiunta nonviolenta”, su Europa disarmata, l’Europa e la Nato, i Corpi civili europei di pace, le guerre ai confini d’Europa, Europa dei ponti o dei muri? Il sabato 24 febbraio, dopo la relazione di apertura sulle attivita’ svolte e le prospettive di lavoro, gli interventi dei Centri territoriali, i saluti degli ospiti, seguira’ il dibattito che si concludera’ con la votazione della Mozione e degli organi statutari. Al Congresso parteciperanno anche i rappresentanti delle Reti di cui il Movimento Nonviolento fa parte (Rete italiana Pace e Disarmo, Conferenza nazionale Enti di Servizio Civile, Beoc – Ufficio Europeo Obiezione di Coscienza, War Resisters International, ecc.), delle Campagna “Obiezione alla guerra”, “Un’altra difesa e’ possibile”, “La via Maestra per la Costituzione”, e delle Associazioni con cui collabora (da Un Ponte per ad Archivio Disarmo, da Cgil a Fondazione Langer, da Acli a Fondazione Capitini, ecc.). Sara’ questa la nostra partecipazione attiva alla giornata di mobilitazione nazionale del 24 febbraio “Fermiamo la criminale follia della guerra” lanciata da Europe for Peace e AssisiPaceGiusta. Tra gli ospiti del nostro Congresso ci sara’ anche Olga Karatch (premio Langer 2023), testimone bielorussa della Campagna di Obiezione alla guerra a difesa dei diritti umani di chi rifiuta la mobilitazione militare e la coscrizione obbligatoria. Ci saranno anche collegamenti con obiettori di coscienza alla guerra in Ucraina e in Palestina. Il Congresso si concludera’ domenica 25 febbraio con la partecipazione collettiva all’Angelus in Piazza San Pietro, nell’ambito della campagna contro tutte le guerra e contro le armi che le rendono possibili di Papa Francesco. sito: http://www.cisda.it

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L’Università per Stranieri di Perugia (Unistrapg) è l’ateneo italiano che attrae più studenti stranieri

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

Con quasi uno studente su tre proveniente dall’estero (lo è il 28,4% degli iscritti ai corsi di laurea, master e dottorati), l’UniStraPg si colloca al primo posto nella classifica stilata da Talents Venture nel settimo report sull’internazionalizzazione delle università italiane, dal quale emerge che nell’anno accademico 2021/2022 sono stati quasi 110mila gli studenti stranieri impegnati in atenei italiani, il 72% in più rispetto al 2010/2011. Di questi 110mila, il 75% proviene da un Paese europeo, soprattutto Romania e Albania (18% del totale), oppure asiatico, specialmente Cina e Iran (7%). Proprio l’alta mobilità internazionale è uno dei caratteri distintivi dell’Università per Stranieri di Perugia che, grazie a un intenso tessuto di collegamenti globali, riesce ad attrarre studenti da ogni angolo del pianeta, ai quali offre formazione di alta qualità e supporto nel loro cammino di crescita internazionale, grazie a un ampio ventaglio di opzioni per scambi accademici e stage all’estero. Il Servizio Erasmus – Fiore all’occhiello è il Servizio Erasmus e mobilità internazionale, che si distingue per la qualità sia dal punto di vista formativo e sia dei servizi connessi alla permanenza nel Paese ospitante. Nell’Anno accademico 2020/2021 l’Università per Stranieri di Perugia ha finanziato tutte le richieste di mobilità degli studenti a fini di studio nella misura del 101% e a fini di stage nella misura dell’87%. Particolare attenzione viene dedicata alle attività informative sulla mobilità internazionale. Un seminario informativo dedicato alle matricole illustra le opportunità per favorire una corretta programmazione delle esperienze di mobilità all’interno del percorso accademico. Vengono predisposti vademecum che permettono ai fruitori di borse di mobilità SMS, STA e STT di organizzare e gestire in maniera più proficua la propria esperienza all’estero. I Tutor di mobilità dei corsi coadiuvano il Delegato rettorale Erasmus nelle attività di supporto agli studenti per quanto concerne la scelta delle attività formative da svolgere presso l’Università di accoglienza. Il Servizio Erasmus e mobilità internazionale garantisce agli studenti in uscita in ogni momento ed in ogni forma – negli orari di ricevimento del pubblico, via e-mail e tramite incontri nella piattaforma MS Teams – una costante assistenza amministrativa. Il risultato è una percentuale media di gradimento espressa dagli studenti pari al 94%.Il course catalogue in inglese – Gli studenti in mobilità incoming trovano con largo anticipo rispetto all’inizio delle lezioni l’elenco completo dei corsi offerti nell’apposita sezione del sito web dell’Università per Stranieri di Perugia.Il supporto per i visti – Agli studenti incoming, lo staff Erasmus fornisce, tramite il supporto dello staff dell’ufficio di Polizia e della segreteria studenti stranieri, informazioni e supporto relativamente a visti, permessi di soggiorno e assicurazioni.La percentuale di gradimento per quanto riguarda la mobilità degli studenti outgoing ha raggiunto il massimo livello per quanto concerne le mobilità ai fini di studio. Analogamente, le percentuali di gradimento registrate delle mobilità incoming dello staff (100%) e degli studenti (100% a fini di stage e 97,14 a fini di studio) dimostrano l’apprezzamento di tutte le forme di supporto e dei servizi predisposti dall’Ateneo.Per quanto riguarda gli studenti provenienti da Paesi Terzi, l’Ateneo aderisce al Manifesto dell’Università inclusiva promosso da UNHCR supportando rifugiati e richiedenti asilo con borse di studio e partecipando alle attività del progetto UNICORE. Mette a disposizione tutor linguistici per gli studenti internazionali e buddies per gli studenti Erasmus. Ha un ufficio della Questura che facilita l’iter relativo al permesso di soggiorno e uno sportello medico a disposizione degli studenti internazionali. Inoltre, prevede un Comitato Unico di Garanzia per le Pari Opportunità, la Valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni. Un corso di Laurea dedicato alla Sostenibilità – L’Università per stranieri di Perugia promuove la cultura della sostenibilità sia nel campo della didattica, con un intero corso di laurea dedicato (Studi internazionali per la sostenibilità e la sicurezza sociale), e sia nella ricerca, con sempre nuovi progetti e itinerari di approfondimento dedicati alla sostenibilità sotto il profilo sociale, economico e ambientale, con particolare attenzione ai temi della solidarietà, protezione dell’ambiente e tutela dei diritti fondamentali. (Abstract) Per ulteriori informazioni, si può visitare il sito web dell’Università per Stranieri di Perugia: http://www.unistrapg.it

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Nuovo contratto di Istruzione, Ricerca e Università 2019-21

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

Ha portato benefici non indifferenti ai lavoratori genitori con figli adolescenti o in tenera età. Ad iniziare da coloro che hanno figli fino a 12 anni potranno godere, infatti, del trasferimento di sede o dell’assegnazione provvisoria anche se neo immessi in ruolo, senza quindi incappare nei vincoli al momento imposti a tutti gli altri. Inoltre, sempre il Ccnl 2019-21 sottoscritto il 18 gennaio all’Aran, prevede anche una sensibile riduzione del periodo di preavviso per inoltrare la richiesta di fruizione del concedo parentale passando da 15 a soli 5 giorni. Viene poi da sé che i genitori con figli, all’occorrenza, potranno utilizzare nel corso dell’anno scolastico anche i tre giorni di permesso retribuito per motivi personali o familiari, da documentare anche tramite autocertificazione: un altro diritto centrato grazie all’azione caparbia dell’Anief in sede di contrattazione sempre all’Aran. “A chi sostiene che si tratta di opportunità minimali – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ricordiamo che non è così, semplicemente perché finora nei contratti collettivi nazionali di Istruzione, Università e Ricerca questi tipi i diritti non erano contemplati. Sapere che d’ora in poi un genitore può contare sulla possibilità di usufruire del concedo parentale a ridosso dello stesso e che può annualmente ricongiungersi al figlio con meno di 12 anni, partecipando alla mobilità, oltre che accudirlo o accompagnarlo per tre volte l’anno senza perdere un euro, è un risultato non da poco. È fuori di dubbio che la presenza dell’Anief al tavolo di confronto con l’Anief ha dato impulso decisivo perché si arrivasse a questo genere di risultati con effetti diretti sulla professionalità e sulla sfera personale-familiare dei lavoratori, a partire da quelli più bisognosi come i genitori, ma anche tutte le donne e coloro che hanno affetti da accudire”.

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Allarme burnout, a livello globale colpisce il 22% dei dipendenti

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

I conflitti interpersonali, la mancanza di chiarezza riguardo a compiti, responsabilità e obiettivi, la pressione legata alle tempistiche e al carico di lavoro possono portare a confusione, stress e scarsa produttività, determinando il burnout dei dipendenti, una condizione medica associata allo stress cronico sul lavoro non adeguatamente gestito, ufficialmente riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo un recente sondaggio condotto dal McKinsey Health Institute su 30.000 dipendenti in 30 paesi, il 22% dei lavoratori a livello globale sperimenta sintomi di burnout, sebbene esistano differenze sostanziali tra le nazioni. In particolare, i tassi più alti si evidenziano in India (59%), mentre i più bassi in Camerun (9%); anche l’Italia si colloca nella parte bassa della classifica, riportando solo il 16% dei sintomi di burnout, nonostante la percentuale di esaurimento delle forze e conseguente stanchezza fisica e mentale sia alta (43%). A livello demografico, invece, i dipendenti di aziende più piccole, che non ricoprono posizioni manageriali e i lavoratori più giovani riferiscono sintomi di burnout più elevati. Infatti, secondo quanto emerge da un altro recente sondaggio pubblicato su People Management, circa il 50% dei dipendenti appartenenti a Gen Z e Millennial si sente stressato sul posto di lavoro per la maggior parte del tempo, mentre circa l’80% sarebbe addirittura pronto a rassegnare le dimissioni a causa di una cultura aziendale tossica. “Moltissime aziende negli ultimi anni ci hanno segnalato una maggiore difficoltà a trattenere le risorse, c’è stato infatti un significativo aumento delle dimissioni in tanti settori diversi, che ha portato il tema della retention al centro del dibattito di HR e dirigenti: in quest’ottica mettersi in ascolto delle proprie persone e quindi monitorare costantemente il clima aziendale diventa fondamentale”, ha commentato Francesca Verderio, Training & Development practice leader di Zeta Service, azienda italiana specializzata nei servizi HR e payroll. Le frequenti dimissioni dei giovani rappresentano per il 60% dei talent manager uno dei più grandi ostacoli per l’introduzione di nuove skill e la crescita dell’impresa. Più in generale, come evidenziato da CNBC, il calo della soddisfazione lavorativa registrato dal 2020 ad oggi potrebbe impattare sull’economia globale con una perdita di circa 8,8 trilioni di dollari in termini di produttività. In questo scenario, il sondaggio del McKinsey Health Institute ha evidenziato che un ambiente di lavoro positivo consente ai dipendenti di sperimentare un benessere maggiore e di essere più innovativi e performanti nello svolgimento delle proprie mansioni. Tutto ciò trova conferma in un’altra indagine che l’Istituto ha condotto insieme a Business in the Community, secondo cui il valore economico del miglioramento del benessere dei dipendenti del Regno Unito, ad esempio, potrebbe oscillare tra 130 e 370 miliardi di sterline all’anno (6-17% del PIL), il che equivale a 4.000-12.000 sterline per dipendente. “Questi dati sottolineano la necessità, per le imprese, di monitorare costantemente il clima aziendale – spiega la Verderio – Conoscere le esigenze e le opinioni dei dipendenti è fondamentale per migliorare tutti gli aspetti della vita lavorativa. Facilmente si scivola nel pensare che l’intenzione di abbandono del posto di lavoro sia legata a tematiche retributive o di carriera o dal competitor che corteggia i propri dipendenti con offerte “irrinunciabili”, quando in realtà si tratta di problematiche meno evidenti, rilevabili attraverso strumenti di ascolto più profondi. Tra questi, l’analisi di clima è particolarmente immediato ed efficace, permettendoci di capire che cosa pensano le persone dell’azienda rispetto al luogo di lavoro e quindi, per esempio, il senso di appartenenza, il committment, quanto l’azienda si prenda cura delle proprie persone in termini di benessere psicologico e salute, il supporto offerto dal proprio team, l’equità o l’eticità dei comportamenti manageriali, piuttosto che le possibilità di formazione o di percorsi di carriera”. Un clima aziendale positivo è infatti correlato a fattori come il maggiore coinvolgimento nel lavoro e la migliore collaborazione tra dipendenti e quindi migliori performance, la crescita del senso di appartenenza all’organizzazione, oltre che ad una maggiore attrattività dei talenti e di soddisfazione del cliente. Una ricerca di PwC ha evidenziato che in Italia, per ben 4 CEO su 10 la propria azienda non potrà sopravvivere per più di 10 anni senza un processo di trasformazione. Un dato ancor più significativo considerando che questa visione nei confronti del futuro della propria impresa viene condivisa anche dal 25% dei dipendenti e, in particolare, dal 44% dei giovani lavoratori intervistati nel corso dell’indagine. “L’analisi del clima aziendale dev’essere concepita come una sorta di monitoraggio costante e non solo come uno strumento da adottare nei momenti di difficoltà o crescita dell’organizzazione – conclude Francesca Verderio – Inoltre è fondamentale affidarsi ad una società esterna terza in quanto questa può garantire una lettura ragionata, equa e imparziale delle risposte: con Eleva People Value, sviluppato da Zeta Service Eleva in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia de La Sapienza Università di Roma, la rilevazione viene realizzata sempre in presenza di uno psicologo, il che garantisce l’uso etico dello strumento, aiutando i dipendenti a sentirsi protetti nell’esprimere i propri pensieri. Ugualmente, è altrettanto importante comunicare loro i risultati emersi nel modo corretto, sottolineando come questi siano un concreto punto di partenza per il miglioramento dell’impresa e della sua competitività sul mercato”. By Ludovica Pallotta – fonte: http://www.espressocommunication.it

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Una nuova traduzione di Monsieur Venus di Rachilde

Posted by fidest press agency su venerdì, 2 febbraio 2024

Dal 29 febbraio in libreria, una nuova traduzione di Monsieur Venus di Rachilde, (nata Marguerite Eymery), anche nota come “Mademoiselle Baudelaire” edito da: Orizzonte Milton. Rachilde fu una figura di spicco nel panorama intellettuale della Parigi di fine secolo. Non solo fu un’autrice prolifica (scrisse una settantina di opere fra romanzi, poesie, drammi e saggistica), ma anche una vera e propria animatrice culturale: dopo aver sposato Alfred Vallette, direttore della prestigiosa rivista «Mercure de France», presto divenuta anche casa editrice, (ancora esistente, parte del gruppo Gallimard), Rachilde aprì un salotto letterario nel quale si radunavano tutti i maggiori poeti, letterati e artisti di ambiente simbolista, fra cui Mallarmé, Verlaine, Oscar Wilde. Con la lunga serie di rovesciamenti tra maschile e femminile e attraverso le indagini sensualistiche dei suoi scritti, Rachilde seppe proporre un modello femminile aderente al prototipo baudelairiano della femme maudit. Spirito irriverente e anticonformista, Rachilde porrà al centro delle sue opere le questioni di genere, il rapporto tra i sessi, il ruolo del patriarcato nel definire l’etica e la morale, il piacere e la liceità della trasgressione, aprendo la scia a figure ben più note come Colette, oltre a sostenere la causa di Oscar Wilde, difendendone le scelte personali, esaltando la qualità letteraria della sua opera, e favorendone la diffusione e la traduzione in lingua francese. Nel 1880 Rachilde pubblica il suo romanzo d’esordio, Monsieur de la Nouveauté, ma il successo (e lo scandalo) arrivano nel 1884 con Monsieur Vénus, che le valse un’accusa di oscenità. Scritto quando aveva tra i venti e i ventiquattro anni, e pubblicato a Bruxelles nel 1884, fu accusato di pornografia e l’autrice fu condannata, in Belgio, alla prigione. Lo scandalo però le diede anche grande notorietà, come succedeva all’epoca: l’opera narra la storia, intrisa di sadomasochismo, di una donna dell’alta società che mantiene un efebico pittore che per sbarcare il lunario aiuta la sorella nel suo negozio di fiori. Quando fu realizzata l’edizione francese del 1889, l’accoglienza iniziale fu un misto di eccitazione per il contenuto erotico, fascino per lo scandalo e per il fatto che questa fantasia oscuramente sessuale fosse stata scritta da una donna che aveva solo ventiquattro anni al momento della prima pubblicazione e che, non ne aveva ancora venti quando cominciò a scriverlo. “Apice del talento letterario di quella figura umana inafferrabile che fu Rachilde nella guizzante Parigi a cavallo tra Ottocento e Novecento, Monsieur Venus è un romanzo acuminato e affabulante, capace di mostrare il lato più oscuro e feroce di quell’ostinazione che chiamiamo amore.” Tradotto da: Angelo Molica Franco è giornalista, scrittore e traduttore. Scrive per le pagine del Venerdì di Repubblica e il Fatto Quotidiano. Suoi racconti sono apparsi su La Repubblica e Il Foglio. Fonte: http://www.orizzontemilton.it

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